Apprendiamo con dolore che si è spento all’età di 94 anni Sergio Asteriti, disegnatore e sceneggiatore di Topolino e non solo. Asteriti, in oltre cinquant’anni di carriera, ha saputo lasciare la sua impronta inconfondibile sul settimanale Disney. Il suo tratto peculiare, classico ma estremamente ricco di dettagli, era frutto di una grandissima esperienza come illustratore formatosi al di fuori dei classici ambienti disneyani.
Gli esordi
Nato a Venezia nel febbraio del 1930 Sergio Asteriti studiò come pubblicitario presso la scuola di Magistero d’arte di Venezia. La parentesi pubblicitaria fu però di breve durata. Nel 1954 l’agenzia pubblicitaria milanese S.P.I.N.T.A., per cui Asteriti realizzava soprattutto locandine cinematografiche, chiuse i battenti. A soli 24 anni Sergio Asteriti si rimboccò le maniche, reinventandosi fumettista. Sottopose i suoi lavori a diversi editori e finalmente nel 1955 fu ingaggiato da Edizioni Alpe, esordendo sul settimanale Cucciolo con alcune storie dedicate al capo tribù Bingo Bongo.
“Chi poteva essere quell’editore che aiutava i giovani disegnatori alle prime armi? Caregaro delle Edizioni Alpe, buon mecenate che ha lanciato tutti i migliori artisti del fumetto, sia comico che avventuroso, degli anni ’40 e ’50.”
Estratto di un’intervista pubblicata da “WOW – Fanzine di fumetti fantascienza cinema” nell’Aprile 1979
Per arrotondare, Asteriti ha lavorato su commissione, realizzando tra le altre cose le copertine della serie di romanzi rosa I nostri romanzi editi da Rizzoli e vari altri bozzetti pubblicitari. Ma disegnare per bambini rimase la sua più grande passione, e ciò lo portò a realizzare illustrazioni per Bianconi e Il Corriere dei piccoli mentre per l’approdo in Disney fu necessario qualche altro anno di gavetta.
I primi lavori per Mondadori
L’esordio di Asteriti arrivò nel 1963 sul Topolino numero 420 con la storia Pippo e la vacanza culturale. Da lì iniziò una collaborazione saltuaria, destinata a consolidarsi nel tempo. Asteriti si affermò come uno dei disegnatori più prolifici di casa Disney, realizzando più di 350 storie, in alcuni casi cimentandosi anche con la sceneggiatura. La quasi totalità dei suo lavori vedono protagonista Topolino e il mondo dei Topi in generale. Il legame dell’autore con questi personaggi era infatti speciale.
“Topolino lo considero il migliore amico della mia infanzia: sono cresciuto con lui e il caso volle che poi finissi per disegnarlo anch’io. Unico neo è che io sono invecchiato, mentre lui è rimasto uguale, giovane e sano, senza mai prendersi un raffreddore!”
“Orazio mi sembrava l’immagine speculare di mio zio Italo! Veramente riconoscevo nel mondo Disney i miei parenti ed amici.”
Estratto di un’intervista pubblicata da “WOW – Fanzine di fumetti fantascienza cinema” nell’Aprile 1979
Asteriti ha saputo spaziare tra generi ed epoche diverse con una predilezione per le ambientazioni storiche medievali. Ne è un perfetto esempio una delle sue storie più apprezzate, Le avventure della gemma Pippolina, un vero e proprio caleidoscopio di ambientazioni.
L’autore sperava vivamente di veder tornare Topolino in auge tra i lettori del settimanale ormai sempre più monopolizzato dai Paperi. Auspicava un ritorno del Topolino da lui amato, il Topolino “ragazzo” con i calzoni corti. E chi sa che qualche giovane autore riuscirà a farsi carico della sua eredità.
Secondo te, come testi sono più facili da realizzare quelli di Paperino o quelli di Topolino?
“Be’, Paperino è prettamente comico e perciò più facile. Complesso è il fare coincidere il comico e l’avventuroso insieme. Topolino è perciò molto più impegnativo. Naturalmente è un parere soggettivo.”
Estratto intervista pubblicata da “WOW – Fanzine di fumetti fantascienza cinema” nell’Aprile 1979
Il suo tratto inconfondibile e morbido (definito da alcuni affettuosamente “budinoso”) è stato una costante nella storia del settimanale che amiamo. Ci mancherà, e gli siamo grati.
Maria Concetta Spampinato
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Fonti: Papersera