La Sirenetta, il nuovo live action Disney diretto da Rob Marshall, con le musiche di Alan Menken e Lin-Manuel Miranda, nonché remake del 28° Classico Disney del 1989, è finalmente approdato al cinema in data 24 maggio.
Nel cast Ariel è interpretata da Halle Bailey, Jonah Hauer-King come l’intraprendente Principe Eric, Melissa McCarthy nel ruolo della terribile Strega del Mare Ursula e Javier Bardem nei panni dell’integerrimo Re Tritone.
Fin dal momento del suo annuncio, il film aveva generato una serie di opinioni controverse, a causa della scelta del regista e della produzione di far vestire i panni della giovane Ariel a un’attrice di etnia afroamericana: molte persone hanno criticato tale decisione, poiché la ritenevano “un’estremizzazione del politically correct” e “una mancanza di conformità alla versione originale“.
Tuttavia, benché l’impianto narrativo e la trama del live action siano molto simili alla versione animata del 1989, Rob Marshall e gli sceneggiatori hanno voluto apportare alcune modifiche e integrazioni per ampliare la storia e dare maggior rilievo ad alcuni personaggi: mentre determinate novità rendono il lungometraggio interessante e apprezzabile, altre destano invece qualche perplessità.
Si ricorda che l’articolo riflette solo l’opinione personale dell’autore, e non tutti potrebbero essere d’accordo. Per chi invece avesse voglia di saperne di più, invitiamo la visione de La Sirenetta, dal 24 maggio nelle sale cinematografiche, in modo da formare la propria personale opinione.
Attenzione! D’ora in avanti l’articolo contiene spoiler!
La trama de La Sirenetta, nuovo live action Disney
Ariel è una giovane sirena, ultima di sette sorelle, che vive ad Atlantica assieme al padre Re Tritone, sovrano dei Sette Mari, al migliore amico Flounder, pesciolino fedele ma fifone, e il granchio Sebastian, consigliere reale.
Benché sia una principessa, Ariel non si sente libera e non accetta di buon grado le responsabilità che il suo ruolo le impone e sogna invece di sapere di più riguardo il mondo degli umani, collezionando in un luogo segreto manufatti e oggetti provenienti dalla superficie. Questa sua passione scatena l’ira di Re Tritone, il quale ha perso la moglie proprio per mano umana: per questo motivo il sovrano è molto protettivo nei confronti di Ariel, al punto da proibirle in maniera categorica di avere qualunque contatto con il mondo fuori dall’acqua.
Tuttavia la Sirenetta decide di disobbedire e sale in superficie perché attirata da dei fuochi d’artificio. Si trova a osservare, quindi, la festa di compleanno del Principe Eric, di cui Ariel s’innamora a prima vista, decidendo addirittura di salvarlo dalla tempesta che scoppia all’improvviso e che lo fa naufragare. Una volta tratto in salvo il giovane, la sirena canta per lui, lasciando impressa nella sua memoria la sua voce melodiosa.
Non appena scopre della cotta che la figlia per il ragazzo, Re Tritone diventa furioso e distrugge la caverna segreta di Ariel con il suo tridente magico. Presa dallo sconforto, la giovane sirena decide di stringere un patto con Ursula, la Strega del Mare, nonché sua zia (esiliata da Atlantica): diventerà umana per tre giorni, ma per restarlo dovrà scambiare col principe il bacio del vero amore, altrimenti diverrà schiava di Ursula.
Ariel acconsente, benché l’accordo preveda che lei ceda la sua voce, rendendola muta.
Il finale de La Sirenetta
Comincia quindi una nuova vita per Ariel. La sirena entra in contatto col mondo umano, incontrando Eric, la Regina Selina e il Primo Ministro Grimsby. Tuttavia, la ragazza, nonostante sia muta, riesce a far breccia nel cuore del principe, il quale è sempre alla ricerca della misteriosa giovane: i due arrivano addirittura sul punto di scambiarsi un bacio, ma vengono interrotti da Flotsam e Jetsam, le due murene al servizio di Ursula.
La Strega del Mare, temendo che Ariel possa riuscire a restare umana, si tramuta in una bellissima ragazza, Vanessa, e ammalia il principe usando la voce della giovane sirena. Eric rimane incantato e decide di convolare a nozze con la Strega camuffata.
Ma Ariel, grazie all’aiuto dei suoi amici che hanno scoperto l’inganno, riesce a impedire le nozze e a recuperare la voce, facendo capire al giovane principe che è lei la sua salvatrice. Tuttavia è troppo tardi: il sole tramonta sul terzo giorno e Ursula porta via la Sirenetta, tornata alla sua forma marina. Una volta in mare, appare Re Tritone, il quale decide di sacrificarsi al posto della figlia: la Strega del Mare ha raggiunto quindi il suo reale scopo ed è entrata in possesso del tridente e della corona, diventando sovrana di tutti gli oceani.
Si scatena quindi una battaglia tra Ursula, Ariel ed Eric, accorso al salvataggio della sirena. Dopo uno scontro tremendo in mezzo al mare, la Strega viene finalmente sconfitta e la situazione torna alla normalità, anche se i due innamorati sono obbligati a restare separati, per via dei due diversi mondi di appartenenza.
Ma Re Tritone, che ha compreso i desideri della figlia e si è ricreduto sugli umani, decide di donare ad Ariel la possibilità di vivere in superficie, nonché di ricongiungersi al suo amato.
Ma c’è di più…
Alcune interessanti novità del live action
Come detto in precedenza, Rob Marshall ha voluto aggiungere nel live action Disney diverse novità rispetto alla versione originali, alcune delle quali risultano apprezzabili.
Innanzitutto sono presenti più scene sulla terraferma, in cui è possibile vedere come Ariel possa finalmente entrare in contatto con il mondo degli umani da lei tanto desiderato e sognato: vi è quindi la possibilità di osservare la giovane sirena mentre conosce il popolo del regno del Principe Eric, e si confronta maggiormente con una nuova realtà, sia in positivo sia in negativo, aspetto che nel lungometraggio era trattato in maniera superficiale.
Un’altra novità interessante è l’introduzione del personaggio della Regina Selina, madre di Eric. Nel corso della storia la sovrana cerca di ricordare al figlio i propri obblighi regali e di dissuaderlo dalla sete di avventura, impedendogli di viaggiare, in quanto ritiene il mare un pericolo mortale e i suoi abitanti ostili verso gli umani. Così facendo funge da controparte umana a Re Tritone, eliminando di fatto lo squilibrio presente nel cartone animato: mentre, infatti, nella versione originale del 1989 sembrava che a Eric fosse concesso tutto senza limitazioni, nel live action sia il principe sia Ariel risentono dell’atteggiamento eccessivamente protettivo dei loro genitori, aspetto che porta i due protagonisti a una situazione di parità, nonché a empatizzare l’uno con l’altra.
Una “nuova” Ariel
Date le numerose polemiche, presenti fin dall’annuncio del film, sorge una domanda spontanea: ma com’è la “nuova” Ariel, interpretata da Halle Bailey?
A differenza del Classico Disney è possibile assistere a un approfondimento del personaggio della giovane sirena, la quale nel corso della storia compie un suo personale percorso di crescita, seppur in maniera parziale.
Le avventure che Ariel vive, infatti, le permettono di prendere consapevolezza delle proprie qualità, ma anche dei suoi punti deboli e delle sue paure: mentre nella versione animata, infatti, la giovane sirena mantiene per tutto il tempo una certa ingenuità, nel live action la Principessa di Atlantica diviene più matura e indipendente, perdendo parzialmente questa sua visione idilliaca della realtà. Si tratta di un’Ariel che mostra, oltre a curiosità e interesse, anche una certa paura nei confronti del mondo degli umani, da lei tanto idealizzato, nonché una presa di coscienza delle conseguenze delle sue azioni.
La giovane sirena diviene più intraprendente, arrivando ad agire in maniera diretta, quando si tratta di risolvere la situazione. Per esempio, durante il matrimonio di Eric e Vanessa, è lei stessa a strappare dal collo della Strega del Mare la sua conchiglia, in modo da riacquistare la voce, a differenza del cartone animato, in cui viene aiutata dal gabbiano Scuttle e dai suoi amici. L’intraprendenza emerge anche nella battaglia finale contro Ursula, nella quale sarà proprio la giovane sirena a eliminare la terribile strega, arrampicandosi su una nave e guidandola fino a speronare la nemica.
Ariel viene quindi promossa a pieni voti, così come la giovane attrice Halle Bailey, la quale è stata in grado di mostrare in maniera efficace tutti gli aspetti della personalità della sirena, rendendola un personaggio con diverse sfumature e alquanto poliedrico.
La Sirenetta e il Principe Eric: la novità del live action Disney
Un altro aspetto positivo del remake riguarda il Principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King: a differenza del cartone animato del 1989 è possibile assistere, infatti, a una caratterizzazione più approfondita dell’innamorato della Sirenetta.
Mentre nel cartone non vi è modo di conoscere bene il giovane principe, nel corso del live action emergono invece diversi lati di Eric, che lo rendono un personaggio alquanto interessante: per esempio, incontriamo un ragazzo curioso e desideroso di esplorare il mondo, in particolare viaggiando per mare, e che colleziona oggetti dalle diverse parti del globo. Tuttavia questa sua passione viene ostacolata dalla madre, la Regina Selina, la quale cerca (invano) di rammentargli gli obblighi di un futuro sovrano.
Ricorda qualcuno?
Esatto, come Selina è la controparte terrestre di Tritone, Eric lo è di Ariel: se da una parte questo parallelismo ci permette di conoscere meglio il giovane principe e di vedere alcune sue sfumature che non emergevano nel cartone, dall’altra risulta a tratti ripetitivo e rischia di rendere faticose alcune dinamiche tra i due personaggi, i quali sembrano “fin troppo compatibili”.
La temibile Strega del Mare: Ursula
Negli ultimi tempi, molti film Disney presentano dei villain “a metà”: vi è sempre, infatti, una storia triste e commovente che spiega come mai il cattivo abbia deciso di intraprendere il cammino del male, quasi come se dovesse essere giustificato.
Questo non è il caso di Ursula. Nel live action la Strega del Mare appare proprio come nel cartone animato, ossia crudele, manipolatrice e assetata di potere. Non vi è alcuna apologia: lei è così, spietata e senza scrupoli, pronta a sfruttare i sogni e l’ingenuità di una giovane adolescente pur di raggiungere il proprio scopo.
Melissa McCarthy si dimostra eccellente nell’interpretare la strega, dandole a volte quel tocco di “isteria comica” che spezza la tensione del momento. Apprezzabile, peraltro, la scelta di Rob Marshall di rendere le azioni di Ursula ancora più cruente: viene infatti tolta la scena della firma del contratto, e al suo posto Ariel è obbligata a togliersi una scaglia della coda, per suggellare un patto di sangue. Un altro aspetto che rende la strega ancora più veritiera nella sua crudeltà è il fatto che, invece di trasformare le sue vittime, Ursula le uccida, probabilmente facendole fulminare dalle sue murene (come accade a Re Tritone prima della battaglia finale).
Insomma, per la prima volta dopo tanto tempo, torna quindi la figura del villain tipico delle fiabe.
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Quanto diamo alla “location“?
Un’ulteriore novità di rilievo riguarda l’ambientazione. Si sa, La Sirenetta s’ispira all’omonima fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen: nel produrre il lungometraggio animato del 1989, e i relativi sequel, la Disney ha voluto omaggiare la provenienza dell’autore, ambientando quindi la storia in un luogo che ricorda il freddo Nord Europa. Per il live action, invece, Rob Marshall e la multinazionale hanno optato per un’ambientazione più “calda“.
Il film si svolge, infatti, nei pressi di una zona che ricorda molto un’isola del Mar dei Caraibi, aspetto che spiega il fatto che Ariel sia nera, nonché le diverse etnie presenti sia in fondo al mare sia sulla terraferma: l’idea era, probabilmente, quella di omaggiare in entrambi i mondi il mosaico culturale e multietnico che caratterizza la nostra società. Tuttavia, è importante sottolineare come in certi momenti quest’ultimo aspetto sembri un po’ troppo “estremizzato” e poco realistico, passando quindi per una forzatura e non per una rappresentazione culturalmente fedele.
La scelta dell’ambientazione tropicale pare, invece, funzionare, poiché porta alla presenza di una notevole varietà di colori nei costumi e nella rappresentazione delle diverse specie marine.
Una piccola curiosità: benché il luogo sembri un’isola caraibica, buona parte del film è stata girata in Italia, per la precisione in Sardegna, a Castelsardo, Rena di Matteu, Cala Moresca, Golfo Aranci! Rob Marshall, peraltro, ha espresso la sua contentezza per la scelta del luogo in cui effettuare le riprese, in quanto la Sardegna è ricca di piccole calette, di spiagge nascoste e di panorami incontaminati, perfetti per una storia ambientata presumibilmente nel XIX secolo.
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Musiche di gran classe ne La Sirenetta, nuovo live action Disney
Un aspetto positivo del lungometraggio è certamente la colonna sonora, la quale è a opera di due artisti di prim’ordine: Alan Menken e Lin-Manuel Miranda. Nel corso del film è possibile ascoltare (con qualche piacevolissima variazione) le canzoni che ci hanno fatto cantare e ballare da bambini, come Parte del Tuo Mondo e In Fondo al Mar, nonché alcuni nuovi brani composti in occasione del live action.
Il primo, Acque inesplorate (Wild Uncharted Waters) ci permette di conoscere alcune sfumature del Principe Eric e di scorgerne le fragilità, mostrandolo come un ragazzo reale con sogni e paure.
Il secondo brano, Per la Prima Volta (For the First Time), riguarda invece la nuova vita di Ariel: la ragazza è appena approdata nel mondo degli umani da lei tanto desiderato. Mentre sta conoscendo i diversi aspetti della vita sulla terraferma, la giovane sirena mostra anche una certa paura per il proprio futuro, il quale sembra alquanto incerto e complicato: la canzone permette di osservare, quindi, sia l’allegria che la fragilità di Ariel.
Il terzo brano, che sembra il più puerile, s’intitola Il Grande Scoop (The Scuttlebut) è stato probabilmente composto per far cantare anche Scuttle, il simpatico e svampito gabbiano (nel live action è una femmina di sula bassana). La canzone viene eseguita al mattino del terzo giorno, quando i protagonisti non sanno ancora che Ursula è arrivata a palazzo vestendo i panni di Vanessa, e pertanto credono che Eric voglia sposare Ariel.
Le tre novità sono quindi un arricchimento positivo al lungometraggio e non possiamo che ringraziare Alan Menken e Lin-Manuel Miranda per questo regalo!
Una menzione d’onore va infine a Halle Bailey e alla sua splendida voce (a doppiarla magistralmente nelle canzoni in italiano è Yana_C), con la quale ha reso perfettamente omaggio al personaggio di Ariel.
Cosa non va nel live action?
La Sirenetta ha però alcuni aspetti negativi che portano il live action Disney a non funzionare del tutto.
Il primo riguarda la rappresentazione della fauna marina: in generale creare gli animali parlanti e con una loro personalità è uno degli aspetti più complessi di un live action, ma in questo caso gli abitanti di Atlantica, in particolare gli amici Flounder, Sebastian e Scuttle (forse il meglio rappresentato), appaiono quasi come delle caricature grottesche della loro controparte animata.
Un altro aspetto che desta perplessità è la mancanza di sviluppo di alcuni punti del film.
Per esempio il fatto che sia stata Ursula a creare dissapori tra il mondo degli umani e il popolo marino non viene né spiegato, né sviluppato, bensì resta sospeso. Eppure sarebbe stato interessante inserire alcune scene e mostrare come la Strega del Mare abbia contribuito ad aumentare i pregiudizi tra i due regni.
Non vi è nemmeno un chiarimento riguardo le circostanze della morte della madre di Ariel: si accenna solo al fatto che sia morta per mano umana, ma non nessuno spiega come e quando. In questo caso la presenza di un flashback come nel film La Sirenetta 3: Quando tutto ebbe inizio avrebbe spiegato l’astio di Re Tritone verso il mondo degli esseri umani e avrebbe contribuito ad ampliare la profondità del personaggio, il quale resta sullo sfondo (un vero peccato per un attore fuoriclasse come Javier Bardem).
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Un’eroina troppo eroica
Un ulteriore aspetto che non funziona molto è l’estremizzazione del ruolo di Ariel come eroina: mentre lo scontro tra la giovane sirena e Ursula-Vanessa è molto apprezzabile, poiché mostra l’intraprendenza della protagonista, meno appropriato è il momento della morte della Strega del Mare. A differenza del cartone animato, infatti, a uccidere la temibile maga è proprio Ariel, la quale si arrampica a bordo del relitto di una nave e lo manovra fino a colpire mortalmente Ursula.
Tale scelta narrativa aveva lo scopo, probabilmente, di voler rendere la Sirenetta un’eroina indipendente e capace di sconfiggere i propri nemici, portando così avanti il proprio percorso di crescita. Tuttavia, l’eliminazione della Strega del Mare è un tantino forzata, se si pensa al fatto che Ariel abbia osservato solo una volta come si pilota una nave. Forse sarebbe stato meglio trovare un altro sistema per eliminare la maga, magari coinvolgendo il potere del tridente magico, che la giovane sirena può usare, essendo figlia del Re: sarebbe stata un’interessante variazione e avrebbe aggiunto al live action quel pizzico di magia di cui è a tratti manchevole.
E i doppiatori?
Un discorso a parte va fatto per il doppiaggio.
Si sa, da sempre il doppiaggio italiano è conosciuto per essere tra i migliori del Mondo, sia in termini di interpretazione, sia per quanto concerne il ritmo.
Eppure, nel caso di questo lungometraggio, emergono alcune problematiche: anche un occhio non propriamente esperto, infatti, è in grado di accorgersi che c’è una mancanza di sincronia nel doppiaggio, cosa che rende alcune scene faticose da seguire e poco funzionanti.
Nulla da dire, invece, per quanto riguarda l’interpretazione: tutti i doppiatori sono riusciti a dare una certa impronta al loro personaggio, riuscendo a coglierne le diverse sfumature. Anche Mahmood, alla sua prima esperienza di doppiatore nel ruolo di Sebastian, ha superato brillantemente la prova, dando il suo personale tocco alla figura del simpatico granchio e deliziando il pubblico con la sua voce, benché all’inizio sembrasse quasi strano o caricaturale.
Ma quindi? Guardo o no La Sirenetta, il nuovo live action Disney?
Si ricorda che il presente articolo riflette solo l’opinione personale dell’autore, e non tutti potrebbero essere d’accordo.
Nel complesso, La Sirenetta è un live action discreto, con alcune cose che lo penalizzano, ma che rende comunque onore al 28° Classico Disney del 1989.
Benché Rob Marshall avrebbe potuto sviluppare meglio, nonché ampliare, determinati aspetti narrativi, non possiamo che complimentarci per aver saputo riproporre in maniera innovativa una storia che ha fatto sognare ed emozionare intere generazioni!
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Michael Anthony Fabbri
Immagini: ©Disney e aventi diritto