Il conflitto tra le aspettative individuali dell’uomo e le pretese della società costituisce un argomento che è stato più volte preso in esame dalla letteratura. Ne è un esempio La metamorfosi, racconto scritto e pubblicato dal boemo Franz Kafka nel 1915. Il suo celebre uomo-insetto Gregor Samsa è ancora oggi considerato una personificazione dell’alienazione dell’uomo moderno, spesso in balìa di eventi al di fuori del suo controllo.

Se dovessimo scegliere un personaggio del panorama Disney che si avvicina alla concezione kafkiana dell’uomo, una delle scelte potrebbe ricadere su Paperino. In fondo il nostro eroe piumato, in linea con le altre maschere dell’universo fumettistico e cinematografico disneyano, è un rappresentante dei vizi e delle virtù dell’uomo medio.
Queste sue innate caratteristiche lo rendono il protagonista perfetto de La metamorfosi di un papero, scritta da Nino Russo e disegnata da Andrea Freccero per Topolino #1875. Come suggerisce il titolo, si tratta della parodia che stravolge le atmosfere inquietanti e tenebrose del capolavoro kafkiano.
Franz Kafka: ritratto di un’anima senza pace
Di professione impiegato, Franz Kafka rappresenta uno di quei casi di un letterato che sceglie di scrivere non solo per seguire una sua vocazione, ma anche per trovare una risposta ai suoi dilemmi esistenziali. La sua è una letteratura che nasce dall’esigenza di dare voce alle paure e alle ansie che lo avrebbero accompagnato per il resto della sua vita, sullo sfondo del contesto storico-politico mitteleuropeo.
Nato nel 1883 a Praga (allora parte dell’Impero Austro-Ungarico), Franz Kafka era originario di un’agiata famiglia ebraica di ascendenza aschenazita. Sulla sua infanzia avrebbe pesato gravemente la figura del padre Franz Hermann, con il quale l’autore sviluppò un burrascoso rapporto di amore-odio.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza nel 1906, Kafka trovò un impiego presso le Assicurazioni Generali di Trieste, per poi essere assunto nell’Istituto anti-infortunistico della Boemia nel 1908. Il nuovo lavoro gli permise non solo una rapida carriera, ma anche di dedicare tempo alla letteratura. Tra il 1914 e il 1915, realizzò quello che sono considerati alcuni dei suoi grandi capolavori, tra cui La metamorfosi, Il castello e Il processo. Sfortunatamente Kafka non ebbe modo di portare avanti la sua passione letteraria. Nel 1917 gli venne diagnosticato un principio di tubercolosi che lo avrebbe portato alla morte nel 1924.
L’universo kafkiano
Un elemento molto ricorrente della letteratura di Franz Kafka è quello di porre i suoi personaggi al centro di situazioni angoscianti prive di qualunque fondamento logico. Il protagonista de La metamorfosi è un uomo comune che una mattina, senza un apparente motivo, scopre di essersi svegliato con le sembianze di un enorme insetto.
Proprio per questa inspiegabile circostanza, l’aggettivo “kafkiano” è divenuto col tempo un termine che è entrato a far parte del nostro dizionario. Con esso, infatti, ci si riferisce a situazioni assurde e paradossali. Di fronte a queste situazioni, l’uomo, almeno secondo la filosofia di Kafka, non può far nulla per cambiare le proprie sorti se non quello di subirle passivamente e lasciarsi travolgere dagli avvenimenti.
A questo punto, può sorgere spontanea una domanda: in che modo le allegre e colorate atmosfere Disney si incontrano con il greve grigiore di stampo kafkiano?
La struttura delle vicende
Inanzitutto le due opere si distinguono per la loro struttura narrativa. La metamorfosi di Kafka è un racconto breve suddiviso in tre capitoli che vede Gregor tramutarsi in un insetto e analizza l’enorme peso che tale trasformazione eserciterà sulla sua famiglia.
La metamorfosi di un papero, al contrario, è un’avventura suddivisa in due parti. Il primo tempo permette di familiarizzare con i ruoli dei personaggi Disney nell’insolito contesto narrativo. La parte del protagonista spetta a Paperino, che interpreta per l’appunto l’impiegato Gregor. Il papero è, infatti, un commesso viaggiatore che convive con lo zio Herr Paperonek (Paperone), ricco proprietario di una bottega di tessuti e corrispettivo del signor Samsa, padre del personaggio di Kafka, e con la cameriera russa Paperinova (Paperina), versione dìsneyana di Grete, la sorella di Gregor Samsa.
Non mancano le tradizionali nuove aggiunte, rappresentate dai nipoti Kui, Kuo e Kua e dall’inventore Arkimed (Archimede). A completare il cast, infine, vi è il personaggio di Rocker (Rockerduck), proprietario dell’omonimo circo, nonché rivale in affari di Paperonek.
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C’era una volta a Praga
Nella Praga dei primi del ‘900 Herr Paperonek è un ricco proprietario di un negozio di tessuti che convive con la domestica e i nipoti.
Alle sue dipendenze si ritrova il nipote Gregor/Paperino, un frustrato commesso viaggiatore che sogna di poter estinguere il debito contratto con lo zio (per aver perduto un carico nel Danubio) e di poter vivere una nuova vita con Paperinova e i suoi nipotini. Complice la sua scarsa attitudine al lavoro e la misera qualità dei tessuti di Paperonek, Gregor non riesce a realizzare molte vendite.
Paperonek, stufo dei suoi continui fallimenti, decide di rivolgersi all’inventore del paese, Arkimed. Dietro suo consiglio, fa somministrare di nascosto a suo nipote un medicinale per trasformarlo in un instancabile lavoratore. Sfortunatamente Paperonek ha preso dal laboratorio un concimante chimico per piante che avrà, ben presto, delle condizioni nefaste sul corpo di Gregor/Paperino.
Ma cos’hanno in comune i due protagonisti della parodia e del romanzo, a parte il nome? Innanzitutto, i due Gregor svolgono il medesimo impiego di commesso viaggiatore ed entrambi sono insoddisfatti della propria vita professionale. Il loro lavoro li porta ad avere a che fare con lunghi ed estenuanti viaggi, l’affanno delle coincidenze, pasti irregolari, contatti fugaci.
C’è però una sostanziale differenza. Gregor Paperino, come si è già detto, si presenta come un papero pigro e svogliato, costretto a svolgere il suo impiego per estinguere il debito con l’avaro zio. Per Gregor Samsa, al contrario, il lavoro è indispensabile per mantenere la propria famiglia e per questa ragione si è sempre dimostrato ligio e meticoloso.
Il risveglio…
La scena del risveglio è forse l’unico momento in cui le due opere si intrecciano, per poi prendere nuovamente due strade diverse.
Il racconto si apre con Gregor Samsa che una mattina scopre di essersi trasformato in un enorme insetto. Nonostante il suo iniziale stupore, l’uomo non sembra sconvolto da questa insensata situazione. Anzi, il suo primo pensiero va al ritardo che sta accumulando sul posto di lavoro e alla reazione del procuratore, suo datore di lavoro, che nel frattempo è giunto in casa sua per avere una spiegazione della sua assenza.
Oltre a non fornire una spiegazione sulla metamorfosi, Kafka non specifica in che tipo di insetto si tramuta Gregor Samsa. L’autore usa il termine tedesco “ungeziefer“, ovvero insetto parassita, tradotto spesso come scarafaggio. La scelta del blattide è anche da ricollegarsi al tema di fondo del libro. Il protagonista Gregor conduce una vita al servizio della famiglia; eppure, nonostante tutti i suoi sforzi, si sente un essere ripugnante e squallido come uno scarafaggio.
Nella parodia la situazione appare naturalmente più leggera, nonché più movimentata. Il corpo di Gregor/Paperino ha subito un cambiamento, che però si limita alla comparsa di una folta peluria sul suo corpo. Di fronte alla vista del suo aspetto “mutato”, il papero si spaventa e, senza pensarci due volte, si nasconde sotto il letto.
… e le reazioni della famiglia
A causa della sua nuova forma, Gregor Samsa non riesce ad articolare il corpo, faticando persino ad alzarsi dal letto e a raggiungere l’uscio della sua camera. Alla vista dell’abnorme insetto, il procuratore fugge terrorizzato, mentre la madre ha un collasso. L’unico a dimostrarsi ostile è il padre che, senza pensarci due volte, scaccia Gregor in camera sua prendendolo a bastonate.
Nella parodia, al contrario è la famiglia che fa irruzione nella stanza di Gregor Paperino, scoprendo la sua “metamorfosi”. I familiari, invece di essere spaventati, sono preoccupati per le sue condizioni e cercano in tutti i modi di confortarlo. L’unico a essere preoccupato è Paperonek, essendo lui la causa della trasformazione, e si precipita da Arkimed per farsi dare l’antidoto.
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Tra la camera da letto di Gregor Samsa…
A questo punto, le due storie divergono nuovamente, mostrandoci in che modo i due protagonisti si adattano alla loro metamorfosi. A causa della sua trasformazione, Gregor Samsa vive completamente isolato dalla famiglia nella sua camera, trascorrendo le sue giornate arrampicandosi sui muri e sul soffitto. L’unica a fargli visita è la sorella Greta che ogni mattina si prodiga nel pulire la sua stanza e nel portargli quotidianamente il pranzo, composto da avanzi di cibo.
Ogni tanto, l’uomo-insetto ha modo di udire i discorsi dei suoi cari, scoprendo un’amara verità. Senza il lavoro di Gregor Samsa, la famiglia ha infatti perso il suo unico sostegno economico e può permettersi di campare di rendita per soli due anni. Di conseguenza, i genitori, nonostante la loro età, sono costretti a trovarrsi un lavoro, mentre Greta ha dovuto rinunciare alle sue lezioni di violino.
… e il tendone da circo di Gregor Paperino
Nella storia Disney, Paperino/Gregor viene costretto dallo zio a lavorare nella bottega malgrado le sue condizioni. In quel frangente giunge Rocker, nemico in affari di Paperonek, che scopre fortuitamente la sua metamorfosi e per questo gli fa un’interessante proposta di lavoro. Se si esibirà nel suo circo per un mese come attrazione vivente, Gregor riceverà un cospicuo compenso di 10.000 corone, sufficienti per estinguere il debito con lo zio.
Senza pensarci due volte, Gregor/Paperino accetta, e insieme a Rocker parte per la tournée inseguito per tutta la Cecoslovacchia, a sua insaputa, da Paperonek, che intende somministrare al nipote l’antidoto.
Se per Gregor Samsa la metamorfosi è una maledizione che lo costringe a un isolamento forzato, per Paperino è una splendida opportunità per dare una svolta alla sua vita. Tra l’altro, non deve neanche nascondere la sua trasformazione per timore di essere discriminato per il suo aspetto. Anzi, Paperino diventa la nuova stella del circo Rocker, acclamata dal pubblico.
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La morte di Gregor Samsa e la fine di Gregor Paperino
Nel racconto originale, la famiglia di Gregor Samsa ha deciso di dare in affitto una stanza della casa a tre pignoranti per far fronte alle spese. Una sera, dopo cena, la sorella Greta decide di allietare gli ospiti suonando il violino. Gregor Samsa, attratto dalla musica, esce senza pensarci troppo dalla sua stanza, rivelandosi agli ospiti. Questi, inorriditi, non solo se ne vanno senza pagare, ma pretendono anche un risarcimento.
A questo punto la famiglia decide di sbarazzarsi di Gregor, considerandolo un peso che grava sulle finanzie familiari. A supportare questa decisione è proprio la stessa Greta, l’unica che ha mostrato compassione e affetto nei suoi riguardi. Di conseguenza, l’uomo-insetto decide di morire di inedia, liberando così la famiglia dalla sua presenza.
Anche per Gregor/Paperino si prospetta una “brutta fine”, sebbene dai contorni comici. Dopo alterne fortune, Paperonek e Arkimed riescono a somministrargli l’antidoto, facendolo tornare al suo aspetto originale. Poiché però mancava ancora un giorno di lavoro, Rocker decide di recidere il contratto e di non pagarlo.
A questo punto, tutto sembra tornare alla normalità. Paperino/Gregor ha perso tutta la peluria e può tornare a lavorare nuovamente per lo zio. Tuttavia il nostro eroe è furioso non solo perché ha perso l’opportunità di poter ripagare il debito, ma anche perché ha scoperto che dietro la sua metamorfosi c’è la mano di Paperonek e di Arkimed. Per questo, come spesso accade nelle avventure dei paperi, la parodia si conclude con il tipico inseguimento finale che vede Paperonek ed Arkimed fuggire dalla furia di Paperino, con un… paradossale rovesciamento di ruoli rispetto alle storie disneyane classiche in cui, di solito, è Paperone a inseguire Paperino.
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Cosa può dirci Franz Kafka a proposito del rapporto tra Paperino e Paperone?
Nel realizzare il suo capolavoro, Franz Kafka si è probabilmente ispirato al difficile rapporto che aveva con il padre Hermann Kafka. Alcuni critici ritengono che la trasformazione di Gregor in uno scarafaggio, oltre che allegoria della solitudine umana, è la rappresentazione della più grande paura dell’autore, ossia apparire come un essere insignificante agli occhi del proprio genitore.
Questa conflittualità viene resa più esplicita nella celebre Lettera al padre, con la quale Kafka sfoga tutte le sue frustrazioni nei riguardi del genitore. L’autore, infatti, sembra quasi accusarlo di essere lui la principale fonte di tutte le sue paure e le sue angosce. In questa lettera emerge tutta la sofferenza di Kafka, cresciuto sotto l’autorità del padre, dalla quale non riesce a emanciparsi.
Anche tra Paperino e Paperone vi è un rapporto conflittuale e non sono rare le storie che li vedono impegnati in numerosi battibecchi. Quante volte ci è capitato di vedere Paperone sfoggiare la sua famigerata lista dei debiti per costringere il nipote a svolgere lavori precari o pericolosi? Quante volte Paperino ha provato a chiedere dei prestiti dalla zio, per poi essere preso a pedate?

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Si potrebbe continuare all’infinito con gli esempi, ma è chiaro che alla base dei loro conflitti si trovi spesso il concetto diverso che i due personaggi hanno di lavoro. Paperone, dopotutto, ha costruito la sua fortuna col sudore della sua fronte, affrontando una vita dura e irta di ostacoli. Paperino, agli occhi dello zio, si presenta (secondo alcuni autori) come un fannullone in bolletta che preferisce trascorrere le giornate nell’ozio piuttosto che trovarsi un impiego.
Eppure i due paperi sono legati, nella visione di alrtri autori, da un profondo legame affettivo, al di là delle potenziali divergenze caratteriali. Nella commovente Una lettera da casa di Don Rosa, Paperone confessa alla sorella Matilda di come abbia sofferto la solitudine per molti anni e del sollievo ritrovato da quando ha incontrato Paperino e i nipotini. In loro, infatti, rivedeva lo spirito del clan de’ Paperoni e gli ideali in cui credeva quando era giovane, riuscendo così a scavalcare il recinto in cui si era rinchiuso.
D’altra parte, anche Paperino ha più volte avuto modo di dimostrare di non essere il solito scansafatiche. Sono tante le storie che lo vedono impegnato a svolgere numerosi lavori (qui troverete un nostro elenco), alcuni dei quali gli sono serviti per dimostrare a Paperone tutto il suo valore. In un modo o nell’altro, Paperino ha più volte tentato di emergere dall’ombra dello zio per renderlo orgoglioso di lui.
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“Che poi, questo Kafkian…”
In conclusione, La metamorfosi di un papero è una parodia che intende esplorare il mondo kafkiano mantenendolo entro i confini disneyani. L’opera riesce nell’intento di mantenere inalterato il messaggio di Kafka, pur mantenendo i propri tratti edulcorati e allegri. Dopotutto, a molti sarà capitato di avvertire, almeno una volta nella vita, la paura di essere discriminati dalla società e persino dagli stessi famigliari non solo per il proprio aspetto fisico, ma anche per le scelte che si sono prese.
Entrambe le opere, quindi, sono unite dalle tematiche trattate, con un’unica principale differenza di fondo. Chi leggerà le opere di Kafka avrà modo di notare la passività dei suoi personaggi, quasi a voler sottolineare l’impossibilità dell’uomo di poter cambiare il proprio destino.
Con Paperino, invece, abbiamo imparato che la vita, per quanto possa sembrare dura e ostile, va sempre affrontata con la voglia di cambiarla. Nella parodia, Paperino arriva addirittura a sfruttare il suo nuovo “difetto” per poterne ricavare qualcosa di buono. Da questo punto di vista, lo sfortunato ma instancabile papero non rappresenta solo una maschera, ma un vero e proprio modello.
Antonio Ferraiuolo
Immagini © Disney – Rich Johnson
Fonte:
La metamorfosi e altri racconti, Franz Kafka, Crescere edizioni, 2015