Vi sarà certamente capitato, leggendo un Topolino di qualche decennio fa, di incontrare qualche personaggio che menziona, usa o teme il famigerato olio di ricino. Il nome di quest’olio probabilmente non è nuovo alla maggior parte di noi, ma molti non ne conoscono la storia e le proprietà… si sa solo che non è una cosa “buona”!
L’alone di negatività che avvolge questo elemento è quindi un ottimo ingrediente per le storie Disney, con cui condire (è proprio il caso di dirlo) gag e scene comiche. In questo articolo cercheremo di svelare i misteri dietro all’olio di ricino e di capire come mai venga utilizzato nel mondo fumettistico. Buona lettura!
Un po’ di storia: come veniva usato l’olio di ricino?
L’olio di ricino è un olio vegetale che si ricava dai semi della pianta di ricino, originaria dell’Africa e oggi diffusa in tutti i climi temperati e tropicali. Gli usi di quest’olio sono davvero vastissimi: viene impiegato come lubrificante nei motori, come ingrediente di alcuni cosmetici, nella sintesi di plastiche e cere, in medicina e farmacologia, ecc…
L’olio di ricino deve però la sua fama al fatto che è un potentissimo ed efficacissimo lassativo. È ritenuto anche migliore di molte delle medicine e purghe in commercio tutt’ora in Europa, tanto che ad esempio in Asia è ancora il metodo purgante più utilizzato.
L’olio di ricino è conosciuto da tempi antichissimi: si hanno prime testimonianze della coltivazione di ricino risalenti addirittura a 4000 anni fa! Era impiegato principalmente come medicina lassativa e olio per le lampade. Anche la Bibbia menziona più volte il ricino, a testimonianza delle sua diffusione fin dagli albori della civiltà.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});In Italia, la memoria collettiva dell’uso dell’olio di ricino è però legata al suo ampio uso durante il ventennio fascista. L’olio veniva sistematicamente usato dalle camicie nere come strumento di tortura e umiliazione verso i dissidenti, sia per la sua grande disponibilità che per i suoi effetti rapidissimi.
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Quando veniva arrestato un antifascista, quest’ultimo veniva costretto a bere olio di ricino. Dopo poco tempo il poveretto era colpito da potentissimi attacchi evacuativi, ma non poteva assolutamente andare in bagno, dal momento che gli venivano legati alla vita i pantaloni per non permettergli di toglierseli. Di conseguenza, si sporcava completamente.
Finito il devastate effetto, il colpevole veniva umiliato pubblicamente facendolo sfilare per le strade del paese in quelle condizioni pietose e degradanti. Il messaggio di fondo era sostanzialmente che i nemici del fascismo se la “facevano addosso” in presenza delle camicie nere. Uno dei motti principali di quegli anni era infatti “olio e bastone per il fannullone”.

In queste occasioni, l’olio di ricino veniva impiegato in grandi quantità, quasi un litro: non mancano casi di persone morte per averne ingurgitato troppo, poiché oltre una certa misura causa disidratazione. A causa del suo ampio utilizzo, col tempo è diventato uno dei simboli stessi del fascismo, al pari del manganello o del fascio littorio, e ancora oggi si fa fatica a separarlo da quell’ambito nell’immaginario collettivo.
Olio di ricino e Disney, fumetti (e non solo)
Tuttavia, nei fumetti Disney, l’olio di ricino ha come una sorta di “riscatto”. Infatti gli autori lo usano privandolo (giustamente) di ogni suo riferimento storico-politico e usandolo quasi solo nella sua accezione di rimedio estremo e massimo, spesso per condire una scena comica. Per i personaggi Disney ha quindi un’aura di eccessività, di teatralità, di goliardia. Se c’è un problema di qualsiasi genere, olio di ricino e via! Tutto si risolve!
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});La prima comparsa dell’olio di ricino nel mondo Disney avviene nel 1934, ma non nei fumetti, bensì in un cortometraggio famosissimo: La gallinella saggia (The Wise Little Hen), celebre per essere la prima apparizione ufficiale di Paperino. Una gallinella chiede aiuto a Paperino e al compare Meo Porcello per piantare il mais, ma i due, pelandroni di professione, per sfuggire alla fatica si inventano di avere coliche intestinali. La gallinella allora è costretta a lavorare senza il loro aiuto.
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Quando però, raccolto il grano, quest’ultima si mette ai fornelli e cucina prelibatezze a base di mais (quello che loro non hanno voluto raccogliere) i due “riscoprono” il loro senso del dovere e si offrono di aiutare a finire tutto quel cibo. La gallinella però, memore dei loro problemi intestinali, offre ai due una bottiglia di olio di ricino di prima qualità!
A volte compare in brevi storie e strisce autoconclusive, in cui l’olio viene utilizzato per realizzare una gag veloce e divertente, come nella striscia di Bill Walsh e Floyd Gottfredson del 24 Luglio 1945, in cui Topolino si ferma ad un chioschetto di bevande gestito da Tip e un suo amico. Per aiutare i loro affari, decide di comprare la loro bevanda; mentre sorseggia, Tip gli dice che è a base di olio di ricino, e che stranamente tutti quelli che la bevono cominciano a sentirsi male… proprio come sta accadendo a Topolino!
Non è raro che sia usato anche come rimedio per giramenti di testa e svenimenti, come si vede in Topolino e l’anello di Re Mida, di Bill Walsh e Floyd Gottfredson del 1952, in cui Pippo cura un Topolino sconvolto dall’enorme ricchezza accumulata, anche se in questo caso è probabile che le controindicazioni superino di gran lunga i benefici!
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});Carl Barks: un “appassionato” dell’olio di ricino
Uno degli estimatori dell’olio di ricino come escamotage letterario è il grande Carl Barks: l’intruglio è abbastanza ricorrente nelle storie del padre dei paperi. Alcuni esempi sono la storia Paperino e il puledro indomabile del 1945, in cui la sola minaccia dell’olio di ricino basta ad ammansire il selvaggio puledro.
Barks mette in scena l’olio di ricino in varie situazioni, con diversi obiettivi: ad esempio, in Paperino al mare del 1944 Paperino usa l’olio di ricino per sabotare il motore della barca dei nipotini che gli stanno rubando clienti. In Paperino contro l’Uomo d’Oro del 1952 i nipotini versano l’olio nel fiume per allontanare i piranha e salvare un pescatore, mentre in Paperino in: meglio le ragazzine, è una delle cose che i nipotini augurano allo zio!

L’olio di ricino è anche un ottimo rimedio contro malattie fittizie impronunciabili, come la “tetragogeocoliquadrite acuta”, che colpisce anche Paperino in Paperino e il mistero degli Incas, del 1948. Il dottore consiglia olio di ricino e riposo assoluto, ma come sappiamo, nemmeno una purga così potente è efficace contro la sfortuna di Paperino!
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});Zio Paperone, Paperino e l’olio di ricino
Chiaramente, un olio così “istrionico” non può che essere associato ai personaggi più “istrionici” che ci siano: Paperino, come abbiamo già cominciato ad intravedere, e suo zio, Paperon de’ Paperoni.
In Paperino e il pozzo dei dollari, del 1958, Zio Paperone cerca un modo per spostare e salvare il suo denaro dall’imminente attacco della Banda Bassotti. Spostato l’oro in un nascondiglio più sicuro, Paperone ci tiene comunque a dare il suo ben servito ai nemici: quando infatti i Bassotti penetrano nel deposito, non solo lo trovano vuoto, ma attivano anche una trappola che li copre di olio di ricino dal capo ai piedi! Si ritirano così sconfitti e umiliati.
In Paperino anno… 2001, di Attilio Mazzanti e Luciano Gatto del 1961, Paperino viene sbalzato nel futuro di 50 anni. Qui scopre che il sé del futuro, che ha assunto il nome di Paperin de’ Paperoni, ha ereditato le fortune del fu Paperon de’ Paperoni, ma contrariamente a quanto si aspettava, scopre di essere diventato anche più taccagno del defunto zio!
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});Paperino è in grado di eludere le difese del deposito che ora appartiene a Paperin, cioè lui stesso. Non resiste alla tentazione dunque di fare il bagno nelle monete. Tuttavia viene risucchiato da una botola, e nel trambusto ingoia qualche moneta. Paperin, da buon taccagno quale è diventato, obbliga a forza il se stesso del passato a ricacciare tutte le monete, anche minacciandolo con olio di ricino!
Paperino e le uova pasquali, di Guido Martina e Giuseppe Perego (1954), è forse la storia che più di tutte ruota attorno all’olio di ricino, al centro di tutta la trama. In questa storia, si scopre che zio Paperone ogni anno manda segretamente centomila dollari ad un suo losco ex socio, di nome Lao, che lo ricatta. Lo Zione decide di mandarglieli all’interno di un uovo pasquale con annesso un bigliettino, in cui Paperone si augura che Lao spenda questi soldi in niente di meno che olio di ricino!
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Tuttavia Paperino, incaricato della consegna delle uova, fa confusione, e manda l’uovo destinato al criminale a Paperina, la quale si vede recapitare anche il biglietto “romantico”. Infuriata, Paperina accetta il “consiglio” e spende i centomila dollari (di zio Paperone) in altrettante bottiglie di olio di ricino, spedendole a casa di Paperino!
Paperone obbliga quindi il nipote a rivendere le bottiglie per recuperare i soldi. A girare il dito nella piaga, arriva anche Gastone, che grazie alla sua fortuna ha contribuito a catturare Lao. Al povero Paperino, per buttare giù anche questa, non rimane che trangugiare litri e litri di olio di ricino!
Un olio… riabilitato!
Il fumetto Disney ha la straordinaria capacità di rendere, nelle sue pagine, un elemento ritenuto globalmente negativo come l’olio di ricino in qualcosa di divertente. Se prima di questo articolo l’olio di ricino era solo un richiamo storico al fascismo, il fumetto Disney riesce a ribaltare la nostra concezione. E se qualche persona si spaventa solo a sentirlo nominare, magari si ricrederà leggendosi una bella storia… al gusto di olio di ricino!
Giulio Maria Giuliani
Immagini © Disney, Panini
Olio di ricino – Wikipedia
Manganello e olio di ricino: dopo la “rivoluzione” proseguono le violenze. Il novembre 1922 nel racconto di Giacomo Matteotti – Il Dolomiti