«A me PK – L’Orizzonte Degli Eventi non è piaciuto»

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Prima di iniziare a scriverne ho voluto rileggere tutto PKNE di fila, sia perché avevo una mattinata da perdere, sia perché volevo verificare una cosa, che avevo percepito per tutta la lettura settimanale di PK – L’Orizzonte degli Eventi (da qui in avanti semplicemente LODE), ma non avrei saputo descrivere chiaramente.

E prima di iniziare a parlare di LODE vorrei mettere in chiaro una cosa: non ho ancora letto PK², non ho subìto PK – Frittole. Ho iniziato a leggere PK prima con il solo volume apripista della serie da edicola PKIl mito, poi con Potere e potenza e adesso seguendo il mensile (bimestrale, sigh) PK Giant e Topolino con PKNE contemporaneamente. Non credo sia la miglior fruizione possibile, ma è quella proposta da Panini e mi accontento.

Non conosco, insomma, le backstory della famiglia Ducklair, non ho potuto percepire LODE come la giusta chiusura di quell’arco narrativo né ho potuto notare le retcon applicate ai vari personaggi, che io ho conosciuto invece direttamente così. Non credo di averlo trovato problematico: alla fine, in realtà, conoscevo un po’ già tutto, abbastanza per non rimanere troppo stranito vedendo il ritorno di Xadhoom senza aver mai letto la storia per cui era stata data per morta, e abbastanza poco per non infastidirmi leggendo che Zardoz non fosse il vero nome di Everett Ducklair ma solo un nome da combattimento.

Credo di non poter parlare di LODE se non in funzione del resto di PKNE, o almeno in funzione del ciclo di Artibani/Pastrovicchio, perché LODE non ne è che un capitolo, e nel bene e nel male non fa che essere un capitolo della storia, dannatamente un capitolo di una storia che non so nemmeno se ho voglia di seguire più.

PKNE è iniziato in pompa magna con Potere e Potenza, una storia pazzesca e con un sacco d’impatto, con dei colori che non si vedevano spesso su Topolino, un boom di vendite per il settimanale, e con me che ho cercato di recuperare invano altri numeri di PK  – Il Mito per poter cogliere tutti i riferimenti.
Poi si sono accavallate altre storie, non solo di Artibani e Pastrovicchio ma pure di Sisti e Sciarrone (senza contare i due speciali ventennali, con disegnatori diversi, di cui ancora aspetto invano la Limited Deluxe Edition, e non la Super che poi costa un botto, nei miei scaffali non ci entra e anche se fosse toglierebbe spazio a tutta la collezione più o meno omogenea di PK Giant e Limited). Non tutte allo stesso livello di Potere e Potenza, ma comunque sempre con standard qualitativi elevati. L’apice secondo me è stato toccato con Cronaca di un ritorno di Sisti e Sciarrone, ma capisco che il mio parere non conti, dato che ho letto prima questa storia e solo pochi giorni fa Sotto un nuovo sole. L’importante è che del bel mucchio di storie pikappiche che va da Potere e Potenza a Cronaca di un ritorno sono stato felicissimo e ho aspettato sempre felicemente l’uscita della storia successiva, che ogni volta mi lasciava più che soddisfatto.

La prima volta che PKNE mi ha deluso è stata quando ho letto Il Marchio di Moldrock. E adesso che ho riletto tutto in fila fino alla naturale conclusione, credo di saper dire con coscienza perché.

Nel Marchio di Moldrock PK cerca di sconfiggere Moldrock, ma il coroniano dimostra di essere molto più forte di lui. Allora sopraggiunge Solomon, che riunisce tutte le potenze mondiali, che sono più forti di Moldrock.
Ma Moldrock poi usa il raggio nero, che è più forte di tutte le potenze mondiali.
Allora PK trova Trauma, che è più potente del raggio nero.
E quindi Moldrock scatena la sua super rabbia, che è più forte di Trauma.
Infine arriva Everett, che è più forte del Raggio Nero e placa la rabbia di Moldrock.

Ecco: non mi è sembrato di star leggendo una storia di PKNE, ma piuttosto di star assistendo a una partita a Yu-Gi-Oh, pure piuttosto noiosa.
Non c’era più nulla da leggere, nulla su cui riflettere, nulla per cui affascinarsi se non i disegni di Pastrovicchio, che pure avevano cominciato a estremizzarsi e a diventare stranamente focalizzati sulle forme dei pettorali maschili.

Bene, L’Orizzonte degli Eventi per me è stato il tripudio di quello che non m’era piaciuto del Marchio di Moldrock.

LODE ha una trama con diversi snodi interessanti. Ho apprezzato molto il conflitto fra Uno e Solomon nell’ultima puntata, a dir il vero, che ho trovato scritto e disegnato magnificamente.
Poco altro, però.
Non sono riuscito ad appassionarmi a nessun personaggio, nemmeno a Paperinik. I dialoghi fra lui e Uno sono meramente funzionali alla trama, non si percepisce nessuna empatia. E non ne ho percepita da nessun’altra parte: in ogni momento, non sono mai stato interessato ai dialoghi, a qualcosa che veniva detta, sentivo tutto come se semplicemente dovesse accadere, per la trama.
Trama a cui, a un certo punto, mi sono accorto di non essere più interessato. Perché semplicemente era prevedibile: non ho creduto nemmeno per un secondo alla morte di Everett, né alla redenzione di Moldrock. L’unico dettaglio che mi sfuggiva, appunto, era il destino di Solomon, per cui appunto ho trovato quel barlume di interesse nella trama che mi ha spinto a continuare la lettura.
In realtà, non sono nemmeno sicuro che mi sia interessato del destino di Solomon solo perché non lo conoscevo: forse, anche perché in storie come Potere e Potenza e Cronaca di un ritorno avevo apprezzato molto il suo personaggio, e semplicemente volevo sapere come sarebbe finita.
E, se è lecito esprimere un’opinione sulle opinioni altrui, credo che a molti questa storia, come il Marchio, sia piaciuta solo perché erano interessati a vedere com’è che finiva PK².

Perché credo che questa storia, proprio come Il Marchio di Moldrock, abbia smesso di essere una storia e sia diventata un semplice elenco di cose che succedono ai protagonisti dopo quelle storie che mi erano piaciute.

Ah, uno di quelli che solitamente sarebbe stato un pregio di PKNE qua è diventato, per quanto mi riguarda, un triste difetto: i disegni di Pastrovicchio. Mi dispiace proprio dirlo, ma davvero, vedere tutti i personaggi tutti uguali e tutti ipertrofici, compresi Paperinik e il Razziatore che in teoria sono tutto ma non palestrati culturisti, no, non mi è piaciuto.
Monteduro invece sempre spettacolare, e sì, rende benissimo pure sul piccolo formato di Topolino.
Cosa che mi interessa particolarmente, visto che, stavolta, la Deluxe non la prendo.

Giordano Crimi

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