Toy Story 2, terzo lungometraggio Pixar, è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi nel 1999. Questa potrebbe già essere una notizia sconvolgente per quei lettori che pensavano di averlo visto al cinema al massimo una decina di anni fa, ma non finisce qui.
Toy Story 2 è stata una delle opere più travagliate di casa Pixar. Il motivo? L’intera produzione stava per finire nel cestino, e di sicuro il film non sarebbe stato pronto per quel 1999 (l’altro ieri, dai), se non fosse stato per Galyn Susman. Adesso fatevi una pausa, e andate a leggere cos’era successo. Poi tornate qui, perché il seguito è altrettanto interessante.
Licenziamenti in casa Disney, cosa succede
In quel Toy Story 2 di ventiquattro anni fa, Galyn Susman lavorava sotto l’etichetta di Supervising Technical Director. Negli anni successivi non si è mai staccata da quel mondo di personaggi digitali, diventando a tutti gli effetti una produttrice. L’ultimo lavoro in questa veste è stato lo sfortunato Lightyear, grande flop al botteghino giusto un anno fa. Non ci è dato sapere se sia stato lo spin-off di Toy Story a innescare la bomba, ma sicuramente ha contribuito a quello che sta succedendo in questi giorni: Walt Disney Company ha licenziato oltre 7.000 persone, e tra queste ci sono 75 membri della Pixar, il più grosso taglio al personale dal 2013.
Così, dall’oggi al domani, Galyn Susman, la donna che senza mezzi termini ha salvato Toy Story 2, contribuendo così in maniera determinante al successo della Pixar, è stata allontanata, licenziata, sollevata dall’incarico. Né Disney né Pixar hanno reso noti ulteriori dettagli, su questo o su altri licenziamenti.
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Galyn Susman non è l’unica licenziata Pixar
Galyn Susman non è l’unica licenziata del mese alla Walt Disney Company. In maniera forse più prevedibile, ma non per questo meno triste, anche il regista di Lightyear, Angus MacLane, non lavorerà alle prossime produzioni Pixar. Ai nomi più noti si aggiungono gli altri 73 dipendenti Pixar. Il piano di riassestamento della società prosegue insomma spedito, e ai licenziamenti si aggiunge la rimozione di diversi contenuti originali Disney+. Cosa succederà adesso?
Gli spettatori sono certamente lontani dalle logiche delle grandi aziende, ed è difficile comprendere e accettare con disinvoltura dei tagli così radicali. Forse oltre a Galyn Susman è stata licenziata anche una parte del cuore degli appassionati. Quella parte crede ancora nella Disney in cui i sogni diventano realtà. Una Disney che non censura i propri fumetti, che non crede solo nel profitto, e che magari produce qualche live-action in meno. Quella Disney tiene stretti gli artisti di talento, anche se non hanno sfondato al botteghino. Sarebbe bella una Disney così, ma ogni tanto fa bene uno schiaffo di realtà. Una bella doccia fredda, come scoprire che Toy Story 2 stava per essere cancellato, ventiquattro anni fa.
Auguriamo buona fortuna a tutta questa squadra licenziata. Tenete sempre una copia dei film sul computer di casa, non si sa mai.
Amedeo Anfuso
Fonte: Consequence Film News
© immagini: Disney, Pixar, aventi diritto
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