Le Principesse Disney e il “vero amore”: 86 anni di relazioni e cambiamenti

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Sin dai suoi albori, i film Disney ci hanno regalato alcuni dei momenti più romantici della storia del cinema, che sono rimasti impressi in maniera indelebile nella mente di tutti. Tuttavia, dall’inizio del 2010 in poi qualcosa è cambiato: la casa di produzione ha deciso di utilizzare solo l’animazione digitale e di mettere da parte le love story dei personaggi, soprattutto nei lungometraggi con protagonista una principessa. Come possiamo spiegare questa inversione si rotta e quale può essere la successiva evoluzione dei prossimi Classici? Be’ per giungere a una conclusione occorre partire dall’inizio… Vediamo, quindi, come è cambiato il rapporto tra le principesse Disney e il “vero amore” dal 1937 ad oggi.

Disclaimer: in questo articolo si analizzeranno le storie delle principesse ufficiali e di Frozen. Per quanto belli e romantici, film con protagonisti animali, come Lilli e il vagabondo o Il Re leone, non saranno presenti. Per i film Pixar occorrerebbe fare un discorso a parte, ma dato che Merida di Ribelle- The Brave è entrata a far parte del brand ufficiale Principesse Disney, sarà l’unico personaggio dello studio di cui si andrà a parlare. L’autrice non avrà remore a fare grossi spoiler e a fare delle considerazioni perfettamente opinabili, quindi andate avanti a vostro rischio e pericolo. Lettore avvisato, mezzo salvato.

Alcuni dei momenti più romantici dei film Disney accompagnati dalla canzone “Everybody loves somebody” di Dean Martin
ventenni paperoni libro

1937-1959: baci del vero amore e scarpette di cristallo

Partiamo con le tre principesse supervisionate da Walt Disney in persona, ossia Biancaneve, Cenerentola e Aurora. Le prime due presentano un background simile: orfane di entrambe i genitori, affidate alle cure di una matrigna che le veste di stracci e le rende serve nella loro stessa casa. Aurora, invece, vive un’infanzia in un ambiente più accogliente, crescendo amata e coccolata dalle fate Fauna, Flora e Serenella, che a modo loro cercano sempre di fare il meglio per la principessa.

Aurora, Cenerentola e Biancaneve

Rispetto alla produzione successiva, sono le tre principesse che seguono più fedelmente le storie delle fiabe da cui sono tratte. Tutte e tre sono bellissime, gentili e sognano il vero amore: Rosaspina (alias Aurora) non per una vera necessità, ma, per così dire, per una questione d’età, mentre Biancaneve e Cenerentola racchiudono in quel sogno anche la speranza di un futuro migliore rispetto al loro presente.

La dimensione onirica, dell’immaginazione e del desiderio in questa triade è molto forte. Biancaneve confida i suoi segreti al pozzo dei desideri; il tema della colonna sonora, oltre che dell’intero film di Cenerentola è I sogni son desideri; Aurora racconta ai suoi amici animali di aver incontrato un principe, di cui si è innamorata, nei suoi sogni.

Rosaspina descrive il suo principe agli animali del bosco
Rosaspina descrive il suo principe agli animali del bosco

Sono storie che sicuramente hanno subito l’influenza post e pre-bellica. Tante ragazze americane ed europee, ma non solo, erano rimaste orfane dopo le due guerre mondiali e spesso le loro famiglie vivevano in condizioni di miseria. L’unico modo per migliorare la propria condizione era quello di avere un buon matrimonio. Biancaneve e Cenerentola erano due personaggi che davano speranza e che permettevano alle bambine di immedesimarsi e sognare un finale di felicità. Aurora in seguito tentò di fare lo stesso, ma forse si avvertivano già venti di cambiamento e la sua rappresentazione non riuscì a conquistare il pubblico tanto quanto le precedenti principesse.

Biancaneve e i sette nani (1937)

Il primo lungometraggio animato Disney trae ispirazione dalla celebre e omonima fiaba dei fratelli Grimm e ha cambiato il mondo del cinema per sempre. Sebbene possa essere considerata una storia d’amore, il rapporto tra Biancaneve e il principe Florian – sì, ha un nome – è rappresentato pochissimo. Certo, il ragazzo ha un ruolo chiave per lo scioglimento dell’intreccio: è l’uomo giusto al momento giusto.

L'incontro tra Biancaneve e il principe: il sogno del vero amore per la principessa Disney si fa realtà
L’incontro tra Biancaneve e il principe

È lui che grazie al suo bacio del vero amore riesce a risvegliare Biancaneve. Tuttavia la sua presenza negli 87 minuti di film è confinata in pochissime scene: due, una all’inizio e l’altra alla fine della pellicola. Biancaneve e Florian non hanno nemmeno un vero scambio di battute, se si eliminano le parti cantate di Io spero / Non ho che un canto, che però non è definibile come duetto, al massimo come la continuazione di un momento musicale. Dolci scambi di sguardi, ma nulla di più. Da qui in poi il bel cavaliere viene messo da parte, per tornare solo alla fine e risvegliare Biancaneve.

il principe dà alla principessa Disney il bacio del vero amore
Il principe dà a Biancaneve il bacio del vero amore

Nonostante l’abbia visto solo una volta, Biancaneve rimane colpita dal giovane e più volte nel film ripensa a quell’incontro e immagina una vita insieme, raccontata nella canzone Il mio amore un dì verrà.

Il loro è dunque un amore fatto di sogni, di speranze, di illusioni, visti unicamente dalla prospettiva della ragazza. È irreale, inconsistente, ideale, ma, anche per questo, romantico. Chi sa cosa si dicono i due innamorati, mentre in groppa al bianco destriero vanno verso il castello che compare – non a caso – tra le nuvole? Probabilmente si scambieranno qualche dolce parolina: nome, età, genitori…

Il castello del finale di Biancaneve e i sette nani
Il castello del finale di Biancaneve e i sette nani

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Cenerentola (1950)

Non è troppo diversa la storia tra Cenerentola e il Principe – in originale “Prince Charming” -. Ritroviamo un amore nato da un colpo di fulmine e la presenza marginale, ma tuttavia incisiva del personaggio maschile. Il Principe ha un numero di battute davvero irrisorio, ma è uno dei personaggi più nominati del film: ci viene introdotto ben prima che entri effettivamente in scena. Grazie anche ai racconti del re e del granduca Monocolao veniamo a sapere che ha viaggiato molto, che è da poco tornato a casa, che ha un’idea molto romantica del matrimonio, a differenza di suo padre, e che possiede un carattere deciso, poco disposto a volersi piegare ai giochi di corte. Peccato – o forse no – che la sorte gli faccia incontrare la bellissima ragazza dalle scarpette di cristallo, portandolo ad assecondare i desideri paterni.

Il Principe incontra la principessa Disney al ballo organizzato dal padre per trovare l'amore
Il Principe incontra Cenerentola al ballo organizzato dal padre

Cenerentola mette in scena uno dei cliché più utilizzati e più amati dei film Disney: il ballo tra i due protagonisti. Sulle note di Questo è l’amore, Cenerentola capisce cos’è realmente questo sentimento che prima di allora aveva solo sognato.

Questo è l’amore cantata da Maria Cristina Brancucci

Tuttavia, in questa fiaba un problema c’è: né il Principe, né Cenerentola sanno chi hanno difronte a sé, cosa che si rivelerà svantaggiosa, soprattutto per il Principe, quando vorrà ritrovare la fanciulla con cui aveva danzato la sera prima. Cenerentola, da parte sua, scoprirà di aver passato la serata con il principe solamente il mattino seguente, per caso, ascoltando un discorso della matrigna. Da qui in poi è lecito sollevare alcune domande: perché il principe non è andato di persona a cercare la fanciulla di cui si diceva tanto innamorato, invece di delegare al granduca questo compito? Davvero vuole basare la ricerca del suo vero amore su un numero di scarpa? Non riuscirebbe a riconoscere il volto di Cenerentola? Ovviamente sono speculazioni che tolgono un po’ di magia, ma questo articolo è qui apposta…

Il granduca fa provare a Cenerentola la scarpetta di cristallo
Il granduca fa provare a Cenerentola la scarpetta di cristallo

La bella addormentata nel bosco (1959)

A differenza dei precedenti due film, a venir messa un po’ da parte questa volta è proprio la protagonista: Aurora/Rosaspina. Con sole 18 battute in totale è la principessa meno approfondita del mondo disneyano, cosa che ha contribuito a far diventare La bella addormentata nel bosco un flop al botteghino. Tanto Aurora ha patito questa scarsa caratterizzazione, quanto a guadagnarci è stato il principe, che per la prima volta dei film Disney ha un nome, reso noto proprio nella pellicola: Filippo, figlio del re Uberto. Noi spettatori riusciamo a dargli delle qualità non perché le sentiamo o le intuiamo dagli altri personaggi, ma guardandolo agire. Filippo è affascinante, coraggioso, scaltro – pensiamo a come riesce a persuadere Rosaspina a non scappare, ripetendole la sua stessa battuta o a sviare il padre che vuole che sposi la misteriosa figlia di re Stefano – ed è un eccezionale ballerino.

Parte di dialogo durante l'incontro tra Aurora e Filippo: la principessa Disney  incontra il suo futuro amore
Filippo: mi dispiace tanto, non volevo spaventarti
Aurora: Non è questo, è… è solo che Voi siete un… un…
Filippo: …un estraneo?
Aurora: mh mh!
Filippo: Ma non ti ricordi? Ci siamo già conosciuti.
Aurora: Davvero?
Filippo: Ma sicuro! Lo hai detto tu stessa nei tuoi sogni

Se vengono fatti passi avanti sul principe, non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda la creazione di un rapporto solido tra Filippo ed Aurora. Il percorso del loro amore si racchiude in una scena: si innamorano in pochi secondi, ballano sulle note di Io lo so e si promettono di rivedersi quella stessa sera, ma anche in questo film nessuno dei due fornisce i dati anagrafici – lei ancora non sapeva di essere una principessa e si faceva chiamare Rosaspina -. Fortunatamente il fato agisce in loro favore e alla fine sarà proprio Filippo a uccidere Malefica e a spezzare con un bacio il maleficio che la strega, scoprendo che la sua promessa “non è altri che la contadinella” incontrata quel mattino nel bosco. I due, dunque, coronano il loro – e quello dei rispettivi padri – sogno d’amore, mentre danzano nel castello di re Stefano.

Il bacio del vero amore che spezzerà il maleficio di Malefica
Il bacio che spezzerà il maleficio di Malefica

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1989: come farsi baciare in tre giorni

Nel 1985 la Disney decide di ritentare con una principessa, un soggetto che aveva lasciato in un cassetto per trent’anni. Si decide di utilizzare una delle fiabe più belle e più commoventi di tutte, ossia La Sirenetta di Hans Christian Andersen, a cui vengono fatte diverse modifiche – quella più evidente al finale – e si tolgono e aggiungono personaggi. La Sirenetta esce il 15 novembre 1989 nelle sale statunitensi ed è un trionfo. Con questo film comincia quello che viene chiamato il Rinascimento Disney.

Ariel e Flounder
Ariel e Flounder

Ariel nasce alla fine degli anni Ottanta, gli anni di Madonna, dei Duran Duran, dei Goonies, di Flashdance, di Footloose e di Dirty Dancing. Le donne lavorano esattamente come gli uomini, sono più emancipate, sono e si sentono più libere. Gli sceneggiatori e gli animatori dovevano tenere conto del mondo contemporaneo. Il tema del sogno qui viene in gran parte sostituito da quello della scoperta e della ribellione.

La Sirenetta (1989)

La Sirenetta rappresenta quella fase di passaggio tra principesse tradizionali come Biancaneve, Cenerentola o Aurora e quei personaggi femminili come Jasmine, Belle e Pocahontas. Il 28° classico Disney ha in sé elementi nuovi e vecchi, combinati con sapienza. Partiamo da ciò che Ariel e la sua storia con Eric ereditano dalla produzione precedente: ancora una volta viene messo in scena un’innamoramento fulmineo e la necessità di ricevere “il bacio del vero amore“, in caso contrario Ariel perderà la sua possibilità di stare con il principe; anche questa coppia manca di dialogo, anche se, c’è da dire, per motivi fisici; persiste l’idea che l’amore è l’unico scopo della nostra vita.

Ariel è un personaggio molto più attivo rispetto alle tre ragazze raccontate in precedenza. Se Biancaneve o Cenerentola aspettavano che gli altri personaggi agissero per o contro di loro, la sirenetta vuole fare le sue scelte, ribellandosi alle regole di suo padre, re Tritone, a volte sbagliando – vedi la pessima decisione di affidarsi alla strega del mare e rinunciare alla propria voce.

Primo incontro sulla terra tra Ariel ed Eric
Primo incontro sulla terra tra Ariel ed Eric

Nella sua relazione con Eric, inoltre, è lei quella consapevole dei propri sentimenti, sa che deve riuscire a farsi baciare in tre giorni e per farlo userà tutte le carte, o meglio, tutti i granchi in suo potere. Il principe Eric, dal canto suo, ne esce come un ragazzo gentile, buono, forse poco ricettivo alle avance di Ariel. Con loro due si comincia ad avere un rapporto di aiuto reciproco, di solidarietà: si salvano a vicenda, nessuno dei due è un personaggio che ha bisogno di essere difeso sempre e comunque.

Ariel, aiutata dai suoi amici che cantano la canzone Baciala prova a ricevere il bacio del vero amore dal principe Eric
Ariel, aiutata dai suoi amici che cantano la canzone Baciala, prova a ricevere il bacio del vero amore dal principe Eric

Interessante è il rapporto genitore – figlia in piena fase adolescenziale, di contrasto – Ariel ha sedici anni-. Tritone sembra un padre severo, ma ama moltissimo la figlia che, però, un po’ gli sfugge e per questo tenta di proteggerla, a volte eccedendo in severità. Alla fine il re del mare accetterà questo amore per lui non canonico tra la figlia e l’umano e sarà disposto a lasciar andare Ariel, pur di vederla felice.

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1991-1998: belle, toste e multietniche

Gli anni novanta ci hanno regalato alcune tra le migliori protagoniste dell’universo cinematografico disneyano. Belle, Jasmine, Pocahontas e Mulan, insieme a Esmeralda e Meg(ara) sono le ragazze che ci portano quasi completamente, chi più, chi meno, nella modernità.

Belle, Jasmine, Pocahontas e Mulan
Belle, Jasmine, Pocahontas e Mulan

Come Ariel, anche loro sono degli spiriti liberi, si rifiutano di seguire la strada imposta dal padre o dalla società, “inciampano” nel vero amore, non lo sognano, né lo cercano. Il grande tema di questi quattro film è il diverso, l’outsider – a volte lo sono loro stesse come Mulan, altre lo è l’interesse amoroso come per Jasmine -, che porta con sé il messaggio del rispetto. Diverse sono anche loro: a parte Belle, vengono rappresentate ragazze non caucasiche, fuori dai tradizionali canoni estetici. Sono anche donne molto più consapevoli di sé stesse. Vediamole nel dettaglio.

La Bella e la Bestia (1991)

Belle è forse la più tradizionale del quartetto, ma in realtà anche lei si rivela essere un personaggio diverso dai precedenti. Il piccolo paesino dove vive non la riesce a inquadrare, perché non rispetta le convenzioni che vengono imposte alle donne. Infatti, Belle è intelligente, ama leggere, sogna avventure, è coraggiosa e decisa. Non è affascinata dal bello, ma prepotente Gaston, ambitissimo dalle altre ragazze del paese: è una ragazza che scava in profondità e guarda al cuore delle persone: per questo alla fine si innamora della Bestia – o meglio, del principe Adam.

Belle canta Il racconto di Belle (reprise)
Belle

Sul rapporto tra Belle e la Bestia sono stati versati fiumi d’inchiostro: Sindrome di Stoccolma, fiaba scritta per convincere le giovani aristocratiche a sposare uomini vecchi e brutti, matrimonio economico… Certamente c’è del vero in queste interpretazioni poco “romantiche”, ma l’altra faccia della medaglia è che La Bella e la Bestia – nella sua versione Disney – ci racconta di un amore che porta le persone a migliorare, insegna che per amare bisogna imparare ad accogliere le persone, che le seconde opportunità esistono e che l’amore può nascere piano piano, non deve essere per forza qualcosa di istantaneo. Come canta Mrs. Bric, “solo amici e poi/ uno dice un noi/ tutto cambia già“.

La Bestia lascia andar via Belle
La Bestia lascia andar via Belle

Belle e la Bestia discutono, sono capaci di supportarsi e di apprezzare le caratteristiche dell’altro. La Bestia è disposta a veder andar via la sua possibilità di salvezza, pur di vederla felice. A questo punto la domanda va fatta alla fata e alla rosa: l’amore va per forza espresso ad alta voce o va dimostrato con i fatti?

Aladdin (1992)

Questo è l’unico lungometraggio della nostra rassegna che ha come protagonista un personaggio maschile: Aladdin, un ragazzo di strada dal cuore d’oro, altruista, sensibile a tutti gli abusi di potere, che vorrebbe riuscire ad abbandonare la vita da “straccione” per poter vivere una vita più agiata. Dall’altra parte abbiamo Jasmine, la figlia del sultano: caparbia, forte, fiera, sa perfettamente di non essere solo una bella statuina, o, come lei stessa dice, “un trofeo da vincere“. Si ribella al padre, perché vuole essere libera di poter fare le sue scelte, tanto che tenta di scappare dal palazzo per sfuggire a un destino scritto da altri. La principessa vuole conoscere il mondo, viaggiare, vedere cosa succede fuori dalle mura in cui è richiusa.

Aladdin e Jasmine: inizia la storia d'amore tra la principessa Disney e il povero ragazzo.
Aladdin e Jasmine

Basta uno sguardo ad Aladdin per innamorarsi della ragazza – in giro nel mercato di Agrabah sotto mentite spoglie -. Dal canto suo Jasmine non pare così scossa da quello scaltro ragazzo: certo, ne è affascinata, ma manca quel colpo di fulmine “alla Cenerentola”.

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Aladdin sa che per poter almeno provare a conquistare la principessa Jasmine deve mettersi al suo stesso livello. Grazie all’intervento del Genio, diventa il principe Alì Ababua. Il ragazzo, però, è ossessionato dall’idea di non essere all’altezza, cosa che lo porta a comportarsi come farebbe un vero principe. Tuttavia, è proprio questo voler essere come – cito testualmente -“tutti gli altri presuntuosi, palloni gonfiati che ho conosciuto“, che lo portano ad allontanare l’orgogliosa principessa. Solamente quando tornerà ad essere il ragazzo del mercato, tra i due le cose cominceranno a funzionare.

Aladdin diventa il principe Alì Ababua
Aladdin diventa il principe Alì Ababua

Nel film Aladdin fa per due volte a Jasmine una domanda: “ti fidi di me?“. Per due volte la principessa dice di sì. La fiducia è un sentimento molto importante in un rapporto: è come dire “mi affido a te totalmente”. Il punto di partenza non è dei migliori a causa delle bugie di entrambi – Aladdin crede che Jasmine sia un popolana quando la vede per la prima volta, mentre la principessa pensa di avere di fronte un principe, quando conosce Alì Ababua -, tuttavia i due protagonisti si danno completamente e ciecamente all’altro, hanno un intesa fortissima, si proteggono a vicenda e sono capaci di andare oltre le loro differenze sociali.

Pocahontas (1995)

Ci dobbiamo spostare in Nord America per incontrare questa coppia mista – l’unica per il momento, ci piacerebbe vederne di più – portata sul grande schermo americano il 23 giugno 1995. Ambientato in quella che sarà la futura Virginia, il film ci mostra l’arrivo di una compagnia colonizzatrice inglese nel “Nuovo Mondo” guidata dal malvagio e avido governatore Ratcliff, che ha come unico scopo quello di trovare oro in quella terra che ritiene già sua. Nell’equipaggio spicca il carismatico avventuriero John Smith, reclutato proprio per “tenere a bada” i selvaggi, ossia le popolazioni autoctone presenti nel territorio.

John Smith

Smith è un uomo alla continua ricerca di nuove imprese, un giramondo, ma nonostante questo crede fermamente che il modello di società europea sia il migliore possibile e che vada esportato in ogni angolo del globo. Queste convinzioni cominciano a crollare quando incontra Pocahontas, la figlia del capo dei Powhatan. Affascinato dapprima dalla bellezza della ragazza e poi dalla sua grande indipendenza, saggezza e forza, Smith inizia a guardare la realtà con occhi diversi e a mettere tutto ciò che conosceva in discussione.

Pocahontas e John Smith durante la canzone I colori del vento

Pocahontas e John Smith sono davvero l’incontro di due mondi. Il loro è un rapporto bidirezionale: insegno a te quel che so, tu insegni a me ciò che sai. Raccontano anche la forza di un amore che riesce a nascere in un momento di guerra, anzi è lo strumento che impedisce un massacro.

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Il film ha anche uno dei finali più insoliti dei classici Disney: nessun matrimonio, nessun bacio trionfante che urli “il vero amore vince sempre”. C’è un addio, invece, perché Smith, ferito gravemente, va riportato in Inghilterra. Nonostante John chieda a Pocahontas di venire con lui, la ragazza rimane col suo popolo: “io servo qui“, dice. Pocahontas ci fa intuire per la prima volta che, forse, alcune cose sono più grandi addirittura dell’amore.

Scena finale di Pocahontas

Mulan (1998)

Il lungometraggio del 1998, ambientato nella Cina imperiale, porta avanti questo processo di distacco dal canone d’amore tradizionale che riguardava le varie principesse (attenzione: Mulan pur non essendo di stirpe reale e non diventandolo per matrimonio, fa comunque parte del franchise Principesse Disney). Se Pocahontas ci racconta una storia d’amore dove per la prima volta si ha un finale alternativo al “e vissero insieme felici e contenti”, Mulan mette in secondo piano tutto ciò che è relativo al sentimento. L’attrazione che la protagonista prova nei confronti del capitano Shang è raccontata solo tramite qualche sguardo, sospiro della ragazza o grazie ad alcune battute di Mushu.

Da parte di Shang, invece, non c’è un trasporto per il soldato che lui conosce come Ping, ma si va a creare una solida fiducia e stima tra il capitano e quel sottoposto, che all’inizio sembrava così inadatto alla guerra e che poi si rivela essere una preziosa e geniale risorsa. Solo quando verrà fuori la vera identità di Mulan e dopo che quest’ultima avrà salvato capra e cavol… ehm, Cina e imperatore, Shang si farà avanti con altri intenti.

Molto più interessante e di certo più rilevante è la rappresentazione dell’amore verso la propria famiglia e verso sé stessi che in Mulan è il vero motore della vicenda. I motivi per cui la nostra protagonista va a combattere al posto di suo padre sono due: proteggere il genitore, ormai grande e inadatto a servire come soldato, tenendo alto l’onore della casa Fa, ma anche scoprire una nuova versione di sé stessa, molto più vera rispetto alla Mulan che va a incontrare la Mezzana per dimostrare che potrà essere una brava moglie. Il padre Fa Zhou se bene quanto la figlia sia speciale e che le sue difficoltà nel vestire i panni che la società le impone siano soltanto la prova della sua grandezza.

"Il più grande dono e onore è avere te come figlia."
“Il più grande dono e onore è avere te come figlia.”

2009-2010: le ultime innamorate

Passano undici anni e la lunga trasformazione delle ragazze Disney continua. A solo un anno di distanza tra loro, escono al cinema La principessa e il ranocchio, l’ultimo lavoro realizzato in animazione tradizionale, e Rapunzel – l’intreccio della torre (in originale Tangled). Con Tiana e Rapunzel ritorna un tema che sembrava essere stato abbandonato: il sogno. Lo ritroviamo nelle canzoni e nei dialoghi. Porta avanti attivamente la storia.

Rapunzel e Tiana

Sì, perché nessuna delle due protagoniste desidera trovare il vero amore, al contrario di Biancaneve, ma hanno obiettivi concreti, che possono realizzare solo loro. Poi il destino mette in mezzo una persona un po’ speciale, che riesce ad arricchire il loro sogno e non possono fare a meno di accoglierla nella loro vita.

La principessa e il ranocchio (2009)

Tiana è la self-made woman del mondo Disney, portatrice sana del sogno americano. Il suo obiettivo, ereditato dal padre, è quello di diventare la proprietaria di un ristorante che farà fare alle persone “file di chilometri solo per assaggiare i nostri piatti“. Tiana è nata in una famiglia afroamericana non benestante, ma nonostante questi svantaggi crede fermamente che le cose nella vita vadano guadagnate col duro lavoro e con l’impegno. Non sono stupide preghiere a farti ottenere ciò che vuoi, per questo, al contrario dell’amica Charlotte – bianca e privilegiata -, non crede a storie come quella della stella dei desideri.

Naveen è l’opposto: un diseredato viziato principe il cui unico scopo nella vita è divertirsi, ma che per problemi economici si vuole sposare con una giovane rampolla dell’alta borghesia di New Orleans. Il rapporto con Tiana nasce casualmente e parte con una certa diffidenza: lei considera lui un “inutile pigro insignificante donnaiolo“, lui una “cof cof guastafeste e cof parruccona cof

Tiana e Naveen trasformati in rane

Si sa che la stima – e l’amore – nascono nelle avversità e alla fine Naveen resterà incantato dalla forza di carattere e dai sogni di Tiana, desiderando di poterne fare parte. Anche Tiana, che non era per nulla interessata ad iniziare una storia, finirà per voler più che bene a quel divertente, fragile e – sotto sotto – altruista principe musicista, arrivando a capire che la presenza di Naveen nella sua vita non potrà far altro che arricchirla e renderla migliore.

La principessa Disney Tiana e il suo amore Naveen

Il finale infatti è doppiamente lieto: ci viene mostrato sia il matrimonio – prima come ranocchi e poi come esseri umani – che l’apertura e il successo del ristorante dei sogni di Tiana. Lavoro e amore non devono essere per una donna due fattori inconciliabili, tutt’altro…

Rapunzel (2010)

Rapunzel – l’intreccio della torre segna la fine dell’era del 2D a favore dell’utilizzo esclusivo della CGI. Prende spunto dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm Raperonzolo, ma in realtà della storia originale rimangono solo pochi elementi: la torre, il nome della protagonista e i capelli. La nostra protagonista vive richiusa da quando era una neonata dentro un’altissima torre, perché la madre, Gothel – o meglio, la sua rapitrice -, vuole sfruttare il potere curativo e ringiovanente della chioma della ragazza, senza doverli condividere con il resto del mondo. Dal suo nascondiglio, però, Rapunzel riesce ad ammirare ad ogni suo compleanno delle misteriose “luci fluttuanti“, maturando il sogno di poterle vedere di persona.

Rapunzel

Tanto forte è il suo desiderio, che Rapunzel disobbedisce agli ordini della madre e fugge dalla sua prigione con lo scaltro ladro Flynn Rider, suo cicerone in quel mondo di cui aveva solo sentito storie spaventose. Tra i due le cose non partono esattamente col piede giusto: è una coppia formatasi per interesse, anzi Flynn all’inizio tenterà di dissuadere la ragazza dall’andare a Corona, vendendole la stessa versione distorta di ciò che troverà fuori dalla torre che le raccontava la madre.

Solo diventando veramente una squadra, scoprendo e apprezzando le qualità dell’altro, i due ragazzi si cominceranno ad aprire – Flynn confiderà a Rapunzel di chiamarsi in realtà Eugene Fitzherbert e di essere un orfano; Rapunzel mostrerà a Flynn il potere dei suoi capelli – e a fidarsi, finché, inevitabilmente, non si innamoreranno.

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Cosa ci piace di questa coppia? Seppur in un lasso di tempo molto breve – l’intero film si sviluppa in tre giorni -, questi due personaggi riescono a creare un legame davvero sincero e forte, senza che nessuno dei due pesti i piedi all’altro o ci sia bisogno che uno dei due cambi. La loro relazione porta entrambi a maturare: Rapunzel diventa più sicura di sé e più determinata, mentre Eugene si rende conto di aver scelto una strada sbagliata e che quella strana ragazza dai capelli lunghi riesce a far emergere in lui quei suoi pregi che aveva nascosto per creare l’immagine del disinvolto Flynn Rider.

Rapunzel e Eugene abbracciano i loro sentimenti durante la canzone Il mio nuovo sogno
Rapunzel e Eugene durante la canzone Il mio nuovo sogno

Eugene diventa il sostenitore di Rapunzel e le insegna che non è vero che bisogna avere un unico sogno nel cassetto, ma anzi, la parte più bella è cercarsene di nuovi. Molto interessante è poi la scelta del finale, dove non troviamo un sontuoso matrimonio, ma una famiglia riunita, che abbraccia -letteralmente- anche l’elemento esterno, Eugene, e due innamorati che vivono questa nuova realtà insieme, approfondita nella serie Rapunzel’s Tangled Adventure. Le nozze, a cui possiamo assistere grazie al divertissimo corto Le incredibili nozze di Rapunzel, saranno solo successive.

2012: storia di un (non) matrimonio

Ribelle – The Brave (2012)

Era la terza volta che i Pixar Animation Studios raccontavano una storia con esseri umani come protagonisti – la prima volta nel 2004 con Gli incredibili, la seconda Up nel 2009 -, la prima con protagonista una principessa – e per il momento l’ultima -. Tuttavia, trattandosi della Pixar, bisognava distaccarsi dallo stile dei Disney Studios. Il risultato è stato Ribelle – The Brave, film che ha messo in discussione quella storia che si ripeteva orami da 75 anni, che vedeva una bella ragazza innamorarsi di un giovane affascinate e coraggioso.

Elinor e Merida

Tutti gli elementi topici a cui eravamo abituati vengono ribaltati. Merida non è composta, non è una principessa perfetta o femminile, né vuole esserlo, con la disapprovazione della madre Elinor. Il matrimonio non è qualcosa che desidera, anzi, è raccontato come qualcosa di estremamente costrittivo e imposto. Fin qua potremmo notare elementi già rilevati in Jasmine o in Pocahontas, ma la vera novità la si ritrova nella rappresentazioni dei pretendenti, normalissimi, per niente attraenti: uno è timido e impacciato, un altro iracondo e alquanto borioso, il terzo brutto e stupido. Lo spettatore non è portato a simpatizzare con nessuno dei tre, ed esulta quando Merida rivendica la propria mano.

Merida alla prova dei pretendenti

Dopotutto il tema del film è essere capaci di scrivere proprio destino, rispettando le nostre inclinazioni ed è molto più importante il rapporto tra Merida ed Elinor, vero motore della vicenda. Tuttavia, il vaso è stato aperto e non si può più tornare indietro: confinare le protagoniste femminili solo in storie d’amore è limitante e anacronistico.

2013: “tutto quanto è sottosopra

Forse punta un po’ sul vivo, Disney deve aver pensato “se dobbiamo farlo, facciamolo bene“. Esce così Frozen – il regno di ghiaccio, dove colei che sembra il problema da risolvere è, invece, il personaggio da accettare così com’è; dove non è la magica Elsa la protagonista, ma Anna, la sua normale sorella; dove è il principe il vero cattivo del film e il bacio del vero amore non è più la soluzione.

Locandina Frozen - Il regno di ghiaccio
Locandina Frozen – Il regno di ghiaccio

Molto più che The Brave o Rapunzel, questo è il film che ha fatto pensare a casa Disney di aver trovato la formula magica – un po’ come era successo negli anni ’90. Frozen è stato campione d’incassi e ha avuto uno dei merchandising più di successo, tanto che non è stato nemmeno necessario inserire Anna ed Elsa all’interno delle Principesse Disney, ma è stato creato un franchise solo per i loro film e corti, Disney Frozen.

Frozen (2013)

Analizziamo ora la parte romantica della storia. In questa sezione parleremo esclusivamente di Anna, dal momento che Elsa non allaccia alcun tipo di relazione. Con Anna le cose cambiano parecchio. Nel corso del film si interfaccia con due uomini: il principe Hans delle isole del Sud e il tagliatore di ghiaccio Kristoff. Cresciuta praticamente da sola, chiusa dentro le mura del suo castello, Anna crede nell’amore delle favole, così potente che la libererà da quella solitudine nella quale ha vissuto. È naturale, dunque, che appena vengano aperte le porte, lei si prenda una cotta per un bel principe dagli occhi blu, che facilmente la (e ci) intorta con la canzone La mia occasione. E prendendo spunto proprio dalle fiabe, vorrebbe sposarlo immediatamente.

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Hans, però, non è ciò che sembra. Finge di essere interessato ad Anna, approfittando dell’ingenuità della ragazza, solo per poter diventare re di Arendelle. Non si fa scrupoli a complottare contro Elsa o a sacrificare Anna. Anzi, si fa beffe della principessa rivelandole il suo piano malvagio, mentre lei sta per morire congelata.

"Oh Anna, se solo qualcuno ti amasse davvero"
Oh Anna, se solo qualcuno ti amasse davvero

Per quanto riguarda Kristoff, un peculiare montanaro la cui sola amica è una renna di nome Sven, forse sarebbe meglio guardare la sua relazione con Anna dal suo punto di vista. Sì, perché la principessa non sembra mai infatuata di lui, come lo era di Hans. Pensiamo infatti a come lei rimanga sorpresa nello scoprire che Kristoff la ami e che solo a questo punto decida di corrergli incontro con l’unico scopo di ottenere “quell’atto di vero amore” che le salverà la vita. Fortunatamente alla fine sarà lei stessa a compierlo, proteggendo Elsa da Hans.

Anna e Kristoff: c'è amore tra la principessa Disney di Arendelle e il montanaro, ma passa spesso in secondo piano.

Questo squilibrio tra i due componenti della coppia non migliora nemmeno in Forzen – il segreto di Arendelle, dove Anna non ha remore ad abbandonare il fidanzato – senza dirgli niente – in mezzo al bosco per seguire l’ingombrante sorella, mentre lui passa tutto il tempo del film a cercare un modo per chiederle di sposarlo. Fuori dal luogo nel quale si sono conosciuti, l’habitat naturale del ragazzo, la montagna, dove emergevano le sue doti migliori, Kristoff ad Arendelle è sempre impacciato, si sente che non è nel posto giusto per lui, ne esce come una spalla comica, piuttosto che come partner alla pari di Anna.

2016: l’amore non esiste

Oceania (2016)

Arriviamo così all’ultima principessa Disney, Vaiana, figlia del capo dell’isola di Motonui, a cui fin da bambina è stato insegnato che un giorno sarà lei a dover governare il suo popolo. Tuttavia, questa strada già tracciata si scontra con i piani che l’Oceano ha per la ragazza. Oceania è un film incentrato sulla scoperta di sé stessi, sulla fiducia nelle nostre capacità, sul destino, ma non certo sull’amore romantico.

Certo, l’amore è presente, ma declinato in altre forme: l’affetto che Vaiana prova nei confronti della sua famiglia, la passione per il mare, il legame che ha con la sua terra e il suo popolo e l’amicizia con Maui. Eliminato completamente ciò che una volta portava allo sviluppo di una trama per questo genere di film, Oceania ha reso i film delle principesse paragonabili a un film d’avventura come Il pianeta del tesoro.

Vaiana

Vaiana supera l’ultimo confine, non iniziando alcuna relazione che sia più di un amicizia, né facendo menzione di volerla a intraprendere o sperimentare. Rappresenta la nuova visione della Generazione Z: si può essere l’eroina della propria vita, senza bisogno di nessun uomo alto e possente per essere felice e realizzata.

All you need is (also) love

Bene, però, ora vogliamo il salto di qualità. Perché è ottimo sottolineare l’importanza della fiducia in sé stessi, porre l’accento sul self love e sull’indipendenza e promuovere l’idea che non esistono limiti alle proprie capacità, ma non basta. Le persone sono fatte di relazioni, anche sentimentali: sono una parte importante della nostra vita e il non vederle rappresentate nei film Disney non permette di educare i bambini, ma in generale le persone, a una forma sana d’amore.

Rapunzel e Eugene, un nuovo amore per la bionda principessa Disney

A dimostrare quanto manchino questo genere di storie al pubblico è la quantità di ship inventate dai fan: Elsa (Frozen) e Jack Frost (Le cinque leggende), Judy e Nick (Zootropolis), Raya e Namaari (Raya e l’ultimo drago), solo per citarne alcune. Ma quali potrebbero essere le soluzioni che la Disney potrebbe applicare per le prossime produzioni?

Una prima strada che sarebbe interessante trovare in futuro è quella di seguire la vicende di due innamorati non nella fase iniziale del loro amore, ma mentre vivono un tempo di maturazione. Si era già tentato un approccio simile con i sequel di Aladdin, di Mulan o della Sirenetta: tuttavia, privi di budget (e di idee) interessanti, questi film nati per la televisione non hanno mai dato vita a storie coinvolgenti, ma hanno spesso depotenziato i protagonisti.

Scena tratta da Il ritorno di Jafar
Scena tratta da Il ritorno di Jafar

L’altra possibilità è quella che, forse, la Disney sta cercando di rimandare il più possibile e che potrebbe essere il vero motivo per cui non abbiamo più love stories: la casa di produzione ha ancora molta paura nel portare sul grande schermo coppie LGBTQIA+. Pensiamo al polverone che si era creato quando si vociferava che Elsa in Frozen 2 avrebbe dichiarato apertamente la sua omosessualità, oppure alla più recente mancata distribuzione in 20 Nazioni di Strange World – Un mondo misterioso per “presenza di tematiche LGBTQIA+”.

Purtroppo la Walt Disny Animation Studios è un’azienda e, per quanto si occupi di creare magia, come tale cerca di preservare i propri guadagni. Cercando, dunque, di non scontentare nessuno, opta per l’astensione. O quasi, perché attraverso espedienti meno eclatanti abbiamo visto una nuova versione omossessuale di Le Tont nel live action de La Bella e la bestia (2017) e trovato sulla piattaforma Disney+ corti Pixar come Out. Che la Disney stia preparando il terreno per qualcosa di più?

il corto Pixar Out
Il corto Pixar Out

Noi ci speriamo moltissimo, perché sarebbe un segnale forte e chiaro da parte di uno dei grandi colossi dell’industria cinematografica. Ci occorrono coppie che trasmettano un idea d’amore fatto di amicizia, sostegno e rispetto. Vogliamo partner che sappiano farci emozionare, divertire e appassionarci, ma che presi singolarmente abbiano un proprio valore. Non abbiamo bisogno di due satelliti che non sanno stare l’uno senza l’altro, ma di personaggi che migliorano e che crescono insieme, che sappiano comunicare ed essere empatici a prescindere dal genere, dall’orientamento sessuale o dall’etnia dei personaggi.

Margherita La Peruta

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Immagini © Disney, Pixar

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