Paperon de’ Paperoni è un personaggio di fantasia creato da Carl Barks nel 1947. Zio materno di Paperino, viene anche chiamato Paperone o Zio Paperone. È il Papero più ricco del mondo.
Prima apparizione di Paperon de’ Paperoni
Paperon de’ Paperoni esordisce su Four Color Comics numero 178, nel dicembre del 1947, nella storia scritta e disegnata da Carl Barks Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Christmas on Bear Mountain). Concepito inizialmente per avere un ruolo secondario, il personaggio è ispirato, nel nome e nel carattere, al celebre Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Charles Dickens.
Ne Il Natale di Paperino su Monte Orso, Zio Paperone offre a Paperino e ai nipotini un soggiorno nella sua baita in montagna per trascorrere il Natale – una festa che, similmente alla sua controparte dickensiana, il papero detesta con tutto se stesso. L’intento del vecchio e burbero miliardario è quello di giocare un crudele scherzo ai parenti, spaventarli a morte e divertirsi alle loro spalle. La situazione scatenerà una serie di circostanze rocambolesche che porteranno Paperone a riconoscere nei nipoti, nonostante tutto, un animo nobile e coraggioso.
Paperone non avrebbe dovuto essere un personaggio ricorrente, ma il gradimento del pubblico portò Barks a svilupparlo e approfondirlo in storie successive, fino a trasformarlo in uno dei personaggi più amati e complessi della Banda Disney. Basti pensare che la sola storia d’esordio è stata pubblicata in Italia in più di 20 ristampe, la prima delle quali divisa in puntate sui numeri di Topolino Giornale dal 677 al 684.
Storia di Paperon de’ Paperoni
Paperon de’ Paperoni è l’unico tra i principali personaggi Disney per cui si possa parlare di una vera e propria biografia. Ci sono in particolare due diverse versioni della vita del Papero più ricco del mondo, quella statunitense e quella italiana.
Biografia statunitense
La versione più dettagliata della biografia di Paperon de’ Paperoni è opera del fumettista statunitense Keno Don Hugo Rosa, meglio noto come Don Rosa. Tra il 1992 e il 1994, l’autore ha realizzato La $aga di Paperon de’ Paperoni (Life and Times of $crooge McDuck), un’opera in 12 capitoli, a cui dal 1998 al 2001 sono stati aggiunti 6 capitoli extra.
La Saga è un lavoro minuzioso che copre 80 anni di vita di Paperone, dal 1867, anno in cui si suppone il personaggio abbia 10 anni, fino al 1947, e più precisamente fino agli avvenimenti immediatamente successivi a quelli svoltisi in Paperino e il Natale su Monte Orso, ricollegandosi così all’esordio del personaggio inventato da Carl Barks.
Don Rosa ha ricostruito la vita di Paperone basandosi su quanto letto nelle storie di Carl Barks. Ogni dettaglio, anche solo brevemente accennato in queste storie, è stato preso in considerazione per raccontare in maniera coerente come abbia fatto a diventare il Papero più ricco del mondo. L’autore ha necessariamente omesso o modificato alcuni elementi che sarebbero risultati in contraddizione tra di loro, in quanto Barks prediligeva storie autoconclusive, che fossero godibili anche da chi non ne avesse lette altre, e dunque non si preoccupava di eventuali incongruenze tra i suoi stessi lavori. Al contrario, Don Rosa ha cercato di far combaciare come in un puzzle tutti i pezzi, rimanendo il più possibile fedele alle opere di Carl Barks.
Oltre a questo criterio di “fedeltà barksiana”, nella Saga Paperone non agisce in un “universo parallelo” di soli Paperi, ma in un contesto storico e reale: incontra personaggi esistiti veramente e partecipa ad avvenimenti realmente accaduti. Queste caratteristiche hanno conferito alla biografia di Don Rosa un elevato livello di credibilità e verosimiglianza, tanto che la $aga è considerata da molti la versione di riferimento della vita di Paperone.
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Secondo La $aga di Paperon de’ Paperoni, il papero nasce in Scozia nel 1867 da Fergus de’ Paperoni (Fergus McDuck) e Piumina O’Drake (Downy O’Drake): la sua famiglia discende dal nobile clan scozzese dei de’ Paperoni, caduto in disgrazia molti anni prima della nascita di Paperone. Ha due sorelle, di poco più giovani di lui: Matilda (Matilda McDuck, secondo Don Rosa nata nel 1871) e Ortensia (Hortense McDuck, nata nel 1876).
La famiglia di Paperone è povera e demoralizzata dalla desolante situazione in cui versano le fortune del clan. Sperando di poter donare un futuro migliore al figlio, Fergus decide di costruire un kit da lustrascarpe da regalare a Paperone per il suo decimo compleanno. Chissà che, oltre che a guadagnare qualche soldo per aiutare la famiglia, questo possa aiutarlo a trovare la sua strada per diventare qualcuno.

Fergus non si limita a procurare al figlio il suo primo lavoro, ma orchestra anche il suo primo affare. Si accorda con Burt, uno scavafossi, in questi termini: l’uomo si farà pulire gli stivali da Paperone, ma lo dovrà pagare con una moneta americana, senza nessun valore in Scozia. In questo modo il padre vuole insegnare due importantissime lezioni di vita al figlio: la dedizione al duro lavoro e la diffidenza nei confronti di imbroglioni e truffatori.
Il piano di Fergus si rivela azzeccato: lo scavafossi paga il piccolo Paperone semisvenuto per la fatica con il decino americano. Il giovane lustrascarpe, una volta rinvenuto, si accorge della truffa. Il papà ha colpito nel segno: Paperone sembra aver imparato la lezione, e pronuncia un giuramento a se stesso cui sarà fedele per tutta la vita:
Che mi serva di lezione! La vita è piena di lavori duri e ci saranno sempre dei furbi pronti a imbrogliarmi! Beh, sarò più duro dei duri e più furbo dei furbi… e farò quadrare i miei conti!
Paperone decide di conservare gelosamente quella prima moneta, anche se frutto di un inganno: diventerà la Numero Uno, simbolo della sua ricchezza e fonte di ispirazione per tutti i suoi affari.
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L’episodio cambia improvvisamente la vita di Paperone, che si getta entusiasticamente nel suo nuovo lavoro: oltre a lustrare scarpe, diventa venditore di torba per riscaldare le case dei ricchi. All’età di 13 anni si reca fino a Colle Fosco (Dismal Downs in originale) con il pretesto di raccogliere torba per il suo commercio: in realtà sente il forte richiamo del castello dei de’ Paperoni, ormai abbandonato.
Costretto a entrare nel maniero per sfuggire ai Whiskervilles, storici nemici dei de’ Paperoni, Paperone ha un incontro con uno strano custode: si tratta in realtà del fantasma del Duca Quaquarone (Sir Quackly McDuck), illustre antenato del clan.

Quaquarone convince il giovane Papero a partire per l’America, dove potrà trovare molte più opportunità per arricchirsi e avere successo: Paperone segue il suo consiglio, e si imbarca come mozzo in una nave diretta a New Orleans.
Al momento della partenza, papà Fergus e lo zio Jake de’ Paperoni (Jake McDuck, 1832-1900/02) gli affidano gli unici due “tesori” del clan: l’orologio del bisnonno e la sua dentiera d’oro. Il piano di Paperone è quello di raggiungere suo zio Angus “Manibuche” de’ Paperoni (Angus “Pothole” McDuck) che si è trasferito da tempo negli USA.
Il giovane Paperone arriva negli Stati Uniti nel 1880, a Louisville: lì trova lo zio Manibuche, con il quale intraprende la prima “caccia al tesoro” della sua vita. Lo zio di Paperone, infatti, è alla ricerca dell’oro trasportato dalla Drennan White, un’enorme nave fluviale inabissatasi anni prima nel Mississippi.
Durante questa avventura, Paperone si scontra per la prima volta con i Bassotti (Beagle Boys), assoldati da Porcello Suinello (Porker Hogg) – un rivale di Manibuche – per sottrarre l’oro ai due de’ Paperoni. In questa occasione incontra anche il meccanico Cacciavite Pitagorico (Ratchet Gearloose), nonno del ben più famoso Archimede Pitagorico (Gyro Gearloose).

Al termine dell’avventura fluviale, Manibuche decide di ritirarsi a vita privata per scrivere una fortunata serie di romanzi a puntate, e vende il suo battello al nipote. Paperone diventa quindi trasportatore fluviale: purtroppo l’attività si rivela rapidamente poco redditizia, a causa dell’avvento delle ferrovie che ha reso obsoleto il trasporto via acqua.
La sua esperienza come trasportatore si chiude nel 1882, quando un nuovo assalto dei Bassotti provoca l’esplosione del battello di Paperone. Il giovane Papero decide quindi di andare verso ovest, in cerca di fortuna.
Accade però un imprevisto: il treno su cui viaggia Paperone viene assaltato dalla banda di Jesse e Frank James, due temutissimi rapinatori dell’epoca. Il Papero riesce a renderli inoffensivi, ma cade dal treno mentre cerca di inseguirli: deve quindi proseguire il viaggio a piedi nei pericolosi e desolati territori del Montana.
Per sua fortuna si imbatte nel famoso allevatore Murdo MacKenzie (1850-1939), che lo assume come cowboy: lavora per MacKenzie fino al 1884. In questo periodo conosce anche un giovane Theodore Roosevelt (1858-1919) e assiste alla terribile eruzione del vulcano Krakatoa (1883) durante un viaggio in Indonesia per commerciare bestiame, dopo essersi imbarcato sul Cutty Sark (un veliero realmente esistito) del capitano Moore.

Nel 1884 la crisi dei grandi allevamenti di bestiame costringe MacKenzie a licenziare i suoi uomini: Paperone decide allora di intraprendere l’attività di minatore a Butte, in Montana, sperando di trovare l’argento. Il Papero scopre invece un piccolo filone di rame, un metallo poco prezioso la cui valutazione sta tuttavia crescendo per il suo utilizzo nei cavi dell’energia elettrica, da poco introdotta negli Stati Uniti.
Paperone vende la dentiera d’oro del bisnonno per acquistare il materiale da cercatore: in questa occasione incontra il padre di Rockerduck, Howard Rockerduck. Howard è un ex-cercatore arricchitosi nella corsa all’oro del 1848, che impartisce al nostro una lezione su come si scava col piccone e si cerca il metallo.

L’aiuto di Rockerduck non si limita a questo. Il magnate svela a Paperone un cavillo legale che lo può rendere ricco per la prima volta nella sua vita. La sottile vena di rame scoperta da Paperone si estende infatti fino alla collina dell’Anaconda, di proprietà del “re del rame” Marcus Daly (1841-1900). Grazie alla via legale suggeritagli da Howard, Paperone riesce a strappare a Daly la collina e con essa tonnellate e tonnellate di rame.
Ben presto è però costretto a rivendergliela: il giovane cercatore riceve un telegramma dalla sua famiglia, che gli chiede di tornare a casa con quanti più soldi possibile perché non riesce più a pagare le tasse e sta per perdere il possesso del castello de’ Paperoni. Paperone deve quindi accettare suo malgrado un’offerta di 10.000 dollari da Daly e imbarcarsi su una nave per tornare in Scozia.

Paperone torna a casa nel 1885: sono passati 5 anni da quando è partito come mozzo per New Orleans. Il suo ritorno permette alla famiglia di salvare il castello, anche se questo comporta il sacrificio di tutti i dollari guadagnati fino a quel momento. È un momento cruciale per il futuro di Paperone: ispirato da un arcobaleno che si staglia nel cielo dopo una notte burrascosa, decide di diventare cercatore d’oro.
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La ricerca del nobile metallo porta Paperone prima in Sudafrica (1886-89, dove incontra per la prima volta l’arcinemico Cuordipietra Famedoro), di nuovo negli Stati Uniti (1889-1893) e poi in Australia (1893-1896). Nessuna di queste tre esperienze lo rende ricco: nonostante siano degli apparenti fallimenti, sono invece tappe fondamentali per lo sviluppo delle sue capacità di sacrificio, delle sue abilità di cercatore, della sua intelligenza e della sua furbizia.
Durante la parentesi australiana Paperone incontra Jabiro Kabirgi, uno sciamano che gli permette di guardare attraverso un cristallo “profetico”: il cercatore intravede dei segni che interpreta come quelli di un’aurora boreale. Decide quindi di tornare in America, questa volta nello Yukon.

Paperone giunge così nel 1896 nelle terre del fiume Yukon, tra Alaska e Canada: appena arrivato, perde tutti i suoi soldi a causa di uno sfortunato incontro col leggendario sceriffo Wyatt Earp (1848-1929) ed è perciò costretto a contrarre il primo (e unico) debito della sua vita per acquistare gli attrezzi da cercatore.
Nonostante questa disavventura iniziale, finalmente Paperone si trova al posto giusto al momento giusto: infatti è stato appena scoperto un ricchissimo giacimento d’oro sul fiume Klondike, un piccolo affluente dello Yukon.

L’infido Soapy Slick, lo strozzino che gli ha concesso il prestito, si affretta subito a imporre un tasso di interesse del 100% al mese: questa e altre difficoltà non fermano però la determinazione di Paperone, che riesce a superare il pericoloso Ghiacciaio Collo d’Alce e a scoprire una valle inesplorata, la Valle dell’Agonia Bianca. Paperone mette a frutto gli anni d’esperienza nella ricerca dell’oro: capisce che quella valle può nascondere un grande giacimento d’oro.

Paperone si stabilisce nella valle, costruendosi una capanna di tronchi e vivendo in completa solitudine, in compagnia solo degli animali selvatici. Non può però evitare di dover scendere a Dawson, il più vicino centro abitato, per comprare gli attrezzi di cui ha bisogno e per pagare a Slick gli enormi interessi del suo prestito. La città che gli si para davanti è un covo di cercatori falliti, ladri di concessioni e imbroglioni.
Paperone è ormai avvezzo a trattare con queste figure, e riesce a sfuggire ai loro agguati. Purtroppo, poco dopo aver registrato la sua concessione, cade in un’imboscata di Soapy Slick, intenzionato a derubarlo della sua concessione.
Il truffatore lo lega nel suo “casinò galleggiante” e lo dileggia leggendo le lettere dei suoi genitori: proprio da una di queste lettere, lette beffardamente da Slick, Paperone scopre della morte di sua madre Piumina. Questa notizia scatena la furia del Papero, che devasta il casinò di Slick e trascina il truffatore in prigione.

Soapy Slick non è l’unico abitante di Dawson con cui Paperone ha a che fare: in questi anni conosce anche Doretta Doremì (“Glittering” Goldie O’Gilt), la “stella del Polo”. Doretta è una ballerina, proprietaria della sala da ballo La Bolla d’Oro (Blackjack Ballroom): sembra provare un qualche interesse per quel Papero duro, solitario, così diverso da tutti gli altri cercatori.

Poco tempo dopo l’avventura con Slick, Paperone fa la scoperta che dà definitivamente il via alla sua scalata verso la ricchezza: trova un’enorme pepita, delle dimensioni di un uovo d’anatra, nota come “pepita uovo d’oca” o “pepita uovo d’anatra”. È il 1897: all’età di trent’anni, dopo fallimenti e delusioni, finalmente Paperone sembra aver trovato la strada del successo.
La sfida che ora gli si para davanti è come tenere le redini di tale successo e come ampliarlo: una sfida che sin dalle prime battute si preannuncia non meno ardua delle precedenti. Paperone infatti viene invitato da Doretta a bere un caffè: la Papera ha però drogato la bevanda per impadronirsi della preziosa pepita.
Il cercatore si risveglia semisepolto nella neve alcuni chilometri fuori Dawson, e si dirige verso la Bolla d’Oro per recuperare il suo oro. Nessuno può resistere alla furia del “re del Klondike“: Doretta deve restituirgli la pepita, ma questo non basta per ripagare Paperone del torto subito. Decide di dare una lezione alla ladra: la rapisce e la porta nella sua concessione per insegnarle il duro – ma onesto – lavoro del cercatore.
I due trascorrono un burrascoso mese nella valle dell’Agonia Bianca in cui quell’iniziale attrazione reciproca si trasforma in vero e proprio innamoramento. Paperone però è spaventato da quello che potrebbe nascere tra lui e Doretta, e decide quindi di lasciarla andare: nonostante un’occasione di possibile riavvicinamento, i due innamorati non si rivedranno più fino al 1953.
Paperone rimane nel Klondike fino al 1899, anno in cui guadagna il suo primo milione di dollari. Decide poi di abbandonare la sua concessione, ormai esaurita: prima di andarsene, acquista dal suo amico cercatore Casey Coot la proprietà di un terreno nel Calisota, negli Stati Uniti.
Negli anni seguenti, Paperone mette a frutto le sue ormai eccezionali abilità affaristiche: compra la banca di Whitehorse (Canada) per diventare un uomo d’affari e si getta con profitto in innumerevoli attività. Diventa miliardario già nel 1902: sviluppa un particolare affetto verso il suo primo miliardo di dollari, che porta con sé in dei barili nonostante ciò aumenti notevolmente il rischio di furti. Una volta ottenuto questo straordinario traguardo, torna in Scozia per stabilire lì il suo impero nascente.

Paperone trova papà Fergus e le sorelle ad attenderlo: sono gli unici contenti del suo ritorno. Gli abitanti del villaggio infatti non gli perdonano di aver abbandonato la sua terra e lo accolgono in malo modo, invidiosi del suo successo. Questa reazione e altri avvenimenti fanno a capire al giovane miliardario di non appartenere più a quella cultura: decide di trasferirsi negli Stati Uniti in quel terreno comprato da Coot con il padre e le sorelle.
Fergus non vuole però abbandonare il castello de’ Paperoni: si sente troppo vecchio per affrontare un viaggio di quelle proporzioni, ma desidera che Paperone porti con lui Matilda e Ortensia negli Stati Uniti per regalare loro una nuova vita. In realtà Fergus sa che il suo tempo è ormai finito: muore proprio la notte in cui i suoi figli partono per il Calisota, all’età di 67 anni.

Paperone, Matilda e Ortensia arrivano quindi negli Stati Uniti per stabilirsi sulla proprietà acquistata da Casey Coot. Il terreno si trova nel piccolo villaggio di Paperopoli (Duckburg): sorge su una ripida collina, la collina Ammazzamuli, occupata dai resti di un antico forte dei tempi di sir Francis Drake (1540-1596).
Paperone decide di costruire sulla collina, ribattezzata collina Ammazzamotori (Killmotor Hill), un enorme Deposito per i suoi soldi. In questa occasione conosce alcuni abitanti di Paperopoli: Elvira Coot (la futura Nonna Papera), suo marito Humperdink Duck e i tre figli Daphne (futura madre di Gastone), Eider (padre di Paperoga) e Quackmore. Proprio quest’ultimo si innamora all’istante di Ortensia: ben presto i due, che condividono un carattere estremamente irascibile, si fidanzano.
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Paperone continua a espandere il suo impero e a riempire il proprio Deposito: negli anni seguenti è spesso lontano da casa, impegnato in pericolosi viaggi d’affari. Nel 1906 si trova a Panama con Matilda e Ortensia, durante la costruzione del famoso canale: in quest’occasione conclude il “peggiore affare della sua vita”, cedendo al presidente Roosevelt un enorme tesoro in cambio di un orsacchiotto di pezza.
In questo periodo, assieme alla sua ricchezza aumentano anche la sua avidità e la sua irritabilità, cosa che le sorelle non mancano di sottolineare. Per dimostrare loro di come queste siano caratteristiche necessarie per il successo, Paperone decide di portarle con sé in un viaggio in Africa, nel 1909.
Matilda e Ortensia vedono con i propri occhi quanto ormai il fratello sia cinico e spregiudicato. Decidono di abbandonarlo dopo averlo visto compiere l’unica azione disonesta della sua vita: la devastazione di un villaggio di indigeni per convincere il capovillaggio e sciamano Matumbo a cedergli un terreno con l’inganno.
Dopo essere riuscito nel suo intento, Paperone torna nella tenda dove apprende della fuga delle sorelle e trova una lettera che spiega le motivazioni della loro decisione: capisce finalmente il suo errore e, colto dal rimorso, si ripromette di fare pace con loro.

Oltre che con la sua coscienza, Paperone deve fare i conti con la vendetta di Matumbo: lo stregone gli mette alle calcagna Gongoro, uno zombie che lo perseguita con un feticcio maledetto. Fortunatamente, il mostro non riconosce Paperone, che può quindi sfuggirgli facilmente. Il ricco Papero vuole dunque tornare a Paperopoli dalle sorelle, ma finisce ben presto per cedere al richiamo degli affari e dei tesori nascosti: viaggia in Europa, Arabia, Turchia, Olanda, fino addirittura al Polo Nord.
Nel 1910 si reca poi in Russia dallo zar Nicola II (1868-1918) per comprare dozzina di preziose uova Fabergé, in vendita causa “rivoluzione imminente”; nel 1912, dopo aver recuperato il preziosissimo Rubino striato da alcuni briganti del Bazookistan, decide di tornare a casa a bordo del transatlantico Titanic.
La nave cozza contro un iceberg e affonda lentamente, mentre Paperone riesce a mettersi in salvo su una scialuppa: il Papero, ispirato da quanto accaduto, si dedica negli anni successivi al recupero di tesori sottomarini. Prosegue con le sue continue deviazioni in Sud America e in Asia: in questa occasione scopre di aver imparato a nuotare nel denaro contante come se fosse acqua.
In tutti questi anni, Paperone deve continuamente sfuggire al Gongoro, che continua a perseguitarlo: finalmente nel 1919, mentre si trova nell’isola polinesiana di Rippan Taro, uno sciamano lo libera dalla persecuzione dello zombie in cambio del Rubino.

Paperone continua a concludere gli affari più disparati per i successivi 10 anni. Finalmente nel 1930 torna a Paperopoli, che nel frattempo è diventata una metropoli sviluppata attorno alle attività del magnate. Il Papero torna al suo Deposito, dove trova la famiglia ad accoglierlo: Matilda e Ortensia, con suo marito Quackmore e i figli gemelli Paperino (Donald Duck) e Della (nati, secondo Don Rosa, nel 1920) sono decise a dimenticare il passato per rivedere il fratello. Paperone caccia via tutti in malo modo: i tanti anni passati lontani da casa gli hanno indurito il cuore.
Non è più in grado di apprezzare il valore della famiglia: nella sua visione del mondo, anche i familiari sono potenziali scrocconi che vogliono portargli via il suo denaro. Profondamente offese da questo trattamento, Matilda e Ortensia se ne vanno, giurando di non vederlo mai più. Paperone in un primo momento sembra capire l’errore commesso, ma una grossa sorpresa lo trattiene dallo scusarsi con le sorelle.
Il miliardario scopre infatti di essere diventato il Papero più ricco del mondo: la felicità e la soddisfazione per il traguardo raggiunto offuscano la perdita di tutti i membri della sua famiglia.
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Negli anni successivi Paperone perde progressivamente interesse nel mondo degli affari: la vitalità e l’energia che lo avevano sempre caratterizzato lasciano il posto all’irascibilità e alla solitudine. Il Papero più ricco del mondo, privo ormai di ogni rapporto con l’esterno, si isola sempre di più, fino a ritirarsi definitivamente a vita privata nel 1942, all’età di 75 anni. Paperone abbandona il Deposito e il suo denaro per chiudersi in una sfarzosa villa, lontano dagli occhi di tutti.

Nel 1947, sopraffatto dalla solitudine, decide di conoscere gli unici parenti di cui sa qualcosa, suo nipote Paperino e i figli dell’altra sua nipote Della, Qui, Quo e Qua (Huey, Dewey e Louie Duck). Il vecchio Papero li vuole mettere alla prova per vedere se sono abbastanza coraggiosi da meritare il suo rispetto. Offre loro quindi di passare il Natale nella sua baita sul monte Orso.
L’idea di Paperone è quella di tentare di spaventarli con una pelliccia da orso: per alcune fortuite circostanze, si convince che i suoi nipoti siano coraggiosissimi, e decide di invitarli a cena nella sua villa. Paperino e i nipotini fanno quindi finalmente la conoscenza del loro zio: trovano un Papero che vive ormai nel passato, anziano e collerico.

Paperino non crede al fatto che l’anziano parente sia effettivamente così ricco come si dice in giro. In risposta Paperone, provocato dalle sue parole, porta i nipoti a vedere il Deposito, rivedendo così per la prima volta dopo 5 anni il suo amato denaro. Questa visita al Deposito attira i Bassotti: Paperone vive un’inaspettata avventura in cui riesce, aiutato dai nipoti, a sventare un attacco dei ladri ai suoi soldi.
Quest’esperienza, e il successivo confronto con Paperino, Qui, Quo e Qua, rivitalizzano il vecchio Papero: Paperone intravede nei nipoti una seconda occasione per avere una “nuova” famiglia, che così tanto gli era mancata in quei 17 anni di solitudine. Decide quindi di abbandonare la villa e tornare al suo amato Deposito, per tornare a essere il Papero di un tempo.

Nei successivi vent’anni (1947-1967) Paperone vive, assieme ai nipoti, alcune delle sue più straordinarie avventure: tra le più importanti, scopre la città perduta di Atlantide, la straordinaria terra di Tralla La (1953), le Sette Città di Cibola (1954), trova la Pietra Filosofale, il Vello d’Oro (1955), la corona di Gengis Khan (1956), le miniere di Re Salomone (1957), la Fonte della Giovinezza (1960) e moltissimi altri tesori.
Si amplia anche il parco dei suoi nemici: ai Bassotti si aggiungono il magnate sudafricano Cuordipietra Famedoro (Flintheart Glomgold), la fattucchiera napoletana Amelia (Magica De Spell) e il ricco rivale John D. Rockerduck.
Don Rosa ha anche immaginato una data di morte per Paperon de’ Paperone, il 1967: questa scelta appare piuttosto strana in un mondo come quello Disney in cui i personaggi non invecchiano mai. È invece molto coerente con l’idea dell’autore americano secondo cui anche i Paperi – al pari degli uomini – nascono, crescono, diventano anziani e infine muoiono: per questo motivo tutte le storie di Don Rosa sono ambientate tra il 1947 e il 1967.
La scelta del 1967 ha anche un valore simbolico: in quell’anno Carl Barks, l’ideatore del Papero più ricco del mondo, decise di andare in pensione, smettendo di disegnare le storie di Paperone.
I pensieri di… Paperone
La biografia italiana è molto più breve di quella di Don Rosa e tiene conto solo in parte delle informazioni che Carl Barks aveva dato sulla vita di Paperone. Nell’ultimo capitolo di Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi, scritta da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi nel 1970, si racconta che Paperone nasce nel Klondike da Paperon-Papà e Oretta Paporetta, dove conosce Rockerduck, suo coetaneo e figlio della famiglia rivale dei de’ Paperoni. A differenza della $aga, è già ricco perché erediterà le fortune del padre, insieme a un forziere di monete che, da secoli, appartiene alla famiglia de’ Paperoni.
Storia e gloria della dinastia dei Paperi è sicuramente la saga italiana più nota sul passato di Paperon de’ Paperoni, ma non è l’unica opera di Martina dedicata alla vita del Papero più ricco del mondo. Il Professore infatti scrisse nel 1973 un vero e proprio libro, I pensieri di… Paperone, una biografia del miliardario completamente slegata non solo dalle storie di Barks, ma anche da quelle dello stesso Martina.
Nel libro, Paperone è descritto come uno speculatore, un truffatore e un affarista senza scrupoli. Nasce già orfano: la cicogna lo abbandona direttamente dalla nonna Gianna detta Jenny delle traversate, una vecchina che si finge invalida per vivere di elemosina. In questo modo, nonna Jenny si è arricchita moltissimo: nonostante ciò, continua a vivere in povertà, e trasmette questo stile di vita spartano al nipotino.
Paperone comincia fin da piccolo ad architettare diversi piani per fare soldi, per lo più in modo disonesto. Una volta morta la nonna, il giovane Papero eredita un discreto quantitativo di denaro: decide allora di girare il mondo, senza per questo abbandonare il suo stile di vita parsimonioso.
In una di queste occasioni incontra un anziano senza nome, che diventa il suo mentore e socio in affari. I due escogitano una serie di espedienti truffaldini per guadagnare, fino addirittura a mettere in piedi una bisca clandestina. Una volta abbandonato il vecchio socio, si dedica addirittura al contrabbando, arricchendosi a dismisura grazie all’aiuto di alcuni ex galeotti.
In questo libro Martina esagera volutamente il racconto, tralasciando la verosimiglianza della biografia in favore di una cinica satira nei confronti della società del suo tempo. Non è da intendere quindi come la storia della vita di Paperone, quanto un viaggio in quella che – secondo Martina e parte della scuola italiana dell’epoca – era la filosofia alla base dei comportamenti del ricco Papero.
Carattere di Paperon de’ Paperoni
Paperon de’ Paperoni nasce da un’idea di Carl Barks, che per concepire il personaggio si è ispirato al protagonista del libro Canto di Natale di Charles Dickens, Ebenezer Scrooge, da cui riprende il nome in lingua originale (Scrooge McDuck).
Ebenezer Scrooge è un vecchio solitario, attaccato al denaro, molto avaro e apparentemente senza cuore. Il primo Paperone ne riprende in parte le caratteristiche. Concepito solo per una fugace apparizione per dare forma allo stereotipo dell’anziano zio ricco, Carl Barks farà evolvere il personaggio fino a donargli una profonda e complessa caratterizzazione psicologica.
Le caratteristiche che vengono solitamente attribuite al personaggio (in seguito a quella che è principalmente una visione semplificata) sono l’avarizia, lo spirito d’avventura, la sete di denaro, l’attaccamento al passato, il profondo senso di nostalgia.
Inoltre il carattere di questo personaggio è cambiato (e continua a cambiare) notevolmente nel corso del tempo e a seconda dell’autore che lo utilizza: Paperone è in continua evoluzione fin dal suo esordio.
Gli esordi: Carl Barks e la prima apparizione di Paperone
Nella sua prima apparizione, nella storia Paperino e il Natale sul Monte Orso, Paperon de’ Paperoni è un vecchio burbero e solitario, isolato dal mondo e particolarmente ostile all’atmosfera natalizia che va oltre ogni suo ideale di vita parsimoniosa e quanto più lontana possibile da sfarzi ed eventi mondani.
Decide di giocare un tiro mancino a suo nipote Paperino e ai nipotini Qui Quo Qua, con cui di fatto non ha intrattenuto rapporti fino a quel momento. Regalerà ai suoi nipoti un soggiorno con vitto e alloggio in una baita in montagna di sua proprietà, mettendo in guardia il nipote circa la presenza di orsi nella zona.
Si travestirà da orso proprio per terrorizzare i nipotini e testarne la tempra, e alla fine, sorpreso dal coraggio dei nipoti, li porterà presso la sua dimora per offrigli un lauto pasto.
Paperone qui viene rappresentato come un Papero particolarmente anziano. Oltre all’avarizia, emerge fin da subito la sua voglia di evasione dalla noia quotidiana, che lo condurrà in alta montagna solo per divertirsi alle spalle dei nipoti. Alla fine della vicenda si dimostrerà più accondiscendente, riconoscendo i meriti dei nipoti e offrendo loro una ricompensa per essersi dimostrati all’altezza delle sue aspettative.
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Paperone è davvero avaro?
L’avarizia è la caratteristica che più spesso è attribuita a Paperon de’ Paperoni. Questo lato del suo carattere emerge sempre, più o meno platealmente, nella maggior parte delle sue avventure.

Dietro al rapporto di Paperone con il denaro c’è, molto spesso, più che semplice avarizia. La sua talvolta è una sorta di venerazione, un attaccamento al contempo morboso e ludico verso ogni moneta nel suo Deposito. Questo traspare soprattutto nelle storie scritte da Carl Barks nel corso degli anni Cinquanta, in cui Paperon de’ Paperoni ha una relazione fisica con il suo denaro, lo ama, ci gioca, se lo fa ricadere sulla testa e ci nuota dentro come un pesce baleno. Soffre quando se ne separa proprio perché ogni moneta ha per lui un valore affettivo, un legame che va oltre quello che una semplice persona avara potrebbe avere con i suoi soldi.
Nelle storie di Don Rosa, invece, l’autore del Kentucky si concentra più sul legame affettivo, intriso di nostalgia, che collega Paperone e i suoi soldi, vere tracce del suo passato, più da rimirare che da utilizzare per bagni o giochi. In altri autori, invece, il magnate risulta avido, ingordo e avaro in un senso maggiormente univoco e privo di mezzitoni. Spesso in queste incarnazioni Paperone è anche un capitalista disonesto, che non esita a frodare il fisco o a infrangere la legge pur di riuscire ad accumulare sempre più denaro.
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Paperon de’ Paperoni tra nostalgia e spirito d’avventura
A differenza di altri personaggi del mondo del fumetto Disney, che vivono in una sorta di eterno presente, Paperone ha un legame molto forte con il passato. Non è raro che racconti storie su come abbia guadagnato il suo denaro, il più delle volte ambientate ai tempi della corsa all’oro nel Klondike.
Il passato di Paperone sembra essere ricco di avventure. Nonostante l’età avanzata il personaggio conserva questa indole: molte storie lo mostrano coinvolgere i nipoti alla ricerca di tesori leggendari intorno al mondo. In alcune avventure emerge come Paperone non si accontenti di guadagnare denaro, ma voglia anche divertirsi mentre lo fa.
Questa caratteristica è particolarmente evidente nella storia Zio Paperone e le sette città di Cibola, in cui Paperone, annoiato dai proventi delle sue innumerevoli attività, afferma:
“Dannazione delle dannazioni! Non esiste impresa in cui io non abbia lo zampino! Io non sono un uomo! Sono una piovra che stende i tentacoli ovunque!”

In questa storia Paperone appare stanco di incamerare denaro passivamente, senza poter fare nulla con le sue mani, al punto da decidere di andare nel deserto a cercare frecce indiane da rivendere a 50 cent l’una.
Una storia in cui si delinea in modo chiaro il rapporto di Paperone con il denaro è Zio Paperone e la disfida dei dollari, in cui emerge il rapporto fisico che Paperone intrattiene con le sue monete, il profondo legame affettivo che lo lega a ognuna di esse e la passione che nutre per il suo denaro e per il suo passato.
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Il Paperon de’ Paperoni della Saga di Don Rosa
Il legame tra la storia e il passato di Paperon de’ Paperoni spicca anche nella Saga di Paperon de’ Paperoni, scritta e disegnata da Don Rosa. Questa opera è la ricostruzione della vita del Papero più ricco del mondo, da quando ha guadagnato il suo primo decino fino all’esordio del Paperone di Barks con Paperino e il Natale sul Monte Orso.
Questa miniserie sulla vita di Paperone è realizzata prendendo come base le precedenti storie di Carl Barks. Don Rosa ha analizzato tutte le storie realizzate da Barks per ricostruire – basandosi anche su personaggi ed eventi storici – la vita di Paperon de’ Paperoni, nel modo più accurato possibile.

Nella Saga Paperone si mostra fin da piccolissimo un duro, pronto a combattere per i suoi ideali e per raggiungere i suoi obiettivi. Andrà presto via dalla sua terra natia, la Scozia, per cercare la fortuna negli Stati Uniti, e nonostante i numerosi insuccessi non si arrende di fronte alle difficoltà. Nei vari capitoli della Saga è rappresentato come un Papero tenace, ostinato, pronto a tutto per difendere i suoi ideali.
Alla fine, dopo numerose difficoltà e fallimenti, riuscirà a raggiungere il suo scopo: diventare il Papero più ricco del mondo. È l’esempio perfetto del self-made man, un uomo che si è fatto da sé, che ha costruito la sua fortuna con il duro lavoro e la perseveranza.
Il Paperone di Don Rosa è profondamente nostalgico, attaccato al passato, affezionato a ogni sua moneta perché ogni moneta è legata a un ricordo, a un’avventura vissuta.
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Nonostante l’età avanzata però, Paperone non ha perso la sua tempra e mantiene intatta la sua sete di avventura.
Ciò che lo differenzia dal Paperone di Barks è il rapporto fisico che ha con il denaro. In Don Rosa la componente ludica di questo rapporto si perde. Se in Barks è presente un legame di tipo fisico con le monete del Deposito, in Don Rosa viene accentuato maggiormente il legame affettivo.
Il Paperone di Guido Martina
Guido Martina caratterizza Paperone in modo totalmente diverso da Carl Barks e Don Rosa: ha perso lo spiccato senso di onestà che lo caratterizzava (Paperone ha sempre guadagnato i suoi soldi con il duro lavoro).
In molte storie di Guido Martina, Paperone non si fa problemi a usare stratagemmi illeciti per raggiungere i suoi scopi. È un Papero avaro, attaccato al denaro non per passione o perché ogni moneta gli ricorda un’avventura, ma per pura e semplice avarizia. Non è semplicemente parsimonioso o attento alle spese, bensì puramente avido e senza scrupoli. Non ha un forte legame con i nipoti, e non si fa problemi a maltrattarli o sfruttarli all’occorrenza.
Questa caratterizzazione di Paperone non sarà ripresa praticamente da nessun autore e resterà quasi un caso isolato nelle storie a fumetti Disney. Nelle avventure realizzate da autori successivi a Guido Martina Paperone riprenderà alcune delle caratteristiche originarie.
Il Paperone di Romano Scarpa
Romano Scarpa si distacca nettamente da quello che era il Paperone di Guido Martina, per riavvicinarsi a un Paperone più simile a quello di Carl Barks. Torna a essere un Papero onesto, che guadagna il suo denaro con il duro lavoro, e perderà quella vena di cattiveria nei confronti dei suoi nipoti.
Una storia in cui viene ben delineato il carattere del Paperone di Scarpa è Zio Paperone e le lenticchie di Babilonia, in cui è rappresentato un Paperone genuino, così goloso di queste particolari lenticchie da volerle diffondere in tutto il mondo utilizzando ogni mezzo a sua disposizione.
Il sapore di queste lenticchie è sgradevole a detta di tutti quelli che le assaggiano, ma Paperone, convinto della bontà del prodotto, farà di tutto per far conoscere al mondo intero quello che secondo il suo gusto personale è un piatto eccellente.
Arriverà a cedere il suo intero patrimonio in cambio di tutte le azioni legate al commercio di queste particolari lenticchie. Da questa storia emerge un Paperone testardo e ostinato, pronto a mettere tutto in gioco solo per una sua personale convinzione.
Nella storia Zio Paperone e l’ultimo balabù viene messa in risalto la bontà d’animo del Paperone di Scarpa, che nonostante l’apparente carattere ruvido e scontroso, nutre sentimenti profondi e si dimostra essere benigno e genuino in numerose occasioni.
Brigitta vuole a tutti i costi un berretto di Balabù, animale rarissimo, e Paperone farà di tutto per accontentarla, in cambio della promessa di essere lasciato in pace dalla sua pretendente. Alla fine non riuscirà a uccidere l’animaletto, e sarà definito dai nipoti stessi “il più gran tirchio di buon cuore che noi conosciamo”.
Il Paperone di Rodolfo Cimino
Il Paperone di Rodolfo Cimino è uno dei più dediti alle avventure intorno al mondo alla ricerca di tesori, come da tradizione barksiana. Nelle storie realizzate da Rodolfo Cimino, Paperon de’ Paperoni viaggia intorno al mondo alla ricerca di tesori, utilizzando mezzi di trasporto particolari.
Inoltre è un affarista molto capace, disposto a investire denaro seguendo il suo fiuto laddove percepisce opportunità di guadagno. È un Papero che crede fortemente nei suoi ideali, che nonostante la scorza dura e la testardaggine, si dimostra a suo modo empatico e affettuoso.
Un’altra caratteristica è il suo essere un Papero genuino, d’altri tempi, che si lascia spesso andare a ricordi del passato. È nostalgico e (in alcune storie) particolarmente saggio, soprattutto in relazione alla saggezza popolare e alle storie del passato, condivise con i suoi nipoti.
Non in tutte le storie si dimostra abile e di buon cuore; in alcuni casi, durante i suoi viaggi, incontra popoli bizzarri, con cui tenterà spesso di concludere affari, accecato dalla sete di guadagno. In questi casi, alla fine della storia, spesso Paperone si ravvede e trae una profonda conclusione morale.
Relazioni e parenti di Paperon de’ Paperoni
Paperon de’ Paperoni è il fulcro centrale di una ramificata famiglia che ha radici lontanissime e foglie molto rigogliose. Innanzitutto, per approfondire al meglio il tentacolare albero genealogico della famiglia, è necessario scomodare Carl Barks. Negli anni Cinquanta, infatti, il fumettista redasse per uso privato una prima bozza di quelli che erano i personaggi che avessero un legame familiare con Paperon de’ Paperoni.
Grazie a questo schema, è possibile comprendere i piani iniziali previsti per la famiglia dei Paperi. Per fare un esempio, Matilde de’ Paperoni doveva essere la madre adottiva di Gastone. Negli anni Novanta, però, su richiesta della casa editrice Egmont, Don Rosa riqualificò e allargò l’albero, inserendo nuovi personaggi, rinominandoli alcuni e tralasciando altri (come Gedeone de’ Paperoni e Pennino).
Il risultato ha portato a una versione della dinastia che, successivamente, sarà oggetto di qualche modifica: ad esempio, Pico de’ Paperis era originariamente il marito di Matilda de’ Paperoni, così da giustificarne la parentela con Paperino – idea però accantonata dagli stessi committenti.
In questa prima versione non definitiva compaiono anche i famosi personaggi appartenenti al Clan de’ Paperoni e i collegamenti con altri due universi dei Paperi, i Duck e i Coot. Per quanto riguarda il clan del più duro dei duri, ad esempio, sono presenti:
- Conte “Braccio di Ferro” de’ Paperoni (Sir Eider McDuck);
- Duca Quaquarone de’ Paperoni (Sir Quackly McDuck);
- Marchese Scarampola (Sir Stuft McDuck);
- Conte “Pancia di Ghisa” de’ Paperoni (Sir Roast McDuck);
- Duca Bambaluc de’ Paperoni (Sir Swamphole McDuck);
- Luogotenente Malcolm de’ Paperoni (Malcolm “Matey” McDuck).
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Infine, un recente riadattamento ha apportato cambiamenti aggiuntivi, portando alla versione definitiva di quello che oggi è noto come l’albero genealogico dei Paperi. Di seguito, i parenti più prossimi di Zio Paperone:
- Paperino (nipote)
- Qui, Quo e Qua (pronipoti);
- Della Duck (nipote);
- Matilda de’ Paperoni (sorella);
- Ortensia de’ Paperoni (sorella);
- Fergus de’ Paperoni (padre);
- Piumina O’Drake (madre);
- Angus de’ Paperoni (zio paterno);
- Jake de’ Paperoni (zio paterno);
- Dingo de’ Paperoni (nonno paterno);
- Molly Mallard (nonna paterna).
Attorno ad alcuni parenti non è ben chiaro se effettivamente ci sia un vero e proprio legame con Zio Paperone. Di seguito, degli articoli che approfondiscono queste parentele:
Ma non finisce qui. L’albero genealogico di Don Rosa non è l’ultimo in termini temporali, in quanto un grande fan del mondo dei paperi, tale Gilles Maurice, produsse un nuovo dettagliato e ampio schema, includendo anche personaggi minori apparsi in un’unica storia.
Furono lasciati fuori solo alcuni personaggi che rischiavano di creare qualche incongruenza con l’albero di Don Rosa, tra cui Paperon-Papà, Oretta Paporetta e Paperhone, che dovevano rispettivamente essere padre, madre e nonno paterno di Paperone secondo la visione di Guido Martina.
Uno dei maggiori autori del fumetto Disney Italia che ha provato a creare nuove parentele con Zio Paperone è sicuramente stato Romano Scarpa. Alcuni personaggi realizzati dal fumettista veneto sono Baldo de’ Paperi, Gedeon de’ Paperoni, Paperetta Yè Yè, Sgrizzo Papero, Pykerdock e Ciccia.
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Nella vita amorosa dello Zione esistono due personaggi a cui viene attribuito lo status di sua fidanzata, seppur finora il Papero più ricco del mondo si professi uno scapolo felice.
La prima è Doretta Doremì, la stessa del Klondike, la cui caratterizzazione è stata ampiamente approfondita nella Saga di Don Rosa. In questo contesto, i due Paperi sono mostrati attratti l’una dall’altro, senza però mai coronare il loro sogno d’amore. Epocale è la vignetta in cui un giovane Paperone decide di non aprire una busta consegnatagli proprio da Doretta – e di cui non sarà mai reso noto il contenuto.
La seconda Papera, Brigitta, invece viene caratterizzata da Romano Scarpa come un personaggio perdutamente innamorato dello Zione e che gli fa una corte estrema che, puntualmente, lo stesso Paperone rifiuta con abili stratagemmi e chiare dichiarazioni di diniego.
Nonostante tutto, Brigitta prova più volte a tentare di convolare a nozze con il Papero più ricco del mondo. E in effetti in una storia nota, Il matrimonio di Zio Paperone, la papera è a un passo dal riuscire nel suo intento. Su quella storia, Massimo De Vita, in una recente intervista, ha dichiarato che:
Sai cos’ha di bello quella storia? Che non ti lascia un attimo di respiro, il lettore viene inserito in questo meccanismo. Lì avevo curato la regia e lo svolgersi della vicenda, ancora oggi le gag presenti mi fanno molto ridere.
Infine, la lista dei rivali di Paperone si aggiorna giorno dopo giorno, vista anche la periodicità con cui escono i numeri di Topolino. Tuttavia, alcuni villain del suo universo sono ciclici, e appaiono sempre come i principali antagonisti dello Zione. Tra questi, i principali sono:
- Cuordipietra Famedoro;
- Rockerduck;
- Amelia;
- Nonno Bassotto e i Bassotti;
- Filo Sganga.
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Identità segrete
Le identità segrete di Paperon de’ Paperoni sono principalmente tre: Tuba Mascherata, Tu-Ba 00 e Capitan Soldone.
Tuba Mascherata appare per la prima volta su Topolino 1632 nella storia Paperinik e il mistero di Tuba Mascherata di Massimo Marconi e Massimo De Vita. Questa storia inizia con il rifiuto di Paperino e Paperina di sorvegliare un trasporto valori dello zio, nei panni di Paperinik e Paperinika. Paperone decide quindi di prendere in mano la situazione e di vestire i panni di un supereroe per proteggere da solo il suo patrimonio. Tuttavia, dopo aver difeso le sue ricchezze dall’attacco dei Bassotti, Paperone sviene, tramortito da un suo colpo.
Per quanto avesse deciso di appendere il costume da eroe al chiodo, Paperone si trova a vestire di nuovo i panni di Tuba Mascherata nella storia Botte prima degli esami di Tito Faraci e Stefano Turconi, uscita su Topolino 2755. In questo episodio della saga degli Ultraheroes, si definisce il più potente dei supereroi.
Tuba Mascherata appare anche nella storia brasiliana Cartola Mascarado O Retorno, uscita su Tio Patinhas 328, e fa un rapido cameo nella storia uscita su Topolino 2843 Paperinik e lo sciopero di Archimede, di Stefano Ambrosio e Valerio Held. In questa storia Paperone si aggira tra le strade di Paperopoli travestito da eroe, impazzito dopo che i Bassotti gli hanno rubato il suo denaro.
Le vesti da supereroe di Tuba Mascherata consistono in un abito nero con mantello e un cilindro con un piccolo cannone nascosto. Al cilindro sono stati fatti dei buchi per gli occhi. L’abito da supereroe nella saga degli Ultraheroes è invece azzurro con degli occhiali a lente unita azzurra, simili al modello di quelli di Paperinika.
Tu-Ba 00, ovvero Tuttofare Basettato, è l’identità segreta di Paperone come capo della P.I.A (Paperon Intelligence Agency), sceso in campo come agente operativo nella storia Zio Paperone e l’audace missione, uscita su Topolino 2539.
Insieme all’agente Ma-Re 5 (Marchingegnere Reclutato), cioè Archimede, si dirige a Quackpulco per ritrovare il suo smeraldo Luce Verde, rubatogli anni prima dall’inafferrabile ladro Faina. Per non farsi riconoscere, si traveste da segretario del miliardario Archipap, interpretato da Archimede. In dotazione ha i gadget creati dall’agente Ma-Re 5 e, per non farsi riconoscere, indossa una giacca marrone con doppiopetto e una folta barba bianca.

C’è infine Capitan Soldone, un alter ego di Paperone apparso in una ciak di Enrico Faccini, Stile da Vendere – Intervento decisivo, uscita su Topolino 2669. In questa brevissima storia, Paperone veste i panni del supereroe per difendere la nobiltà dei dollari. La Zecca di Stato minaccia infatti di volerli coniare con lo stagno.
Per combattere il crimine, Capitan Soldone indossa una corazza a forma di cassaforte e un elmo su cui capeggia il simbolo del dollaro. Non sono noti i suoi superpoteri se non la capacità di volare. È inoltre frutto della fantasia di Paperone che l’ha sognato a seguito di una cattiva digestione provocata dalla cena pesante del giorno prima.

Storie celebri di Paperon de’ Paperoni
Sin dalla sua prima apparizione ne Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Donald Duck’s Christmas on Bear Mountain) nel 1947, decine di autori in tutto il mondo hanno realizzato centinaia di storie con protagonista Paperone.
Ogni autore ha dato il suo contributo nell’evoluzione del personaggio, aggiungendo episodi del suo passato, scavando nella sua personalità, approfondendo aspetti del suo carattere. Alcune storie in particolare hanno definito e segnato determinati aspetti della personalità di Paperone o della sua vita.
La prima storia in cui appare Paperone sarebbe dovuta essere anche l’ultima. Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Christmas on Bear Mountain), pubblicata nel 1947 per la prima volta su Four Color Comics numero 178, ha come protagonista infatti Paperino. In questa avventura, Paperone è un personaggio secondario e incarna la figura dell’anziano e ricco zio che invita i nipoti a passare le feste natalizie nella sua capanna in montagna, con il preciso scopo di far loro uno scherzo per testarne il coraggio.
Dopo aver visto Paperino dormire beatamente accanto a un orso (in realtà era svenuto per la paura), Paperone si convince del valore del nipote e lo invita per Natale a casa sua per festeggiare. In Italia la storia è stata pubblicata a puntate su Topolino Giornale dal numero 678 al numero 684.
Ma il personaggio appare ricco di potenzialità narrative, e viene dunque riproposto. Barks realizza così Paperino e il Segreto del Vecchio Castello (The Old Castle’s Secret), pubblicata negli Stati Uniti nel 1948 sulla testata Four Color Comics numero 189 e in Italia sui primi tre numeri di Topolino (nel nuovo formato libretto) nel 1949.
Paperone e i nipoti volano in Scozia, definita per la prima volta la terra natale del ricco magnate, per visitare il castello dei de’ Paperoni. Sarà la prima di moltissime cacce al tesoro. In questo caso il tesoro è quello del duca Quaquarone; gli eventi trattati e gli antenati citati saranno di ispirazione per Don Rosa.
Nel 1949 esce Paperino e la scavatrice (Letter to Santa), storia in cui si iniziano a delineare con precisione alcuni tratti del carattere di Zio Paperone. Qui Paperone mostra una personalità forte e affetta da megalomania, e non esita a mettere in cattiva luce il nipote per ostentare grandezza e generosità agli occhi dei tre nipotini.
Si evince inoltre il suo carattere irascibile, e lungo il corso della storia lo Zione pare non badare a spese per raggiungere i suoi obiettivi. È anche una delle prime storie in cui si vede Paperone circondato dalla sua ricchezza nel suo ufficio. In Italia è stata pubblicata per la prima volta su Almanacco Topolino 1951 a Natale del 1950, mentre negli USA su Walt Disney’s Christmas Parade numero 1.
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Paperino e la clessidra magica (The Magic Hourglass), uscita nel 1951 sulla testata One shots: Donald Duck potrebbe sembrare una classica avventura, ma in realtà è la prima storia in cui Paperone è comprimario di Paperino e non un personaggio secondario. Per la maggior parte della storia infatti, Paperone agisce da solo senza i suoi nipoti.
È pure una delle prime storie in cui Carl Barks fa accenno al fatto che il multimiliardario non sia diventato ricco per caso ma grazie al duro lavoro e, soprattutto, è la prima volta che la fortuna monetaria di Paperone è legata a un oggetto, la clessidra magica.
In futuro, Barks inserirà un oggetto ben più importante, fonte di ispirazione e dal grande valore affettivo per Paperone: la Numero Uno. Paperino e la clessidra magica è stata pubblicata per la prima volta in Italia su Topolino numero 25.
Paperino e il Ventino Fatale (Donald Duck – A Christmas for Shacktown) è un’altra storia a tema natalizio, essenziale per comprendere ancora meglio la ormai sfaccettata personalità di Zio Paperone. Qui è presente un Paperone profondamente attaccato al suo patrimonio e al denaro (non esita a elemosinare come un mendicante e non mostra il minimo interesse per l’iniziativa benefica di Paperino).
È anche una delle prime storie in cui si vede in azione il suo leggendario fiuto e la profonda disperazione in cui cade in caso di tragedie riguardanti la sua fortuna. Ed è anche la prima volta, in una storia di Carl Barks, in cui Paperone si fionda a casa del nipote per farsi consolare, saccheggiandogli la dispensa. Paperino e il Ventino Fatale è stata pubblicata negli Stati Uniti nel 1951 sul volume Donald Duck in “A Christmas for Shacktown” e in Italia su Topolino numero 37.
A seguito dell’accoglienza positiva riservata al nuovo personaggio da parte dei lettori, Carl Barks ha nel tempo realizzato numerose storie, analizzando con più profondità il passato del ricco magnate nonché il suo rapporto con il denaro e con gli altri personaggi.
Nella storia del 1952 Zio Paperone e la Disfida dei Dollari (Only a Poor Old Man), per la prima volta il protagonista solitario non è Paperino ma il ricco zio e il suo rapporto con il suo denaro, rapporto che appare più che mai ludico, fisico, quasi carnale. La particolarità di questa avventura sta anche nella profondità del personaggio di Paperone, a cui viene dato uno spessore forte di un passato: qui si citano il Klondike e la ricerca dell’oro. Non si parla di un semplice Papero ma di un uomo, con le sue passioni, il suo carattere, le sue angosce e la sua storia.
Questa avventura, pubblicata negli Stati Uniti per la prima volta su Four Color Comics numero 386 e in Italia sul numero 317 di Albi d’Oro, è stata tra le più forti fonti di ispirazione per Don Rosa nella creazione della sua Saga di Paperon de’ Paperoni. I ricordi narrati da Paperone in Zio Paperone e la Disfida dei Dollari sono stati ripresi con cura e sviluppati nei capitoli dell’opera donrosiana.
In Zio Paperone e la Stella del Polo (Back to the Klondike), storia uscita nel 1953 sul numero 456 di Four Color Comics e in Italia sull’Almanacco estivo 1953, si parla in modo ancor più approfondito del passato da cercatore d’oro nel Klondike di Paperone, dopo quello che era poco più che un accenno nella storia succitata . In questa storia, inoltre, fa la sua prima (e unica, nell’opera di Barks) apparizione Doretta Doremì. Paperone torna per la prima volta nel Klondike.
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A detta di Carl Barks “è la prima storia in cui ho ritratto un Paperone tenero di cuore. È più interessante così piuttosto che un personaggio monodimensionale, sempre scorbutico e taccagno […] il fatto di aver incrinato un po’ la sua armatura nel finale ha reso questa storia di gran lunga migliore.”
Nel 1954 esce negli Stati Uniti su Uncle $crooge numero 6 Zio Paperone e la dollarallergia (Tralla La). La trama si apre con Paperone provato dalle continue insistenze delle persone che vorrebbero i suoi soldi. Dopo un crollo nervoso che lo rende sofferente al solo pensiero del denaro, il ricco magnate va a Tralla-La, un luogo leggendario in cui gli abitanti vivono in serenità e senza sapere cosa siano monete e banconote.
La pace degli abitanti del luogo è interrotta a causa del tappo della medicina di Paperone, oggetto mai visto prima a Tralla-La. I tappi di bottiglia a quel punto diventano la valuta corrente del luogo, scatenando cupidigia e avarizia nei cuori degli autoctoni che non si curano più dei loro raccolti o del loro bestiame. Alla fine Paperone, guarito finalmente dai suoi mali, è costretto a lasciare rapidamente Tralla-La a causa delle ire degli abitanti che lo accusano di aver interrotto la pace della valle con il suo denaro.
In Italia questa storia è stata pubblicata per la prima volta su Albi d’Oro 30 del 1954 e successivamente è stata pubblicata con il nome Zio Paperone – Avventura nella valle di Tralla-La. La storia concilia perfettamente un messaggio sui pericoli della cupidigia (pur non risultando mai retorica) con una grande avventura in terre lontane e affascinanti, marchio di fabbrica del Maestro dell’Oregon.
Sempre nel 1954, esce Zio Paperone e le Sette città di Cibola (The Seven Cities of Cibola), in cui sono tutti gli elementi delle classiche cacce al tesoro di Paperone con i nipoti: un luogo leggendario di cui si sono perse le tracce, il Manuale delle Giovani Marmotte che più di una volta ha le informazioni necessarie per la buona riuscita della caccia e un tesoro di inestimabile valore, in questo caso perduto per sempre alla fine dell’avventura.
Il Paperone qui rappresentato è malinconico e annoiato dalla mancanza di novità nella vita. È proprio la sua voglia di avventure a spingerlo ad aggregarsi ai nipoti per cercare, in questo caso, punte di freccia da rivendere.
Questa storia, in cui per la prima volta si incontrano Archimede e Paperone, è stata di ispirazione per George Lucas e Steven Spielberg per l’inizio di Indiana Jones: I predatori dell’Arca perduta. Zio Paperone e le sette città di Cibola è stata pubblicata per la prima volta su Uncle $crooge numero 7 negli Stati Uniti e su Albi d’Oro numero 7 del 1955 in Italia.
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Altra grande avventura che ha coinvolto Paperone e i suoi nipoti è la ricerca del leggendario vello d’oro nella Colchide. In questa storia del 1955, Qui, Quo e Qua partono per salvare Paperino e Paperone rapiti da un gruppo di arpie. Grazie al prototipo del futuro Manuale delle Giovani Marmotte, il libro in cui è racchiuso tutto lo scibile umano, riescono non solo a salvare gli zii ma aiutano il ricco Papero a recuperare il vello desiderato. Zio Paperone e il vello d’oro (The Golden Fleecing) è pubblicata negli Stati Uniti per la prima volta su Uncle $crooge numero 12 e in Italia su Topolino numero 136 nel 1956.
Per definire ancora meglio lo spessore e la profondità del carattere sfaccettato di Paperone, Carl Barks ha introdotto nella vita del miliardario un nuovo personaggio, la sua nemesi perfetta: Cuordipietra Famedoro (Flintheart Glomgold), in Italia tradotto inizialmente Polidoro Orifiamma. In Paperino e il torneo monetario – o il secondo Papero più ricco – (The Second-richest Duck), pubblicata su Uncle $crooge numero 15 nel 1956, Paperone si scontra con il miliardario sudafricano in una sfida all’ultimo possedimento per stabilire chi è davvero l’uomo più ricco del mondo. Questa storia in Italia è stata pubblicata per la prima volta su Topolino numero 152.
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È importante sottolineare che oltre alle storie lunghe, Carl Barks ha approfondito piccoli aspetti della personalità di Paperone attraverso storie brevi di dieci pagine (le cosidddette tenpagers), ambientate tendenzialmente in un contesto quotidiano e urbano e dal tono perlopiù ironico.

Il Paperone di Guido Martina è avaro e avido, scaltro, pronto a qualsiasi cosa per ottenere ciò che vuole anche in modo illecito. Non ha un buon rapporto con i nipoti, infatti non esita a mandare in carcere Paperino solo per potergli espropriare la casa. È quello che succede nella parodia Paperino e il Conte di Montecristo, disegnata da Luciano Bottaro e uscita nel 1957 su Topolino numero 159 e 160. La storia è uno dei migliori esempi delle grandi parodie della scuola Disney italiana, che ha rivisitato numerosi capolavori del passato, donando a Paperi e Topi le maschere degli interpreti.
Nel 1970 esce Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi, la saga italiana sulle origine del clan dei Paperi divisa in otto episodi, pubblicati su Topolino dal numero 749 al numero 756. I disegni di queste storie, sceneggiate da Martina, sono affidati a Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi. Nel primo episodio, Zio Paperone e il rimbombo lunare, Paperone vola sulla luna con un razzo costruito da Archimede per recuperare lo scrigno con le monete d’oro raccolte nel corso dei secoli dai suoi avi.
Ogni episodio della saga è dedicato a un’avventura di un antenato in tanti periodi storici (per esempio Antico Egitto, Impero Romano, Scozia medievale) fino ad arrivare all’ultimo episodio, Zio Paperone e l’oro del Klondike, con i genitori di Paperone. È stata una delle prime serie lunghe italiane nell’ambito del fumetto Disney e ogni numero di Topolino con un episodio di Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi è uscito in edicola con allegata una moneta, simile a quelle descritte nelle storie.
Oltre a costituire un’operazione di marketing apripista, la saga ha donato a Paperone un passato, non sempre coerente tra un episodio e l’altro ma molto evocativo.
Dopo il grande successo di Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi, nel 1973 esce dalla penna di Guido Martina I pensieri di… Paperone. È la prima volta che un autore Disney decide di ricostruire una biografia di Paperone in un libro non a fumetti. L’idea è che lo stesso Paperone abbia scritto questa biografia in prosa, per illustrare al mondo la sua filosofia di vita.
Non è infatti una sequenza di episodi in ordine cronologico o storicamente attendibili come quella che sarà la Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa. È più una biografia assurda con accadimenti paradossali utili a spiegare la forma mentis di Paperone. Il culmine di questa biografia è il capitolo finale con il decalogo delle aureo massime, il più delle volte legate a valori come la parsimonia.
Paperone vive da protagonista in varie storie celebri da autore completo di Romano Scarpa.
Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante, storia uscita nel 1957 in due puntate su Topolino 174 e 175, ha, a dispetto del titolo, Paperone come protagonista assoluto. Il nome di Paperino è stata una semplice scelta editoriale. In questa storia Scarpa unisce la leggenda dell’Olandese Volante con un fatto di cronaca reale: il Festival de la Lluvia de Peces è il festeggiamento annuale della città di Yoro in Honduras, quando all’inizio della stagione delle piogge avviene il fenomeno della pioggia dei pesci.
Su Almanacco Topolino numero 21 del 1958 esce Paperino e la Fondazione de’ Paperoni. In questa storia ricca di colpi di scena anche se di ambientazione urbana, Paperone si dimostra un mecenate generoso, il più grande filantropo che annoveri la storia, che però in pubblico appare come il solito burbero e avaro. Questa visone di Paperone di Romano Scarpa si distacca da quella di Guido Martina e si avvicina di più a quella di Carl Barks, donando al Papero una profondità caratteriale stratificata e sorprendente.
La storia Paperino e l’uomo di Ula-Ula, uscita nel 1959 su Topolino numero 216, è sviluppata su due piani temporali diversi. Il presente con Paperone e i nipoti alla ricerca del Signor Bunz e il passato, raccontato dagli stessi Paperi in una narrazione a più voci che rievoca, tramite flashback, i motivi che li hanno fatti arrivare a Ula-Ula, un luogo sperduto e insidioso. È una delle poche storie a essere stata ristampata su Topolino.
Nel 1999, infatti, sul numero celebrativo dei cinquant’anni di Topolino, il 2264, ognuna delle cinque storie scelte serve a rappresentare un decennio. Come rappresentante degli anni ’50 è stata scelta Paperino e l’uomo di Ula-Ula, in cui ancora una volta Paperone appare come uomo d’affari cinico e attento al risparmio ma con dei sentimenti e dei principi autentici e generosi.
Nel 1960 esce su Topolino numero 243 Zio Paperone e l’ultimo Balabù, storia di esordio di Brigitta McBridge. Non c’è un primo incontro tra Paperone e la sua pretendente, che viene descritta come una habitué degli appostamenti e degli inseguimenti, al punto da spingere Paperone a prometterle l’ultimo berretto di Balabù con la promessa di lasciarlo in pace. In questa storia Paperone è burbero ma di buon cuore, affronta numerosi pericoli per trovare l’ultimo esemplare di Balabù per ricavarci il berretto da regalare a Brigitta e alla fine si impietosisce al pensiero di far uccidere il povero animaletto.
L’autore veneziano realizza nel 1960 anche Paperino e le lenticchie di Babilonia. In questa storia, pubblicata sui numeri di Topolino 250 e 251, Scarpa affronta temi importanti come la pubblicità fuorviante e la speculazione finanziaria a discapito di paesi in via di sviluppo. Nell’avventura c’è un Paperone inedito pronto a cedere il suo intero patrimonio per un piatto di lenticchie ai Bassotti che, in questo caso, non compiono niente di illecito. Non è una storia di semplice lettura, le operazioni finanziarie sono tante e paradossali e descritte approfonditamente e il finale è lasciato alla deduzione del lettore.
Anche Rodolfo Cimino, sceneggiatore dall’impronta poetica ma spesso anche fortemente ironica, ha contribuito a modellare il personaggio.
Zio Paperone e la triplicità progressiva, uscita nel 1970 su Topolino numero 758 con disegni di Giovan Battista Carpi, è una bizzarra avventura in cui Paperone, per gabbare il fisco, divide il suo patrimonio in tre parti. Il paradosso è che, nel dividere le sue finanze in tre parti, divide sé stesso in tre persone distinte e separate che si fanno concorrenza tra loro: Paperon de’ Paperoni, Raperon de’ Raperoni e Taperon de’ Taperoni. Cimino mette alla berlina le potenziali assurdità del mercato finanziario e ci mostra un paperone meravigliosamente ingegnoso e profondamente attaccato al suo denaro.
Sempre nel 1970 ma su Topolino numero 781, esce Zio Paperone e il Giardino del “Piccolo Gik”. È una storia particolare: Paperino e Paperone mostrano sincera preoccupazione e dispiacere per il triste destino dei nipotini, che dovrebbero finire i loro giorni nei prismi che fanno cadere le persone in un sonno profondo e duraturo. Una metafora che potrebbe ricordare il sonno eterno, argomento tendenzialmente tabù nel fumetto Disney.
In Zio Paperone e l’invasione dei Ki-Kongi, disegnata da Giorgio Cavazzano e uscita su Topolino 934 e 935 nel 1973, i sogni premonitori di Paperone lo avvisano di un imminente pericolo che minaccia i talleri di Maria Teresa. Gli abitanti di un pianeta lontano, infatti, hanno deciso di spedire sulla Terra dei giganti umanoidi con elevato potere distruttivo.
Attraverso una satira pungente sull’avidità del genere umano e sui pericoli del progresso smodato, Cimino descrive un Paperone inizialmente affranto per il triste destino del suo patrimonio e successivamente grintoso e pronto a difenderlo fino alla fine. Nel finale è lui a decidere di rispedire i Ki-Kongi sul loro pianeta natale, rinunciando ai loro vantaggi per il bene della comunità.

Nel 1973 esce anche Zio Paperone e l’elmo del comando, con disegni di Romano Scarpa, in due puntate divise sui numeri 940 e 941. In questa storia, in cui si può leggere una critica sull’impossibilità di stilare leggi per il bene comune senza un adeguato incentivo (il rischio di essere presi a schiaffoni), Paperone è ripetutamente punito dall’elmo per la sua incapacità di mettere da parte il suo guadagno personale, legiferando con fini truffaldini ed egoistici. Riesce a superare il suo mandato solo grazie a Paperino e al suo essere guidato da appetiti non più alti del pane con il salame.
Zio Paperone e i tapirlonghi fiutatori è una storia uscita su Topolino 1703 nel 1988 con disegni di Giorgio Cavazzano. Qui sono racchiusi tutti gli elementi tipici delle storie di Cimino: bizzarri mezzi per arrivare in luoghi inesistenti, una caccia al tesoro (in questo caso i tartufi), animali strani e cucina. È anche una storia carica di suspense in quanto Paperone resta bloccato senza cibo per giorni su una roccia vicino a un precipizio e riesce a sopravvivere solo grazie agli approvvigionamenti dei tapirlonghi.
Zio Paperone e il Deposito Oceanico, di Marco Rota, è notevole dal punto di vista grafico, con tutti i campi lunghi e lunghissimi del denaro di Paperone che danno un’idea di immensità sconfinata, proprio come se costituisse un oceano. Qui Paperone non possiede solo il celebre Deposito ma tanti Depositi sparsi per il mondo; inoltre, il personaggio di Amelia sembra avere poteri magici illimitati. Questa storia è uscita nel 1974 su Almanacco Topolino numero 215.
In Zio Paperone e gli icebergs volanti, storia scritta da Giorgio Pezzin e disegnata da Giorgio Cavazzano uscita su Topolino 1009 e 1010 nel 1975, è trattata la tematica importante della scarsità di acqua dolce, in chiave umoristica. Qui Paperone è pronto a tutto per riuscire ad avere la concessione di sfruttamento dell’Antartide e, grazie alla sua astuzia e alla sua perseveranza, riesce a battere Rockerduck e la sua violenza inusitata. È una storia di grande impatto grafico con delle memorabili panoramiche sugli scontri via mare e per aria.
La storia del 1984 Zio Paperone e l’avventura in Formula 1, (degli stessi due autori) uscita sui numeri di Topolino 1501 e 1502, è piena di personaggi parodiati e omaggi alla Formula 1, sport molto seguito in Italia. Qui Paperone riesce a spuntarla solo grazie a Rockeduck, che gli ha venduto con l’inganno un motore che avrebbe dovuto essere farlocco ma in realtà è un portento.
Inizialmente, infatti, l’auto utilizzata da Paperino, pilota della scuderia di Paperone, era un rottame costruito con pezzi di altre auto, che non ha mai terminato una gara senza rompersi in mille pezzi. La sua celebre parsimonia ha quindi rischiato di far perdere al multimiliardario un sacco di soldi. L’inventiva di Paperone lo porta nel finale a investire negli automezzi da rimorchio per ottenere sponsorizzazioni senza sborsare un capitale. I disegni di Giorgio Cavazzano, dinamici e “techno”, donano alla storia un’impronta vicina al fumetto franco-belga.
In una storia del 1984 di Massimo De Vita, Il matrimonio di Zio Paperone, pubblicata in due episodi su Topolino 1510 e 1511, Brigitta riesce quasi a coronare il suo sogno di sposare Paperone, che però all’ultimo riesce a giocarla esercitando il diritto di usucapione. Qui Paperone non si fa scrupoli a ingannare Brigitta per ottenere ciò che vuole (un terreno per edificare un megamercato), al punto da illuderla con la promessa di un matrimonio. Brigitta però si dimostra astuta e arguta quanto lui, mettendolo spesso con le spalle al muro.
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Dal 1992 al 1994 esce in Danimarca sulla testata Anders And & Co della Egmont, la Saga di Paperon de’ Paperoni (The Life and Times of Scrooge McDuck), di Don Rosa. È composta da 12 capitoli, cui sono associabili per tema, pur non facendo parte della Saga, 6 capitoli aggiuntivi (che approfondiscono alcuni dei 12 capitoli canonici) e quattro storie direttamente collegabili alla Saga ma ambientate cronologicamente dopo la fine del dodicesimo capitolo Il Papero più ricco del mondo (The Recluse of McDuck Manor).
In Italia la Saga è stata pubblicata a partire dal numero 70 di Zio Paperone nel 1995. Nel corso dei capitoli è descritta la vita di Paperone da quando aveva dieci anni a Glasgow nel 1877 fino al 1947, anno del suo esordio in Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Donald Duck’s Christmas on Bear Mountain) di Carl Barks. Nella realizzazione dei capitoli, Don Rosa ha seguito fedelmente le storie di Carl Barks, raccogliendone indizi (anche laddove non era intenzione di Barks mantenere coerenza su alcuni episodi passati della vita di Paperone) e descrivendo gli episodi più importanti della vita del futuro miliardario. La forte continuity, temi adulti come la morte e il distacco, l’innesto preciso della storia di Paperone nella storia dell’umanità fanno di quest’opera un monumento al personaggio.
In Zio Paperone in Qualcosa di veramente speciale (A Little Something Special), uscita negli Stati Uniti su The Adventurous Uncle $crooge McDuck numero 2 nel 1998 e in Italia su Zio Paperone numero 99 nel 1997, si celebra il cinquantesimo anniversario della creazione di Paperon de’ Paperoni. Don Rosa ha realizzato un’avventura con gli antagonisti principali di Paperone, alleatisi per mandare in rovina il ricco magnate e per distruggere la sua città.
È a questo punto che Paperone dimostra quanto tiene a Paperopoli e quanto, anche da anziano, ha energie e motivazione da vendere, facendo di tutto per salvare la città dall’esplosione del treno, mentre nell’incipit si era mostrato burbero e scontroso con tutti, infastidito persino dai suoi concittadini. Il vero colpo di scena è però nel finale, con il ritorno di un personaggio fondamentale del passato di Paperone.
Nella storia Paperino e la ricerca di Kalevala (The Quest for Kalevala), pubblicata per la prima volta in Danimarca nel 1999, negli Stati Uniti nel 2004 su Uncle $crooge numero 334 e in Italia su Zio Paperone numero 136 nel 2001, sono presenti numerosi elementi della mitologia finlandese. L’idea viene a Don Rosa dopo l’incontro con un fan che gli parla del Sampo, una macchina che crea monete dal nulla.
È la storia più lunga scritta dall’autore, che si è a lungo documentato per la sua realizzazione, studiando il poema finnico Kalevala. Nel toccante finale, Paperone rinuncia alla prosperità perenne per non abbandonare il suo perduto amore che ancora lo attende: Doretta.

Nel 2004 esce in Danimarca una delle storie collegabili alla Saga ma non appartenente ai 12 capitoli canonici, Zio Paperone – Una lettera da casa (The Old Castle’s Other Secret o A Letter From Home), pubblicata negli Stati Uniti su Uncle $crooge numero 342 nel 2005 e in Italia su Zio Paperone numero 181 nel 2004. È la continuazione di Zio Paperone e la corona dei re crociati (The Crown of the Crusader Kings, sempre di Don Rosa) ma è soprattutto una storia di riappacificazione.
Paperone ha modo di ricucire in parte il suo rapporto con la sorella Matilda, piena di rancore nei confronti del fratello maggiore, e soprattutto si riconcilia con il ricordo del padre Fergus. Alla fine della storia, dopo aver trovato il tesoro dei Templari, cercato precedentemente anche dal padre, Paperone trova una sua lettera indirizzata a lui, in cui Fergus gli rivela che lui e la madre sono sempre stati orgogliosi del figlio, della sua vita avventurosa e del duro lavoro fatto per mantenere la famiglia. Una grande caccia al tesoro nella miglior tradizione barksiana, ammantata da una ingente quantità di sentimento ed emozione.
Nel 1995 esce sui numeri di Topolino 2058 e 2059 Zio Paperone e la formula della ricchezza, scritta da Carlo Panaro e disegnata da Romano Scarpa, un’altra storia con Brigitta comprimaria in cui è approfondito il bizzarro rapporto tra lei e Paperone. In questa storia i due protagonisti sono uniti da una caccia al tesoro in un luogo lontano ma sono anche costretti a vivere a stretto contatto per tanti giorni. Durante il corso dell’avventura, Paperone si mostra gentile e premuroso nei confronti di Brigitta al punto da darle un bacio sulla fronte, sovrappensiero. Nel finale, Paperone accetta di buon grado i sentimenti provati per Brigitta, anche se continua a non essere minimamente intenzionato a sposarsi.
In Zio Paperone e l’isola senza prezzo, storia di Teresa Radice e Stefano Turconi uscita nel 2012 su Topolino numero 2956, è descritta un’ulteriore prospettiva del lato affaristico di Paperone. Durante il suo soggiorno burrascoso sull’isola di Skyphos, Paperone si trova a confliggere con la vita tranquilla degli abitanti dell’isola, che cozza con la sua frenesia imprenditoriale. Solo alla fine si rende conto di non poter snaturare l’anima di quel posto incontaminato, che anzi gli permette di ritrovare piaceri ed emozioni dimenticati e in cui può sempre rifugiarsi per ritrovare il Paperone della sua gioventù.
Zio Paperone e l’ultima avventura è la storia scritta da Francesco Artibani e disegnata da Alessandro Perina uscita divisa in quattro parti sui numeri di Topolino 2985, 2986, 2987, 2988 nel 2013. Non solo segna il ritorno del personaggio di Cuordipietra Famedoro, ma è anche una monumentale storia di caduta e rinascita.
Paperone, infatti, cade in disgrazia per colpa dell’alleanza tra i suoi storici nemici, Cuordipietra Famedoro, Rockerduck, Amelia e i Bassotti, ma riesce a riprendersi grazie alla sua perseveranza e all’aiuto delle persone a lui care. Quello che manca ai suoi rivali e che si rivolterà loro contro, infatti, è che sono persone pronte a pugnalarsi rispettivamente alle spalle. Paperone, povero in canna e senza una casa, trova invece subito riparo da Nonna Papera e insieme a Paperino e al resto della famiglia dei Paperi (e a Brigitta e Filo Sganga) riesce a riprendersi la sua fortuna pezzo dopo pezzo. Nel finale il miliardario capisce che nessuno è davvero povero finché ha accanto qualcuno che gli vuole bene e che questa è la ricchezza più grande.
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Autori principali di Paperon’ de Paperoni
Carl Barks
Paperon de’ Paperoni è stato creato da Carl Barks, detto anche “L’uomo dei paperi”. La storia d’esordio del personaggio è Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Christmas on Bear Mountain, anche nota come Paperino e il Natale sul Monte Orso), pubblicata nel dicembre del 1947.
Barks presentò Paperone come un anziano miliardario avverso al Natale (festa poco gradita anche all’autore), e inizialmente intendeva usarlo per quella singola pubblicazione. Tuttavia, la risposta del pubblico fu così positiva da convincerlo a scrivere ulteriori storie dedicate al personaggio.
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Barks iniziò a caratterizzare maggiormente Paperone. Già dal 1948, con la storia Donald Duck in “The Old Castle’s Secret” (Paperino e il segreto del vecchio castello), l’autore introdusse il Clan de’ Paperoni, la dinastia scozzese di cui Paperon de’ Paperoni è l’ultimo discendente. Il tema dell’ascendenza nobiliare scozzese venne ripreso in storie successive come Hound of the Whiskervilles (Il clan di Zio Paperone, 1960) e da altri autori, primo tra tutti Don Rosa.
Negli anni successivi Barks continuò a studiare Paperone, donandogli un carattere complesso e descrivendolo come un essere umano a tutti gli effetti, pur se con l’aspetto di un Papero. Un forte segnale in questo senso è la storia Zio Paperone e la disfida dei dollari (1952), il cui titolo originale è appunto Only a Poor Old Man.
In questa avventura vengono approfonditi il rapporto del personaggio con il denaro e il suo amore per esso, che non è semplice avidità ma una vera e propria passione per l’oro. Proprio per questo, nel 1975 Barks affermò in un’intervista che Paperone non potesse essere definito “capitalista” in senso stretto. L’autore riteneva infatti che il Papero puntasse ad accumulare denaro più che a farlo circolare.
Barks considerava Paperone un avventuriero, un cacciatore di tesori. Per questo motivo, nel corso della sua carriera dedicò al personaggio svariate storie in cui la ricerca di nuove ricchezze si accompagnava all’esplorazione di località misteriose.
Per rendere visivamente convincenti i luoghi ritratti, l’autore si serviva delle foto della rivista National Geographic, di cui era un appassionato collezionista. Si deve inoltre a Barks la creazione di molti dei principali antagonisti di Paperone: tra questi figurano Amelia, la Banda Bassotti, Cuordipietra Famedoro e Rockerduck.
Barks accennò in più di un’occasione alle imprese compiute da Paperone in gioventù. Tra queste storie, è particolarmente rilevante Zio Paperone e la Stella del Polo (Back to the Klondike, pubblicata nel 1953), avventura in cui venne introdotta Doretta Doremì, amore giovanile di Paperone. Questa fu un’opportunità per l’autore per mostrare il lato più sensibile del Papero. Paperon de’ Paperoni, per Barks, era capace di provare affetti personali di grande entità, oltre al proverbiale amore per l’oro.
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Don Rosa
Keno Don Hugo Rosa (noto semplicemente come Don Rosa) è un autore statunitense di origini italiane. La sua prima storia Disney, Zio Paperone e il figlio del Sole (The Son of the Sun, 1987), lascia trasparire uno dei punti fondamentali della sua poetica, ovvero il citazionismo estremo relativo alle avventure scritte da Carl Barks.
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Nell’agosto del 1992 venne pubblicato il primo capitolo della Saga di Paperon de’ Paperoni, L’ultimo del Clan de’ Paperoni (The Last of the Clan McDuck). Con questo progetto (nel quale è raccontato anche l’incontro tra Paperon de’ Paperoni e il primo cent), Don Rosa mirava a ricostruire l’intera vita di Paperone, mettendo in ordine temporale con precisione filologica tutte le indicazioni biografiche presenti nelle storie di Barks. La Saga e molte delle storie dell’autore successive a essa presentano Paperone come un uomo dal passato avventuroso e con qualità talvolta quasi sovrumane.
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Paperone, nelle storie di Rosa, ha un rapporto continuo con il passato, marcato da una profonda nostalgia. Questo giustifica in parte anche il suo amore sconfinato per il denaro: le monete sono associate ai ricordi della sua intera vita.
Il Papero è inoltre molto attaccato alla sua famiglia: al ricordo dei genitori e alle sorelle in primis, ma anche e soprattutto a Paperino, Qui, Quo e Qua, da lui conosciuti solo in età avanzata, dopo aver passato molti anni da solo. In Zio Paperone – Una lettera da casa (Uncle Scrooge – A Letter From Home, 2004), Paperone confessa alla sorella Matilda di aver riscoperto il vero valore degli affetti familiari grazie ai nipoti.
La Saga di Don Rosa (e in generale la sua disposizione cronologica delle avventure di Paperone), per l’estrema precisione con cui l’autore ha effettuato il suo lavoro di ricostruzione, viene oggi ritenuta da diversi autori un vero e proprio “canone”, un punto di partenza imprescindibile per raccontare nuove storie legate al personaggio. Non tutti gli autori Disney condividono questa visione.
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Guido Martina
Guido Martina è stato uno dei primi autori della scuola Disney italiana. A lui si deve la scrittura della prima storia realizzata da autori italiani in cui compaia Paperone, ovvero Topolino nella valle dell’incanto, disegnata da Rino Anzi e pubblicata il 10 giugno 1952.
In questa avventura, in realtà, il personaggio appare solo in poche tavole: la trama si sviluppa intorno a Topolino e Paperino, impegnati a cercare il castello di Paperone, scomparso nel corso della notte. Questa ricca residenza appare anche in altre storie scritte da Martina.
Paperone per Martina era un personaggio dalle caratteristiche negative molto pronunciate. L’amore per il denaro del Papero si traduceva secondo l’autore in una cieca avidità e nella ricerca del profitto a prescindere da ogni scrupolo morale.
I rapporti con i nipoti non erano buoni: nelle storie di Martina, Paperone e Paperino si odiavano vicendevolmente, e arrivavano ad augurarsi la morte in più occasioni. La violenza (fisica e verbale) era un’altra costante di queste avventure. In generale, Martina considerava Paperon de’ Paperoni e i suoi altri personaggi alla stregua di “maschere teatrali” simili a quelle del teatro plautino, con tratti caratteriali predefiniti e stereotipici.
Come Don Rosa, anche Guido Martina si interrogò in più occasioni sul passato di Paperone. Il 5 aprile 1970 uscì il primo episodio della saga Storia e gloria della dinastia dei paperi, in cui l’autore cercava di ricostruire le vicende degli antenati dei Paperi nel corso di millenni di storia. L’ottavo e ultimo capitolo della serie, Zio Paperone e l’oro del Klondike, presentava i personaggi di Paperon-Papà e Oretta Paporetta, genitori di Paperon de’ Paperoni secondo Martina.
L’autore tornò ad affrontare il tema nel 1973, con il libro I pensieri di… Paperone, in cui l’infanzia del personaggio venne riscritta senza collegamenti con quanto raccontato in Storia e gloria della dinastia dei paperi. Inoltre, in questo libro Paperone presenta tutti i tratti tipici del personaggio per come era immaginato da Guido Martina: è un affarista senza scrupoli, disposto a svolgere attività non del tutto legali pur di arricchirsi (tratto che segna una profonda differenza rispetto alla visione di Barks e a quella di Don Rosa).
Romano Scarpa
Romano Scarpa iniziò a disegnare storie Disney nel 1953, su testi di Guido Martina. Nel 1956, con la storia Paperino e i gamberi in salmì, iniziò la sua carriera come autore completo.
Come sceneggiatore, Scarpa riprendeva spesso e volentieri i Maestri americani. Questo vale soprattutto per le sue storie ambientate a Topolinia (in cui è evidente la ripresa di Gottfredson), ma un discorso simile si può fare anche per le sue avventure con i Paperi come protagonisti.
Se in Paperino e i gamberi in salmì (febbraio 1956) Paperone compie azioni moralmente discutibili, già in Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante (novembre 1957) il miliardario acquista una maggiore sensibilità, avvicinandosi alla versione barksiana del personaggio.
Anche nelle storie realizzate dalla coppia Scarpa-Martina, negli anni successivi, Paperon de’ Paperoni risultò generalmente essere meno aggressivo e sanguinario di quanto non lo fosse nelle storie scritte da Martina per altri disegnatori.
Scarpa diede un rilevante contributo alla scuola Disney italiana anche per quanto riguarda i personaggi. In Paperino e i gamberi in salmì Scarpa introdusse Gedeone, fratello minore di Paperone e direttore del giornale Il Grillo Parlante.
Nel luglio del 1960, per la storia Zio Paperone e l’ultimo Balabù, Scarpa creò inoltre Brigitta McBridge, una papera innamorata di Paperone e tendenzialmente non ricambiata (anche se certi autori credono che il miliardario possa provare dei sentimenti per lei). Scarpa conosceva anche Doretta Doremì, apparsa per esempio nella sua storia Arriva Paperetta Yè-Yè (dicembre 1966).
Rodolfo Cimino
Rodolfo Cimino approdò al fumetto Disney alla fine degli anni ’50, come inchiostratore per storie disegnate da Scarpa (tra cui figurano avventure come Topolino e la dimensione Delta o Paperino e l’uomo di Ula-Ula). Già dal 1961 iniziò ad affermarsi anche come sceneggiatore.
Cimino valorizzò soprattutto la voglia di avventure di Paperone. Nelle sue storie, i Paperi partono spesso per lunghi viaggi in varie zone del mondo, solitamente in cerca di tesori e guidati proprio da Paperone. Uno dei marchi di fabbrica dell’autore è la vasta gamma di veicoli assurdi fatti realizzare di volta in volta dal miliardario per queste imprese (mezzi solitamente costruiti da Archimede).
Sul piano degli affetti personali, il Paperone di Cimino sembra riprendere quello di Scarpa: è un personaggio burbero e spesso e volentieri pronto a litigare coi parenti, ma sostanzialmente affezionato a essi. Di sicuro si possono registrare notevoli differenze nel rapporto tra il Papero e i nipoti a seconda della storia.
In Paperino e la salsina dello chef, per esempio, Paperone ricorre addirittura allo spionaggio per scoprire il segreto dei panini di Paperino. Nel ciclo di storie dedicato a Reginella, invece, in più di un’occasione è Paperone stesso a fare da confidente in ambito sentimentale al nipote, la cui situazione gli ricorda i suoi amori giovanili.
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In queste storie ha un forte valore anche la componente nostalgica del personaggio, fattore che tuttavia non riduce la sua voglia di agire nel presente. Sono importanti, da questo punto di vista, i piatti “rustici” preparati da Paperone, pietanze solitamente a base di pane, olio e cipolla, che servono a riportargli alla memoria il suo passato avventuroso.
Evoluzione grafica di Paperon de’ Paperoni
Fumetti
- 1947: la sua prima apparizione è Paperino e il Natale sul Monte Orso. In questa storia Paperon de’ Paperoni è rappresentato da Carl Barks come un Papero anziano, arcigno e misantropo con la veste da camera rossa con i dettagli blu a quadri, che passa in solitudine le festività lontano dalla famiglia praticamente a lui sconosciuta e in compagnia solo dei suoi ricordi. L’aspetto da vecchio arcigno è dato da un becco lungo con basette altrettanto lunghe e spettinate.
- 1952: a seguito della crescente popolarità del personaggio, Carl Barks inizia ad approfondirne la storia e il passato ed è così che nella storia Zio Paperone e la disfida dei dollari appare un Paperone giovane in tenuta da cercatore. Nelle storie di questo periodo indossa palandrana e ghette rosse.
- 1953: nella storia Zio Paperone e la cassa di rafano è rappresentato come un Papero rinvigorito e quasi ringiovanito con basette e becco più corti e la tenuta da capitano di battello.
- 1954: la sua celebre palandrana diventa blu o vinaccia come nella prima storia italiana intitolata a lui Le miniere di re… Paperone di Luciano Bottaro e Carlo Chendi.
- 1975: i tratti del volto cominciano ad ammorbidirsi nel filone delle storie italiane, seguendo le linee di Romano Scarpa.
- 1986: la palandrana torna a essere rossa anche se su alcune copertine Paperone indossa una palandrana gialla o una verde.
- 1987: grazie alla serie televisiva DuckTales inizia a esserci più uniformità con i colori delle palandrane che restano blu con i risvolti rossi per i cartoni e rossa con i risvolti neri o grigi per i fumetti.
- 1992: nella storia L’ultimo del clan de’ Paperoni appare un giovane Paperone di dieci anni con maglione rosso e berretto blu e l’immancabile kit da lustrascarpe.
- 1993: nel nono capitolo della Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa, Il miliardario di Colle Fosco, Paperone acquista la sua palandrana in un negozio di abiti di seconda mano a Glasgow, in cambio di cinque sterline e dei suoi abiti eleganti.
- 1994: nella storia Il cuore dell’Impero, undicesimo capitolo della Saga, Paperone acquista il suo cilindro da un merciaio di San Pietroburgo prima di un’udienza con lo zar Nicola II. Inoltre, un’offerta della merceria prevede un bastone in omaggio per ogni acquisto
- 1996: Marco Rota disegna le copertine della serie Zio Paperone, ripercorrendo le tappe importanti del passato del miliardario.
- Oggi: nelle storie attuali Paperone è disegnato con basette e becco corto e appare come un Papero sì anziano ma vigoroso, pronto a lanciarsi in mille avventure, indossando la palandrana rossa con risvolti neri, le ghette, il bastone e l’immancabile tuba.
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Animazione
- 1955: la prima versione animata di Paperone ha un aspetto simile a quello dei fumetti del tempo. La testa ha la forma rotonda, con le classiche basette bianche. Il personaggio indossa gli occhiali tondi a pince-nez e il cilindro ma, a differenza dei fumetti, indossa una camicia rosa e ha il becco più grande.
- 1967: alla sua seconda apparizione su pellicola, l’aspetto di Paperone si differenzia da quello dei fumetti coevi, ritornando a uno stile più simile a quello degli esordi. PdP appare più vecchio, con il viso più magro e le rughe sulla fronte. Oltre alle basette ha i capelli bianchi ma nella parte superiore della testa è calvo a eccezione di un ciuffetto di piume. Come nei fumetti indossa ghette grigie e cilindro, ma porta i guanti e una palandrana rossa con colletto e polsini di pelliccia marrone scuro.
- 1982: da questo momento in poi, Paperone torna ad avere aspetto corrispondente a quello dei fumetti coevi. Fanno eccezione i colori della palandrana che possono variare. Non è incluso Il canto di Natale di Topolino (1983) in quanto il personaggio non è se stesso ma interpreta Ebenezer Scrooge.
- 2013: ne I corti di Topolino, lo stile di disegno è sintetico e caricaturale. Le linee sono più spesse e spigolose, la figura del personaggio è più tozza, le dita di mani e piedi sono appuntite, i colori sono più chiari e le palpebre grigie.
- 2017: la nuova serie di Duck Tales si caratterizza per un ridisegno di tutti i personaggi, fra cui lo stesso Paperone. Le forme sono squadrate, con becco piccolo e occhi molto grandi, mentre la testa, le mani e i piedi hanno proporzioni maggiori rispetto al corpo. Paperon de’ Paperoni ha le basette lunghe e bianche, più un folto ciuffo di piume sulla testa. L’abbigliamento è il solito: occhiali a pince-nez, palandrana, ghette, cilindro e bastone.
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Apparizioni di Paperon de’ Paperoni
Fumetto
Paperon de’ Paperoni esordisce in Christmas on Bear Mountain nel 1947. La storia compare in un albo a fumetti dedicato a Paperino, Walt Disney’s Donald Duck, edito da Four Color Comics. L’idea iniziale prevedeva di usare il personaggio solo una volta. Al contrario, Paperone ebbe fortuna e venne riutilizzato, vantando oggi la sua presenza in decine di migliaia di storie a fumetti.
Nel 1952, negli Stati Uniti fu creata una collana di fumetti a lui intitolata: Uncle $crooge. Lo stesso anno fu pubblicata la prima storia prodotta in Italia in cui compare Paperone: Topolino nella valle dell’incanto, scritta da Guido Martina e disegnata da Rino Avanzi. La storia uscì su Topolino 44.
In Italia, le storie con Paperon de’ Paperoni sono state pubblicate su numerose testate. Dal 1987 al 2008 è stata prodotta una collana interamente dedicata alle sue avventure: Zio Paperone. Sugli albi comparivano le storie di Carl Barks e, prevalentemente, di altri autori stranieri.
La pubblicazione ha diffuso in Italia le opere di molti autori fino a quel momento sconosciuti, mostrando un Paperone diverso da quello italiano.
Nel 2018 è stata rilanciata una pubblicazione omonima, Zio Paperone, con una storia inedita e ristampe di opere principalmente italiane.
Cortometraggi con Zio Paperone
Nel cortometraggio The Spirit of ’43 (1943) Paperino ha a che fare con due lati personificati del suo carattere: parsimonia e prodigalità. La prima è rappresentata da un Papero molto simile a Paperone, con basette e abiti scozzesi. Nel 1943 Carl Barks lavorava nel reparto animazione degli studi Disney: Paperone sarebbe stato inventato in seguito, ma data la somiglianza e la presenza di Barks fra gli autori, è plausibile considerare il personaggio di The Spirit of ’43 come un prototipo di Paperone.
La prima apparizione effettiva del personaggio in animazione avviene come comparsa nella sigla di Mickey Mouse Club del 1955. Lo stesso anno Carl Barks lavorò alla sceneggiatura di un corto che avrebbe dovuto avere Zio Paperone come protagonista, la cui produzione venne però annullata in corso d’opera. Questo perché gli studi di animazione Disney ritennero il carattere del personaggio poco adatto alla trasposizione su schermo e perché negli anni ’50 i cortometraggi da distribuire al cinema stavano diventando sconvenienti a causa della diffusione della televisione.
Il primo cortometraggio che vede PdP come protagonista è Scrooge McDuck and Money (Zio Paperone e il Denaro), distribuito nel 1967. Successivamente, il Paperone animato rimase inutilizzato fino al 1982, anno in cui Romano Scarpa realizzò una sequenza nota come Camminata Disney, creata nel tentativo mancato di aprire una succursale dei Walt Disney Animation Studios in Italia. La sequenza fu utilizzata come sigla del programma Topolino Show.
Altre apparizioni sono nel Canto di Natale di Topolino (1983), parodia in cui interpreta Ebenezer Scrooge, personaggio da cui ha ereditato il nome originale e l’avarizia, e in Pippo e lo sport in Calciomania (1987).
Serie televisive con Zio Paperone
Il 18 settembre 1987 debutta la serie animata DuckTales – Avventure di Paperi che in 100 episodi e quattro stagioni racconta le avventure di Paperone con la sua famiglia. In queste puntate il multimiliardario o va a caccia di tesori per aumentare le sue ricchezze o deve combattere per proteggerle dai suoi numerosi nemici.
Molti episodi sono basati su adattamenti animati delle storie classiche di Carl Barks ma, a differenza della sua versione cartacea, il Paperone di DuckTales è più gentile e addolcito per merito della convivenza forzata con i nipotini e la piccola Gaia.
Un’altra differenza con la sua versione a fumetti è che Paperone vive in una lussuosissima villa e non nel Deposito che viene usato principalmente come ufficio. L’idea della villa non è originale della serie ma riprende le prime storie di Carl Barks. Le voci di Paperone sono quelle di Alan Young in USA e di Gigi Angelillo in Italia.
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A cavallo del nuovo millennio, Paperone compare in alcuni episodi delle serie Mickey Mouse Works (1999) e House of Mouse (2001-2003).
Nel 2017 esce DuckTales, il reboot della serie del 1987, creato da Matt Youngberg e Francisco Angones, uscito inizialmente su Disney XD e successivamente anche su Disney Channel. Il Paperone di questa serie è inizialmente più cupo e chiuso della sua precedente versione a causa del suo allontanamento da Paperino per colpa di un incidente passato che ha rovinato il loro rapporto.
Grazie alla convivenza forzata con il nipote e Qui, Quo e Qua ritrova l’energia di un tempo e sembra ringiovanire al punto da ritrovare la passione per le avventure e le cacce al tesoro. Durante il corso degli episodi perde la sua aria cupa e si lega tantissimo ai nipoti ritrovati della cui presenza nella sua vita non può più fare a meno.
Gli episodi prendono ispirazione a piene mani anche dalle storie di Don Rosa, e non solo da quelle di Carl Barks come nella serie precedente. Paperone questa volta è doppiato in inglese da David Tennant, che con il suo accento scozzese ha dato un importante contributo alla caratterizzazione del miliardario. In Italia, invece, è doppiato da Fabrizio Vidale.
Nel 2013 iniziano I corti di Topolino, una serie ideata da Paul Rudish divisa in cinque stagioni e terminata nel 2019. La prima apparizione di Paperone in questi corti avviene nel tredicesimo episodio della seconda stagione Goofy’s first love. In questo episodio, Paperone si rifiuta di prestare denaro al nipote e ai suoi amici che vorrebbero usarli per aiutare Pippo a conquistare una donna.
Un altro episodio degno di nota è il decimo della terza stagione, No, che è purtroppo l’ultimo corto con il doppiaggio di Alan Young, storica voce di Paperone, che viene a mancare poco dopo.
Paperone appare anche nel magnifico special natalizio Duck the Halls: A Mickey Mouse Christmas Special, dove la famiglia dei Paperi al completo si trova a emigrare al sud, eccezion facendo per Paperino che vorrebbe restare in città per festeggiare il Natale con i suoi amici. Paperone e il resto della famiglia decidono di andare a recuperare il nipote dissidente dopo aver capito che il freddo lo stava uccidendo.
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Film con Zio Paperone
Il 3 agosto 1990 esce nelle sale cinematografiche italiane DuckTales – Alla ricerca della lampada perduta diretto da Bob Hathcock.
È il primo lungometraggio di animazione con protagonista Paperon de’ Paperoni. In questo film, Zio Paperone e nipoti vanno alla ricerca del tesoro di Collie Baba e dopo tante peripezie riescono a trovarlo. Il vero tesoro però, che resta nelle mani della piccola Gaia, è una lampada che, se strofinata, evoca un Genio pronto a realizzare tre desideri.
Inizialmente il genio è tenuto nascosto al miliardario, ma a seguito di un desiderio di Gaia viene scoperto. La lampada è però anche nelle mire del malvagio Merlock, un mago senza scrupoli con un medaglione che gli permette di avere desideri infiniti.
Dopo aver sconfitto il mago con l’aiuto di tutta la famiglia, Paperone capisce che la magia della lampada è troppo pericolosa ed esprime quindi un unico desiderio: rendere il Genio un bambino vero. Il film finisce con un tuffo nelle monete interrotto dal ladro Dijon che prova a scappare con i pantaloni pieni di denaro di Paperone.
Il film si colloca temporalmente alla fine della terza stagione di DuckTales dopo l’episodio 93 e, come per la serie, Paperone è doppiato da Alan Young e Gigi Angelillo.
Videogiochi con Zio Paperone
Le apparizioni di Paperone nel mondo dei videogame sono legate alla serie animata DuckTales e sviluppate da Capcom.
Il primo gioco in cui lo si può trovare è DuckTales (1989), un platform a scorrimento orizzontale in cui il giocatore controlla Zio Paperone a caccia di tesori. Le ambientazioni e i nemici riprendono quelli apparsi nel cartone animato, tra cui Cuoredipietra Famedoro e Amelia. Il videogioco, che ebbe successo anche grazie alla colonna sonora originale, ha avuto un seguito: DuckTales 2 (1993).
Entrambi i giochi erano destinati a NES e Game Boy e sono stati ridistribuiti di recente per computer e per le principali console. Nel 2013 è stato realizzato un remake del primo capitolo, DuckTales: Remastered, con grafica migliorata e nuovi livelli. Il secondo capitolo è stato invece riproposto in maniera fedele nel 2017 in The Disney Afternoon Collection, insieme ad altri giochi.
Paperone appare anche in DuckTales: The Quest for Gold (1990). Sviluppato per computer, il gioco era in parte simile al suo predecessore per NES, DuckTales, ma oltre ai livelli a piattaforma scorrevole dava la possibilità di raccogliere monete nuotando nel Deposito e giocando in borsa.
Paperone compare anche come PNG (Personaggio Non Giocabile) in alcuni capitoli della serie Kingdom Hearts, prodotti da Square Enix e Disney Interactive Studios.
Curiosità su Paperon de’ Paperoni
L’avvincente storia dell’ultimo Papero del clan de’ Paperoni merita numerosi approfondimenti . Di seguito, una selezione di articoli in cui abbiamo indagato aspetti della sua figura:
- La casa di Paperon de’ Paperoni: il Deposito esiste veramente?
- Quant’è ricco Zio Paperone?
- Il segreto di Paperone: un vescovo medievale all’origine del suo nome?
- La vera storia della nascita di Paperone
- Prima della Saga: la vita disonesta di Paperone
- A chi andrebbe l’eredità di Paperone? | Better Call Scrooge
- Paperone e la legittima difesa | Better Call Scrooge
- Tutto quello che non avete mai osato chiedere sul cilindro di Zio Paperone
Le frasi celebri di Paperon de’ Paperoni
- Ehi! Ma questa è una moneta americana! 10 cent! Che mi serva di lezione! La vita è piena di lavori duri e ci saranno sempre dei furbi pronti a imbrogliarmi! Beh, sarò più duro dei duri e più furbo dei furbi… e farò quadrare i miei conti!
- Il talento non esiste, capitano! Esistono soltanto l’ispirazione e l’ambizione! E le mie sono roventi!
- Proverò e riproverò! Non mi darò mai per vinto! Guarda laggiù, sulla brughiera! C’è un altro presagio! Lo terrò a mente! C’è sempre un altro Arcobaleno!
- L’importante è che non si avvizzisca il cervello! Molti grandi uomini erano ancora attivi a novant’anni! E sapete perchè erano rimasti giovani? Perchè avevano ancora dei sogni da realizzare! Voi giovani ”zucchevuote” dovreste vergognirvi! La qualità della vostra vita dipende da ciò che farete! Gli unici limiti alle avventure sono i limiti della vostra immaginazione!
- Non mi sarei voluto perdere la vita che ho vissuto per… per tutto il denaro del mondo! Sai, non l’ho mai detto a Paperino o a nessun altro, ma in un certo senso sapevo di essere stato sempre ricco… e lo sarò sempre finchè vivrò la mia vita come ho sempre scelto di fare… …finchè potrò fare quel che amo fare, di quando in quando… …e finchè, di quando in quando, riceverò una lettera da casa!
- Me misero, me tapino
- Che gusto c’è a possedere undici ottilioni di dollari, se non ci faccio un po’ di chiasso attorno?
- Eccomi qua, nella mia comoda dimora, aspettando che passi il Natale! Bah! Che stupida festa, in cui tutti si vogliono bene! Ma per me è diverso! Tutti mi odiano e io odio tutti!
- Aveva gli occhi splendenti come stelle, e il suo cuore era freddo come il ghiaccio della tundra, il solo ghiaccio vivo che abbia mai visto!
- Non finisce qui, il mondo è pieno di opportunità per un Papero che può pensare un po’ di più e saltare un po’ più in fretta degli altri! E io sto accumulando esperienza!
- Un pianoforte suonava laggiù e, sul palcoscenico entrava Doretta Doremì, la Stella del polo! Cantava “son fili d’oro” con la sua voce dolce e soave, come il fruscio di un biglietto da mille!
- Bada a come parli! Io sono Paperon de’ Paperoni, e se fai qualcosa che non mi piace, compro la città intera e ti licenzio!
- Non posso continuare a perdere un miliardo al minuto! Continuando così fra seicento anni sarò rovinato!
- Nessuno è povero, quando può fare ciò che gli piace quando gli piace!… A me piace tuffarmi nel denaro, come un pesce baleno, e scavarci gallerie, come una talpa, e gettarlo in aria e farmelo ricadere sulla testa!
- Non esiste impresa in cui non abbia lo zampino! Io non sono un uomo! Sono una piovra che stende i tentacoli ovunque!
- Non bisogna vivere nell’ignobile agio, ma con il lavoro, lo sforzo e la lotta! La suprema forma del successo arride a colui il quale non teme né il pericolo, né il lavoro! Ed è lui, di conseguenza, a ottenere il supremo trionfo!
- Fatevi sotto! Sarà un gran butto giorno, quando io mi arrenderò a una semplice superpotenza!
Immagini Copyright Disney
Fonti:
La grande dinastia dei paperi, Ed. RCS, Milano 2008
Le grandi storie Disney – L’opera omnia di Romano Scarpa, Ed. RCS, Milano 2014
I Disney italiani, Ed. NPE, Roma 2012
Topolino Story, Ed. RCS, Milano 2005
I Maestri Disney, Ed. The Walt Disney Company, Milano, 1997-2009
I classici del fumetto di Repubblica 14 – Zio Paperone
Carl Barks, l’uomo dei Paperi, Disney Libri, Milano 2001
http://www.cbarks.dk/theshelvedcartoonsynopsis.htm