Nel mondo del cinema il premio Oscar è il più rinomato di tutti i riconoscimenti del settore, e per quanto riguarda il mondo dei lungometraggi d’animazione, l’Academy Award è stato per lungo tempo quasi un’esclusiva della Walt Disney Company. La più famosa major di cartoni e lungometraggi animati del mondo è quasi sempre riuscita a candidare all’Academy Awards i suoi Classici in alcune categorie – i Classici erano spesso gli unici film d’animazione in gara – portandosi a casa un discreto bottino in statuette fin dalla sua nascita negli anni ’30. Fino al nuovo secolo non parliamo ovviamente del premio per il miglior film d’animazione, nato solo all’alba dei primi anni duemila, ma di lungometraggi candidati ad esempio per l’Oscar alla miglior canzone o per altre categorie che prescindono dalla tecnica realizzativa.
Questo dominio incontrastato dei film della Disney ha però cominciato a vacillare negli anni ’90, con la comparsa sulla scena mondiale di nuove case di produzione concorrenti, come la Dreamworks o lo Studio Ghibli. Ma di certo il più valido avversario alla Casa del Topo è stata la Pixar Animation Studios.
La Pixar era nata come sussidiaria della Lucasfilm, inizialmente come semplice azienda di computer che produceva brevi cortometraggi animati digitalmente per pubblicizzare i propri hardware. Tuttavia il successo dei computer non replicò quello dei cortometraggi animati distribuiti e dei software per animarli; si decise quindi di puntare esclusivamente sulla nuova promettente strada dell’animazione digitale.
Come per il nostro precedente articolo sulla storia del cinema Disney agli Oscar, anche qui ci proponiamo di ripercorrere i successi della Pixar agli Academy per i soli lungometraggi, poiché così come per la Disney, anche la Pixar ha candidato molti cortometraggi. Buona lettura!
Gli inizi della Pixar e i primi Oscar
Come per la rivale Disney, quando la Pixar presentò al mondo il suo primo lungometraggio, era già di casa all’Academy, avendo candidato i suoi cortometraggi e portandosi a casa la statuetta al miglior cortometraggio con Tin Toy, nel 1989. Proprio Tin Toy, con il suo straordinario successo, gettò le basi per il primo film della Pixar: nel 1995 uscì nelle sale Toy Story – Il mondo dei giocattoli. Non basterebbero dieci articoli per commentare l’importanza storica di questo film, quindi qui ci limiteremo solo a dire che fu candidato in ben tre categorie: Miglior sceneggiatura originale, Miglior colonna sonora e Miglior canzone.
Non ne vinse nessuna. Tuttavia, tutti compresero subito l’importanza di questo film, il primo creato completamente in animazione digitale: l’Academy ricompensò il regista John Lasseter con un Oscar speciale “per il primo lungometraggio animato interamente al computer”.
Toy Story diede inizio all’ascesa della Pixar nell’Olimpo del cinema dell’animazione. Come però per la rivale di Burbank, anche i primi tempi della Pixar furono avari di statuette: incredibili successi al botteghino, grandi lodi della critica, tante nomination ma nessun Oscar.
Il primo Oscar arrivò nel nuovo millennio: all’edizione del 2002 la Pixar partecipò con Monsters & co. Il film fu candidato nella nuovissima categoria del premio Oscar al Miglior film d’animazione, ma fu battuto da Shrek della Dreamworks. Tuttavia, il film conquistò l’Academy Award per la Miglior canzone, con If I Didn’t Have You.
Alla ricerca di Nemo, del 2003, portò il primo Oscar al miglior film d’animazione, aggiudicandosi inoltre il primo scontro diretto con la Disney, che era candidata con il Classico Koda, fratello orso. Fino ad allora, infatti, le due major non avevano mai partecipato agli Oscar contemporaneamente, e al di fuori dell’Academy erano dichiarate rivali, anche a causa di dissidi economici e contrattuali tra le due case.
A quanto pare, la Pixar ci fece presto l’abitudine a salire sul palco durante la Notte degli Oscar, e solo l’anno dopo Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi vinse l’Oscar al Miglior montaggio sonoro e soprattutto l’Oscar al Miglior film d’animazione, consegnando alla Pixar una gustosa doppietta, vista la vittoria anche l’anno precedente.
L’ingresso nel mondo Disney
Il 2005 fu un anno spartiacque per la Pixar: venne infatti acquisita definitivamente dalla Disney, che con quest’operazione diventò il più grande studio d’animazione del mondo. La Pixar mantenne comunque una certa autonomia creativa, e dunque agli Oscar le due case rimasero ancora rivali. Il primo film di questa “era Disney” fu Cars – Motori ruggenti. L’impronta della Casa del Topo si vide subito, soprattutto dal punto di vista economico, visti gli introiti a dir poco mostruosi, anche grazie al merchandising che ne derivò. Purtroppo però mal figurò agli Oscar, dal momento che su due candidature, non ricevette nessun premio.
Il primo film targato Disney – Pixar a trionfare agli Oscar fu Ratatouille, che all’edizione del 2008 si presentò con la bellezza di 5 nomination, e tornò a casa con l’ambito Oscar al Miglior film d’animazione. Da Ratatouille cominciò un periodo di splendore per la Pixar, che fece uscire in pochi anni molti dei suoi migliori capolavori.
WALL•E confermò all’edizione 2009 la tradizione della Pixar di aggiudicarsi l’Oscar al Miglior film d’animazione, ma furono i successivi Up e Toy Story 3 – La grande fuga che resero la Pixar la regina indiscussa dell’animazione. Entrambi i film – manco a dirlo – vinsero l’Oscar al Miglior film d’animazione, e inoltre il primo si aggiudicò anche il premio Oscar alla Miglior colonna sonora, mentre il secondo si aggiudicò il premio alla miglior canzone. Ma soprattutto, entrambi i film ricevettero anche la nomination a Miglior film, un traguardo raggiunto in passato solo da La Bella e la Bestia nel 1991 della Disney.
Una delle critiche più feroci alla creazione dell’Oscar al Miglior film d’animazione all’inizio del millennio fu che la creazione di un premio “apposta” per il mondo dell’animazione significava che questi film avrebbero potuto partecipare solo nelle proprie categorie, come se facessero una gara a parte, separati dal resto del cinema, e difficilmente avrebbero potuto essere candidati nelle categorie più ambite.
Up e Toy Story 3 demolirono queste convinzioni, riuscendo non solo ad aggiudicarsi l’Oscar “ad hoc”, ma anche a candidarsi nella decina più ambita del Miglior film, dimostrando l’altissimo livello raggiunto in tutti i campi dalla Pixar e dall’animazione in generale, al punto di giocarsela alla pari con altri grandi film candidati negli stessi anni, come Avatar o Il discorso del re.
Una fase di transizione
Dopo questo periodo di splendore, la Pixar attraversò un periodo di “decadenza”, soprattutto dal punto di vita della qualità dei film usciti. Non dal punto di vista degli incassi, intendiamoci: i film Pixar continuarono a richiamare come una calamita il pubblico in sala e ad ottenere guadagni astronomici. Tuttavia, molti dei film usciti in questo periodo, con qualche eccezione, furono inferiori ai capolavori usciti nel decennio precedente.
Nel 2011 uscì Cars 2, che anche grazie al successo del suo predecessore incassò cifre da capogiro. Tuttavia fu il primo film Pixar generalmente non apprezzato dalla critica: fu infatti il primo lungometraggio Pixar che non venne candidato a nessun Oscar. Anche il successivo Monsters University, seppur con critiche migliori e buoni incassi, non ricevette alcuna candidatura.
Fari in questo periodo meno brillante furono però Ribelle – The Brave, del 2012, lodato per il suo comparto tecnico straordinario, ed Inside Out, del 2015, riconosciuto come una delle migliori idee mai realizzate dalla Pixar. Entrambi i film vennero premiati con l’Oscar al miglior film d’animazione.
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Quest’ultimo film confermò la regola non scritta di non far uscire due film nello stesso anno, infranta recentemente anche dalla Disney: se tutta l’attenzione del pubblico e della critica fu rivolta ad Inside Out, il coetaneo Il viaggio di Arlo è riconosciuto a tutti gli effetti il più grande fallimento della Pixar. Nonostante altri film successivi, come Lightyear – La vera storia di Buzz, siano andati addirittura in perdita, Il viaggio di Arlo è considerabile il maggior flop della casa californiana in quanto passò quasi inosservato, messo in ombra proprio da Inside Out.
Alla ricerca di Dory nel 2016 riportò il pubblico al cinema, superando il miliardo di dollari d’incasso, ma non la statuetta, dal momento che non ricevette alcuna candidatura.
La rinascita della Pixar agli Oscar
Nel 2017 la Pixar, per la seconda volta nella sua storia, distribuì due film lo stesso anno. Uscì Cars 3, ma a differenza de Il viaggio di Arlo ottenne buoni riscontri di critica e di pubblico, complice anche il successo del franchise Cars degli anni precedenti. Non ottenne però alcuna nomination: tutta l’attenzione dell’Academy venne rivolta al contemporaneo Coco. Il film, ambientato nel mondo dei morti messicano, fu un trionfo sotto tutti i punti di vista, e venne premiato con l’Oscar al miglior film d’animazione e alla miglior canzone con Remember me (in italiano Ricordami).
Nel 2018 uscì il campione assoluto di incassi di sempre della Pixar, Gli incredibili 2. Il film superò di gran lunga il miliardo di dollari, ma non vinse l’Oscar al miglior film d’animazione per cui era candidato, sconfitto da Spiderman – Un nuovo universo. Vinse invece Toy Story 4 l’anno successivo: questo premio rese Toy Story l’unica saga cinematografica capace di vincere due Oscar al miglior film d’animazione.
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Gli anni della pandemia e gli ultimi lavori
Il cinema, come qualsiasi altra attività produttiva, ha molto risentito dell’epidemia di COVID-19. Questo ha influito sugli incassi, ma non sulla qualità dei film. Nel 2020 per la terza volta Pixar fece uscire due film, di cui come da tradizione uno ebbe molto successo, mentre l’altro passò più in sordina. Soul vinse l’Oscar alla miglior colonna sonora e anche l’Oscar al miglior film d’animazione, battendo e facendo passare in sordina il contemporaneo Onward – Oltre la magia, a parer di chi scrive uno dei più sottovalutati film Pixar di sempre.
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Quelli di Soul sono al momento le ultime due statuette vinte dalla Pixar. Luca – il film più “italiano” della Pixar – e Red vennero solo nominati nella categoria Miglior film d’animazione, senza ricevere il premio, mentre il più recente Lightyear – La vera storia di Buzz non ha ottenuto nemmeno una candidatura.
Pixar, la casa delle emozioni
Dall’uscita del primo Toy Story sono passati 29 anni. 29 anni in cui la Pixar ha dominato per lunghi periodi il cinema d’animazione, portandosi a casa la bellezza di 17 Oscar, un numero incredibile considerato il fatto che ha prodotto al momento 25 film.
Un numero così elevato di Oscar non fa che confermare ciò che ognuno di noi sa bene: la Pixar è una maestra assoluta dell’animazione, e con i suoi film riesce a farci emozionare, divertire, a volte piangere. E ci piace credere che per un film d’animazione il premio più ambito sia proprio il riuscire a far breccia nei nostri cuori.
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Giulio Maria Giuliani
Immagini © Disney Pixar