Nel 1942 esce per Four Color Comics una storia a fumetti dal titolo Donald Duck finds Pirate Gold (in italiano: Paperino e l’oro del Pirata). I disegni sono affidati a due semi-sconosciuti artisti di casa Disney di nome Jack Hannah e Carl Barks. È l’esordio ufficiale di Barks nel dietro le quinte delle avventure fumettistiche dei paperi. È – senza dubbio – l’inizio di un’era.
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Ebbene, se esistono dei punti nel tempo prima dei quali e dopo i quali le cose cambiano per sempre, la pubblicazione del n. 9 di Four Color Comics è senz’altro uno di questi. Carl Barks diventa in poco tempo il punto di riferimento nell’ambiente fumettistico dei Paperi. Ma quali vicende hanno portato l’Uomo dei Paperi a disegnare pennuti disneyani in strisce a fumetti?
Il film mai realizzato: Morgan’s Ghost
Nella storia degli Studios di Burbank, è normale trovare soggetti messi da parte o storyboard mai sviluppati. Le ragioni sono molteplici e spesso difficili da cogliere. Resta il fatto che l’eventualità di una cancellazione fa parte delle dinamiche di produzione e, in un certo senso, del processo creativo stesso. È per questo che, andando a spulciare negli archivi della Disney, non è raro incappare in progetti mai realizzati. Tra questi, uno in particolare: Morgan’s Ghost.
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Si tratta di una storia a tema piratesco con protagonisti Topolino, Paperino e Pippo (nel soggetto originale era anche presente Pluto). In gran parte ispirato al romanzo L’Isola del Tesoro di R. L. Stevenson (1883), Morgan’s Ghost presenta numerosi stilemi del genere di riferimento. La trama infatti ruota attorno ad una fantomatica mappa del tesoro: il tesoro del Capitano Morgan, nascosto in un’isola deserta, infarcita di elementi tipici quali ossa incrociate a segnare il punto dove scavare, teschi e fantasmi di pirati. Stereotipi?
Forse. Ma di certo non al livello di quelli presenti nel soggetto originale, scritto nel 1939 da Al Perkins e Dick Creedon. Con il titolo Pieces of Eight, or The Three Buccaneers, la narrazione ci mostra la minaccia di un uragano, l’eruzione di un vulcano e l’apparizione del fantasma di nientepopodimeno che… Robinson Crusoe. Un pelo eccessivo. Non a caso, in Morgan’s Ghost tutti questi elementi vengono cestinati; ma ciò non basta.
Il film non verrà mai realizzato. Morgan’s Ghost, infatti, non riesce a superare la fase dello storyboard, che all’epoca della cancellazione contava circa 800 disegni numerati. Nonostante lo stadio avanzato, il progetto – viene proprio da dirlo – si arena e viene abbandonato. Per quali motivi?
Come già accennato sopra, non sempre sono chiare le ragioni di una scelta del genere. Spesso si tratta di scelte del tutto discrezionali di direzione artistica; altre volte di valutazioni all’esito di indagini circa il grado del rischio di flop; o ancora, per ragioni di semplice priorità (è vero infatti che in quegli anni la Disney era completamente assorta nella produzione di corti di propaganda per l’esercito; siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale).
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Comunque, lo storyboard viene archiviato. Ma le vicende di Morgan’s Ghost non sono certo destinate a fermarsi per sempre. E forse, con un pizzico di fortuna, porteranno al successo non solo una storia degna di pubblicazione, ma anche un giovane illustratore di casa Disney. Avete capito a chi ci stiamo riferendo?
Carl Barks e la prima storia a fumetti di Paperino
È l’inizio del 1942. Il direttore editoriale della Western Printing (Oskar Lebeck) è in cerca di una storia per Paperino e sta volando da New York a Burbank proprio adesso per trovarla. La Western Printing è una società che si occupa della pubblicazione di albi a fumetti – i Four Color Comics (o anche Four Color) – per Walt. La collaborazione prosegue ormai da sette anni.
Siamo a Burbank Ca, sede degli Studios. Una volta lì, Lebeck si lascia incantare da una storia piratesca incompiuta che rievoca il fantasma del celebre Henry Morgan. Il titolo la dice tutta: Morgan’s Ghost. È la storia perfetta per l’introduzione fumettistica di Paperino, in linea col suo tipico abbigliamento da marinaio.
Scelto il soggetto, Lebeck si fionda da John Rose – capo degli sceneggiatori per i corti – per farsi consigliare un paio di illustratori. Saltano fuori i nomi di Jack Hannah e di Carl Barks, che lavorano per Walt come visualizzatori di storyboard: una mansione non molto lontana da quella del fumettista. Così i due accettano la proposta e si mettono all’opera. Lavorano sempre: di giorno agli Studios e di notte a casa.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});Nel giro di poco, Barks e Hannah riescono a produrre la bellezza di 64 tavole (32 a testa) e nel mese di ottobre dello stesso anno la storia vede la luce. È sul n. 9 di Four Color Comics. La storia si intitola Donald Duck Finds Pirate Gold. In italiano verrà tradotta con il titolo Paperino e l’Oro del Pirata.
Paperino e l’Oro del Pirata
In questa storia, Paperino e i suoi tre nipotini fanno l’incontro di Bacicin Parodi, un pappagallo pirata che li coinvolgerà in una vera e propria caccia al tesoro! Si tratta del tesoro perduto del Capitano Morgan, nascosto in un’isola deserta in mezzo all’oceano. Tesoro sul quale anche il famigerato Pietro Gambadilegno farà di tutto per metterci le mani… senza riuscirci! L’intervento provvidenziale di Qui, Quo e Qua e delle loro noci di cocco, infatti, è quanto basterà per mettere ko Gambadilegno e i suoi scagnozzi e… per concludere Paperino e l’Oro del Pirata con un meritato lieto fine.
I disegni, come già detto (sopra), sono di Carl Barks (tavole 1, 2, 5, 12 – 40) e di Jack Hannah (3, 4, 6 – 11 e 41 – 64). Dei due, avremmo qualcosa da dire di uno: Barks, ovviamente. In Paperino e l’Oro del Pirata, il futuro Uomo dei Paperi ci regala un’assaggio del suo talento.
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Ci stiamo riferendo alla scena in cui Gambadilegno cerca di sottrarre la mappa ai nostri eroi approfittando del buio (… e del loro sonno). La bellezza di questa sequenza sta tutta nella totale assenza di dialoghi. Barks riesce a farci dimenticare che stiamo leggendo fumetti, regalandoci l’illusione di un vero e proprio movimento cinematografico.
La sceneggiatura, scritta da Bob Karp, è piuttosto semplice e lineare. Il che è un valore aggiunto! La storia, infatti, si sviluppa senza inutili ghirigori e dà modo ai personaggi di esprimersi al meglio.
Inoltre, si tratta di un diretto adattamento proprio di Morgan’s Ghost (con qualche piccola differenza). Ritroviamo infatti il pappagallo Bacicin Parodi (Yellow Beak, nella versione originale), Paperino e Gambadilegno. Mancano Topolino e Pippo, sostituiti da Qui, Quo e Qua. Inoltre, l’apparizione del vero fantasma del Capitano Morgan (presente in Morgan’s Ghost), viene rimpiazzata da una messa in scena di Gambadilegno… con indosso un lenzuolo bianco per impersonarlo.
L’importanza di Paperino e l’Oro del Pirata
Paperino e l’Oro del Pirata è il primo incontro fumettistico tra Barks e i paperi. È bene ripeterlo! Senza la cocciutaggine di Lebeck nel voler sviluppare proprio una storia con protagonista Paperino, e senza il buon fiuto di Rose… forse le cose sarebbero andate diversamente.
Fortunatamente, Carl Barks si innamora di Paperino e delle incredibili potenzialità di un mondo a fumetti abitato da paperi e papere. Poco dopo la pubblicazione del n. 9 di Four Color, Barks rassegna le dimissioni per dedicarsi esclusivamente ai suoi amati paperi. È il 6 novembre del 1942.
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Giacomo Lamonica
Immagini © Disney
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