Una delle qualità che hanno sempre caratterizzato i Classici Disney consiste nella loro capacità di trasportare gli spettatori in luoghi straordinari, siano essi esotici o fantascientifici, futuristici o appartenenti alle epoche passate. Dal lontano 1937, quando uscì il primo Classico Biancaneve e i sette nani, i fan della Company hanno avuto la fortuna di visitare i mondi più bizzarri e affascinanti possibili. E poco importa se davanti a loro si interpone lo schermo di un televisore, o il telo di di un cinema. La cosiddetta quarta parete dei Classici Disney ha la caratteristica di essere estremamente sottile e facilmente penetrabile.
Nel corso di più di ottanta anni, gli animatori della casa di Walt hanno avuto la possibilità di sbizzarrirsi a più non posso, dando libero sfogo alla loro vulcanica fantasia. Così sono nati castelli incantati, città utopiche, foreste stregate e chi più ne ha più ne metta. Ma la fantasia degli artisti, qualsiasi sia l’ambito in cui si esprimono, non può fare a meno di una fonte di ispirazione. Si parte da un’esperienza reale e la si sviluppa in modi imprevedibili giocando con l’immaginazione.
Per questo, molte ambientazioni che si possono ammirare nei film Disney sono riconducibili a opere architettoniche e ambienti naturali che esistono davvero nel nostro mondo. In questo articolo, andremo a scoprire alcuni dei luoghi reali che hanno ispirato quelli immaginari nei Classici Disney.
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Alcàzar di Segovia – Castello di Grimilde (Biancaneve e i sette nani)
Nel primo Classico Disney fa capolino, già nella primissima scena, il grande castello della regina Grimilde. Costruito su una scogliera a picco sul mare o su un lago, si staglia in modo prepotente con le sue numerose torri sopra un piccolo gruppetto di case. La sua struttura e la posizione possono essere interpretate infatti come una metafora della personalità della sua padrona. Misteriosa, affascinante ma anche estremamente arcigna e decisa. Decisa nel voler farsi riconoscere dal suo reame come la donna più bella in assoluto.
Ma nel profondo dei suoi sotterranei, bui e degradati, la regina svela la sua vera natura di strega malvagia, svestendo i ricchi abiti regali per indossare una lurida veste nera. Maestosità, bellezza e mistero.
Pare quindi difficile non riconoscere le somiglianze del castello di Grimilde con l’Alcazàr di Segovia, fortezza situata nell’omonima città spagnola. Edificata nell’XI secolo dal re Alfonso VI dopo la Reconquista del Regno di Castiglia da parte dei Cristiani a scapito degli Arabi, il castello è stato per tutto il Medioevo la residenza dei sovrani iberici. Modificata più volte nel corso della storia del regno, dal 1474 ospitò anche una certa Isabella di Castiglia. La stessa che finanziò il viaggio verso le Indie di Cristoforo Colombo.
In seguito la fortezza venne convertita in accademia militare e successivamente in prigione di stato, finché un grosso incendio non la danneggiò pesantemente nel 1862. Solo alla fine del XIX secolo venne restaurata completamente e adesso è aperta al pubblico e visitabile da chiunque.
Nonostante non ci siano fonti ufficiali a confermare che Walt Disney e i suoi animatori si siano effettivamente ispirati a questo monumento per il castello di Grimilde, le somiglianze sono evidenti. Più di quante ce ne siano con altri castelli della Germania, terra d’origine dei fratelli Grimm, autori della fiaba originale. La struttura delle guglie delle torri e la sua posizione sopraelevata sulla città lasciano pochi dubbi. Inoltre, anche l’Alcazar si trova nei pressi di uno specchio d’acqua, analogamente al castello di Grimilde. Chissà se ha anche uno specchio magico al suo interno?
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Grand Central Terminal – Game Central Station (Ralph Spaccatutto)
Per uno dei Classici Disney più audaci e rivoluzionari e che strizza l’occhio alla generazione dei millennial come Ralph Spaccatutto, la scelta per uno dei luoghi fondamentali della trama doveva essere ben precisa. Se si pensa a una sala giochi come a una grande comunità, fatta di “eroi”, “cattivi” e PNG, si ha anche la necessità di trovare loro un modo di comunicare. Di incontrarsi. Di potersi invitare a vicenda nei rispettivi mondi virtuali. Per questo, serviva un luogo di scambio e di collegamento per l’infinita varietà di personaggi.
Una stazione! Situata, con genialità, nella ciabatta multipresa che collega tutti i cabinati dei videogame alla corrente elettrica. E dove ogni presa rappresenta il terminal al quale giungono i treni che portano ai videogiochi. Questa è la Game Central Station in Ralph Spaccatutto. Un crocevia, battuto da una moltitudine di personaggi, per raggiungere i set più inimmaginabili, siano essi un regno fatto interamente di dolci, o una Terra in un futuro apocalittico.
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Una tipica stazione dei treni di una grande città è esattamente il luogo migliore a cui ispirarasi per soddisfare queste esigenze. Il viavai di persone, il traffico di treni, i controllori. C’è tutto. Ma la scelta doveva ricadere irrimediabilmente in una delle più iconiche e conosciute stazioni del mondo: la monumentale Grand Central Terminal di New York. Tuttora la stazione ferroviaria più grande del pianeta per numero di banchine.
Situata a Midtown Manhattan, fu inagurata nel 1913 dopo che la precedente stazione, la Grand Central Station, venne demolita completamente. Non a caso i newyorkesi si riferiscono all’attuale stazione con il nome di quella precedente. Il suo punto forte è senza dubbio l’atrio principale, il Main Concourse, con le sue riconoscibili vetrate che affacciano sulla Quarantaduesima Strada e il soffitto decorato, una splendida volta verde realizzata nel 1930, quando il vecchio tetto iniziò a cedere. Adesso, alzando la testa, si possono ammirare le costellazioni del cielo (anche se al contrario!).
Una curiosità sul Main Concourse: nel 1957, per risollevare il morale degli americani nella cosiddetta “corsa allo spazio”, l’atrio della Grand Central Terminal ospitò il missile Redstone. Peccato che fosse troppo alto e, per farlo entrare, l’unica soluzione fosse quella di bucare il soffitto. Ciò lascia intendere quanto gli americani ci tenessero ad atterrare sulla Luna.
Castello di Chillon – Castello di Eric (La sirenetta)
Altra fiaba, altro castello, altra ispirazione. Siamo agli inizi del Rinascimento Disney e, per rilanciare definitivamente il destino dei Classici, lo studio torna a ispirarsi a favole europee. Nel caso de La sirenetta, primo Classico del fortunatissimo ciclo, gli autori si basarono sull’omonima fiaba dell’autore danese Hans Christian Andersen, divenuta talmente celebre da giustificare una statua della protagonista a Copenaghen.
Ovviamente, come in molte fiabe, non è chiaro dove sia ambientato il racconto originale di Andersen, così come il film Disney. Però Ariel vive sul fondo del mare, mentre il castello del principe Eric viene raffigurato affacciato sulla costa. Pare evidente quindi che il suo regno si trovi sul mare. Ma gli animatori de La sirenetta hanno tratto lo spunto per il castello da un lago!
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Lo splendido Castello di Chillon, su cui si basa evidentemente la residenza dell’amato di Ariel, si trova infatti in Svizzera, sul Lago di Ginevra. Questa struttura dallo stile romanico, risalente con molta probabilità al IX-X secolo, prende il suo nome da quello dell’isolotto su cui è costruito, che in dialetto valdese significa “pietra piatta”. Inizialmente apparteneva a un vassallo del conte di Savoia Umberto III, ma nel XII secolo i nobili trovarono qualla location estremamente gradevole e decisero di farne la loro residenza estiva.
Nel corso dei secoli, il castello cambiò spesso funzionalità, passando da residenza a prigione e viceversa. Anche i suoi proprietari cambiarono più di una volta: dopo i conti di Savoia, passò in mano ai bernesi, e divenne la residenza dell’ufficiale giudiziario. In seguito, la zona entrò a far parte della giurisdizione del cantone francofono di Vaud, dove si trova tuttora, e il castello vide cacciare i suoi vecchi occupanti di lingua tedesca. Durante questo periodo, fu anche utilizzato come deposito di armi.
Da sottolineare come la bellezza del castello non avesse attirato solo gli animatori Disney. Furono molti gli artisti che lo sfruttarono per le loro opere. Uno su tutti Lord Byron, che realizzò la sua poesia Il prigioniero di Chillon, ispirandosi a un illustre prigioniero ospite del castello nel Medioevo. Piccola curiosità: la fortezza, nei suoi numerosi passaggi di proprietà, non venne mai presa d’assedio, ma solo ceduta su trattativa.
Bayou – Palude del Diavolo (Le avventure di Bianca e Bernie)
La fase “storica” degli studi conosciuta come Medioevo Disney stava per giungere. Alcune ambientazioni delle pellicole di quel periodo furono più volte cupe e oscure. In alcuni casi ai limiti dell’horror. Le avventure di Bianca e Bernie, essendo uscito nel 1977, non fa parte a pieno titolo del medioevo cinematografico della compagnia, ma ha comunque risentito della crisi che coinvolse lo studio in seguito alla morte del suo fondatore nel 1966 e che si sarebbe acuita nel corso degli anni.
Un elemento fondamentale che gli fornisce questa aura tetra è sicuramente la sua ambientazione principale: la Palude del Diavolo. Lugubre. Buia. Umida. Popolata da animali pericolosi. C’è tutto per renderlo uno dei luoghi più inquietanti dei Classici Disney. È qui che la perfida Medusa si stabilisce dentro a un battello abbandonato. Perché è proprio nella palude che si trova il leggendario Occhio del Diavolo, un enorme diamante nascosto dai pirati secoli prima. Un luogo sicuramente da evitare. Ma se vi dicessimo che esiste davvero?
La Palude del Diavolo è ispirata ai cosiddetti bayou del sud-est degli Stati Uniti. Si tratta infatti di particolarissimi ecosistemi creatisi in prossimità del delta del fiume Mississipi, in Lousiana. Se avete visto l’altro Classico Disney La principessa e il ranocchio saprete di cosa stiamo parlando. Una immensa palude che si estende per miglia e miglia, ricca di flora e di una particolare fauna. Lucertole, serpenti, rane… E ovviamente gli alligatori! Un habitat perfetto per i cuccioli di Medusa: Bruto e Nerone.
Il nome deriva probabilmente dalla parola “bayouk” della lingua choctaw parlata dai nativi americani del luogo, che significa appunto “piccola corrente“. In quelle regioni infatti, il fiume Mississipi scorre talmente lentamente da formare enormi ristagni d’acqua, i quali hanno creato questo particolare ecosistema. Il più grande di questi bayou è il Bayou Bartholomew, che si estende per 586 chilometri di lunghezza tra la Lousiana e l’Arkansas. Trovandosi poi tutti in prossimità del Golfo del Messico, non sarebbe nemmeno inverosimile che qualche pirata ci avesse davvero nascosto un suo tesoro.
Chiesa di Sant’Olaf – Cappella di Arendelle (Frozen – Il regno di ghiaccio)
Con il periodo del Revival Disney si torna a esplorare, nei Classici, i luoghi tipici del continente europeo. Nel caso di Frozen – Il regno di ghiaccio, gli studios decisero di adattare nuovamente una favola di Andersen, ovvero La regina delle nevi. Ed essendo quest’ultima ambientata in Scandinavia, la Norvegia sembrava proprio il luogo ideale in cui ambientare il film. Il fittizio regno di Arendelle viene collocato su un fiordo, tipica insenatura delle coste norvegesi, verde e rigoglioso durante l’estate e completamente ghiacciato durante l’inverno.
Vicinissima alla costa, si trova l’alta montagna dove Elsa costruisce il suo favoloso castello di ghiaccio. Nascosto tra la neve, si staglia in aperto contrasto col caldo e accogliente palazzo di Arendelle, dove Elsa e Anna hanno vissuto la loro infanzia, insieme ai genitori ormai morti. Troppo accogliente, troppo caldo, troppo aperto affinché Elsa riesca a nascondere i suoi poteri magici. È qui che però avviene la sua cerimonia di incoronazione. E non poteva certo essere un gran successo…
Proprio nella cappella del castello di Arendelle, dove dovrebbe avvenire la celebrazione, spicca il riferimento più evidente alla Norvegia. La struttura della stanza è infatti probabilmente ispirata all’interno della Chiesa di Sant’Olaf, nella città di Balestrand. Consacrata all’omonimo santo norvegese (che non era un pupazzo di neve!), questa chiesa anglicana richiama in modo abbastanza evidente lo stile delle stavkirke, ovvero delle chiese medievali in legno. Tipiche del territorio nord-europeo, queste particolarissime strutture sono interamente costituite da tavole di legno e poggiano su delle assi verticali che in norreno sono chiamate appunto stafr.
Nonostante la chiesa rispecchi lo stile medievale scandinavo, è stata costruita molto più recentemente, nel 1897, per volontà della signora Margaret Sophia Green Kvikne. Suo marito era un’importante personalità della città di Balestrand, tanto che i suoi discendenti posseggono tuttora un lussuoso albergo nei dintorni. Quando lei si ammalò di tubercolosi, confidò al marito che il suo sogno era quello di costruire nella città una chiesa anglicana, essendo lei inglese. Il signor Kvikne non ci pensò su due volte e assecondò il desiderio della moglie, lasciando la Chiesa di Sant’Olaf in eredità ai cittadini.
San Francisco – San Fransokyo (Big Hero 6)
L’ambientazione futuristica era praticamente obbligatoria, in questo commovente e coinvolgente Classico Disney. Un giovane e brillante inventore che realizza un robot-medico gonfiato ad aria, doveva per forza vivere in un’allegra e tecnologicamente avanzata città. Per questo in Big Hero 6, cinquantaquattresimo tra i Classici Disney, è stata realizzata un’ambientazione assai peculiare. Una fantascientifica città, unione di due tra le metropoli più famose al mondo: San Fransisco e Tokyo. Risultato: San Fransokyo.
Questa fittizio agglomerato urbano è ricco di monumenti estremamente particolari, facilmente riconducibili alla controparte californiana. Si pensi all’imponente ponte sulla baia, evidentemente ispirato al Golden Gate Bridge, in questo caso in uno stile parzialmente nipponico. O alla famosissima Lombard Street, gli eleganti viali in salita, e i tipici tram, che richiamano immediatamente l’atmosfera della metropoli statunitense.
Ma non mancano nemmeno i riferimenti alla capitale giapponese. La città di San Fransokyo è infatti costellata di pagode, così come di futuristici grattacieli. Tutto è estremamente luminoso, appariscente, quasi psichedelico. Le strade sono una fucina di marchingegni ad alta tecnologia.
L’idea degli animatori era infatti di ambientare la storia a San Francisco, ma di inserirci molti elementi di Tokyo, in onore dell’ambientazione originale della storia. Non molti sanno infatti che il film di Big Hero 6 è ispirato all’omonimo fumetto Marvel, ambientato, per l’appunto, in Giappone.
Venne anche ideato un background che giustificasse questa miscela: in quella realtà, San Francisco sarebbe stata ricostruita dagli immigrati giapponesi dopo esser stata distrutta nel famoso terremoto del 1906.
Mont Saint-Michel – Corona (Rapunzel – L’intreccio della torre)
Soltanto pochissimi anni prima, i Disney Studios proposero il riadattamento della famosissima storia di Raperonzolo. Concepita dai fratelli Grimm nel diciannovesimo secolo, la fiaba racconta della bella fanciulla dai capelli lunghissimi, rinchiusa in una torre dalla strega Gothel. Il film Rapunzel – L’intreccio della torre del 2010 riprende molto fedelmente l’intera storia, anche dal punto di vista delle location.
Qui infatti la fanciulla rapita è la principessa di un regno lontano. Sottratta da Gothel alla sua famiglia quando era ancora in fasce, viene rinchiusa per anni in una torre nella foresta. Lo scopo della donna è quello di sfruttare per sé il magico potere ringiovanente dei suoi capelli. Purtroppo per lei, i sovrani del regno, in occasione dei compleanni della figlia, mandano in cielo tantissime lanterne luminose, nella speranza di attirare la sua attenzione. Rapunzel, quindi, cresce tutta la vita prigioniera nella torre, ma desiderosa di visitare il luogo da dove provengono quelle lanterne che volano lo stesso giorno tutti gli anni. Senza sapere che quel luogo è casa sua.
Così, al di là di qualche leggero timore, non si tira indietro quando il fuorilegge Flynn Rider (o Eugene Fitzherbert, se preferite) giunge da lei e le propone di fuggire. Dopo un tortuoso viaggio per i boschi, inseguiti dalla legge e da madre Gothel, alla fine i due giungono nella splendida capitale del regno: la città di Corona.
Rapunzel fa parte di quei Classici Disney dall’ambientazione medievale europea, per cui per realizzare in video i luoghi immaginati dagli sceneggiatori, gli animatori posarono gli occhi di nuovo sul Vecchio Continente. Nella struttura della città di Corona, sormontata da un imponente castello e sospesa in mezzo al mare, si possono notare immediatamente evidenti somiglianze con il famosissimo castello di Mont Saint-Michelle in Francia. Questo celebre isolotto vicino alle coste della Normandia ha la peculiarità di collegarsi alla terraferma durante la bassa marea. Per questo, l’Abbazia di San Michele Arcangelo presente sull’isola, insieme al villaggio sottostante, acquista un’atmosfera incantevole e misteriosa.
L’abbazia sembra risalire al X secolo e nel corso della storia è divenuta famosa per essere stata una roccaforte contro gli inglesi durante la Guerra dei cent’anni, nel Medioevo. Durante la Rivoluzione Francese, i monaci furono però cacciati e l’abbazia divenne una prigione fino al 1863, quando fu restituita alla diocesi. Secondo la leggenda, inoltre, l’abbazia fu edificata per volere dello stesso Arcangelo Michele, che chiese per ben due volte al vescovo del luogo di costruirgli una chiesa. Al terzo rifiuto, l’angelo gli bruciò il cranio con un tocco, senza però ucciderlo. Solo a quel punto, il vescovo si convinse.
Riquewhir – Villaggio di Belle (La bella e la bestia)
Tutto qui è un bel paesino. Ogni dì qui non cambia mai. È così che la gente vive, con semplicità.
Così esordisce la canzone Il racconto di Belle, all’inizio del film. Mentre Belle esce di casa per le commissioni giornaliere, canta della vita nel suo piccolo paese, accompagnata costantemente dai commenti degli abitanti. Subito si comprende la differenza di vedute tra la protagonista e gli altri personaggi. Mentre il fornaio, l’ortolano, il barbiere e le comari restano ben ancorati nella loro piccola realtà di campagna, Belle sogna a occhi aperti e fantastica di castelli e paesi lontani. Quel piccolo villaggio le va stretto. In particolar modo anche a causa di Gaston, il suo spasimante bullo e ignorante.
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Ma nella realtà in pochi la pensano nello stesso modo di Belle, poiché il villaggio a cui si ispira quello del film è una meta turistica molto frequentata. Situato nel cuore dell’Alsazia, in Francia, il villaggio di Riquewhir ha ottenuto il riconoscimento di “borgo più bello di Francia”, grazie alla sua cornice di casette in legno dai mille colori.
Dato che l’Alsazia è stata più volte contesa, nel corso della storia, tra Francia e Germania, la sua architettura ha sicuramente risentito dell’influenza di entrambe le culture. Il risultato, è uno splendido quadro composto da paesini come Riquewhir o il vicino Colmar.
La bellezza di questi luoghi è talmente riconosciuta in tutto il mondo, da essere fonte di ispirazione anche per altri film, oltre ai Classici Disney, tra i quali Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki.
Machu Picchu – Villaggio di Pacha (Le follie dell’imperatore)
Montagne impervie, giungla fitta, ma soprattutto: lama! Tutti questi elementi messi insieme danno un’idea ben precisa dell’ambientazione de Le follie dell’imperatore. La vicenda di Kuzco si svolge nel Perù precolombiano, al tempo del fiorente Impero Inca. In quel momento, gli spagnoli non erano ancora giunti, e gli indigeni avevano sviluppato un regno talmente esteso da risultare il più grande dell’america precolombiana, arrivando lungo quasi tutta la costa pacifica del continente sudamericano.
Durante il loro dominio, gli Inca edificarono numerose città, molte di esse andate perdute con la caduta dell’impero, in conseguenza all’arrivo dei conquistadores. Alcune di esse si inerpicavano fin sulle altissime cime delle Ande. Uno di questi antichi insediamenti è adesso uno dei più importanti siti archeologici del mondo e il terzo per estensione. Stiamo parlando della famosissima Machu Picchu.
Situato a più di duemilaquattrocento metri sul livello del mare, il sito archeologico raccoglie i resti di un’antica città inca, rimasta abitata verosimilmente fino al XVI secolo circa. Circondata da una vasta area agricola, che sfidava l’impervia montagna con i suoi terrazzamenti, la città si estendeva entro una solida cinta muraria. Al suo interno, vi erano molti luoghi importanti, come il Tempio del Sole, usato dagli inca per celebrare il solstizio di estate, e quella che sembra essere un’antica residenza reale.
Non sappiamo se effettivamente il villaggio di Pacha si possa considerare veramente l’antica città di Machu Picchu. Nel vedere le forme delle montagne, non sarebbe azzardato affermare che gli animatori Disney si sono probabilmente ispirati a questi luoghi, per realizzare il quarantesimo dei loro Classici.
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Castello di Neuschwainstein – Castello di Re Stefano (La bella addormentata nel bosco)
E veniamo infine, a una delle più celebri dimore dei Classici Disney, il castello di Re Stefano, padre di Aurora, la protagonista de La bella addormentata nel bosco. L’imponente edificio, con le sue innumerevoli torri, le maestose guglie e le alte mura, è diventato in pratica il simbolo dei Disney Studios, come si evince dalla sigla di presentazione di ogni film.
La sua popolarità è indubbiamente dovuta anche alla posizione centrale delle sue riproduzioni nei parchi Disneyland. In qualunque di essi ci si trovi, da quasi tutti i punti dell’area si possono scorgere le alte torri. Venne assegnato a quell’imponente castello al centro del parco il nome di Sleeping Beauty Castle (Castello della Bella Addormentata).
Il castello esiste davvero: si trova in Germania, nella Baviera, al confine con l’Austria. Poco lontano dalla cittadina di Schwangau, tra i boschi in cima a una collina, si erge maestoso a rimirare la vallata. Il Castello di Neuschwainstein è quello che per definizione può essere definito “il castello delle fiabe”. Imponente, elegante e rifinito, spicca in mezzo alla foresta con le sue caratteristiche guglie azzurre.
Fu realizzato nel 1886 per volere del re bavarese Ludovico II (per gli amici “il re matto”) che desiderava ardentemente un luogo in cui ritirarsi in solitudine. Perciò, fece distruggere le rovine di due antichi castelli per far spazio a questa visionaria opera architettonica che, tra le altre cose, doveva essere anche un omaggio a Richard Wagner, di cui il re era un grande estimatore.
Ironia della sorte, però, Ludovico II riuscì a passare pochissimo tempo nel suo luogo di rifugio eremitico, poiché morì soltanto qualche mese dopo il completamento del castello, in circostanze a dir poco misteriose.
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Siamo giunti quindi alla fine del nostro viaggio tra alcuni dei luoghi che sono stati d’ispirazione per l’ideazione di molte delle ambientazioni dei Classici Disney, i quali hanno alimentato per molto tempo la fantasia e i sogni di molti spettatori. Voi li avete visitati? Se ne avrete l’occasione, andate a vederli di persona. In un attimo, constaterete perché gli artisti degli Studi Disney non abbiano potuto fare a meno di affidarsi a questi scorci che sembrano appartenere a un’altra realtà per rappresentare un mondo di principesse, maghi, animali parlanti e bambini prodigio.
Fai il quiz: Riesci a indovinare il Classico Disney da una sola immagine?
Federico Ravagli
Immagini © Disney, Marvel
Fonti: Wikipedia, Il Messaggero, Il Post