La fortuna di Gastone secondo Carl Barks e Guido Martina

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Gastone Paperone è uno dei personaggi più celebri della banda Disney, grazie a un tratto indimenticabile e unico: la sua notevole fortuna. Essa definisce il personaggio ed è diventata ormai un elemento della cultura popolare: se sei nato con la camicia sei un Gastone, così come se sei un nababbo, sei un Paperon de’ Paperoni. Questa sua caratteristica non lo accompagna in realtà dalla nascita nel 1948, ma compare per la prima volta nella storia Paperino e l’isola misteriosa realizzata da Carl Barks l’anno successivo.

fortuna isola
La prima menzione in assoluto della fortuna di Gastone

Ma questa fortuna è sempre stata la stessa? Paperino e l’isola misteriosa uscì nel 1949, e dalla sua pubblicazione, molto è cambiato nel landscape del fumetto Disney. Molti autori hanno avuto a che fare con il dandy, e hanno interpretato la sua fortuna come meglio ritenevano. Come tutte le opere d’artista che riscuotono un enorme successo di pubblico, infatti, arriva prima o poi il momento in cui qualcuno che non sia il creatore originale usi il personaggio, mutandolo inevitabilmente, anche se in modo impercettibile, attraverso la sua visione.

Un esempio lampante può essere quello di Paperon de’ Paperoni. Interpretato da Carl Barks e Don Rosa come un leggendario self-made man, ha visto una ben diversa caratterizzazione dal “professore” Guido Martina. Impregnato il personaggio di un sapore satirico, Paperon de’ Paperoni diventa una caricatura dei grandi plutocrati del nostro tempo. L’autore fa leva principalmente sulla sua avarizia e disonestà, in opposizione alla dottrina del fair and square del Paperone barksiano.

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Saga Paperone
Nella Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa si respira ottimismo e speranza per il futuro, esattamente l’opposto di quello che troverete in una storia di Guido Martina!

Ebbene, oggi cercheremo di comprendere quali siano state le interpretazioni del personaggio di Gastone Paperone in modo analogo. Ci concentreremo su due autori particolari: Carl Barks, capitano indiscusso della scuola americana, e Guido Martina, guida influente nella scuola italiana. Dunque, diamoci da fare!

Ma è davvero così fortunato?

La visione di Carl Barks

Questa è la domanda principale a cui dobbiamo rispondere: la fortuna di Gastone esiste davvero, o è solo una superficiale facciata? A una prima occhiata, ci troveremmo certamente a rispondere affermativamente. In Paperino e l’amuleto del cugino Gastone, di Carl Barks, abbiamo l’opportunità di vedere in azione la buona sorte del papero in piena forza e in modo innegabile. Sicuramente non è una leggenda!

fortuna gastone uova
La spesa di Gastone!

Ma, scavando a fondo tra le storie del suo creatore, apprendiamo che la realtà è un po’ più complessa. In primo luogo, esploriamo i conflitti d’amore con Paperino. In Paperino e la margherita e Paperino e la gara dei raspasabbia, possiamo vedere due esempi in cui Paperino e Gastone combattono per ottenere il favore della bella Paperina. Entrambe le storie seguono lo stesso template: i due contendenti devono conquistare un certo oggetto (nella prima storia una margherita, nella seconda un oggetto raro) per ottenere la possibilità di partecipare a un picnic con Paperina.

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In entrambe le storie Paperino fatica a raggiungere il risultato ed è supportato dai nipotini, mentre Gastone riesce facilmente a trarre ottimi risultati senza muovere un dito, per di più danneggiando i ritrovamenti di Paperino. Ma la parte più curiosa è il finale: alla fine, infatti, tra i due litiganti nessuno gode, lasciando la vittoria ai nipotini (che pure si erano schierati con Paperino, che però non è premiato… almeno direttamente).

fortuna gara dei raspasabbia
Alla fine della storia, Paperino non vince la gara, ma mantiene l’affetto dei nipotini!

Potremmo dunque leggere queste due storie in modo ironico: la fortuna di Gastone esiste, ma la sua costante rivalità con Paperino è così estremamente irritante che, alla fine, entrambi meritano di restare con un palmo di naso.

Il secondo elemento che, nella dottrina barksiana, pone in discussione la fortuna del dandy, si può notare in altre due storie: Paperino contro l’uomo d’oro e Paperino e il sentiero dell’unicorno. In entrambe queste storie, i paperi partono alla ricerca di un tesoro inestimabile (nel primo caso, un francobollo di enorme valore, nel secondo il mitico unicorno e la ricompensa offerta per esso da Paperone).

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In entrambi i casi Paperino e nipotini sgobbano con perizia, astuzia e impegno per raggiungere il loro obiettivo. Instancabile, Paperino guida la ricerca speranzoso di ottenere un premio per le sue dure fatiche.

fatica
Paperino e i nipotini scalano le vette dell’Himalaya

Ma, alla fine, è Gastone Paperone a trovare il tesoro, in modo puramente casuale, come se si trattasse di un atto per lui quotidiano. Il francobollo, che Paperino e nipoti sono riusciti a sottrarre allo spietato Eldorado in un incontro rocambolesco, si scopre poi essere parte di un’eredità del cugino, che riceve l’inestimabile oggetto ritirandolo comodamente all’ufficio postale di Paperopoli.

In modo simile Gastone entra in possesso dell’unicorno. Se pure è vero che in questo caso Gastone si era “impegnato” un pochino (mascherato da veggente, aveva cercato inutilmente di rifilare a Paperino un falso unicorno per sviarlo nelle ricerche), alla fine egli ottiene il tesoro con una facilità disarmante. Infatti, dopo che Paperino e nipotini hanno faticosamente trascinato il fiero animale giù dalle vette andine, questo sfugge al loro controllo per andare a conficcarsi incidentalmente con il corno su di un albero, proprio di fianco al punto in cui Gastone stava riposando.

fortuna

Ma se sentite la vostra rabbia ribollire, non preoccupatevi: non è finita qui. In entrambi i casi, Paperino e nipotini ridono per ultimi. Lasceremo la sorpresa per quanto riguarda Paperino e l’uomo d’oro, soffermandoci unicamente sul finale di Paperino e il sentiero dell’unicorno, emblematico del trend in discussione. Consegnato da Gastone allo Zione, l’unicorno è malato e non può essere esibito nello Zoo come Paperone desiderava.

Ed è qui che un provvidenziale nipotino, che aveva portato con sé una pietra muschiata lungo tutto l’arduo viaggio himalayano, ha il suo momento di gloria. Dopo l’altisonante ricompensa promessa da Paperone a chi avrebbe guarito l’animale, il nipote fa assaggiare il muschio all’unicorno che riacquista immediatamente la sua vitalità. E, dunque, Paperino e nipoti ricevono una ricompensa molto più ingente di quella conferita a Gastone: due milioni di dollari sui suoi diecimila. La storia, dunque, si conclude nel modo più soddisfacente possibile, con una vignetta che ci limitiamo a mostrare qua sotto, perché non ha bisogno di parole.

fortuna
Giustizia è fatta!

Ma, quindi, dopotutto Gastone non è fortunato? Diciamo, sì e no. Le storie di Carl Barks sono dedicate (anche) ai bambini e intendono per questo assolvere anche un ruolo educativo: per questo, in molte delle sue storie, l’autore inserisce un sistema di giustizia morale. Il duro lavoro di Paperino e nipotini è certamente molto più meritevole di ricompensa dell’inerzia del pigro cugino Gastone. Questi finali a sorpresa rendono queste storie incredibilmente soddisfacenti da leggere, oltre a lasciare ferma una verità: l’unico vero modo di ottenere qualcosa è guadagnarsela, che la fortuna esista o no.

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La visione di Guido Martina

Ricordate quando abbiamo parlato di un “sistema di giustizia morale”? Ecco, dimenticate ogni cosa: siamo entrati nel cupo e difficile mondo di Guido Martina. Qui l’obiettivo, almeno nella maggior parte dei casi non è educare o lasciare un messaggio: l’intenzione è quella di divertire. E, nel caso di questo autore, il risultato può essere raggiunto in un solo modo, con la tragicommedia della Paperopoli della discordia!

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La famiglia dei paperi è più disfunzionale che mai, in queste storie: Paperone non ha alcun scrupolo nella sua avidità, né alcuna pietà per i nipoti, anche nelle peggiori situazioni. Paperino è pigro e maltratta i nipotini, e questi ultimi giocano continuamente scherzi allo zio, mancandogli gravemente di rispetto. Ultimo, ma non meno importante, è Gastone.

Curiosamente, Gastone Paperone è uno dei pochi personaggi che non cambia il suo carattere nel passaggio da Barks a Martina: rimane ugualmente sbruffone e smargiasso, mantenendo tutti i tratti che lo portano a essere odiato dai lettori. Ma la differenza risiede nella sua fortuna: poveri ingenui, vi aspettate che dopo una vita di vessazioni (che nelle storie di Martina sono molto più gravose che in quelle di Barks), Paperino ottenga la sua rivalsa contro il cugino? Non illudetevi: Gastone vince sempre!

In Paperino e la vita nuova dell’anno nuovo è possibile vedere alla perfezione tutto ciò: nel finale Gastone, con i nipotini, parte ai tropici e Paperino è lasciato a spalare neve l’ultimo dell’anno. La scena farebbe quasi piangere un lettore di Barks, ma qui è pensato per far ridere: Paperino, in Martina, è un punching ball, un ricettacolo di sventure così strutturato per divertire il lettore attraverso il meccanismo della catarsi.

vita nuova dell'anno nuovo
Finale prevedibile!

Qui non c’è giustizia, solo una cruda realtà, così consistente da rendere immediatamente riconoscibili tutte le storie dell’autore. E Gastone si adatta a questa struttura: essendo sempre, inevitabilmente fortunato, è odiato dal lettore che si aspetta un ribaltamento alla fine della storia. Ma questa rivalsa non avviene mai, e Gastone ottiene sempre quello che non merita.

È doveroso però fare una precisazione: dove nelle storie di Carl Barks è Paperino a ridere per ultimo nei conflitti con il cugino, bisogna ricordare che la sua vittoria è sudata e guadagnata onestamente. Il Paperino di Martina è invece irrimediabilmente pigro, e non esita ad usare mezzi disonesti o a sfruttare i nipotini per ottenere il suo risultato. Dunque, possiamo davvero dire che, se Gastone non merita di vincere, Paperino invece sì?

fortuna
Il finale di Paperino e il bacio della gloria

Se non altro, sono i nipotini che soffrono immeritatamente le sconfitte dello zio. E se, in alcuni rari casi questi sono premiati, come in Paperino e la vita nuova dell’anno nuovo, la maggior parte delle volte questi sono compagni di sventura di Paperino. Esemplare è il caso di Paperino e il bacio della gloria, in cui Qui, Quo e Qua sono inseguiti da Paperino con una clava, mentre Gastone se la ride vittorioso.

Il confronto con Paperone

La visione di Carl Barks

Abbiamo visto fino ad ora la posizione dei due autori riguardo al conflitto con Paperino. Si tratta del cuore dell’analisi in oggetto, ma può essere utile effettuare indagini ulteriori per raggiungere una visone completa. In primo luogo, osserviamo la posizione di Gastone rispetto al ricco Zio Paperone. La questione è già stata ampiamente trattata in questo articolo, ma, in questa sede, ricordiamo semplicemente che la predilezione di Barks per il duro lavoro si trasmette da Paperino a Paperone, che anche in questo caso, se contrapposto a Gastone, esce vincitore morale.

La visione di Guido Martina

Contraria è, chiaramente, la posizione di Martina. Paperino conquista le montagne nere e Paperino e la corsa di locomotive sono altre due storie che partono da uno schema simile. Una corsa alla ricchezza intrapresa da Paperino per conto di Paperone, nel primo caso per ottenere la proprietà di un ricco giacimento di petrolio, nel secondo per vincere una… corsa di locomotive.

finale montagne nere
E così si conclude Paperino conquista le montagne nere

In entrambi i casi, Gastone vince non solo su Paperino, ma anche su Paperone, che vede le sue possibilità di guadagno distrutte dal nipote. Non gli resta dunque che rivalersi su Paperino, mentre Gastone gode dei frutti della sua fortuna. Questo schema ha avuto largo successo anche in storie successive sceneggiate da altri autori (come Gastone e la fortuna a pagamento) e risponde, come vedremo, ad una certa concezione fatalista della fortuna di Gastone caratteristica della scuola italiana.

La causa della fortuna

Su questo tema le posizioni dei due autori quasi coincidono. Come apprendiamo in Paperino e l’amuleto del cugino Gastone, la fortuna di Gastone è ineluttabile e inspiegabile, come il fato. Lo stesso vale con Martina, certo, ma c’è un’indiscutibile differenza. Nell’universo barksiano l’uomo (o il papero) è comunque faber fortunae suae.

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Se lo stesso Gastone ottiene i suoi successi per il puro volere del fato (anche se su questo, altri autori decidono in modo diverso, come possiamo vedere qui), la vittoria è ottenibile anche da Paperino e Paperone con l’impegno e la fatica, e il cuginastro fortunato non riuscirà mai a demolire questo fondamento.

Nel caso di Martina, invece, come nelle vicende classiche governate dagli dei, è il corso degli eventi a dominare, per puro intrattenimento: Paperino e Paperone non possono cambiare la propria sorte, perché così non sta scritto.

L’eccezione di Paperinik

Come ben sappiamo, a tutto c’è un eccezione. E, nel caso del Gastone di Guido Martina, questa si chiama Paperinik. Dopo anni di soprusi, angherie e sofferenze, i lettori chiedevano una rivalsa per il Paperino italiano, sia sull’avaro Paperone che sull’odioso Gastone. Con la nascita del supereroe, Martina ha concesso quest’opportunità.

Paperinik diabolico vendicatore

Nella storia d’esordio del personaggio, Paperinik il diabolico vendicatore, sembra all’inizio svilupparsi il già noto schema: Paperino agisce scorrettamente, tenendo l’atto di proprietà di Villa Rosa anche se spettava a Gastone, sfrutta i nipoti e grazie al suo caratteraccio perde un’opportunità di ricchezza (cacciando il cane di una ricca signora nobile, e la sua ricompensa, accolta invece da Gastone).

Ma il finale, però, è in questo caso sorprendente, ed è la vera ragione per cui il personaggio di Paperinik è così amato. Dopo anni di sconfitte predeterminate, a cui Paperino si era rassegnato, appare una luce di speranza e accade l’inimmaginabile. In una storia scritta da Guido Martina, Paperino umilia i suoi aguzzini, Paperone e Gastone, con astuzia e scaltrezza, facendo nascere nel lettore quel senso di soddisfazione che era così prevalente nelle storie di Barks.

vendetta

Al di là delle sue successive interpretazioni, infatti, Paperinik sarà sempre un vendicatore: come chiesto dai lettori, è il latore del senso di giustizia che mai aveva albergato nei conflitti tra i due cugini descritti da Martina. Un climax che l’autore ha costruito in anni di lavoro a Topolino, formando il personaggio più bistrattato di sempre e consentendogli una vendetta, che, come da proverbio, è un piatto gustato freddo (Paperinik è infatti nato nel 1969, ben 20 anni dopo le prime storie con Paperino scritte da Martina).

A consolidare questo suo ruolo di vendicatore è la storia successiva, Paperinik alla riscossa. Gioite tutti, lettori di Martina, perché questa è la vostra chance. Con la stessa abilità con cui congegnava ad arte le sventure di Paperino, l’autore realizza con il ciclo di Paperinik un’epica vendetta. Possiamo dunque capire perché, dopo anni, le sue storie siano considerate tra le migliori di sempre e la sua eredità sia così riverita. E per capire questo, abbiamo anche avuto bisogno di Gastone!

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Lorenzo Oliva

Immagini © Disney – Panini Comics

Alcune immagini da: Lo spazio bianco

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