Di notte questa città è mia: l’epopea di Paperinik

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Paperinik, ovvero l’alter ego mascherato di Paperino, è uno dei personaggi più famosi del fumetto Disney italiano. Anche molti dei lettori meno assidui sanno perfettamente che, quando cala la sera, l’amato e sfortunato Paperino si trasforma in un impavido guerriero notturno, aggirandosi per le vie di Paperopoli, osservando la città dall’alto dei palazzi, per svanire come un’ombra al primo sguardo che gli si posi addosso. E negli occhi di chi lo intravede, rimane solo il movimento fulmineo di un mantello rosso e blu.

In questo articolo vi racconteremo alcune delle tappe principali della storia editoriale di Paperinik, di come sia cambiato nel corso dei suoi 50 e più anni di vita, e di quale sua versione sia la più vicina al suo vero io: Paperino.

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Paperinik, il diabolico vendicatore

Partiamo quindi dall’inizio, ovvero dalla prima storia Disney in cui è apparso Paperinik.
È l’8 giugno 1969. Su Topolino numero 706, la prima storia presenta un titolo roboante e spiazzante: Paperinik il diabolico vendicatore. In prima pagina appare però il solito e conosciuto Paperino. Chi sarà mai questo personaggio misterioso, che non promette niente di buono? I lettori lo avrebbero scoperto molto presto, ma non sapevano ancora che avrebbero assistito alla nascita di un personaggio divenuto poi leggendario!

paperinik diabolico vendicatore storia

La storia di esordio di Paperinik, scritta da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi, inizia con una quanto mai insolita vincita di Paperino alla lotteria. Il papero riceve una lettera in cui gli si comunica che si è aggiudicato la proprietà di Villa Rosa, un vecchio maniero alla periferia di Paperopoli. Poco importa se la lettera è stata recapitata a lui invece che al legittimo vincitore, Gastone. Anche per non far brutta figura con i nipotini, Paperino parte per prendere possesso della villa.

Ma una volta entrato nel desolato e fatiscente edificio, scopre che la villa, piena di passaggi segreti e trappole, era in precedenza il nascondiglio di un ladro gentiluomo di nome Fantomius. Così Paperino, dopo le ennesime angherie di Zio Paperone, decide di utilizzare i trucchi di Fantomius per potersi finalmente vendicare di tutti i soprusi che quotidianamente subisce. E indossando il vecchio costume del ladro gentiluomo, Paperino inizia la carriera di Diabolico Vendicatore, con il nome di Paperinik.

La creazione del papero mascherato si deve infatti principalmente a un tentativo: quello di vedere il povero Paperino poter trionfare contro tutti i suoi persecutori. Sebbene fino ad allora ci fossero comunque state alcune storie in cui Paperino aveva la meglio, questa tendenza non costituiva ovviamente un aspetto ben definito del personaggio, soprattutto nelle storie di produzione italiana. Da qui, secondo varie fonti, nacque l’idea della doppia identità di Paperino da parte dell’allora caporedattrice Elisa Penna. Il personaggio doveva riuscire nelle imprese in cui il suo alter ego avrebbe avuto più difficoltà, “tralasciando” la potentissima sfortuna di Paperino una volta indossati maschera e mantello. Tuttavia, esistono pareri discordanti sulla vera paternità di Paperinik, come testimoniato da Massimo De Vita in una nostra intervista, secondo il quale l’idea del Diabolico Vendicatore fu solo di Guido Martina.

Il fumetto noir e i feuilleton

Agli albori la caratterizzazione di Paperinik era ben distante da quella attuale. La natura originaria del personaggio viene esplicitata infatti nel titolo della suddetta storia: Paperinik il diabolico vendicatore.

Innanzitutto, il nome del personaggio è un riferimento di Martina a una certa categoria di fumetti che andavano di moda negli anni ’60 in Italia, i cosiddetti “fumetti noir italiani” o “fumetti neri italiani“, di cui il personaggio più rappresentativo è probabilmente il famoso criminale Diabolik.

diabolik

In quel decennio, scoppiò una vera e propria mania del genere, tanto che iniziarono a essere pubblicate una quantità infinita di testate, con altrettanti protagonisti. Oggi, di tutto quel pantheon, rimane per lo più Diabolik, ma altri come Kriminal e Satanik hanno avuto una lunga vita editoriale. A testimonianza del successo, vennero realizzate anche numerose parodie. Come il Cattivik di Bonvi e poi di Silver, o il film Arriva Dorellik di Stano e con protagonista Johnny Dorelli, e che sarebbe stato una delle principali fonti di ispirazione per Martina.

kriminal satanik
Le copertine di due numeri di Kriminal e Satanik

Nonostante la grande varietà di protagonisti, essi presentano in realtà delle caratteristiche simili (al netto delle parodie). Ognuno di loro è un efferato criminale che vive al di fuori della legge, commettendo un numero indescrivibile di delitti, che vanno dal furto, al rapimento fino anche all’omicidio. Ma, paradossalmente, gran parte di loro è animata da un personale senso di giustizia che va oltre i confini della legge. Il vero nemico di questi anti-eroi è l’intera società, con tutte le sue ipocrisie e atrocità. Le vittime infatti sono spesso uomini e donne altolocati che nascondono qualche scheletro nell’armadio. Corrotti. Sadici. Depravati. Nessuno sfugge alle grinfie di Diabolik e compagni.

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Il nome stesso “Paperinik” è quindi un evidente richiamo ad i personaggi del fumetto nero italiano, i cui nomi condividevano quasi tutti una radice “maligna” (“diabolico”, “criminale”, “satanico”), con una bella dose di “k”. Il fatto poi che sia anche un “Diabolico Vendicatore” lascia ben intendere che anche le sue azioni non siano propriamente altruistiche. Il primo Paperinik rispetta, nei limiti del fumetto Disney, tutte le caratteristiche dell’anti-eroe del fumetto nero. Compie azioni deplorevoli al di fuori della legge, animato da un senso proprio di giustizia e sempre verso figure non proprio apprezzabili, facili da trovare nel microcosmo martiniano. Gli stessi Paperone e Gastone, che fanno la loro comparsa nella storia, sono ben lontani dalle loro versioni ormai più diffuse.

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Paperinik fa saltare in aria Gastone con tutta Villa Rosa

Ma vale la pensa soffermarsi ulteriormente sulla fonte di ispirazione di Martina nella realizzazione del personaggio. Nella prima storia di Paperinik, come detto, Paperino trae l’idea dal diario del ladro gentiluomo Fantomius. Non tutti sanno che anche Diabolik, e per estensione tutto il fumetto nero italiano, ha preso ispirazione dalle storie di un ladro gentiluomo. Che si chiama, per l’appunto, Fantômas, protagonista di una serie di cosiddetti romanzi di appendice francesi, o “feulliton“, particolarmente popolari agli inizi del ‘900. Di questo genere, un altro esponente molto famoso è il ladro Arsène Lupin, di ispirazione per il noto manga Lupin III.

fantomas
Copertina del primo volume di Fantômas

Trucchi e gadget

Per realizzare graficamente il personaggio di Paperinik, Giovan Battista Carpi si ispirò ovviamente alla calzamaglia nera di Diabolik, aggiungendo un fluente mantello rosso che ricorda i ladri come Arsène Lupin.

paperinik storia costume
La primissima apparizione di Paperinik

Il fatto curioso è che, nella sua storia di esordio, Paperinik compare senza alcun tipo di maschera sul volto. Paperino compie le sue malefatte correndo il rischio concreto che qualcuno lo riconosca, sebbene poi nessuno riesca a vederlo da vicino. Si hanno versioni discordanti sui motivi di questa scelta. Potrebbe in effetti essersi trattato di una precisa preferenza di Carpi, per rendere sempre riconoscibile Paperino ai lettori più piccoli. Secondo un’altra versione, in realtà Paperino avrebbe dovuto indossare la maschera azzurra di Fantomius (evidente omaggio al film di Fantômas del 1964), ma per un errore nella colorazione, il volto di Paperino era rimasto bianco come sempre.

fantomius fantomas
Fantomius (a sinistra) e Fantômas del film Fantômas 70 condividono la stessa maschera

Nella seconda storia, Paperinik alla riscossa, Paperino indossa la maschera azzurra di Fantomius, ma semplicemente perché… finge di essere lui. O meglio, di essere Gastone travestito da Fantomius. Sarà soltanto dalla terza storia, Paperinik torna a colpire, che si vedrà per la prima volta la mascherina nera intorno agli occhi di Paperino, andando così a definire il costume completo del Diabolico Vendicatore. Ah, e come dimenticarci del berretto da marinaio? Per non scordare mai chi sia in realtà Paperinik.

paperinik costume
La prima apparizione del costume completo di Paperinik

Anche i proverbiali gadget di Paperinik vengono introdotti immediatamente. Nonostante infatti la maggior parte dei trucchi utilizzati da Fantomius vadano persi con la distruzione di Villa Rosa nella prima storia, Paperino riesce a recuperarne i disegni di alcuni dal diario di Fantomius. E chi meglio di Archimede per realizzare i marchingegni più strambi?

La collaborazione tra il Diabolico Vendicatore e il geniale inventore inizia già nella prima storia, quando Paperino chiede ad Archimede di installare le trovate di Fantomius nella sua 313. Nasce così la leggendaria 313-X, fedele compagna di Paperinik, che può cambiare colore, sparare gas soporifero e perfino volare. In Paperinik alla riscossa, Archimede illustra invece a Paperino le peculiarità del rifugio segreto sotto la sua casa, raggiungibile dall’armadio-ascensore nella sua camera da letto. Nel corso della carriera di Paperinik, si faranno strada poi gli iconici stivaletti a molla, la pistola ipnotizzatrice, lo stilo sciogli-ferro e il mitico fungo-friggitore.

Gli stivaletti a molla in azione

Si potrebbe pensare quindi, che Archimede sia “custode” dell’identità segreta di Paperino. In effetti, in molte storie ne è a conoscenza. Il problema è che… non se lo ricorda! Perché ogni qual volta scopre la vera identità di Paperinik, ingoia una car-can (o caramella cancellin). Queste caramelle miracolose, di sua invenzione, riescono a cancellare completamente i ricordi recenti (o quantomeno quelli relativi a Paperinik) di chi le ingerisce.

paperinik car-can

Un simpatico eroe

Paperinik ottiene presumibilmente il successo e l’affetto dei lettori di Topolino, soddisfatti che Paperino possa avere finalmente la sua rivincita. Infatti, anche nei successivi anni ’70 le storie con il vendicatore di Paperopoli abbondano. Tuttavia, i lettori poterono già notare una differenza nei toni dei racconti.

In quel periodo, le storie di Paperinik erano scritte principalmente da Giorgio Pezzin e Bruno Concina, i quali riportarono il vendicatore di Paperopoli a una dimensione più puramente “disneyana”. Le storie, iniziano ad avere un tono più umoristico e meno cupo rispetto agli anni ’60. Il boom del fumetto nero stava perdendo forza e, una dopo l’altra, tante testate venivano chiuse per sempre. Ciò funse quasi da “avvertimento” per Paperinik, le cui storie arrivarono a toccare (spesso in maniera altrettamto parodistica) anche un altro genere cult dei fumetti: quello dei classici supereroi americani Marvel e DC.

In questo periodo editoriale inoltre il personaggio di Paperinik, che nelle storie arriva a farsi conoscere bene in tutta Paperopoli, si ritrova spesso coinvolto in vicende altrettanto comiche come quelle che riguardano il suo alter ego. Emblematica la storia Paperinik e la rivolta dei mariti del 1978, nella quale il vendicatore si trova a fermare i mariti di Paperopoli che intendono macchiare la sua reputazione con le loro mogli, colpevoli di averlo nominato “marito ideale“. Inutile dire che alla fine, anche se Paperinik riesce a fermare il fenomeno, sarà poi Paperino a rimetterci con Paperina, leader del gruppo di compagne insoddisfatte.

paperinik storia rivolta dei mariti

Accade anche che Paperinik, grazie ai suoi marchingegni inventati da Archimede, si ritrovi a combattere non solo le proprie ingiustizie, ma anche quelle altrui. Ecco dunque come, da vendicatore misterioso e cupo, Paperinik diventa improvvisamente il paladino della giustizia di Paperopoli. Addirittura, in molte storie, combatte anche contro i Bassotti, Amelia e Rockerduck, gli stessi nemici di quello Zio Paperone che un tempo era il suo bersaglio prediletto.

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Il cavaliere oscuro di Paperopoli

Pian piano, Paperinik si conquista il posto che merita nella sua città: difensore della giustizia. I cittadini lo amano, i criminali lo temono, i poliziotti chiedono il suo aiuto. Paperopoli possiede finalmente il proprio guardiano, sempre in prima linea per difendere gli oppressi. È in questo momento che Paperino ottiene la sua vera rivalsa. Seppur non potendo dichiarare la propria identità, riesce finalmente a dimostrare il suo vero valore, sempre al servizio del Bene.

Il giustiziere di Paperopoli non rinnega però copletamente le sue origini: le sue storie continuano a mantenere, per certi versi, molti toni cupi. Ed è in questo momento che la figura di Paperinik si avvicina maggiormente, nell’opinione di chi scrive, a quella di Batman. Entrambi alleati del buio, privi di qualsiasi potere e armati con i gadget più stravaganti. Questo omaggio al Cavaliere Oscuro si deve principalmente a Massimo De Vita, che curava l’immagine del papero mascherato come disegnatore principale. E perché non dotare anche Paperinik di un comodissimo bat-segnale?

paperinik storia segnale

E la conferma di questa evoluzione di Paperinik ci è arrivata direttamente dalle parole di uno degli artisti che ha più contribuito alla popolarità della testata Paperinik ed altri supereroi: Lucio Leoni. Nella nostra recente intervista, che potete leggere integralmente a questo link, l’autore di vere e proprie pietre miliari in cui le trame intricate e avvincenti non impediscono la piena espressione di vari momenti di comicità, come Paperinik e l’inganno silenzioso e Paperinik e la minaccia delle time-slide (entrambe con antagonista il subdolo Dr. Brain), ci ha infatti raccontato di come alcune delle sue fonti di ispirazione per le storie del diabolico vendicatore fossero proprio il Batman di Frank Miller ed altri capolavori DC di Alan Moore, come V for Vendetta e Watchmen. Leoni ha anche contribuito a modificare indirettamente la “genesi” di Paperinik, con Paperinik e la primissima impresa, che narra di come Paperino al liceo avesse già deciso di vestire i panni di un imprecisato “cavaliere mascherato”. La prolificità di Leoni ha poi strizzato l’occhio alle atmosfere iper-tecnologiche di PK, inscenando ad esempio Paperinik e il futuro imperfetto, che ha per protagonista il Paperinik “classico” e per antagonista il malvagio super-computer Multivac. Quello di Leoni sarà un Paperinik avvincente, cupo, ma con la dose giusta di ironia, alle prese con nemici inquietanti e avventure lunghe e complesse, ben lontane da mariti in rivolta e altre avventure più o meno sgangherate. Addirittura si intravede in alcune storie (sempre realizzate insieme a Emanuela Negrin) una sorta di continuity, che sarà poi pilastro del progetto PK.

Negli anni Novanta vengono introdotti nuovi super-criminali, ispirati talvolta ai fumetti americani. Uno di questi è il diabolico Inquinator, che Paperinik incontra per la prima volta nel 1991 nella storia Paperinik contro Inquinator, realizzata da Pezzin e De Vita. Devoto fin dall’infanzia alla sporcizia, la missione del criminale è quella di inquinare o imbrattare qualsiasi terreno o monumento possibile.

paperinik storia inquinator
Il primo confronto con Inquinator

E come non citare il diabolico ipnotizzatore Spectrus, partorito dalla mente di Bruno Sarda nel 1990 nell’ottavo capitolo della saga di Alla ricerca della pietra zodiacale. Nel ventunesimo secolo poi, ne nasceranno anche di nuovi, come il Dr. Hach-Mac e Mr. Invisible. Il pantheon è insomma ben nutrito di scienziati pazzi, aspiranti padroni del mondo e super-ladri. Non stupisce che nel 2008, insieme ad altri cattivi, abbiano formato il gruppo dei Bad-7, una sorta di Sinistri Sei, per scontrarsi con la Justice League (o i Vendicatori, per rimanere in casa Marvel) della Disney: gli Ultraheroes, dei quali ovviamente fa parte anche Paperinik.

paperinik storia spectrus
Spectrus inganna Paperinik con le sue illusioni

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L’avvento di PK

Nel 1993 la popolarità di Paperinik come difensore di Paperopoli gli fa addirittura, come già accennato, guadagnare una sua testata: Paperinik e altri supereoi. In questi albi, abbondano le storie in cui il Diabolico Vendicatore affronta i super-criminali più incalliti, utilizzando gli infiniti gadget di Archimede. Numerose storie inedite nascono qui, e ancora una volta non possiamo che sottolineare l’apporto fondamentale di Lucio Leoni ed Emanuela Negrin, che ci regalano avventure di Paperinik mozzafiato, intricate e magistralmente messe in scena.

storia paperinik e altri supereroi
Il primo numero di Paperinik e altri supereroi

Ma sarà solo nel 1996 che avverrà la più grande rivoluzione nella storia di Paperinik. Nel mese di marzo, arrivò in edicola il primo numero della testata mensile Paperinik New Adventure (abbreviato PKNA), intitolato Evroniani. Uno spillatino sul modello dei comic book americani, impossibile da ignorare.

Quando Zio Paperone acquista un grattacielo in città da un misterioso uomo di affari fuggito in Tibet, la Ducklair Tower, ne affida a Paperino il lavoro (sottopagato) di custode. Incuriosito dalla possibile esistenza di un “piano nascosto” all’interno della torre, decide di indagare nei panni di Paperinik. Scoprirà non solo l’esistenza del piano segreto, ma che questo è “abitato” da una sofisticatissima intelligenza artificiale che controlla l’intera torre. Uno!

paperinik storia uno

Inizia da quel momento un sodalizio indistruttibile tra l’eroe di Paperopoli e il sofisticatissimo sistema, il quale fornirà gradualmente armi iper-tecnologiche a Paperinik, che soppianteranno gli strampalati gadget di Archimede. Come l’inseparabile scudo Extransformers, capace oltre che di far volare PK, anche di lanciare pugni ad alta velocità, mutare forma e paralizzare i nemici. E come non citare la mitica Pi-kar, la nuova auto fiammante di Paperinik, con centinaia di armi e gadget da far invidia alla Bat-mobile.

Paperinik pi-kar
La Pi kar all’opera

In PKNA e nei suoi sequel, si osserva quindi una versione tecnologicamente avanzatissima dell’ex Diabolico Vendicatore, che si ispira chiaramente ai fumetti americani stile Marvel e DC. Paperinik subisce quindi un’ulteriore trasformazione, quasi una sorta di upgrade: da paladino della legge, a vero e proprio supereroe. Giusto in tempo per fronteggiare dei malvagi alieni succhia-emozioni che si aggirano per Paperopoli seminando il panico. Proprio coloro su cui si basa il titolo del volume 0: gli Evroniani, ovvero gli acerrimi nemici di Paperinik in tutto l’arco narrativo di PKNA.

paperinik extransformers
Paperinik sfoggia il suo nuovo scudo fiammante contro gli Evroniani

Ma non bastano. Il nostro eroe si troverà a fronteggiare pirati temporali, mostri ultradimensionali e Paesi stranieri pronti ad entrare in guerra contro altri. Paperinik si troverà spesso a dover salvare non solo Paperopoli, ma anche l’intero pianeta. Oltre al fidato amico Uno, può contare però anche su nuovi e potenti alleati. Come la droide poliziotta del XXIII secolo Lyla Lay, la potentissima aliena fatta di energia Xadhoom e il “telepate” creatore di Uno, Everett Ducklair.

Oltre alla figura di Paperinik, la collana di PKNA segnò anche una sorta di novità nell’ambito degli albi Disney italiani. Gli ideatori Paolo Cavaglione (allora direttore di Topolino), Ezio Sisto e Max Monteduro presero spunto dai fumetti dei supereroi americani anche per il lay-out. Un elemento che ripresero era la libertà assoluta lasciata al disegnatore nella struttura della tavola. Fino a quel momento, le tavole dei fumetti Disney erano generalmente costituite da un numero preciso di vignette, disposte in una gabbia fissa a tre strisce (in Italia). In PKNA invece, si nota come la gabbia sia completamente libera, irregolare, fittissima o al contrario praticamente assente. Non mancano in PKNA delle meravigliose splash pages estese su una o talvolta due tavole.

paperinik storia ombre su venere
Una delle più celebri (e spettacolari)

PKNA inoltre vide, con i suoi 56 albi, la partecipazione di una notevole quantità di autori e disegnatori, alcuni già esperti e altri emergenti, ma che in futuro avrebbero partecipato a tantissime altre testate Disney. Oltre al già citato autore Ezio Sisto e al disegnatore Max Monteduro, vale la pena ricordare Alessandro Sisti, Francesco Artibani e Tito Faraci per la parte autoriale, mentre per i disegni possiamo citare Alberto Lavoradori, Claudio Sciarrone, Corrado Mastantuono, Paolo Mottura, Lorenzo Pastrovicchio e Silvia Ziche. Tutti inseriti in una speciale redazione (il PKteam) che istituì la nota PKmail, una rubrica in cui i lettori potevano porre le consuete domande, ma che divenne molto popolare per le risposte sarcastiche della redazione.

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I sequel e il ritorno alle origini

Il successo di PKNA fu a dir poco travolgente. La testata continuò a produrre storie per cinque anni, come detto con ben 56 albi. Ma la fame dei lettori delle “super-imprese” di Paperinik spinse gli autori ad andare avanti.

Nel 2001, appena un mese dopo l’ultimo numero di PKNA, in edicola comparve un nuovo albo, intitolato Ducklair, ma con il logo PK². Si trattava del primo numero del sequel diretto di PKNA, che sarebbe proseguito per due anni, prima di concludersi a giugno del 2002. In questa serie, la carriera da supereroe di Paperinik ha una forte svolta negativa: il creatore di Uno, Everett Ducklair torna infatti a Paperopoli stabilmente e disattiva il socio di PK. Paperinik dunque si ritrova adesso da solo ad affrontare le minacce intergalattiche, compreso lo stesso Ducklair, che si dimostra un freddo uomo d’affari, e le sue pericolose figlie. Fortuna che, prima di essere disattivato, Uno riesce a far tenere a Paperinik lo scudo Extransformers e la Pi-kar.

Dove leggere PK? La nostra guida per recuperare tutte le serie

Alla conclusione di PK², gli autori decisero di non abbandonare questa versione di Paperinik, ma di rivoluzionarla. La terza testata di PK si chiamava, semplicemente, Pikappa e rappresentava una versione alternativa del supereroe, sulla falsariga delle versioni Ultimate della Marvel. In questo universo Paperino non ha mai ricevuto la lettera di vincita di Villa Rosa e non è mai diventato il Diabolico Vendicatore. Viene invece selezionato da Uno come membro dei guardiani della galassia, il cui compito è di difendere l’universo dalle minacce, in particolare dai loro acerrimi nemici, gli Evroniani. I guardiani indossano tutti la stessa divisa, ovvero la tipica mise di Paperinik, e sono tutti equipaggiati con uno scudo Extransformers. Ed è proprio leggendo le prime lettere del numero di serie del suo scudo, che Paperino sceglie il nome del suo alter-ego: PK!

Il Pk supereroe intergalattico nel 2005 salutò tutti nell’ultima storia di Pikappa, serie mai apprezzata completamente dal pubblico e ribattezzata dagli appassionati “Frittole” (in riferimento agli “avanzi” fritti confusamente delle prime due serie). E anche la testata Paperinik ed altri supereroi andò incontro alla chiusura nello stesso anno, venendo soppiantata da Paperinik cult che proponeva perlopiù ristampe, a fronte di pochissime storie inedite. Ma il personaggio non poteva certo scomparire, e già nel 2000 aveva fatto il suo ritorno su Topolino con la storia Paperinik e la fortuna sotterranea. E in questo periodo, autori come Marco Gervasio e Francesco Artibani tornano dopo quasi 40 anni ad esplorare la versione del Paperinik vendicatore (anche se un primo tentativo era già stato fatto nel 1996, prima dell’avvento di PKNA, con la storia Paperinik e il ritorno a Villa Rosa).

In questo ciclo di storie fa la sua comparsa nel 2012 anche lo stesso Fantomius, nella storia Paperinik e il passato senza futuro, in cui viene svelato il suo vero nome: Lord Quackett.

paperinik storia lord quackett
La prima apparizione di Lord Quackett (che qui in realtà è Paperinik camuffato)

Ma anche la versione PKNA di Paperinik non scomparve per sempre. Nel 2014, sulla collana Paperinik appgrade, successore di Paperinik cult, il duo Sisti-Faraci diede vita a un divertente ciclo di storie in cui il Paperinik classico, armato con i soli gadget di Archimede, era costretto a scontrarsi con i nemici di PK, come gli Evroniani e il Razziatore. Una lotta impari, all’apparenza.

paperinik storia appgrade
Archimede, tramite il visore multidimensionale, vede Paperinik nell’universo alternativo di PK

Ma nello stesso anno, su Topolino, Alessandro Sisti e Francesco Artibani diedero vita al sequel ufficiale di PK², con un ciclo di storie intitolati Paperinik New Era. Ripartendo con la continuity dall’ultimo numero della suddetta serie, Paperinik si ritrova di nuovo a fronteggiare gli Evroniani e altri nemici, riuscendo di nuovo ad attingere alla tecnologia di Everett Ducklair, all’aiuto dell’amica Lyla Lay ed infine perfino da un riattivato Uno. Ma compaiono spesso anche i personaggi classici, come Zio Paperone, i nipotini e Archimede, contrapponendosi in questo alle altre testate dell’universo di PK. In queste storie inoltre Paperinik affronta forse il nemico più potente e malvagio di tutta la sua storia: il perfido ex sovrano del pianeta Corona, Moldrock.

paperinik moldrock

Nel frattempo, su Topolino vengono pubblicate anche varie storie brevi sull’universo di PK, tutte curate da Alessandro Sisti ed intitolate PK Tube. Infine, dal 2019 Paperinik percorre due rami separati della sua carriera. Su Topolino infatti, Marco Gervasio continua tuttora a esplorare il Paperinik Diabolico Vendicatore, mantenendo comunque il suo ruolo di paladino di Paperopoli. Sulla collana Topolino Fuoriserie continuano, invece, a prendere vita le avventure di PK.

Ma chi è davvero Paperinik?

Nel corso della storia sono quindi esistite più versioni di Paperinik. Diabolico Vendicatore, paladino di Paperopoli e difensore della Terra. Ma in tutte, il personaggio dietro la maschera è sempre lui: Paolino Paperino. Se infatti per tutti gli altri supereroi più conosciuti, come Batman, Superman o l’Uomo Ragno, le due identità dei personaggi sono state concepite dai creatori nello stesso momento, questo non può valere anche per Paperino/Paperinik. È al primo dei due, frutto soprattutto del lavoro di Walt Disney, Ted Osborne, Al Taliaferro e Carl Barks, che poi Guido Martina (o Elisa Penna, questo forse non lo sapremo mai) si è agganciato per creare Paperinik. Era quindi lui a doversi in qualche modo adattare alla personalità di Paperino, ben definita e ormai già abbondantemente assimilata dal pubblico. Quale di queste versioni di Paperinik dunque può essere la più “verosimile”?

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Nella personalissima opinione di chi scrive, la versione dell’universo di PK, pur essendo epica, indimenticabile e fonte di ispirazione per tantissimi lettori, sembra essere inevitabilmente assai distaccata dalle qualità del personaggio di Paperino. Quest’ultimo è di buon cuore e, avendone la possibilità, farebbe di tutto per proteggere chi ama, e se è pur vero che in molte storie dei grandi maestri americani non esita a lanciarsi in impetuose iniziative o in impervie spedizioni spesso al seguito di Paperone, è altrettanto vero che nella scuola italiana, da cui Paperinik è stato partorito, il papero è spesso desideroso di riposarsi sulla sua amaca.

È più sensato quindi che si impegni a difendere la città da furfanti come i Bassotti, utilizzando degli strampalati aggeggi dell’amico Archimede. Ma forse non è neanche questa la sua versione più verosimile. Pensiamo al primissimo Paperino, quello dei corti di Walt Disney. Scontroso con i nipotini. Irascibile con tutti. Ecco, quel Paperino lì, con tutti i suoi numerosi difetti, non faremmo troppa fatica ad immaginarcelo vestito con una calzamaglia nera, una maschera ed un mantello che gira di notte a compiere crimini per il suo solo senso di vendetta. E facendosi chiamare da tutti “Paperinik il Diabolico Vendicatore”.

paperino spara a topolino
Diabolico

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Federico Ravagli

Fonti: Wikipedia, Paperpedia, Inducks

Immagini: © Disney – Panini Comics, Arthème Fayard, Astorina.

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