Quando i VIP scrivevano storie per Topolino

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Gli sceneggiatori su Topolino sono fondamentali. Dalla loro fantasia, dalla loro creatività nascono le storie che divoriamo ogni settimana, grazie alla sinergia operativa con gli altrettanto importanti disegnatori. Non tutte le storie che possiamo leggere sul settimanale, però, sono opera di questi professionisti della penna. Nel corso degli anni, infatti, moltissimi outsider hanno deciso di cimentarsi, dietro invito della redazione, come soggettisti, riscontrando un notevole successo. Si tratta di “celebrità”, personaggi italiani famosi per altri motivi, che scelgono di prestare le loro abilità a Paperi e Topi.

Vogliamo presentarvi una personalissima selezione delle migliori avventure ideate da personaggi famosi. Prima, però, dobbiamo necessariamente rispondere ad alcune domande: quando è iniziato questo sodalizio? E soprattutto chi fu, tra tutti i soggettisti “celebri”, il primo a mettere la sua firma sulle pagine di Topolino?

Il progetto di Paolo Cavaglione: sceneggiatori celebri su Topolino

Era il dicembre del 1995 quando Paolo Cavaglione, allora direttore di Topolino, ebbe un’idea geniale: proporre a personalità di spicco nel panorama italiano, provenienti dall’industria, dal mondo delle arti e chi più ne ha più ne metta, di mettersi alla prova e scrivere un soggetto da sottoporre ad Alessandro Sisti, che avrebbe poi curato la sceneggiatura.

Iniziò così la “campagna dell’estate 1996”, come venne ribattezzata dal quotidiano La Repubblica: i lettori di Topolino scoprirono che, a far data dal 31 luglio, per tre settimane di fila, ogni numero avrebbe ospitato uno sceneggiatore “VIP”. Il primo a cimentarsi nell’impresa, coadiuvato da Sisti e accompagnato dai disegni di Giovan Battista Carpi, fu il maestro Renzo Arbore. Zio Paperone e i concerti predatori uscì così su Topolino n. 2123.

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Abbiamo deciso di proporre a personaggi famosi di diventare soggettisti Disney, per confermare un dato di fatto: Topolino, Paperino e gli altri personaggi della banda appartengono alla nostra cultura a pieno titolo. Per ognuno di questi personaggi tornare per un attimo bambino è stato un esercizio liberatorio e piacevole al tempo stesso. Siamo molto orgogliosi del risultato“.

Paolo Cavaglione – Arriva Paperino secondo Vialli

Un’ultima precisazione, prima di presentarvi la nostra selezione delle storie più interessanti tra quelle scritte da “celebrità”. Sebbene il progetto di Cavaglione abbia preso il via nell’estate del 1996, un altro outsider aveva già fatto capolino in più occasioni sulle pagine del settimanale. Dato che il suo è un caso peculiare, però, lo tratteremo in chiusura, come “bonus”: prima sarà bene discutere delle cinque storie selezionate.

1. Zio Paperone e i concerti predatori (Renzo Arbore)

Questa selezione non poteva che aprirsi con il primissimo soggettista “improbabile” voluto da Cavaglione: il Maestro Renzo Arbore, con la storia Zio Paperone e i concerti predatori.

Zio Paperone e i concerti predatori
Tavola di apertura

Arbore si dimostrò entusiasta del progetto. Come rivelò lui stesso al quotidiano Repubblica:

Amo la fantasia allo stato purissimo. E chi meglio di Topolino? (…) Topolino è il libretto della mia infanzia, dell’ adolescenza, della gioventù, della maturità e ahimé”, ride, “della mia ormai prossima vecchiaia. Ho pensato a un’ ideuzza carina e poi ho trovato in Sisti e Carpi (sceneggiatore e disegnatore – ndr.) due bravissimi collaboratori. Ho scritto il soggetto e un piccolo ‘ trattamento’ , ci sono stati vari colloqui: così abbiamo messo a punto la storia e l’ intreccio“.

Renzo Arbore – Vorrei essere come Gastone

Con l’aiuto di Sisti, Arbore attinse alla sua esperienza personale nelle orchestre di mezzo mondo, ne trasse ispirazione per il proprio soggetto. Nella prefazione alla storia anche Valeria Numerico, membro della redazione, confermava la sinergia che si era creata tra Arbore, Carpi e Sisti.

“Il disegnatore di Zio Paperone e i concerti predatori è Giovan Battista Carpi, uno dei capiscuola della produzione disneyana del Made in Italy. Il grande G.B. e Arbore hanno qualcosa in comune: per entrambi gli Stati Uniti sono un palcoscenico dove rappresentare la qualità italiana nella musica e nei fumetti”.

Valeria Numerico – Topolino n. 2123, “Dal clarino a Paperino”.

Nella storia infatti, in una sorta di tour musicale da New Orleans fino a una Las Vegas reinventata, Zio Paperone e i nipoti fanno incetta di concerti. Il motivo non è una riscoperta passione del miliardario per la musica. Il papero, anzi, è disperato perché durante una serie di concerti da lui sponsorizzati avvengono vari furti inspiegabili in sequenza. In questa sede non serve raccontare altro: lasciamo ai lettori il piacere di riscoprire il tour dei Paperi in giro per l’America!

Zio Paperone e i concerti predatori
Las Megas, Snevada

Un primo esperimento ben riuscito

La storia è stata inserita in questa lista perché, nonostante fosse a tutti gli effetti la prima di questo tipo, l’esperimento è riuscito alla perfezione. Si intravede chiaramente l’impronta di Arbore nella stesura del soggetto, nelle ambientazioni e nella trama. La penna di Sisti, poi, ha reso tutto ancora più scorrevole.

Un altro elemento degno di merito sono le numerose gag inserite. Ricordiamo in particolare Paperone che si improvvisa menestrello disperato e canta la sua disperazione alla finestra dei nipoti, così da farsi sfamare a suon di frittelle appena sfornate da Paperino.

Zio Paperone e i concerti predatori
I tuoi impiegati hanno chiesto un aumento?

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2. Zio Paperone e l’amichevole col nemico (Gianluca Vialli)

Su Topolino n. 2124, per la seconda delle tre storie dell’estate del 1996 del “progetto Cavaglione”, faceva il suo esordio in veste di soggettista l’allora ex bomber della Sampdoria e freschissimo acquisto del Chelsea. Ci riferiamo a Gianluca Vialli, oggi braccio destro del C.T. Mancini. I due sono legati da una profonda amicizia coltivata durante la comune militanza proprio nella squadra blucerchiata (venivano soprannominati “i gemelli del gol”).

La storia non poteva che essere a sfondo calcistico: si tratta di Zio Paperone e l’amichevole col nemico, è sceneggiata da Sisti e disegnata da Giorgio Cavazzano.

Zio Paperone e l'amichevole col nemico

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Zio Paperone decide inaspettatamente di finanziare la squadra amatoriale e sgangherata di Qui, Quo e Qua, il Paper-8, per dirigersi a Puerto Boleta e lì disputare un’amichevole.

In realtà, la scelta della squadra di calcio avversaria non è disinteressata, per lo Zione: la città è ricca di miniere e di opportunità affaristiche. Paperone spera infatti di vincere la diffidenza degli autoctoni nei confronti degli stranieri tramite lo sport che più amano: il calcio.

Ovviamente non mancheranno gli ostacoli, uno dei quali è rappresentato dall’allenatore della squadra locale.

Zio Paperone e l'amichevole col nemico
Non vi ricorda nessuno?

Alla fine però, nello spirito della sportività, si scopre che l’intento di Paperone è sì di ottenere un affare vantaggioso, ma non in maniera unilaterale. L’obiettivo è offrire dei contratti alle giovani promesse di Puerto Boleta. In questo modo, Paperone avrebbe dei vantaggi dal punto di vista economico risparmiando su ingaggi di calciatori famosi. I ragazzi di Puerto Boleta, d’altro canto, hanno la possibilità di fare carriera nel calcio.

Zio Paperone e l'amichevole col nemico

L’amore per il calcio

Il pregio della storia di Gianluca Vialli è che tratta di un argomento a lui familiare: il mondo del calcio. Scegliere di trattare argomenti che si conoscono bene, per chi come Vialli è estraneo al mondo dei fumetti, è sicuramente una buona tecnica per risultare credibili.

Il risultato è una storia estremamente piacevole, in cui non mancano riferimenti agli Azzurri, la nostra nazionale di calcio. Un esempio su tutti è la scelta di Paperone di raggiungere la sua destinazione in nave, come fece la nazionale azzurra per i mondiali in Brasile del 1950.

La scelta della squadra nostrana fu probabilmente dettata dalla tragedia di Superga, avvenuta circa un anno prima, ma non solo. Si racconta che fu il giornalista Aldo Barelli, membro della commissione tecnica, a insistere per la traversata (che tuttavia non fu delle più piacevoli). Tra palloni che finivano in mare e turisti curiosi a bordo della nave, fonte di distrazione, la Nazionale dovette sopportare vicende simili a quelle capitate alla squadra di Qui, Quo e Qua.

Un altro tema: l’inclusività

Apprezzabile è anche la scelta di far vedere lo sport, qualsiasi esso sia, come estremamente inclusivo. In una scena, infatti, si cerca di sabotare la squadra di Paperone, facendo credere che il portiere sia già un professionista e non un giocatore amatoriale. In realtà non è che una ragazzina amica di Qui, Quo e Qua, fatta passare per maschio pur di averla in squadra.

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Zio paperone e l'amichevole col nemico

Note a margine: di paperi e tombini

Un’ultima nota, prima di passare alla prossima posizione: Gianluca Vialli non è il solo calciatore prestato al mondo dei fumetti! Sarebbe impossibile per noi non citare l’esperienza come soggettista di Ronaldo (Luis Nazario de Lima). Il celeberrimo giocatore dell’Inter, infatti, ha lavorato con Gianfranco Cordara e Silvio Camboni a una storia amatissima: Paperino e il dribbling del tombino.

dribblig tombino

Crediamo sia quasi impossibile trattenere un sorriso nostalgico, nel rileggere Paperino e il dribbling del tombino. In poche tavole, gli autori sono riusciti a condensare gli ingredienti principali dell’infanzia di moltissimi (e dello stesso Ronaldo): il calcio “da strada”, il campetto del quartiere, le partite con gli amici spesso lasciate in sospeso e molto altro. Ma allora perché questa storia non occupa una posizione nella nostra selezione? Per due motivi: perché per noi è fuori scala, e perché in questa sede abbiamo privilegiato la varietà. In altri termini, vogliamo mostrarvi soggettisti provenienti dalle realtà lavorative più disparate.

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3. Topolino e la memoria futura (Enzo Biagi)

Sul numero 2125 di Topolino uscì l’ultima storia del progetto di Paolo Cavaglione. Topolino e la memoria futura è sceneggiata da Sisti in collaborazione con il giornalista e conduttore Enzo Biagi. Ai disegni il Maestro Romano Scarpa.

Come per gli altri autori “ospiti”, la motivazione di Enzo Biagi non era dovuta solo alla passione per la testata, ma alla voglia di fare un regalo ai propri nipotini.

Topolino e la memoria futura

La storia è appassionante e incalzante e lo spunto dal quale prende forma è piuttosto congeniale allo “sceneggiatore ospite”: si tratta del mondo del giornalismo. Topolino è stato infatti incaricato da una redazione di occuparsi dell’imminente arrivo dell’anno Duemila.

Topolino e la memoria futura

Il topo, per realizzare un buon servizio, intervista luminari di ogni campo, chiede a ogni esperto la sua opinione in merito al nuovo millennio che li aspetta. L’ultimo che manca all’appello è una sua vecchia conoscenza: il professor Zapotec.

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Topolino e la memoria futura

Da questo presupposto, inizia l’avventura di Topolino. Tra incidenti con la macchina del tempo, incontri con gli antenati e discendenti dei suoi nemici, il topo si fa un’idea del futuro che ci aspetta.

Non mancano, chiaramente, i riferimenti al mondo del giornalismo: le fake news, l’importanza di raccontare bene le storie e la necessità di conoscere il passato per affrontare il futuro sono tutti temi che affiorano. Il messaggio più importante, trasmesso in modo tutt’altro che banale, è che siamo noi gli artefici del nostro destino.

Topolino e la memoria futura

Enzo Biagi, come gli altri soggettisti citati fin qui, ha ovviamente giocato “in casa”, mettendo al servizio della storia tutta la sua esperienza e fantasia. Il risultato è una storia piacevole e scorrevole, nonostante preveda frequenti cambi di scenario. Per questi motivi, va assolutamente recuperata.

4. Paperino e la iella in passerella (Mario Monicelli)

Il progetto di Paolo Cavaglione ebbe talmente tanto successo da spingere altre celebrità a mettersi in gioco come soggettisti e sceneggiatori. L’ormai rodato Alessandro Sisti continuò a collaborare alla stesura delle storie. Tra le collaborazioni più riuscite, dalle quali è nata una delle storie più belle dell’annata 1996, vi è senz’altro Paperino e la iella in passerella, pubblicata sul n. 2143 di Topolino.

Il soggettista – o meglio, il regista – della storia fu Mario Monicelli, il quale si mise in gioco usando tutta la sua squisita ironia per creare una vera e propria parodia della settimana della moda milanese, ambientata però a Paperopoli. Alle matite un giovanissimo (appena 23 anni) Alessandro Barbucci.

Mario Monicelli

Una trama originale

La trama della storia è piuttosto semplice: è la settimana della moda a Paperopoli e tutti i cittadini improvvisamente diventano delle fashion victim, impazziscono per presenziare alle sfilate più esclusive e si fanno letteralmente la guerra per accaparrarsi i biglietti!

Paperino e la iella in passerella
Ndr: Mio padre quando ha acquistato i biglietti per me per il concerto di Paola e Chiara nel 1999

Paperino si è procurato i biglietti per una sfilata, ma Paperina lo sorprende con un invito per l’esordio della collezione del fenomeno del momento: Paperace. I due si recano all’evento, più eleganti che mai.

Paperino e la iella in passerella

Alla fine della sfilata, però li attende un’amara sorpresa: Paperace non è altro che l’alter ego del cugino Gastone.

Paperino e la iella in passerella

Gastone sbatte in faccia al cugino il proprio trionfo di stilista e, per fare colpo su Paperina, presenta le top model che lavorano per lui: Carla Biondi, Claudia Schizzer e una certa Maoni Soupbell. I nomi vi ricordano qualcuno?

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Paperino e la iella in passerella

L’ultima delle supermodelle citate, peraltro, cerca qualcuno che le faccia da guida a Paperopoli. Paperino, ammaliato dal carisma della modella, vorrebbe farle da chaperon, ma come portare in giro una papera del genere senza avere grossi capitali? Una risposta a questa domanda c’è: con l’aiuto di Paperon de’ Paperoni.

Paperino e la iella in passerella
Nella foto, un tipico esempio di interrogatorio svolto dall’FBI

Paperone approfitta dell’amicizia tra il nipote e la celebre top model per far lievitare il costo delle proprie riviste scandalistiche, spezzando il cuore di Paperina, messa da parte per una flebile fiammella del momento. Ed è qui che accade la svolta; è qui che si svela l’originalità della storia di Monicelli.

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Colpo di scena

Paperina ottiene la sua rivincita, ovvero passa da “papera” ferita a straordinaria stilista e imprenditrice di successo. Consapevole che i lussi che Paperino condivide con la bella Maoni non sono frutto delle proprie risorse finanziarie, va a chiedere spiegazioni allo Zione.

Qui scopre che la linea di moda di Paperone è al collasso. Stuzzicata da una provocazione della vecchia volpe, decide di mettersi in gioco come stilista e provare (forse più a se stessa che al fidanzato) di non essere seconda a nessuna top model. Infatti, sul finale della collezione, è Paperina stessa a sfilare, nella cornice di un Deposito più fashion che mai.

Paperino e la iella in passerella

Una pregevole satira di costume

Il primo elemento che emerge dalla lettura della storia è senz’altro la parodia della settimana della moda. Paperace, Claudia Schizzer, Dukrizya Paperendi (nome d’arte di Paperina come stilista) sono solo alcuni dei nomi menzionati: è una sorta di sfida provare a riconoscere tutti i riferimenti abilmente disseminati.

Le ambientazioni sono inoltre uno spettacolo per gli occhi e rendono ancor più piacevole la lettura di una storia che, tra un colpo di scena pieno di paillette e l’altro, non fa che smascherare la realtà di un ambiente che nasconde molti lati oscuri. Il tutto, ovviamente, in chiave comica.

Si prenda come esempio Gastone: indicato come prossimo stilista di talento (Paperace), in realtà non è assolutamente in grado di disegnare alcunché. Gli basta infatti scarabocchiare il foglio perché i suoi collaboratori intravedano degli abiti straordinari. A riprova del fatto che il genio, talvolta, vive solo nel riflesso di chi lo guarda.

Il vero colpo di scena, però, come già accennato, è la rivalsa di Paperina. Messa da parte senza troppe cerimonie da Paperino, che si invaghisce di una top model e arriva addirittura ad implorare Paperone per avere il capitale con cui “mantenerla”, la papera è costretta a subire persino l’umiliazione di vedere sbattuta in prima pagina la liason del fidanzato fedifrago. Da ciò nasce un profondo senso di ribellione che porterà alla rivincita di Paperina.

Paperino e la iella in passerella
Drop the mic

La storia rende giustizia al celebre autore che ha prestato il proprio estro e fantasia: si percepisce in maniera costante come Monicelli abbia “diretto” i personaggi, divertendosi e mettendo la sua immensa esperienza al servizio del settimanale.

5. Paperino e le papere del campidoglio (Gigi Proietti)

L’attore, doppiatore e artista Gigi Proietti si è cimentato come sceneggiatore nella storia Paperino e le papere del Campidoglio, pubblicata per la prima volta su Topolino n. 2144, del 1996. Proprio per rendere omaggio a Proietti, la storia è stata nuovamente pubblicata sul n. 3440, poco dopo la sua scomparsa.

La storia, anche in questo caso, è stata curata dal sempiterno Alessandro Sisti. Ai disegni il Maestro Giorgio Cavazzano.

Prefazione di Valeria  Numerico

Le esperienze di vita e le origini dell’autore “celebre” sono ancora una volta fondamentali per dare una chiara impronta alla storia. Non per nulla, questa è ambientata a Roma (città d’origine di Proietti) e trae ispirazione dalla leggenda delle oche del Campidoglio.

La vicenda narra che durante un duro assedio, quando ormai i Galli erano in procinto di entrare in Campidoglio, i Romani furono avvisati dallo starnazzare delle oche sacre a Giunone.

Nella versione a fumetti, sostanzialmente una parodia, a minacciare la quiete di Roma non sono i Galli ma i turisti!

Paperino e le papere del Campidoglio

Il narratore è Paperino, che racconta la curiosa vicenda ai nipotini, dato che stanno studiando storia. Lo zio approfitta dunque per spiegare che c’è un episodio meno conosciuto di quello citato sui libri di scuola, vissuto in prima persona da un loro antenato centurione.

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Le “papere” del titolo sono la “versione romana” del Club delle ragazze di Paperopoli, che decide di accogliere in prima persona e gratuitamente gli asfissianti turisti, con enorme gioia di un antenato di Paperone.

Paperino e la papere del Campidoglio

Infatti i centurioni, preposti a quel compito e capeggiati dall’antenato di Paperino, avevano minacciato uno sciopero per via delle magre paghe ricevute.

Paperino e le papere del campidoglio

Senza fare ulteriori spoiler, date le numerose gag che si susseguono di tavola in tavola e che meritano di essere recuperate, vi basti sapere che le papere, capitanate da Paperina Pulcherrima, analogamente alle “oche” della leggenda, riusciranno a far scappare a gambe levate i turisti che minacciano la quiete di Roma. Volontariamente? Be’… potrete scoprirlo leggendo la storia!

La comicità e la fantasia

Gigi Proietti in questa storia coniuga con naturalezza e semplicità la propria romanità e la propria vena comica. Le sue radici sono state senza dubbio il motore da cui lui e Alessandro Sisti sono partiti per creare una storia originale e divertente, perfetta parodia di una vicenda che comunque fa parte della storia e della cultura romane.

Bonus: il “caso Vincenzo Mollica”

Lo abbiamo scritto a più riprese: il progetto di Cavaglione di ingaggiare soggettisti celebri partì nell’estate del 1996. Come già accennato, però, la Redazione di Topolino aveva già annoverato tra le sue penne una celebrità. Si tratta di Vincenzo Mollica,

Per usare le parole di Mollica:

Ebbene sì, lo confesso: sono io l’uomo che visse due volte. La prima sul pianeta Terra con il nome di Vincenzo Mollica, la seconda volta sul pianeta piumato con il nome di Vincenzo Paperica. In entrambe le vite sono stato un cronista: la prima volta per quarant’anni al Tg1, la seconda per 25 anni a Paperopoli.

Vincenzo Mollica

Sul numero 2074 di Topolino n. 2074 era uscita, infatti, Paperino Oscar del centenario.

Prima tavola di Paperino e l'Oscar del centenario

Vincenzo Mollica, in realtà, non si è limitato a scrivere la sceneggiatura. Ha anche creato un vero e proprio alter ego fumettistico: il giornalista Vincenzo Paperica. Lui stesso ha dichiarato che una bozza del personaggio, poi rimaneggiata da Cavazzano, gliela aveva fatta Andrea Pazienza circa 10 anni prima della proposta di collaborare con il settimanale, e che era rimasta nascosta in una cartellina per tutto quel tempo.

Vincenzo Paperica
Vincenzo Paperica nella versione attuale

Differenze fra le storie di Mollica e quelle degli altri “sceneggiatori” celebri

Nonostante tutto ciò, vi sono alcune differenze fra le storie di Mollica e le altre citate in questa selezione.

Innanzitutto, ma solo nel caso preso in esame, la struttura della storia. Paperino e l’oscar del centenario non ha una vera e propria trama, ma è stata realizzata per celebrare i primi 100 anni di storia del cinema. Non è un caso infatti che facciano la propria comparsa, all’interno della storia, varie celebrità hollywoodiane e non, tutte riunitesi per assistere alla cerimonia dell’Oscar del Centenario. Il premio verrà assegnato alla personalità più influente nel primo secolo di vita del cinema.

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Paperica è lì in quanto cronista, per ottenere interviste con le celebrità.

Paperica presentato nel n. 2074 di Topolino

La storia, dal momento in cui Paperino e Paperica si incontrano, complici i numerosi cameo delle varie celebrità, è caratterizzata da una continua rottura della quarta parete e continui ammiccamenti al lettore. Come già accennato è una storia celebrativa, un omaggio del settimanale alla settima arte.

Paperino e Paperica

L’ultima curiosità è che Mollica scrisse anche la sceneggiatura e non solo il soggetto della storia, a differenza di molti altri autori “celebri”, coadiuvati nella stesura della sceneggiatura dai membri della redazione di Topolino.

Inoltre, la creazione di un vero e proprio alter ego ha permesso che Vincenzo Paperica diventasse a tutti gli effetti un personaggio Disney, utilizzabile a prescindere dalla collaborazione del cronista o meno per una singola storia. Certo, in molte occasioni Mollica fece la propria incursione come autore. Eppure, proprio per i motivi fin qui elencati, crediamo che quello di Paperica sia un caso peculiare, con delle sue specificità.

Conclusioni

Da Luciano Benetton a Lello Arena

Sono tantissime le storie in cui in veste di sceneggiatori sono apparse delle vere e proprie celebrità. Le menzioni speciali si sprecherebbero.

Merita senz’altro di essere citata, almeno di sfuggita, la storia pubblicata su Topolino n. 2142 del 1996, Topolino e il mistero sul filo di lana, disegnata dal Maestro Massimo De Vita e sceneggiata dall’industriale Luciano Benetton.

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Prefazione di Topolino e il mistero sul filo di lana

La particolarità della storia è che Benetton non usò alcuna delle proprie esperienze personali da industriale (si limitò a far riferimento alla lana, materia prima su cui si fondava e si fonda il suo impero). Piuttosto, prese spunto dalle sue passioni: i gialli e i misteri, certo, ma anche il personaggio di Eta Beta, che lo stesso Benetton dichiarò essere il suo preferito.

Senz’altro meritevole di menzione è poi, in chiusura, il ciclo di storie del Teatro Alambrah, supervisionate dall’attore comico Lello Arena e sceneggiate da Francesco Artibani. Il filone del Teatro Alambrah ha lo scopo di avvicinare i lettori più giovani al teatro. Comprende infatti tre storie, letteralmente messe in scena dagli abitanti di Topolinia in una vera e propria pièce teatrale: Miseria e nobiltà Il visconte dimezzato e Le furberie di Scapino.

In conclusione, sono state molte le “ospitate” che si sono susseguite nel corso degli anni, con un unico comun denominatore: divertire e divertirsi sulle pagine di Topolino. Ciò a riprova di qualcosa che già sappiamo: il settimanale che ci accompagna da tanti anni in ogni fase della nostra vita, non può essere ridotto a mera letteratura per l’infanzia.

Topolino è cultura italiana, magari pop, a volte leggera, senz’altro con annate più fortunate e pregevoli rispetto ad altre, ma fa parte di noi. Ogni singolo personaggio famoso che si è cimentato (o tutt’ora si cimenta) in veste di sceneggiatore lo fa mosso da un’unica ragione: rendere omaggio a quel libretto e suscitare in nuove generazioni di lettori le stesse emozioni che ancora il Topo suscita in lui.

Proprio come voleva Cavaglione.

Lidia Brancia

Immagini© Disney

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