Al Taliaferro è un autore spesso dimenticato presso il grande pubblico, ma quintessenziale per lo sviluppo del cast moderno dei Paperi. Insieme a Ted Osborne, Bob Karp e altri sceneggiatori, fu autore di numerose strisce quotidiane e tavole domenicali che, giunte in Italia per la prima volta tramite Topolino Giornale, continuano a strappare un sorriso anche ai lettori più giovani.
Se Carl Barks è responsabile di un fondamentale sviluppo del mondo dei Paperi per oltre trent’anni, oltre che di notevoli aggiunte al cast (come Zio Paperone, Gastone, Archimede, Amelia e tanti altri) e della creazione della stessa Paperopoli, Al Taliaferro è stato il primo che, su carta stampata, ha tratteggiato gli elementi fondamentali dei personaggi che tutti conosciamo.
Per celebrare dunque l’eredità di questo prolifico autore, vogliamo presentarvi alcune sue strisce in cui i nostri paperi preferiti hanno fatto il loro debutto nel mondo del fumetto. Seguiteci in questo tuffo nel passato!

Qui, Quo e Qua (17 ottobre 1937)
Iniziamo con un grande classico: la tavola domenicale di debutto dei nipotini di Paperino, Qui, Quo e Qua.
I tre nipotini arrivano col botto, letteralmente. La tavola si divide in tre strisce. Nella prima, Paperino apprende dalla sorella Della di essere stato prescelto per la cura dei nipotini mentre loro padre è in ospedale a causa di uno scherzo architettato dai figli con un petardo. Nella seconda, lo zio apre la porta per accogliere Qui Quo e Qua quando sente un rumore proveniente dall’esterno. Apre quindi la porta per capire cosa sta accadendo e prende una scossa.
Nella terza striscia, compaiono finalmente i nipotini. Paperino rientra in casa e riceve una gelida secchiata d’acqua in testa: Qui Quo e Qua fanno il loro ingresso nella vita di Paperino e nel nostro cuore.
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In primo luogo, vale la pena soffermarsi ad osservare il ritmo impeccabile di questa tavola. L’autore manifesta un eccezionale talento nel ritrarre le espressioni e le movenze di Paperino. Il suo sguardo rivolto al pubblico per commentare in silenzio la lettera della sorella, le sue facce moltiplicate mentre cerca i nipotini uscito fuori di casa, il classico volto imbronciato di Paperino mentre rientra nell’abitazione, e infine il contrasto tra il suo sguardo sorpreso e quello innocente dei nipotini.
Secondariamente, Al Taliaferro eccelle anche nel trasporre l’animazione dei paperi sulla carta. Preso dalla scossa, Paperino balza immediatamente in alto, per poi spiaccicarsi al suolo, con la classica tecnica squash and stretch prevalente nei cartoni animati. Allo stesso modo, un sapiente uso è fatto delle linee nere con cui l’autore enfatizza le scene più veloci e i rumori più forti, consentendo, per esempio, di rendere alla perfezione la corsa di Paperino fuori da casa. D’altronde, all’epoca di Al Taliaferro, l’animazione era il medium con cui i paperi erano più noti al pubblico, dunque l’autore si richiama ai classici corti per interpretare i personaggi e descriverne l’azione.

In ultima istanza, ha merito ricordare che la versione dei nipotini qui rappresentata è primordiale: si tratta ancora dell’archetipo dei Qui Quo e Qua discoli, solo dediti a giocare e a burlarsi dello zio. Successivamente, autori come Carl Barks e Rodolfo Cimino, oltre alla serie Ducktales, renderanno i nipotini più responsabili, tanto da essere spesso loro ad aiutare lo zio a superare le difficoltà della vita.
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La tavola di Taliaferro esce mentre è in lavorazione il corto I nipoti di Paperino (Donald’s Nephews), uscito nelle sale statunitensi il 15 aprile 1938. Il fumettista può dunque attingere al cortometraggio in produzione per la propria tavola: infatti, seppur con qualche differenza, in entrambe le versioni troviamo sia la lettera della sorella a Paperino con cui gli affida i tre paperotti sia il loro arrivo rocambolesco.
Tuttavia, la paternità dei tre nipotini è da attribuire a Taliaferro, e non agli autori del cartone animato. Questo è confermato da un memo del Walt Disney Productions Story Department inviato a Taliaferro il 5 febbraio 1937, in cui si ringraziava il fumettista della sua idea di affiancare a Paperino dei nipotini, come era avvenuto a Topolino con Tip e Tap, e si comunicava l’intenzione di realizzare un cartone con questi personaggi.
Ciccio (9 maggio 1938)
Ecco ora l’analoga e altrettanto semplice striscia di apparizione di Ciccio Dell’Oca (Gus Goose in inglese).
La sequenza di eventi è molto simile a quella che ha visto protagonisti i nipotini. Paperino si sta godendo la sua vita da papero solitario, quando un postino si fa latore di un’infausta notizia: un nuovo parente sopraggiungerà a rovinare il meritato relax del papero!
Ciccio irrompe nella vita di Paperino: un soffio di vento lo accompagna, e il povero papero non fa nemmeno in tempo ad accorgersi dell’ingresso del suo curioso parente, sino a quando non lo vede intento a sbafarsi le sue leccornie.
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Anche qui si riscontra una superba attenzione ai dettagli che rimanda all’animazione: oltre alla sonora onomatopea SWISH che rende l’idea della rapidità con cui Ciccio si fionda sul cibo, notevoli sono anche le esagerazioni.
L’entrata di Ciccio infatti è così potente da staccare l’intonaco del muro e a stordire completamente Paperino. Ciccio è un tornado, che in tempo record riesce a mettersi a tavola, iniziare a gustare le pietanze, e comicamente alzare il cappello per salutare lo stanco anfitrione.
Due curiosità:
1) Questa non è la prima apparizione di Ciccio dell’Oca. Egli farà la sua vera e propria comparsa in un cameo in un quadro che Paperino tenta, inutilmente, di appendere (striscia del 6 aprile 1938).
2) Al Taliaferro realizza questa striscia mentre la più nota comparsa sul grande schermo di Ciccio era in produzione, ispirandosi al soggetto del cortometraggio Il cugino di Paperino (Donald’s Cousin Gus). Dunque, se il primato della realizzazione spetta a Karp e Taliaferro, quello dell’idea va attribuito ai creatori del cortometraggio.
Paperina (4 novembre 1940)
Cos’è l’amore, se non quella straordinaria forza che unisce gli opposti, trasforma il furore in gentilezza, e la tristezza in letizia?
Quella tra Paperino e Paperina è una delle relazioni più longeve della storia dell’animazione. Siamo così abituati a vederli insieme, nella gioia e nel dolore, che ci sembra una realtà scolpita nel destino, quasi come se nelle stelle vi fosse scritto della loro relazione. Ma, come può essere facile dimenticare, quella tra Paperino e Paperina è una storia che ha avuto un inizio: parte proprio dalla penna di Al Taliaferro.
Paperino è informato dai nipotini del nuovo vicino che, per insediarsi nell’immobile, rischia di rovinare la siepe del papero. Irato alla scoperta della notizia, irrompe nel giardino per dirne quattro all’incauto nuovo venuto. Ma presto egli calma i bollenti spiriti, realizzata la sua identità: si tratta della bella Paperina. Allora Paperino, dimentico del suo passato furore, si affanna a tagliare la siepe per consentirle il passaggio
Questa striscia riesce brillantemente nell’intento di ritrarre la trasformazione di Paperino. Il suo volto arrabbiato si muta presto: dallo stupore al colpo di fulmine, Al Taliaferro accompagna il lettore nel repentino turbine di emozioni che prende il papero. Anche nelle parole Paperino manifesta il cambiamento: se le prime due vignette sono colme di dure minacce, il silenzio poi avvolge le ultime tre, rotto solo da un balloon con un eloquente cuore pulsante.
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Lo stile cartoonesco qui si manifesta, oltre che nelle consuete scelte ritmiche, nel ritratto di Paperina come personificazione della grazia stilnovistica. Una dolce e angelica figura, la cui voce ammaliante è sufficiente a sedare anche il più iracondo dei paperi.
Insomma, Paperina fa il suo ingresso alla grande. Il suo grazioso sorriso, unito al colpo di scena della sua comparsa, rende questa vignetta una delle migliori dell’autore dal punto di vista narrativo. Egli è riuscito a condensare la passione amorosa di questa storica coppia in cinque brevi vignette. Chi non ricorderebbe un simile inizio?
Nel caso di Paperina, le strisce si discostano dall’esordio animato del personaggio. La fidanzata di Paperino, infatti, fa il suo esordio sullo schermo in Paperino e l’appuntamento (Mr. Duck Steps Out), uscito negli Stati Uniti il 7 giugno 1940, precedendo dunque la striscia di esordio. La situazione è diversa: nel corto i due paperi hanno un appuntamento organizzato, che verrà movimentato non poco dalla presenza dei nipotini!
Bolivar (17 marzo 1938)
A chi piacciono gli animali domestici? Alla Banda Disney, senza dubbio! Dal celeberrimo Pluto, allo stoico Malachia, dall’extraterrestre Flip, al focoso Billy. Ma la famiglia di Paperino risulta sprovvista di questa grande ricchezza. O forse no?
Spesso dimenticato anche dagli appassionati, a causa del suo scarso uso al di fuori di Barks e Al Taliaferro, il sanbernardo Bolivar è rimasto nei nostri cuori per la sua goffaggine, ma anche per la sua capacità di esserci quando serve. E se le più complesse storie barksiane hanno giocato molto su vari aspetti della sua personalità, (come il suo ruolo di soccorritore alpino), ad Al Taliaferro si deve la sua introduzione nel mondo del fumetto.
La breve striscia incapsula perfettamente lo spirito del personaggio. Goffo ma bonaccione, si spaventa vedendo arrivare Paperino, nascosto in una scatola di legno per sottrarre una mela. Allora subito si lancia sulla scatola, per poi rimanere fermo nella sua iconica posa con gli occhi alzati al cielo.
Vedere i paperi giocare con Bolivar ci fa annusare un profumo di famiglia. Ci si sente a casa, senza pensieri, a capire chi, tra noi e il nostro amico animale, vincerà nell’ennesima battaglia amichevole. Il simpatico cagnone complementa perfettamente la personalità giocosa del Paperino di Al Taliaferro, e la sua calma placida bilancia in modo sublime l’ira del focoso papero. Un’introduzione senza troppe ambizioni, ma senza dubbio memorabile e funzionale al suo scopo.
Il debutto a fumetti di Bolivar segue di due anni quello sullo schermo. Un sanbernardo senza nome salva Paperino dal congelamento nel classico corto di Topolino Gli alpinisti (Alpine Climbers) del 1936, e nello stesso anno un cane sanbernardo di nome Tolivar accudisce tre gattini in Gattini in festa (More Kittens) della serie Silly Symphony. Luca Boschi ne La grande dinastia dei paperi sostiene che l’idea di affiancare ai tre gattini un grosso e placido sanbernardo sia stata proprio suggerita da Taliaferro ai colleghi del settore animazione, che avrebbero scelto di chiamarlo Toliver – la cui pronuncia è simile ad una storpiatura di Taliaferro dovuta all’accento californiano – proprio in onore del fumettista.
Nonna Papera (27 settembre 1943)
Tutti vogliono bene ai nonni! Per questo, quando arrivano a visitarci, è sempre una festa. Che siano i deliziosi manicaretti, o le storie del passato, o i discorsi sulla vita di tutti i giorni, è un momento di piacere per tutta la famiglia.
E Qui Quo e Qua lo sanno bene. Per questo, sapendo dell’arrivo di Nonna Papera, sono emozionatissimi. Ma Paperino li ferma immediatamente: la nonna è molto severa sull’igiene personale, e i nipotini non possono certo essere da meno.
Dunque Paperino agisce immediatamente per evitare la brutta figura, premurandosi che Qui, Quo e Qua si lavino il collo. Ma se i nipotini sfuggono dalla strigliata, lo stesso non si può dire del povero zio. La nonna si fionda su Paperino e, tra le risate dei nipotini, riporta la pulizia nella famiglia.
Nonna Papera fa una fantastica prima impressione: ci si aspetta che il lettore si sganasci dalle risate alla scena, che è strutturata con pura maestria, sia per tempi comici che per esecuzione. Le espressioni facciali, già un punto forte di Al Taliaferro, sono qui punto cardine di tutta la sequenza.
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Nelle sue prime due vignette, Nonna Papera ha uno sguardo irritato. La pulizia è importantissima per lei, quasi come se avesse un radar per lo sporco. E dunque immediatamente si scaglia su Paperino. Non solo questa è la manifestazione più sincera dell’affetto che una nonna può dare, ma ci ricorda una lezione importante: davanti ai nonni, saremo sempre bambini, anche se abbiamo noi stessi dei nipoti!
Oltre all’iconica smorfia imbronciata di Paperino di fine striscia, vi facciamo notare l’espressione divertita dei nipotini e del passante: l’obiettivo del papero era evitare di attirare l’attenzione. Vana speranza.
In parallelo con la striscia di Ciccio, ci sono due curiosità:
1) Anche in questo caso, una primissima apparizione del personaggio si trova in un quadro appeso in casa di Paperino, dietro a cui questi cerca di nascondere il denaro per timore di un furto in banca (tavola domenicale dell’11 agosto 1940)
2) La scena del lavaggio del collo viene ripresa da Carl Barks nella storia I tre paperini e Nonna Papera. Nella versione dell’uomo dei paperi, però, il malcapitato che non ha lavato il collo è Ciccio.

Paperino (16 settembre 1934)
E infine, ecco il protagonista per eccellenza, colui che ha dato inizio a tutto il mondo dei Paperi! La tavola domenicale in cui compare per la prima volta Paperino è l’adattamento a fumetti di Al Taliaferro del cortometraggio di esordio del papero vestito da marinaio: La Gallinella Saggia, corto della serie Silly Symphonies uscito nelle sale il 9 giugno 1934.
Seppur con alcune differenze rispetto al corto, la sostanza è la stessa: l’etica del lavoro. La morale della favola è che nulla nella vita si può ottenere senza fatica, e la gallinella è la voce della ragione per Paperino e il suo degno compare Meo Porcello.
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Due sono le scene: prima fingono di aver aiutato la gallinella a trovare uno dei suoi pulcini, e poi le chiedono ospitalità dopo essere rimasti senza casa a causa della loro pigrizia. Come presentazione del nostro papero non c’è male, sebbene si tratti ancora di un personaggio monodimensionale.
Infatti questa è solo un’ombra, non già del Paperino di Carl Barks, ma anche della futura versione di Paperino targata Al Taliaferro: sì indolente, ma anche iraconda e dispettosa. Il noto papero è un prisma di difetti, che già nelle primitive strisce dell’autore si rivelano in tutta la loro esilarante dinamicità.
I Paperi di Taliaferro: un tesoro da riscoprire!
Dunque, questo è tutto, e non è mica poco! Si tratta infatti del nucleo fondamentale del mondo dei Paperi su cui poi Carl Barks ha costruito quell’inestimabile tesoro di storie che tutti noi conosciamo e amiamo. Che dire di più? Non ci resta che salutarvi e invitarvi a recuperare le strisce di Taliaferro, per divertirci con le versioni “giovanili” dei nostri paperi preferiti!
Lorenzo Oliva
Immagini © Disney – Panini Comics
Fonti:
The Don Rosa library – Zio Paperone & Paperino 15
La grande dinastia dei paperi 25 – Il personaggio: Bolivar
Animation Anecdotes #241- Cartoon Research
Ciccio – Wikipedia