Il successo riscontrato nel corso dell’ultimo secolo dai personaggi Disney non è per nulla casuale. Topolino, Paperino, Paperone e tutti i protagonisti delle storie lette durante l’infanzia (e la vita adulta) riescono da sempre a fare breccia nel cuore degli appassionati per via delle loro caratteristiche caratteriali e psicologiche.
Sebbene alcune sfaccettature cambino in base agli autori delle strisce, questi personaggi possono quasi essere ritenuti una rappresentazione di tutti quei pregi e quei difetti propri della psiche umana, sebbene elevati all’ennesima potenza. In tal modo il pubblico riesce sia a divertirsi o entusiasmarsi per l’esagerazione di determinate situazioni, sia a identificarsi nei propri “compagni di viaggio” su carta e celluloide.
Uno dei personaggi che meglio incarna questo approccio è senza dubbio Paperoga. Uno dei “cugini” più strambi della famiglia dei Paperi, una vera e propria calamità ambulante capace di complicare le giornate di tutti i suoi concittadini. Come può un personaggio così fuori le righe essere paragonato a un essere umano?
È presto detto: Paperoga, con la sua esplosiva vena creativa, rappresenta l’intraprendenza e l’ingenuità tipica specialmente degli infanti. Proprio per questo motivo una parte dei lettori è spesso portata a sorridere e “giustificare” i suoi disastri, piuttosto che a incolparlo per la sua sbadataggine.
Tutti questi elementi hanno reso Paperoga uno dei personaggi più riproposti nell’alveo della compagine disneyana, al centro di numerose produzioni indimenticabili. In questo articolo proponiamo dunque 7 storie imperdibili legate al papero dal cappello rosso, secondo noi imprescindibili per chiunque apprezzi la sua verve comica (ma non solo).
È importante precisare che l’articolo non si configura come una classifica, ma piuttosto come un’elenco delle opere scelte. Queste saranno dunque presentate in “rigoroso” ordine cronologico rispetto alla data di uscita originale.
1) Paperino e il fanatico igienista (Dick Kinney & Al Hubbard, 1964)
La prima delle 7 storie non poteva che essere Paperino e il fanatico igienista. Paperoga esordisce qui in maniera a dir poco “esplosiva”, stravolgendo la routine già notoriamente caotica del cugino Paperino.
Il papero che si presenta alla porta del cugino è però un po’ diverso da quello a cui siamo tutti abituati. Il colore rosso dei suoi indumenti e il cappello col pon-pon rientrano già tra le sue caratteristiche, mentre sono i capelli a essere radicalmente differenti. Paperoga, che sembra riprendere in parte l’ideologia hippie molto in voga in quegli anni, in questa prima avventura sfoggia infatti dei “folti” ciuffi biondi destinati a ridursi notevolmente già dalla sua seconda apparizione in Paperino e Paperoga in: tessere o non tessere?, per poi diradarsi fino a scomparire quasi del tutto.
Già in questa prima storia gli autori Dick Kinney e Al Hubbard (specializzati nel creare personaggi con uno stile di vita in controtendenza rispetto al resto della società, come nel caso del burbero Dinamite Bla) tendono a sottolineare la singolare stranezza di Paperoga, papero sempre in procinto di avventurarsi in iniziative sempre più insolite. In questo specifico caso il personaggio è rimasto catturato dalle parole del libro La salute è divertente, saggio pseudo-scientifico su fitness e alimentazione. Di conseguenza ha iniziato a condurre la sua vita unicamente secondo i principi espressi nel libro, piuttosto discutibili.
Paperoga coinvolge naturalmente in mezzo alle proprie fisime anche il cugino, poco propenso però a seguire con rigore quello stile di vita. D’altronde camminate chilometriche, cibi ipocalorici di dubbia provenienza e porzioni minuscole non sono certo arte di Paperino, che troverà la sua unica ancora di salvezza in chi di scienza se ne occupa veramente: Pico De Paperis.
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Primi segnali di follia nelle storie di Paperoga
Paperino e il fanatico igienista rappresenta il capostipite non solo della carriera fumettistica di Paperoga, ma anche di un filone di storie ancora sfruttato al giorno d’oggi. Paperoga si appassiona (spesso tramite corsi per corrispondenza) a uno strano hobby, coinvolge Paperino nelle sue stravaganze e combina guai i cui danni ricadono però spesso e volentieri sul cugino. Una formula ben consolidata, che riesce perfettamente a porre sotto la luce dei riflettori la follia del papero e i suoi ragionamenti fuori dagli schemi.
Come anticipato, la storia mostra anche il primo incontro tra Paperoga e Pico De Paperis. Due personaggi all’apparenza agli antipodi, caratterizzati come sono l’uno dalla totale irrazionalità e l’altro dal rigore intellettuale. Eppure, nel loro essere così distanti, il duo possiede in realtà una caratteristica comune: la curiosità.
Come Pico è sempre alla ricerca di una semi-sconosciuta laurea di cui ancora non è in possesso, anche Paperoga ingegna per approfondire qualsiasi argomento dello scibile umano la cui utilità non è immediatamente evincibile. Certo, come già detto spesso i suoi mezzi di informazione sono più che discutibili, ma la volontà che lo contraddistingue è indubitabile.
Vari autori hanno dunque riportato su carta questo scontro tra i due “luminari“, accentuando così le conseguenze paradossali dei comportamenti di Paperoga. Naturalmente non viene mai messa in dubbio la schiacciante superiorità intellettuale di Pico, ma contemporaneamente le assurdità di Paperoga non vengono mai del tutto ridicolizzate. Uno dei più recenti esempi di questo processo creativo può essere osservato in Storia Papera, saga ancora in corso di Augusto Macchetto in cui i due personaggi raccontano, a modo loro, un determinato periodo storico.
2. Paperoga e le cascate del Niagara (Dick Kinney & Al Hubbard, 1965)
Anno successivo, stesso team creativo. Dick Kinney e Al Hubbard avevano preso a cuore il personaggio di Paperoga, ormai presente in quasi ogni loro pubblicazione e adorato dai lettori, presumibilmente soprattutto da quelli italiani. Infatti queste avventure, sebbene realizzate da due autori statunitensi, vedevano la loro prima pubblicazione non su un albo americano, ma proprio sul nostrano Topolino.
A cavallo tra il 1964 e il 1965 il pubblico della penisola poté dunque godere di storie originali e divertenti quali Paperino e il mago dei maghi o Paperino, Paperoga e la pop-art. Con un plot quasi sempre inferiore alle 10 pagine (montate su quattro strisce), queste produzioni facevano affidamento su uno schema narrativo più volte riproposto ma mai banale.
Paperoga viene ritratto in una comunissima situazione giornaliera, quando gli balena in mente una delle sue solite follie. A tentare di salvare la situazione deve spesso pensare il solito cugino, che, proprio come in Paperino e il fanatico igienista, si prende pure la colpa dei danni.
A differenza del loro primo impatto con il personaggio, nelle storie successive Kinney e Hubbard diminuirono notevolmente i dialoghi, per lasciare spesso a vignette mute e incentrate su gag fisiche e slapstick. Proprio per questo motivo la produzione fumettistica di questo duo può essere paragonata quasi a una serie di corti Disney anni Trenta-Quaranta (sebbene meno surreali).
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Una rappresentante delle storie di Paperoga targate Kinney/Hubbard
Paperoga e le cascate del Niagara (Fethry Duck – Fall Guy in originale) riassume perfettamente al suo interno tutte le caratteristiche precedentemente elencate. Da questo punto di vista già la quadrupla di apertura svolge un compito importante.
Paperino e Paperoga sono calati in una situazione all’apparenza normalissima: i due sono infatti appena arrivati al motel in cui soggiorneranno durante una vacanza nei pressi delle Cascate del Niagara. All’interno di questa cornice si erge però un elemento inconsueto a ricordare al lettore che, con Paperoga nei paraggi, la tranquillità non è mai assicurata. La 313 di Paperino, per l’occasione un po’ rivisitata, trasporta infatti uno strano barile di legno, inconsueto nello scenario di una vacanza.
Inizialmente Paperino suppone che quella sia semplicemente uno stravagante bagaglio. Niente di più sbagliato: l’obiettivo del cugino è infatti di utilizzarlo per gettarsi dalle cascate, in barba a qualsiasi norma di sicurezza.
A partire dalla terza tavola prende dunque piede una vera e propria sfida tra Paperoga, voglioso di buttarsi, e Paperino, che unirà le forze con la guida del parco naturale nel tentativo di impedire l’avventatezza del cugino. Inutile dire che l’ostinazione del primo non farà altro che causare guai ai due sciagurati. In particolare la guida del parco, un divertente pennuto con occhiali e cappello da esploratore, ricopre perfettamente il ruolo di “seconda” spalla comica, offrendo al lettore una comicità fisica che strappa più di un sorriso.
In conclusione, possiamo affermare che i primi anni di vita del personaggio di Paperoga, prevalentemente a cura di Kinney e Hubbard, furono caratterizzati da una tendenza narrativa volto a favorire quasi esclusivamente la parte umoristica. Il lato più introspettivo del papero dal cappello rosso era ancora tutto da esplorare.
3. Le origini di Paper Bat (Ivan Saidenberg & Carlos Edgard Herrero, 1972)
Il personaggio di Paperoga, oltre che nella nostra Italia, nella sua pluridecennale carriera è riuscito a conquistarsi un ruolo di prestigio anche in Sud America, in particolare in Brasile. A partire dal 1968, anno di pubblicazione della sua prima storia di produzione brasiliana (Zio Paperone e un Natale tutta festa), il caotico papero ha infatti colpito nel segno, intrigando i lettori con la sua personalità bislacca.
Risultato? Peninha, come viene chiamato in patria, ha finito quasi per eguagliare Paperino nel suo ruolo di protagonista nel microcosmo paperopolese. Nelle oltre 800 storie realizzate nel paese verde-oro con lui presente, Paperoga è riuscito a costruirsi un proprio universo, in tutto e per tutto simile a quello di Paperino, a cui sono abitutati gli appassionati italiani.
Ha un piccolo nipotino spesso affidato alle sue cure, Pennino, che esordisce nel 1982 in Pennino Superstar – Un Pennino da prendere con le pinze. Ha una fidanzata, Gloria, apparsa nel 1972 in Reporter nel caos. Ma soprattutto, colmo dei colmi, ha un’identità segreta da supereroe. Proprio come aveva fatto il cugino soli tre anni prima (in Paperinik e il diabolico vendicatore), nel 1972 anche Paperoga decide di infilarsi una maschera per combattere il crimine.
La prima delle storie di Paperoga da giustiziere mascherato
Ed è così che Ivan Saidenberg e Carlos Herrero diedero alla luce Le origini di Paper Bat. Una storia in 15 pagine molto ambiziosa, in quanto si poneva l’obiettivo di introdurre al pubblico brasiliano una nuova identità di Paperoga di per sé illogica. Negli anni ’70, specialmente nel continente americano, l’ideale di supereroe era difatti diametralmente opposto rispetto a quello proposto dal nostro papero. La Marvel e la DC Comics proponevano uomini in calzamaglia per lo più possenti e dai superpoteri sorprendenti. Sotto questo punto di vista, lo stesso Paperinik, con i suoi micidiali congegni, si avvicinava maggiormente al loro modello.
Paper Bat, invece, già dalle prime vignette conferma la propria estraneità a questo movimento. Nella prima tavola, mentre insegue i Bassotti, inciampa goffamente in un barile di legno, dimostrando scarse doti atletiche. Inoltre, le origini della sua carriera da supereroe non sono legate ad alcun fenomeno fuori dal comune, ma al semplice caso. Il costume viene infatti scovato da Paperoga nella cantina di Paperino, e successivamente indossato per una festa da ballo. Sempre per caso rimane poi invischiato in un piano criminale dei Bassotti, che sventa senza particolari guizzi di ingegno ma grazie soprattutto alla scelleratezza dei ladri.
Insomma, Paper Bat si presenta come una voce fuori dal coro, e tale rimarrà anche nelle sue storie più recenti. Gran parte delle sue più famose imprese, legate a opere come Ultraheroes (saga del 2008) o Paperinik vs Paper Bat (dell’anno successivo), non mette infatti in risalto il coraggio o la forza del papero. Del Batman a cui il suo nome è ispirato, questo supereroe mantiene probabilmente solo l’enorme caparbietà, in piena sintonia con la sua controparte in borghese.
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4. Paperoga e il peso della gloria (Giorgio Pezzin & Giorgio Cavazzano, 1975)
In seguito al gran successo delle storie targate Kinney/Hubbard in Italia, come era lecito aspettarsi, anche la scuola nostrana decise di introdurre Paperoga all’interno delle proprie produzioni. D’altronde non erano molti i personaggi che potevano vantare una mentalità così imprevedibile, e gli autori non si fecero sfuggire un’occasione così ghiotta per architettare trame innovative.
I primi a utilizzare con una certa costanza Paperoga nelle proprie sceneggiature furono Abramo e Giampaolo Barosso. I due fratelli, a partire dal 1966, realizzarono numerose storie dall’ossatura molto simile, destinata a fare scuola nel fumetto Disney. Solitamente la trama si apriva con uno scorcio di vita quotidiana di Paperino, impegnato a risolvere uno dei problemi che continuamente lo assillano.
Proprio in quel momento sopraggiungeva Paperoga, intenzionato ad aiutare il cugino nella risoluzione dei propri problemi. Il tutto, naturalmente, con esiti catastrofici. Esempio calzante di questa struttura narrativa è Paperino e l’incarico M.A.P., disegnata da Lucio Capitanio e pubblicata su Topolino 597.
In questo caso il nostro sfortunato papero, intento a godersi un fine settimana in tutta tranquillità, riceve un’improvvisa telefonata da Paperina, in vacanza in montagna. La papera gli chiede, con modi abbastanza rudi, di portarle il prima possibile un pacchetto che ha lasciato a casa, di vitale importanza.
Inutile dire che Paperino, nel suo percorso verso l’obiettivo, verrà ostacolato da una serie infinita di imprevisti, tra forature dell’auto e, per l’appunto, paperi maldestri. Paperoga, sebbene mosso dalle più nobili intenzioni nell’aiutare il cugino, non farà altro che rallentarlo ulteriormente, rendendo il suo compito quasi impossibile. Vera chicca della storia è però la macchina dell’irruento papero, da lui interamente costruita e dunque deficitaria di molti pezzi, oltre che dal design piuttosto discutibile.
Altri autori all’opera per le storie di Paperoga
In poco tempo il successo delle storie dei fratelli Barosso convinse anche altri sceneggiatori a implementare il “fattore Paperoga” nelle proprie storie. Stiamo parlando di veri e propri pilastri del fumetto Disney, tra cui Carlo Chendi, Guido Martina e Giorgio Pezzin.
Come era lecito aspettarsi, questi iniziarono a utilizzare il personaggio in produzioni di più ampio respiro, se confrontate con quelle dei Barosso che raramente superavano le 15 pagine. Tra queste avventure di inizio anni ’70 sono senza dubbio memorabili Zio Paperone e la vittoria a 50 karati e Paperinik e l’oltraggioso sospetto.
In tutte queste storie Paperoga ricopriva però sempre e comunque un ruolo da comprimario, in particolare quello della “spalla comica”. Raramente gli autori gli concedevano il giusto spazio per mettersi in mostra nei momenti cruciali della storia, concedendo questa posizione privilegiata piuttosto a Paperino o a Zio Paperone.
La prima eccezione alla regola degna di nota prese forma nel marzo del 1975, quando arrivò nelle edicole italiane Topolino 1007. Al suo interno Paperoga e il peso della gloria, storia scritta da Giorgio Pezzin per le matite di Giorgio Cavazzano.
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Un ruolo di rilievo per Paperoga nelle storie
In Paperoga e il peso della gloria il lettore viene messo di fronte a una situazione ben conosciuta: un concorso indetto dal comune di Paperopoli. A essere premiato sarà il miglior sottomarino presentato alla giuria, che di conseguenza verrà poi assunto come mezzo ufficiale dalla Marina. Inutile dirlo, Paperone non intende farsi scappare un’occasione del genere.
Il sommergibile del nostro magnate preferito, l’Apneus, possiede effettivamente delle modernità tecnologiche degne di nota, come pinne stabilizzatrici e acciaio elastico. Per celebrare una sua possibile vittoria, Zio Paperone si fa accompagnare all’evento da Paperino e Paperoga, in veste di reporter del Papersera, testata giornalistica dello stesso miliardario di cui i due cugini sono i giornalisti di punta (e anche gli unici).
Gli imprevisti non tardano però ad arrivare: uno dei marinai dell’equipaggio è indisponibile, e la sua assenza potrebbe squalificare l’Apneus dalla gara. Per lo Zione l’unica opzione rimasta è reclutare proprio uno dei due nipoti per questo ruolo, e la scelta (forzata dalla pigrizia di Paperino) ricade proprio su Paperoga. Inizia in questo momento lo show del papero dal berretto rosso.
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Un eroe del tutto inaspettato
Di fronte alla giuria Paperoga mette in scena un vero e proprio spettacolo acrobatico con l’Apneus. Il sottomarino infatti, a causa dei continui errori del papero, finirà per schizzare in cielo e poi ripiombare in acqua in una sequenza di vignette assai ritmata del maestro Giorgio Cavazzano.
Alla fine dell’avventura Zio Paperone riuscirà però a vincere il concorso nonostante i guai combinati dal nipote…proprio grazie a un’altra delle sue strambe intuizioni! Il sommergibile, una volta ricaduto in acqua, sprofonda sul fondale, e Paperoga viene scelto per azionare il lanciasiluri con cui riportare i compagni di equipaggio a galla.
Una volta rimasto da solo in fondo al mare, il papero prova a far riemergere l’Apneus con una benzina di sua invenzione, che inaspettatamente funziona. Il miscuglio di grappa, senape, acciughe e peperoni fornisce una spinta formidabile al sottomarino, che riemergendo permette allo Zione di ottenere la coppa.
Era la prima volta che le stravaganze di Paperoga venivano poste sotto una luce più lusinghiera: in modo completamente involontario, queste potevano effettivamente risultare efficienti e adempiere al compito per cui erano previste. La follia del papero non era più unicamente un elemento comico, ma anzi poteva finalmente permettergli di riscattarsi di fronte ai suoi concittadini.
5) La P.I.A. alla caccia della spia (Bruno Sarda & Giuseppe Dalla Santa, 2003)
Negli anni, oltre che un ruolo da supereroe, Paperoga è riuscito a ottenerne anche uno da spia. Nel 1966, anno di uscita di Paperino missione Bob Fingher, Zio Paperone ha infatti fondato una vera e propria società di controspionaggio, la P.I.A., con lo scopo di tutelare i propri affari se minacciati da altri rivali.
Nelle prime tre missioni della neonata società Paperoga non viene in realtà coinvolto: lo Zione gli preferisce gli agenti Qu-Qu 7 (agente Quasi-Qualificato 7, alias Paperino) e Fu-Qu (agente Fuori-Quota, alias Paperina), e non è difficile capirne il motivo. D’altronde affidare un compito di massima importanza al vulcanico papero dal cappello rosso non potrebbe comportare altro che perdite economiche al miliardario.
Nel 1988 Giorgio Figus decise però di riprendere in mano la P.I.A. per sceneggiare nuove avventure legate a essa, stravolgendone in parte la formula originale. In Paperino e l’incarico indiscutibile già si intravedevano alcuni degli elementi che avrebbero caratterizzato la saga per i decenni a venire. Tra questi gli stranissimi metodi di convocazione da parte di Paperone, la “parziale” sconfitta finale degli agenti e, soprattutto…Paperoga!
Per aggiungere un po’ di imprevedibilità a questo nuovo ciclo di storie, Figus accompagnò Qu-Qu 7 all’agente Me-Se 12 (agente a Mezzo-Servizio 12), creando una coppia dinamica allo stesso tempo dagli ottimi tempi comici. I due personaggi riproponevano quella complementarietà già messa in mostra nelle storie tradizionali: se Paperino tentava, malgrado i suoi difetti, di portare a termine la missione nel modo più efficiente possibile, contemporaneamente Paperoga lo ostacolava con le sue folli trovate, generando le più disparate gag.
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Tre decenni di servizio per l’agente Paperoga nelle storie della P.I.A.
Il sodalizio era chiaramente destinato a durare. Dal 1988 a oggi i due cugini si sono infatti affiancati nel ruolo di spie amatoriali per oltre 75 storie, generalmente ben recepite dal pubblico. Alcune tra queste toccano picchi di qualità veramente elevati, riuscendo dunque a fare breccia nel cuore dei fan. Impossibile non citare a tal proposito Una marmellata di diamanti e Paperino & Paperoga nella notte senza luna.
La prima, pubblicata su Topolino 2414 del marzo 2002, omaggia nel titolo una delle pellicole della serie di James Bond (Agente 007 – Una cascata di diamanti), in modo non dissimile da quanto fatto precedentemente con Paperino missione Bob Fingher.
La storia, realizzata dalla coppia Nigro/Coppola, porta Paperino e Paperoga a indagare su un rivale di Zio Paperone nel campo dei diamanti, tale Van Vultur. L’apice della produzione viene toccato in una scena ambientata durante un gala, in cui i nostri eroi, chiaramente sotto copertura, dovranno continuare la propria missione evitando di destare sospetti, in un susseguirsi di incidenti ed equivoci.
La seconda storia, Paperino & Paperoga nella notte senza luna, risale invece al 2010 (Topolino n. 2849). Teresa Radice e Stefano Turconi mettono in scena un’avventura appassionante ambientata sulle Alpi, nel Nord Italia, che vede Paperino cercare di risolvere il prima possibile un affare per conto dello Zione così da potersi godere un’eclissi di luna insieme a Paperina. Il tutto, ovviamente, con Paperoga come aiutante/ostacolo.
Una classica avventura della P.I.A.
La storia a guadagnarsi una posizione in questa lista è però un’altra: si tratta di La P.I.A. alla caccia della spia, pubblicata su Topolino n.2473 nel lontano 2003. In occasione delle vacanze pasquali Bruno Sarda e Giuseppe Dalla Santa realizzarono un fumetto spionistico a tema, incentrato sul commercio delle uova di cioccolato tanto amate da grandi e piccini.
In questo specifico frangente Zio Paperone richiede l’aiuto degli agenti Qu-Qu 7 e Me-Se 12 per evitare il furto della ricetta delle uova targate “PdP”, le più vendute sul mercato. I criminali, come spesso accade in questo genere di storie, sono gli agenti della Blonk, società spionistica rivale della P.I.A.
Sarà dunque compito dei nostri due eroi sventare il complotto ai danni dello Zione, indagando sulla “talpa” all’interno della fabbrica delle uova. La storia vive dunque di due momenti: uno puramente investigativo, in cui Paperino e Paperoga cercano indizi e piste da seguire, e uno più action improntato sul recupero della preziosa ricetta.
Nell’economia delle indagini Paperoga si rivela essere quasi controproducente: non solo le sue deduzioni sono fallaci, ma finisce anche per sbagliare anche nelle mansioni più elementari.
In via definitiva in questo caso Paperoga si attiene al suo semplice ruolo di spalla comica, necessario però per stemperare la tensione derivante dall’indagine. Un ruolo che non solo gli riesce perfettamente, ma che gli ha permesso di mantenere fino a oggi il suo posto da agente della P.I.A.
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6) La Banda Bassotti e l’incredibile multiduplicator (Enrico Faccini, 2013)
Dal 2000 a oggi Paperoga è comparso sempre più frequentemente nelle storie di produzione italiana, divenendo una presenza quasi fissa del settimanale Topolino. Tra gli autori in grado di esprimere al meglio le potenzialità del personaggio rientra di diritto Enrico Faccini, sceneggiatore e disegnatore classe 1962.
La principale peculiarità di questo fumettista è da rintracciarsi sicuramente nella riconoscibilità delle sue storie, sia da un punto di vista estetico che narrativo. Il suo tratto è inconfondibile, caratterizzato da una tratteggio che conferisce molta espressività ai suoi personaggi, capaci di trasmettere ciò che pensano anche senza parlare.
Per quanto riguarda le sceneggiature, Faccini si propone come un autore fuori dagli schemi nel panorama fumettistico Disney, sfornando storie volutamente paradossali, in cui difficilmente il lettore riesce a ritrovare situazioni verosimili. Non c’è dunque da stupirsi che l’autore abbia trovato in Paperoga una vera e propria gallina dalle uova d’oro, da inserire continuamente all’interno delle proprie creazioni.
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Le storie mute e le one-pages legate a Paperoga
I lavori di Faccini che coinvolgono Paperoga superano quota 300. Tra queste si contano numerose storie “classiche”, tra cui è opportuno ricordare Paperoga e il superfrullato tonificante (2016) e Paperoga, Teneroga, Tenebroga! (2019), di cui è in entrambi i casi autore completo.
Faccini sfrutta le potenzialità di Paperoga anche in altri tipi di storie, ossia le mute e le one-page poste spesso a conclusione del settimanale. Queste infatti, non dovendo approfondire una vera e propria trama: si possono concentrare unicamente sul nostro eroe e sulle sue strambe considerazioni.
Nel caso delle storie mute tra le più apprezzate rientrano di diritto Tutti al mare! (2009) e Paperoga e la disfida canina (2010), le cui vignette si sono diffuse talmente tanto nel web da divenire quasi iconiche.
Per quanto riguarda le one-page, queste sono spesso raggruppate in serie, a seconda del tema o dei personaggi trattati. In particolare il Paperoga targato Faccini è protagonista di ben due saghe, ossia Re di Pasticci e Zucche vuote (in quest’ultimo caso accompagnato da Paperino). Tendenzialmente quasi tutte le gag sono di buono livello, ma a voler citare alcune delle migliori, queste potrebbero essere Il golosone, Fenomeni inesplicabili e Senso del ritmo.
Dieci, cento, mille…Paperoga
L’opera di Faccini che maggiormente celebra il personaggio di Paperoga è però probabilmente una storia “classica”, risalente al 2013. Su Topolino 3011 vide infatti la luce I Bassotti e l’incredibile multiduplicator, storia da autore completo del talento ligure.
La trama è semplice: Intellettuale-176, intento assieme ai suoi cugini Bassotti a progettare un nuovo piano per rapinare le casse di Paperone, crea un macchinario in grado di clonare le persone. Per una serie di sfortunati eventi a venire clonato è però proprio Paperoga, dando così vita a una serie infinita di bislacche repliche.
Suddetti cloni sono proprio il punto focale della produzione, capaci di regalarle una posizione in questa particolare lista. Essi non sono infatti precise copie del papero in berretto rosso, ma piuttosto possiedono ognuno una propria peculiare caratteristica che li differenzia da tutti gli altri.
Nascono quindi personaggi come Irsutoga, il Paperoga capellone; Pisologa, il Paperoga dormiglione; Zombologa, il Paperoga zombie, e tanti altri, fino ad arrivare a casi limite come Bambaroga.
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Un’idea vincente per Paperoga e le sue storie
L’intuizione dei cloni ha reso I Bassotti e l’incredibile multiduplicator una storia assai rappresentativa dell’accoppiata Paperoga-Faccini, tra le maggiormente ricordate tra quelle uscite nell’ultimo decennio, ed è facile capire perché. Se Paperoga si è già dimostrato in grado di far sorridere molti lettori semplicemente apparendo sulla scena, i suoi cloni si spingono oltre. La loro ridicolezza esalta il lato comico del personaggio, e allo stesso tempo lo mostrano sotto una nuova luce.
Inoltre i cloni sono accattivanti anche dal punto di vista grafico: Faccini caratterizza al meglio ognuno di loro, rendendoli immediatamente riconoscibili. In particolare è ragguardevole il suo sforzo nello sfaccettare anche alcuni cloni di cui non viene nemmeno citato il nome, ma che riescono comunque a spiccare sullo sfondo delle vicende. E l’idea si rivelò talmente vincente che venne riutilizzata, sebbene in modo leggermente diverso, nella già citata Paperoga, Teneroga, Tenebroga!.
Qui i due “cloni” che appaiono, Teneroga e Tenebroga, provengono in realtà da diverse dimensioni, e possiedono delle sfaccettature caratteriali che Coboldoga, Cuscinoga e affini non manifestavano. Resta però la certezza che questa nuova sceneggiatura non sia altro che un’evoluzione dell’idea precedente, rivelatasi certamente vincente.
7) Paperoga eroe dello spazio (Roberto Gagnor & Claudio Sciarrone, 2013)
Per l’ultima storia in questa particolare lista, stilata fino a questo punto in perfetto ordine di uscita, ci siamo presi una piccola libertà creativa. Paperoga eroe dello spazio uscì infatti circa un mese prima de I Bassotti e l’incredibile multiduplicator, in particolare su Topolino 3007.
Confrontando le due storie, ci sembrava però doveroso chiudere proprio con l’opera di Gagnor e Sciarrone, capace di porre Paperoga nei panni dell’eroe come mai prima di allora. Le 50 pagine di cui la sceneggiatura si compone rappresentano infatti uno dei punti massimi dalla fantascienza nel fumetto Disney italiano negli ultimi dieci anni.
Non potrebbe essere altrimenti: gli autori in questione sono due grandi appassionati del genere, come dimostrato dalle opere prodotte nel corso delle loro carriere. Roberto Gagnor, in lavoro alla Disney dal 2004, soprattutto negli ultimi tempi ha dato sfogo alla propria vena fantascientifica, divenendo tra il 2019 e il 2020 sceneggiatore ufficiale di PKNE, il nuovo ciclo di storie di PK. A lui si devono ben tre storie del supereroe di casa alla Ducklair Tower: Un nuovo eroe, Danger Dome e PK: UR-Evron.
Per quanto riguarda il rapporto di Sciarrone con il genere fantascientifico, basti pensare che l’artista milanese è uno dei fondatori del progetto PK, cui ha iniziato a prendere parte come disegnatore già dal secondo numero, Il vento del tempo. Inoltre la sua passione per spazio, alieni e affini è ritrovabile anche nei suoi lavori più recenti da autore completo. L’esempio più calzante è certamente Foglie Rosse, storia a puntate probabilmente ispirata alla serie tv Stranger Things che ha visto la sua conclusione proprio nel corso dell’ultimo anno.
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Guerre stellari a Paperopoli
Paperoga eroe dello spazio ha inizio in piena notte sulla cima del deposito di Paperone, su cui Paperino e Paperoga stanno facendo la guardia per conto dello zio. All’improvviso dal cielo cade però una navicella spaziale che, precipitando, impatta proprio sulla Collina Ammazzamotori.
All’interno del veicolo si trova Gorgius, erede al trono del pianeta Behlpost, con il suo equipaggio di ribelli. Behlpost è infatti sotto il giogo dell’imperatore Rakkius, che non solo ha usurpato il trono di Gorgius, ma ha anche imprigionato la principessa Bijou in un cristallo indistruttibile, se non con un’arma in suo possesso.
È abbastanza immediato notare sono le similitudini con un franchise famosissimo come quello di Star Wars: non solo la storia dei ribelli impegnati nella lotta contro un malvagio imperatore ricorda molto da vicino quella della trilogia originale di Guerre stellari, ma il personaggio di Gorgius ricorda Luke Skywalker anche nell’aspetto.
In ogni caso gli alieni chiedono supporto per riconquistare il proprio pianeta ai cugini e a Paperone, che accetta in cambio di un’enorme quantità d’oro. Inizia quindi una vera e propria epopea spaziale per i due protagonisti.
Paperoga eroe inaspettato
Se le premesse della storia non sono delle più originali, lo stesso non si può dire della sua parte centrale. L’intera trama è infatti travolta da un colpo di scena abbastanza inaspettato, che capovolge le carte in tavola. Senza entrare troppo nello specifico per evitare spoiler, ciò che spicca è il contributo all’azione del papero dal berretto rosso.
È infatti Paperoga, per tutto il corso dell’avventura, a togliere i suoi compagni di impiccio nelle situazioni più pericolose. Solo per citare qualche esempio, è lui a debellare l’intera flotta spaziale nemica guidando a casaccio l’astronave di Gorgius. Ed è sempre lui a liberare la principessa Bijou, rimasta intrappolata nel temibile cristallo Dohmopahk.
Il rapporto tra la principessa e Paperoga rappresenta il fulcro del secondo tempo dell’avventura. Nel corso dell’azione tra i due si sviluppa infatti un amore dolce, mai apertamente rivelato ma palese per il lettore. Una situazione nuova, sicuramente estranea a Paperoga, che come detto in precedenza, fatta eccezione per le storie brasiliane, non si è spesso confrontato con complicate questioni sentimentali.
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Lieto fine mancato
Sul finale Paperoga e Bijou sono però costretti a dirsi addio: il papero non è disposto ad abbandonare la Terra, e allo stesso modo la principessa, ormai divenuta regina, non può di certo lasciare il suo pianeta. A Paperoga vengono addirittura cancellati i ricordi delle ultime ore, così che possa ripartire sereno alla volta di casa.
Il finale è dunque agrodolce, un lieto fine mancato ma che lascia una piccola speranza ai lettori. In una splendida splash-page finale, magistralmente realizzata da Sciarrone, viene rivelato che in certe notti, quando “le stelle brilleranno di più”, forse Paperoga ricorderà qualcosa di questa splendida avventura. Un ricordo lontano, impreciso, ma incredibilmente dolce.
60 anni e non sentirli
Con Paperoga eroe dello spazio si chiude l’elenco di quelle che, secondo noi, sono le 7 storie imperdibili di Paperoga. In quasi 60 anni di storia il folle cugino di Paperino è stato in grado diverse perle, le quali, a volte discostandosi dalle idee originali di Kinney e Hubbard, hanno dimostrato che il papero dal berretto rosso non è solo in grado di divertire, ma anche di emozionare, in perfetta sintonia con molti altri personaggi dell’universo di Topolinia e Paperopoli. Non possiamo quindi far altro che continuare a seguire le nuove uscite in casa Disney, sperando in futuro di poter allargare il più possibile questa lista.
Alberto Giacomelli
Immagini © Disney – Panini Comics
Fonti: I.N.D.U.C.K.S. – IMDb