Lightyear: difficoltà tra scarsi incassi e critiche al bacio omosessuale

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Un inizio in salita per il nuovo film della Pixar Lightyear, oggetto di critiche su diversi livelli. Il lungometraggio, ideato e diretto da Angus MacLane, nonché prodotto da Galyn Susman, è incentrato sulla storia di uno dei personaggi più amati del mondo Disney Pixar, ossia Buzz Lightyear. La trama ripercorre alcune avventure dello Space Ranger, mostrando cosa abbia ispirato la creazione del giocattolo apparso poi nel film Toy Story del 1995. Chiaramente il lungometraggio è stato visto, in particolare dai fan della saga, fin da subito come interessante, ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

Il prequel di Toy Story è uscito il 15 giugno, ma non sembra aver ottenuto, infatti, il successo sperato e atteso. Al botteghino al debutto ha incassato “solamente” 85,6 milioni di dollari, non riuscendo a rientrare nelle spese di produzione (il film è costato più di 200 milioni di dollari), ottenendo il peggior risultato della saga Toy Story. Mentre, dal punto di vista contenutistico, sono arrivati attacchi per la presenza di un bacio omosessuale tra due personaggi. Critiche che hanno portato, in alcuni paesi del mondo, alla messa al bando del film.

Difficoltà su più fronti, quindi, per un lungometraggio che aveva generato non solo attesa, ma anche tante aspettative. Ma quali sono le cause di tutte queste criticità?

Lightyear e lo scarso successo

Il guadagno un po’ deludente al botteghino di Lightyear ha portato a chiedersi come mai un film del genere non abbia raggiunto il successo sperato. La redazione di everyeye ha riportato un’ipotesi formulata da alcuni esperti del settore. Probabilmente il pubblico di questo particolare periodo storico si sta abituando molto alla visione dei contenuti in streaming. Questo avrebbe portato, quindi, a una minore frequentazione delle sale cinematografiche, con un conseguente incasso al di sotto delle aspettative.

Resta da vedere, però, se il film, quando verrà caricato su Disney+, otterrà lo stesso successo raggiunto da lungometraggi quali Encanto ed Eternals. Per ora, i risultati presenti su Google Trends sembrano confermare quest’ipotesi: pare proprio, infatti, che molti utenti abbiano inserito nel motore di ricerca la voce Lightyear streaming, mostrando quindi l’intenzione di visionare il film su piattaforma.

Data la situazione pandemica degli ultimi due anni, e conseguente implementazione delle diverse piattaforme quali Disney+, Netflix e Prime Video, come pubblico siamo ormai abituati a visionare molti contenuti direttamente da casa, fruendo di tutte le comodità dello streaming.

Anche per Lightyear si tratterà quindi di un successo online?

Lightyear

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Critiche al marketing

Anche la testata The Hollywood Reporter ha condotto un’indagine per capire le motivazioni dell’ inizio non proprio promettente di Lightyear. I giornalisti hanno intervistato, quindi, altri esponenti del settore cinematografico, i quali hanno fornito ulteriori ipotesi. La più frequente e accreditata tra le nuove riguarda il pubblico e le strategie di marketing.

Molti esperti sostengono, infatti, che a vedere Lightyear al cinema siano soprattutto i fan più sfegatati della saga di Toy Story e non le famiglie con bambini, come prospettato dalla Disney Pixar. La multinazionale “avrebbe sbagliato strategia di marketing“. Nel trailer e nelle anticipazioni di Lightyear, riportano gli esperti, non appaiono infatti quegli aspetti comici e divertenti che rendono appetibile un film. Sembrava, quindi, che il lungometraggio fosse rivolto ai fan nostalgici della saga di Toy Story e non a un pubblico più ampio.

Ma non ci sono solo problemi legati alle strategie di marketing…

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Lightyear e le critiche al “bacio”

Il film Lightyear ha sollevato diverse proteste, finendo nell’occhio del ciclone, per via di un bacio tra uno dei personaggi, la Space Ranger Alisha Hawthorne e la sua compagna.

Inizialmente la Disney Pixar, durante il processo creativo del lungometraggio, aveva deciso di cancellare la scena. Ma in seguito a diverse proteste, nonché a una lettera dei dipendenti LGBTQIA+ e non della Pixar, in cui accusavano l’amministrazione di “censurare la loro visibilità e le loro idee“, si era deciso di reintrodurre il bacio all’interno dell’arco narrativo. Il personaggio di Alisha è, peraltro, molto importante ai fini della storia, poiché l’amore per la sua compagna risulta d’ispirazione per Buzz in un particolare momento del film, come sostenuto anche da diversi membri del team di produzione.

Tuttavia, tale bacio ha suscitato numerose polemiche in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, dove la tensione era già molto elevata a causa della legge Don’t say gay, diversi esponenti del Partito Repubblicano hanno gridato allo scandalo. Sia politici sia civili hanno ritenuto la scena inappropriata e hanno protestato sui loro profili twitter usando in forma provocatoria lo slogan “Make Toy Story Great Again”, ispirandosi a quello del precedente presidente Donald Trump.

In quest’occasione, dura è stata la reazione di Chris Evans, doppiatore di Buzz nel film e forte sostenitore della comunità LGBTQIA+. L’attore non ha esitato a definire “idioti” coloro che si sono scagliati contro il bacio, sostenendo come scene del genere debbano entrare a far parte della quotidianità, senza sollevare tali polveroni. Evans si è detto, peraltro, onorato di veicolare un messaggio d’inclusività, dichiarando come i film debbano rappresentare l’unicità delle persone in ogni sua forma.

Ma non tutti sono dello stesso parere dell’attore…

Chris Evans

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E nel mondo?

Altri Paesi nel resto del mondo, circa 14, hanno deciso di bandire direttamente il film, in quanto considerato “non adeguato al loro codice culturale“. Tra questi stati vi sono Arabia Saudita, Egitto, Libano, Malesia, Indonesia, Bahrein, Kuwait, Qatar e Oman. Resta ancora incerta la presa di posizione della Cina, la quale non si è ancora espressa apertamente. In altri paesi come Singapore, invece, il governo ha deciso di vietare il film ai minori di 16 anni, mentre negli Emirati Arabi Uniti, lo Stato ha dichiarato in un tweet che il lungometraggio viola i valori dell’Islam, spiegando di fatto il motivo della messa al bando.

Lightyear e le critiche in Italia

Anche qua in Italia Lightyear ha suscitato forti critiche da parte di alcuni esponenti politici, quali Simone Pillon, e associazioni ONLUS come Pro Vita e Famiglia. Il senatore, già noto per la sua forte opposizione alla comunità LGBTQIA+, si è scagliato contro il film, accusando la Disney di “portare avanti l’indottrinamento Gender“. Pillon ha ribadito, peraltro, di voler boicottare i prodotti della multinazionale. Allo stesso modo si è espresso Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia, invitando le famiglie a disertare i cinema. Coghe ha diffuso, inoltre, una petizione per chiedere alla Disney di “terminare questo bombardamento ideologico“.

Chiaramente non è questo lo spazio, né il momento, per commentare una situazione così delicata. Tuttavia, l’autore dell’articolo ci tiene a manifestare la propria opinione alla luce di quanto avvenuto.

Il bacio presente nel lungometraggio altro non è che una delle numerose manifestazioni dell’amore, sentimento dalle molteplici sfumature. Da sempre la Disney e la Pixar celebrano e promuovono, in maniera variegata, l’unicità dell’individuo, nonché le diverse realtà presenti nel mondo e nella nostra società. Il fatto che Lightyear abbia ricevuto pesanti critiche per un messaggio d’amore, mostra tristemente come la strada verso l’inclusività e l’equità sociale sia ancora molto lunga e complessa. Perché in questo caso non si parla di “indottrinamento“, né di “bombardamento ideologico“, bensì si tratta di veicolare messaggi di unicità, di libertà, nonché di rispetto.

La speranza è che, in un futuro molto prossimo, certe polemiche sterili vengano meno, per poter lavorare in sinergia per un mondo più inclusivo ed equo.

Lightyear bacio

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Michael Anthony Fabbri

Fonti: gay.it, movieplayer, The Hollywood Reporter, today.it, dire.it, Luce.it

Immagini: © Disney, Pixar e aventi diritto

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