È facile vedere in azione i personaggi Disney classici (i cosiddetti standard characters) in serie animate di successo, ed è difficile rimanere delusi. Soprattutto se si parla di paperi, tendenza confermata dall’indice di gradimento del reboot di DuckTales. Vero! …a meno di non considerare un’eccezione, seppur forse a malincuore: Quack Pack – La banda dei paperi.
Quack Pack: dolci ricordi
Quack Pack è una serie animata di 39 episodi per un’unica stagione, andata in onda per la prima volta negli Stati Uniti il 3 settembre 1996 e approdata in Italia l’anno successivo. C’è chi la ricorderà con affetto ma, qualora decideste di fare un rewatch (potete trovare la versione integrale su Disney+), potreste rimanere delusi.
Dobbiamo essere onesti: Quack Pack è probabilmente, a parere di chi scrive, la meno riuscita delle serie TV con protagonisti i paperi. Dopo averla rivista, non possiamo negare l’esistenza di svariati punti di demerito. Qualcuno ha già storto la bocca di fronte all’abbigliamento anni ’90 dell’immagine sopra, che oggi appare terribilmente anacronistico? Tsk, grazie al rewatch abbiamo trovato di peggio.
Questo vuol forse dire che Quack Pack è tutto da buttare? No. In questo articolo cercheremo di mantenerci obiettivi, mettendo in evidenza pregi e difetti della serie. Per ogni elemento analizzato, daremo un giudizio positivo (Pregio), neutro (Neutrale) o negativo (Difetto), argomentando le motivazioni. Infine riassumeremo tutto per valutare se Quack Pack non ha effettivamente retto il confronto con il tempo oppure se stiamo esagerando con il pessimismo.
Forse questa breve introduzione ha già rivelato quale piatto della bilancia peserà di più alla fine, ma nel seguito promettiamo imparzialità e, nel riguardare al passato, potreste anche stupirvi.
Quack Pack: pregi o difetti?
1) La premessa iniziale di Quack Pack
Quack Pack parte dall’idea di raccontare l’adolescenza di Qui, Quo e Qua, fino ad allora rappresentati come bambini piuttosto che ragazzi. Al loro fianco troviamo Paperino, nel ruolo classico dello zio pigro e irascibile, e Paperina, nella parte di storica fidanzata e collega di Paperino come reporter televisiva.
Gli episodi ruotano intorno alla vita di tutti i giorni della famiglia dei paperi, alle prese con avventure al limite (e molto spesso ampiamente al di là) del possibile.
La potenzialità di Quack Pack è molta: promette di mettere in scena storie di qualsiasi tipo, utilizzando i personaggi a cui siamo affezionati con un guardaroba rinnovato. Purtroppo, questo non basta a garantire che le trame siano sviluppate al meglio.
Giudizio: Neutrale
2) Paperopoli, Cali… fornia
Il mondo in cui si muovono i personaggi di Quack Pack ha dei toni vagamente più realistici della Paperopoli dei fumetti o di DuckTales, già a partire dai suoi abitanti: gli unici animali antropomorfi che si incontrano sono i paperi, gli altri sono umani. Inoltre, la localizzazione geografica sembra avere riferimenti concreti. Paperino abita in cima a una collina che, con la ripidità delle sue strade, potrebbe ricordare le vie di San Francisco.
Nell’episodio 20 Duck Quake (Terremoti su commissione) si fa riferimento al “Big one”, il leggendario terremoto che, partendo dalla faglia di San Andreas, potrebbe distruggere la California. La posizione di Paperopoli diviene così inequivocabile: West Coast, California.
Questa veste di ordinarietà è forse un tentativo di coinvolgere meglio lo spettatore, mostrandogli un mondo che conosce e nel quale potrebbe rivedersi. Purtroppo questo non basta a farci immedesimare nelle storie, perché l’ambientazione realistica stride con le situazioni extra-ordinarie in cui spesso si trovano i personaggi. Inoltre sono assenti i tratti familiari della Paperopoli che amiamo, rendendola nei fatti anonima.
Giudizio: Difetto
3) I personaggi di Quack Pack
Per valutare pregi e difetti dei personaggi di Quack Pack, analizziamoli singolarmente e diamo a ciascuno un voto.
Paperino
In Quack Pack, Paperino ha un lavoro fisso come (apparentemente unico) cameraman al seguito di Paperina giornalista per Nuove dal mondo, programma a metà fra il notiziario e il reportage.
Nella serie, Paperino è ritratto come meschino e vendicativo, disposto a tutto pur di scansare le proprie responsabilità: non esita a chiedere di essere pagato per aiutare un ragazzino in difficoltà e ancor meno si fa scrupoli a giocare tiri mancini, per ripicca o gratuiti che siano, ai nipoti.
Una caratterizzazione lontana dal personaggio di metà anni ’90, quando già molte delle sue peculiarità negative erano state addolcite, in particolare nei fumetti di produzione nostrana.
Gli autori di Quack Pack hanno tentato di riproporre il Paperino dei primi corti cinematografici, concentrandosi sui tratti impulsivi e sanguigni: quel che funzionava negli anni ’40 però, zoppicava già nel 1996, al punto che oggi ci sembra del tutto inverosimile.
Nel contesto familiare e quotidiano in cui è ambientata la serie, queste qualità appaiono, ahinoi, in tutta la loro bruttezza. Qui, Quo e Qua sono sì adolescenti complessi che rendono la vita difficile a Paperino, ma non sono più gli scalmanati mascalzoni degli esordi, sempre pronti a colpire a tradimento lo zio con una fionda. Con gli occhi di oggi, diventa difficile giustificare ogni singola bugia che Paperino si inventa anziché ammettere, da adulto responsabile, di essere nel torto o aver commesso un errore, rendendolo pedante e sgradevole.
Giudizio: Difetto
Pico de’ Paperis
Pico de Paperis svolge, in Quack Pack, il ruolo che noi lettori italiani più solitamente attribuiremmo ad Archimede Pitagorico: quello dello scienziato inventore un po’ distratto. Questo, in realtà, è in linea con la caratterizzazione del personaggio negli Stati Uniti (dove del resto Pico è più popolare di Archimede).
Il laboratorio di Pico è pieno zeppo di misteriose invenzioni e prototipi non collaudati, che spesso fanno da innesco alla trama degli episodi, in particolare quando Paperino o Qui, Quo e Qua decidono di utilizzarli in maniera impropria.
In realt. per tutti e 39 gli episodi di Quack Pack, Pico De’ Paperis non riveste mai un ruolo attivo e, a volte, sono solo le sue invenzioni a comparire senza che lui sia effettivamente presente. Questo ne fa un inventore sì stravagante ma del resto anonimo, in mezzo ad altri che rivestono lo stesso ruolo nel mondo di Quack Pack: un personaggio marginale, che non aggiunge né toglie al complesso della serie. Il minutaggio più lungo lo ha nel primo episodio, in cui rivela di utilizzare il laboratorio come pizzeria per finanziare le proprie invenzioni – uno spunto che avrebbe potuto avere sviluppi divertenti ma che dopo il pilot non viene approfondito, sprecando il suo potenziale. O forse avrebbe solo aggiunto altri elementi dimenticabili alla serie. Non lo sapremo mai.
Giudizio: Neutrale
Kent Powers
Unico personaggio ricorrente originale di Quack Pack, Kent Powers è il proprietario (e quindi direttore?) di Nuove dal mondo, e di conseguenza capo di Paperino e Paperina. Chioma biondissima degna di Johnny Bravo, agli appassionati di Futurama forse ricorderà Zapp Brannigan: innamorato del potere quasi quanto di se stesso, non manca mai di sottolineare quanto sia bello e disposto a tutto pur di celare i propri difetti fisici.
Oltre ad essere una persona moralmente terribile, Kent è un boss esigente e decisamente poco comprensivo.
Se da un lato il bellimbusto non si rapporta molto spesso con Paperina, dall’altro rivolge spesso le sue attenzioni a Paperino, vessandolo frequentemente con richieste non sempre legittime, per uno stipendio non altissimo. Il capo sogna di licenziarlo, ma non può permettersi di farlo perché il papero dimostra competenza nel suo lavoro (o, comunque, la massima competenza in rapporto alla paga disponibile).
Emblematica la scena in cui Kent nega a Paperino un aumento, perché “Siamo in ristrettezze” mentre si fa l’idromassaggio nella Jacuzi personale davanti ad una sua gigantografia.
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Kent Powers, insomma, è quel tipo di personaggio che tutti amano odiare, e gli scrittori ne sono ben consapevoli. Ad ogni sua apparizione siamo sicuri che verrà coperto di ridicolo da un momento all’altro, certezza che si concretizza non appena si comporta in maniera immeritatamente crudele nei confronti di Paperino.
Sbruffone, vanesio, contaballista, megalomane. Kent Powers è la caricatura di un essere umano sia in senso fisico, dato il suo aspetto accentuatamente statuario, sia per la sua sconfinarta meschinità. E ci piace così, considerando che la sua principale funzione è di essere un antagonista che viene soddisfacentemente punito nel modo più violento e improbabile a causa della sua cattiveria.
Kent non appare spesso ma, quando lo fa, ci regala dei rari momenti in cui Quack Pack riesce a strappare, se non una risata, almeno un sorriso.
Il rischio, con un personaggio di tal risma, sarebbe stato di renderlo eccessivamente odioso o eccessivamente patetico, eppure in questo Quack Pack colpisce nel segno. Forse la sua natura di personaggio originale con scarso minutaggio è il motivo per cui è poco ricordato da chi ha visto la serie , ma Kent Powers sa sempre come catturare l’attenzione. Del resto uno col suo viso è infallibile, no?
Giudizio: Pregio
Paperina al suo meglio
Una delle sorprese più piacevoli per lo spettatore di Quack Pack è, forse inaspettatamente, Paperina. Sebbene il personaggio sia stato approfondito psicologicamente negli ultimi anni, la sua immagine rimane spesso ancora legata alla rappresentazione semplificata di una fidanzata vanesia, frivola e gelosa, facilmente cedevole alle avances del cugino Gastone, poco tollerante alle mancanze di Paperino, alle volte irascibile e manesca, per non parlare di quando viene meramente relegata in secondo piano.
Paperina, che molte altre sue apparizioni è stata rappresentata negativamente, trova in Quack Pack una delle sue vesti migliori, contraddistinguendosi come uno dei personaggi più bilanciati e credibili di tutta l’opera.
Partiamo da una cosa fondamentale: la Paperina di Quack Pack ama Paperino. Nulla di sconvolgente in questa affermazione, ma la vera novità è che l’affetto viene dimostrato apertamente. Niente occhi dolci ai rivali per fare ingelosire il fidanzato, né richieste assurde per testare la fedeltà dell’altro. Paperina non solo evita di rendere difficile la vita a Paperino ma, anzi, si impegna per migliorargliela.
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Non appena Paperino si fa male (il che accade molto spesso, forse troppo) lei è sempre pronta a soccorrerlo con enormi cerotti. Se si rende conto che il rapporto fra Paperino e nipoti si sta deteriorando, è subito disposta a rinunciare a un appuntamento galante pur di permettere alla famiglia di riconciliarsi.
C’è una gag ricorrente nel cartone, basata su quanto Paperina sia rispettosa del tempo libero del suo fidanzato. Diverse volte Paperino desidererebbe sfruttare il suo lavoro per andare in vacanza proprio dove verrà girato il prossimo servizio di Nuove dal mondo, salvo non poterlo fare perché, come gli ricorda in maniera innocente la comprensiva Paperina, “Oggi è il tuo giorno libero e non voglio disturbartelo”.
Tutto questo, però, non vuol dire che Paperina sia rilegata al ruolo di dolce fidanzatina.
Tralasciando riferimenti espliciti in un episodio in cui fa uso della retorica femminista per convincere una draghessa ad abbandonare il suo fidanzato, che la stava sfruttando, Paperina dimostra semplicemente con le sue scelte di essere una papera indipendente e decisa, che cerca di bilanciare la sua vita privata con il lavoro, impegnandosi per seguire le sue ambizioni senza per questo trascurare l’amore e viceversa.
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Come reporter, Paperina si rivela una giornalista d’assalto incredibilmente determinata, sempre alla ricerca di qualche scoop e, per quanto possa coccolarlo nella vita di tutti i giorni, non fa sconti a Paperino quando si dimostra indolente sul lavoro, pretendendo professionalità da lui.
L’ammirevole dedizione al lavoro, oltre che a definire il personaggio, serve da espediente narrativo: sono molti gli episodi in cui, per andare alla ricerca della storia più interessante, Paperina trascina la banda dei paperi in bizzarre avventure in giro per il mondo.
Anche dal punto di vista del design, questa Paperina pare più interessante di molte altre sue controparti. Via il fiocco e le maniche a palloncino, avanti pratico abito lungo con le spalline strette e “capelli” corti, con un grosso ciuffo sul davanti.
Un look moderno per una papera moderna. A differenza della camicia hawaiana di Paperino e dei vestiti di tre taglie di troppo dei nipotini, Paperina oggi potrebbe ancora sfoggiare quest’outfit con orgoglio.
Giudizio: Pregio
Qui, Quo e Qua: 3 personalità al prezzo di una
Nel 1996, Quack Pack svolge su Qui Quo e Qua un’operazione inedita, ovvero dare ai tre una personalità diversa. Tale tematica sarebbe stata affrontata in maniera radicale solo in epoca più recente, in animazione con DuckTales (2017) e su carta stampata nei fumetti con Area 15 (2020).
La differenza più marcata fra i gemelli è nel design: non sono più i soli colori a identificare Qui, Quo e Qua ma anche il vestiario, che riflette le personalità dei tre. O, almeno, dovrebbe. Facciamo un gioco: noi vi presentiamo i nipotini e vediamo se indovinate, in base alle espressioni e a come sono vestiti, qual è la loro personalità, a scelta fra:
- tombeur de femmes, pragmatico e calcolatore
- sportivo e indolente
- intellettuale con scintille di genio (spesso al servizio del caos)
Qui, rosso – maglietta rossa, giacca rossa con colletto tirato su e maniche lunghe arrotolate. Pantaloncini corti, sempre rossi. Capelli tirati all’indietro.
Quo, blu – canottiera blu e casacca a righe blu a maniche corte, sbottonata. Pantaloncini corti, blu. Capelli a caschetto, pettinati con la riga di lato.
Qua, verde – l’unico a mantenere il berretto, ovviamente verde, rigorosamente con la visiera all’indietro. Canottiera larga (verde) e pantaloncini (verdi). Della pettinatura non si può dire molto, se non un ciuffo in fronte che sbuca dal cappello.
Come si può notare, l’aspetto ci permette di differenziare subito i tre, almeno visivamente. E per quanto riguarda il carattere? Ecco il risultato del gioco:
- tombeur de femmes, pragmatico e calcolatore – QUI
- intellettuale con scintille di genio (spesso al servizio del caos) – QUO
- sportivo e indolente – QUA
Avevate indovinato?
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Personalità distinte, ma superficiali
Purtroppo, se si esclude il guardaroba, la differenza caratteriale dei tre è poco definita. Se è vero che Qui, Quo e Qua non si completano più le frasi a vicenda, sono doppiati con tre voci differenti, non usano lo stesso shampoo e scelgono vestiti diversi, è pur vero che, oltre a questo, non c’è molto altro. Inoltre non agiscono mai da soli, il che non ci permette di approfondire la singola psicologia di ognuno dei personaggi.
A prescindere dal diverso grado di maturità, intelligenza o caparbietà che i tre dovrebbero avere, ogni nipote compie sempre la scelta più utile allo svolgimento della trama, anche se in contrasto con la personalità che dovrebbe avere. Questo rende i personaggi intercambiabili, a prescindere dall’indossare un cappello o meno.
La situazione non migliora sul fronte degli hobby e degli interessi: tutti e tre amano leggere i fumetti e fare sport, non hanno voglia di studiare, si contendono gli stessi videogiochi, sembrano affascinati allo stesso modo dalle ragazze, e parimenti non disdegnano l’idea di diventare ricchi.
Spesso, in questa versione, Qui, Quo e Qua sembrano la stessa persona col carattere di un adolescente petulante qualsiasi. Casinisti, cinici e inclini a fare scherzi allo zio, potrebbero addirittura avere la nota di merito di essere coerenti con la loro prima versione di monelli dei corti animati classici. Chi ha visto Quack Pack può immaginare senza difficoltà che i tre siano gli stessi responsabili di aver spedito il padre in ospedale, dopo aver fatto saltare in aria la sua sedia coi fuochi d’artificio, costringendo Paperino ad adottarli. Peccato che adesso dovrebbero essere, appunto, adolescenti – e invece li ritroviamo nella veste infantile di paperotti troppo cresciuti.
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All’epoca, la scelta di differenziare Qui, Quo e Qua, nonostante tutti i suoi difetti, fu coraggiosa e innovativa. Per quanto poco riuscita, l’operazione di Quack Pack ha creato un piccolo precedente, che ha dimostrato come fosse possibile creare una nuova versione dei personaggi senza snaturarli, facendo da apripista alle riuscite rappresentazioni future, come i già citati DuckTales e Area 15.
Questa scintilla di lungimiranza salva i personaggi dal giudizio negativo, ma per quanto detto fin qui, non siamo proprio in grado di dare un giudizio positivo. Anche considerando le dichiarazioni del produttore Toby Shelton, che ha lasciato intuire come la risposta (negativa) dei fan alla diversificazione dei nipotini potrebbe avere addirittura causato la fine prematura della serie.
Giudizio: Neutrale
4) Slapstick male utilizzato
Molti episodi di Quack Pack sono straordinari, nel senso letterale del termine: si va da ripetute invasioni aliene alla famiglia anni ’50 composta in realtà da robot assassini che farebbero impallidire Terminator. Addirittura l’intero universo (non il mondo!) rischia di essere distrutto nel primo episodio. Eppure tutte queste situazioni, per quanto straordinarie, quasi mai sono interessanti.
La serie utilizza principalmente elementi slapstick, ovvero situazioni comiche semplici ed elementari in cui spesso i personaggi si fanno male in modo stupido, generando il riso nello spettatore, poiché questi prova empatia per il dolore accanto alla consapevolezza che il personaggio, quel dolore, se lo sia in un modo o nell’altro meritato. La risata può essere anche catartica, nel momento in cui lo spettatore si riconosce nella situazione comica, aiutando a esorcizzare un vero dolore che il pubblico può provare o aver provato.
In casa Disney ci sono ottimi esempi di slapstick, come nei corti classici con Paperino e Cip&Ciop. Per fortuna non esistono scoiattoli tanto insopportabili, ma a tutti è capitato di sentirsi impotenti nei confronti delle forze della natura che Cip e Ciop rappresentano. La rabbia di Paperino, le cui azioni non fanno altro che ritorcersi contro di lui nel tentativo di contrastare i due, è divertente e catartica, perché ricorda agli spettatori di quando anche loro, colti da sfortuna, avrebbero voluto potersi vendicare contro la sorte avversa. Un altro utilizzo riuscito, più recente, dello slapstick è nei corti di Topolino di Paul Rudish, le cui trame semplici servono a rendere chiaro l’obiettivo dei protagonisti, così che il pubblico possa godersi le assurde peripezie alle quali i personaggi saranno disposti ad andare incontro, pur di soddisfare i proprio desideri.
Il problema, in Quack Pack, è che le trame sono spesso troppo articolate e le situazioni troppo particolari per potersi adattare alla semplicità e al meccanismo di immedesimazione richiesti dal genere slapstick, ottenendo il risultato di essere poco coinvolgenti e deboli da un punto di vista comico.
Giudizio: Difetto
5) Trame riciclate
Il fatto che Quack Pack non abbia pudore nel riciclare le sue stesse trame non aiuta a mantenere l’attenzione. Nota dell’autore: per poter sopportare la visione intera della serie, ho deciso di inventare una categoria apposita per descrivere una storia che ritorna più e più volte: quella dello SSO, “scienziato singolarmente ossessionato”.
Più volte, nel corso della serie, i protagonisti incontrano uomini di scienza innamorati alla follia del loro specifico campo di studi. Poco importa che si tratti di pesce koi grande quanto un palazzo, germi o molecole, questi scienziati pazzi sfrutteranno Paperino & co. per i loro biechi esperimenti.
La banda dei Paperi (ovviamente) riesce sempre a sottrarsi con un qualche stratagemma. Proprio nell’ovvietà sta però il problema: ogni volta che apparirà un nuovo personaggio dall’aspetto bizzarro, lo spettatore sa già cosa aspettarsi, rovinando così qualsiasi tipo di sorpresa.
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Le trame dei singoli episodi non mettono i personaggi in difficoltà, spingendoli a mettersi pienamente in gioco, a mostrare un aspetto differente del loro carattere o portandoli a crescere, permettendo loro di realizzarsi pienamente. Anche quando l’antagonista non è uno SSO, le azioni della banda dei Paperi si ripetono come in un pattern prestabilito, in cui ognuno ha sempre lo stesso ruolo. Chi ha visto un paio di puntate, può prevedibilmente immaginare cosa succederà in tutte le altre dopo averne visto solo i primi minuti. Noioso.
Giudizio: Difetto
6) Animazione made in Disney
Nonostante le storie non siano sempre di qualità, dal punto di vista meramente visivo, Quack Pack non ha nulla da invidiare in termini di animazione al resto delle produzioni televisive Disney di quegli anni. Ciò non dovrebbe stupirci in quanto, fin dalla loro fondazione, l’obiettivo dei Walt Disney Television Animation Studios è sempre stato quello di proporre prodotti di alta qualità da un punto di vista tecnico.
Il mantenimento di alti standard qualitativi è il motivo per cui gli studi Disney sono entrati nel mercato della produzione per la televisione solo nel 1984, in ritardo di circa 30 anni rispetto ad altre case di animazione, come ad esempio Hannah-Barbera. Precedentemente, disegnare cartoni animati senza ricorrere alle tecniche usate dalla concorrenza, che abbreviavano il lavoro ma impoverivano il risultato, era troppo dispendioso. Alla fine degli anni ’80, l’evoluzione della tecnologia aveva finalmente permesso di ridurre i costi senza necessariamente adoperare l’animazione limitata.
Quack Pack invade gli schermi nel 1996, quando gli studi possono avvalersi della computer grafica, ampiamente sperimentata nelle produzioni precedenti, per coadiuvare il lavoro in parte ancora realizzato a mano. Gli svariati inseguimenti e le scene d’azione della serie permettono di sfruttare pienamente l’animazione fluida, rendendo realistici i movimenti e le azioni dei personaggi, contro sfondi riccamente dettagliati.
Purtroppo questa animazione di qualità non viene sfruttata per lo slapstick su cui la serie vorrebbe basarsi, ma i movimenti fluidi aiutano a dare vita a dei personaggi che hanno disperatamente bisogno di sfruttare ogni occasione possibile per esprimere la loro personalità, anche perché, come abbiamo visto, uno dei pochi veri punti di forza del cartone sono alcuni suoi personaggi.
Giudizio: Pregio
7) Storia di produzione di Quack Pack
Quack Pack ha avuto vita breve, con una prima TV esauritasi in poco meno di tre mesi, prima di passare a repliche saltuarie. Un’epopea poco gloriosa, già a partire dalla storia di produzione.
Innanzitutto, non è ben chiaro chi abbia avuto l’idea per la serie. Secondo Wikipedia, i creatori sarebbero Rob Humphrey e Jim Peterson, i quali però sono assenti dai titoli di coda, dove troviamo invece Toby Shelton e Kevin C. Hopps come produttori. Questa informazione sembrerebbe confermata dal sito di Quack Pack e da un post dello stesso Shelton.
Da un vecchio post sul sito animationsource.org di Jymm Magon, sceneggiatore della serie, apprendiamo invece un’altra versione dei fatti. Magon afferma di essere stato lui, assieme a Karl Guers (altro sceneggiatore), a proporre originariamente l’idea di un progetto intitolato Duck Daze, che successivamente si sarebbe evoluto in Quack Pack.
L’idea originale avrebbe dovuto essere la seguente:
“Lui [Zio Paperone, che in Quack Pack non viene mai nemmeno menzionato ndr] avrebbe voluto far maturare Paperino, consapevole che un giorno avrebbe ereditato il patrimonio dei de’ Paperoni… e lo avrebbe probabilmente perso tutto. La serie avrebbe dovuto essere un “test” per valutare se Paperino sarebbe stato in grado di gestire la responsabilità [dell’eredità di Paperone, ndr].”
Una specie di stage, se così lo vogliamo chiamare. L’idea era che Paperino si spostasse di dipartimento in dipartimento all’interno del Gruppo De’ Paperoni, sbagliando in continuazione… ma ci avrebbero pensato i nipotini a tenere Paperino fuori dai guai. Già, questa era l’idea originale dietro a Duck Daze. Questo proponemmo. Paperino sarebbe dovuto essere decisamente la star… ma il suo ruolo è stato ridotto nel corso dello sviluppo della serie.”
Jymm Magon
Nello stesso post, Magon critica apertamente la gestione dei Walt Disney Television Studios del tempo. L’autore racconta come la dirigenza, non troppo entusiasta dell’idea, avesse creato un ambiente in cui era difficile lavorare, arrivando addirittura a “mettergli i bastoni tra le ruote” come poteva. Inizialmente, lui e Guers decisero di fare un passo indietro, scegliendo di retrocedere al ruolo di semplici sceneggiatori, per poi abbandonare definitivamente quando la serie entrò in fase di produzione.
La direzione rimase così nelle mani del già citato Toby Shelton il quale decise, insieme a Kevin Hopps, di stravolgere il progetto. Vennero prese le distanze da DuckTales, Paperone fu eliminato e vennero persi a modello i vecchi corti cinematografici di Paperino.
Il ricambio degli addetti ai lavori a causa di un ambiente di lavoro poco sereno è un fattore che probabilmente ha contribuito a rendere la serie poco solida fin da prima che nascesse.
Giudizio: Difetto
8) Bonus: Il sito web
Il sito di Quack Pack purtroppo non è più online, ma una sua versione è stata salvata su Web Archive ed è tutt’oggi visitabile, in tutto il suo splendore 1.0.
Il sito, come molti suoi coetanei, è costituito da più pagine con lo stesso sfondo bicromatico sfumato e, come altri prodotti promozionali dell’epoca, presenta una vasta gamma di contenuti esclusivi che un eternauta dalla connessione modem sufficientemente potente avrebbe potuto scaricare sul proprio PC: icone con il volto dei protagonisti, video in formato mp4 di esclusive clip della serie e -addirittura!- un videogioco in formato eseguibile!
Oggi è normale che una serie TV di successo abbia una pagina dedicata sui principali social network: ma dobbiamo ricordare che Quack Pack è uscita nel 1996. Pur con tutti i suoi difetti, non si può far notare come la serie abbia un primato, almeno nella rete. Con il proprio sito Internet, è stata una delle prime serie TV ad avere una pagina web interamente dedicata. Sicuramente, è fra le prime serie animate Disney ad averne avuto uno, se si valuta che il sito Disney.com è stato lanciato (in prova) proprio nel 1996, contemporaneamente alla prima messa in onda della Banda dei Paperi.
Quack Pack può quindi vantare di aver sperimentato uno dei primi esempi di marketing online, e più specificatamente quello dedicato al singolo prodotto. Una risorsa che sarebbe stata davvero capita e valorizzata solo molti anni dopo, con una diffusione più ampia di Internet. In questo senso, Quack Pack è decisamente una serie pionieristica.
Giudizio: Pregio ma irrilevante sulla qualità della serie TV!
Quack Pack: un bizzarro periodo di transizione…
Riguardare i cartoni animati della nostra infanzia può essere un’esperienza meravigliosa, che permette di riscoprire insegnamenti di cui abbiamo fatto inconsapevolmente tesoro da adulti o, più semplicemente, di rispolverare vecchi ricordi felici.
Purtroppo, non sempre è così. Serie che amavamo da piccoli possono apparirci improvvisamente per quello che sono sempre state: produzioni mediocri o peggio, di pessima qualità, fatte per intrattenere mezz’ora.
Una descrizione che, casualmente, calza a pennello con l’esperienza di riguardare Quack Pack su Disney+. Nonostante questo, possiamo davvero definirlo un prodotto “pessimo”? Queste sono le nostre conclusioni:
Elemento valutato | Giudizio |
Premessa | Neutrale |
Ambientazione | Difetto |
Paperino | Difetto |
Pico de’ Paperis | Neutrale |
Kent Powers | Pregio |
Paperina | Pregio |
Qui, Quo, Qua | Neutrale |
Tipologia di comicità (Slapstick) | Difetto |
Trame degli episodi | Difetto |
Animazione | Pregio |
Storia di produzione | Difetto |
Bonus: Sito Internet | Pregio irrilevante |
Togliendo il sito web, meravigliosa reliquia anni ’90, possiamo notare come i Difetti, purtroppo, superino i Pregi per un 5 a 3. Inoltre, fra i punti meno riusciti ci sono alcuni elementi fondamentali: i protagonisti, le trame degli episodi, e la tipologia di comicità su cui lo humor della serie dovrebbe basarsi.
Fra i lati più riusciti ci sono i personaggi secondari, ma purtroppo Quack Pack non è una serie su una reporter un po’ ossessiva e il suo capo bamboccione che girano il mondo in cerca di scoop. I personaggi principali sono Paperino e nipoti, e nessuno dei quattro è in questa veste particolarmente accattivante o divertente.
Quindi, alla fine Quack Pack è brutto?
Riguardando la lista sovrastante e dopo un’attenta riflessione, credo sia più corretto dire che Quack Pack è, più che altro, confuso e confusionale.
A voler essere poetici potremmo dire che è in linea con l’età dell’adolescenza, spesso complessa, che stanno vivendo Qui, Quo e Qua ma, volendo essere più prosaici e realistici non si può fare a meno di vedere tutto questo come l’inevitabile conclusione della burrascosa fase di produzione della serie TV.
I problemi della serie non sono pochi e la loro presenza finisce per minare (quasi) completamente il piacere della visione. Purtroppo, Quack Pack non riesce a essere la commedia slapstick che vorrebbe essere. In uno show in cui i personaggi possono farsi male e subire percosse senza preoccuparsi troppo delle conseguenze, non dovrebbe stupire che le trame siano decisamente leggere. Ma le situazioni esagerate in cui si vanno a cacciare i protagonisti non convincono e quella che avrebbe voluto essere leggerezza finisce per sfociare troppo spesso nella superficialità.
Quack Pack è pieno di potenzialità che non riesce a sfruttare: le trame avventurose ne avrebbero potuto fare una serie adrenalinica, la differenziazione di Qui, Quo e Qua avrebbe potuto regalarci tre personaggi distinti e indimenticabili, il genere slapstick avrebbe potuto rievocare lo spirito dei cortometraggi classici godendo delle tecniche avanzate dell’animazione del tempo. Invece il cartone inciampa e finisce per essere un’accozzaglia di idee mai pienamente realizzate.
…forse inevitabile e necessario
A testimoniare la debolezza di Quack Pack a confronto con altre serie di paperi, c’è la constatazione che fra i suoi più grandi meriti ci siano giusto due elementi minori: il dimenticato Kent Powers, personaggio meravigliosamente odioso che probabilmente non vedremo mai più, e Paperina in una versione che vorremmo vedere più spesso.
Ma non finisce qui.
Agli effetti, il più grande lascito dello staff di Quack Pack sono Qui, Quo e Qua, nella loro versione re-immaginata.
In Quack Pack, come detto in precedenza, Qui, Quo e Qua cessano di essere la stessa persona per la prima volta, sebbene le loro differenze siano così superficiali che non si può parlare ancora di una completa trasformazione in tre personaggi distinti.
Un passo fondamentale per l’evoluzione dei nipotini, che oggi sembrano aver finalmente scoperto la gioia dell’individualità. E, per quanto possa sembrarci una serie insignificante, tutto è iniziato con Quack Pack.
Filippo Mairani
Fonti:
Il Blog di Toby Shelton |il post di Jymm Magon | Il sito web originale di Quack Pack | Disney Wiki | Wikipedia