Paperone è un tipo che si difende, che non resta inerme a subire gli attacchi altrui. Nel corso degli anni ne ha passate tante, da quando si imbarcò da adolescente per quella terra sconfinata e lontana chiamata America. Un multimiliardario, d’altro canto, per ottenere ciò che vuole, di nemici lungo il suo percorso ne colleziona a bizzeffe. Per tale motivo sin da subito Paperone ha iniziato a esercitare la legittima difesa, in modo tale da tutelare se stesso e i suoi beni.
Tra tutti i suoi antagonisti, i più pittoreschi e recidivi – nonché quelli che più mettono alla prova la sua capacità di difendersi -, sono senza dubbio i temibili (?) Bassotti!
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Di fronte ai loro piani sgangherati, il papero ha potuto sbizzarrirsi nell’esercitare la legittima difesa! Fra tutti i metodi visti negli anni, la spingarda caricata a sale grosso è il più noto (e forse il meno violento).
Ma al di fuori della città di Paperopoli, lontano dalla Collina Ammazzamotori, i metodi selvaggi, violenti – a tratti anche cruenti – del multimiliardario, resterebbero davvero impuniti?
La legittima difesa
Paperone spara contro i Bassotti senza pietà, li fa precipitare attraverso botole nascoste, dissemina la sua proprietà di trappole. Ciò pare legittimo, almeno nei fumetti: dopotutto, sta subendo un’aggressione (o, per usare un termine più consono, una rapina)! Ma tutto ciò che fa, nella realtà, sarebbe legale?
La legittima difesa è un istituto complesso. La sua applicazione negli Stati Uniti d’America fa parte di un dibattito molto più ampio e importante. Ci riferiamo chiaramente all’estrema facilità con cui i cittadini statunitensi possono reperire, detenere e utilizzare un’arma.
Procediamo con ordine e, innanzitutto, cerchiamo di aver chiaro il principio generale, prima di addentrarci in spiegazioni un po’ più tecniche. Partiamo provando a capire come funziona la legittima difesa in Italia.
L’articolo
La legittima difesa, disciplinata dall’art. 52 del nostro codice penale, è una scriminante, ossia una causa di esclusione della punibilità. In sintesi, le scriminanti rendono lecito un atto che altrimenti potrebbe essere ritenuto reato. Andiamo a leggere la norma più nel dettaglio.
Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.
Nei casi previsti dall’articolo 614, [n.d.r.: quello relativo alla violazione di domicilio] primo e secondo comma, sussiste sempre il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
- a) la propria o la altrui incolumità:
- b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. […]
Riassumendo: chi subisce o vede subire un’offesa ingiusta (aggressione, furto, minaccia, ecc.) e si difende non è punibile dalla legge, purché vi sia proporzione tra azione e reazione. Come si traduce nella vita quotidiana questo principio? Facciamo un esempio banale.
Mentre state facendo una passeggiata, un tizio vi afferra per il braccio e cerca di strattonarvi. Se reagite ferendolo con un’arma o provocandogli delle lesioni, potreste essere perseguiti penalmente. Disclaimer: entrerebbero comunque in gioco molte altre variabili. L’esempio è estremo unicamente per cercare di farvi avere più familiarità con la norma.
L’articolo menziona inoltre, nella seconda parte, l’art. 614 c.p. del codice penale italiano, che disciplina, come si è scritto, il reato di violazione di domicilio. Viene spiegato che il principio di proporzione permane quando il proprietario dell’abitazione usa un’arma – purché legittimamente detenuta – per difendere la propria incolumità o quella di chi gli sta vicino e/o i propri beni.
Questo, di base, è ciò che fa Paperone nelle storie: si difende e difende il proprio patrimonio. L’unico problema sussisterebbe quindi nella proporzionalità tra reazione e aggressione. Ci arriveremo fra poco.
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Paperone e la “legittima difesa domiciliare”
Il presupposto per parlare di “legittima difesa domiciliare“, come abbiamo visto nel precedente articolo, è ovviamente la violazione di domicilio (ai sensi dell’art. 614 c.p.).
Inoltre, è necessario che chi si difende (o le persone che egli vuole proteggere) si trovi legittimamente all’interno dei luoghi violati. Qui ci riferiamo chiaramente a Paperone, che risiede legittimamente nel Deposito in quanto suo proprietario. Ma non è tutto qui. Chiunque si trovi nel luogo violato (ossia dentro al Deposito), purché con il consenso del proprietario, può essere difeso legittimamente da quest’ultimo. Pensiamo per esempio a Battista, che assiste il suo amato principale, o a uno dei nipoti, molto spesso impegnati a fare fronte comune per difendere il deposito dai Bassotti.
Un altro elemento necessario è la legittima detenzione dell’arma o “di ogni altro mezzo idoneo” (ad es. la forza fisica). In altri termini, se chi si difende utilizza armi da fuoco o simili, in Italia è necessario che dimostri di averne il permesso (il celebre “porto d’armi”).
Tutti questi elementi sono presenti nelle storie Disney. C’è però un’ultima, rilevantissima osservazione da fare: Paperone talvolta eccede quella che viene intesa come proporzione tra reazione e offesa.
Per aver ben chiaro il meccanismo, tuttavia, occorre fare un ulteriore passaggio: fin qui si è fatto riferimento alla normativa italiana, ma i Paperi vivono nello stato (fittizio) del Calisota, negli USA.
Come funziona la legittima difesa negli Stati Uniti d’America?
«Fox News era stato il canale di notizie via cavo più seguito, Hunger Games: la ragazza di fuoco aveva realizzato il record di incassi al botteghino e la partita universitaria di football tra Baylor e Oklahoma State aveva registrato il picco di ascolti in Tv. Insomma, un giorno come un altro negli Stati Uniti e, come di consueto in un normalissimo sabato americano, dieci bambini e adolescenti venivano uccisi da un’arma da fuoco».
Gary Younge, “Un altro giorno di morte in America. 24 ore, 10 proiettili, 10 ragazzi” – cit. in Legittima difesa: una legge per un Paese più pericoloso di Riccardo di Vito
Questa citazione deve farci comprendere da subito la delicatezza dell’argomento. Come accennato, legittima difesa e detenzione delle armi vanno di pari passo anche in America. Il problema, però – e si tratta in America di un problema sociale profondo – è che detenere un’arma è molto più semplice lì che in Italia. In ben 38 Stati, per esempio nel Texas, non si può neanche calpestare il prato del vicino senza rischiare di ricevere legalmente una pallottola di avvertimento. Questo perché qui vige una normativa del tipo stand-your-ground (lett. “difendi il tuo territorio”).
In Wisconsin, ad esempio, la legge recita testualmente che agisce in legittima difesa – e quindi non può essere condannato:
“chi usa una forza letale, se crede ragionevolmente che quella forza sia necessaria per prevenire una morte imminente o un grave danno all’integrità fisica”.
Elisabetta Grande, Vigilantes armati e legittima difesa negli Stati Uniti: lezioni dall’assoluzione di Kyle Rittenhouse
La percezione del pericolo imminente è estremamente soggettiva. Ciò significa che la valutazione sulla legittima difesa – negli USA – prescinde da circostanze fattuali e oggettive.
Ciò è stato stabilito dalla cd. “Castle doctrine”, recepita dalla maggior parte degli Stati, che prevede dei precisi requisiti per invocare la legittima difesa:
“il luogo in cui sia lecito difendersi è di regola la casa; chi intende difendersi deve occuparla in modo lecito; l’aggressione deve essere illecita; chi intende difendersi deve aver tentato una ritirata o una reazione non mortale, salvo che questo non risulti inattuabile o troppo rischioso; l’entità dell’offesa deve essere tale da far credere in modo ragionevole che l’aggressore intenda infliggere la morte o gravi lesioni a chi si trova in casa; chi si difende non deve aver precedentemente dato causa all’aggressione”.
Come applicano la legittima difesa Gran Bretagna e Usa, Luca Martino
In sintesi, se lo scopo è difendere se stessi e la propria vita, la reazione a un’aggressione può sfociare nell’omicidio. Certo, bisognerà pur sempre convincere una giuria che non si aveva altra scelta e di essersi trovati in pericolo di vita.
Veniamo però al fumetto Disney. Facciamo degli esempi concreti e cerchiamo di comprendere se i metodi di difesa ben poco ortodossi di Paperone gliela farebbero passare liscia. Tendenzialmente, la risposta sembrerebbe affermativa.
La legittima difesa sulle pagine di Topolino
Gli assalti alla Collina Ammazzamotori, di norma, si svolgono secondo una sequenza predefinita: i Bassotti violano il Deposito e aggrediscono Paperone. Paperone si difende con le unghie e con i denti e li cattura. I Bassotti finiscono così in prigione. Nel mondo reale, Paperone subirebbe delle conseguenze? Tendenzialmente, no!
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Ciò anche alla luce di quanto sostiene la normativa in materia. Andiamo a vedere nel dettaglio perché, prendendo spunto da alcune storie vecchie e nuove.
1. Bassotti contro Deposito (The Beagle Boys vs The Money Bin)
Bassotti contro Deposito è una storia del 2001, sceneggiata e disegnata da Don Rosa e pubblicata per la prima volta in Italia su Super Disney 24 – Barks’ Friends.
La trama è molto semplice. Dopo aver fatto visita al Nonno in prigione, la Banda Bassotti viene a sapere di un modo per infiltrarsi nel Deposito, bypassando le trappole della Collina Ammazzamotori e accedendo al suo interno, dopo aver recuperato la planimetria.
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L’aspetto più interessante è che i Bassotti riescono effettivamente a intrufolarsi dentro il Deposito, commettendo quindi un’effrazione e una violazione di domicilio.
Il problema è che il Deposito è esso stesso una trappola. Per questo, nonostante l’assenza di Paperone, vengono intrappolati al suo interno uno dopo l’altro con una serie di gag irresistibili, per essere liberati solo dall’arrivo della polizia.
In questo caso, la difesa è applicata in maniera legittima. Infatti, in primo luogo, le trappole azionate nel Deposito non sono letali, ma servono solo per bloccare gli assalitori che, difatti, compiono un’aggressione.
In secondo luogo, sussiste un’assoluta proporzione tra offesa e reazione – sebbene nel diritto americano, a differenza di quanto avviene in Italia, questo requisito non sia indispensabile ai fini della legittima difesa.
Tuttavia, ci sono stati casi in cui Paperone ha reagito in maniera molto più violenta.
2. Zio Paperone e la corazzata Deposito
Zio Paperone e la corazzata Deposito è una storia di Giorgio Pezzin e Valerio Held, pubblicata su Topolino n. 1781 del 14 gennaio 1990.
Nella storia Paperone decide di sostituire il Deposito con la Brisbark, una famosa corazzata affondata durante la guerra, al fine di farne un monumento e lucrarci sopra, dato che i turisti in estate scarseggiano. Tutto ciò, ovviamente, trascinando la nave sulla terraferma. I Bassotti decidono di approfittarne per tentare la rapina del secolo.
La Banda attua così uno stratagemma, consistente nel far esplodere il terreno di supporto sotto alla nave corazzata e prendere il largo con essa.
Tutto ciò dopo aver depistato Paperone e averlo convinto che ben lontano da lì si sarebbe tenuto un banchetto luculliano – e gratis! – in suo onore.
Inizia pertanto un inseguimento via mare tra Paperone (con il nipotame) e i Bassotti. Inizialmente questi ultimi riescono a prendere il sopravvento, approfittando dei sistemi di allarme di cui è dotata la nave.
Paperone però non è uno che si dà per vinto, e rende pan per focaccia ai nemici. Dopo averli costretti con bombe lacrimogene ad abbandonare la nave, una volta in acqua prima li aggredisce e poi li cattura.
Vediamo nel dettaglio se sussistono tutti i requisiti per parlare di legittima difesa:
- il luogo in cui sia lecito difendersi è di regola la casa: in questo caso, la “casa” tecnicamente è stata sottratta a Paperone e lui sta inseguendo i Bassotti, probabilmente per rivendicare il Deposito in maniera non proprio gentile e indolore;
- chi intende difendersi deve occupare la casa in modo lecito: la situazione qui è scivolosa. Paperone non sta occupando la casa, in teoria, ma solo perché gliel’hanno portata via;
- l’aggressione deve essere illecita: su questo aspetto, come in tutte le storie, non si può recriminare nulla a Paperone (agisce sempre in difesa);
- chi intende difendersi deve aver tentato una ritirata o una reazione non mortale, salvo che questo non risulti inattuabile o troppo rischioso: questa condizione può essere applicata anche nel caso di inseguimento in mare aperto, seppur in maniera piuttosto forzata. Infatti, Paperone non ha potuto vagliare alcuna alternativa. Ha subito un furto – seppur sui generis – anziché il solito tentativo di rapina – e per questo non compie la ritirata, ma insegue i ladri;
- l’entità dell’offesa deve essere tale da far credere in modo ragionevole che l’aggressore intenda infliggere la morte o gravi lesioni a chi si trova in casa: in questo caso i primi a sferrare un colpo che, sebbene non mortale, avrebbe potuto portare a ben più gravi conseguenze, sono stati proprio i Bassotti;
- chi si difende non deve aver precedentemente dato causa all’aggressione: ebbene, questa condizione non sarebbe sussistita e la difesa non sarebbe stata legittima se Paperone avesse attaccato per primo i Bassotti. Tuttavia, questi ultimi, accortisi che lo Zione era alle loro calcagna, hanno preferito giocare d’anticipo.
Certo, Paperone aggredisce i Bassotti in maniera piuttosto violenta. Questo, che in Italia potrebbe essere ritenuto “un abuso di un diritto“, negli Stati Uniti potrebbe tranquillamente rientrare nell’azione a tutela del proprio patrimonio.
La storia menzionata racconta comunque una vicenda un po’ al limite. Forse Paperone non riuscirebbe a farsi dare pienamente ragione davanti alla giuria, ma è pur vero che qui siamo di fronte all’eccezione più che alla norma. Andiamo ad analizzare cosa succede nella quotidianità del papero più ricco del mondo.
3. Zio Paperone e la difesa da un milione
La storia in esame è stata pubblicata su Topolino n. 1908, sceneggiata da Nino Russo con i disegni di COMICUP.
In questa storia, Paperone è esausto perché passa notti insonni a causa dei turni di sorveglianza che è costretto a fare al Deposito (per prevenire gli attacchi dei Bassotti, chiaramente).
Per sua fortuna, a un certo punto i Bassotti decidono di desistere dagli attacchi a Paperone e attaccare gli altri miliardari paperopolesi.
I miliardari decidono però di reagire alle rapine della Banda e iniziano a chiedere consiglio proprio a Paperone. I Bassotti iniziano quindi a trovarsi di fronte una schiera di potenziali vittime, che sono però armate di tutto punto con i sistemi di difesa che Paperone ha fornito loro.
Disperati, i Bassotti provano a fare ritorno all’amato Deposito, il quale è sprovvisto delle difese tecnologiche, vendute ai colleghi ricconi.
Commettono però un errore: mai sottovalutare una persona che ha vissuto in condizioni disperate nel Klondike. Con mezzi più ortodossi delle solite trappole – e molto meno violenti, quasi fosse un Kevin McCallister 2.0 – Paperone si ingegna per neutralizzare e catturare i Bassotti.
I metodi di difesa in questo caso sono tutti ortodossi: sono lievemente pericolosi, ma non letali. Paperone è libero di inserire delle trappole nella propria abitazione, così come gli altri miliardari.
Se seguiamo i requisiti della legittima difesa americana (certo molto più “larghi” dei nostri), vediamo che Paperone agisce sempre nei limiti, seppure al confine della “legalità”.
Conclusione
In conclusione, quanto fatto da Paperone per difendere il proprio patrimonio e la propria incolumità è legittimo. Le armi non sono caricate a piombo e tutte le misure impiegate non sono strutturate per creare danni ma per proteggersi.
Come accennato in precedenza, si può parlare in questo caso di Castle doctrine. Paperone si comporta come re del proprio maniero, che si erge imponente a Paperopoli. Per questo gli Stati Uniti gli riconoscono il diritto di proteggerlo, in conformità con quelli che oltreoceano sono ritenuti diritti fondamentali: la difesa della proprietà e il diritto a detenere un’arma.
Lidia Brancia
Immagini © Disney – Panini Comics
Fonti:
- Manuale di Diritto Penale, Nel Diritto Editore, 2019.
- Legittima difesa: una legge per un Paese più pericoloso di Riccardo De Vito, Questione Giustizia
- Vigilantes armati e legittima difesa negli Stati Uniti: lezioni dall’assoluzione di Kyle Rittenhouse di Elisabetta Grandi, MicroMega
- Zio Paperone, un patrimonio di storie