Dunagan, doppiatore di Bambi: ai nuovi film manca la sensibilità di Walt

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on telegram

In occasione dell’80° anniversario dall’uscita di Bambi il volto che prestò la sua voce al protagonista, Donnie Dunagan, ha rilasciato alcune dichiarazioni al blog I Live in Dallas. L’ormai ex-attore ed eroe di guerra ha parlato della sua carriera, ma anche del suo rapporto con Walt Disney e di quanto le cose siano cambiate nel mondo dell’animazione.

Potrebbe interessarti anche: Public Domain Day 2022: Disney perde i diritti esclusivi su Bambi e Winnie the Pooh

Chi è Donnie Dunagan

Donnie Dunagan, classe 1934, ha avuto una carriera cinematografica piuttosto breve.
Dopo alcuni ruoli da attore-bambino tra il 1938 e il 1941, tra i quali Il figlio di Frankenstein, nel 1942 ottiene il ruolo come doppiatore di Bambi. Da allora non è più apparso nel mondo del cinema.
Raggiunta la maggiore età ha intrapreso la carriera militare nel corpo dei Marines, terminata nel 1977. Il suo stato di servizio vanta una Bronze Star Medal (conferita per atti di eroismo, di merito in zona di combattimento) e un Purple Heart (assegnato a coloro che vengono feriti o uccisi mentre servono nelle forze armate).
Nonostante la breve carriera il suo volto è particolarmente amato, soprattutto dai bambini americani, e in parte europei, che ogni settimana gli dimostrano un enorme affetto con lettere, disegni, domande e tanti messaggi che gravitano attorno al magnifico mondo di Bambi.

Dunagan Disney
Donnie Dunagan ritratto in tenera età, durante il servizio nei Marines e in una foto recente.

Potrebbe interessarti anche: Grandi Classici a fumetti Disney, il primo numero in edicola a 1,90 euro

L’incontro di Dunagan con Walt Disney

Donnie Dunagan aveva solamente cinque anni quando Walt Disney in persona chiamò la madre, proponendole di far diventare il figlio il modello su cui plasmare il volto di un cervo, imminente protagonista di un film d’animazione della compagnia. Di lì a poco, gli fu proposto anche il ruolo di doppiatore del personaggio.
Da quel momento Dunagan si recò spessissimo negli studi Disney di Burbank, posando mentre gli artisti disegnavano. Naturalmente ebbe molte occasioni per vedere Walt, descritto come un autentico gentiluomo, in tutto e per tutto.

Dunagan ha raccontato anche qualche simpatico retroscena: la sua genuina curiosità da bambino di cinque anni veniva sempre ascoltata da Walt Disney. È bastato chiedere quale fosse la trama del cartone per far sì che Walt chiedesse a una donna del suo ufficio di leggergli il libro da cui era ispirato. O ancora, è bastato affermare di non aver mai visto un cervo per far sì che Walt chiedesse a due gentiluomini di accompagnare lui e la madre in uno zoo vicino Burbank.
La visita allo zoo non fu particolarmente entusiasmante. C’era solo un piccolo cervo, rannicchiato e quasi sempre immobile. Tant’è che Donnie disse alla madre: “non voglio essere quel tipo, è noioso”. Pochi giorni dopo, Walt chiese a Donnie se era andato allo zoo, se gli era piaciuto, e soprattutto fece una promessa: “te lo promettiamo, il nostro film non sarà noioso” (“Donnie, we promise you our movie will not be boring.”).

Dunagan Disney
Donnie Dunagan con in mano alcuni disegni di Bambi realizzati usando il suo volto come modello per le espressioni facciali.

Potrebbe interessarti anche: A maggio su Disney+ e Star: Obi-Wan Kenobi e Cip e Ciop

La sensibilità di Walt Disney secondo Dunagan

La produzione di Bambi è stata lenta e travagliata: problemi economici, scioperi ed entrata in guerra degli USA sono solo alcuni degli eventi che si susseguirono durante la realizzazione del film d’animazione.
In questo clima burrascoso, Dunagan cita un evento piuttosto significativo. I notiziari di tutto il mondo riportavano le assurde immagini della guerra che imperversava in Europa. I bambini camminavano nel fango con i loro genitori per sfuggire al conflitto. In quei giorni, Walt Disney vede per la prima volta alcune immagini del nuovo lungometraggio, tra cui la morte della madre di Bambi.
Impossibile, in quel periodo, mostrare scene così cruente come quelle di una madre trafitta da un proiettile. Di conseguenza Walt decise di eliminare quella scena e dare solo l’idea dell’accaduto.

I was there when he first saw the take of Bambi’s mother being shot. He called a pause and he looked at the production people and said to take it out because it had an image of her being shot with a bullet hole and her face grimacing as she was getting ready to die. He said, “Take that out. Just suggest that the mother was shot.”

Just a few minutes later in the storyline Bambi is shot. Again, he said, “Gentlemen, take that out. Just suggested it.” So, when you watch Bambi, it’s just a suggestion that they’re both shot, both the mother and the later me. We went to the premiere up in the valley north of Los Angeles. Even then, when the mother was shot, although it was just a suggestion, I saw mothers put their hand over the children’s eyes. Then, when Bambi is shot, the same thing happened.

Ero lì quando per la prima volta ha visto (Walt Disney) le immagini della madre di Bambi colpita da un proiettile. Ha chiesto una pausa e osservato il team di produzione, dicendo di eliminarla perché c’era un’immagine di lei (la madre di Bambi) dopo che le hanno sparato con un buco di proiettile e il suo viso faceva una smorfia mentre stava per morire. Disse “Levatela. Lasciate solo intendere che hanno sparato alla madre.”

Poco dopo nello storyline hanno sparato anche a Bambi. Di nuovo ha detto “Signori, levatelo. Lasciatelo solo intendere.” Quindi, quando guardate Bambi, è solo suggerito che sparano a entrambi, sia alla madre sia al futuro me [Bambi è modellato sulle espressioni facciali di Donnie Dunagan]. Siamo andati alla prima in una valle a Nord di Los Angeles. Anche lì, quando sparano alla madre, anche se era solo lasciato intendere, ho visto delle madri coprire con le mani gli occhi del figli. Dopo, quando sparano a Bambi, è successa la stessa cosa.

Ecco, è proprio questa la sensibilità che Dunagan decanta in maniera decisa e che secondo lui oggi manca molto. La WDC è una compagnia impegnata su una miriade di temi, a differenza di 80 anni fa. Ed è quasi impossibile essere responsabili di argomenti così diversi, approcciandosi ad essi con lo stesso tatto e la stessa sensibilità che aveva Walt.
Dunagan aggiunge un’altra osservazione. Chi, nel mondo dell’intrattenimento, può vantare di aver avuto sotto le proprie dipendenze così tante donne e uomini per periodi di tempo di 25-30 anni come Walt Disney? Probabilmente nessuno, perché nessun altro può vantare la stessa sensibilità di Walt.

Think of that in contrast to today, with the movies where there’s somebody blown away every 15 seconds. What a contrast! Mr. Disney was very sensitive about those things, and he left a great impression on many, many people. Look at the number of people that retired working for Disney. They retired after 25 and 30 years; it’s a record number versus any of the other studios in the world. Those people stayed with him because he was a class act guy.

Pensa a questo rispetto a oggi, con i film in cui c’è qualcuno spazzato via ogni 15 secondi. Che contrasto! Il signor Disney era molto sensibile riguardo questi argomenti e ha fatto un’ottima impressione a tante, tante persone. Osserva quante persone sono andate in pensione dopo aver lavorato per Disney. Si sono pensionate dopo 25 e 30 anni; è una cifra record in confronto a qualsiasi altro studio nel mondo. Queste persone sono rimaste con lui perché era un uomo di classe.

Potrebbe interessarti anche: 10 film di animazione che parlano di morte e aldilà

Il messaggio di Donnie Dunagan

Oltre a questa inedita visione dell’immenso Walt Disney, durante questa intervista Donnie Dunagan ha lanciato un appello che vogliamo condividere con tutti voi.

Il consiglio che può darvi un uomo di 88 anni come me è: fate qualcosa che possa essere ricordato nella vita, anche da una sola persona. Non limitatevi a vivere o ad andare avanti per un altro giorno.
Qualunque sia la vostra occupazione nella vita, ogni giorno è possibile aiutare, fare breccia nel cuore di qualcun altro, contribuire con un piccolo o un grande gesto. Chi, nel letto di morte, sarà consapevole di aver aiutato il prossimo, potrà ripensare a quei momenti ed essere contento di averlo fatto. Viceversa, chi non lo ha fatto, rimpiangerà di non aver aiutato gli altri e non potrà sentirsi bene con sé stesso.

Potrebbe interessarti anche: Lightyear: perché Chris Evans doppia il nuovo Buzz

Roberto Caruso

Fonti: iliveindallas.com

© immagini: Disney

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo!

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on telegram

Ultimi articoli

Articoli correlati

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

Le opinioni espresse dai singoli autori negli articoli sono a titolo personale e non rappresentano in alcun modo il pensiero dello staff di Ventenni Paperoni.

Tutto il materiale eventualmente coperto da copyright utilizzato è usato per fini educativi ai sensi dell’art. 70 della legge 633/41 sul diritto d’autore. Qualora i titolari volessero rimuoverli possono comunicarlo via e-mail e provvederemo subito alla conseguente rimozione o modifica.

E-mail: redazione@storiedipaperi.com