Gli ultimi mesi sono stati densi di eventi e celebrazioni sulle pagine del Topo: sono iniziate le celebrazioni per i 75 anni di Zio Paperone, e nel frattempo è giunta a conclusione la lunga serie calcistica dedicata ai nipotini; sono arrivati gli speciali numeri di Natale, e in contemporanea l’uscita dello storico 3500. Tra un evento e l’altro il direttore Alex Bertani, coadiuvato dall’inseparabile Marco Nucci ai testi e da Cristian Canfailla ai disegni, ha deciso di celebrare il quarantennale di una delle storie più amate dai lettori: stiamo parlando ovviamente di Topolino e la Spada di Ghiaccio, tornata in edicola con un nuovo capitolo, Topolino e la leggenda della Spada di Ghiaccio. Vale la pena imbarcarsi in questa nuova avventura?
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Ritorno alle terre dell’Argaar
Una nuova minaccia sta vessando gli abitanti dell’Argaar: il malvagio stregone Atro, alla guida del popolo degli Scuri, ha invaso l’intero regno. La Spada di Ghiaccio è perduta tra le viscere del cratere provocato dalla Grande Meteora, e per non farsi mancare nulla un bell’incantesimo ha eliminato ogni ricordo delle epiche gesta del cugino di Alf e del suo scudiero dalle grandi orecchie. L’Argaar non è più una terra di eroi.
Pippo e Topolino, come da tradizione intenti a prepararsi al Natale, verranno nuovamente trasportati nell’epopea fantasy Disney per eccellenza, accompagnati da vecchi e nuovi amici, pronti a riportare pace e ricordi tra elfi, Uli, giganti e altre creature fantastiche.
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Il ritorno della Spada di Ghiaccio è un’operazione riuscita?
Suddivisa in quattro episodi, con il gran finale proprio sullo specialissimo Topolino 3500, questa nuova incursione nel genere fantasy conferma l’abilità ai disegni di Cristian Canfailla, artista che ha debuttato sul settimanale solo nel 2021, e che offre scorci notevoli, aiutato da un’ottima colorazione. Ineccepibili le scenografie, non sempre convincente la recitazione dei personaggi, in particolare dei nuovi arrivati, che faticano a imporsi sulla scena con il dovuto carisma.
Proprio sui personaggi, su quello che i nostri eroi dicono e fanno, entra in gioco il lavoro di Marco Nucci, sceneggiatore più che mai prolifico. Le storie firmate da Nucci sono presenti ormai ovunque; con una tale mole di pagine da scrivere, è normale che le grandi storie si accompagnino a qualche inciampo qui e là. Topolino e la Leggenda della Spada di Ghiaccio rischia purtroppo di non essere ricordata con affetto dai lettori più appassionati.
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Quarant’anni dopo
Raccontare una storia a fumetti è una delicata danza fatta di ritmo, scelta delle inquadrature, costruzione della pagina, e soprattutto battute che rendano i personaggi credibili e riconoscibili. Da questo punto di vista Marco Nucci è un solido professionista: la storia scorre veloce, ed è evidente una grande passione nella scelta delle parole, dei rimandi tra un episodio e l’altro, nel provare a stupire il lettore a ogni giro di pagina. Se parliamo di come scrivere una sceneggiatura, Marco Nucci sa il fatto suo. Qualche perplessità nasce dal cosa c’era la necessità di raccontare.
Ci sono storie che hanno bisogno di essere raccontate: quelle che mentre le leggi ti accorgi che l’autore ha tantissime cose che non vede l’ora di dirti; quelle storie che il giorno dopo devi per forza raccontare al vicino di banco, o che durante una serata tra amici iniziano con “Questa la dovete assolutamente sentire!”
Il fumetto Disney italiano ha fatto scuola per la sua capacità di azzeccare questa magia centinaia e centinaia di volte. La leggenda della Spada di Ghiaccio manca il bersaglio, forse per mancanza di coraggio, forse per un eccessivo attaccamento alle storie passate. Quattro episodi sono tante pagine di fumetto, pagine che filano veloci senza un sussulto, senza un vero colpo di scena. Gli eroi sono eroi senza macchia, che mai sbagliano, che mai sono in pericolo, mentre i cattivi… fanno i cattivi. E basta.
Come se non bastasse, gli appassionati più intransigenti noteranno vari elementi incongruenti con quanto raccontato nelle precedenti storie della saga, e comportamenti di alcuni personaggi che non ci si aspetterebbe, Pippo/cugino di Alf su tutti. La frittata di Natale, insomma, sembra servita.
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La Spada di Ghiaccio e i suoi lettori
Una caratteristica consolidata di Marco Nucci è di rivolgersi direttamente a chi stringe il libretto tra le mani, utilizzando spesso (molto spesso) l’espressione “cari lettori”. Mi permetto di farlo anch’io, e chiudere questa recensione raccontando qualcosa, da lettore a lettore.
Siamo all’incirca nel 2001, frequento le elementari. Mio nonno, invece, frequenta le bancarelle di libri usati, tutte le settimane. È molto difficile fargli capire cosa vorrei leggere in quel momento, o quali fumetti mancano alla mia collezione, perché lui è uno che lavora d’istinto. Vede una copertina che gli piace, costa un euro, è fatta. Tra Dylan Dog che già possiedo – ma non glielo dico mai – e romanzi Urania, un bel sabato mi porta un volumetto liso, con copertina argentata: la Trilogia della Spada di Ghiaccio. Amore a prima vista, per il libriccino, e pure per il nonno.
Siamo a novembre 2022, è mercoledì, ho comprato Topolino in un’edicola in cui non sono mai stato. Inizio anche a leggerlo in un posto in cui non sono mai stato: la sala d’aspetto di un ospedale. Attacco il primo episodio della nuova storia della Spada di Ghiaccio e, chi l’avrebbe mai detto, la data stampata su questo Topolino è anche la data di nascita di mio figlio. Poco dopo lo sento piangere, me lo portano, ed è amore a prima vista. Il nonno non c’è più, ma si sarebbe innamorato anche lui, e ci avrebbe aspettato a casa, con un librone per bambini sulle ginocchia, rigorosamente consumato e logoro, pagato un euro o poco più.
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Cari lettori, le storie di Topolino non sono mai realizzate soltanto da sceneggiatura e disegni: sono realizzate anche da noi, che le infiliamo nello zaino prima di salire sull’aereo, che le nascondiamo sotto il cuscino, o che le impiliamo affianco al gabinetto. Chiedevo in apertura se valesse la pena imbarcarsi in questa nuova avventura. Topolino ci ha insegnato per 3500 volte che vale la pena imbarcarsi in tutte le nostre avventure, e pazienza se alcune sono noiose, se a volte le cose non vanno come sperato, se i personaggi che incontriamo non ispirano simpatia.
Questa nuova Spada di Ghiaccio non è una storia riuscita, e per me è bellissima allo stesso tempo. Ancora una volta la magia è stata azzeccata, il consiglio non può che essere di recuperare questi volumetti con la costina gialla, tra edicole e bancarelle, per trovare la vostra.
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Amedeo Anfuso
Immagini: ©Disney – Panini