Parlare di un film d’animazione come Chicken Little – Amici per le penne significa entrare in un territorio tutt’altro che piacevole. Infatti, la maggior parte degli spettatori lo ritiene tuttora uno dei peggiori Classici Disney di sempre.
Sin dal suo debutto, il 3 Ottobre 2005 a Los Angeles, questo lungometraggio è stato accolto da numerose critiche negative. Sia il pubblico che la critica lo recepirono con estrema freddezza, ed è difficile trovare pareri positivi nei suoi confronti.
Per quale ragione questo lungometraggio è andato incontro a una simile sorte? Quali sono i fattori che lo hanno reso così disastroso? In questa nuova puntata di Top & Flop di Walt vi sveleremo i dettagli più interessanti della storia di uno dei Classici più odiati dei Walt Disney Studios.
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Prima di Chicken Little – Amici per le penne: difficoltà interne ed esterne
Innanzitutto, è importante sapere che il film fu concepito durante un periodo molto delicato per la sua casa di produzione. Durante i primi anni 2000, la Disney incontrò numerose difficoltà all’interno del mercato dei film d’animazione. Possiamo provare a ricostruirne alcune.
Magri guadagni
Il primo problema riscontrato riguardava gli incassi dei film nei primi anni del terzo millennio. Dopo l’uscita de La Sirenetta (1989), l’azienda visse un periodo fiorente noto come Rinascimento Disney, in cui distribuì film di grande valore (artistico ed economico) come La bella e la bestia, Aladdin e Il re leone. Tuttavia, a partire dal nuovo millennio, i Classici cominciarono a portare sempre meno introiti.
Questo trend interessò numerose pellicole dell’epoca, che non riuscirono a garantire gli stessi guadagni del passato. La situazione non migliorava e la Walt Disney Company, per poter attutire il colpo, dovette licenziare numerosi addetti ai lavori e chiudere la sua succursale in Florida.
Sequel mediocri
Secondariamente, l’azienda in quel momento storico si stava distinguendo (non necessariamente in positivo) per la sovrabbondanza dei “cheapquel“. Questi film, prodotti su iniziativa dell’allora amministratore delegato della Disney Michael Eisner, svolgevano la funzione di sequel, prequel o midquel dei Classici. Non erano pellicole destinate alla proiezione nei cinema, in quanto realizzate esclusivamente per l’home-video.
Secondo l’opinione generale, i cheapquel erano opere di qualità inferiore rispetto agli standard della loro casa di produzione, e per questo ottennero generalmente riscontri negativi dagli spettatori. Il tratto distintivo di questi film? Il poco budget impiegato per la loro realizzazione, che non permise mai di ottenere prodotti più curati.
La minaccia della concorrenza
Oltre a queste problematiche interne, si aggiunse anche l’ombra della concorrenza, sempre più forte e incombente. La presenza di case di produzione rivali aveva minato la supremazia della Disney all’interno del mondo dell’animazione.
Una di queste era Pixar Animation Studios, guidata da John Lasseter, che aveva mostrato la potenza della computer grafica con il suo Toy Story. Quest’ultima aveva un contratto di collaborazione con Walt Disney Company, ma i loro rapporti non erano distesi. Questo anche a causa delle critiche che Steve Jobs (personaggio cruciale per la storia di Pixar) mosse nei confronti di alcune scelte compiute da Michael Eisner.
La seconda era la Dreamworks di Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen. Quest’ultima riuscì a ottenere successo realizzando film più “impegnati” rispetto agli standard disneyani, diventando così l’acerrima rivale della “Casa del Topo” a livello produttivo. In particolare, grazie ai primi due film della saga di Shrek, Dreamworks riuscì a mettere in luce in modo irriverente le ingenuità dello stile narrativo fiabesco dei Classici. Questi film furono talmente rivoluzionari da diventare fonte di ispirazione per i loro successori.
La nascita di Chicken Little – Amici per le penne: ispirazione e rielaborazione
In una situazione simile, Walt Disney Pictures doveva assolutamente trovare una soluzione. I dirigenti decisero di apportare dei cambiamenti al loro modo di fare film d’animazione, e l’opera che avrebbe dovuto dare inizio a questo “nuovo corso” era proprio Chicken Little – Amici per le penne.
Fu scelto il regista Mark Dindal, già noto per Le follie dell’imperatore, mentre per la produzione ci si affidò a Randy Fullmer. Il loro obiettivo era realizzare una trasposizione animata dell’omonima favola europea, che narra di una pulcina che crede che il cielo stia crollando, e per questo diffonde il panico tra i suoi amici animali. Approfittando della situazione, una volpe li attira in trappola e se li mangia.
Non era il primo lavoro dello studio d’animazione dedicato a questa storia: esisteva già un cortometraggio animato del 1943 intitolato Chicken Little, noto in Italia anche come Questione di psicologia. Tuttavia, a differenza di quest’ultimo e dell’opera originale, Dindal decise di basare il suo film su un semplice presupposto: stavolta, la paura di Chicken Little doveva essere fondata.
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La prima versione del film
La trama di questo film è ormai nota. Il protagonista, Chicken Little, crede che il cielo stia crollando e lancia l’allarme in tutta la cittadina di Querce Ghiandose (in originale Oakey Oaks). Purtroppo, apparentemente, la causa di tutto era una semplice ghianda cadutagli sulla testa. Per questa ragione, il protagonista perde la stima dei cittadini e di suo padre. Da allora, con l’aiuto dei suoi amici, cercherà di ristabilire la propria reputazione, cercando di scoprire la verità dietro a quell’evento.
La prima versione della trama era molto diversa. Il racconto avrebbe dovuto essere incentrato su una pulcina affetta da problemi di ansia e di paranoia, che avrebbero provocato disagi nel paese. Di conseguenza, suo padre avrebbe deciso di mandarla in un campeggio estivo, organizzato per aiutare i ragazzini problematici.
Durante il suo soggiorno, la pulcina si sarebbe trovata a stringere amicizia con alcuni ragazzi e, assieme a loro, avrebbe scoperto che il campeggio fosse una trappola. Le pecore dietro l’organizzazione si sarebbero rivelate, in realtà, dei lupi travestiti, intenzionati a divorare i campeggiatori. Quindi, i protagonisti avrebbero dovuto affrontarli e salvare la vita a tutti.
Cambiamenti radicali
Per quale motivo la storia ha dovuto cambiare forma così radicalmente? La ragione deriva da alcune decisioni prese da due importanti nomi della casa produttrice, non convinti della validità di questa versione.
Nuova trama
In primo luogo, David Staiton, il direttore del reparto animazione della Walt Disney Pictures dell’epoca, non aveva apprezzato l’idea del campeggio estivo, ritenendola poco interessante. Di conseguenza, bisognava riscrivere buona parte della sceneggiatura.
Quindi, Mark Dindal decise di riprendere una sua vecchia bozza del film. Quest’ultima raccontava di un gruppo di animali di una fattoria che salvavano la terra da un’invasione aliena. Così, decise di unire assieme diversi elementi provenienti da entrambi gli script, creando quello definitivo.
Cambio di sesso del protagonista
La seconda decisione fu dello stesso Michael Eisner. Secondo i risultati di alcune indagini di mercato, era molto più vantaggioso che Chicken Little fosse un maschio. Durante un’intervista sul sito Collider, Mark Dindal citò le esatte parole di Eisner sulla questione:
“Le bambine andranno a vedere un film con protagonista un maschio, ma i bambini non andranno mai a vedere un film con protagonista una femmina.” (Michael Eisner)
Lo stile di Chicken Little – Amici per le penne
Nella storia della Walt Disney Pictures, Chicken Little ricopre un ruolo estremamente importante per via dello stile grafico adottato: fu il primo Classico realizzato interamente in CGI. Pur non essendo rivoluzionario come Toy Story, si fece portabandiera di un cambiamento a dir poco epocale in casa Disney.
Purtroppo, anche questa scelta dipendeva da volontà esterne a quelle degli artisti. Inizialmente, questi ultimi avevano intenzione di realizzare il film in animazione tradizionale, essendo autentici veterani dell’animazione old school. Le loro ambizioni furono destinate però a crollare a causa delle esigenze economiche avverse.
La grafica computerizzata fu talmente rivoluzionaria per il mondo dell’animazione che molti film, per poter stare al passo con il mercato, si videro costretti a utilizzarla. Dopotutto, come già accennato, la Pixar aveva dato luogo a una svolta potenzialmente irreversibile per quest’arte.
Inoltre, questa scelta dipendeva anche da fattori economici. Secondo David Staiton, la grafica computerizzata sarebbe stata meno costosa rispetto all’animazione tradizionale: di conseguenza, era ritenuta la soluzione migliore per garantire maggiori guadagni.
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Tono e ispirazione
L’intenzione di Mark Dindal riguardo il tono del film era quella di riproporre la comicità demenziale utilizzata in Le follie dell’imperatore. Dunque, il team creativo decise di disegnare i personaggi e le ambientazioni utilizzando uno stile caricaturale.
Come fonte di ispirazione, il team scelse i vecchi cortometraggi di Pippo appartenenti al filone noto come “How to…“. Questi corti, risalenti agli anni ’40, illustravano in maniera parodistica le dinamiche alla base di diverse attività e sport, coinvolgendo il protagonista in situazioni esilaranti.
Organizzazione dei lavori
Purtroppo, il team creativo dovette far fronte a una problematica non indifferente. Come accennato, gli artisti coinvolti erano abituati a lavorare con l’animazione tradizionale: come avrebbero potuto realizzare un film totalmente in CGI? Certamente non potevano chiedere aiuto a Pixar.
Si scelse di operare diversamente. Alcuni dipendenti Walt Disney Pictures si erano occupati della computer grafica in Dinosauri, Classico Disney arrivato nei cinema nel 2000. Questo gruppo collaborò con il team di Chicken Little all’interno di un processo in cui i vari artisti si insegnavano a vicenda le tecniche e gli strumenti necessari.
Gli strumenti impiegati per realizzare Chicken Little – Amici per le penne
Modelli e animazioni: Autodesk Maya
Per realizzare questo film, gli artisti dovettero utilizzare diversi programmi adibiti alla CGI. Il principale fu Maya, un software appartenente al sistema Autodesk, che possiede numerose funzioni riguardanti la creazione e la colorazione al computer di modelli tridimensionali e l’animazione dei loro movimenti.
Quest’ultimo aspetto è stato gestito in modo peculiare, in linea con lo stile caricaturale del film. Gli artisti hanno creato separatamente le diverse componenti dei modelli dei personaggi (testa, busto, mani, etc…). Poi, li hanno collegati assieme, realizzando delle articolazioni abbastanza elastiche da permettergli di compiere movimenti esagerati e innaturali.
Illuminazione: Lumiere e DShake
Oltre che sulla colorazione dei personaggi e degli ambienti, il team dovette lavorare anche sulla loro illuminazione. Per svolgere questo compito utilizzarono Lumiere, un programma “targato Disney” che aveva la funzione di creare artificialmente delle fonti luminose all’interno del film. Per renderle più verosimili, integrarono anche delle luci naturali.
Successivamente, gli artisti utilizzarono un altro strumento chiamato DShake, con il quale potevano regolare gli effetti dell’illuminazione sui modelli, come le ombreggiature e i riflessi. Il regista realizzò tutto questo ispirandosi ai lavori di Mary Blair, storica artista della Walt Disney Pictures che contribuì alla realizzazione di lungometraggi come Alice nel paese delle meraviglie e Peter Pan.
Dettagli: Chicken Wire e X-Gen
La realizzazione del film richiedeva anche una certa cura per i dettagli. In particolare, il team artistico dovette affinare l’espressività dei personaggi e donare maggior tridimensionalità al mondo di Chicken Little.
Nel primo caso, utilizzarono degli strumenti chiamati Chicken Wire. Questi erano dei deformatori digitali, grazie ai quali gli artisti poterono estremizzare i lineamenti facciali dei personaggi. In questo modo, si potevano trasmettere le loro emozioni in modo esagerato e surreale.
Nel secondo caso, utilizzarono l’X-Gen. Si tratta di una funzione aggiuntiva di Maya che permette di aggiungere dei piccoli modelli tridimensionali sopra ad altri più grandi. In questo modo, hanno realizzato dettagli come le piume e la peluria sui personaggi o l’erba sugli ambienti.
3D: Industrial Light & Magic
Infine, bisogna parlare di un particolare evento accaduto durante la realizzazione di Chicken Little. Mancavano 11 mesi alla pubblicazione ufficiale del film, quando la Disney disse al team creativo che avrebbe dovuto integrare il 3D al suo interno. Il tempo a disposizione per una simile modifica era molto poco, perciò gli animatori dovettero trovare velocemente una soluzione.
Così, decisero di rivolgersi a Industrial Light & Magic, uno dei più importanti studi adibiti agli effetti speciali esistenti in America. Fondato dal regista George Lucas (la celeberrima mente dietro a Star Wars) nel 1975, ha contribuito alla realizzazione di film diretti da registi come Steven Spielberg e James Cameron.
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Il riscontro di Chicken Little – Amici per le penne
Nonostante il duro lavoro del team, Chicken Little non ha ricevuto pareri positivi da parte degli spettatori, come detto precedentemente. A prima vista, sembrerebbe un paradosso: sin dalla sua uscita, il film ebbe un buon successo a livello commerciale.
Infatti, il film ha incassato quasi 315 milioni di dollari in tutto il mondo. In questo modo, ha superato la cifra delle spese di realizzazione e promozione (circa 260 milioni), nonché i guadagni ottenuti dalle produzioni precedenti. In sintesi, ha permesso alla compagnia di recuperare quanto aveva precedentemente perduto nei primi anni 2000.
Quindi, cosa non ha funzionato? Molte persone hanno espresso il proprio giudizio a riguardo. Probabilmente, la recensione che spiega al meglio le ragioni dietro l’opinione generale è quella di Carina Chocano sul Los Angeles Times, intitolata This “Chicken” messes with the recipe. È possibile riassumere la tesi espressa dall’articolo con questa frase della stessa autrice:
“Il film cerca di essere qualsiasi cosa per chiunque e finisce per essere nulla per nessuno.” (Carina Chocano)
Troppi riferimenti
La prima critica mossa dall’articolo riguarda i riferimenti presenti in Chicken Little. Durante la visione, è possibile notare come diversi personaggi citino, spesso a scopo goliardico, scene o frasi provenienti da altre opere cinematografiche, come King Kong o Star Wars.
Inoltre, la colonna sonora, curata da John Debeny, è composta quasi esclusivamente da brani non originali, realizzati da artisti esterni al film (i Queen, le Spice Girls, etc…). Anche in questo caso, a volte i personaggi nominano esplicitamente alcuni cantanti.
Secondo l’autrice dell’articolo queste scelte, sebbene servissero a dare al film un tono più “pop” e al passo con i tempi, sono poco consone al pubblico di riferimento. Dato che la maggior parte dei potenziali spettatori sono bambini, questi possono far fatica a cogliere le citazioni, specialmente se buona parte di queste fanno riferimento a prodotti usciti prima del 2005, risultando quindi troppo vecchie per loro.
Troppa ironia e autoironia
La seconda critica riguarda l’ironia utilizzata nel film. Come detto in precedenza, il regista volle replicare lo stile del suo primo progetto su Chicken Little. per seguire i trend dell’epoca, il team creativo cercò anche di imitare lo stile pungente e autoironico di film come Shrek.
Secondo Carina Chocano, si tratra di una scelta controproducente, in quanto la comicità utilizzata non appartiene allo stile Disney. Di conseguenza, nel tentativo di imitare le opere di altre case di produzione, le battute del film risultano molto spesso fiacche e poco studiate.
Inoltre, l’autrice afferma come queste ultime siano eccessivamente presenti durante il corso della pellicola, fino a risultare fastidiose e compromettere la godibilità della pellicola, che non riesce mai a prendersi abbastanza sul serio per quello che vuole trasmettere.
Dopo Chicken Little – Amici per le penne
In seguito a quanto accaduto durante la produzione del film e alle ricezioni negative degli spettatori, come ha reagito Walt Disney Pictures? Sostanzialmente, dovette compiere diversi cambiamenti interni per risolvere la situazione.
Sequel cancellato
Innanzitutto, i vertici della compagnia decisero di cancellare il sequel previsto per Chicken Little, nonostante questo fosse già in fase di sviluppo. Il titolo previsto era Chicken Little 2: Mission to Mars, mentre il regista doveva essere Klay Hall, che in futuro avrebbe realizzato il film Planes.
La pellicola avrebbe raccontato la storia d’amore tra Chicken Little e Alba Papera, co-protagonista del primo film. Il personaggio avrebbe dovuto fare i conti con il fatto di essere brutta a causa dell’arrivo di un’altra pretendente, la pecora francese Raffaella, più carina di lei.
Cambiamenti alla direzione
Secondariamente, ci furono della sostituzioni nella direzione generale dell’azienda. Innanzitutto, il 2005 fu l’ultimo anno di Michael Eisner come amministratore delegato. Il suo successore fu Robert “Bob” Iger, che cominciò a sistemare i danni causati dalla precedente direzione.
Uno dei cambiamenti più importanti fu il licenziamento di David Staiton, il cui posto fu preso da Ed Catmull e John Lasseter. Dato che i Disney Studios avevano intenzione di continuare a utilizzare la grafica computerizzata nei lungometraggi, erano necessarie persone più competenti in materia.
Questa decisione derivava anche da una “scommessa” nata in seguito agli screzi con Pixar Animation Studios. Walt Disney Pictures aveva deciso che non avrebbe chiesto il loro aiuto per realizzare film in CGI, se Chicken Little avesse ricevuto apprezzamenti. In caso contrario, avrebbero concesso loro la possibilità di aiutarli.
I rimpianti del regista
Infine, Mark Dindal decise di abbandonare Walt Disney Pictures in seguito a questa esperienza. Da allora si dedicò alla direzione di alcuni film live-action e collaborò nella realizzazione di alcuni lungometraggi animati.
Il regista ha ammesso la sua insoddisfazione per il risultato finale nella creazione di Chicken Little – Amici per le penne, a causa dei cambiamenti forzati dalle decisioni della dirigenza. Il suo più grande rimpianto è quello di non essere riuscito a portare sullo schermo la versione del film che aveva in mente sin dall’inizio.
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Immagini © Disney | Mary Blair | Pixar | Dreamworks
Guido Romeo
Fonti:
- Chicken Little – Amici per le penne, Disney Compendium
- Cheapquel, Disney Compendium
- Disney’s ‘Chicken Little’: Inside the Troubled History of the Studio’s First CGI Feature, Collider
- 151eg, Come Shrek sconfisse la Disney
- Mark Caro, Can this chicken save Disney?, Chicago Tribune
- Martin McEachern, The Sky’s the Limit, CGW
- Bill Desowitz, ‘Chicken Little’ & Beyond: Disney Rediscovers its Legacy Through 3D Animation, AWN
- Carina Chocano, This ‘Chicken’ messes with the recipe, Los Angeles Times
- Jérémie Noger, DisneyToon Studios and The Sequels That Never Were, with Tod Carter, Animatedviews