Tim Burton nelle scorse settimane ha avuto modo di raccontare e riflettere su due argomenti molto più vicini tra loro di quanto possa sembrare: il suo rapporto con la Walt Disney Pictures e con l’utilizzo delle I.A (Intelligenze Artificiali).
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Burton inizia il suo percorso in Disney ad appena 21 anni, dopo il diploma alla California Institute of Arts. Più volte ammise come in quell’ambiente di lavoro non si sentisse propriamente a suo agio. Infatti dopo i numerosi attriti con l’azienda durante la realizzazione di Frankenweenie, abbandonò la Disney nel 1984. Nel corso di una recente intervista, il cineasta torna di nuovo sull’argomento, affermando quanto segue:
Avrei dovuto capire capito fin dall’inizio che avrei avuto un rapporto difficile con Disney. C’erano già stati dei segnali iniziali. Direi che il contesto di quello studio sia come Burbank, solo peggio… è come una famiglia. Posso osservare il passato e riconoscere i numerosi, numerosi aspetti positivi di lavorare lì e tutte le opportunità che ho avuto grazie a questa esperienza. Posso riconoscere e ammettere in modo profondo e in modo molto positivo alcuni lati di quella cosa. Allo stesso modo, dall’altro lato, posso identificare anche i lati negativi, quelli che distruggono l’anima. Come nella vita, è un mix di cose. (traduzione a cura di BadTaste)
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La minaccia delle I.A
Tim Burton ha anche avuto modo di dire la sua sull’argomento del momento, ovvero le intelligenze artificiali e l’utilizzo che ne potrebbero fare i grandi studi di produzione.
Hanno fatto una mia versione AI dei personaggi Disney. Non riesco a esprimere come mi sono sentito. Mi ha ricordato quelle culture che dicono: ‘Non fotografarmi sennò mi rubi l’anima. È come se ti succhiassero via qualcosa, ti sottraggono qualcosa dall’anima o dalla psiche. È molto disturbante, specialmente se ti riguarda da vicino. Come se un robot si appropriasse della tua umanità, della tua anima”. (traduzione a cura di Wired)
Burton qui si riferiva ad un articolo di BuzzFeed, dove tramite l’intelligenza artificiale venivano presentati i personaggi Disney con il suo stile inconfondibile.
Ma Tim Burton ha avuto modo di parlare anche del film The Flash, prodotto dalla Warner Bros, nel quale sono presenti il “suo” Batman (interpretato nuovamente da Micheal Keaton) e il Superman interpretato da Nicholas Cage basato su un suo progetto mai andato in porto.
“Questo è il motivo per cui penso di aver chiuso con gli studios. Possono prendere quello che hai fatto, ‘Batman’ o qualsiasi altra cosa, e appropriarsene culturalmente. Anche se sei uno schiavo della Disney o della WB, possono fare quello che vogliono. Quindi, nei miei ultimi anni di vita, sono in rivolta silenziosa contro tutto questo”
Burton e le intelligenze artificiali, conclusioni
Tim Burton non è certamente una voce fuori dal coro. Sono in molti i creativi che condannano i metodi di lavoro e controllo delle grandi major. In più l’argomento delle I.A. applicate al mondo dello spettacolo sta allarmando attori e registi, dato che non è chiaro quante tutele si potranno richiedere e quanto in là si spingerà il tutto. Ai posteri l’ardua sentenza.
Matteo Chiricosta
Fonti
Wired | BadTaste | CiakMagazine
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