Nei giorni scorsi un terremoto ha scosso il mondo dei fumetti Disney. Le nuove politiche della multinazionale in materia d’inclusività sembra porteranno alla censura di determinate avventure, tra cui alcune scritte e disegnate da Don Rosa, per le quali non si prevede più né la ristampa né, di conseguenza, la pubblicazione.
Come vi abbiamo raccontato, la censura riguarda, nello specifico, Il cuore dell’impero (The Empire Builder from Calisota, o The Richest Duck in the World secondo alcuni editori europei) e Il sogno di una vita (Dream of a Lifetime).
La notizia ha fatto il giro di molte testate giornalistiche, scatenando il panico tra i fan de La Saga di Paperon de’ Paperoni (la serie che narra la gioventù e la scalata al successo di Paperon de’ Paperoni secondo Don Rosa) dal momento che non sarebbe più stato possibile, per gli editori che pubblicano materiale Disney, una ristampa integrale della $aga.
Don Rosa in persona ha voluto chiarire ulteriormente la questione della censura di Zio Paperone sui propri canali social, convinto che le sue iniziali parole siano state travisate.
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Le fonti della censura di Zio Paperone e il ruolo degli editori
Don Rosa ha innanzitutto chiarito che la notizia secondo cui due delle sue storie non saranno mai più ristampate non gli è arrivata dalla Disney, poiché l’autore non ha contatti diretti con la compagnia, bensì da un manager di alto livello, assolutamente affidabile, che lavora per un editore licenziatario straniero. Dalla Walt Disney Company attualmente non risultano né conferme né smentite ufficiali.
Un ulteriore chiarimento riguarda il ruolo degli editori, inizialmente additati come possibili co-responsabili di questa decisione, e che invece sarebbero contrariati quanto i lettori dall’impossibilità di pubblicare la Saga integrale. Tutti i fumetti Disney sono creati da scrittori e artisti freelance che lavorano per editori indipendenti che detengono la licenza di pubblicare materiale “Disney”. La decisione arriva quindi dalla compagnia, che non è un editore, bensì detiene i diritti di pubblicazione dei fumetti e decide cosa può essere pubblicato e cosa no.
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Il ruolo di Don Rosa e le rassicurazioni per i lettori
Don Rosa ha voluto esprimere la sua frustrazione sottolineando che ha abbandonato il suo lavoro 15 anni fa proprio perché non aveva alcun controllo su come venivano usate le sue storie, che facevano arricchire solamente chi le pubblicava. Non ha mai ricevuto royalties, e non può che assistere impotente alla censura poiché le storie, bandite o non bandite, non sono in alcun modo di sua proprietà.
Come anticipato nella precedente news, l’autore non avrebbe approvato la ristampa di una Saga incompleta: “non ha senso ristampare un’opera priva del finale”.
Ma, alla luce di quanto detto sopra, in realtà le altre storie della Saga potrebbero essere tranquillamente pubblicate. La differenza sta nel fatto che Don Rosa non darebbe il permesso di utilizzare il suo nome in copertina, dal momento che è un marchio registrato e servirebbe quindi il suo consenso.
Infine arriva anche una raccomandazione nei confronti dei lettori. Dal momento che sembra non ci saranno mai più pubblicazioni integrali della Saga e sarà impossibile avere tra le mani un’opera omnia di Don Rosa, l’autore è conscio del fatto che molti appassionati vorranno recuperare le pubblicazioni integrali, nel formato originale. Ma, dal momento che la notizia della censura ha fatto lievitare i prezzi, invita a fare attenzione alle truffe e a non sborsare cifre folli, nella speranza che gli editori trovino una soluzione dialogando con Disney.

La Cancel culture aiuta davvero l’inclusività?
Non possiamo che concludere questo articolo con le riflessioni già espresse precedentemente.
Costruire una società inclusiva e aperta a tutti, che garantisca gli stessi diritti, è un tema di notevole importanza, a volte non affrontato con il giusto impegno. Il fatto che Disney sia da tempo impegnata su questo fronte è un bene, perché significa che una delle maggiori multinazionali nel settore dell’intrattenimento si sforza nel creare nuovi contenuti inclusivi.
Diverso il discorso per il materiale creato durante il secolo scorso, spesso intriso di luoghi comuni, abitudini e concezioni che oggi riteniamo sbagliate, appunto perché non inclusive.
Ci sono due metodi per approcciarsi ai fumetti che contengono rappresentazioni discriminatorie. Il primo è fare ricorso a quella che genericamente viene definita cancel culture, ovvero ignorare tali contenuti e fare finta che non siano mai esistiti. Nascondere il problema, però, significa anche non comprenderne la gravità.
Dovremmo invece imparare dagli errori del passato, in modo da non commetterli nuovamente. Arriviamo quindi al secondo metodo, verso cui noi protenderemmo: aggiungere un disclaimer in calce ai fumetti con rappresentazioni discriminatorie.
Da molti mesi, ad esempio, in tutte le ristampe Panini Disney appare il seguente messaggio:
Questo titolo include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono oggi. La rimozione di questo contenuto negherebbe l’esistenza di questi pregiudizi e il loro impatto dannoso sulla società. Scegliamo invece di trarne insegnamento per stimolare il dialogo e creare insieme un futuro più inclusivo. Disney si impegna a creare storie con temi ispiratori e aspirazionali che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in tutto il mondo.
Roberto Caruso
Fonti: The Official Don Rosa Group
© Immagini: Disney | Panini | Don Rosa