Topi, Paperi e la Guerra: il conflitto nel fumetto Disney

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I fumetti sono tante cose. Ricordi d’infanzia, passioni intramontabili oppure una vera e propria professione. Ma, in ogni loro declinazione, svolgono un ruolo importante nella nostra vita perché, come tante forme d’arte, ci lasciano sempre qualcosa su cui rimuginare dopo la lettura.
Oggi vi parleremo proprio di questo: Topolino, la rivista “per bambini” per eccellenza, che tratta della Guerra, un contesto a cui associamo morte, sofferenza e i tempi più bui della storia umana.

Trattando un tema così pregnante, gli autori Disney compiono una delle operazioni più raffinate e audaci in cui un franchise destinato anche ad un pubblico giovanile si possa avventurare. Le storie che vedremo, infatti, tentano di raccontare un tema difficile con un linguaggio ambiguo. Per evitare di toccare punti troppo nodosi, si crea una narrazione stratificata, con più di un livello di lettura possibile. Si tratta, insomma, di quelle classiche storie che si capiscono appieno da adulti, conoscendo meglio il contesto che le ha ispirate.

L’abilità sta nel mantenere questo tipo di storie godibili per tutte le età, rimanendo pertinenti ai temi trattati. Il risultato è un’opera notevole perché capace di regalare più esperienze con lo stesso racconto, come se la storia crescesse con il lettore. Non è un’impresa estranea alle opere Disney: anche numerosi lungometraggi animati affrontano temi come la morte, la guerra e le loro complesse interpretazioni.

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Ma, insomma, non perdiamoci in chiacchiere. Ecco alcuni tra i più peculiari momenti in cui i personaggi Disney hanno affrontato il tema più tetro e controverso di tutti.

La chiave satirica: La guerra lampo dei cugini Paperi

Partiamo da una storia deliziosa conosciuta da pochi: La guerra lampo dei cugini paperi (1997), di Sergio Tulipano, Lucio Leoni ed Emanuela Negrin.

La coppia Leoni-Negrin è specializzata nelle storie comiche: la loro abilità nell’illustrazione unita alla sceneggiatura di Tulipano consente lo sviluppo di una storia originalissima in cui sono sapientemente mescolati elementi ironici, tipici delle storie disneyane, a un contesto serio come quello della guerra.

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Insomma, siamo di fronte a un trio di autori tra i più sottovalutati, che dimostrano chiaramente di essere più che capaci di affrontare opere ambiziose, con una trama complessa e numerosi colpi di scena. Ma ovviamente, il tutto è arricchito con sprizzi di ironia e assurdo. La guerra lampo dei cugini paperi è dunque una vera e propria opera surreale.

L’inconsueta ispirazione “marxiana”

La storia, che vede i paperi coinvolti in un conflitto tra città-stato, pare troppo fantasiosa e astrusa, persino per autori eccezionali come questi tre. Ai lettori più attenti invece questa premessa sembrerà persino familiare. Infatti, questa storia è ispirata a un capolavoro di cinematografia comica uscito nel 1933, La guerra lampo dei fratelli Marx, realizzato dal famosissimo gruppo comico dei Fratelli Marx.

Duck soup guerra
La locandina del film originale

Tutti i personaggi sono riprodotti, in ruoli e nomi, in giocosa salsa disneyana. E, magicamente, questo sfondo diventa il veicolo attraverso cui un tema aspro come la guerra viene affrontato in chiave comica, senza perdere i connotati satirici che toccheremo tra poco.

Il fallimento della diplomazia

Questa storia è, prima di tutto, una parodia dei topoi che sono spesso parte delle vicende di guerra che hanno realmente contraddistinto la storia dell’uomo. In primo luogo, l’evento centrale della storia è il fallimento della diplomazia tra due stati, Verderia e Libertonia, determinato principalmente dal solito caratteraccio di Paperino.

mappa verderia libertonia guerra
Tra le due città-stato contigue non regna la concordia

La comunicazione tra Stati è un’arte raffinata: anche il più piccolo dettaglio può significare la differenza tra la guerra e la pace. Di recente, durante il corrente conflitto in Ucraina, siamo venuti a conoscenza dell’esplosione del gasdotto russo North Stream 2. Subito si sono raggruppate le ipotesi sulla natura dell’evento, sospettando alcuni addirittura il coinvolgimento degli Stati Uniti.

Senza entrare nel merito della vicenda, limitiamoci a notare la sua rilevanza nell’ambito del conflitto. Si è trattato certamente di un episodio in cui gli uffici diplomatici di tutte le parti direttamente o indirettamente coinvolte hanno dispiegato le migliori forze a loro disposizione per chiarire gli eventi.

Questo perché l’attribuzione della responsabilità di questo determinato evento è fondamentale nel susseguirsi degli eventi di una guerra di tale portata. Non è certo l’unico esempio nella storia: molti conflitti sono infatti iniziati o si sono aggravati per accadimenti di questo tipo. Questo, prima di tutto, è un fallimento diplomatico che può catalizzare le ostilità.

Fu così con il famoso Incidente del Golfo di Tonchino durante la Guerra in Vietnam, che rappresentò forse l’apice di un conflitto ben più ampio, la Guerra Fredda tra Occidente e Blocco Sovietico. L’episodio fu controverso e dopo la guerra emersero molti dubbi, di cui molti confermati da fonti ufficiali, sulla versione del Governo Americano. Ma quando si verificò l’evento, il presidente USA Lyndon Johnson lo utilizzò come base per chiedere al Congresso di poter iniziare a trasferire truppe in un conflitto aperto contro il Vietnam comunista di Ho Chi Mihn.

Giornale sul vietnam guerra
La questione era la responsabilità di un attacco navale al cacciatorpediniere USS Maddox, che l’intelligence americana attribuiva al Vietnam del Nord comunista

Tempo prima, la Guerra ispano-americana ebbe inizio a seguito dell’esplosione della nave USS Maine che, anche per il tramite del giornalismo sensazionalista di William Randolph Hearst, provocò il conflitto. Questa guerra vide gli ancora giovani Stati Uniti contro la grande potenza spagnola per il controllo della sua colonia di Cuba, i cui nativi erano profondamente risentiti del dominio della corona di Spagna. Questa guerra segnò in un certo senso l’inizio dell’aspirazione statunitense di fungere da Polizia per il mondo.

Anche nella storia di Tulipano possiamo vedere l’importanza della diplomazia tra Stati. Ms. Teasduck, ricca nobildonna che ha sostenuto finanziariamente in più occasioni il piccolo paese di Libertonia, è il motore della vicenda: è lei infatti che si prodiga per mantenere solide le relazioni tra i due paesi confinanti, fungendo da mediatrice tra Paperino, primo ministro di Libertonia, e l’ambasciatore della confinante cittadina di Verderia, che intende espandersi fino ad includere Libertonia senza però intraprendere uno scontro diretto.

Ms. Teasduck guerra
Ms. Teasduck cerca di aiutare i ministri di Libertonia a risolvere i problemi economici del paese

Ma sono i suoi incontri con Paperino ad inasprire la situazione. Ben lontano dall’essere una benedizione per Libertonia, ove era stato inviato da Paperone per fungere da ausilio al paese, il Nostro fa precipitare rapidamente la situazione, creando una catastrofe. A nulla valgono i tentativi di Ms. Teasduck di addolcire il rapporto tra i due dignitari rivali: un conflitto personale presto si tramuta in un contrasto internazionale.

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Questa spirale ricorda molto l’evoluzione delle relazioni tra Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America durante la Seconda Guerra Mondiale. La Guerra Fredda ebbe infatti inizio anche per le ostilità personali tra Stalin, Truman e Churchill dopo la morte del presidente americano Franklin Roosevelt.

tre di Yalta guerra
I tre leader alla conferenza di Yalta. Da sinistra: Churchill, Roosevelt e Stalin

Da vivo, il famoso presidente statunitense fu capace di fare da mediatore tra Stalin, notoriamente paranoico e di carattere chiuso, e Churchill, profondamente avverso all’ideologia comunista. La capacità di Roosevelt di fungere da cuscino comunicativo tra i due fu un valore profondo durante il secondo conflitto globale.

Ma, morto durante il suo quarto mandato, il presidente lasciò al suo vice Harry Truman il difficile compito di finire la Guerra e, soprattutto, di preparare la pace. E sappiamo come è andata: oltre a decidere di sganciare le bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki, il nuovo presidente si trovò ad avere un difficile rapporto con Stalin. La relazione amicale che Roosevelt aveva mantenuto con il dittatore russo fu rapidamente perduta, culminando con l’inizio della Guerra Fredda, durante la crisi del Blocco di Berlino del 1948.

Spionaggio e Controspionaggio

Prima e dopo l’inizio di un conflitto, un altro elemento frequente e spesso decisivo è quello dello spionaggio per tramite dei servizi segreti di diversi paesi. Con la recente uscita di Oppenheimer di Cristopher Nolan, è ritornata in discussione la controversa questione dell’acquisizione dell’arma atomica da parte dell’Unione Sovietica.

Una simile arma di distruzione di massa ha un peso fondamentale nel bilanciamento di potere tra le nazioni del mondo e il mantenimento di un ordine mondiale dominato dagli USA. Ma, in un modo o nell’altro, anche la Russia Sovietica di Stalin riuscì a procurarsela, dando definitivamente inizio alle ostilità tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

coniugi Rosenberg
I coniugi Rosenberg

Da questa vicenda impariamo che, in situazioni di conflitto o di tensione (come durante la Guerra Fredda), la sorte riservata alle spie non è mai delle migliori. Esempio lampante fu quello dei coniugi Rosenberg, giustiziati nel 1953 perché accusati di delazione. Una sorte più lieve, ma comunque esemplare toccherà a Ciccio e Paperoga.

Ciccio e Paperoga guerra
Gli 007 ingaggiati da Verderia

Quando questi saranno nominati Ministro e Viceministro della Guerra da un ignaro Paperino, che non immagina che siano stati inviati come spie dall’ambasciatore di Verderia. I due saranno nella perfetta posizione per svolgere il loro incarico: sottrarre i piani di guerra al Primo Ministro. Senza pensare all’ovvia possibilità di richiederli apertamente in virtù della loro veste ufficiale, si travestono da Paperino per trafugarli surrettiziamente. Sono però prontamente beccati e, per punizione, passati per le armi.

Dalla parte sbagliata della storia? Paperino e il vento del Sud

Passiamo dunque a un altro remake in salsa Disney: Paperino e il vento del Sud (1982). Questa storia, scritta da Guido Martina sui disegni di Giovan Battista Carpi, reinterpreta il classico Via col vento, libro e poi pellicola cinematografica che affronta gli orrori della Guerra di Secessione dal punto di vista dei sudisti.

Linea Mason-Dixon mappa
La linea gialla (nota come Mason-Dixon line) separa gli stati del Nord e del Sud, i quali non sono solo politicamente ma anche culturalmente molto diversi. (Mappa da todayinhistory.blog)

Tale guerra ha radici profonde nella storia americana, ma, per riassumere con estrema sintesi, possiamo raccontare che 11 stati del sud del Paese, mossi da disaccordi con il governo federale su molte questioni (sulle quali, come vedremo, dominava il diritto di possedere schiavi), decisero di separarsi dall’Unione per formare un proprio organismo: gli Stati Confederati d’America.

La propaganda sudista

Dobbiamo subito soffermarci sulle motivazioni della guerra. Questo aspetto è fondamentale per la storia che tratteremo. Se è vero che le cause della Guerra Civile sono molte e articolate, la questione principale è quella della schiavitù.

Questo non vuol dire che i nordisti fossero dei liberatori, almeno all’inizio: alcuni stati nordisti erano ancora schiavisti e anche la famosa Proclamazione di Emancipazione che Lincoln produsse nel 1863 era destinata solo alla liberazione degli schiavi del sud, sui quali tra l’altro il presidente unionista non aveva il completo controllo, essendo la guerra ancora in corso. I nordisti, dunque, combattevano principalmente per preservare l’Unione nel suo insieme.

Lincoln
Lo stesso Lincoln ammise inizialmente che il suo obiettivo principale era salvare l’Unione, non emancipare gli schiavi

Ma se gli Stati del Nord non erano mossi semplicemente da intenti di emancipazione, quelli del Sud erano sicuramente guidati dallo scopo di mantenere la loro “istituzione peculiare”: la schiavitù. Un esempio lampante di ciò si può senza dubbio trovare nelle dichiarazioni di secessione dei singoli Stati, che manifestavano chiaramente l’opposizione all’abolizionismo prevalente nel partito di Lincoln.

Ma, dopo la guerra, complice anche un atteggiamento lassista dei nordisti vincitori, prese piede nel sud una narrazione del tutto diversa dalla realtà. La lettura revisionista successivamente chiamata “della causa persa” (lost cause revisionism), di cui furono esponenti alcuni storici sudisti e non, mirava a reinterpretare la Guerra Civile come un’aggressione del Nord verso il Sud. La causa principale della guerra non era più la schiavitù: addirittura, gli schiavisti sono dipinti come padroni gentili, a cui gli schiavi stessi sarebbero stati devoti.

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La Guerra Civile avrebbe invece avuto inizio soprattutto per la difesa dei diritti dei singoli stati contro lo strapotere emergente del governo federale. Ora, se senza dubbio questo fattore aveva giocato un ruolo fondamentale, non era certo il più importante ad agire nella nascita del conflitto. L’espansione del governo federale era sì osteggiata dal Partito Democratico, largamente diffuso tra i sudisti, ma la ragione fondante di questo timore era quella che abbiamo testé discusso.

Anche nella storia disneyana è subito evidente l’effetto della propaganda sudista sui comuni cittadini. Gaston Wilkes, l’equivalente sudista di Gastone Paperone, parte orgoglioso per il fronte sperando di coprirsi di gloria. Uno dei partenti grida, agitando la bandiera confederata, la causa per cui crede di combattere: i diritti del sud, tra cui, come abbiamo visto prima, primeggia quello a possedere schiavi.

Partenza guerra

Paperino, prevedendo correttamente la sconfitta a causa del controllo delle materie prime, non si arruola. Nonostante ciò, aiuterà comunque il Sud, non solo consegnando cibo ai civili ma anche fornendo armi all’esercito, lungo tutta la storia. Il nostro rimane quindi fermo nel suo patriottismo per la Confederazione, indossando un abito inusuale: quello di un eroe Disney chesi trova dalla parte dei “cattivi” della Storia.

Gli orrori della guerra

Un aspetto in cui Via col Vento, l’originale a cui si ispira la parodia, è particolarmente accurato è la rappresentazione delle sofferenze della guerra. Nel film si assiste con orrore alla scena in cui, senza anestetico, viene tagliata la gamba in cancrena di un ferito di guerra. Questa pratica era frequente nella Guerra di Secessione, dove la mancanza di cibo e forniture costringeva i soldati agli stenti. Si stima che tre quarti delle operazioni chirurgiche effettuate durante la Guerra Civile furono amputazioni.

Ritirata Guerra Civile
Un’infelice ritirata

Le vittime della Guerra di Secessione si assestarono intorno alle 600-700 mila e, persino per un Paese che di guerre ne ha combattute tante, fu questo conflitto quello ad uccidere più americani.

A questo si aggiungono le azioni di rappresaglia e criminalità che avvenivano nel caos della guerra. Paperella O’Hara, incarnazione disneyana di Rossella O’Hara (protagonista del libro) è aggredita da un soldato nordista rinnegato che vuole sottrarle dei beni. Nell’originale l’episodio era molto più cruento: il soldato tentava di fare razzia nella casa di Rossella, la quale riusciva infine ad ucciderlo, restando traumatizzata dall’esperienza.

razzia del rinnegato

Un’altro elemento che risulta chiaro dagli originali e dal fumetto è come le miserie della guerra rendano ambigua la distinzione tra bene e male. La decisiva Marcia sul Mare del Generale William “Tecumseh” Sherman, macchiata da violenze e devastazione e dalla distruzione totale di villaggi e città (culminata con l’incendio di Atlanta), chiuse la Guerra Civile con l’amara constatazione della crudeltà del vincitore.

Marcia sul mare guerra
La raffigurazione della Marcia sul Mare di Sherman proposta da Giovan Battista Carpi omette gli aspetti più cruenti dell’operazione

Anche nella storia a fumetti, come nelle opere originali, infatti, Paperella O’Hara è costretta a vivere in miseria nella sua casa devastata. Un tempo parte dell’alta società (la storia di Martina-Carpi ovviamente non menziona che Rossella O’Hara era proprietaria di una piantagione con annessi schiavi, come era frequente nel sud agricolo di metà ‘800), Paperella è ormai nella stessa posizione di tutti: affamata e distrutta dal conflitto. Tutti… o quasi. Come in ogni guerra, infatti, c’è chi ci guadagna. E dunque lo zio Paper Mc Paper, analogo di Zio Paperone, nasconde viveri e cotone mentre la gente soffre la fame e l’esercito del Paese rischia la disfatta.

La tolleranza del nord verso il sud

Alla fine della storia Paper Butler, l’omologo di Paperino, è arrestato perché accusato di aver venduto armi all’esercito sudista. Butler aveva in realtà solamente regalato le armi all’esercito confederato: questo gesto viene considerato quindi patriottico ed egli viene quindi liberato. Potrà senza dubbio sembrarci strano che gli stati dell’Unione riservino questa pietà verso gli sconfitti. Tale questione, sorta principalmente dal fatto che la Guerra di Secessione era stata prima di tutto una guerra civile, sarà discussa ampiamente lungo tutto l’Ottocento.

Benevolenza dei vincitori
Un esempio della benevolenza dei vincitori

Difatti, Lincoln stesso era inviso ad alcuni unionisti per la sua tendenza al compromesso, evidenziata dalla nomina del democratico Andrew Johnson come suo vice alle elezioni del 1864 e dalla sua riluttanza iniziale a condannare fermamente il fenomeno della schiavitù. Quando Lincoln fu ucciso dall’attore sudista John Wilkes Booth al Teatro Ford, Andrew Johnson prese le redini della presidenza e si mostrò molto tollerante con il sud, osteggiando le spinte per maggiori garanzie federali per gli schiavi liberati, i quali finirono infatti per contrarre accordi di lavoro neoschiavisti con i loro ex padroni.

Lo stesso Partito Repubblicano, che inizialmente contava tra le sue fila molti cosiddetti “Radical Republicans” favorevoli all’aumento dei diritti per gli ex schiavi e alla dura punizione del sud, si allontanò piano piano da questo orientamento. Il tutto culminò con il Compromesso del 1876, dove per evitare un altro conflitto con il sud derivante dall’elezione del repubblicano Rutherford Hayes, i repubblicani decisero di rimuovere le truppe unioniste che occupavano militarmente gli stati del sud, di fatto arrestando per anni il progresso dei diritti degli ex schiavi in quella zona.

Tilden or blood
Tra i democratici del Sud era diffuso il grido “Tilden or blood!” per sottolineare che se il candidato democratico Samuel Tilden avesse perso, ci sarebbe stata una seconda Guerra di Secessione

Insomma, c’è un motivo per cui Paperino, anche se ha comunque aiutato i soldati sudisti durante la guerra, viene lasciato libero. Esclusi i Radical Republicans, l’attitudine della politica fu in ultima analisi quella di ricucire il paese ferito. Ciò è testimoniato dalla già discussa corrente revisionista della Lost Cause, che trovò adito anche nelle scuole del sud, dai numerosi monumenti dedicati a eroi della Confederazione e dalla tempestiva riammissione degli stati del sud come elementi votanti nel sistema elettorale federale americano.

altro esempio di benevolenza guerra
Un altro esempio della pietà degli unionisti

La Guerra Civile gioca un ruolo importante anche in una delle puntate della Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi, quando gli antenati dei Paperi si imbattono in un avo di Topolino che serve l’esercito sudista. Risulta parecchio inusuale vedere una reinterpretazione di un personaggio positivo come Topolino ricoprire un ruolo così ricco di implicazioni controverse: chissà cosa pensava quest’antenato della schiavitù?

Topolino sudista guerra

Il Topo sul campo: Topolino nella Seconda Guerra Mondiale

Ci spostiamo a un altro fondamentale evento storico. La guerra per antonomasia: il secondo conflitto mondiale. È questo infatti il setting di Mickey Mouse on a secret mission, opera di Bill Walsh e Floyd Gottfredson rilasciata negli USA su strisce pubblicate tra luglio e ottobre 1943 e trasposta in italiano come Topolino nella Seconda Guerra Mondiale nel 1947.

Topolino WW2 Marco Rota guerra
Una meravigliosa illustrazione di Romano Scarpa in occasione di una ristampa della storia.

Molto della concezione moderna che abbiamo della guerra nasce dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo perché tanti degli elementi disumani che già avevano contraddistinto la Grande Guerra trovarono in questo conflitto il loro apice. Ma soprattutto perché ha consentito forse il più importante esempio di lotta esistenziale tra il bene e il male.

Una questione morale

La Seconda Guerra Mondiale ha rappresentato (semplificando parecchio) il momento in cui le forze del mondo si sono unite per salvarlo dall’orrore nazista. Pur non avendo preoccupato gli Stati Uniti inizialmente, negli anni ’40 era ormai chiaro che Hitler non era un nemico come gli altri. Lungi dall’essere un semplice invasore, egli rappresenta per noi l’incarnazione degli istinti più infimi del genere umano.

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Questo per due ragioni: la sua terribile campagna per soggiogare l’Europa intera e farne un impero, ma soprattutto la scoperta dei campi di sterminio e delle tragedie dell’Olocausto. Già nel 1942, un anno prima della pubblicazione della prima striscia della storia di cui parleremo a breve, gli Alleati erano a conoscenza delle atrocità perpetrate dal nazismo sulla popolazione ebraica (e non solo).

La Germania nazista era vista come un pericolo esistenziale anche prima che gli Stati Uniti avessero dichiarato guerra alle forze dell’Asse: già nel 1940, in uno dei suoi discorsi radiofonici, Franklin D. Roosevelt dichiarava come “Il fato di queste nazioni (occupate) ci dice cosa significa vivere con una pistola nazista puntata sulla guancia”. Fu dunque introdotto un aspetto “morale” che contraddistingueva la guerra non solo come “necessaria” o “inevitabile”, ma “giusta” e “dovuta”. Tale visione può riscontrarsi in molti conflitti moderni.

Un esempio sono le guerre iniziate durante la presidenza di George W. Bush. Il regime dei Talebani in Afghanistan e quello di Saddam Hussein in Iraq erano diventati agli occhi degli americani nemici morali, rappresentanti di un pericoloso terrorismo da combattere. Nel suo famoso discorso all’Unione del 2002, Bush confermò questo intento coniando l’espressione “Asse del Male” per definire tre paesi che il presidente accusava di sostenere il terrorismo e di ricercare armi di distruzione di massa: Iran, Nord Corea e Iraq. Evidente era il richiamo ai poteri dell’Asse nella Seconda Guerra Mondiale: Giappone imperiale, Italia fascista e Germania nazista.

Gli storici rivali

La storia in oggetto vede Topolino agire come agente segreto del governo americano. Dopo una serie di test severissimi, Topolino è ufficialmente reclutato da “Controllo 7” Douglas, un produttore di armi belliche, per sabotare per via aerea la Germania di Hitler, pilotando un avveniristico prototipo di aereo da guerra chiamato “Il Pipistrello”.

Ma i Nazisti non scherzano: contano tra le loro fila nientepopodimeno che Pietro Gambadilegno, reclutato dal Terzo Reich per carpire i segreti militari statunitensi. La ferocia nazista che, come abbiamo descritto sopra, rappresenta simbolicamente l’essenza del male stesso, trova un suo degno rappresentante in Gambadilegno.

Pietro Gambadilegno guerra Disney
“Herr Pietro” in azione

Fungendo da scagnozzo del “supercattivo” della storia, Adolf Hitler, Pietro svolge una funzione educativa: rende immediata all’audience la caratterizzazione deteriore di Hitler e, per estensione, della Germania Nazista. Gamba diviene dunque un veicolo per denigrare il nemico, tramite la sua storica contrapposizione con l’onesto Topolino, soldato leale delle forze alleate. Questa concezione manichea rende facilmente comprensibile ai lettori la realtà del conflitto.

Unitamente a ciò, il nemico è descritto in termini profondamente negativi. In una scena, Gamba, sotto copertura, solidarizza con una spia del Reich ballando lo swing. Allorchè, il collega di Pietro sottolinea come in Europa la musica prediletta sia ben diversa: la “marcia degli ostaggi impiccati”, evidente riferimento alle feroci rappresaglie dell’esercito del Führer.

Pietro e la spia danzano

Tutto ciò rientra senza dubbio nell’ordinaria conduzione delle produzioni Disney di propaganda bellica. Nel gennaio dello stesso anno in cui questa storia fu pubblicata fu rilasciato Education for Death (Gennaio 1943), un cortometraggio che raccontava la storia di Hans, un bambino che, indottrinato dal regime nazista, si tramutava rapidamente in uno strumento di morte ciecamente e acriticamente dedito alla causa del Reich. Il messaggio principale dell’opera era rafforzato dalla spiegazione delle atrocità del regime, come le eutanasie forzate del programma Aktion T4.

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In Topolino e la Seconda Guerra Mondiale l’avversario viene deriso dagli autori. I nazisti sono rappresentati in modo caricaturale, sfoggiando un buffo idioma anglotedesco e atteggiandosi in modo goffo e pomposo, similmente alla loro raffigurazione nel noto corto Der Fuehrer’s Face (Gennaio 1943). Anche i nomi sono ironici: tra i gerarchi figurano i marescialli Von Mess e Schtoort (rispettivamente, la parola inglese per “caos” e una finta approssimazione tedesca della parola “storto”)

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La locandina irridente di Der Fuehrer’s face

In ultimo, durante il tour aereo finale nel sabotaggio di Topolino, il Nostro stacca il tetto della residenza del Führer a Berchtesgaden (detta “Il Nido dell’Aquila”), la quale è già oggetto di nuovi piani: gli autori immaginano che Hitler l’abbia messa in affitto per una sua prossima fuga.

Residenza di Hitler guerra

Tutta questa ironia ha certamente risuonato nei palazzi del potere nemico. C’è chi dice addirittura che, dopo la lettura della versione inglese di questa storia, il Führer in persona abbia intimato a Mussolini di far sospendere la pubblicazione di Topolino Giornale, il quale, realisticamente, avrebbe in ogni caso seguito la sorte della stragrande maggioranza delle altre pubblicazioni di storie a fumetti straniere del periodo fascista, interrotte prima per una becera e improvvisata censura e poi per mancanza di risorse durante gli stadi avanzati del conflitto.

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La devastazione nazista

Oltre a essere rappresentato come un impero del male, quello nazista è descritto come un dominio decadente, fatto di illusioni e finzione. I nazisti sono pomposi e tronfi: la prima immagine della Francia occupata che ci viene mostrata nel fumetto è quella della Tour Eiffel su cui è sbandierata una plumbea svastica.

Ma gli autori rendono immediatamente chiaro che tutto ciò è in realtà una facciata. Per quanto i gerarchi del Reich tentino di far vedere a Topolino la loro superiorità tecnologica (mostrandogli un sottomarino pluriaccessoriato munito di un periscopio capace di coprire larghissime distanze), nemmeno la loro eloquenza riesce a coprire i fallimenti militari. Approdati alla città di Ruhestelle, la grigia realtà di una Germania morente si palesa agli occhi del lettore. Davanti a uno sfondo apocalittico fatto solo di fumo e cemento scomposto, una banda musicale tenta di porre un velo sugli occhi rassicurati di Topolino.

Ruhestelle bombardata guerra

Tutto questo è un evidente riferimento alla propaganda di guerra del Terzo Reich, guidata da Joseph Goebbels (citato direttamente in una vignetta della storia, come colui che attribuisce la situazione di Ruhestelle alle… termiti!). Questi era di fatto il braccio destro di Hitler, noto specialmente per il suo operato da Ministro della Propaganda, con cui egli riuscì ad assumere sotto il suo controllo le arti, la stampa e, soprattutto, il pensiero dei tedeschi. Albert Speer, Ministro degli Armamenti del Reich, descrisse così l’agire di Goebbels al processo di Norimberga: “Attraverso strumenti tecnologici come la radio e il megafono, ottanta milioni di persone furono private del pensiero indipendente.”

Cibi posticci guerra
Persino Topolino è turlupinato dalla macchina di propaganda costruita da Goebbels.

Ma gli autori sono pungenti nello strappare la maschera: con la sagace ironia tipica delle strisce di Bill Walsh, l’apparato di dissimulazione costruito da Goebbels viene smontato in poche vignette. E l’ultima immagine dei territori controllati dai nazisti diviene quella del fumo proveniente dalle principali città della Germania, impietosamente bombardate dall’areomobile di Topolino, che acquista così una dimensione controversa agli occhi di un lettore moderno. Alla fine della storia, del grande impero nazista non resta che l’immagine dei suoi condottieri in un carcere americano, umiliati dalla potenza che speravano di sconfiggere.

Città bombardate guerra

Al servizio della Patria

Una piccola menzione va fatta per il ruolo dell’onore e della fedeltà per la Patria. Pietro, in questo senso, è emblematico: egli rappresenta il massimo dell’infidia, avendo tradito il suo Paese per servire il nemico. Topolino, al contrario, si sacrifica per il bene della Nazione, mettendo la sua vita in pericolo per uno scopo più grande di lui. Ancora si mostra la visione polarizzata che vede Topolino come strenuo araldo della giustizia terrena e Gambadilegno come disonorevole delatore, al servizio del male.

Una vignetta nello specifico sottolinea questo contrasto tra onore e infamia. Quando Topolino ha la possibilità di colpire Gambadilegno con la mitragliatrice del “Pipistrello” mentre quest’ultimo è indifeso e disarmato perchè attaccato a un paracadute, il nostro eroe si trattiene. Non vuole, a sua detta, svegliarsi la mattina dopo tramutato in giapponese, popolo che viene descritto nei media americani come subdolo e disonorevole. Non saranno gli americani a colpire il nemico quando è debole, tale disonore è un privilegio delle forze dell’Asse!

Guerra

Questa visione dei giapponesi come backstabbers è presente anche nel successivo cortometraggio Commando Duck (qui per saperne di più!), in cui i soldati nipponici che attentano alla vita di Paperino sottolineano come sia prassi del loro esercito attaccare il nemico alle spalle.

Commando Duck
In Commando Duck i giapponesi (qui “mimetizzati”) sono fortemente stereotipati

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In ultimo, ha merito considerare come lo spirito di sacrificio di Topolino debba fungere da esempio per il cittadino americano. Si tratta di un’opera di propaganda alleata fondamentale, specialmente negli Stati Uniti del tempo, in cui prevaleva un marcato isolazionismo dovuto all’esperienza alienante del Primo Conflitto mondiale.

Un sentire comune, questo, rinforzato dalle politiche autoritarie del Presidente Woodrow Wilson, che aveva fortemente limitato la libertà di espressione con i suoi Sedition and Espionage Acts. Quest’opera di sensibilizzazione allo sforzo bellico si conferma nell’usuale subliminale richiamo all’acquisto dei titoli di debito bellici (i cosiddetti “buoni di guerra”), che sono ritenuti profittevoli addirittura dal nemico.

Buoni di guerra

L’arsenale della democrazia

Infine, ha merito considerare come la storia tenti in ogni modo di enfatizzare la colossale potenza degli armamenti statunitensi. Il complesso militare-industriale, dichiarò Franklin Roosevelt già un anno prima del coinvolgimento del suo paese nella Seconda Guerra Mondiale, avrebbe dovuto garantire l’ordine nel mondo, funzionando come “arsenale della democrazia“. Si trattava dell’inizio del declino dell’ispirazione isolazionista americana; un processo che culminò con l’inizio della Guerra Fredda, che vide gli Stati Uniti assumere il ruolo di “Polizia del Mondo”.

Questo ideale è riflesso nella storia: dopo essere stato selezionato per combattere per la Patria, Douglas mostra a un incredulo Topolino una sfilza di armi top secret. Oltre a trovate avveniristiche come un gas capace di costringere chiunque a danzare a ritmo di musica e una sostanza collante miracolosa (che si scopre essere un semplice mix di… gomma da masticare e catrame), Topolino ha l’opportunità di scoprire due affascinanti realtà dello sviluppo di strumenti bellici.

In primo luogo, Douglas sottolinea come molti scienziati lavorino ad armi che non vedranno mai in azione. Spesso, infatti, l’opera trascende il suo creatore, essendo il frutto di un concertato di scoperte che costellano un lungo periodo di tempo. Secondariamente, Topolino può ammirare un reparto interamente dedicato allo sviluppo di progetti fantoccio, creati per depistare il nemico.

Il tutto ovviamente è estremamente protetto: gli autori caricano la segretezza del posto con l’esagerazione tipica del medium fumettistico, costellando di mitragliatrici spianate i corridoi della base e proteggendo l’arma finale, il sopracitato “Pipistrello”, con un assurdo portone ultra-accessoriato. L’orgoglio americano per il proprio arsenale traspare senza dubbio dai toni entusiastici di Douglas. Risulta inoltre evidente come il timore per il potere distruttivo degli armamenti non pervada ancora il Paese, ammaliato dall’incessante evoluzione dell’apparato bellico statunitense.

Pipistrello Guerra

Il nome completo dell’industriale Douglas era nella versione inglese “Douglas Heed-Martin” in riferimento alle tre principali compagnie americane produttrici di aerei da guerra: Douglas Aircraft Company, Lockheed e Glenn R. Martin. Questa incorporazione all’interno della difesa della Patria dei grandi poteri industriali del capitalismo americano condurrà alla creazione di un vero e proprio sistema di interdipendenza tra Governo, esercito e produttori di armi.

Si tratta del cosiddetto Complesso Militare-Industriale che, in questa fase prematura dello sviluppo ideologico moderno americano, era visto come una risorsa, non una minaccia. Successivamente, figure come il Presidente americano Eisenhower (che informò gli Stati Uniti nel suo discorso finale dei pericoli legati al legame tra la produzione di armi e la politica estera statunitense) riuscirono a portare attenzione ai rischi connessi al business della Guerra e al continuo sviluppo di nuovi armamenti.

In ultimo, ha merito fare un’osservazione riguardo al futuristico aereomobile con cui Topolino riesce a debellare le forze Naziste. L’idea che a sbilanciare l’equilibrio della Guerra in favore degli alleati fosse l’aviazione militare era stata promossa da Alexander de Seversky, un ex ufficiale delle forze aeronautiche russe, naturalizzato statunitense.

Nel suo saggio, Victory through Air Power, de Seversky sostiene che la chiave di ogni vittoria nelle guerre future, tra cui il Secondo Conflitto Mondiale, risiedeva nelle forze aeree. L’opera costituì un best-seller e fu traslata in un omonimo documentario animato dallo studio di Walt Disney, nell’ambito della propaganda bellica richiesta dall’amministrazione Roosevelt.

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L’opera ebbe un incredibile influenza sia sulla cultura popolare che sulle strategie di guerra degli alleati, che iniziarono a porre la propria fiducia nel progresso delle loro tecnologie aereonautiche.

Bugs Bunny
Bugs Bunny legge un saggio ispirato all’opera di De Seversky. “Hare” è inglese per “lepre” (Copyright: Warner Brothers)

Confine tra due mondi: Eta Beta e il tesoro di Moook

Arriviamo infine a discutere del conflitto temporalmente più vicino a noi. Anzi, a ben vedere, non parliamo di un conflitto, ma di una vera e propria epoca storica, quella della Guerra Fredda. Questo appellativo descrive lo stato di tensione tra il Blocco Occidentale, formato da Stati Uniti e alleati, e il Blocco Orientale, formato da Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) e alleati.

Questo clima di tensione è contraddistinto da uno scontro culturale tra le due realtà del capitalismo occidentale e del comunismo sovietico. I due leader dei blocchi avversi, però, non si sono mai scontrati in un conflitto armato diretto: entrambi, difatti, possedevano l’arma atomica (acquisita tramite azioni di spionaggio dall’URSS) e avrebbero potuto provocare il reciproco annientantamento nucleare.

I due “blocchi” separati dalla cosiddetta Cortina di Ferro

Per questo, lo scontro si realizzò attraverso guerre per procura, cioè dei veri e propri conflitti armati (come la guerra di Corea dal 1950 al 1953 o la guerra in Vietnam dal 1955 al 1975) in cui le due fazioni erano rispettivamente supportate da USA e URSS, i quali speravano di ottenere con la vittoria il dominio del proprio sistema di governo nella regione.

Inoltre, in preparazione a un possibile conflitto armato diretto, entrambe le potenze furono impegnate nella cosiddetta corsa agli armamenti, che vide lo sviluppo e la costruzione di armi nucleari e non sempre più avanzate da ambo le parti, oltre che il continuo rafforzamento della presenza militare dei due Stati leader nei paesi sui cui esercitavano la propria influenza.

Ed è in questo contesto che si inserisce l’ultima delle storie che andremo ad analizzare oggi, cioè Topolino e il tesoro di Moook (1950), un altro capolavoro di Bill Walsh e Floyd Gottfredson. In essa, si racconta come Topolino, avendo trovato in un peculiare libro per bambini un misterioso carteggio contenente indicazioni per un favoloso tesoro, si avventuri insieme a un riluttante Eta Beta alla sua ricerca.

Dopo aver visitato numerose location nel globo inseguendo le indicazioni, Topolino giunge finalmente in Turchia, dove è rapito e trasportato nel Blocco Orientale, per incontrare Gambadilegno, divenuto lo scagnozzo principale del dittatore di un imprecisato stato sovietico. Essendo già informato sul tesoro, Gamba necessita dell’aiuto dei nostri eroi per decifrare gli ultimi indizi. Ma Topolino ed Eta Beta riusciranno a sconfiggere Pietro e ad assicurarsi che il tesoro sia trasportato in America, per servire come arma top-secret del Pentagono.

Una cupa prigione

In primo luogo, è interessante osservare la grigia rappresentazione dell’anonimo stato del Blocco Orientale visitato dai nostri eroi. Se la Germania Nazista della storia prima discussa era dominata dalla finzione e dalla superficialità, il Blocco sovietico è corrotto da un male ancora più profondo, che la rende totalmente irriconoscibile rispetto ai luoghi visitati in precedenza dai nostri eroi.

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Questa storia, infatti, vede Topolino ed Eta Beta viaggiare ai quattro angoli del globo: dalla verde Irlanda alla pittoresca Inghilterra, dalla cosmopolita Parigi al misterioso Egitto. In ognuna di queste iconiche locations, i nostri eroi si comportano come dei classici turisti: prendono parte alle tradizioni locali, si vestono dei costumi tipici e conoscono la gente del luogo.

Topolino Eta Beta Irlanda guerra
Topolino ed Eta Beta fanno i turisti nella verde Irlanda

La ricerca del tesoro diventa un’occasione per osservare le meraviglie del mondo libero e tutte le culture variopinte che contraddistinguono ognuno dei suoi variegati popoli. Luca Boschi, introducendo questa storia in una ristampa, paragona il viaggio intrapreso da Topolino ed Eta Beta al Giro del mondo in ottanta giorni, che Jules Verne fa intraprendere all’eccentrico Phileas Fogg e al suo compagno. E difatti questa è l’intenzione dell’autore: far assaggiare al lettore tutti i sapori e le prelibatezze che il mondo ha da offrire, prima di colpirli a sorpresa con un boccone amaro.

Il brusco colpo, purtroppo, non tarda ad arrivare: giunti in Turchia, i nostri eroi sono assillati da un manipolo di spie addestrate, le quali riescono infine ad addormentarli e a portarli da Cirilla, la glaciale comandante della Polizia Segreta. Questa donna, il cui nome si riferisce al cirillico, l’alfabeto usato in lingue slave come il russo, è una leale serva del regime, capace di qualunque atrocità pur di raggiungere il suo scopo.

Cirilla guerra
La gelida Cirilla

La sua figura ricorda quella di Minnotchka, alleata di Pietro e Trudy al servizio dello staterello simil-sovietico di Selvanja in Topolino in: ciao Minnotchka di Romano Scarpa. Come quest’ultima, infatti, Cirilla è perfettamente allineata ai principi del regime, ma nonostante questo è successivamente tradita da Pietro e dai suoi superiori.

Presentazione Minnotchka guerra
La fedele Minnotchka

I nostri eroi sono quindi condotti da Cirilla nel Blocco Orientale, superando la nota Cortina di Ferro. Quest’espressione nasce da un famoso discorso del premier inglese Winston Churchill che, con parole profetiche, prevedette la futura divisione culturale, ideologica e militare tra il Blocco Orientale e quello Occidentale. Il leader britannico aveva già individuato i fondamentali contrasti che si sarebbero profilati tra le due realtà, ritenendoli così profondi da costituire una barriera che, pur non essendo sempre fisicamente presente, era capace di separare i popoli più di qualsiasi confine.

Con lo sviluppo della Guerra Fredda, lungo il confine della “Cortina di Ferro” furono costruiti effettive barriere fisiche, di cui la più famosa separava la Germania in due parti. Ma la separazione più forte rimaneva quella ideologica, specialmente nell’immaginario collettivo. L’obiettivo delle due potenze era far capire il contrasto tra “noi” e “loro”, e la metaforica costruzione di un confine di duro metallo era una perfetta analogia per questo sentire comune.

L’esempio più emblematico di questo contrasto si ha nella città di Berlino, divisa dal noto Muro in due metà: una socialista e l’altra capitalista

Per questo gli autori trattano l’ingresso nel Blocco Orientale come un evento epocale. Come un varco infernale, Gottfredson raffigura un colossale portone di ferro che si chiude con un pesante SLAMM non appena i nostri eroi vi passano attraverso. Questa solennità è giustificata: dall’altra parte c’è un mondo completamente diverso da quello che Topolino ed Eta Beta hanno finora esplorato. Davanti a loro si profila una realtà tetra e soffocante ben diversa dalle variopinte località visitate in precedenza.

Cortina di Ferro guerra fredda Disney

Subito, risulta infatti evidente come nel paese dove i nostri eroi sono approdati regnino la miseria e il malcontento. I militari vantano numerose medaglie d’oro, le quali sono però assegnate in base a meriti irrisori legati all’igiene personale. Similmente, i carri armati che sparano colpi celebrativi al passaggio di Cirilla sono costruiti con il cartone, smascherando la superficiale propaganda del regime sovietico.

Ma Bill Walsh va oltre alla semplice critica delle falsità del regime. In primo luogo, non esita a sottolineare il malcelato dissenso della popolazione, raffigurando numerosi oggetti lanciati alla vettura utilizzata da Cirilla e facendo addirittura prescrivere dal regime l’utilizzo di “aiutasorrisi”, affinchè la popolazione appaia felice e non si creino le condizioni per una rivolta.

Impopolarità regime
I nostri eroi ricevono un caloroso benvenuto

Secondariamente, gli autori si preoccupano di sottolineare che il paese è in costante povertà. Non per una guerra, né per un disastro naturale contingente, ma per l’essenza stessa del loro sistema di governo. Difatti, a differenza di quanto avveniva nella Germania nazista della storia precedente, in cui almeno i leader godevano delle ricchezze del paese, qui il governo è così al lumicino che deve limitarsi a fingere che la mortadella sia fagiano arrosto.

fagiano falso guerra

Su tutto, però, è costante la rappresentazione del paese sovietico come luogo avulso dalle bellezze del mondo. Dominato dalla miseria, popolato da infelici, governato da uomini così sgraditi da dover girare in macchine attrezzate come carri armati per evitare di essere attaccati dalla gente ormai stanca. Tutto ciò concorda con l’immagine adottata dagli Stati Uniti, che raffigurava il Blocco Orientale come antitetico non solo al modo di vivere americano, ma all’essenza stessa della vita.

“Il comunismo non conosce Dio” dichiarerà in occasione del Natale del 1950 il presidente americano Harry Truman. L’URSS diventa quindi la negazione di tutto ciò che l’uomo in ogni periodo della storia ha sempre visto come sacro, in un conflitto che assume un piano escatologico e morale, con una connotazione ancora più spirituale e moralistica di quanto avveniva con la Germania nazista nel decennio precedente.

Paranoia costante

Un altro elemento caratteristico dei paesi del Blocco Orientale è il regime di terrore. Per combattere il malcontento dilagante nella popolazione, questi paesi spesso ricorrevano a un larghissimo utilizzo dello spionaggio interno al fine di controllare in ogni aspetto le vite dei cittadini, per polverizzare ogni accenno di dissenso.

Un rimando a questo clima di terrore si ha anche nella storia, dove Gambadilegno non si vergogna di sottolineare come, qualora le guardie che circondano il suo ufficio potessero origliare qualcosa riguardo al tesoro, esse sarebbero in ogni caso fucilate sul posto: il furfante ha così poca fiducia in loro che è solito eliminarle alla fine del loro turno.

terrore guerra

A una simile fine è destinata la stessa Cirilla, che, avendo servito con fedeltà il regime, è comunque a sua insaputa destinata da Pietro alla prigionia in un gulag (ovvero uno dei campi di lavoro in cui erano confinati gli oppositori politici, le cui condizioni erano così precarie da renderli infernali luoghi di morte per coloro che vi erano detenuti).

gulag guerra fredda Disney
L’infido Gambadilegno

La diffidenza di Gambadilegno verso i suoi sottoposti ricalca quella del leader dell’URSS Iosif Stalin, il quale, al fine di eliminare l’opposizione nel Partito Comunista rappresentata da Leon Trotzskij e Nikolai Bucharin, condusse una vera e propria sequela di esecuzioni di massa, inizialmente di membri del partito o dell’Armata Rossa e successivamente di semplici cittadini sospettati di essere “contro-rivoluzionari”. L’impatto di questa campagna fu tale da essere paragonata dallo storico Robert Conquest al Regno del Terrore della Francia post-rivoluzionaria di Maximilien Robespierre.

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Insomma, il comportamento di Pietro non è certo inusuale, in uno stato di polizia fondato sulla paura e sul controllo. Questo timore costante di essere traditi è presente in ogni stato dittatoriale, ma quella di Stalin è stata classificata da alcuni studiosi come una vera e propria condizione mentale: la paranoia. In questo senso, le esecuzioni sommarie come quelle compiute da Gambadilegno costituiscono un tratto distintivo dell’URSS stalinista.

Vittoria o morte

L’intera storia potrebbe inoltre costituire un’analogia alla corsa agli armamenti tra le due grandi potenze, iniziata dalla detonazione del primo ordigno atomico sovietico nel 1949. URSS ed USA iniziarono da allora ad allestire un crescente numero di testate atomiche al fine di fungere da deterrente reciproco all’utilizzo delle stesse. Questa policy fu presto tristemente nota come dottrina MAD (“pazzo” in inglese, acronimo per Mutual Assured Distruction, cioè distruzione reciproca assicurata), sigla che enfatizzava i potenziali effetti devastanti che il pianeta avrebbe subito nel caso di un’ecatombe atomica.

L’effetto fu quello di gettare il globo nel panico costante di una guerra nucleare, perdurante anche dopo la fine della Guerra Fredda nel 1991, come possiamo tristemente constatare nelle conversazioni odierne sul conflitto russo-ucraino.

Pur avendo rischiato l’apocalisse in parecchi momenti cruciali (come la nota Crisi dei missili di Cuba, per esempio), prevalse comunque durante tutta la Guerra Fredda un atteggiamento di estrema cautela. Un esempio lampante è quello della guerra di Corea, in cui il generale Douglas MacArthur, intenzionato ad usare l’atomica nel conflitto, fu fermato dal presidente Truman.

Film come il contemporaneo Il dottor Stranamore (1964) di Kubrick rappresentano ironicamente i pericoli esistenziali della Guerra Fredda

Ma, se oggi la paura esistenziale della distruzione dell’umanità ci terrorizza (e per questo vi è una costante ricerca alla de-escalation nucleare), dobbiamo ricordare che questa corsa era ritenuta essenziale da entrambe le parti. Per questo, infatti, Gambadilegno segue assiduamente Topolino ed Eta Beta e vuole assicurarsi non solo il loro aiuto, ma anche che l’Occidente non metta le mani sul tesoro per carpirne i possibili utilizzi bellici.

Ha merito notare come tredici anni prima, in Topolino e il mistero dell’Uomo Nuvola (1937), il messaggio trasmesso dagli autori in un’occasione simile fosse radicalmente diverso. Nella vicenda, Topolino e il Capitano Setter esortano il Dottor Enigm (che fa la sua prima apparizione in questa storia) a cedere al governo americano una prodigiosa formula che permette all’uomo di controllare l’energia atomica.

Il ragionamento di Setter e Topolino è familiare: se non la avranno gli Stati Uniti, la scoperta sarà ottenuta da una potenza senza scrupoli e, dunque, l’unico modo per prevenire conflitti e garantire la pace mondiale è quello di mantenere l’invenzione concentrata nelle mani di un singolo potere, affinchè funga da deterrente.

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Ma Enigm non ci sta. Egli ha compreso quanto la supremazia militare sia capace di scatenare le passioni e gli istinti più vili dell’uomo, specialmente dopo che il solito Gambadilegno era quasi riuscito ad impadronirsi della formula per venderla a una potenza straniera. Egli decide dunque di abbandonare la Terra e trasferirsi su di un altro pianeta, portando con sé l’agognata formula.

La morale di questa storia non segue la teoria della deterrenza caratteristica della MAD policy. Possiamo anzi dire che l’insegnamento sia totalmente l’opposto: nessuno è degno di avere il potere di distruggere il mondo, perchè la sola esistenza di un’arma capace di disintegrare l’essere umano è in sè generatrice di conflitto e guerra. In questo senso, questa storia anticipa di molto i tempi: le preoccupazioni del Dottor Enigm sono simili a quelle che poi tormenteranno J. Robert Oppenheimer dopo aver conosciuto la potenza distruttiva della bomba atomica, da lui sviluppata nell’ambito del Progetto Manhattan.

In Topolino e il tesoro di Moook, però, Topolino ed Eta Beta sono invece solidamente inseriti nella logica della deterrenza prevalente durante la Guerra Fredda. Difatti, dopo essere tornati in America, i nostri eroi fanno il loro dovere di patrioti: affidano il genio magico, il vero tesoro di Moook, al Pentagono, affinchè costituisca un arma segreta per contrastare la minaccia sovietica.

Insomma, questo esempio rende evidente come gli artisti Disney furono attori importanti nel veicolare il messaggio antisovietico prevalente in quel periodo, confermando così il fondamentale ruolo politico del Fumetto.

brutopia Guerra disney
Un altro esempio di ironia fumettistica sulla Guerra Fredda: l’ambasciatore brutopiano della storia di Carl Barks Zio Paperone e il tesoro sottozero è probabilmente ispirato al premier sovietico Nikita Krushev (qui in un’illustrazione di Don Rosa)

La distensione scarpiana

L’ansia generalizzata scaturita dalla tensione caratteristica della Guerra Fredda ebbe un profondo impatto sulla quotidianità di coloro che l’hanno vissuta. A partire dagli anni ’60 in poi (decennio che ha visto l’inizio della sanguinosa e impopolare guerra statunitense contro la fazione filocomunista del Vietnam) si inizierà a registrare una spinta sempre più marcata verso un raffreddamento di queste tensioni, spingendo per una linea pacifista o comunque orientata alla de-escalation.

Fu in questa occasione che nacque l’opportunità di instaurare un dialogo con le realtà del Blocco Orientale, favorendo passi epocali per la politica estera americana, come l’apertura alla Cina di Mao e lo sviluppo della dottrina della Dètente (dal termine francese per “distensione”, teoria politica che favoriva la costruzione di rapporti diplomatici con l’URSS e i suoi alleati), entrambi traguardi dell’amministrazione di Richard Nixon.

A ciò si deve aggiungere il sempre crescente malcontento che ferveva negli stati del Blocco Orientale, che spinse il leader moderato Mikhail Gorbachev a iniziare radicali riforme del sistema comunista sovietico (le famose Perestrojka e Glasnost), che intendevano rendere l’URSS più simile alle democrazie liberali d’occidente, per trasparenza, sistema economico e politico-sociale.

Ed è in questo contesto che si inseriscono due storie di Romano Scarpa che abbandonano il clima bellicoso che caratterizzava le due storie viste in precedenza, in cui il nemico era spesso demonizzato e Topolino fungeva da asset strategico per l’esercito statunitense.

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In Topolino in: Ciao Minnotchka (1992), infatti, l’autore dipinge Minnotchka come fedele ai principi dell’ugualismo (un’ideologia simile al comunismo), ma avversa, dopo averli scoperti, ai soprusi del leader del suo stato (a differenza di quanto avviene con la fredda Cirilla). Sembra dunque esserci in questa storia non una critica al sistema comunista stesso, ma ai soli aspetti totalitari delle sue applicazioni pratiche. Insomma, è una vera e propria apertura al dialogo, che rifletteva un desiderio sempre più diffuso di abbandonare le ostilità in favore della pace mondiale.

democrazia Guerra Fredda disney
Questa simpatica vignetta ricalca una delle barzellette antisovietiche raccontate dal presidente americano Ronald Reagan

A confermare questo intento è lo stesso Scarpa che, quando fu accusato da importanti esponenti del mondo politico e giornalistico di propaganda conservatrice in chiave anticomunista, rispose sagacemente che “non era anticomunismo, bensì una Topostrojka!” in un articolo de L’unità. D’altronde fu lo stesso Scarpa che, raccontando nelle Paperolimpiadi (1988) del rapporto affettivo tra due giovani paperi coreani, una risiedente nel Nord socialista e l’altro nel Sud Capitalista, aveva rappresentato sulle pagine di Topolino la voglia di cambiamento ed unità oltre i confini.

guerra Corea disney
Le tensioni tra le due Coree interpretate da Romano Scarpa

Memorie di guerra

Insomma, questa è una carrellata dei momenti più importanti in cui i grandi maestri dell’arte del fumetto hanno deciso di intraprendere un viaggio irto di pericoli raccontando la cruda realtà della guerra. Nonostante la varietà di approcci, il fil rouge resta sempre lo stesso: i personaggi Disney cercano tipicamente di perseguire quella che credono sia la giustizia, anche se le situazioni in cui sono inseriti possono essere scomode da spiegare a un giovane lettore.

In questo senso, questi esperimenti sono preziosi, perchè ci permettono di vedere un lato nascosto di Topi e Paperi che li contestualizza nel tempo e che, soprattutto, li rende personaggi tridimensionali, capaci, come ogni altro essere umano, di essere spinti da ideali altissimi come la ricerca della pace e il rispetto dei diritti umani.

Immagini © Disney – Panini Comics

Lorenzo Oliva

Fonti:
US National Archives
Constitution Center
Battlefields
Wikipedia
The Holocaust Encyclopedia
Timeline: The U.S. War in Afghanistan
History.com
The Hill
Harry Truman Library and Museum
Guided History
Commenti alle storie nei volumi ove sono state ristampate:
GLI ANNI D’ORO DI TOPOLINO n.7: 1943-1944 – Le meraviglie del domani
GLI ANNI D’ORO DI TOPOLINO n.12: 1943-1944 – Il tesoro di Moook

Immagini:
storiauniversale.it
Wikipedia

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