Diverse opere animate e a fumetti disneyane hanno a che fare con lo sport. Basti pensare ai celebri corti How to di Pippo, che includono anche i tentativi del personaggio di dedicarsi alle più disparate attività sportive. Una delle prime storie disneyane a fumetti incentrate sullo sport è Boxing Champion, che, come suggerisce, il titolo verte sul pugilato. Fu pubblicata nel pieno della Grande Depressione: allora la boxe fu per molti non solo una distrazione dai problemi legati alla povertà, ma anche uno strumento di riscatto sociale. Ma la storia è principalmente nota perché vede Topolino scontrarsi contro un pericoloso e spietato pugile, il quale altri non è che la parodia felina di Primo Carnera, il primo italiano ad aver vinto il titolo di campione dei Pesi Massimi.
Topolino e il mondo della boxe
La storia in questione era divisa nelle classiche strisce quotidiane (per un totale di 54), pubblicate tra il 26 febbraio e il 29 aprile 1931. In Italia fu invece distribuita nella sua interezza a partire dal 15 aprile 1937, con il titolo Topolino vince Spaccafuoco. La sceneggiatura è dell’immenso Floyd Gottfredson, che si concentrò anche sui disegni. Responsabile dell’inchiostrazione fu invece un altro pilastro del fumetto Disney delle origini: Al Taliaferro. I disegni e gli inchiostri delle prime tre strisce della storia vennero però curati da Earl Duvall.
Diverse sono le probabili fonti di ispirazione che spinsero Gottfredson a realizzare una storia incentrata sulla boxe. In primis, la popolarità che il pugile italiano Primo Carnera si stava guadagnando in quegli anni (nel 1933 avrebbe vinto il titolo mondiale dei Pesi Massimi). Inoltre, all’epoca era in cantiere il corto Mickey’s Mechanical Man, che avrebbe visto la luce sempre nel 1933 e che vede Topolino alle prese con un pugile robotico. Infine, sempre in ambito cinematografico, l’idea di sfruttare un ring come ambientazione per una serie di situazioni comiche era già presente in Charlot boxeur di Charlie Chaplin (1915) e in La battaglia del secolo di Stanlio e Ollio (1927).
Ruffo Ratto contro Spaccafuoco

La storia inizia con Topolino che sferra un pugno a un individuo particolarmente interessato a una foto di Minni. Più tardi il Topo apprende da un quotidiano che ha colpito Ruffo Ratto, campione dei Pesi Medio Massimi, nonché cugino della sua fidanzata. Inizialmente il pugile tenterà di vendicarsi cercando di aggredire Topolino, ma ogni volta che cerca di colpirlo viene messo k.o. da un oggetto di scena. Credendo che siano stati i pugni di Topolino a tramortirlo, Ruffo gli propone di fargli da allenatore in occasione del suo prossimo incontro.
Topolino accetta con entusiasmo, ma in seguito si rende conto di essersi assunto un compito ben più arduo di quanto potesse immaginare. Ruffo non disputa un incontro da ormai quattro anni e questo lo ha reso pigro e sfaccendato. Il campione è preoccupato per la sua immagine e per non apparire rozzo e ignorante trascorre il suo tempo dedicandosi ai classici della letteratura e lasciando che siano dei macchinari di sua invenzione ad allenare il suo corpo.
Ma c’è dell’altro: Ruffo non ha idea di chi sia il suo avversario e non è intenzionato a informarsi, convinto di avere già la vittoria in tasca. A questo punto Topolino decide di indagare per scoprire l’identità del misterioso sfidante, facendo una terribile scoperta. L’avversario è Spaccafuoco (Creamo Catnera in originale), un forzuto e mastodontico gatto sempre in preda a violenti scatti d’ira, che non aspetta altro se non sferrare i suoi pugni al malcapitato di turno. Topolino assiste ai suoi allenamenti, osservandolo mentre combatte contro belve feroci, stende tre sparring partner alla volta e usa due serpenti attorcigliati come corda.
Carnera: la “Montagna che cammina”
Come precedentemente accennato, il nome dell’avversario di Topolino fa riferimento al pugile Primo Carnera. Quest’ultimo nacque a Sequals, un piccolo paesino poco distante da Pordenone, il 25 ottobre 1906. Cresciuto in un grave contesto di povertà, Carnera fu costretto ad abbandonare precocemente gli studi e a emigrare in Francia, in cerca di fortuna. Inizialmente svolse una serie di lavoretti per tirare avanti fino a quando non si unì al circo, in quanto la sua enorme statura attirava diversi curiosi.
Durante in uno dei tour conobbe Paul Journée, ex campione dei Pesi Massimi che rimase stupito dal suo fisico e lo convinse a intraprendere la carriera di pugile.

Potrebbe interessarti anche: 20 personaggi che hanno fatto la storia apparsi su Topolino (parte 1)
In quel periodo gli Stati Uniti continuavano a essere la meta preferita di molti italiani, che emigravano nella speranza di iniziare una nuova vita. Sfortunatamente il Paese era però flagellato dalla Grande Depressione, che aveva ridotto i consumi e peggiorato il tenore di vita di molti cittadini.
Carnera giunse negli Stati Uniti nel 1930. Gli inizi, tuttavia, non furono molto facili. Il pubblico americano aveva una bassa opinione del pugile italiano, accusato di avere uno stile di combattimento rozzo e primitivo, basato troppo sulla forza fisica e privo di tattica e agilità.

L’incontro che lo avrebbe incoronato avvenne il 29 giugno del 1933 al Madison Square Garden Bowl di New York. Di fronte ad una platea di 40.000 spettatori Carnera ruscì a sconfiggere per k.o. l’allora campione Jack Sharkey. La “Montagna che cammina” (come veniva chiamato) era riuscito a diventare il campione dei Pesi Massimi: fu il primo italiano a vincere tale titolo. Per gli americani il nuovo campione era divenuto un simbolo di riscatto sociale. Per la comunità italiana Carnera divenne invece un nuovo idolo da affiancare ad altri famosi italiani come il divo Rodolfo Valentino e il tenore Enrico Caruso.
Primo Carnera visto da Topolino
Il mastodontico lottatore non sfuggì alle attenzioni di Floyd Gottfredson, che si ispirò a Primo Carnera per realizzare uno dei tanti avversari da far scontrare con Topolino. Il cognome “Catnera” è inoltre un chiaro riferimento alla natura felina del personaggio.
Ci sono ovviamente alcune differenze tra l’esagitato gatto e lo sportivo italiano. Primo Carnera, nonostante il suo fisico potesse trarre in inganno, era noto per il suo carattere mite, gentile e a tratti anche ingenuo. Proprio per questo venne soprannominato “il gigante buono“. Spaccafuoco, al contrario, è un gatto aggressivo che vede nella boxe un espediente per sfogare tutta la sua violenza.
L’unico elemento che è stato ripreso quasi fedelmente da Carnera è l’infanzia triste e povera di affetti affrontata dal campione. Nel suo primo e unico momento di lucidità Spaccafuoco rivela a due giornalisti di essere cresciuto nella miseria e di aver abbandonato gli studi precocemente. Nel ricordare la sua tragica infanzia il pugile scoppia persino in un pianto a dirotto, perdendo di punto in bianco tutta la sua esagitazione.
Topolino contro Creamo Catnera
Dopo tre settimane di intensi allenamenti arriva finalmente il grande giorno dell’incontro per il titolo di campione del mondo. Il ring viene allestito nel municipio e migliaia accorrono per cercare di accappararsi i posti in modo da assistere da vicino allo scontro.

Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Durante la pesa Ruffo ha un faccia a faccia con Spaccafuoco e, preso dal terrore, decide di fuggire prendendo il primo treno commerciale diretto verso una destinazione ignota. A questo punto sorge un problema: non è possibile sospendere l’incontro poiché il pubblico protesterebbe in maniera assai violenta. Per evitare la furia degli spettatori l’organizzatore propone a Topolino di combattere al posto di Ruffo, in quanto suo allenatore. Pur non avendo alcuna possibilità di vittoria, Topolino accetta a malincuore, sapendo che in caso di rifiuto avrebbe dovuto affrontare il linciaggio da parte degli spettatori.
L’incontro è prevedibilmente impari: nel primo round Spaccafuoco fa volare Topolino oltre le corde. Pur di avere ragione sul suo avversario, il corpulento felino arriva persino a ricorrere ad alcuni imbrogli utilizzando la corda del ring a mo’ di lazo. Tuttavia Topolino riesce a resistere grazie alla sua astuzia e ad alcuni piccoli colpi di fortuna.

La situazione avrà ben presto una svolta inaspettata. Sgozza, un amico di Topolino, è evaso di prigione per assistere all’incontro e decide di aiutare il Topo a vincere. Con il suo aiuto, Topolino riesce così ad avere la meglio sul suo avversario e a stenderlo con un pugno. Catnera tenterà più volte di rialzarsi, ma Sgozza lo blocca nascondendosi sotto il ring e afferandogli la coda. Alla fine, come il titolo italiano faceva presagire, Topolino “vince” Spaccafuoco.
Ritratto di una società lontana nel tempo
Topolino vince Spaccafuoco non si limita a parodiare il mondo della boxe e la figura di Primo Carnera. La storia è anche uno specchio che riflette il suo tempo. Le strisce contengono numerose allusioni ai malcostumi della società americana del periodo.

In una vignetta si legge a chiare lettere della condanna a morte di un impresario per pubblica impiccagione per aver organizzato un incontro truccato. Si tratta sicuramente di un riferimento dell’uso americano (e non solo) di poter assistere alle esecuzioni. Per molte comunità statunitensi il ricorso alla violenza appariva addirittura come l’unica soluzione per punire severamente e in tempi brevi coloro che erano accusati di crimini molto gravi.
Potrebbe interessarti anche: Le 7 vignette più sessiste mai apparse su Topolino
Gottfredson, inserendo l’incontro truccato, si diverte a mettere alla berlina l’altro volto del pugilato, quello dei giri d’affari, delle scommesse clandestine e degli imbrogli sportivi. Ne è tutto sommato un esempio anche la vittoria che Topolino consegue sul suo sfidante, ottenuta grazie a un illecito aiuto esterno.

Le accuse di imbrogli gravarono anche sulla figura stessa di Carnera. A causa delle sue origini italiane, il campione venne più volte accusato del fatto che i suoi incontri fossero combinati dalla mafia italo-americana.
La satira che Gottfredson fa sulla società americana non termina qui. Viene evidenziato come il match si debba svolgere a tutti i costi, anticipando la tendenza dello sport a diventare sempre più uno spettacolo piuttosto che un confronto agonistico tra più atleti, con al centro i ricavi e gli spazi pubblicitari. Inoltre, è presente dell’ironia sui mezzi d’informazione: i giornalisti che si occupano dell’incontro non vedono l’ora di scoprire chi sia l’avversario di Ruffo Ratto, partecipando alla cerimonia mediatica che ha il compito di esaltare l’avvenimento.
Infine, può essere intravista un’ulteriore critica alla società nel momento in cui fa la sua apparizione il furfante Sgozza: nonostante sia finito in prigione in seguito a una vicenda che ha visto coinvolto Topolino, il detenuto si è affezionato alla galera, giacché quelle quattro mura sono il meglio a cui possa ambire. Se da un lato si evince il contrasto con la dura realtà delle carceri americane, dall’altro spicca la rassegnazione di un emarginato, il quale è consapevole che nel mondo in cui vive difficilmente potrà raggiungere quella riabilitazione che teoricamente viene garantita dal sistema giudiziario.


Potrebbe interessarti anche: Come si guadagna da vivere Topolino?
Crollo e rinascita della “Montagna italiana”
L’epilogo della storia vede Topolino godersi la sua (immeritata) fama a seguito della sua vittoria, destino che in parte fu riservato anche a Primo Carnera. Nella realtà anch’egli godette dei benefici del suo status di campione mondiale di pugilato, diventando una delle icone sportive più famose del periodo. Il suo volto venne ben presto usato per girare film, spot pubblicitari e persino per la realizzazione di sculture.
Il fenomeno Carnera colpì anche Mussolini, che sfruttò le vittorie dello sportivo a scopi propagandistici. Agli occhi del regime il pugile era uno strumento utile per lanciare e promuovere nel mondo il modello del superomismo, nonché la virilità e la forza fisica degli italiani.
Ma i sogni di gloria non erano destinati a durare a lungo. Carnera difese il suo titolo fino il 14 giugno del 1934, quando venne sconfitto per k.o. tecnico da Max Baer. Un’altra grave sconfitta arrivò il 13 gennaio del 1935, ad opera di Joe Louis, famoso per la sua velocità e la sua agilità. Fu il primo afroamericano a conseguire il titolo mondiale di Pesi Massimi divenendo un simbolo di rivalsa sociale in un periodo complesso della storia mondiale.

Potrebbe interessarti anche: Topolino in Abissinia: la brutale canzone di propaganda del Fascismo
Alla fine l’ormai anziano ex-campione abbandonò anche la cinematografia, dopo che si ammalò di cirrosi epatica. Decise, quindi, di trascorrere l’ultimo periodo della sua vita nella sua amata Sequals, dove morì il 29 giugno del 1967.
Non solo Topolino: il mito di Primo Carnera nel fumetto
Primo Carnera non si è affacciò nel mondo del fumetto solo grazie a Topolino. Nel 1938 lo scrittore Vincenzo Baggioli e il disegnatore Carlo Cossio si ispirarono alla corporatura di Carnera per realizzare il personaggio di Dick Fulmine, protagonista dell’omonimo fumetto pubblicato dalla Vittoria Editrice.
Dal 1947 al 1950 fu pubblicato Carnera, di Tristano Torelli e Mario Uggeri, una serie di episodi autoconclusivi che vedono Carnera combattere il crimine organizzato oppure vincere i suoi incontri pugilistici. Per una vera e propria biografia si dovette aspettare il 2016, quando Davide Toffolo (pordenonese come il campione) realizzò una graphic novel dedicata al lottatore, in cui si narra della sua infanzia vissuta in povertà, della sua vita da emigrato e del riscatto sociale ottenuto grazie allla boxe.
Queste storie a fumetti ancora oggi costituiscono un importante omaggio al mito di Carnera, che ha ispirato la sua generazione e, come molti fenomeni di massa, ha intrecciato il suo mito con quello di Topolino.
Fai il test: Quale criminale dei fumetti Disney sei?
Antonio Ferraiuolo
Immagini © Disney, Torelli Editrice
Fonti:
Il Tempo e la Storia: Primo Carnera
The Disney Compendium
I fumetti e lo sport
Guida Fumetto Italiano
Pinterest
I.N.D.U.C.K.S.
Gli anni d’oro di Topolino
ansa.it
cinquecolonne.it