Spesso accade che un personaggio venga caratterizzato in modo molto diverso a seconda dell’idea che ha di lui il singolo autore: pensiamo solo a quanto sono diversi il Paperone di Don Rosa e di Guido Martina! Questo accade soprattutto con personaggi complessi, che possono offrire al lettore diverse sfaccettature della loro personalità, come appunto è il caso di Paperon de’ Paperoni. Ma quando si parla di Gastone, che cosa si può dire di più, se non che è un papero fortunatissimo? Eppure anche il biondo cugino di Paperino ha molti lati nascosti, alcuni dei quali esplorati solo di recente. Seguiteci insieme in questo nostro viaggio alla scoperta dei molti volti di Gastone!
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Gastone antipatico e sbruffone
Gastone appare per la prima volta nel 1948 in Paperino lingualunga (Wintertime Wager), scritta e disegnata da Carl Barks, il celebre “Uomo dei paperi”. Durante un Natale gelido, Gastone si presenta a casa del cugino per ricordargli una scommessa siglata mesi prima: Paperino dovrà nuotare nelle acque del Lago degli Orsi o perderà la casa.
In poche vignette il nuovo arrivato viene presentato ai lettori come un personaggio decisamente sgradevole. Il suo comportamento è definito sin da subito come arrogante, intimidatorio (come si nota dalla gestualità del personaggio), competitivo e sleale, dato che Gastone non ha alcuna intenzione di sfidare personalmente il cugino in una gara di nuoto nel lago ghiacciato.
In questa prima apparizione l’elemento della fortuna non è ancora presente: Barks lo aggiungerà alla personalità del papero qualche anno più tardi, con il preciso intento di rendere impossibile al lettore ogni tipo di identificazione con il personaggio.
Gastone fortunatissimo e scansafatiche
L’incredibile fortuna di Gastone, fa dunque la sua prima comparsa in Paperino e l’isola misteriosa (Race to the South Seas, 1949), dove la narrazione si apre con una zuffa tra i due cugini, intenti a decantare le origini delle proprie famiglie.
I due litiganti vengono interrotti da un avvocato mandato da Zio Paperone, disposto a regalare una barca a vela a ciascun nipote. Questa nuova questione fa inasprire ancora di più la lite tra i cugini, che iniziano a disputare su chi sia il nipote prediletto della “vecchia tuba” e quindi, anche su chi sia più meritevole di ereditare la sua fortuna.
Mentre Paperino e Gastone litigano, i nipotini scoprono che Zio Paperone è naufrago su un’isola deserta; ma anche questa situazione potenzialmente drammatica, si trasforma in una sfida personale tra i due cugini. Ovviamente, gli sforzi e la buona volontà di Paperino non possono nulla contro la buona stella di Gastone, che a partire da questa storia si mostra infallibile e invincibile.
Nel decennio successivo, Barks arricchisce il personaggio con nuove caratteristiche e negli anni Cinquanta, Gastone appare generalmente come un dandy sarcastico e molto raffinato, che spesso si vanta con i familiari di non aver mai dovuto faticare per mantenersi.
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In generale, dagli anni Cinquanta in poi il Gastone barksiano diventa meno aggressivo e meno attaccabrighe nei confronti di Paperino. Anzi, è quest’ultimo a comportarsi in maniera scorretta (con conseguente punizione), come accade in Paperino e la caccia al tacchino (Turkey Trouble, 1960). Probabilmente non è una delle storie più degne di nota del Maestro dell’Oregon, ma può essere esemplificativa per capire l’evoluzione del rapporto tra i due .
Gastone tormentato da terribili segreti
Se pensate che però la vita nei panni di Gastone sia tutta rose e fiori, vi sbagliate di grosso. Anche il papero più fortunato del mondo ha avuto i suoi momenti di grande difficoltà, e il primo a svelarcelo è proprio il suo “papà” Carl Barks (ne abbiamo parlato più approfonditamente qui!).
In Paperino e l’amuleto del cugino Gastone (Gladstone’s Terrible secret, 1952), veniamo a sapere infatti che il cugino di Paperino ha lavorato almeno una volta nella sua vita, guadagnando un decino. Quest’unica monetina guadagnata senza l’aiuto della fortuna, è per Gastone motivo di grande vergogna, tanto che il papero la tiene in una cassaforte, ben celata alla vista di chiunque. Barks ci offre quindi per la prima volta, (anche se in modo ironico) un piccolo scorcio sull’interiorità del personaggio e sulle sue problematiche.
Un altro terribile segreto del passato del fortunatissimo papero ci viene svelato dall’epigono di Barks Don Rosa, da sempre attento a sviluppare gli spunti disseminati dall’Uomo dei Paperi nelle sue storie e ad approfondire il lato psicologico dei Paperi. L’episodio in questione è narrato in Paperino e lo scalognofugo triplo (The Sign of the Triple Distelfink, 1998), storia di cui è protagonista.
In questa storia scopriamo che Gastone è fortunato tutto l’anno tranne che nel giorno del proprio compleanno a causa di una “maledizione” che lo ha colpito da bambino. In quel determinato giorno, non solo non può contare sulla propria fortuna, ma è particolarmente sfortunato. E, cosa peggiore di tutte, deve riuscire ad evitare i parenti che vogliono festeggiarlo, ma che ignorano questo suo segreto!
In questa divertente storia, il papero appare spaventato e in uno stato di ansia profonda. In balìa della cattiva sorte, Gastone è completamente terrorizzato e impotente di far alcunchè, se non attendere che il fato lo trascini alla festa di compleanno che si era prefissato di evitare. Nonostante il finale giochi a favore di Gastone, per tutta la narrazione il papero appare estremamente vulnerabile e spaventato dal giudizio dei parenti, in maniera simile a quanto accade in Paperino e l’amuleto del cugino Gastone.
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Gastone maledetto dalla fortuna?
Per quanto riguarda il fumetto nostrano, si può facilmente notare come la maggior parte delle storie italiane dagli anni ’50 ai primi anni ’10 del Duemila, si concentrino sull’ormai saturato tema del confronto con Paperino, per i motivi più disparati (tra cui spiccano la fama, il bisogno di guadagnarsi del denaro, l’amore o la stima di Paperina). Sicuramene la scuola italiana ha subito l’influenza dell’interpretazione del personaggio data da Guido Martina, il padre del fumetto Disney made in Italy.
Il “Professore” interpreta anche Gastone secondo la sua visione dei personaggi come maschere con un “canovaccio” da recitare inflessibilmente. Nel mondo di Martina, il ruolo della fortuna di Gastone è ancor più cristallizzato e semplificato rispetto alla concezione barksiana: Gastone sfida Paperino e vince sempre, rispettando il suo ruolo di eterno fortunato.
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Negli ultimi anni molti autori italiani si sono cimentati nel rinnovare e approfondire la psicologia di molti personaggi, Gastone compreso. Tra queste storie, spiccano Un giorno da Gastone (testi di R. Gagnor, disegni di M. Mazzarello, 2018) e La solitudine del quadrifoglio (testi di M. Nucci, disegni di S. Zanchi, 2021). In queste due storie troviamo un personaggio molto diverso rispetto al Gastone borioso e vincente a cui siamo abituati.
Isolato dai suoi parenti
La prima storia, pubblicata per i settant’anni del personaggio, si apre con Gastone che festeggia il proprio compleanno alla fattoria di Nonna Papera autocelebrandosi e sminuendo platealmente i regali dei parenti, che per lui sono solo una goccia nel mare di premi che vince quotidianamente. Il malcontento e la rabbia serpeggiano tra gli invitati, stufi del comportamento di Gastone.
Archimede, forse prevedendo l’atteggiamento di Gastone, ha preparato per lui un regalo molto particolare: un congegno chiamato Immedesimatore Efemerico, che permette di far vivere a chi lo utilizza avventure virtuali nei panni di un altra persona. Gastone, seppur inizialmente riluttante, veste quindi i panni rispettivamente dello Zione, di Ciccio di Paperoga: in tutti questi universi alternativi la sua fortuna crea presto dei disagi. Gli alter-ego fortunatissimi sono infatti detestati dagli altri personaggi, che rimpiangono le personalità originali, più ricche e empatiche .
Paperino lo sfida quindi ad indossare i propri panni. Senza più la sua fortuna, Gastone scoprirà il “dietro le quinte” della vita del cugino: una vita sfortunata e faticosa, ma ricca di piccole emozioni e affetti profondi, che lui non ha mai sperimentato. “Ho solo la mia infinita, immutabile, implacabile, triste fortuna”, ammette Gastone. Il papero realizza però che questa sua fortuna può aiutarlo a riempire il vuoto di affetti che ha scoperto di avere, se messa al servizio degli altri.
In questa storia Gastone non è solo un personaggio-maschera, ma un individuo dotato di una personalità complessa, che dietro all’atteggiamento sbruffone e scostante, nasconde una profonda tristezza e solitudine. Un tema sviluppato in maniera ancor più profonda nella seconda storia di cui abbiamo parlato.
Solo e senza veri amici
In La solitudine del quadrifoglio, assistiamo a un ulteriore passo in avanti nella resa del complicato rapporto che Gastone ha con la dea bendata. A partire dalla sua impostazione grafica, la narrazione si delinea come molto eccentrica rispetto al fumetto Disney a cui siamo abituati. Oltre ai classici balloons, Nucci utilizza molte didascalie per descrivere i pensieri e le sensazioni del protagonista. Importanti sono anche i piccoli dettagli simbolici (come il telefono ricoperto di ragnatele nella casa di Gastone) e l’uso dei colori in chiave emozionale da parte di Zanchi, che contribuiscono a rendere la storia molto suggestiva.
Gastone scopre che i suoi parenti evitano la sua compagnia, accampando ogni volta strane scuse per non invitarlo. Ferito dal loro comportamento, decide di abbandonare Paperopoli e stabilirsi per qualche tempo nella sua casa a Farmtown – dove si fa chiamare Donald – per sfuggire alla propria fortuna. Il piano sembra funzionare e Gastone, finalmente libero dalla “maledizione” della sua buona stella, può finalmente mettersi in gioco e imparare a fronteggiare le piccole difficoltà della vita, sentendosi per la prima volta artefice del proprio destino. Riesce addirittura a farsi degli amici, che lo apprezzano proprio per il suo essere “normale”.
Purtroppo, Gastone deve ben presto abbandonare questa realtà idilliaca: Paperopoli è piombata nel caos dopo aver perso il suo cittadino più fortunato, e solo il suo ritorno potrà sistemare le cose. Gastone decide di tornare e salvare quindi la sua città, a costo di ritrovarsi presto solo come prima. Improvvisamente però, squilla il telefono, proprio quel telefono ormai sepolto dalle ragnatele: sono i suoi amici di Farmtown, che l’hanno perdonato per aver mentito sulla sua identità e attendono con gioia il suo ritorno.
La solitudine del quadrifoglio ci offre un volto inedito di Gastone, più umano e profondo, in cui riusciamo a immedesimarci. Il biondo papero non è felice solo con la propria fortuna anzi: ciò che per molti è motivo di invidia, per lui è motivo di sofferenza, tanto da voler desiderare una vita normale senza il grande fardello della buona sorte.
Questo risulta evidente quando fa la conoscenza di Blossom, Fitzy e Priscilla, tre abitanti di Farmtown che, preoccupati dall’aria malinconica del nuovo arrivato, cercano di coinvolgerlo in varie attività. Il loro invito scatena il panico in Gastone, che teme più di tutto di mostrare la propria incredibile fortuna, rendendosi così antipatico agli occhi dei nuovi amici.
Gastone è quindi solo apparentemente un personaggio piatto, caratterizzato unicamente dalla sua enorme fortuna. Scavando più in profondità nel suo passato e confrontando autori diversi, abbiamo scoperto un personaggio multiforme: tormentato, solitario, addirittura malinconico. Per cui quando ci fa arrabbiare per come si comporta con Paperino, non siate troppo severi con lui: sarà anche fortunato, ma non lo ha voluto lui!
Giulia Santanché
Immagini © Disney, Panini