Sono stati mesi di importanti festeggiamenti per Paperon de’ Paperoni, ritrovatosi a spegnere le sue prime 75 candeline. Tra un volume celebrativo e l’altro, un ruolo di primo piano è stato affidato a Il destino di Paperone, una lunga storia (190 tavole suddivise in cinque episodi) scritta e disegnata da Fabio Celoni, per i colori di Luca Merli. Un’occasione per celebrare come si deve il Papero più ricco del mondo e… per dare un seguito a Paperino e le lenticchie di Babilonia, capolavoro di Romano Scarpa pubblicato originariamente nel 1960.
Il risultato è un’avventura con la A maiuscola, frutto di una sceneggiatura appassionata e di un comparto grafico da primi della classe. Il vecchio cilindro avrà anche 75 anni, ma la grinta è quella di sempre.
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Il destino di Paperone, dove eravamo rimasti
Ricordate il finale di Paperino e le lenticchie di Babilonia? Se non l’avete mai letta (correte a farlo), vi basti sapere che Paperone ha perso tutte le sue ricchezze in favore dei Bassotti, ora detentori del Deposito e di tutto l’impero della vecchia tuba scozzese. A Zio Paperone resta la possibilità di vivere in una stanzina all’ultimo piano del suo palazzo, e di crogiolarsi nel ricordo dei tempi andati.
Ne Il destino di Paperone a questa situazione, già abbastanza grigia, si aggiunge un dickensiano fantasma del Destino, al quale lo zione lancia un ultimo guanto di sfida: un mese per recuperare l’intero suo patrimonio, ripartendo da zero. Quattro settimane, quattro avventure esotiche, per ribadire che nessuno può mettersi contro Paperon de’ Paperoni.
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Fabio Celoni e Paperone, un’unione vincente
Fabio Celoni è al suo esordio su una sceneggiatura Disney, ma non è certo un autore alle prime armi. Ha scritto romanzi e graphic novel, è già sceneggiatore per Dylan Dog, e qualcuno (probabilmente in pochi) magari ricorda con affetto le serie Nemrod e San Michele, pubblicate per Star Comics. Al suo esordio su Topolino come autore completo ha portato con sé tutti gli strumenti del mestiere, e al termine della lettura ci si chiede perché abbia aspettato così tanti anni per proporci le sue storie.
Il destino di Paperone si compone di un prologo e di quattro episodi, che potrebbero quasi essere letti anche come storie singole. Ogni settimana, accompagnato da Paperino e nipotini, lo zione si è ritrovato a visitare mondi straordinari, per aiutare creature altrettanto straordinarie. I rimandi continui sono alle avventure di Carl Barks o Rodolfo Cimino, che di popoli strani ce ne hanno fatti conoscere tanti.
Fabio Celoni centra appieno il carattere di Paperone che si arricchisce sì, ma sullo sfondo, perché è un personaggio, i lettori lo sanno bene, guidato da altri valori. Paperone vive per l’avventura, per il desiderio di conoscenza, per inseguire i suoi sogni. Questo è il suo destino, che insegue dalle viscere della Terra allo spazio profondo; guadagnare soldi viene di conseguenza, quasi come un’attività secondaria. Paradossalmente tenere lontano il lato affaristico e monetario ha fatto fuoriuscire un Paperone più autentico, quel Paperone che ama nuotare nel denaro, ma che fuori dal Deposito non tocca un dollaro neanche per sbaglio. Taccagneria? Sì, certo. Ma sotto sotto, si sa, è anche il suo personalissimo modo di vivere l’attimo presente, senza filtri e limitazioni.
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Le tavole di Fabio Celoni, colorate da Luca Merli, sono semplicemente uno spettacolo. La regia, le inquadrature, l’atmosfera, tutto funziona e va perfettamente a braccetto con la storia e i personaggi. Nota di merito va proprio ai personaggi secondari che, come nelle migliori storie classiche, non sembrano scritti per essere dimenticati dopo una settimana. Tutte le popolazioni incontrate in Il Destino di Paperone hanno un preciso di modo di parlare, e una caratterizzazione grafica lontana dagli onnipresenti personaggi tartufati, cioè i soliti umani con nasone nero tondeggiante. Qui vengono finalmente proposti altri animali antropomorfi, usati in maniera davvero divertente e legatissimi alla storia.
Tutta l’avventura si chiude poi su un finale epico, ancora una volta coerente con il personaggio di Paperone, emozionante fino in fondo.
Insomma, una delle migliori storie di Paperone degli ultimi anni. E le lenticchie?
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Un seguito per le lenticchie di Babilonia?
Come si comporta nei confronti dell’opera originale questo seguito alle lenticchie di Babilonia? La risposta ce la può dare lo stesso Fabio Celoni in un’intervista pubblicata su Topolino 3499:
“Il mio non è un sequel ma un what if che si riallaccia con riverenza a quella storia per raccontare tutt’altro.”
In effetti ci si dimentica presto delle lenticchie firmate Romano Scarpa, che vengono più che altro omaggiate, lasciando forse un pizzico di amaro in bocca. La storia è ambientata nel nostro presente, e le scelte estetiche, le battute dei personaggi, il ritmo, sono tutti figli di una narrazione squisitamente contemporanea. Ogni volta che viene citato il capolavoro del 1960 viene da chiedersi se servisse davvero a qualcosa questo riferimento, in una saga che resta solida sulle proprie gambe raccontando, come dice Celoni, tutt’altro.
Curiosamente questo Destino di Paperone lavora all’opposto rispetto alla Spada di Ghiaccio pubblicata quasi in contemporanea: in quel caso avevamo continui rimandi al passato, con poca carne al fuoco dal punto di vista narrativo, mentre Celoni sembra avere tanto da raccontare, e di conseguenza poca necessità di rifarsi ai classici del passato.
Ma tutte queste, per usare le parole dell’amato Zione, sono bubbole: Il Destino di Paperone è un gioiello, una nuova grande avventura del Papero più ricco del mondo, imperdibile anche per i meno avvezzi al fumetto Disney.
L’ennesimo valido motivo per andare in edicola tutti i mercoledì, e “mai dimenticare ciò per cui abbiamo lottato, vinto o perso: i nostri sogni.”
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Amedeo Anfuso
Immagini: ©Disney – Panini
Trailer: Associazione lo Scarabocchiatore