Il 18 settembre 1987 sbarcò sul piccolo schermo la serie animata DuckTales – Avventure di paperi, con lo speciale episodio pilota trasmesso negli USA su Disney Channel. La serie riscosse un successo straordinario, un fenomeno mediatico che influì inevitabilmente sul corso delle future serie animate della Walt Disney Television Animation. Personaggi come Zio Paperone, Qui, Quo e Qua vennero giustamente riscoperti e tornarono alla luce della ribalta, guadagnandosi rapidamente il grande affetto del pubblico. DuckTales venne rinnovata per altre tre stagioni, per un totale di 100 episodi (più un lungometraggio), derogando alla famigerata e ufficiosa 65th Episode Rule.
Ancora oggi i fan di DuckTales non si contano, tanto che nel 2017 è stato rilasciato un acclamato reboot della serie, sviluppato da Matt Youngberg e Francisco Angones, conclusosi nel marzo del 2021. L’amore dei fan per DuckTales, Zio Paperone e nipotini resiste alla prova del tempo, e questi personaggi continuano, in varie forme, a generare e accumulare consensi e passione.
Qua la vita a Paperopoli è un gran ballo
Tutti noi abbiamo visto almeno una puntata di DuckTales – Avventure di paperi. Potrebbe essere successo nell’88 su Rai 1, oppure potrebbe essersi trattata di una replica su Canale 5 o Rai 2, o, in tempi più recenti, su Disney+.
Tutti siamo corsi eccitati davanti alla TV sentendo DuckTales Woo Ooh! Per qualcuno potrebbe essere stato, come per il sottoscritto, addirittura il primo incontro con il mondo dei Paperi. Osservare il papero più ricco del mondo nuotare in quell’oceano di ricchezze, affrontare con la sua famiglia decine di avventure intorno al mondo tra storia, leggende, miti e creature di ogni tipo si è rivelato un fondamentale imprinting.
Ricordo ancora le VHS riavvolte e viste più e più volte di seguito fino a farle surriscaldare (e un pericoloso odore di plastica bruciata). Intere scene e battute imparate a memoria.
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Storie di Paperi – DuckTales
Possiamo dire che il vecchio McDuck, con quella che sarebbe poi diventata l‘iconica palandrana blu con i risvolti rossi, ha rivestito un ruolo fondamentale per lo sviluppo della grande passione per il mondo Disney, fumettistico e animato, di molti.
Il cartone di DuckTales è indubbiamente inciso nelle memoria (e nella nostalgia) di parecchie persone: un’analisi critica e puntuale del cartone potrebbe generare qualche disagio nei fan di lunga data. La serie soffre infatti di qualità altalenante, non solo dal punto di vista dell’animazione ma anche della trama, inoltre introduce nuovi personaggi e reinterpreta quelli classici, tanto che si può parlare di un “Duck Universe” distinto.
Con questo articolo non ci concentreremo su suddetta tematica. Trascurando volutamente l’analisi più fredda e critica, per questa volta accoglieremo a braccia aperte la deriva nostalgica e agrodolce del cartoon Disney della nostra infanzia, selezionando quali sono (per noi) le 10 più belle puntate di DuckTales.
I migliori 10 episodi di DuckTales (secondo noi)
Una premessa doverosa: la selezione delle puntate rispecchia solo il gusto personale dell’autore, e non ha l’ardire di stabilire una classifica definitiva e oggettiva. Per esempio, se cercate qualche episodio con protagonisti Robopap o Bubba, il papero delle caverne… rimarrete delusi. Ognuno dei fan di DuckTales ha i suoi episodi preferiti, che magari ricorda con sacrosanto affetto. Anche noi!
Ecco quindi quali sono per noi i migliori 10 episodi di DuckTales – Avventure di Paperi. Le puntate che abbiamo maggiormente apprezzato da piccoli, facendoci sognare a occhi aperti, e che da adulti abbiamo rivisto con più piacere.
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10) Paperremoto – Earth Quack (S01-E29)

Il sonno di Paperone è funestato da terribili incubi, che teme per il suo denaro. Spaventato dalle continue scosse di terremoto, chiama in soccorso Archimede, che conferma i suoi timori: una grossa faglia sotterranea si estende proprio sotto il Deposito, e una scossa potrebbe far crollare l’edificio. Ma i lavori per installare un “ammortizzatore” si arrestano, a causa di misteriosi voci provenienti dalle viscere della terra.
Prima Paperone e poi Qui, Quo e Qua partiranno per una rocambolesca discesa su dei vagoncini nelle miniere e scopriranno il misterioso e stravagante popolo dei Terremotari (Rotolanti, nell’episodio), origine dei continui terremoti dovuti al loro rimbalzare contro i pilastri della terra.
Paperremoto è una delle puntate più note e apprezzate di DuckTales. Il cartone è palesemente ispirato all’intramontabile storia Paperino e i terremotari di Carl Barks, di cui però si discosta in alcuni punti (per esempio non esiste alcuna rivalità tra Terrini e Fermini, ma un unico popolo). Il Maestro dell’Oregon viene anche omaggiato nel finale dell’episodio, grazie al doppiatore Fabrizio Mazzotta, che lo cita per bocca del re dei Rotolanti.
DuckTales e I Terremotari
Della puntata va segnalata la parte iniziale, godibile e ben animata, che vede Paperone nuotare nel denaro e assalito da Bassotti giganti, poi ripresa anche nella sigla. Emozionante la sfrecciante discesa negli “inferi” sui vagoncini della miniera (anch’essa inserita nell’opening). Piuttosto tediosi invece gli autoctoni gommosi, i Terremotari. L’episodio cerca di riprendere alcune atmosfere barksiane, seppure, personalmente, qualche dubbio sull’effettivo successo dell’impresa persiste. Rimane comunque una puntata godibile.
9) Ritorno al Klondike – Back to the Klondike (S01-E33)
Zio Paperone decide di ritornare nel Klondike per cercare di nuovo l’oro al Fosso dell’Agonia Bianca, abbandonato prima del dovuto, e incontrare di nuovo la sua vecchia fiamma, la scintillante Goldie (Doretta Doremì). In un lungo flashback, rivediamo un Paperone giovane ed energico, tale da respingere senza sforzi una minacciosa fiera, e il primo incontro con Doretta, nel saloon di Dangerous Dan. Poiché Goldie ha sottratto a Paperone una grossa pepita d’oro con l’inganno, la porterà con lui a picconare nella miniera e a cercare pagliuzze nel ruscello. I due si innamorano e decidono di costruire una vita insieme, ma l’oro nascosto viene sottratto, e Paperone pensa sia stata proprio Doretta a fuggire con il frutto delle loro fatiche. Dopo parecchi anni il papero più ricco del mondo tornerà al Fosso per scoprire la verità e incontrare di nuovo Goldie.
Goldie VS La Stella del Polo
Ritorno al Klondike è un ovvio adattamento della storia Zio Paperone e la Stella del Polo, una delle più celebri e amate opere di Carl Barks (secondo il sito INDUCKS, al primo posto in termini di gradimento per gli utenti). L’episodio è particolarmente divisivo per i fan, tra chi la trova una buona puntata in salsa DuckTales, e invece chi la reputa una semplice banalizzazione della ben più meritevole storia originale. In effetti, sebbene le premesse siano simili, Ritorno al Klondike diverge dall’originale in più punti.
L’episodio ha poco (e nulla) della complessità umana e caratteriale di Paperone, così come del controverso rapporto con Doretta, ricco delle sfumature donatigli dall’Uomo dei Paperi. La versione di Paperone e del suo legame con Goldie nel cartone è certamente mitigata, addolcita, semplificata. Diverse sono le libertà prese dagli autori, che vanno dalla creazione di nuovi personaggi, alla rimodulazione della motivazione alla base del distacco tra i due paperi innamorati, o alla creazione del Fosso dell’Agonia Rossa.
A gravare sul bilancio negativo, per i fan puristi, un doppiaggio sarcastico, che volutamente non prende sul serio gli scambi di battute e i ricordi di Paperone, forse ritenendoli troppo “seri” per un cartone per bambini.
La prima apparizione di Doretta in DuckTales
Ritorno al Klondike segna la prima apparizione in animazione di Doretta Doremì. Una Doretta raggiante, determinata e combattiva, che non esita a imbracciare il fucile e a far fuoco contro chi minaccia i suoi interessi. In realtà, tolti i pregiudizi e le ritrosie dei fan di lunga data, l’episodio non è poi tanto male. Illustra un passato di Paperone pienamente coerente col personaggio e col “Duck Universe“, e si inserisce bene nella continuity della serie.
Preso singolarmente, è un episodio divertente e sensato, che vede come protagonista, più che Paperone, l’accesa Goldie, che ritornerà successivamente in diversi episodi. Una puntata che ogni fan di DuckTales, o di Paperone, dovrebbe vedere prima o poi. Ritorno al Klondike, inoltre, è praticamente l’unica occasione in cui (finalmente) Paperone e Doretta dichiarano l’un l’altro a cuore aperto i propri sentimenti, permettendo ai due di riconciliarsi definitivamente e trovare un proprio equilibrio, grazie a un romantico e idilliaco happy ending. Magari non come ve lo aspettavate, ma bello.
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8) Cenerentolo – Scroogerello (S01-E47)
Paperone si becca un bel febbrone da cavallo, nonostante si ostini a negarlo. Su insistenza dei nipotini viene messo a letto, ma rifiuta in modo sgarbato le attenzioni e le cure di Tata e di Archie, accusandoli di essere la causa del suo male. Gaia, per tranquillizzarlo, comincia a leggergli la fiaba di Cenerentola, e Paperone scivola nel mondo dei sogni… diventando Paperontolo.
Cenerentolo vede Paperone rivestire il ruolo di un’atipica Cenerentola, con i Bassotti come fratellastri e Cuordipietra come terribile… patrigno. Paperontolo, grazie alla tuba dorata donatagli dalla Fata Tata (invece della scarpetta), dovrà cercare di salvare la bella principessa Goldie (Doretta Doremì), in una storia fantastica che non si risparmia nulla, tra battute, canzonette e trucchi di magia. E Jet rospo.
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Una DuckTales assurda
Per dire la verità, sia per qualità grafica che per trama, altre storie avrebbero meritato un posto in classifica rispetto a Cenerentolo. Pensiamo per esempio a Zio Paperone e la Maschera di Kutu Lulu, o Su e giù per Paperopoli, ispirate a stupende storie di Carl Barks. Ma Cenerentolo è una storia così fuori di testa, così grottesca che non si poteva non menzionarla. Nella sua assurdità è anche parecchio spassosa, dagli intermezzi in rima di Boogie Bass, ai biscotti “leggeri” delle Giovani Marmotte, o alla Goldie esperta di arti marziali.
La puntata riserva inoltre un inaspettato finale, più in linea inaspettatamente con lo Zio Paperone di Don Rosa, attraverso una breve ma toccante riflessione sul rapporto tra Doretta e Paperone, con una nota malinconica e romantica. L’episodio è così strambo da colpire lo spettatore (spetta a voi decidere come). So Bad It’s Good.
7) Fuga nel Tempo – Time Teasers (S01-E43)
Qui, Quo e Qua devono sbrigare una serie di commissioni, anche se preferirebbero andare a vedere la partita di baseball dei Mallards. Per fortuna Archimede ha appena messo a punto il “CongelaTempo“, uno speciale cronometro che permette a chi lo utilizza di fissare il tempo e di dedicarsi a ciò che più gli aggrada. In realtà lo strumento non congela il tempo, ma aumenta straordinariamente la velocità del possessore, tale da renderlo invisibile agli occhi di chi lo guarda, che si muove in maniera estremamente lenta, tanto da sembrare fermo.
L’occasione è ghiotta, e i tre gemelli sottraggono il CongelaTempo per sfruttarne le potenzialità. Un espediente che solletica la fantasia dello spettatore, e naturalmente anche dei nipotini, che ne approfittano per cercare di far vincere la squadra del cuore, con dei curiosi stratagemmi.
Fuga nel passato
Il CongelaTempo finisce nella mani dei Bassotti, che lo impiegano per derubare il Deposito di Paperone, il quale assiste inerme al ratto. Inseguiti, i Bassotti rompono per sbaglio il dispositivo, che teletrasporta i ladri (e la nave con tutti il patrimonio sottratto) nel passato. A Paperone, Archimede e i ragazzi non resta che seguirli fino al 1687, dove vengono catturati, assieme ai Bassotti, dal pirata Cuordilegno. Per riuscire a scappare, riparando la macchina del tempo e risalire sulla nave, dovranno prodigarsi in esilaranti siparietti al fine di distrarre i pirati. Memorabile il coro dei Bassotti, dedicato alla loro dolce mamma.
Il CongelaTempo
L’episodio parte da una premessa decisamente interessante: il CongelaTempo. Un dispositivo affascinante, nel mondo “congelato”, pieno di persone e cose bloccate o sospese a mezz’aria, a disposizione di chiunque. Suggestivo anche l’impiego, nelle situazioni più disparate: dalla rapina, al campo di baseball, fino al Deposito svuotato. Quando poi la puntata sembrava aver preso una ben precisa trama sci-fi, ecco il colpo di scena, con un inaspettato viaggio nel tempo.
Questa seconda parte è ben coordinata alla prima e intrattiene lo spettatore, con gag e sezioni d’avventura. Un episodio divertente e ben pensato. Nel 1991, il fumettista del Kentucky Don Rosa disegnò On Stolen Time, forse ispirata all’episodio Fuga nel Tempo, riprendendone alcuni temi e trovate narrative.
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6) Un Papero nel Futuro – Duck to the Future (S01-E52)
Qui, Quo e Qua aprono con Tonty un chiosco di limonate, con scarso successo. Paperone ne approfitta allora per impartirgli utili lezioni di economia, ma si adombra pensando al futuro delle industrie de’ Paperoni e al suo impero, in mano ai suoi nipoti. La fattucchiera Amelia, travestita da zingara, incoraggia le sue paure predicendogli un avvenire minaccioso, e spedisce Paperone nel futuro per controllare lui stesso.
Il multimiliardario si ritrova quindi in una avveniristica Paperopoli, 40 anni dopo, con macchine volanti e poliziotti robot. Ma fa anche un’amara scoperta: Amelia ha approfittato della sua scomparsa per sottrarre la sua Numero Uno (qui erroneamente definita centesimo) e ha acquisito il suo impero, dominando la città e spremendola fino all’osso con i suoi abusi. Toccherà quindi a Paperone fare i conti con questo futuro distopico, districarsi tra minacce moderne e riallacciare i rapporti con i suoi amici, ormai invecchiati.
Una distopia cinematografica
Duck to the Future omaggia nel suo titolo il famosissimo film del 1985 Back to the Future, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. DuckTales abbonda di citazioni pop e cinematografiche (come per esempio Verdure Stellari – Duckworth’s Revolt). Le due opere però hanno poco in comune. Nel futuro distopico e opprimente in cui è Amelia a prevalere, tutto è diverso dalla realtà conosciuta da Paperone. Quarant’anni dopo, i nipotini sono diventanti degli squali della finanza aridi e taccagni. Devoti ad Amelia, non esitano a stritolare economicamente gli altri.
Curiose sono anche le versioni invecchiate della famiglia dei Paperi: un Archimede rimbambito, Jet ormai decrepito e un bizzarro Tonty atletico (sposato con Gaia). L’esercito di Amelia invece richiama chiaramente l’opera Il mago di Oz e il suo tetro palazzo.
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Disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera
Un Papero nel Futuro è un ottimo episodio con antagonista Amelia. Un altro è stato La Guerra delle Ombre, dove l’ombra di Amelia si ribella alla padrona, per porsi a capo di una spaventosa rivolta delle ombre e assicurarsi il dominio sulla terra. Paperone, in quella vicenda, si dimostra caparbio e determinato nell’affrontare quelle mostruose creature, e non a caso pronuncia una delle sue citazioni più famose (I made it by being tougher than the toughies, and smarter than the smarties).
Duck to the Future è molto meno cupa e spaventosa rispetto a Magica’s Shadow War, dirottando piuttosto sulla linea comica e paradossale. È la curiosità dello spettatore a guidare la scena, nello scoprire il destino infausto della famiglia dei Paperi e le minacce di un mondo in cui Amelia ha finalmente vinto.
In questa puntata troviamo un Paperone meno tragicomico ma pronto a rimboccarsi le mani, in un futuro ostile. E che ha intenzione di ricominciare riprendendosi proprio il suo primo dime. Belle le scene d’azione e i confusionari salti nelle epoche causate dalle Sabbie del Tempo, che trasportano Amelia e Paperone, durante lo scontro finale, in un’antica arena romana, in una fiera medievale e poi direttamente sull’Hindenburg(er), prima del disastro. Particolarmente divertente il doppiaggio di Paperone, garanzia dell’indimenticabile Gigi Angelillo, e dell’Amelia di Sonia Scotti, con il suo irresistibile napoletano. Probabilmente, in generale, i personaggi meglio doppiati di DuckTales.
Un Papero nel Futuro si allaccia a quel filone di avventure di DuckTales non ispirate a una precisa storia a fumetti. Ciò ha permesso agli autori di spaziare come meglio credevano con la trama, confezionando un episodio autonomo e molto scorrevole. Duck to the Future costituisce un buffo e stimolante what if.
5) Paper Horror Picture Show – Ducky Horror Picture Show (S01-E64)
Paperone gongola per il successo del suo Cinema Paperama e dei suoi film horror, prognosticati come un fallimento. Ringalluzzito, si dedica quindi alla ristrutturazione di un edificio fatiscente (DUNG! RIDUNG!, esclama, di fronte alle ingenti spese), tra le battute sarcastiche di Archie, e lo inaugura come centro riunioni. Peccato che venga affittato dal signor De Lupis e dalla sua cricca, che si riveleranno essere i mostri dei suoi film. Non gli attori che li interpretano, ma proprio le disturbanti creature che li hanno ispirati, riuniti per gozzovigliare, distruggere e protestare per i diritti dei mostri.
Paperone, avendo ricevuto una cospicua somma in pagamento, per scongiurare il primo affare fallimentare della sua carriera è addirittura costretto a ospitarli a casa sua. Con tutti i disastri che questo comporta.
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Una carrellata di mostri
Il titolo Ducky Horror Picture Show è un chiaro omaggio al musical “anticonformista” The Rocky Horror Picture Show del 1975. In effetti i protagonisti dell’episodio sono dei “mostri”, strambi e disadattati, che si ritrovano a inscenare anche un breve ma simpatico numero musicale nel finale. Il mostro della palude, Quackestein, il Conte Quackula e la Bleah Bleah Macchia: tutte spassose citazioni di cult cinematografici di film da brivido. Probabilmente il più spaventoso di tutti è il gracchiante e zoppicante gobbo, inquietante con i suoi modi untuosi.
Ma il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge, e anche i mostri non si riveleranno poi tanto malvagi. E Paperone troverà il modo di far soldi comunque, come c’era da aspettarsi.
Le scenette umoristiche, le battute di Paperone con tanto di enunciazione espressa di onomatopee, per bocca di Angelillo, sono veramente spassose. La presenza di tanti mostri diversi, così come i giochi di parole che ruotano loro intorno, sollazzano e incuriosiscono lo spettatore. L’episodio non si prende molto sul serio, e a noi va bene così, sfizioso e sopra le righe.
4) I Robot Costruttori – Robot Robbers (S01-E10)
Paperone scopre che l’appalto per la costruzione del nuovo complesso bancario di Paperopoli gli è stato soffiato da Cuordipietra Famedoro. Arrivato all’inaugurazione, ne scopre il motivo: Famedoro ha a sua disposizione dei leviatanici Robot Costruttori, inventati da Archimede, nonostante Paperone, dopo i disastri combinati da Armstrong in una precedente puntata, gli avesse proibito di costruirne altri. Questi giganteschi mecha sono privi di IA ma sono formidabili, notevolmente versatili e forti… anche troppo.
Mamma Bass infatti riesce a penetrare nelle difese del magazzino e a sottrarre uno dei Robot, per liberare gli amati figli Bassotti dal carcere. I criminali, alla guida degli inarrestabili mecha, semineranno la devastazione in città e insidieranno il Deposito di Paperone, costringendo i due fantamiliardari a collaborare per sventare la minaccia.
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L’esordio di Mamma Bass in DuckTales
I Robot Costruttori si ispira, anche questa volta, a una storia di Barks, Zio Paperone e la meraviglia scientifica. L’episodio segna la prima apparizione di Mamma Bass, personaggio originale di DuckTales, madre di parecchi Bassotti. La matriarca si rivela sin da subito la più furba e scaltra della famiglia: l’ottuso gruppo di ladri diventa immediatamente più insidioso se lei si pone al comando. L’episodio, personalmente uno dei miei preferiti, scorre con tranquillità, diverte e intrattiene.
La presenza dei giganteschi e invincibili robot, rispetto ai piccoli e inermi Paperi, è impressionante e attraente agli occhi degli spettatori più piccoli: difficile non immaginarsene alla guida, e tutte le possibili (e disastrose) conseguenze. Il resto lo fanno le idiozie dei Bassotti e i gustosi battibecchi con Famedoro, che regalano a I Robot Costruttori un piacevole e movimentato equilibrio di humour, azione e adrenalina. Puntata imperdibile.
3) La Maledizione del Castello di Zio Paperone – The Curse of Castle McDuck (S01-E26)
Tra le nebbie della brughiera scozzese, un pastore rincorre un agnellino smarrito. Quando riesce infine a recuperarlo, avverte uno spaventoso ringhiare alle sue spalle: un infernale mastino infesta la vallata, costringendo il villico alla fuga.
Pochi giorni dopo, Paperone, Qui, Quo, Qua e Gaia si recano in visita in Scozia, per conoscere il luogo di nascita dello zio. Dopo essersi accomodati nell’accogliente cottage di famiglia, i nipotini scoprono il motivo per il quale vengono malvisti dai locali: sui de’ Paperoni, e sul loro castello, vige un’antica maledizione, che impedisce loro di occupare il maniero e vivere in serenità.
Quando il capofamiglia Sylas de’ Paperoni fece costruire il castello de’ Paperoni, secoli prima, una figura minacciosa e incappucciata fuoriuscita dalle ombre del bosco, un druido, tuonò una maledizione contro i de’ Paperoni. Da allora ogni sera vennero perseguitati da un cane demoniaco. Al clan de’ Paperoni non rimase che sciogliersi e abbandonare la Scozia.
Il Castello de’ Paperoni, oggi
Il mastino infesta tutt’ora quei luoghi, e scaccia ancora una volta i Paperi dal castello e dagli annessi possedimenti. Paperone, però, si accorge che il maniero della sua famiglia non è veramente abbondonato: mesti mormorii, fiaccole accese, cerchi di figure incappucciate compiono i loro riti pagani tra le mura. I mistici druidi hanno preso possesso del castello, per compiere ancestrali esoterismi. L’iniziale turbamento si dissipa rapidamente: Paperon de’ Paperoni non permetterà mai che gli venga sottratto il suo retaggio, le sue radici, e riscatterà l’onore della famiglia. Mastini infernali e malvagi druidi o meno.
La Maledizione del Castello di Zio Paperone è uno di quei episodi che più mi hanno impressionato da piccolo, ed è tra i miei preferiti in assoluto. L’ambientazione scozzese, il vecchio castello diroccato, il cottage e il ponte distrutto, i passaggi segreti, l’oscura foresta: ogni luogo è ben definito e scenario perfetto della mise-en-scène, accompagnata dalle superbe composizioni di Ron Jones, il troppo poco ricordato autore della colonna sonora di DuckTales.
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L’arcano in DuckTales: i druidi
Ma a rendere veramente suggestiva la puntata sono loro, i druidi. Già il loro curioso nome, con quel suono complesso, bastava a solleticare la fantasia. Ancora oggi quelle misteriose figure, avvolti nel mantello e con gli occhi rossi, promanano un’aura austera terribile, mistica e cupa, impegnati, col favore delle tenebre, nei loro strani riti. È chiaro che i druidi, accompagnati poi da un mastino infernale (che sembrava col suo latrato risvegliare i morti), come antagonisti de La Maledizione del Castello di Zio Paperone avessero tutte le carte in regola per fissarsi bene nella memoria di un giovane fan di DuckTales.
La puntata si ispira alla storia Il clan di Zio Paperone. Nel fumetto di Barks l’origine della maledizione è dovuta al clan rivale dei Whiskervilles che, per sottrarre i pascoli contesi ai de’ Paperoni, avevano congegnato l’inganno del mostruoso mastino (ripreso anche da Don Rosa nella sua Saga).
La Maledizione del Castello di Zio Paperone dosa bene le fasi d’azione con quelle narrative, dando il giusto respiro ed enfasi alle singole scene. Il fatto che tutta la storia ruoti attorno al passato di Paperone e al suo clan la rende ancora più intrigante. La puntata è magistralmente raccontata, spingendo l’acceleratore sull’occulto, il brivido e l’azione, con la crescente e pressante curiosità dello spettatore di venire a capo del mistero. Secondo il mio parere, uno degli episodi più belli e suggestivi di DuckTales.
2) I Predatori dell’Arpa Perduta – Raiders of the Lost Harp (S01-E45)
Su un’isoletta del Mediterraneo finalmente gli scavi di Paperone hanno avuto buon fine: una enorme porta di pietra, raffigurante un minaccioso grifone, protegge l’entrata. Si tratta nientedimeno che l’ingresso ai resti della gloriosa città di Troia, magnificamente conservata: Il Cavallo di Legno, la Lancia di Ettore, il cocchio d’oro di Achille. Tutti tesori inestimabili da scoprire, però con una sorpresa. Protetta dalla colossale statua di un Minotauro, in uno scrigno, viene rinvenuta l’Arpa Perduta di Elena di Troia. Il manufatto ha la capacità di rivelare le bugie al suo possessore: questa abilità, unita alla sua straordinaria bellezza, aveva garantito a Elena la gloria eterna.
Paperone intuisce subito l’utilità dell’Arpa per i suoi affari, e non solo. Anche la fattucchiera Amelia, ingorda di fama e potere, cercherà di metterci su le mani con ingegnosi travestimenti. Ma non è lei la minaccia più grande: l’impressionante colosso del Minotauro, prendendo magicamente vita, si incammina verso Paperopoli, inarrestabile e infuriato, battendo i fondali marini.
Archeologia, mito, magia
I Predatori dell’Arpa Perduta (citazione da I predatori dell‘arca perduta – 1981) si colloca tra quelle puntate di DuckTales che (meglio di tante altre) riescono a immergere pienamente lo spettatore in stimolanti atmosfere avventurose. La petulante Arpa (Questa è una bugia! Bugia, bugia, bugia!) fa gola ad Amelia, in forma smagliante, che nonostante i suoi gustosi travestimenti (da tozza westler, donna delle pulizie e addirittura dalla stessa Elena) e una divertente corsa in scrivania per Paperopoli, non si rivelerà il vero antagonista della puntata.
Piuttosto, il protagonista de I Predatori, quello interpreta la parte del leone (o meglio del toro) è il leviatanico Minotauro. Memorabili le scene in cui prende vita, e si incammina negli oceani per raggiungere la sua Arpa. Trasmette, ancora a distanza di anni, l’idea di una mistica e inarrestabile calamità, incredibile nella sua potenza. E, a conti fatti, imbattuta.
Nell’episodio possiamo respirare a pieni polmoni l’aria del mito e delle leggende, con arcani manufatti perduti, creature mitologiche e intriganti stregonerie. Ma a I Predatori non mancano battute, buffi sketch e trovate distensive. Tra le migliori puntate di DuckTales in assoluto, non solo per animazione, ma anche per ispirazione, epicità e coinvolgimento. Divertimento, avventura, fascino: personalmente, credo che il nucleo duro, l’anima di DuckTales possa essere ben rappresentata da I Predatori dell’Arpa Perduta.
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1) Caccia alla Numero Uno – Send in the Clones (S01-E06)
Sul Monte Vesuvio, un vulcano a forma di sfinge (papera) in mezzo al mare, Amelia enuncia al fratello Gennarino (in originale Poe, chiaro omaggio allo scrittore statunitense) i suoi loschi propositi. Arraffando la Numero Uno di Paperone, sarà in grado di forgiare un invincibile talismano, acquisendo un potere immenso e infine il dominio del mondo (oltre a restituire fattezze papere a Gennarino, trasformato in corvo). La fattucchiera decide di far evadere i Bassotti, per aiutarla nel suo piano.
Nella sua villa, Paperon de’ Paperoni attende con impazienza l’inviata dell’Eco di Paperopoli per un servizio sulla sua famiglia. La geniale idea di Amelia di far assumere ai Bassotti le sembianze di Qui, Quo e Qua però scombussola l’ordine in casa, a causa di inopportuni scambi di persona, mettendo a dura prova i nervi di Tata e la reputazione del multi-multimiliardario. Una volta sottratto il prezioso decino, a Paperone non rimane che inseguire la fattucchiera per salvare Tata e Qui, impegnati in una mirabolante fuga a colpi di filtri incantati.

L’esordio di Amelia in DuckTales
Caccia alla Numero Uno segna la prima apparizione in animazione di Magica De Spell, in Italia Amelia la fattucchiera che ammalia. Un esordio col botto: sin dalla sequenza iniziale, immagini e background musicale danno un’eccellente introduzione del personaggio, tra i più riusciti di DuckTales (e mio antagonista preferito della serie). Con il suo irresistibile accento napoletano (non si sa perché, dell’Europa dell’est in originale) supera, probabilmente, il doppiaggio originale. Le voci italiane realizzano un ottimo lavoro prestando i propri talenti ai personaggi, accentuando al giusto punto le battute e rabbuiandosi quando necessario.
Tata e la Commedia degli Equivoci
La prima parte di Caccia alla Numero Uno è caratterizzata da esilaranti toni comici, tipici della più classica Commedia degli Scambi. Equivoci, sostituzioni, battute gratuite e taglienti servite su un piatto d’argento, per lo più ai danni di Bentina Beakley, alias Tata. La povera Tata, che continuerà a dare prova di un inaspettato talento comico nelle successive puntate (ad esempio I vichinghi all’opera), svolge alla perfezione il suo ruolo: si indigna quando deve indignarsi, sviene quando deve svenire, e bersaglia le capocce dei Bassotti quando deve farlo. Dovrà inoltre subire le angherie fisiche e verbali di Amelia e la sua banda, degne del peggiore body shaming. Viene apostrofata per esempio come grossaccia, chiassona, grassona, cicciona e tanti altri dolci epiteti in -ona (gratuiti quanto spassosi, bisogna dire).
Nell’antro di Amelia
Dopo la prima sezione della puntata, dalla spiazzante comicità, la seconda parte ci riserva una narrazione più fantasy e dinamica. All’interno del suggestivo e spettrale antro della strega, Qui e Tata si liberano dalle corde e cercano di scappare. Inizia così un’adrenalinica fuga, supportata da un perfetto comparto musicale e da una degna animazione, in cui i due rapiti bombardano i nemici di pozioni magiche. Amelia e i Bassotti rispondono al fuoco col fuoco, dando il via a una sfida di trasformazioni. Memorabile la risicata fuga di Qui sul Vesuvio, e il travolgente scontro con il Drago-Bassotto, inseriti (non a torto) anche nella sigla iniziale.
Le favole più belle sono DuckTales!
Caccia alla Numero Uno si rivela, anche a distanza di anni, estremamente piacevole e dalla narrazione fresca e coinvolgente. Uno dei rari casi in cui, rivendendo un episodio della propria infanzia, si apprezza più di prima, invece di farsi semplicemente contagiare dalla nostalgia. Personalmente, credo che Caccia alla Numero Uno sia un capolavoro, frizzante, esilarante, magico, appassionante. In una sola parola: DuckTales! (Uuh Uuh!)
Antonio Glide Manno
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