Siamo di nuovo in quel periodo dell’anno. Le giornate si accorciano sempre di più, gli alberi diventano spogli e le loro foglie imbruniscono le strade. Dagli angoli dei marciapiedi si dirama un dolce profumo di caldarroste. Le temperature si stanno, lentamente ma inesorabilmente, abbassando. Si incominciano anche a intravedere i primi addobbi: Halloween, festa di origine celtica e molto diffusa nei Paesi anglosassoni, è ormai un immancabile appuntamento anche in Italia.
Come tutte le tradizioni che arrivano ad abbracciare il Bel Paese, anche Halloween ha preso piede in maniera costante tra le pagine del fumetto Disney italiano, oltre a confermarsi come presenza consolidata all’interno delle produzioni americane. In più, le strisce disneyane non ha mai disdegnato il genere horror: in molte occasioni viene edulcorato (come nelle storie più recenti), in altre è invece rappresentato senza filtri.
Quale migliore occasione, quindi, per leggere o ri-leggere, un bel po’ di storie a tema, e aspettare l’arrivo della sera del 31 ottobre con i personaggi che ci accompagnano dall’infanzia?
Abbiamo quindi deciso di raccogliere quelle che, secondo noi, sono 10 delle migliori storie Disney per immergersi nell’atmosfera di Halloween. Alcune sono dedicate esclusivamente alla festività, altre strizzano l’occhio al genere dei racconti d’orrore.
Per stilare il nostro elenco, abbiamo prediletto singole storie, escludendo quindi intere saghe dedicate all’argomento come X-Mickey, di cui abbiamo già parlato in altre occasioni. Attenzione: l’articolo contiene spoiler.
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Paperoga e la passeggiata mostruosa (Marco Nucci – Gigi Cavenago – Lorenzo De Felici)
Una delle storie Disney da poter leggere nel periodo di Halloween è Paperoga e la passeggiata mostruosa, pubblicata su Topolino 3388, e frutto del soggetto e della sceneggiatura di Marco Nucci, firma che si è unita alla scuola Disney italiana in tempi relativamente recenti. Come spesso accade con le trame di Nucci, questa breve storia appare molto ritmata, e presenta inoltre un colpo di scena, aspetto che non guasta in un’opera horror che si rispetti.
Tutto inizia con Paperoga che intraprende una passeggiata attraverso la città (resa adeguatamente dark grazie al lavoro di Cavenago e De Felici) dove saluta con non-chalance una serie di creature orribili. L’atteggiamento pacato del papero di fronte a una situazione così peculiare genera un paradosso, il quale ricorda quelli messi in scena da un altro fumettista italiano, Enrico Faccini, e che però è in linea coi ragionamenti fuori dagli schemi del personaggio.
Nelle vignette successive l’arcano viene svelato: quegli oscuri figuri non erano altro che i parenti e gli amici di Paperoga, che si erano travestiti per una festa a tema. A loro rimane però un dubbio: perché Paperoga non si è travestito?
In realtà, il papero col berretto rosso rivela di essersi camuffato eccome, e spunta da un costume adeguatamente insolito. Allora, chi era l’altro Paperoga?
La risposta è immediata: un vero mostro. Nei sotterranei della città, delle creature hanno organizzato a loro volta una festa a tema, e a vincere è stato un lupo mannaro travestitosi… da Paperoga. Tra i mostri si narra che il lupo si sia aggirato anche nel “mondo di sopra”. Ma questo non può essere vero, perché per i mostri, il mondo di sopra… non esiste. Un ribaltamento di prospettive degno di racconti come Piccoli Brividi o serie tv come Ai confini della realtà.
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Topolino e il taxi delle nebbie (Carlo Panaro – Massimo De Vita)
Pubblicata su Topolino 2815 per la sceneggiatura di Carlo Panaro e i disegni di Massimo De Vita, Topolino e il taxi delle nebbie è una delle storie Disney della nostra lista per Halloween incentrata sugli spettri, creature simbolo dei racconti dell’orrore e delle leggende popolari, e in particolare sui taxi fantasma, tipici di alcune leggende metropolitane (soprattutto) giapponesi.
Dopo aver assistito a un’esibizione di pattinaggio artistico a Far City, Topolino e Pippo raggiungo il loro albergo grazie a un taxi guidato da un tale Nat, che però sparisce in fretta e furia. La proprietaria della pensione rivela loro che quello era un taxi fantasma, guidato nelle notti di nebbia dallo spirito di un tassista che, anni addietro, non riuscì a perdonarsi l’idea di aver favorito, nell’ultima notte di servizio, la fuga del contrabbandiere di diamanti Glenn Wood.
Topolino, in linea con la caratterizzazione talvolta attribuitagli da autori storici tra cui Gottfredson, non crede alla teoria dei fantasmi e, assieme a Pippo, indaga nella compagnia dei taxi a cui apparteneva Nat, il cui titolare è assai impressionato dalla storia dello spirito, e nella casa abbandonata del vecchio tassista. Qui trova il diario dell’autista, e inizia a capire la verità.
L’attuale Nat è in realtà proprio Glenn Wood, che si è camuffato dal tassista per far spargere le voci sul fantasma e impressionare il titolare della compagnia, al fine di farsi consegnare la chiave del nascondiglio del diamante, rimasta nell’auto di Nat e poi conservata nell’archivio della società. L’atmosfera horror si dissolve pian piano, in linea con le deduzioni di Topolino, fino a trasformare la storia nel classico giallo, la cui vignetta finale mostra un sole splendente, il quale suggella la fine dei timori di Far City.
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Paperino e l’isola inabitabile (Giorgio Figus – Giorgio Cavazzano)
Paperino e l’isola inabitabile è una storia pubblicata per la prima volta su Topolino 2118 e ispirata a Fantasma Cinque di Robert Sheckley e Storie dello spazio profondo di Bonvi e Francesco Guccini. Questa produzione Disney si incentra, ancor più della storia di Paperoga, su un elemento narrativo che non può essere eluso dal discorso “racconti dell’orrore”, men che meno nel periodo di Halloween: i mostri. Zio Paperone affida a Paperino e Archimede il compito di verificare che un’isola per vacanzieri di sua proprietà sia effettivamente infestata da spettri, come asserito dai coloni che sono fuggiti.
Arrivati sul posto, i due non trovano nulla di insolito, anche se la scenografia del villaggio abbandonato potrebbe iniziare a incutere una certa inquietudine nel lettore.
Durante le notti a venire, però, davanti a Paperino appaiono una serie di creature orripilanti. Il primo è il temibile “Acchiappone notturno“, che ha intenzione di divorarlo e viene allontanato con la spingarda.
La notte successiva è il turno del “Tenebroso“, che vuole avvolgerlo nell’oscurità.
Infine, è la volta del “Gran Biascicone“, pronto a “ridurlo in poltiglia“.
Durante la storia, Archimede e Paperino intuiscono che quei mostri sono la rappresentazione degli incubi d’infanzia di quest’ultimo, e che per allontanarli bisogna adottare gli stratagemmi che usava quando era un paperotto. Archimede non riesce però a spiegarsi come queste manifestazioni, essendo oniriche, possano interagire fisicamente con lui e Paperino.
La risposta arriva nel finale: ciò è possibile grazie a un alieno stanziatosi sull’isola, che sfrutta un macchinario per materializzare gli incubi (molto in voga sul suo pianeta) e che ha provato a esportare la trovata sulla Terra. I due gli spiegano che i terrestri non sono ben predisposti verso l’iniziativa e comunicano a Paperone di aver risolto il problema. Il ricco papero, tuttavia, inizia a inseguire i due malcapitati per tutta l’isola. Il motivo è semplice: avrebbe potuto sfruttare quel marchingegno come attrazione di un luna-park.
In quest’opera fa quindi capolino anche la fantascienza, anche se in modo poco ortodosso rispetto alle storie horror in cui gli alieni la fanno da padrone.
Topolino e la vecchia “Topington” (Enrico Faccini)
Un’altra storia Disney che può accompagnare i lettori nel periodo di Halloween è Topolino e la vecchia “Topington”, pubblicata su Topolino 2894, un’opera che vede Enrico Faccini come autore completo e che è incentrata sui personaggi di Topolinia. La storia inizia con Minni che comunica ai propri amici di voler inviare un romanzo giallo per un concorso letterario. Topolino ritiene che per scriverne uno non basti aver seguito serie tv a tema, ma serva anche l’esperienza sul campo. Gli altri lo sfidano a mettersi in gioco, e lui accetta, ritirandosi in una baita in montagna per trovare l’ispirazione.
Già prima di partire, ci sono delle ombre che lo osservano dai cespugli. Arrivato nella baita, quelle figure appaiono anche dietro gli specchi. Nel frattempo, il protagonista, poiché è venuta a mancare la corrente elettrica, decide di mettersi all’opera su una vecchia macchina da scrivere trovata nella struttura. La macchina, però, inizia ad attivarsi in autonomia, proferendo delle sinistre predizioni: avverte Topolino, volta per volta, che ognuno dei suoi amici è in una località nei dintorni e sta correndo un grave pericolo. Un espediente assai congeniale per iniziare a trasmettere al lettore una sensazione di angoscia.
Topolino corre in lungo e in largo, finché, tornato definitivamente alla baita, nota apparire un’auto nera senza guidatore davanti all’ingresso e sulla sedia della sua scrivania compare una figura, che ruota lentamente (riprendendo la scena della scoperta del cadavere di Norma Spool in Psyco) fino a rivelarsi come uno spaventapasseri.
Topolino arriva persino a intravedere, a distanza, un proprio sosia (un vago richiamo ad altre avventure, soprattutto con la sua nemesi Miklos).
Ormai comprensibilmente disperato, al protagonista viene rivelato il mistero: è stato vittima di uno scherzo da parte dei suoi amici (in particolare, Minni si è camuffata – facilmente – da Topolino per impersonarne un sosia, e la macchina da scrivere era radiocomandata a distanza grazie a un apparecchio di Orazio).
Topolino ammette quindi che Minni sia perfettamente in grado di architettare una trama articolata, e decide di tornare a casa con il resto del gruppo. La vecchia “Topington” era quindi un aggeggio manipolato e lo spaventapasseri era privo di vita propria. O forse no.
Topolino e qualcosa nel buio (Casty – Michele Mazzon)
Topolino e qualcosa nel buio è una storia pubblicata per la prima volta su Topolino 3146, per la sceneggiatura e i disegni di Casty e gli inchiostri di Michele Mazzon. L’autore friulano decide di sperimentare personalmente, per quest’opera, un nuovo “punto di vista”, letteralmente. Ciò rende questa una delle opere Disney più interessanti da leggere in attesa di Halloween.
La vicenda viene infatti mostrata esclusivamente tramite una videocamera che Pippo utilizza all’inizio per filmare una serata di festa. La dinamica riprendere quindi i criteri del mockumentary, ossia il sotto-genere horror del finto documentario diffusosi soprattutto a partire dagli anni ’90 (ne è un fulgido esempio il film The Blair Witch Project), in cui le riprese sono svolte prettamente “in prima persona”, per conferire un’aura di realisticità alla pellicola, rendendo gli eventi più verosimili e, di conseguenza, più inquietanti. La storia si apre con una didascalia non proprio rassicurante.
Le vignette successive mostrano sin dal principio le inquadrature singolari che saranno presenti per tutta la narrazione.
Durante la festa a casa di Orazio, irrompe un black-out che costringe sempre più zone della città a rimanere al buio. È proprio dall’oscurità che si odono dei versi famelici, di cui però non si riesce a intravedere la fonte. Il nemico sovrannaturale e invisibile non è naturalmente una novità nei racconti dell’orrore: è il caso, ad esempio, de La morte avrà i tuoi occhi, romanzo di Josh Malerman pubblicato due anni prima della storia in questione. L’unica certezza è che chiunque si inoltri nelle zone buie, sparisce senza lasciare alcuna traccia.
Come in ogni horror sovrannaturale che si rispetti, è fondamentale la figura dell’esperto, in questo caso il professor Lumex, che spiega come nell’oscurità si nascondano i “bugabù“, creature extra-terrestri portate erroneamente sul Pianeta da una sonda aerospaziale. Fa quindi capolino un altro elemento del cinema horror, ossia quello dei mostri provenienti dallo spazio circostante, di cui uno dei più noti esempi è probabilmente la saga cinematografica Alien.
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I bugabù, che sono comunque esseri senzienti, hanno sabotato la centrale elettrica di Topolinia: l’unico modo per poterli fermare è riattivare il complesso, affinché alcuni di loro si dissolvano alla luce e gli altri possano essere aspirati tramite un macchinario di cui si serve lo stesso professor Lumex.
Anche in questa narrazione Disney che consigliamo per il periodo di Halloween, compare un personaggio tipico dei racconti dell’orrore: l’individuo spaccone che si dà delle arie prima che la situazione precipiti, ma che non riesce, alla prova dei fatti, ad affrontare la difficoltà. Per ricoprire questo ruolo, Casty ha fatto affidamento su un personaggio Disney che non compare di frequente, ma che ha una certa esperienza in merito: Topesio. Al di là della sua caratterizzazione, la sua presenza è comunque fondamentale, assieme a quella di Pippo, per alleggerire la tensione in quella che, a tutti gli effetti, rimane comunque una produzione disneyana.
Topolino e il tenebroso canzonatore (Casty – Vitale Mangiatordi)
Un’altra storia Disney da leggere nel periodo di Halloween è, secondo noi, Topolino e il tenebroso canzonatore, un’altra delle opere di Casty presenti in questa disamina. Uscita su Topolino 2622 per i disegni di Vitale Mangiatordi, narra di un caso che viene affidato a Topolino e Pippo da Simon Lebook, noto sceneggiatore televisivo. Lo scrittore, specializzato in romanzi dell’orrore, confessa ai due che ultimamente viene tormentato da un oscuro figuro che si intrufola frequentemente nella sua villetta, per poi sparire nel nulla. Come se non fosse abbastanza inquietante, quell’individuo è molto familiare a Lebook: egli è infatti il Tenebroso Canzonatore, un personaggio creato dall’autore stesso per uno dei suoi racconti del brivido.
Topolino è scettico sul fatto che questo personaggio abbia realmente preso vita, e inizia a indagare tra chi avrebbe dei vantaggi personali nel destabilizzare Lebook e impedirgli di continuare il suo lavoro, riprendendo quella schematica analisi dei sospettati presente quasi dall’inizio nelle avventure (di solito del genere giallo) della scuola Disney italiana. Tra questi, il suo giardiniere (con alcune esperienze nel settore tecnico degli studi televisivi), scrittore amatoriale che plagia palesemente i lavori dello sceneggiatore. O ancora, il rivale di Lebook, Brandon Rattle. In ultimo, Merlock, il suo produttore, insofferente davanti alle sue elevate pretese economiche. Intanto, la figura continua a tormentare Lebook ormai anche fuori dalla sua abitazione.
A quel punto, i due protagonisti decidono di fare affidamento alle telecamere di sorveglianza per poter osservare con i propri occhi le incursioni del Canzonatore, ma quello che appare loro davanti sembra mettere un punto all’intera vicenda.
Sorprendentemente, nei filmati di sorveglianza non appare nessuno. A quanto pare, lo stress ha causato delle allucinazioni al povero autore televisivo. Lebook è quindi pronto a rassegnare le dimissioni per prendersi una pausa, rivelando a Topolino di voler dimenticare la figura azzurra del Tenebroso Canzonatore.
A quel punto, il protagonista realizza che il Tenebroso Canzonatore ideato da Lebook è rosso, non azzurro, e che la mente dell’autore può avergli fatto immaginare la presenza del personaggio, ma non con il colore sbagliato.
Memore di un’informazione che gli aveva dato un attore degli studi televisivi, Topolino chiama un tecnico della stessa società a controllare le telecamere di sicurezza, il quale scopre che sull’obiettivo è presente il filtro chroma-key, che serve a impedire la visione del colore azzurro: in tal modo, è sembrato che Lebook, al momento della colluttazione col Canzonatore, fosse da solo. Unite le varie speculazioni, Topolino intuisce che il responsabile potrebbe essere il giardiniere e, per incastrarlo, fa travestire Pippo come la creatura di Lebook e lo fa infiltrare negli appartamenti del sospettato, il quale, messo alle strette, confessa. Il Tenebroso Canzonatore, quindi, non esiste. O così sembrerebbe.
La Banda Bassotti e la notte dai Paper Addams (Nino Russo – Corrado Mastantuono)
Nelle storie Disney da leggere nel periodo di Halloween, non poteva mancare l’aspetto umoristico. La Banda Bassotti e la notte dai Paper Addams, scritta da Nino Russo per i disegni di Corrado Mastantuono e pubblicata su Topolino 1937, entra a pieno titolo nella categoria della commedia dell’orrore, un genere di racconti che, come suggerisce il nome, utilizza gli elementi horror come spunti comici. La storia in questione ha avuto anche un sequel (a testimonianza di come lo sceneggiatore l’abbia trovata congeniale per i suoi schemi narrativi) intitolato La Banda Bassotti e il ritorno dei Paperaddams, e disegnata però da Enrico Faccini.
L’opera vede la Banda Bassotti nella veste dei protagonisti, evento non raro ma comunque non frequentissimo. Nonno Bassotto, stufo dei continui insuccessi dei nipoti, organizza una rapina in banca in un villaggio dove sono sconosciuti, la lontana Primitive Gulch, per poi scappare nella zona delle “Nebbie Eterne”.
I quattro si imbattono in una sinistra magione e da questo punto narrativo inizia la vera commedia dell’orrore: il campanello a forma di teschio non fa altro che mordere il dito di un povero Bassotto.
Una volta entrati, i quattro iniziano la conoscenza degli abitanti della villa: ad accoglierli è Pippurch, ossia un Pippo nei panni di Lurch, il maggiordomo della vera Famiglia Addams. Si presentano poi il signor Paperaddams, che gli stessi Bassotti non faticano ad associare a Paperone, accompagnato da sua moglie Brigicia, chiara parodia di Morticia, interpretata da Brigitta.
Fanno poi la loro comparsa dei personaggi non direttamente associabili all’opera originale: i tre “giovani Addams”, figli della coppia, interpretati da Qui, Quo e Qua; la madre di Brigicia, interpretata da Nonna Papera. A loro si aggiungono poi delle chiare caricature: lo zio Papster, parodia dello zio Fester (immancabilmente con una lampadina nel becco), la Mano (in quest’occasione pelosa) e il cugino Zit (parodia del cugino Itt), che però non sono rappresentati da alcun personaggio disneyano classico.
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Alcuni componenti dell’opera hanno caratteristiche antitetiche rispetto ai membri della Banda Disney che li impersonano: Paperone-Paperaddams, ad esempio, è generoso con i piccoli della famiglia e adora sua moglie Brigicia (in particolare quando parla francese, come Morticia Addams). Allo stesso tempo, il personaggio interpretato da Nonna Papera prepara piatti volutamente rancidi e con ingredienti non proprio di prima qualità, come polvere e ragnatele.
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I quattro furfanti sono inizialmente ingolositi dalle ricchezze presenti nella proprietà, ma nulla va secondo i loro piani: nella storia sono presenti elementi non proprio diffusi, soprattutto negli ultimi anni, nei fumetti Disney, che fanno riferimento alla morte e al dolore fisico. Tra tè alla cicuta, gridi di avvoltoi, letti per la tortura, ghigliottine, quadri animati e mostri acquatici, i malcapitati non possono fare a meno di spaventarsi sempre di più.
Emotivamente tramortiti, scappano dalla villa, senza però riuscire a divincolarsi nella landa nebbiosa, e finiscono per essere catturati dalle autorità, le quali erano tranquille fin dall’inizio: sapevano che chiunque tenti di rubare in città e si rifugi nelle Nebbie Eterne, fa facilmente ritorno e si fa catturare.
Questa storia Disney da leggere nel periodo di Halloween può vagamente richiamare altre narrazioni dell’orrore, in cui un gruppo di personaggi si ritrova in dimore isolate abitate da individui poco raccomandabili (è il caso, ad esempio, di Non aprite quella porta). Come accennato, l’esito della storia Disney è però prettamente di stampo umoristico, nel pieno rispetto delle vignette di Charles Addams, da cui nacque poi la famosa serie televisiva.
Paperino e le forze occulte (Carl Barks)
Paperino e le forze occulte è l’adattamento cartaceo di un ben noto cortometraggio Disney, La notte di Halloween (Trick or Treat, in originale), diretto da Jack Hannah e uscito nelle sale statunitensi il 10 ottobre 1952. Il film vide alla sceneggiatura Ralph Wright e Roy Williams, ma anche Ted Osborne e Al Taliaferro (non accreditati nei titoli di testa). Tra i protagonisti figurano Paperino e Qui, Quo e Qua (tutti doppiati da Clarence Nash) e la strega Nocciola, doppiata da June Foray.
La versione a fumetti di questa storia Disney è invece opera di Carl Barks, e fu pubblicata, con lo stesso titolo, nel novembre del 1952, poco dopo Halloween, su Donald Duck 26 (in Italia arrivò un mese dopo, su Topolino 56). Tuttavia, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, il contributo di Barks all’opera fu assai concreto. Sebbene la lavorazione del cortometraggio fosse già iniziata, a un certo punto fu chiesto al Maestro dell’Oregon di trasporre su strisce gli storyboard della pellicola.
Barks lo trasformò in un’opera d’ampio respiro, e la concluse già nell’aprile 1952, sei mesi prima dell’uscita del corto nelle sale, ma alcune sue aggiunte, come uno spaventoso orco e una scena in cui Nocciola tenta di sedurre Paperino, furono tagliate dalla caporedattrice Alice Cobb. Il risultato fu un’opera più breve di quella ideata dal fumettista, che più o meno volontariamente ricalcò la trama della pellicola e che fu pubblicata un mese dopo quest’ultima, per l’appunto nel novembre 1952. Tuttavia, in tempi più recenti l’opera è stata riproposta al completo, permettendo di osservare come l’autore abbia sapientemente sfruttato l’ambientazione tipica di Halloween.
La storia vede Qui, Quo e Qua chiedere dolci alla porta di Paperino nella notte di Halloween. Lo zio, di tutta risposta, lancia loro dei mortaretti, e ciò suscita la pietà della strega Nocciola, che prepara una pozione per spaventare l’irremovibile papero.
L’intruglio, adeguatamente spruzzato su oggetti inanimati che diventano spaventosi e minacciosi, fa desisstere Paperino, il quale però, quando capisce di essere stato raggirato, si intestardisce ancora di più. Nocciola passa quindi alle maniere forti: tenta prima di sedurre il papero, per poi minacciarlo con l’orripilante orco Smorgasmord il Malvagio, caratterizzato da un occhio anteriore, uno posteriore, due corna e sei braccia.
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Paperino, immancabilmente, non si lascia abbattere, e mette fuori gioco la creatura con un candelotto di dinamite. A quel punto, Nocciola fa indossare al papero, con la forza, un’armatura incantata, che con una rincorsa lo fa schiantare nel ripostiglio, facendolo arrendere. A quel punto, vedendo come è stata redditizia la raccolta porta a porta dei nipoti, Paperino si ripromette di unirsi a loro l’anno successivo.
Il tocco di Barks ha quindi arricchito una trama che risultava adeguatamente ritmata per un cortometraggio, ma non altrettanto per una storia fumetti, permettendo al maestro americano di poter fare sfoggio della propria abilità narrativa anche in quest’occasione.
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Lo strano caso del Dottor Ratkyll e di Mister Hyde (Bruno Enna – Fabio Celoni)
Tra le storie Disney per la settimana di Halloween c’è anche spazio per un’opera che nasce esplicitamente come parodia di un lavoro letterario. Lo strano caso del Dottor Ratkyll e di Mister Hyde, pubblicata per la prima volta in due parti sui numeri 3070 e 3071 di Topolino, è un chiaro rifacimento del racconto gotico del 1886 Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Fa parte idealmente della trilogia horror composta anche da Dracula di Bram Topker e Duckenstein di Mary Shelduck, sempre frutto del lavoro di Enna e Celoni, e di cui abbiamo scelto la storia in questione come rappresentante.
La narrazione inizia con i sospetti che vengono confidati all’avvocato Pipperson (parodia di Gabriel Utterson, il protagonista dell’opera di Stevenson, interpretato da Pippo) da Duckfield (versione di Paperoga del cugino di Utterson, Enfield) su un losco e burbero figuro di nome Donald Hyde (parodia di Edward Hyde interpretata da Paperino), che dopo aver seminato il caos in una strada di Londra, si rifugia nell’appartamento dell’amico di Pipperson, il dottor Henry Ratkyll (rifacimento di Jekyll, con il volto di Topolino), porgendo poi un assegno di risarcimento firmato a nome del medico.
Pipperson condivide i dubbi di Duckfield con Archie, uno scienziato con il volto di Archimede Pitagorico e probabile riferimento al dottor Lanyon dell’opera originale, e Basetpoole, domestico impersonato da Basettoni e che fa le veci di Poole, il maggiordomo di Jekyll. A completare il cast ci sono poi Paperone, nei panni di Paperon de’ Paperonew, versione Disney del parlamentare Danvers Carew, ucciso da Hyde nell’opera originale; Edi, nei panni dell’assistente di Archie; e infine Gancio, nei panni di uno strillone.
La storia si presenta molto ritmata, avvicente e (soprattutto grazie ai disegni di Celoni) a tratti inquietante, senza però mancare di momenti umoristici. È il caso ad esempio, dell’incontro tra Hyde e de’ Paperonew, che viene pesantemente preso in giro, oppure della goffaggine di Duckfield, che si vanta di un’ottima memoria e un eccellente spirito di osservazione, salvo poi dimenticarsi di elementi importanti e fare scambi di persona.
Se la maggior parte dei personaggi mantiene il carattere di chi li interpreta (Hyde-Paperino è irascibile, Ratkyll-Topolino razionale, Paperone-de’ Paperonew teatrale, Paperoga-Duckfield imbranato, Archimede-Archie brillante), questo discorso non vale in particolare per Pipperson e Basetpoole. Quest’ultimo si limita al ruolo di fedele e pacato domestico, mentre il classico Basettoni non è altrettanto remissivo. Pipperson invece si dimostra molto attivo, coraggioso e intuitivo, caratteristiche che in alcune occasioni non sono mancate a Pippo, ma che di certo non sono predominanti nel personaggio.
Dopo varie peripezie, l’arcano viene risolto. Hyde e Ratkyll sono effettivamente la stessa persona: Ratkyll ha condotto degli esperimenti per dimostrare che esiste un legame biologico tra topi e paperi, arrivando egli stesso a cambiare morfologia, ma, per gli effetti collaterali, anche il carattere.
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La trilogia horror e, in particolare, questa storia, confermano come il fumetto Disney possa prestarsi anche alle parodie di racconti che, a primo acchito, non sarebbero associabili a quel mondo spesso umoristico e assai colorato. In quest’opera, così come in altre parodie, si ha anche l’occasione di vedere convivere i personaggi solitamente separati tra Topolinia e Paperopoli, giocando, da un punto di vista della sceneggiatura, sul fatto che i relativi abitanti possano essere strettamente legati. In fin dei conti, i personaggi Disney sono delle maschere della vita quotidiana, e ciò vale indipendentemente dal fatto che si parli di Topi o Paperi.
Topolino e la casa misteriosa (Bill Walsh – Floyd Gottfredson – Dick Moores – George Waiss – Paul Murry)
Una storia Disney che vale sempre la pena di leggere, e in particolare nel periodo di Halloween, è Topolino e la casa misteriosa, una serie di strisce a fumetti scritta da Bill Walsh e Floyd Gottfredson, disegnata a otto mani dallo stesso Gottfredson, Moores, Waiss e Murry, e distribuita dalla King Features Syndacate sui quotidiani americani tra il novembre del ’44 e il gennaio del ’45. Le vignette furono pubblicate in unica uscita per la prima volta l’anno successivo, su Walt Disney’s Comics and Stories 72, e in Italia sull’Albo d’oro 68 del 1947. Topolino e la casa misteriosa rappresenta uno degli esempi più qualitativi delle storie di Gottfredson ambientate in case (realmente o apparentemente) infestate, che includono, ad esempio, anche Topolino e la casa dei fantasmi e Topolino e i topi d’albergo.
Sulla copertina della prima pubblicazione italiana viene mostrato il personaggio di Drusilia, femme fatale ispirata a Barbara Stanwyck in La fiamma del peccato del 1944 e alle ragazze disegnate da Fred Moore in All the Cats Join in, sequenza di Musica, Maestro! del 1946, e che prende il suo nome dall’affascinante donna adescata dal suo amante in un racconto della Bibbia.
La storia inizia con un chiaro riferimento alla morte per cause ignote dello zio di Topolino, Maximilian Mouse, che gli ha lasciato in eredità una sinistra magione.
Da una lettera lasciatagli dallo zio, fuoriesce una nube di fumo che raccomanda a Topolino di bruciare la casa e che dopo strozza il notaio Mansueti, trascinandone via il cadavere.
Tra custodi bicentenari e voci che aleggiano per la casa, Topolino riesce a trovare una tramortita Drusilia e a portarla nella propria abitazione. Tuttavia, sinistri messaggi marchiati con un teschio e “raffinati” fantasmi continuano a perseguitare il protagonista e i suoi conoscenti.
Gli amici di Topolino iniziano a rimanere inspiegabilmente immobilizzati e intontiti. Il protagonista viene ritenuto responsabile degli strani eventi e, per questo, incarcerato. Drusilia, ripresasi, lo fa evadere dalla prigione, scortata dal suo fedele amico Geremia Gibbo. Tuttavia, Topolino, che aveva notato un’immagine vecchia di 70 anni raffigurante la ragazza e conservata in un ciondolo, si insospettisce e per questo Drusilia e Geremia lo ipnotizzano con un gas, lo stesso che si rivela essere dietro i “malori” degli altri abitanti del quartiere. Per questo sotterfugio, Walsh e Gottfredson si sono probabilmente ispirati al film Sherlock Holmes (The Spider Woman) del 1943, in cui la Donna Ragno interpretata da Gale Sondergaard usa il gas per sbarazzarsi del detective e di Watson.
Topolino riesce a rinvenire e liberarsi, fino a incontrare, per sorpresa sua e del lettore, proprio lo zio Maximilian. Drusilia è in realtà una scienziata che 70 anni prima aveva scoperto una sostanza che blocca l’invecchiamento (garantendole un fascino imperituro e, presumibilmente, l’immortalità) e il gas ipnotico, sfruttando quindi i vantaggi derivanti da queste sue invenzioni per creare una banda di criminali al suo servizio. Nel tentativo di fermare la sua ascesa, Maximilian occultò la formula L-V (della lunga vita), e si nascose. Drusilia ha quindi preso i contatti con Topolino, parente più prossimo di Maximilian, nel tentativo di arrivare al nascondiglio grazie a lui e intimorendolo grazie ai finti fantasmi, anch’essi risultato dei suoi esperimenti.
A quel punto si scatena una colluttazione, e i becher pieni di sostanze chimiche scatenano un incendio, nel quale sia Drusilia che Geremia periscono, sotto gli occhi impotenti di Topolino.
La morte, che si presenta sin dall’inizio della storia (sia quella falsa di Maximilian, sia quella vera di Mansueti), chiude quindi il cerchio, prendendosi i due antagonisti, e consegnando la donna immortale “al passato“.
Il fumetto Disney all’insegna dell’horror
Il fumetto Disney si dimostra capace di ospitare qualsiasi genere narrativo e, sebbene sia destinato a un pubblico composto per una buona parte da bambini, riesce a proporre egregiamente storie con fantasmi, alieni e mostri assortiti, in piena sintonia col periodo di Halloween.
In linea con la mole di storie prodotte, è possibile usufruire di opere che strizzano l’occhio a diversi sottogeneri, che siano quelli della commedia dell’orrore, del mockumentary, o della fantascienza horror. Per affrontare la settimana di Halloween con i fumetti Disney, quindi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. E voi, siete d’accordo con la nostra selezione? Quali sono le storie Disney che amate leggere nel periodo di Halloween? Se volete approfondire l’argomento, ecco un video che abbiamo dedicato al tema.
Fai il test: Quale personaggio di X-Mickey sei?
Mattia Rispo
Immagini © Disney, King Features Syndacate, Arnoldo Mondadori Editore, Paramount Pictures
Fonti:
I.N.D.U.C.K.S.
Gli anni d’oro di Topolino 8, RCS
La grande dinastia dei Paperi 5, RCS
Trick or Treat (1952) – IMDb