È scomparso Joaquìn Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, celebre fumettista argentino e creatore del personaggio di Mafalda. A darne la notizia su Twitter l’editor Daniel Divinsky.
Si è spento poche ore fa a Mendoza, in Argentina, nella città in cui nacque 88 anni fa. Quino era tornato nella città natia nel 2017, dopo la perdita della moglie Alicia, ma la settimana scorsa era stato colpito da un ictus che ne aveva aggravato le condizioni di salute. Poi le complicazioni e poco fa la conferma dall’editor Daniel Divinsky su Twitter: “Quino è morto. Tutte le brave persone del Paese e del mondo lo piangeranno.”
Quino nacque nell’estate del 1932 da genitori immigrati spagnoli e fin da piccolissimo dimostrò un grande interesse per l’arte del fumetto. Rimasto orfano a soli 14 anni, terminò la scuola dell’obbligo e si iscrisse alla Scuola delle Belle Arti di Mendoza. Dopo due anni scelse di abbandonare gli studi poiché troppo impaziente di coronare il suo sogno e diventare un cartoonist. Il successo non tardò ad arrivare. Stabilitosi a Buenos Aires, nel 1954 il settimanale Esto es cominciò a pubblicare le sue vignette mute, raccolte poi nell’opera Mundo Quino del 1963.
Quino ci lascia il giorno dopo il compleanno di Mafalda
Proprio ieri, il 29 settembre, il personaggio di Mafalda ha compiuto 56 anni. A onor del vero, il personaggio era già stato concepito nel 1963, quando a Quino venne commissionata la realizzazione di un testimonial animato per una ditta di elettrodomestici. La campagna promozionale non vide mai la luce e Mafalda attese in un cassetto fino al 1964, anno in cui la prima striscia che la vede protagonista venne pubblicata sul settimanale Primera Plana di Buenos Aires. Due anni dopo il passaggio al quotidiano El Mundo, dove le pubblicazioni sono continuate fino al 25 giugno del 1973.
Mafalda, spirito ribelle e riflessivo
Mafalda è uno spirito ribelle, è polemica e profondamente riflessiva. Come ogni bambina di sei anni odia la minestra e si interroga sulle contraddizioni del mondo e della vita, ponendo a se stessa e ai suoi genitori domande tanto candide quanto disarmanti. Uno sguardo critico e intelligente che contesta con arguzia la politica, l’economia e la società di un mondo a cui si rifiuta di uniformarsi. Le tematiche predilette di Mafalda sono il razzismo, la fame nel mondo, la guerra del Vietnam e la questione femminista. Argomenti sempre attuali che Quino tratta con l’umorismo tagliente che lo ha reso famoso in tutto il mondo e che nonostante il passare degli anni rimangono più vivi che mai.
Le strisce di Mafalda hanno venduto milioni di copie e sono state tradotte in 35 lingue. Durante il lockdown, Quino ha pubblicato quotidianamente sui suoi canali social ufficiali clip di strisce di Mafalda interpretati da scrittori, giornalisti e amici. Un ultimo regalo ai fan di un grande fumettista che ha lasciato una profonda impronta in un mondo che la sua Mafalda commenterebbe così:
«Sai perché è bello questo mappamondo? Perché è una riproduzione. L’originale è un disastro!» – Mafalda
Alessandra de Marchi
Fonte: Repubblica.it
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