Nuovi scandali travolgono la Disney Company. Gli investitori accusano l’azienda di aver rilasciato dichiarazioni e omissioni fuorvianti, il tutto per nascondere che Disney + sia in perdita. Lo scandalo travolge l’attuale CEO Bob Iger e il suo predecessore Bob Chapek.
“Per nascondere questi fatti avversi, gli imputati si sono impegnati in uno schema fraudolento progettato per nascondere l’entità delle perdite di Disney + e per rendere sostenibile la traiettoria di crescita degli abbonati Disney + e gli obiettivi Disney + 2024 in modo che sembrassero raggiungibili quando in realtà non lo erano”
Dichiarazione di un azionista
Non si tratta di una novità, due precedenti cause legali avevano già fatto emergere l’instabilità finanziaria della piattaforma streaming.
Bob Iger si è trovato alle prese con una vera e propria patata bollente. Mantenere in crescita costante la piattaforma di streaming di casa Disney non è infatti un’impresa da poco. La concorrenza si è fatta sempre più agguerrita e i consumatori si trovano a dover scegliere tra decine di servizi di streaming.
Scelte da rivedere per rimediare alle perdite di Disney+
Le strategie messe in atto durante la direzione Bob Chapek non hanno premiato la piattaforma. Il gran numero di serie, legate a franchise cinematografici di successo come Marvel e Star Wars, hanno dato vita a una vera e propria invasione di titoli che hanno via via perso il loro appeal sul pubblico. Neanche il day-and-date release (l’uscita contemporanea in sala e al cinema) è riuscito ad attirare gli spettatori sperati, con l’unico risultato di strappare pubblico alle sale cinematografiche.
Disney+ puntava molto sull’effetto nostalgia, un vero e proprio archivio in cui ritrovare i contenuti Disney con cui siamo cresciuti. Nonostante siano passati anni dal lancio della piattaforma il catalogo risulta ancora parecchio lacunoso, non è chiaro il motivo di tanti illustri assenti dalla piattaforma.
L’arrivo di Iger potrebbe dare una svolta decisiva al futuro di Disney+. Le quotazioni Disney hanno ovviamente risentito di questo clima di incertezza, e si è raggiunto il minimo da 9 anni a oggi. Il taglio dei costi è stata dunque la prima grande manovra di autotutela della nuova gestione. Al momento sono in corso più di 7 mila licenziamenti. Dai comunicati ufficiali la compagnia rimane fiduciosa e prevede di realizzare un profitto dal settore streaming entro il 2024, anche se alcuni analisti e osservatori del settore hanno espresso grossi dubbi.
Molti dei progetti in imminente uscita hanno infatti subito rallentamenti a causa dello sciopero di attori e sceneggiatori. Le previsioni di crescita rilasciate dall’azienda potrebbero rivelarsi quindi un’ennesima menzogna.
Restiamo in attesa di nuovi sviluppi, ma appare ormai chiaro che il settore dello streaming è sempre più in difficoltà. Nei prossimi anni il modo in cui fruiremo dei contenuti di intrattenimento potrebbe cambiare del tutto, e forse non è una brutta notizia.
Maria Concetta Spampinato
Immagini: Disney e Aventi diritto
Fonte: Deadline