Sketchbook, la nuova docuserie distribuita su Disney+, punta i riflettori sugli artisti del disegno tradizionale e alimenta le speranze del tanto atteso ritorno all’animazione 2D. Le riflessioni di Eric Goldberg, colui che animò il Genio di Aladdin.
In occasione della recente distribuzione della docuserie Disney Sketchbook, lo storico animatore Eric Goldberg ha rilasciato a IndieWire una stimolante intervista promozionale in cui racconta le finalità del progetto e le speranze per un ritorno all’animazione 2D. Speranze che, in questi anni in cui la computer grafica regna sovrana, non sono state completamente abbandonate né dagli animatori Disney né tantomeno dai nostalgici come noi, cresciuti con la magia del disegno tradizionale su pellicola. Tanto più che è proprio dai giovani animatori che scaturiscono curiosità e interesse verso la tecnica che ha fatto la storia dell’animazione Disney.
Sketchbook, la docuserie che insegna a disegnare i personaggi Disney
Prima di parlare del futuro dell’animazione 2D in Disney, è bene fare un passo indietro e presentare il progetto che sta riportando alla ribalta l’Arte del disegno tradizionale. Si chiama Sketchbook – album da disegno, in inglese – ed è una docuserie in sei episodi distribuita sulla piattaforma streaming Disney+ dal 27 aprile. Sei brevi documentari istruttivi che raccontano vita, stili e personalità di altrettanti animatori di talento.
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Un’occasione per conoscere la quotidianità di chi contribuisce a dare vita al soggetto su carta; ovvero, le persone dietro ai personaggi: maestri che hanno lasciato la propria impronta artistica sui personaggi che abbiamo amato nei lungometraggi Disney. Il cast è composto dai seguenti artisti:
- Eric Goldberg, direttore dell’animazione 2D; disegna il Genio di Aladdin
- Gabby Capili, sceneggiatrice; disegna Kuzco de Le Follie dell’Imperatore
- Mark Henn, animatore 2D; disegna Simba de Il Re Leone
- Jin Kim, visual development artist; disegna Capitan Uncino di Peter Pan
- Hyun-Min Lee, supervisore all’animazione; disegna Olaf di Frozen
- Samantha Vilfort, sceneggiatrice; disegna Mirabel di Encanto
In ogni episodio di Sketchbook i maestri dell’animazione 2D insegnano a disegnare passo passo un personaggio iconico dell’Universo Disney, raccontando come questi prende vita sullo schermo. Dai protagonisti del Rinascimento Disney Simba e il Genio agli eroi più recenti di Frozen ed Encanto, sbirciando sulle scrivanie dei veterani dell’animazione 2D e delle nuove, promettenti leve dei Walt Disney Animation Studios.
Perché l’animazione digitale ha sostituito quella tradizionale?
Ammirando questi straordinari artisti all’opera, che con rapida precisione trasformano un foglio bianco nel fotogramma di una storia, viene spontaneo chiedersi perché una tecnica tanto affascinante sia stata soppiantata da quella digitale. Da più di un decennio, infatti, le produzioni Disney hanno dirottato (quasi tutti) i propri investimenti in favore della computer grafica. Non solo perché costi e tempi di produzione delle animazioni in CGI sono nettamente inferiori rispetto ai prodotti realizzati con il metodo tradizionale; ma anche perché le produzioni in 3D della concorrenza avevano riscosso molto più successo (e incassi) di quanto non facessero i lungometraggi in 2D.
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«Per molto tempo ho sottolineato l’importanza di insegnare ai giovani artisti l’animazione a mano, ma man mano che i film in CGI diventavano più popolari questa necessità è diventata sempre meno importante per lo studio.»
A parlare è Eric Goldberg, storico animatore che debuttò in Disney come disegnatore del Genio di Aladdin, conosciuto per il personaggio Filottete di Hercules e la regia di Pocahontas e Fantasia 2000. Fedele all’animazione tradizionale fino al suo tramonto, Goldberg ha supervisionato l’animazione de La principessa e il Ranocchio (2009) e dello sfortunato Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri (2011), considerato l’ultimo lungometraggio Disney prodotto con animazione tradizionale.
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Il tradizionale che perdura. E che fa emozionare
In questo decennio di supremazia della computer grafica, Goldberg ha contribuito ad altri progetti collaterali di animazione 2D che hanno riscosso il consenso del pubblico. A cominciare dal corto Paperman (2012) premiato con l’Oscar e al programma sperimentale Corto Circuito lanciato nel 2016. Goldberg è stato stato anche regista della recente miniserie in 2D Pippo – Divertirsi in sicurezza e animatore di Mini Maui, il tatuaggio del semidio Maui nel film Oceania.
Si tratta comunque di progetti minori, ben lontani dal successo che l’animazione tradizionale otteneva appena vent’anni fa. Ma il pubblico desidera davvero un intrattenimento basato esclusivamente sulla tecnologia 3D? Si consideri inoltre che l’animazione 2D sopravvive e anzi, è ancora apprezzatissima in produzioni extra Disney come i Simpson, Gumball e i capolavori dello Studio Ghibli.
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L’interesse dei giovani animatori Disney per il disegno 2D
Anche se la produzione CGI si basa principalmente sulla tecnologia, l’animazione 3D comincia sempre da un disegno a mano. “Foglio e matita non hanno mai abbandonato i Disney Studios” commenta Jin Kim in un’intervista rilasciata a Revenews. Ed ecco che con Sketchbook Disney torna a proporre l’Arte dell’animazione 2D forse anche per tastare il terreno e scoprire il reale interesse del pubblico per questa tecnica. Questo l’auspicio di Hyun-Min Lee, co-protagonista di Sketchbook:
«La speranza è che la serie risvegli nel pubblico interesse in questa forma d’Arte. Da parte degli studenti, questo interesse non se n’è mai andato.»
Proprio per assecondare le inclinazioni dei giovani animatori Disney, alla fine dello scorso anno lo studio ha avviato per la prima volta dopo dieci anni un programma di training della durata di 12 mesi volto a formare le nuove leve nell’animazione tradizionale. I numeri sono stati notevoli: oltre 2000 candidature, sebbene i posti a disposizione fossero solamente sei. Un chiaro indicatore che l’Arte del disegno a mano è un tema che sta molto a cuore anche a chi è cresciuto nell’era della computer grafica.
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«Finalmente abbiamo l’atmosfera e un gruppo persone che riconoscono che l’animazione a mano è parte dell’eredità Disney. Al momento abbiamo anche dei contenuti che richiedono il contributo dell’animazione tradizionale. Grazie al cielo abbiamo artisti che sanno fare entrambe le cose, ma prendersi l’impegno di insegnare a una nuova generazione è qualcosa di meraviglioso.»
Animazione 2D: un ritorno “in gran stile”
Alla viglia del centenario, i Walt Disney Animation Studios dimostrano dunque di voler tornare alle proprie origini e investire nel disegno tradizionale a cui devono la loro fortuna. Complice il supporto offerto dalle piattaforme streaming – più economico rispetto alla distribuzione su grande schermo – il ritorno dell’animazione 2D sembra un’opzione sempre più concreta.
«Forse ci occuperemo di prodotti ibridi che combineranno il disegno tradizionale con quello digitale in un lungometraggio. Sarà un po’ come guardare da sopra le loro spalle; sarò certamente lì a vedere come si evolverà l’animazione tradizionale del disegno a mano.»
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Il ritorno dell’animazione 2D non sostituirà totalmente quella 3D, ma potrebbe fondersi in quella miscela di disegno manuale e CGI che in moltissimi hanno apprezzato, per esempio, nella serie Netflix Arcane. I progetti autonomi non sono però da escludere: che si tratti di personaggi originali o già conosciuti, lungometraggi e serie TV potrebbero presto sbarcare su Disney+ o sul grande schermo nel caro, vecchio formato bidimensionale.
A noi nostalgici del disegno animato su carta non resta che sperare che questo intimo desiderio si concretizzi presto; certi che quella del disegno a mano sia senz’altro un’Arte che ha ancora molto da offrire.
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Alessandra de Marchi
Fonte: IndieWire
Immagini: © Disney