Zio Paperone e il Grande Papero: 1984 raccontato da Topolino

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1992: su Topolino 1913 viene pubblicato Zio Paperone e il Grande Papero, parodia del celebre romanzo distopico di George Orwell 1984. I personaggi dell’universo dei Paperi si ritrovano catapultati in una versione edulcorata dell’opera orwelliana, dove a rivestire i panni del Grande Fratello è nientemeno che Paperone. Ma quali sono i punti in comune tra l’opera originale e la sua parodia Disney? Scopriamoli insieme.

Disclaimer: per la realizzazione dell’articolo è stato fatto affidamento alla versione Mondadori del romanzo. Inoltre, saranno inevitabilmente presenti degli spoiler, sia di 1984 che di Zio Paperone e il Grande Papero.

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Come nasce 1984?

1984, pubblicato nel 1948, è senz’altro il più famoso esemplare del filone ispirato dalle spettrali inquietudini che le due guerre e l’olocausto atomico avevano evocato. […] (1984) è la parabola apocalittica delle grandi paure orwelliane – il totalitarismo, la falsificazione e la perdita della memoria storica indotta dai mezzi di informazione, la corruzione del linguaggio, l’annullamento individuale – convogliate nella raggelante descrizione di una società del futuro contro cui combatte, ancora una volta, l’ultimo eroe.

Tratto dalla prefazione di 1984, edizione Mondadori

Queste parole forse riassumono al meglio il contenuto e le tematiche del romanzo. Dopotutto 1984 è il frutto di una lunga serie di esperienze personali e di considerazioni politiche maturate dal suo autore, George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, nato a Motihari, in India, nel 1903, e figlio di un funzionario dell’Impero Britannico responsabile della lotta al contrabbando di oppio.

Foto tessera di Orwell durante il servizio prestato in Birmania

Provato da alcune esperienze di vita, come gli studi alle Università del Sussex e di Eton e l’arruolamento nella Polizia imperiale britannica di stanza in quello che oggi è il Myanmar, Orwell iniziò a scrivere alcune opere per dare voce alle sue considerazioni personali, che prevedono anche il disprezzo verso ogni forma di prevaricazione (che fosse l’autoritarismo di alcuni suoi docenti o degli ufficiali delle forze dell’ordine). Conciliò l’attività di scrittore con altri impieghi, tra cui quello di giornalista, realizzando diversi reportage sulle condizioni di vita delle classi operaie inglesi.

Nel 1936 si offrì volontario nella guerra civile spagnola combattendo contro le forze franchiste. Fu proprio il comportamento delle milizie inviate da Stalin a supporto dei Repubblicani (a suo dire più impegnate nella affermazione della propria influenza che nella vittoria della guerra), che lo indusse a denunciarne i comportamenti in Omaggio alla Catalogna (1938). La critica alle politiche staliniste trovò poi il suo apogeo in La fattoria degli animali (1945), metafora di regimi e, in particolare, di quello sovietico, accusato di essersi allontanato dalle aspirazioni originarie del comunismo.

Fu di fronte all’evolversi della geografia politica tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’immediato periodo post-bellico che Orwell realizzò il suo secondo capolavoro, 1984. Il titolo deriva dalla scelta dell’autore di invertire le ultime due cifre dell’anno in cui venne pubblicato il libro, appunto il 1948. Il libro racconta di un futuro dove nel 1984 le società, a seguito di un conflitto atomico, sono governate da regimi dittatoriali che adottano il pugno di ferro per mantenere il potere sulla popolazione.

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Orwell in una dei suoi tanti interventi alla BBC

Ancora oggi il libro fornisce un’interessante chiave di lettura delle moderne dittature. Partendo dalla sue personali considerazioni e dalle sue esperienze personali, Orwell intende mettere in guardia le future generazioni dei pericoli rappresentati dai regimi dittatoriali. Il romanzo si fa quindi veicolo di quelle che sono le più grandi paure orwelliane, quali la propaganda invasiva, il peso dei mass media, la falsificazione storica e il soffocamento dell’individualità.

L’opera originale: il mondo di 1984

1984 è ambientato in un ipotetico futuro dove il mondo è conteso da tre super-Stati sorti dopo un misterioso conflitto atomico. Uno di essi, l’Oceania, è governata dal Partito, rappresentato dal Grande Fratello (in originale “Big Brother“, cioè “fratello maggiore”), un misterioso personaggio che nessuno ha mai visto di persona.

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Viene raffigurato su alcuni manifesti propagandistici e viene descritto con dei lineamenti rudi e soprattutto dei baffi neri, probabilmente ispirati a due dei più famosi dittatori del XX secolo, ossia Adolf Hitler e Josif Stalin. Si sa solo che si tratta di un’autorità onnipresente che tiene sotto controllo la popolazione attraverso i “teleschermi” e l’ausilio della Psicopolizia (tought police), un organo paramilitare che adopera la violenza per mantenere l’ordine pubblico.

Il Grande Fratello come compare nel film di Orwell 1984

Le vicende sono ambientate in una cupa Londra e hanno per protagonista Winston Smith, un impiegato che lavora presso il Ministero della Verità (l’equivalente dei ministeri per la propaganda delle reali dittature, che ha sede in una piramide di cemento di cento gradoni), in cui ricopre il ruolo di “rettificatore“: corregge le copie del Times precedenti all’instaurazione del governo autoritario per renderle conformi alle storture storiche propugnate dal Grande Fratello.

L’uomo ha alle spalle un oscuro passato di cui conserva dei frammentari ricordi e conduce un’esistenza disagiata e povera di affetti sociali e materiali. Per questo scrive in gran segreto un diario dove dà libero sfogo alle sue sensazioni e all’odio che cova nei confronti del Grande Fratello e della sua dottrina del Socing (Socialismo inglese), di cui vengono accennati i cosiddetti piani triennali, un probabile riferimento ai piani quinquennali di Stalin che poi sarebbero stati adottati, sotto altri nomi, anche da Mao.

Quando ne ha l’occasione, Winston Smith conduce anche delle indagini sul “vero” passato in modo da poter smascherare la rete di bugie del governo oceanico e dare un senso alla sua vita. Per questo il protagonista inizia ad acquistare in un antiquario oggetti considerati antichi (in particolare un taccuino) o a fare domande più o meno dirette alle persone vissute prima dell’ascesa del Grande Fratello.

Winston Smith interpretato da John Hurt nel film di Orwell 1984

Durante la sua ricerca Winston farà la conoscenza di Julia, con cui intreccerà una relazione amorosa e clandestina. Il Governo, infatti, impedisce le relazioni amorose se non finalizzate alla procreazione. Inoltre, entrambi sono accomunati dall’odio nei confronti del Grande Fratello e dal sogno di poter vivere liberi dal serrato controllo del regime. I loro incontri segreti avvengono nelle aree prive di teleschermi (assai ardue da trovare, giacché le telecamere controllano anche gli interni delle abitazioni).

I due amanti sono ben consci di ritrovarsi in una posizione pericolosa. Agli occhi del Grande Fratello la loro relazione e i loro ideali li rendono colpevoli di “psicoreato“, ossia un reato che viola i principi del Socing. E il Partito non può permettere che due esseri che giudica insignificanti possano sfuggire al suo controllo.

L’eredità di 1984

A distanza di molti anni dalla sua pubblicazione, il romanzo ancora oggi esercita un enorme impatto sull’opinione pubblica e sulla critica. Il capolavoro orwelliano è anche la principale fonte di ispirazione per altre opere di successo. Ad esempio, pare che Alan Moore e David Floyd si siano ispirati a 1984 per la miniserie V per Vendetta. Come nel romanzo originale, la graphic novel è ambientata nella Londra del futuro governata con dispotismo dal partito Norsefire che sfrutta la paura e l’odio per avere il pieno controllo sulla popolazione.

Anche le fasi iniziali del celebre videogioco Half-Life 2 contengono numerosi rimandi al capolavoro orwelliano. I cittadini di City-17 indossano delle tute azzurre (simili a quelle dei cittadini di Oceania) e sono sottoposti a una violenta oppressione da parte della Protezione Civile. Nella città-prigione, inoltre, sono presenti telecamere e megaschermi che ricordano molto i celebri teleschermi usati dal Grande Fratello.

Il Grande Papero(ne) vi osserva

Non deve meravigliare quindi che su Topolino la Disney abbia pubblicato una propria versione di 1984, Zio Paperone e il Grande Papero, parodia scritta da Nino Russo e disegnata da Corrado Mastantuono che riprende alcuni elementi del capolavoro di Orwell, riadattandoli secondo la formula fumettistica disneyana.

Pagina iniziale di Zio Paperone e il Grande Papero

La storia si apre al deposito con Paperone che sorprende i suoi dipendenti (tra cui Paperino) intenti ad andarsene due minuti in anticipo dal lavoro. Constatando anche lo spreco di carta straccia, il miliardario decide di indire una riunione straordinaria a cui gli impiegati sono obbligati a partecipare.

Il giorno dell’assemblea, Paperone comunica ai suoi dipendenti che saranno ridotti i loro diritti, mentre aumenteranno i loro doveri. Inoltre punirà gli sprechi degli impiegati detraendoli dai loro stipendi. Infine il miliardario ha dichiarato che li osserverà costantemente tappezzando gli uffici con delle immagini che recano il suo volto.

1984 Topolino
Lo sguardo malevolo del manifesto di Paperone riprende quello del Grande Fratello

I nipotini, avendo assistito all’assemblea, non approvano i metodi dello zio, paragonandolo al Grande Fratello di Orwell. Nonostante le critiche, Paperone rimane fermo sulle sue posizioni e per questo riceve dai suoi nipoti il libro 1984 affinché lo legga e possa trarne qualche lezione.

1984 Topolino

Da questo punto di vista, emerge una differenza nel ruolo dei minori tra l’opera orwelliana e quella disneyana: in 1984 alcuni bambini sono spinti a diventare spie per il regime, segnalando i comportamenti non tollerabili dei propri genitori, mentre in Zio Paperone e il Grande Papero Qui, Quo e Qua sembrano rappresentare la voce della ragione, che redarguisce il vecchio zio. Pur rimanendo sempre sicuro di sé stesso, Paperone alla fine decide di leggere il romanzo, finendo con l’addormentarsi e sognare di essere il “Grande Papero”.

1984 Topolino
Entra in scena il Grande Papero

Benvenuti nel 2084

Da queste premesse ha così inizio la nostra storia, e già all’inizio è possibile intravedere alcune differenze e analogie tra la parodia e il romanzo originale.

Nel libro il mondo è conteso dai super-Stati dell’Oceania, Eurasia e dell’Estasia, impegnati in una guerra per contendersi i pochi territori neutrali. Le vicende sono ambientate nel 1984, anche se nel libro Orwell sembra lasciar trasparire alcuni dubbi sulla data. Nella versione Disney di 1984, la storia prende piede nel regno di Paperonia del 2084, parodia dell’Oceania del romanzo, in cui Paperone (il Grande Papero) è a capo di un vasto impero economico, in forte competizione con quello di Rockerdukius, parodia (che però non appare mai in carne e ossa) di Rockerduck e che sembra essere la rappresentazione della altre potenze del romanzo.

1984 Topolino
Il mondo di Paperonia

Nel libro, poi, non è chiaro se il Grande Fratello esista davvero o se si tratti di un concetto creato dal Partito. Orwell lo descrive come “un volto sui manifesti, una voce che viene dal teleschermo […] il modo in cui il Partito sceglie di mostrarsi al mondo“. A differenza di quanto avviene in 1984, invece, Paperone immagina di essere lui stesso il Grande Papero che interagisce direttamente con i cittadini tramite pubbliche apparizioni, in maniera più simile a quanto avvenuto coi veri totalitarismi del secolo scorso.

1984 Topolino
Il Grande Papero tiene il suo discorso propagandistico

I due leader differiscono soprattutto per le loro finalità. Lo scopo ultimo del Grande Fratello, seppur l’Oceania sia impegnata in guerre con le altre potenze per il controllo dell’Africa, è quello di ottenere il potere definitivo e assoluto canalizzando i sentimenti dell’odio e della paura della popolazione verso l’obbedienza cieca. A differenza dell’antagonista di 1984, invece, il Grande Papero, invece, vuole piegare il suo rivale Rockerdukius in modo da estendere il suo impero economico su tutta Paperonia e, successivamente, sugli altri pianeti.

1984 Topolino

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Le divergenze, infine, si riscontrano anche negli apparati governativi. Il Grande Papero, infatti, sfrutta un apparato statale ben più semplice di quello di 1984: si affida all’infido consigliere Gobble (il cui nome è un probabile richiamo al ministro della propaganda del Terzo Reich Joseph Goebbels) che ha l’incarico di applicare le leggi e di preparare i discorsi. Il braccio violento della legge è rappresentato da uno speciale corpo di polizia che, con l’ausilio di particolari droni ante litteram detti occhi ipnotici, ha il compito di prevenire l’assenteismo sul lavoro.

Al contrario di quanto avviene ne Il Grande Papero, in 1984 il Grande Fratello si avvale di quattro ministeri per esercitare il suo controllo sulla popolazione dell’Oceania. Il Ministero della Verità si occupa dell’informazione, quello dell’Abbondanza degli affari economici, mentre quello della Pace si occupa della guerra. Il più temuto di tutti è il Ministero dell’Amore che gestisce l’ordine pubblico e la legge con la Psicopolizia, e si occupa di reprimere qualunque forma di pensiero autonomo in contrasto con la linea imposta dal Partito.

Ordini e gerarchie sociali

Orwell immagina che la società oceanica sia suddivisa in tre distinte strutture. Al vertice si ritrova il Partito Interno, i cui membri detengono il potere assoluto e si distinguono per le loro divise nere, altro probabile riferimento alle dittature nazionaliste. Al di sotto vi è il Partito Esterno (di cui fa parte Winston Smith), costituito da coloro che svolgono diverse funzioni a seconda delle esigenze del governo. I suoi membri indossano delle tute da operaio azzurre e sono sempre sottoposte a un rigido controllo da parte del Partito Interno.

Infine, alla base della piramide si osservano i prolet, ossia la massa operaia (per l’appunto, i proletari) che costituisce la principale forza lavoro di Oceania. Il loro unico scopo è quello di procreare e svolgere i lavori più pesanti.

Dal canto suo, Paperonia presenta un’organizzazione che ricorda molto quelle delle piramidi aziendali. Al vertice ci sono il Grande Papero e i suoi collaboratori che detengono la leadership assoluta. Alle loro dirette dipendenze c’è anche qui, come accennato, il corpo di polizia, che però ha il compito di prevenire l’assenteismo, oltre che di mantenere l’ordine pubblico.

La maggior parte della popolazione di Paperonia è rappresentata dagli operai, costretti a lavorare diciotto ore al giorno (“compreso il sabato”) e a consumare esclusivamente i prodotti del Grande Papero. L’unico diritto concesso è la gita domenicale, durante la quale i lavoratori possono riposarsi e consumare il dolce vero, l’unica forma di cibo “naturale” concessa alla classe operaia.

La tessera per ottenere dei beni sembra richiamare una prassi tipica di alcune ex dittature dell’Est Europa

Ovviamente il riposo domenicale è solo un mero pretesto governativo con cui mantenere la calma e assicurarsi che il popolo recuperi le forze per iniziare una nuova settimana lavorativa.

La neolingua

Nell’immaginario di 1984 i cittadini di Oceania comunicano attraverso un particolare idioma noto come “neolingua”, espediente spesso utilizzato in altri romanzi ambientati nel futuro, come Arancia Meccanica di Anthony Burgess, del 1962, in cui i personaggi usano la lingua nadsat.

Lo scopo di questa neolingua non è quella di fornire un nuovo mezzo di espressione, ma quello di eliminare il pensiero critico. Il Partito, infatti, è convinto che attraverso la riduzione delle parole si ottenga l’effetto di limitare la possibilità di formulare un pensiero alternativo, e quindi di conformare il popolo alle proprie dottrine.

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Sai che bontà

A differenza di 1984, in Zio Paperone e il Grande Papero, per ovvie ragioni editoriali e di comprensibilità, i cittadini di Paperonia comunicano con la lingua standard. C’è, tuttavia, la possibilità di trovare alcune espressioni che rimandano alla neolingua. Molte di queste vengono utilizzate per indicare il cibo sintetico consumato dai paperi (pseudosugo, biopiselli, plastopane). Nel corso della storia si vede anche Paperina interagire con Paperino tramite uno strumento definito “specchiovisore, un chiaro riferimento ai teleschermi del Grande Fratello.

Il “bipensiero” secondo il Grande Papero

Quello del bipensiero è forse uno dei concetti più affascinanti e intriganti di 1984. L’espressione è stata coniata da Orwell con la quale intende la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe. Si tratta di una forma di inganno consapevole utilizzato dal Partito per esercitare il suo ascendente su tutta l’Oceania. Questo curioso espediente logico viene anche espresso nei tre celebri paradossi che fungono da slogan del Grande Fratello.

“LA GUERRA È PACE

LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ

L’IGNORANZA È FORZA”

Slogan della propaganda del Grande Fratello

La logica del bipensiero presenta diverse sfaccettature, ma viene principalmente impiegata in una costante politica di riscrittura della storia. Il Partito si serve della falsificazione della memoria storica per salvaguardare la sua infallibilità e di piegare il popolo al suo volere. Senza alcun modello di riferimento, i cittadini accettano le loro precarie condizioni, autoconvincendosi, anzi, di condurre uno stile di vita persino migliore di quello dei loro avi e di qualunque potenza straniera. A tal proposito, un altro slogan del Partito recita:

“CHI CONTROLLA IL PASSATO, CONTROLLA IL FUTURO. CHI CONTROLLA IL PRESENTE, CONTROLLA IL PASSATO”

Winston Smith negli uffici del Ministero della Verità, mentre modifica alcuni documenti sotto l’occhio vigile del Grande Fratello

I celebri “due minuti di odio” potrebbero costituire un valido esempio del sistema del bipensiero. Si tratta di un rito collettivo dove i cittadini alle 11:00 sospendono le loro attività e si riuniscono di fronte a dei teleschermi che trasmettono scene propagandistiche e di guerra. Il popolo deve anche inveire violentemente contro il volto di Emmanuel Goldstein, ex fondatore del Partito e nemico per antonomasia del Grande Fratello, in cui alcuni individuano la figura di Lev Trotsky, dirigente del comunismo sovietico assai critico nei confronti di Stalin e che poi fu assassinato su suo ordine.

Nel libro Orwell lascia intendere che la figura di Emmanuel Goldstein potrebbe essere un falso storico inventato dal Partito per mantenere il controllo sulla popolazione. Da questo punto di vista, l’autore sembra voler criticare i regimi che si servono di capri espiatori per giustificare la loro esistenza o accusarli di crimini commessi dagli stessi governanti.

I Due Minuti di Odio

Anche il Grande Papero, in maniera più o meno simile rispetto a quanto avviene in 1984, manovra il pensiero comune per gestire il suo impero economico. Attraverso un’abile campagna propagandistica, Paperone si presenta come un benefattore che sta lottando per un mondo dove tutti godranno di pace e benessere. In quella che sembra essere una grossa difformità rispetto al Paperone originario, simbolo positivo del capitalismo, il Paperone dell’opera afferma di voler ambire ad abolire la legge di mercato, al fine di impedire gli scontri di classe. In realtà il Grande Papero intende assorbire gli affari del rivale Rockerdukius in modo da porre le basi di un dominio da estendere sugli altri pianeti.

La parodia lascia anche intendere che il Grande Papero abbia oscurato la storia per raggiungere i suoi scopi. Paperinius è uno dei pochi a ricordare che un tempo i loro avi (ovvero coloro che hanno vissuto in quella che si potrebbe considerare la “nostra” epoca) conducevano uno stile di vita dignitoso, consumando cibi genuini, svolgendo attività di lavoro dagli orari flessibili e godendo di numerosi diritti.

I rapporti tra i funzionari e il popolo

Sia in 1984 che ne Il Grande Papero vigono delle severe e rigide norme che cercano di limitare quanto è più possibile i rapporti sociali. Naturalmente i due sistemi differiscono per i metodi e soprattutto per i loro obiettivi.

In 1984, come accennato, le relazioni amorose e i relativi rapporti fisici devono essere finalizzati unicamente alla procreazione, e quindi essere epurati dai sentimenti.

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Ne Il Grande Papero, invece, esiste un codice disciplinare che ricorda solo vagamente quello di 1984 e impone alle guardie il divieto di socializzare con i loro sottoposti. Probabilmente è stato realizzato con lo scopo di impedire che tra i cittadini e le milizie si instaurino dei sodalizi che portino all’insorgere di forme di assenteismo.

1984 Topolino
Le costrizioni del regime vengono paradossalmente viste come un gesto d’amore

Amori impossibili e pericolosi

L’amore impossibile è forse una delle poche tematiche che accomuna il romanzo 1984 con la parodia di Topolino. Nel secondo capitolo del libro Winston Smith inizia a intrattenere una relazione con Julia, membro di un ufficio ministeriale che verifica le condotte amorose. I due amanti trovano i loro omologhi in Paperinius e Paperina, anche se tra le due coppie c’è qualche differenza.

Nella parodia, l’operaio Paperinius ha una cotta per Paperina, ufficiale del corpo di polizia impegnata nella lotta contro gli assenteisti. Il loro rapporto è osteggiato non solo dai rigidi regolamenti che limitano i rapporti sociali, ma anche e soprattutto dal capitano Gastonius, innamorato della sua collega e che, come il personaggio dell’opera orgiinale O’Brien (doppiogiochista al soldo del regime che si finge membro della resistenza, nota come Confraternita) cerca di scovare e impedire la relazione tra i protagonisti. Siamo, quindi, di fronte al tradizionale quadretto a cui siamo abituati con i due cugini (anche se nella parodia non vi è alcun legame di parentela) che rivaleggiano tra loro per rientrare nelle grazie di Paperina.

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Topolino 1984

Sarà durante il pranzo domenicale che tra i due paperi sboccerà l’amore. Paperinius darà prova dei suoi sentimenti partecipando ai giochi aziendali, riuscendo a vincerli tutti. Grazie a questo “atto di patriottismo“, lo sfortunato papero riesce a garantirsi l’affetto del capitano, in barba al suo rivale Gastonius che sperava in una sua brutta figura. Da questo punto di vista, si può notare anche un riferimento alle dinamiche della serie di libri e film sul personaggio di Fantozzi (interpretato da Paperone in un’altra parodia): Paperinius ironizza su quanto Paperina sia umana; i giochi aziendali sono un obbligo ma anche un’occasione di rivalsa per i dipendenti; l’umile protagonista, inoltre, riesce a mettersi in mostra davanti alla sua fiamma, a scapito di un funzionario (Gastonius) di grado più alto.

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La storia tra Winston e Julia, invece, si rivela essere molto turbolenta. I due si conoscono in occasione del consueto rito dei “due minuti di odio“. Inizialmente Winston Smith rimane disgustato dalla profonda dedizione che apparentemente Julia mostra verso il Grande Fratello e la scambia per una spia della Psicopolizia. Addirittura il protagonista accarezza l’idea di ucciderla, se fosse stato necessario.

Ben presto Smith capirà di essersi fatto un opinione sbagliata sulla donna, ricevendo da questa un biglietto con su scritto Ti amo. Ha così inizio una tumultuosa relazione fatta di incontri clandestini nelle poche zone non controllate dal Grande Fratello. Un amore vissuto con un certo disagio dovuto non solo alla differenza di età, ma anche dalla paura di essere scoperti dalla Psicopolizia, per la quale anche il pensiero (e quindi l’intenzione) è un reato.

L’amore che si accende tra Winston Smith e Julia non si presenta come una semplice avventura con la quale due amanti danno libero sfogo alle loro frustrazioni. La loro è l’unione di due persone consapevoli dei biechi meccanismi che si celano dietro l’infallibilità del Partito e per questo tentano di costruirsi un piccolo spazio di quell’umanità negata dal Governo. Insomma, la loro relazione è un vero atto politico con la quale i due ribelli si oppongono ai voleri imposti dal Partito.

Julia e Winston Smith

In questa loro ribellione, Winston e Julia riceveranno, come già accennato, anche l’apparente supporto di O’Brien, membro di spicco del Partito Interno. L’incontro con il funzionario rappresenta una svolta per i due amanti; in loro si accende una speranza di poter condurre, un giorno, una vita normale e dignitosa.

Il lieto fine

Naturalmente le due storie differiscono soprattutto nel loro finale (attenzione: spoiler).

Nella parodia di 1984, il Grande Papero è convinto di avere ormai la vittoria in pugno ed è deciso a prendere le decisive misure per superare in ricchezza il rivale Rockerdukius. Il consigliere Gobble gli suggerisce, quindi, di eliminare la dispendiosa torta domenicale, considerata una spesa superflua, e di sostituirla con le loro “sintotorte“. Il consiglio viene subito accettato dal tiranno, convinto anche che il popolo, ormai assuefatto a una vita di stenti e privazioni, non si sarebbe ribellato.

Il giorno dopo, il Grande Papero si presenta di persona al popolo dove annuncia la decisione di eliminare il dolce per garantire il trionfo della sua linea. Ma i lavoratori, guidati da Paperinius e con il sostegno di Paperina che ha disertato, decidono di ribellarsi di fronte all’ennesimo sopruso. La ribellione porta così al crollo della tirannia, a differenza di quanto si lasci trasparire in 1984, costringendo il Grande Papero alla fuga insieme al consigliere Gobble.

1984 Topolino
La fine del Grande Papero

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In 1984 Winston Smith e Julia vengono arrestati dalla Psicopolizia e condotti in prigione, a causa dell’intervento di O’Brien, che quindi rivela le sue vere intenzioni. Di conseguenza Smith viene sottoposto a un rigido programma di riabilitazione consistente in atroci supplizi fisici che gli conferiranno un aspetto scheletrico.

Il colpo di grazia avviene durante la terza fase della tortura, denominata “accettazione”. Smith viene condotto nella stanza 101 dove si trova “la cosa peggiore del mondo”, espressione con cui si indica una tortura psicologica basata sulla fobia dei prigionieri. Con la minaccia di far divorare il volto da due roditori chiusi in una gabbia a forma di maschera, Winston (che ha la fobia dei topi) alla fine cede. Non solo rinnega le sue idee, ma chiede persino che sia Julia stessa a essere torturata al posto suo. La paura, quindi, trionfa sulla speranza.

O’Brien assieme a un Winston Smith ridotto in malo modo a seguito delle torture

La “riabilitazione” ha così successo e Winston viene rimesso in libertà. Qualche tempo dopo incontrerà nuovamente Julia in un parco: i due amanti confesseranno di essersi accusati l’un l’altra e di aver quindi tradito la loro relazione. Un finale ambiguo e amaro vede Winston ammirare in uno squallido bar il ritratto del Grande Fratello, lasciando intendere che ha riacquistato la fiducia nel Partito e ha abbandonato il sogno di una vita libera e dignitosa.

Alzò lo sguardo verso quel volto enorme. Ci aveva messo quarant’anni per capire il sorriso che si celava dietro quei baffi neri. […] Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.

La fine di un incubo

Tornando al Grande Papero, o meglio, a Paperone che si risveglia dal sogno, il protagonista impara la lezione. Il miliardario, infatti, riconosce di aver esagerato nei riguardi dei suoi dipendenti. Temendo, quindi, una ribellione (con cui perderebbe gli unici impiegati disposti a lavorare con un salario basso), decide di porre rimedio ai suoi torti.

Così il giorno dopo, Paperone, durante i due minuti di pausa concessi (un vago riferimento ai due minuti dedicati all’odio verso Goldstein durante i turni lavorativi del romanzo originale), decide di apportare nuovi cambiamenti sul posto di lavoro. Con grande generosità, concede ai suoi lavoratori un aumento della pausa e della paga e prometterà che non ci sarà alcun controllo. Commossi, Paperino e i suoi colleghi festeggiano Paperone, definendolo un vero “grande papero”.

Il 2084 di Topolino e il 1984 di Orwell

In quanto parodia, la storia disneyana si contraddistingue per la sua tipica vena umoristica che stravolge molti degli elementi del romanzo originale. La storia ci regala, anzi, delle situazioni tipicamente “fantozziane” che mettono in risalto l’eccessivo servilismo della popolazione di Paperonia.

Nel romanzo 1984, a differenza di Zio Paperone e il Grande Papero, le atmosfere, invece, sono cupe e inquietanti, arricchite di particolari grotteschi, come i cosiddetti “due minuti di odio”. Il libro non solo offre il ritratto di una società totalizzante, ma narra anche la storia di un uomo comune che lotta in gran segreto per recuperare quella dignità e libertà negati.

Pur essendo ambientati in due mondi immaginari assai distanti, però, entrambe le storie mettono in guardia sul reale pericolo rappresentato dai regimi totalitari. 1984, in particolare, ci restituisce l’immagine di una dittatura moderna che trae la sua forza facendo leva sui mass media e sullo scarso senso critico degli individui e delle masse.

Dal canto suo, anche Paperone si presenta sin dalle prime pagine come un personaggio negativo e immorale. Come lui stesso dichiara, il suo è un impero economico che deve essere gestito facendo anche ricorso alle minacce per infondere paura. Anzi, il miliardario si identifica quasi come un condottiero che deve avere il pieno controllo di tutto, anche se questo significa calpestare i diritti e le libertà dei suoi dipendenti.

1984 Topolino

Come ogni grande parodia Disney, la storia del Grande Papero riesce nell’intento di mantenere inalterato il messaggio dell’autore di 1984, che redarguisce il lettore sulla possibilità che le dittature possano ripresentarsi anche in un lontano futuro. In tal senso, nella parodia il suddetto messaggio viene (letteralmente) portato alla luce anche da Qui, Quo e Qua, che intervengono direttamente per stroncare sul nascere i deliri del proprio zio, pronto anch’egli a imporre un sistema “dittatoriale“. Per evitare un simile calamità, è indispensabile che l’individuo tenga gli occhi aperti, e che conservi sempre la sua capacità di giudizio critico, onde evitare di piombare in un moderno 1984. O, perché no, un 2084.

Fai il test: Che lettore di fumetti Disney sei?

Antonio Ferraiuolo

Immagini © Disney, Panini Comics, Virgin Group, Nikol Verlagsges.mbH

Fonti:
1984, George Orwell, Arnoldo Mondadori Editore, 2021
V per Vendetta, il film distopico con Natalie Portman
I Classici della Letteratura 26 – Zio Paperone e… Il Vecchio e il Mare, Rizzoli-Corriere della Sera MediaGroup, 2006

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