Phantom Brat, la figlia di Macchia Nera

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Macchia Nera: uno dei più temibili nemici di Topolino. Il lugubre villain si nasconde nell’ombra della notte e del suo mantello a ideare piani solitamente scaltri e malefici, distinguendosi da molti altri antagonisti per la sua incredibile intelligenza ed efferatezza. Anche il fatto che indossi una maschera aiuta a conferirgli un’aria misteriosa, ma soprattutto inquietante. Sembra essere dunque un personaggio oscuro a tutti gli effetti, nella cui vita non sembra esserci spazio per gli affetti. Eppure, in alcune storie è apparsa una figlia del temuto super-criminale. Ma andiamo con ordine.

Macchia Nera

Macchia Nera, un rivale senza punti deboli

Macchia Nera, sin dalla sua prima apparizione nel 1939 nella storia di Floyd Gottfredson e Merril De Maris Topolino e il mistero di Macchia Nera, si è dimostrato un rivale spietato. Freddo calcolatore, senza punti deboli che lo rendano vulnerabile o che lo allontanino dai suoi obiettivi criminosi (con l’eccezione, a detta sua, di una inverosimile “eccessiva bontà”, che afferma più o meno ironicamente di avere nel momento in cui organizza la morte di Topolino tramite uno dei suoi marchingegni) .

Le vignette d’esordio di Macchia Nera

In Topolino e gli esploratori del domani, storia del 2013 scritta da Francesco Artibani e disegnata da Corrado Mastantuono, veniamo a conoscenza del periodo precedente alla sua carriera da criminale: negli anni ’30 svolgeva servizio come spia. Durante i suoi incarichi era riuscito a inventare un marchingegno in grado di scavare tunnel verso il futuro (guardandoci aveva scoperto dell’esistenza del futuro rivale). Questo fa pensare che il suo passato da spia non abbia che contribuito a forgiare il suo carattere calcolatore e spietato.

Allora come si concilia la sua esistenza con quella di una figlia?

Phantom Brat (letteralmente, “monella” o “marmocchia fantasma”, nome ricavato da quello originale di Macchia Nera, ossia “Phantom Blot”) è apparsa soltanto due volte in due storie americane, dal titolo The Big Fall e A Phantom Blot bedtime story. È un personaggio così poco approfondito che in realtà non ha un nome e quello di Phantom Brat è frutto delle speculazioni dei fan.

Comunque, nelle due storie in cui appare ha un outfit molto simile a quello del padre: è completamente vestita di nero con l’unica differenza dei capelli raccolti in una coda visibili da sotto il suo mantello e un ulteriore elemento a indicare che sia una bambina, cioè un grosso fiocco rosso sulla testa. Non solo, anche i suoi giocattoli sono vestiti tutti con un mantello nero. Nelle due storie, Phantom Brat viene rappresentata come la persona a cui Macchia Nera tiene di più: addirittura è il movente delle sue rapine, il cui bottino sarebbe il regalo per la figlioletta.

Macchia Nera figlia

Ma allora, perché non approfondire questo personaggio e farlo diventare fisso nelle vicende di Macchia Nera? Ebbene, pare proprio che gli stessi disegnatori abbiano ritenuto opportuno non proseguire. La presenza di Phantom Brat si profilava essere come un elemento che avrebbe umanizzato Macchia Nera, la cui spietatezza e mancanza di punti deboli sono tratti distintivi che lo rendono uno degli antagonisti più amati dai lettori. Così, l’ultima storia in cui Phantom Brat ha fatto la sua comparsa è stata A Phantom Blot Bedtime story, in cui Topolino fa in modo che venga presa in custodia dalla governante Mrs. Fragmuffin quando Macchia Nera viene arrestato. Ma, nello specifico, cosa succede nelle due storie in questione?

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Phantom Brat: il movente di Macchia Nera

Come detto in precedenza, la prima storia in cui compare la figlia di Macchia Nera è intitolata The Big Fall. È stata scritta da Lee Nordling, disegnata da Stephen de Stefano con gli inchiostri di Gary Martin ed è uscita nel dicembre del 1990. La storia non ha una conclusione, ma termina con un cliffhanger che dà dunque spazio alla seconda storia in cui appare nuovamente Phantom Brat.

In The Big Fall Macchia Nera è come al solito pedinato da Topolino e da Basettoni in quanto ladro del diamante “two-birds”. Al termine dell’inseguimento, il Topo e il commissario scoprono che le impronte del criminale terminano sull’orlo di un burrone, in fondo al quale ci sono ulteriori fosse di stretto diametro. Dunque, ipotizzano la sua morte, ma chiaramente si sbagliano: Macchia Nera sembra aver organizzato un incontro con Topolino in un casolare abbandonato lasciandogli un biglietto.

Una volta incontratisi, Macchia Nera spiega che, effettivamente, era caduto nel burrone, perdendo il diamante in una delle piccole fosse. Afferma di aver compiuto il furto perché era stato ricattato da qualcuno che teneva in ostaggio “la donna più importante della sua vita”. I manigoldi avrebbero ceduto Phantom Brat solo una volta ottenuto il diamante.

Macchia Nera figlia

Macchia Nera chiede a Topolino di recuperare la pietra preziosa, approfittando della sua minuscola corporatura. Così facendo consentirebbe al criminale di pagare i ricattatori e di salvare sua figlia. Topolino accetta, ma nel momento in cui recupera il diamante, Macchia Nera afferma che in realtà non c’è stato nessun rapimento, ma aveva semplicemente bisogno di qualcuno che recuperasse l’oggetto prezioso. Quando Topolino gli chiede perché abbia scelto proprio lui, quando sarebbe bastato chiunque altro avesse le sue stesse dimensioni, Macchia Nera rivela di volerlo far precipitare nel burrone tagliando la corda con cui si era calato, per fargli provare lo stesso terrore che ha provato lui nel cadere “nelle viscere della Terra“.

Tuttavia, Topolino, che aveva compreso che ci fosse qualcosa che non andava nelle spiegazioni del criminale, riesce ad avvertire la polizia con una pistola lanciarazzi. Segue un inseguimento che vede precipitare di nuovo Macchia Nera. La storia termina con una vignetta in cui fa il suo esordio proprio Phantom Brat, la quale afferma di non aver voluto che il padre rischiasse la vita per regalarle il diamante. Si deduce, quindi, che Macchia Nera ha fatto tutto questo solo per la figlia.

Quella successiva, A Phantom Blot bedtime story, opera degli stessi autori di The Big Fall e pubblicata nel gennaio 1991, si apre con Macchia Nera che racconta le sue avventure a sua figlia, proprio prima che si addormenti. In particolare, afferma di aver rapito Topolino, Pippo e Pluto e di averli scaraventati in una stanza escheriana. Topolino fronteggia meccanismi mortali che, a detta del criminale, sono i migliori da lui inventati. Il Topo, però, ne esce vincitore e la vicenda termina con Macchia Nera in manette dopo aver finito di parlare con la figlia, che viene affidata alla sua governante.

Macchia Nera figlia

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Un genio del male… rammollito

Come già ribadito, la presenza di Phantom Brat è un elemento che addolcisce l’immagine di Macchia Nera e che poco si adatta alla natura criminale dell’acerrimo nemico di Topolino. Sebbene venga in parte mantenuto il sadismo delle origini, le preoccupazioni di Macchia Nera sono rivolte non al proprio guadagno personale e alla sottomissione di una comunità, ma alla felicità di una terza persona. Inoltre, A Phantom Blot bedtime story ha come narratore lo stesso Macchia Nera, il quale raccontando la sua versione della storia alla figlia si dipinge come “a good king” (un buon re) alle prese con le angherie del “white knight” (cavaliere bianco), ossia Topolino. Questo perché non vorrebbe far sapere alla figlia delle sua reali attività e della sua vera natura al fine di non deluderla. Questa particolare scelta del criminale testimonia un’attenzione e una dedizione per Phantom Brat che poco si adegua alla visione originaria del suo personaggio.

La figlia “francese” di Macchia Nera

Nonostante ciò, nel 2006 lo sceneggiatore Jérôme Wicky e il disegnatore Claude Chebille hanno provato nuovamente ad attribuire una figlia a Macchia Nera nella storia La fille du Phantôme Noir (La figlia di Macchia Nera). Una storia in rosa di cui sono protagoniste Paperina, Minni e Clarabella, le quali partecipano al programma televisivo della giornalista Rosa come principali rappresentanti dell’eroicità femminile.

Macchia Nera figlia
La figlia di Macchia Nera nella storia di Jérôme Wicky

Lì sono presenti anche la moglie dell’Ispettore Pigeonnot (chiara parodia del Tenente Colombo), Madame Pigeonnot, e la contessa Leïla che si rivelerà essere la figlia di Macchia Nera. Quest’ultima rievoca sia nel nome che nell’aspetto la Principessa Leia, figlia del personaggio di Star Wars Darth Vader, che, come Macchia Nera, è avvolto da un drappo nero e ha quasi sempre il volto coperto. Leïla si serve proprio dell’emittente televisiva per asservire la popolazione tramite la trasmissione di particolari onde ipnotizzanti. In questa storia, dunque, la figlia di Macchia Nera è più fedele alla natura del padre e, forse, in queste ultime vesti avrebbe potuto essere un personaggio da approfondire senza ledere alla caratterizzazione del criminale che lo ha reso il nemico più temibile di Topolino. Una caratterizzazione che si è dimostrata essere, nel tempo, imprescindibile dal personaggio, nonostante i vari tentativi di modifica della sua natura.

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Martina Cerilli

Immagini © Disney

Fonti:

https://disney.fandom.com/wiki/Phantom_Brat

https://scrooge-mcduck.fandom.com/wiki/Daughter_of_the_Phantom_Blot

https://scrooge-mcduck.fandom.com/wiki/Phantom_Brat

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