Per quale motivo la scena della morte di Clayton è così degna di nota? Dopotutto, non è lui il primo (né l’ultimo) dei cattivi Disney a fare una brutta fine. L’incontro con la “nera incappucciata” è in molti casi il contrappasso per le azioni criminose commesse da questi individui.
Tuttavia solo poche morti, nel canone dei Classici Disney, sono state particolarmente forti a livello di impatto visivo. Una di queste è proprio quella dell’antagonista del film Tarzan. Che voi siate adulti o bambini è molto probabile che, assistendo a quella scena, possiate rimanere turbati – soprattutto considerato il contesto.
Ma quali sono gli elementi che la rendono così spaventosa? Risponderemo a questa domanda all’interno di questo nuovo episodio di Disney Dark, la nostra rubrica dedicata ai momenti più inquietanti della filmografia Disney.
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La storia di Tarzan
Prima di cominciare la nostra analisi, presentiamo in breve il film in questione. Tarzan è il 37° Classico Disney, diretto da Chris Buck e Kevin Lima e trasmesso nei cinema statunitensi nel 1999. Storicamente, è conosciuto come il film che ha chiuso quel periodo d’oro noto come Rinascimento Disney, in cui videro la luce opere come La sirenetta, La bella e la bestia e Il re leone.
Il protagonista è Tarzan, un umano che da neonato venne adottato da una gorilla di nome Kala dopo la tragica morte dei genitori naufraghi.
Questi eventi hanno portato all’incontro tra il bambino e la gorilla. Ben presto nasce un’intesa tra questi due individui, così simili e diversi allo stesso tempo. Così Kala decide di adottare il piccolo, il quale crescerà in mezzo ai gorilla, cercando di essere alla loro altezza pur non appartenendo alla loro specie.

Tarzan cresce e si integra perfettamente all’interno della sua nuova famiglia. Tuttavia, la situazione cambia nel momento in cui incontra altri umani come lui. Si tratta del professor Porter, di sua figlia Jane e del cacciatore Clayton, che si trovano nella giungla africana con l’intenzione di trovare e studiare i gorilla.
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Clayton: da guardia del corpo a doppiogiochista
Tra questi personaggi, Clayton è quello che più ci interessa in questo caso. Alla sua prima apparizione, si presenta come guardia del corpo dei due studiosi. Infatti, Porter e la figlia lo hanno assunto con lo scopo di proteggerli dalle avversità della giungla, notoriamente un luogo insidioso.
Apparentemente, sembra che la loro scelta sia stata saggia: il cacciatore dimostra di avere un certo bagaglio di esperienze nella natura selvaggia. Oltretutto, ha anche un atteggiamento abbastanza spavaldo e sicuro di sé, sebbene sia rude e dal “grilletto facile”. Insomma, non si può dire che sia il massimo della simpatia.
Purtroppo, quello di Clayton non è semplicemente un pessimo carattere. Nell’ultimo atto del film, i protagonisti scoprono una terribile verità: Clayton è un doppiogiochista. Lui e l’equipaggio della nave che ha portato gli studiosi in Africa volevano trovare i gorilla per catturarli e rivenderli al miglior offerente.
Sconvolti dal tradimento Tarzan, Jane e il professor Porter non possono permettere che accada un simile disastro. Così, grazie all’aiuto di diversi animali della giungla, si preparano ad affrontare il cacciatore e i suoi sgherri con le unghie e con i denti.
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Lo scontro finale e la morte di Clayton
Infine, arriviamo allo scontro finale. Tra pugni, calci e colpi di proboscide, gli alleati di Clayton vengono sconfitti. Ma il cacciatore non si arrende e, con due colpi di fucile, ferisce Tarzan e colpisce mortalmente Kerchak.
Tarzan scappa in cima agli alberi e Clayton lo insegue per finirlo e poter finalmente portare a compimento il suo piano. I due si scontrano, finché Tarzan non si impossessa del fucile. Potrebbe sparare al suo nemico, ma capisce che così facendo si abbasserebbe al suo stesso livello, e dunque distrugge l’arma.
Tuttavia, Clayton ha ancora il suo machete, con cui cerca di ammazzare il protagonista. I due finiscono per combattere aggrappati alle liane di un albero. Tarzan le usa per bloccare braccia e gambe del suo avversario, impedendogli di continuare ad attaccarlo.
Accecato dalla furia, il cacciatore comincia a tirare fendenti per tagliare le liane e liberarsi dalla loro morsa. Tuttavia, accadono due eventi che si riveleranno fatali:
- Senza che Clayton se ne accorga, una delle liane gli si avvinghia attorno al collo.

- A causa della furia dei suoi attacchi, il cacciatore taglia inavvertitamente anche la liana a cui era aggrappato.
Così, Clayton precipita nel vuoto. Cerca di liberarsi con tutte le sue forze, ma invano: con un colpo secco, la liana si tende. Proprio così: Clayton muore impiccato.
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Cosa rende la morte di Clayton così spaventosa?
Siete rimasti spiazzati, non è vero? Del resto, quante volte avete visto l’antagonista di un Classico Disney – un film per famiglie, dunque – perire in un modo così atroce? Effettivamente, è proprio questa una delle caratteristiche che rendono la morte di Clayton così d’impatto: la sua unicità.
Quando il villain di un Classico perde la vita, non è comune che ciò avvenga in modo troppo esplicito. Per esempio, molti di loro muoiono precipitando da una grande altezza. Con questo escamotage, è possibile capire che il personaggio è morto senza vederne il corpo sfracellato al suolo.
Altri lungometraggi, invece, hanno stravolto questa regola, proponendo delle soluzioni diverse e più audaci: Tarzan è uno di questi. A conti fatti, anche in questo caso il cattivo precipita nel vuoto, ma con una dinamica nuova e, ad oggi, mai più riproposta.
Un gran lavoro di disegni, animazione e musica
Naturalmente, tutto questo è stato possibile grazie all’ottimo lavoro del team artistico che ha lavorato a questo film. Il secondo merito di questa scena è quello di rappresentare il culmine (e la conclusione) di una battaglia concitata, in cui lo scontro tra i due personaggi è animato alla perfezione.
Oltre a questo, la scena è arricchita dalle ottime atmosfere e ambientazioni. I giganteschi rami degli alberi, il cielo notturno costellato di lampi e la musica incalzante tengono lo spettatore in costante tensione dall’inizio alla fine della lotta.
La messa in scena
Infine, è necessario sottolineare la maestria con cui la morte di Clayton viene messa in scena. Essendo un film per famiglie, uno dei compromessi a cui deve sottostare è il fatto che la violenza non possa essere mostrata in modo troppo esplicito. Tuttavia, visto quello che accade, la scena doveva comunque essere sufficientemente forte.
Quindi, gli artisti hanno deciso di giocare con le inquadrature. Durante la scena, viene posta l’attenzione sui particolari: la liana che si avvolge attorno al collo del cacciatore, il momento in cui quest’ultima si tende di colpo, l’ombra del cadavere proiettata da un lampo sulla roccia. In questo modo, lo spettatore riesce a capire come è morto Clayton senza vederlo direttamente.
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Versione alternativa della morte di Clayton
Per concludere, vogliamo rivelarvi una piccola curiosità: esiste una versione alternativa della morte di Clayton. In questa prima versione lo scontro finale non avveniva in mezzo alla giungla, ma sulla nave. Inoltre, era previsto che quest’ultima esplodesse a causa dell’infiammazione di alcuni barili di carburante. Il cacciatore sarebbe perito proprio a causa della deflagrazione.
Perché il team artistico ha deciso di scartare questa scena? Ci sono diverse ragioni. Innanzitutto, i creatori ritenevano che, a livello visivo, questa morte sarebbe stata eccessivamente violenta. Perciò hanno deciso di modificare il contesto e le modalità con cui essa avveniva.
Secondariamente, un simile risvolto avrebbe reso incoerente il protagonista. Tarzan afferma di non voler abbassarsi al livello di Clayton. Tuttavia, in questa versione, non si sarebbe fatto problemi a gettare due marinai in mare, in pasto ai coccodrilli. Oltretutto, sarebbe stato parzialmente responsabile della morte del cacciatore, in quanto sarebbe stato un suo gesto, pur se di autodifesa, a provocare l’esplosione.
Infine, il team artistico riteneva che questa variante della scena non avrebbe reso al meglio il lato bestiale di Clayton, a differenza della versione definitiva. Dopotutto, il motivo per cui il cacciatore muore è il fatto che, preso dalla furia, ha dato sfogo ai suoi istinti ferini, ignorando la ragione. Proprio questo è ciò che lo ha portato a distruggersi con le sue stesse mani.
Forse anche per questo la scena della morte di Clayton è così d’impatto: di fatto, assistiamo su schermo alla “trasformazione” di un uomo in bestia selvaggia. Il cacciatore si fa animale. Nel farlo, rinuncia all’uso della ragione e muore per un passo falso. Un’uscita di scena abbastanza inquietante, non trovate?
Immagini © Disney
Guido Romeo