Quanti di voi hanno trascorso l’infanzia (ma anche l’età adulta) a cantare a squarciagola Farò di te un uomo? Come ben saprete, questa canzone fa parte della colonna sonora di Mulan (1998), uno dei Classici Disney più amati. Forse non tutti, però, conoscono l’origine di questa bellissima storia. La storia trasposta su schermo dalla Walt Disney Company è ispirata infatti a un’antichissima leggenda cinese, La Ballata di Mulan. In questo nuovo appuntamento con Infanzia Rovinata, ci occuperemo del confronto fra questa leggenda e il Classico che ne è derivato.
Fiabe e leggende
Tantissimi Classici Disney sono ispirati a storie già esistenti. Ne sono un esempio film come La Bella e la Bestia (1991), ispirato ai racconti di Madame d’Aulnoy, Perrault e Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, oppure La Sirenetta (1989), tratto da una fiaba del noto scrittore danese Hans Christian Andersen. Anche il più recente Frozen (2013) è liberamente tratto da una fiaba di Andersen, La regina delle nevi.
Mulan, come altri Classici del periodo anche detto Rinascimento Disney, travalica i confini europei, e affonda le sue radici nell’Estremo Oriente. Andiamo a descrivere più nel dettaglio la vicenda.
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Le origini della storia di Mulan
Le origini della leggenda di Mulan sono ancora poco chiare. La storia in principio è stata probabilmente tramandata per via orale e quindi risalire alle sue origini è molto difficile, se non addirittura impossibile. Il primo testo scritto a parlare di questa storia, La Ballata di Mulan, si deve al filosofo e scrittore Liang Tao. Risale circa al VI secolo, sotto al regno della dinastia Wei (386 – 535 d.C.).
Questa ballata narra la storia di una ragazza che prende il posto di suo padre nell’esercito fingendosi uomo. La donna passa dodici anni in guerra e compie gesta memorabili. La Ballata non ha riferimenti temporali specifici: per riferimenti geografici e culturali presenti nel testo, c’è chi suppone che gli eventi narrati potrebbero svolgersi proprio nel periodo di redazione dell’opera. Purtroppo, non esiste alcuna copia completa del testo di Liang Tao, anche se su questo si basano tutte le versioni successive della leggenda. Abbiamo frammenti della ballata, che permettono di farsi un’idea delle gesta di Mulan nel loro complesso.
Secondo la maggior parte dei sinologi, i tantissimi adattamenti della ballata non sarebbero storicamente accurati. Una delle versioni più famose risale al periodo della dinastia Ming, più precisamente al 1593: si tratta di Mulan o L’Eroina Mulan va alla Guerra al Posto di Suo Padre, testo scritto dal drammaturgo Xu Wei. Così come a William Shakespeare non interessava seguire fedelmente i testi cui si ispirava, si può ben pensare che il suo contemporaneo Xu Wei fosse interessato ai temi di base della ballata, più che al pedissequo rispetto del testo originale.
Esiste un’altra versione importante, una ballata inserita in un romanzo storico del diciassettesimo secolo: Il romanzo di Sui e Tang. Mulan è uno dei personaggi, e la sua storia è leggermente diversa. Infatti, Mulan si arruola al posto del padre nell’esercito, ma viene rapita dalla Principessa Xianninang. Solo più tardi la ragazza rivela la sua identità alla principessa e le due ragazze legano molto, diventando quasi due sorelle.
Come ormai sarà chiaro, le divergenze tra queste versioni rendono un compito arduo risalire ai contenuti del testo originale. Una delle ragioni è la complessità dell’identità storica della Cina. La leggenda di Mulan ha accompagnato la storia di questo Paese per diverse ere. Pare addirittura che certe dinastie avessero la propria versione adattata a proprio piacere: un vero e proprio testo di propaganda usato per mostrare la loro potenza. L’obiettivo de Il romanzo di Sui e Tang, per esempio, era dimostrare che la dinastia Qing non avesse nessun diritto a regnare sulla Cina.
In questo articolo, per praticità, ci baseremo soprattutto sul primo testo scritto, La Ballata di Mulan, dato che è considerato come la versione più accurata dal punto di vista storico.
Leggenda o realtà?
Primo punto da affrontare: Mulan è esistita veramente o si tratta solo di una leggenda? Nemmeno questo è chiarissimo. Le fonti più antiche non sono concordi tra loro. Il nome di Mulan è incluso in Cento bellezze di Yan Xiyuan, una raccolta di storie delle donne del folkore cinese, così come l’unica imperatrice donna Wu Zetian e altre donne realmente esistite.
Tuttavia, il nome di Mulan non compare in un altro testo molto importante, Storia delle dinastie settentrionali. Il testo contiene cento volumi e copre il periodo 386 – 618 d.C. Uno di questi volumi è dedicato proprio alle donne esemplari, e Mulan è assente. Viene insomma da pensare che il catalogo di Xiyuan abbia incluso Mulan perché già al tempo la leggenda era popolare, ma che sia eccessivo ritenerla un personaggio storico.
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Chi era veramente Mulan?
Secondo punto: Mulan si chiamava davvero così? Più o meno. Nel film Disney, l’eroina si chiama Fa Mulan, ma il nome originale è Hua Mulan. Hua (花) sigifica fiore e mulan (木兰) magnolia. Quindi il suo nome vuol dire letteralmente fiore di magnolia, uno dei simboli della Cina fin dall’antichità. Questo nome, a suo modo, potrebbe pure aiutarci ad affermare che Mulan non sia davvero esistita: il nome è simbolico, quasi come se il personaggio fosse un’incarnazione della Cina stessa.
Comunque stiano le cose, Walt Disney Company optò per un nome diverso, perché fa era la pronuncia cantonese di hua. Curiosamente, Mulan è il nome dell’eroina secondo la pronuncia mandarina: infatti la pronuncia corretta del nome intero in cantonese sarebbe Fa Muklaan. Si è invece preferito creare un “ibrido” delle due pronunce. Non è chiara la ragione di questa scelta traduttiva.
Dobbiamo porci una terza domanda: Mulan era veramente cinese? Il discorso è complesso. La storia originale si svolse sotto al dominio della dinastia Wei del Nord, che traeva le sue origini da un antico gruppo nomade del popolo Xianbei, il clan Tuoba. Questo popolo parlava forse una lingua mongola, e al momento del suo arrivo in Cina non era ancora assimilato alla popolazione autoctona.
Solo nel tempo la dinastia Wei si “cinesizzò”, ossia abbandonò usanze e costumi tipici del popolo nomade degli Xianbei per abbracciare quelli già affermati in Cina. Non è possibile dire se la leggenda di Mulan fosse già tramandata oralmente presso questo popolo, o se invece sia sorta direttamente su suolo cinese. Al tempo stesso, se davvero Mulan fosse esistita, non possiamo sapere se appartenesse al clan Tuoba o alla popolazione indigena.
Le differenze tra film e leggenda
La storia
Entriamo ora nel vivo della nostra analisi: in cosa differiscono tra loro il Classico Disney e la leggenda cui abbiamo fatto cenno finora? La versione di base è sempre la stessa, quella che anche noi occidentali conosciamo: Mulan decide di partire in guerra al posto di suo padre, ormai troppo anziano. Quindi si finge un uomo e prende parte alla guerra contro le orde di invasori unni provenienti da nord. Dopo dodici anni ritorna a casa, e solo dopo tutto questo tempo viene rivelata la sua vera identità.
La trama del film del 1998, come sarà noto a tutti i lettori, è abbastanza simile. Mulan è l’unica figlia della famiglia Fa e cerca di onorare la sua famiglia nell’unico modo in cui una donna poteva farlo all’epoca: essere una buona sposa. La ragazza fa del suo meglio, ma la sua personalità è troppo diversa da quella che imponeva la società patriarcale dell’epoca. Mulan è uno spirito libero, è molto intelligente, pensa sempre con la sua testa, ed è anche un po’ maldestra. Per questo motivo, l’incontro con la mezzana (una donna incaricata di organizzare i matrimoni) si rivela un fallimento e Mulan disonora la famiglia.
Giunge a quel punto una cattiva notizia: l’imperatore sta chiamando i suoi sudditi a difendere il paese dagli Unni. Il padre di Mulan deve partire, essendo l’unico maschio della famiglia Fa. Non può rifiutarsi, perché ciò comporterebbe disobbedire all’imperatore e disonorare la famiglia. Mulan vuole evitare che il padre ormai troppo anziano parta per la guerra: così decide di rubargli l’armatura e la spada per prendere il suo posto nell’esercito fingendosi il suo figlio maschio, chiamandosi Ping invece che Mulan.
I personaggi
Il potentissimo, simpaticissimo e indistruttibilissimo Mushu
Mulan agisce in buona fede, ma rischia molto. Se venisse scoperta, la pena sarebbe la morte. Gli antenati si svegliano dalle loro tombe, si riuniscono per decidere come affrontare la situazione e come evitare che il nome della famiglia Fa venga infangato. Decidono così di mandare in suo aiuto uno degli spiriti guardiani della famiglia.
Ed è qui che entra in scena uno dei personaggi più memorabili di questo film, Mushu. Questa figura non esiste nella leggenda originale: è un personaggio totalmente inedito, suggerito da Roy E. Disney. Ovviamente, Mushu ricopre il classico ruolo di spalla, ossia il personaggio (spesso un animale) che in moltissimi Classici Disney accompagna la principessa. In questo caso l’animale-spalla non poteva che essere un drago, perfettamente in linea con il folklore cinese. Mushu è un drago diverso dai dragoni “standard”: è molto piccolo, o come dice lui “in formato viaggio”.
Nonostante le dimensioni ridotte, la sua fisionomia rispetta quella dei dragoni cinesi, bestie ispirate ai serpenti. Mushu però sputa fuoco come un drago “occidentale”, e non acqua come i dragoni della sua terra.
Il film, in generale, ha un tono più scanzonato del testo di partenza, e lo si nota bene anche pensando a Mushu. Il compito del draghetto è solo di risvegliare lo spirito più potente della famiglia Fa, ma per errore distrugge la statuetta da utilizzare per il rituale. Si ritrova così costretto ad accompagnare in viaggio Mulan per evitare le ire degli antenati. Insomma, non proprio l’eroico personaggio di una ballata!
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La seconda spalla, Cri-Kee
Mushu non parte da solo per aiutare Mulan. Un grillo molto fortunato si aggiunge al viaggio: si tratta di Cri-Kee. Anche questo è un personaggio inedito, non presente nella ballata originale. Cri-kee è un portafortuna, che la nonna di Mulan le dona prima del suo incontro con la mezzana. In Cina, infatti, i grilli sono simboli di buon auspicio.
Una curiosità: in realtà, Cri-Kee non era destinato a comparire nel film. L’animatore Barry Temple ha raccontato che durante lo sviluppo del film uno degli sceneggiatori, Joe Grant, “ha fatto scivolare gli schizzi di Cri-Kee sotto la porta dei registi”.
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Per lei mi batterò: Yao, Ling e Chien-Po
Quando Mulan giunge al campo di addestramento, il suo debutto non è dei migliori. Mentre è in fila per la razione di cibo, litiga con tre uomini: Yao, Ling e Chien Po. Nonostante queste prime incomprensioni, i tre diventeranno suoi grandissimi amici e importanti alleati. Non tradiranno Mulan nemmeno una volta scoperta la sua vera identità.
Nonostante la loro importanza nel cartone, non vi sorprenderà leggere che pure loro tre sono personaggi inventati. Yao è il più aggressivo dei tre, Ling è spiritoso e astuto, Chien Po è il più pacifico. Quest’ultimo è l’unico ad essere pelato, e non è un dettaglio casuale.
Anticamente, in Cina era vietato tagliarsi i capelli perché erano considerati come un un dono dei genitori, e tagliarli era sinonimo di oltraggio verso i genitori. Per questo motivo, sia uomini che donne lasciavano crescere i capelli e li tenevano raccolti. Gli unici che potevano rasarsi erano i monaci buddisti. Chien Po potrebbe quindi essere un monaco buddista. Questa teoria è rafforzata anche da una scena precisa del film, in cui, per calmare Yao, Chien Po canta un mantra buddista.
Farò di te un uomo: Li Shang
A questo punto avrete intuito quale sia la tendenza del film: introdurre personaggi totalmente inediti, ma in linea col folklore cinese. C’è un ultimo esempio da fare, in questo senso. Si tratta di Li Shang, il neo-eletto capitano delle truppe: anche lui è pura finzione (sentiamo i vostri cuori spezzarsi). Nonostante ciò, nel film Disney è una figura molto importante.
Oltre a rappresentare l’interesse amoroso della nostra eroina, Shang aiuta Mulan/Ping a diventare più forte. Inizialmente i due non vanno molto d’accordo. Shang pretende molto dalle sue nuove truppe, l’allenamento è molto duro e Mulan non riesce ad adattarsi. Insoddisfatto del soldato, Shang gli ordina di tornare a casa perché non sarà di nessun aiuto in guerra.
Mulan non ha però intenzione di arrendersi. Usando la sua intelligenza riesce a superare la più difficile delle prove di Shang: arrampicarsi fino a prendere una freccia in cima a un palo con le mani legate a due pesi, che rappresentano la disciplina e la forza. Questo momento è molto importante perché spiega al meglio il carattere di Mulan. La sua intelligenza è una delle suoi doti migliori, una qualità che la rende diversa dalla figura femminile ideale dell’epoca, ma la rende diversa anche dagli altri uomini che aspirano a vincere usando solo la forza.
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Shan Yu e l’armata unna
Nel film, l’esercito cinese deve sconfiggere l’armata unna di Shan Yu, il temibile generale a capo di questi invasori. Questa guerra è stata molto romanzata dai registi del film, nonché raccontata in maniera piuttosto schematica. Nella ballata, il testo si riferisce più in generale a degli invasori provenienti dal nord, e tra questi anche gli Unni.
Pare che il film non rappresenti alla perfezione questa etnia. Gli Unni del Classico Disney sono caratterizzati da dei tratti tipici degli asiatici del centro che ricordano molto quelli della popolazione mongola.
A capo di questo esercito c’è il già citato Shan Yu. Il suo nome è in realtà un riferimento al titolo di capo degli unni, che era proprio Shan-Yu. Insomma, un personaggio con questo nome non è certo mai esistito: piuttosto, quella di Shan-yu era una carica, ricoperta di volta in volta da persone diverse.
Come viene scoperta la vera identità di Mulan?
Una delle più grandi differenze tra il film e la leggenda è il modo in cui l’identità di Mulan viene scoperta. Come precedentemente accennato, Mulan passa dodici anni nell’esercito e compie gesta così incredibili da guadagnarsi la nomina al ruolo di generale e successivamente di comandante delle armate settentrionali. Sarà proprio lei, inoltre, a porre fine alla guerra battendo il generale dell’esercito invasore.
Tutto questo accade senza che nessuno scopra la sua identità di donna. Al termine della guerra, l’imperatore le propone un posto di alto funzionario, ma Mulan rifiuta per tornare a casa dal padre malato. Solo a questo punto si scopre la verità. Un generale dell’esercito continua a proporre a Mulan la propria figlia in sposa, ma ovviamente questa viene rifiutata. Il generale allora raggiunge Mulan a casa sua e capisce il perché.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, nonostante questa scoperta il generale prova ancora più ammirazione nei confronti di Mulan. L’uomo si chiede come sia stato possibile non essersi mai accorto di niente, e la ballata si chiude con la risposta acuta di Mulan:
Le zampe del coniglio maschio saltellano su e giù, / mentre il coniglio femmina ha occhi confusi e sconcertati. / Quando due conigli corrono lungo la terra, / come puoi capire se io sono maschio o femmina?
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Ciak, si sbaglia
Prima di passare al confronto tra i due finali, un’ultima curiosità. Per creare il film Disney, il team di produzione ha cercato di documentarsi al meglio sulla leggenda e sulla cultura cinese. Infatti, il team ha inviato un gruppo di supervisori artistici in Cina per circa tre settimane per raccogliere materiale sulla cultura cinese, come fotografie e disegni. I membri di questo gruppo hanno visitato diverse città cinesi come Datong, Louyang, Xi’an, Jiayuguan, Dunhuang, Guilin e Pechino.
Nonostante l’impegno e la ricerca sulla cultura cinese, il film non la rappresenta fedelmente. Infatti, ci sono diversi “errori”. Uno di questi è plateale: la presenza della Muraglia Cinese.
La prima scena del film mostra gli Unni che riescono a superare la Grande Muraglia, ma la presenza di questo monumento non è storicamente corretta. Sin dall’antichità gli imperatori cinesi hanno sempre tentato di costruire un muro per segnare il confine del loro regno, ma la Muraglia che vediamo oggi risale all’epoca della dinastia Ming, circa 500 anni fa. La leggenda, dunque, si svolgerebbe circa mille anni prima della sua costruzione.
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Tutto è bene quel che finisce bene
Nonostante le evidentissime divergenze tra film e leggenda, ci sono pure alcune affinità. Nel finale del Classico Mulan salva i suoi compagni da un attacco degli Unni nel valico Tung Shao, ma riporta gravi ferite. Il dottore che la cura scopre il suo segreto, e Mulan deve essere giustiziata. Dato che ha mostrato il suo valore come soldato, però, Shang la risparmia e la abbandona al valico.
Mulan sta per tornare a casa, ma scopre che gli Unni sono ancora vivi e vogliono attaccare l’imperatore. La ragazza allora parte per avvertire del piano, ma nessuno le dà ascolto perché non è più un soldato ma “solo” una donna. Gli unici a darle ascolto sono i suoi compagni Yao, Ling, Chien Po, e Shang. Fin qui, insomma, le differenze con la leggenda sono notevoli. Sono proprio i personaggi inediti, inventati di sana pianta in casa Disney, ad aiutare Mulan nello scontro finale. Grazie al loro aiuto, Mulan sconfigge il generale unno e salva l’imperatore.
Questo le offre un posto come funzionario: ecco un punto di contatto con la ballata. Proprio come nella ballata, inoltre, Mulan rifiuta per tornare a casa e riabbracciare la famiglia. Il personaggio, in definitiva, non ha brama di potere, e preferisce ricongiungersi ai suoi cari. In entrambi i casi, il fatto che Mulan sia una donna viene infine accettato, e anzi non le preclude la stima dei suoi superiori. In aggiunta a ciò, nel Classico Disney la nostra protagonista viene seguita da Shang che ha capito di essere innamorato di lei (…o forse lo sapeva già?).
In conclusione, non possiamo certo definire il film una fedele rappresentazione della leggenda. In fondo, però, non importa. Malgrado gli errori e grazie a tutte le invenzioni inedite, Mulan continua a essere uno dei Classici più apprezzati, anche dal pubblico asiatico. È infatti riuscito a diffondere i valori della leggenda e a renderla indimenticabile in tutto il mondo. Cogliere lo spirito dell’opera, e seguirne da vicino molti dei passaggi chiave, pur cambiando varie cose qua e là: non è forse questo il segreto per realizzare un buon adattamento?
Marianna Sartori
Immagini © Disney
Fonti: Everything Culturally Right and Wrong with Mulan 1998 | Wikipedia | The controversial origins of the Story Behind Mulan | Mulanbook.com