Quella “stalker” di Brigitta | Better Call Scrooge

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Paperonucciooooo!“.

Quando appare questa semplice parola tra le pagine di Topolino, che ci siano o meno papere nella vignetta, non ci sono dubbi. Sta arrivando lei, Brigitta. La stalker, aggiungerebbe qualcuno, magari tramortito all’idea di incontrare un simile soggetto nella vita reale.

Un personaggio capace di abnegazione e amore totali, e che farebbe di tutto pur di passare anche solo pochi minuti con la persona che ama. Uno scenario idilliaco, sì, se non fosse che il suo è un sentimento a senso unico, come chiarito da innumerevoli due di picche.

Meraviglioso, davvero, non fosse per gli agguati, i sequestri di persona e l’implacabile ostinazione con cui la papera dalla permanente più bionda di tutta Paperopoli, nata dal genio di Romano Scarpa, persevera nel suo intento di accalappiare il papero più ricco del mondo.

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Una parte di noi ha sempre fatto il tifo per lei, l’altra ha sempre pensato che sarebbe finita dietro le sbarre in quanto stalker.

La verità? Sta nel mezzo, e ve lo spieghiamo in questo nuovo episodio di Better Call Scrooge!

Paperone rincorso da Brigitta, quasi fosse una stalker
In amor vince chi fugge?

Disclaimer: il reato di stalking appartiene a una branca molto delicata del diritto penale. Sebbene sia superfluo ribadirlo, il presente articolo non fa dell’ironia sulle vittime o sul reato in sé, bensì su un personaggio fittizio i cui comportamenti operano in aree di confine. Ci sono alcune ambiguità, nel suo comportamento, che abbiamo ritenuto interessante approfondire, con l’approccio leggero che ci contraddistingue.

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Stalking e stalker: una panoramica della normativa e un tentativo di definizione

Lo stalking è un reato.

In Italia, è disciplinato dall’art. 612 bis del codice penale, rubricato “atti persecutori”, ed è stato introdotto solo nel 2009, precisamente il 23 aprile, con la legge n. 38. Successivamente, è stato modificato ulteriormente dall’art. 9 comma 3 della L. 19 luglio 2019 n. 69.

Ma cosa dice esattamente l’articolo?

Art. 612 bis c.p.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

Art. 612 bis codice penale – Atti persecutori (comma 1)

Quello qui riportato, e che analizzeremo, è solo il primo comma dell’articolo. Vediamolo in dettaglio: si configura il reato di stalking laddove vi sia, da parte del presunto molestatore, una serie di condotte reiterate – ossia una serie di comportamenti perpetrati nel tempo, minacce o molestie che, per la loro natura persecutiva e continuativa, causino nei confronti del soggetto al quale sono indirizzate un perdurante e grave stato di ansia o di paura, che può anche portarlo “ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Quindi, nello specifico:

  • lo stalker è colui che pone in essere comportamenti persecutori, minacce o molestie che si possono declinare in più sfumature nei confronti di un determinato soggetto;
  • tali condotte devono essere tali da ingenerare nel soggetto che li riceve un grave stato di ansia o di paura, oppure il concreto timore per l’incolumità propria, per quella di un familiare o di un partner (fidanzato/a, coniuge, ecc.); oppure ancora tali condotte devono essere tali da costringere la vittima a mutare le proprie abitudini di vita.

Una volta che tale concetto è chiaro, verrebbe da chiedersi se Brigitta abbia mai ingenerato un grave stato di ansia e stress nei confronti di Paperone, oppure se i suoi comportamenti abbiano mai comportato un mutamento di abitudini per il papero.

La risposta parrebbe negativa, sotto questo punto di vista, ma procediamo con ordine.

Perdoname madre por mi Calisota

Come siamo soliti ricordare in questa rubrica, il nostro punto di riferimento è sempre il diritto statunitense. Le vicende dei nostri amati Paperi e Topi, infatti, sono ambientate nello stato fittizio del Calisota.

E quindi? Come è normato il reato di stalking oltreoceano? Ciò è presto detto!

Zio Paperone e la presenza di Brigitta

Il concetto di stalking come reato negli USA è molto simile alla definizione italiana.

Questo in quanto tale reato è stato configurato dapprima proprio negli USA nel 1990, a seguito di alcuni assassini nei confronti di star del cinema, preceduti da molestie e atti persecutori. Forse il più famoso è l’omicidio dell’attrice Rebecca Schaeffer nel 1989 dopo due anni di molestie; per questo, già nel 1992 la California si dotava di una normativa antistalking.

Lo stalking in America è un reato federale, considerato tale in tutti gli Stati. Ogni Stato, discrezionalmente, decide poi le varie circostanze aggravanti.

Secondo il codice penale statunitense, Sezione 649.6, è sufficiente, per definire una determinata azione come stalking, che chi compie ripetutamente un’azione (c.d. course of conduct) voglia ingenerare nella vittima timore per la sicurezza propria e dei familiari. In Michigan, per esempio, sono sufficienti due minacce credibili consecutive per configurare una molestia.

La minaccia non deve essere necessariamente esplicita. Si valuta caso per caso. In America, solitamente i tribunali sono soliti ricorrere a ordinanze restrittive come metodo punitivo.

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Ma Brigitta è una stalker o no?

Brigitta, nelle primissime storie in cui appare, potrebbe benissimo, seppur a latere e solo per alcuni atteggiamenti, e solo in determinate storie, ricordare la definizione di stalker che fornisce il diritto statunitense.

Ciò in quanto viene rappresentata come una vera e propria cacciatrice di dote, interessata tanto a Paperone quanto al suo patrimonio.

Zio Paperone e il ratto di Brigitta
Vade retro

Nella storia Zio Paperone e il ratto di Brigitta di Romano Scarpa, pubblicata su Topolino n. 272 del 12 dicembre 1961, vediamo Brigitta che si intrufola nell’ufficio di Paperone, aggredendo lo spazio personale del papero, in una serie di azioni comiche ma incredibilmente “moleste”.

Zio Paperone e il ratto di Brigitta

Senza dare possibilità al papero di reagire, Brigitta lo fa sdraiare addirittura sul divano, privandolo del controllo delle proprie reazioni, disponendo del suo corpo come più le aggrada.

Zio Paperone e il ratto di Brigitta

In altre storie, sempre all’inizio delle apparizioni, la papera fa addirittura di peggio.

In Zio Paperone e il casco d’oro, sempre di Romano Scarpa, pubblicata su Topolino nn. 1061-1062 del 1976, Brigitta si adorna di un profumo alquanto particolare. Infatti, la fragranza all’oro è in grado di far capitolare Paperone, inducendogli uno stato di trance tale da fargli assecondare ogni capriccio della papera.

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Ciò che a noi interessa è il modo in cui Paperone reagisce all’incedere di Brigitta, prima che egli venga a contatto con il profumo e venga reso incapace di intendere e di volere.

Una parola basta per descrivere la sua reazione: terrore, terrore puro, tanto da portare anche i nipoti a nascondersi. Nei paragrafi precedenti abbiamo sottolineato come uno degli elementi dello stalking sia la circostanza che nella vittima si crei un fondato timore per la propria incolumità.

In effetti, Brigitta sta per ledere la capacità di giudizio di Paperone. Lo scopo è portarlo a innamorarsi di lei, quindi a minare la sua psiche. Tralasciamo per un attimo il contesto e liberiamo la tavola seguente dalla comicità di cui è intrisa questa pregiata storia a fumetti.

Zio Paperone e il casco d'oro

Paperone si sente minacciato da Brigitta. Questo, unito ai ripetuti tentativi della papera di avvicinarsi allo Zione, potrebbe essere considerato stalking in un tribunale statunitense.

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Ma forse la storia in cui Brigitta ha davvero agito da perfetta “criminale”, in cui ha deliberatamente minacciato, terrorizzato e disposto di Paperone a suo piacimento è Zio Paperone e la presenza di Brigitta.

Pubblicata su Topolino n. 1049 del 1976, è scritta da Rodolfo Cimino e disegnata da Giulio Chierchini. La storia è basata tutta sulla reiterata violenza psicologica che Brigitta esercita su Paperone.

La papera riesce con un incantesimo a insinuarsi nella mente di Paperone con il solo scopo di mandare a monte i suoi affari. In che modo? Facendogli sentire la sua voce perennemente, fino a ridurlo alla pazzia.

Zio Paperone e la presenza di Brigitta

Con uno stratagemma, inoltre, si finge una chiaroveggente capace di far scomparire le voci nella testa del papero. Il prezzo da pagare è sottoporsi a lunghe sedute di terapia in cui Brigitta “abusa” di Paperone. Lo coccola a suo piacimento, ne abusa quasi che fosse un bambolotto di pezza.

Zio Paperone e la presenza di Brigitta

Insomma, Brigitta, i primi tempi in cui appariva, ne ha combinate di cotte e di crude, minacciando Paperone e imponendo la sua presenza.

Con il tempo, i rapporto tra i due è migliorato e infatti i paperi adesso possono definirsi amici o anche qualcosa di più. Un esempio sono i baci che si sono scambiati nel corso degli ultimi anni.

Zio Paperone e la formula della ricchezza

Addirittura, in Zio Paperone e la formula della ricchezza, pubblicata su Topolino nn. 2058-2059 di Romano Scarpa e Carlo Panaro, Paperone arriva ad ammettere che, semmai volesse sposarsi, Brigitta sarebbe per lui la moglie ideale.

Zio Paperone e la formula della ricchezza
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Tirando le somme

Passi che Brigitta abbia smussato il suo lato da cacciatrice di dote e sia arrivata a provare per il papero più ricco del mondo un sentimento sincero, ma nei casi che abbiamo analizzato sarebbe condannabile per stalking?

La risposta sarebbe sì… se Paperone l’avesse mai denunciata. Infatti, per il reato di stalking sia negli Usa che in Italia, il processo ai danni del presunto stalker si intraprende, se sussistono i presupposti, a seguito di denuncia della vittima.

Paperone, sebbene probabilmente terrorizzato da alcuni atteggiamenti di Brigitta, l’ha sempre delegata al rango di “mera scocciatrice”, non ritenendola pericolosa per la propria incolumità.

Mancando quindi il presupposto di minaccia percepita nelle azioni reiterate intraprese dalla papera, il reato non sussiste.

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Lidia Brancia

Immagini ©Panini Disney

Fonti:

  • Codice penale italiano
  • Codice penale statunitense
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