Disneyland After Dark: il primo Pride Disney nel parco americano

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Una grande novità per la comunità LGBTQIA+ arriva dalla California: il 13 e il 15 giugno si terrà il primo Pride Disney d’America, intitolato Disneyland After Dark: Pride Nite!

La notizia proviene da Disneyland California, la quale sta organizzando l’evento nel Parco a tema Walt Disney World: le serate dureranno dalle 21 all’1 di notte, e per accedervi occorrerà un biglietto separato. Per coloro che possiedono un account My Disneyland, nonché la Magic Key, sarà possibile, inoltre, acquistare l’ingresso sotto forma di prevendita.

Anche la Walt Disney Company si prepara a festeggiare adeguatamente la Comunità LGBTQIA+ e alleati negli USA!

Disney Pride America
La locandina dell’evento

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I dettagli del primo Pride Disney d’America

Disneyland After Dark: Pride Nite si terrà durante le serate del 13 e 15 giugno, ossia proprio nel fulcro del Pride Month, e prevede un momento di “warm up” dalle 18 alle 21, per poi cominciare con i festeggiamenti veri e propri fino all’1 di notte.

Data l’eccezionalità dell’evento, gli organizzatori hanno deciso di mantenere alcune attrazioni in funzione anche in orario notturno, per favorire una completa immersione nella magica atmosfera del Parco. Ovviamente, vista l’occasione speciale, cambiano anche i prezzi: il biglietto costa, infatti, 139$ a persona (dai 3 anni in su) ed è svincolato dalle tariffe ordinarie di accesso al Parco a tema.

Per coloro che ne fossero provvisti, vi è peraltro la possibilità di usufruire della Magic Key e dei relativi vantaggi: i possessori di tale carta potranno acquistare i biglietti come prevendita a partire dal 20 aprile, collegandosi direttamente al sito dell’evento.

Sono previste, inoltre, alcune attività, allo scopo di celebrare al meglio il primo Disney Pride d’America:

  • Rivers of America Dance Party: vi sarà un DJ set allestito per ballare fino a tarda notte;
  • Pride Cavalcade: pensato per i più piccini, ma anche per i fan della Banda Disney, sarà possibile accompagnare i nostri beniamini in una parata lungo Main Street;
  • Ohana Dance Party: tutti noi sappiamo il significato della parola Ohana! Prendete quindi la vostra famiglia o gli amici più cari e scatenatevi su questo dancefloor a tema Disney!
  • Fun Photo Ops: i fotografi del Disney PhotoPass immortaleranno i momenti e i protagonisti con sfondi a tema Pride, frasi dedicate alla comunità LGBTQIA+ o con i nostri beniamini!

Non mancheranno, inoltre, specialità culinarie pensate appositamente per l’occasione, nonché stand nei quali poter acquistare accessori o vestiti a tema!

Banda Disney Pride

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Un’Onda Pride disneyana approda negli USA

La decisione di celebrare il Pride in uno dei parchi americani a tema Disney è stata accolta con gioia ed entusiasmo da diversi membri Comunità LGBTQIA+, in quanto si tratta di una svolta definibile epocale: dopo il Magical Pride di Parigi (che si tiene a inizio giugno dal 2019), infatti, la multinazionale di Burbank ha deciso di far approdare l’orgoglio LGBT+ anche nei parchi oltreoceano.

La Disney ha dichiarato, peraltro, di voler ospitare per due anni consecutivi l’Out&Equal Workplace proprio nel Walt Disney World Resort a Orlando, nella Florida del repubblicano Ron DeSantis. Si tratta di un summit, che quest’anno si terrà dall’11 al 14 settembre, in cui numerosi dirigenti, leader di Employee Resource Groups, professionisti delle Human Resources e influencer nel campo della Diversity, equity, inclusion, and belonging si incontrano per discutere e analizzare le migliori policy in materia di inclusività della Comunità LGBTQIA+ sul posto di lavoro.

Il Pride in California e il summit di Out&Equal sono quello che Eddie Shapiro, organizzatore da 25 anni di Gay Days Anaheim (evento non ufficiale), ha definito una vera e propria sfida alla componente conservatrice e omofoba della politica e società americana, con particolare riferimento a Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida in corsa per le presidenziali del 2024.

Il politico è entrato, infatti, in contrasto con la Disney a causa dei provvedimenti legislativi che vanno a colpire proprio la Comunità LGBTQIA+: si tratta della tanto discussa legge Don’t say gay, la quale vieta di trattare argomenti quali orientamento sessuale e identità di genere alle elementari e medie, con forti limitazioni alle superiori. DeSantis vuole, peraltro, vietare l’uso dei pronomi e dei nomi degli studenti transgender e non-binary: un’aperta ostilità verso la comunità LGBTQIA+.

Spilla Pride

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ventenni paperoni libro

Alleati o rainbow washing?

Chiaramente questo non è lo spazio né il tempo per aprire un dibattito. Vorremmo però condividere una piccola riflessione riguardo quella che potrebbe essere considerata una svolta notevole. Ricordiamo quindi che si tratta dell’opinione dell’autore dell’articolo.

La decisione presa dalla Walt Disney Company di organizzare due eventi importantissimi per la Comunità LGBTQIA+ nei propri spazi in America è certamente una novità di notevole rilievo. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una mera strategia di marketing, nonché del cosiddetto rainbow washing: lecito pensarlo, dato che i proventi per la multinazionale di Burbank saranno elevati, in caso di successo delle iniziative.

Tuttavia, occorre ricordare che ultimamente la Disney, dopo alcuni tentennamenti da parte di Bob Chapek (l’ex amministratore delegato), ha preso una posizione molto netta contro il provvedimento legislativo Don’t say gay approvato in Florida, schierandosi apertamente a favore della Comunità LGBTQIA+ e delle sue istanze, al punto da portare DeSantis a procedere con l’acquisto del Reedy Creek Improvement District, da sempre gestito dalla Disney.

Si tratta, infatti, di un distretto che venne istituito nel 1967 per permettere la costruzione del Disney World: in tale occasione la compagnia poté usufruire di determinati privilegi demaniali e fiscali, che ora potrebbero essere in parte o totalmente perduti, in seguito all’acquisto da parte del governo della Florida, cosa che porterebbe anche a un’amministrazione repubblicana e non più “disneyana”.

Pertanto possiamo considerare l’organizzazione del Pride e del summit come “sincera”, atta a celebrare e sostenere l’orgoglio e le istanze della Comunità LGBTQIA+, per arrivare a una società scevra da marginalizzazioni.

Pronti, allora, per questo primo Pride Disney d’America?

Castello Pride

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Michael Anthony Fabbri

Fonti: Gay.it, Disneyland California, Wikipedia

Immagini: ©Disney e aventi diritto

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