P.I.A.: Paperon Intelligence Agency. I servizi segreti di Paperon de’ Paperoni, che il Papero più ricco del mondo ha istituito per proteggere il proprio patrimonio da varie ed eventuali minacce.
Al suo servizio, ovviamente, il parentado, che lavora gratuitamente – alcune volte anche inutilmente – e per la sola gloria.
Certe volte, neanche quella….
In questo articolo vi proponiamo una selezione di 5 storie (e qualche extra) appartenente a questo filone, scelte in base al gusto personale di chi scrive, tra le oltre 75 (dato aggiornato al 25 marzo 2020) pubblicate sulle pagine di Topolino.
P.I.A.: genesi di un filone narrativo tutto italiano
La prima storia a “tema P.I.A.” è stata pubblicata sui nn. 542 e 543 di Topolino del 17 e 24 aprile 1966, scritta da Carlo Chendi e disegnata da Giovan Battista Carpi.
La storia si intitolava Paperino missione Bob Fingher e strizzava l’occhio al lungometraggio Agente 007 – Missione Goldfinger. Si apriva con Paperino che riceveva uno strano messaggio dallo Zione.
Senza entrare nel merito della storia, basti sapere che il successo riscosso portò alla pubblicazione di altre due storie dedicate ai servizi segreti dello Zione, entro il 1976.
Nel 1988 il filone venne ripreso da Giorgio Figus, con la storia Paperino e l’incarico indiscutibile, apparsa su Topolino n. 1710, e da allora è in corso di pubblicazione, con una certa regolarità, sul settimanale.
Da quel momento in poi, infatti, la P.I.A. ha iniziato ad assumere le caratteristiche per le quali queste storie sono particolarmente apprezzate. Alcuni elementi ricorrenti (la convocazione di Paperone, i marchingegni realizzati da Archimede per la missione…) permettono di identificare inequivocabilmente una storia come appartenente al “filone P.I.A.“.
Protagonisti indiscussi sono spesso e volentieri Paperino, meglio noto come agente “Qu-Qu 7” (Quasi Qualificato 7) e Paperoga, ovvero l’agente “Me-Se 12” (Mezzo Servizio 12), alle prese con vari furfanti, ladri, scienziati pazzi, spie rivali (o solo la Banda Bassotti) che mettono in pericolo gli amati dollarucci di Paperone.
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Ma quali sono le storie più belle di questa serie che strizza l’occhio a James Bond, ma con tutta l’ironia di Una pallottola spuntata? Iniziamo con la nostra, personalissima, selezione.
Prima di iniziare, un doveroso disclaimer: sono presenti degli spoiler!
5. Zio Paperone e la slealtà del leale
Zio Paperone e la slealtà del leale, di Giorgio Figus e Andrea Freccero, pubblicata su Topolino n. 2110 del 7 maggio 1996, è una storia che, pur appartenendo al ramo P.I.A., è peculiare sotto molti punti di vista.
In primo luogo, il nemico da affrontare questa volta si trova nella stessa casa (o meglio, Deposito) di Paperone: il fidato maggiordomo Battista. Anche se “il colpevole è sempre il maggiordomo”, tutto ciò non ha alcun senso. Battista serve da sempre il “principale” con lealtà e abnegazione, senza percepire alcuno stipendio degno di nota. Tuttavia, gli indizi conducono verso di lui.
Paperino e Paperoga, su richiesta di Paperone, si ritrovano così a pedinare Battista, ipoteticamente reo di aver sottratto un diamante a Paperone e di essersela data a gambe! I due agenti dunque si recano in una remota cittadina per cercare di scoprire dove il maggiordomo abbia nascosto il diamante e, soprattutto, le ragioni alla base dell’inaspettato furto! Ciò, unito alla sbadataggine dei nostri eroi, darà il via a una serie di gag esilaranti.
I nostri due agenti si imbattono in quello che sembrerebbe essere Battista, ma, ogni volta che lo avvicinano, succede un imprevisto. Proprio come nella tavola sopra riportata, in cui Paperino si ritrova a dover fare fari i conti con un tizio poco raccomandabile.
Come spesso avviene, gli strumenti realizzati da Archimede contribuiscono ad aumentare il caos: per esempio, il gas che avrebbe dovuto creare una distrazione sufficiente a recuperare Battista viene per sbaglio “diffuso” fra la calca del ristorante, tramutando i camerieri e il personale in provetti cantanti d’opera!
Alla fine, i nostri eroi riescono a interfacciarsi con Battista. Il maggiordomo avrà realmente tradito? Be’, senza svelare troppo, vi basti sapere che la risposta a tutte queste domande sta a metà. L’unica anticipazione che vi faremo è che i nostri agenti, per una serie di eventi, finiranno ancora una volta a pagare i disastri che hanno combinato, stavolta però addirittura nello spazio!
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Pregi e difetti
Zio Paperone e la slealtà del leale è una storia pregevole, forse una delle più fluide ambientate nell’universo P.I.A. Tra i punti di forza vi è senz’altro l’elemento della “novità” dell’antagonista: il fidato maggiordomo Battista.
Per una volta, gli agenti si ritrovano a dover, per l’appunto, far fronte a un tradimento. Il problema non sono i Bassotti o altri miliardari senza scrupoli.
Questa circostanza, unita al clima di ambiguità (farcito di una buona dose di gag, per alleggerire l’atmosfera), rendono la storia meritevole di entrare in classifica.
Tuttavia, uno dei difetti che è possibile riscontrare sta proprio nel fatto che il ritmo è fin troppo serrato. L’ambientazione, inoltre, sul finale cambia rapidamente. Proprio il ritmo frenetico impedisce di apprezzare fino in fondo l’idea interessante di Battista come presunto traditore. Perché Paperone avrebbe dovuto dubitare del maggiordomo? C’erano stati screzi precedenti?
Questi spunti, che difatti non vengono approfonditi (tutto si risolve in un gigantesco equivoco), minano – seppur solo in parte – la credibilità del voltafaccia.
Ciononostante, la storia è confezionata bene ed è una lettura estremamente piacevole.
4. Paperino agente Qu-Qu7: Una marmellata di diamanti
Una marmellata di diamanti è una storia pubblicata su Topolino n. 2414 del 5 marzo 2002, realizzata da Sisto Nigro e Alessio Coppola.
La storia, nel titolo, omaggia uno dei film della serie di James Bond, Agente 007: Una cascata di diamanti, del 1971. Il ruolo dell’agente segreto, in questo caso, era interpretato da Sean Connery.
Inoltre, la segretaria dell’antagonista ha lo stesso nome e ricorda l’aspetto del personaggio interpretato dalla “Bond girl” Jill St. John: Tiffany. Tuttavia le similitudini finiscono qui, perché per il resto le storie non potrebbero essere più diverse.
La storia della P.I.A. ha inizio con Paperino e Paperoga che vengono convocati alla base segreta dallo Zione.
L’entrata in scena, questa volta, avviene tramite una cabina telefonica abilmente camuffata. Nessuno potrebbe sospettare che questa cabina sia in realtà l’accesso a una base segreta, e ciò dà vita a una serie di gag. Una signora particolarmente loquace costringe i due agenti ad attendere ore prima di andarsene via arrabbiata, perché convinta che l’amica non le stia rispondendo al telefono di proposito.
La missione, questa volta, consiste nell’indagare sul conto di Van Vultur, un miliardario sbucato dal nulla che fa concorrenza a Paperone nel mercato dei diamanti. Nonostante non possegga miniere, riesce a venderli a prezzi irrisori rispetto a quelli dello Zione. Gli agenti dovranno cercare di scoprirne la ragione, cercando di imbucarsi alla serata di gala del miliardario.
L’azione si sposta al gala, dove Paperino, novello James Bond, si lancia nelle danze, seducendo la segretaria, diversivo che permette a Paperoga – meno imbranato del solito – di indagare.
Talento naturale? Macchè! Sono le scarpe fornite da Archimede che permettono infatti a Qu-Qu7 di non sfigurare.
La missione sta andando a gonfie vele! Cosa potrebbe andare storto? Ebbene, solo un imprevisto che, nel caso in esame, è dato da… Paperina! La papera infatti ha visto ballare in televisione Tiffany e Paperino, ignara che il fidanzato sia in missione.
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Da qui, l’equivoco rischierà di mettere a dura prova la missione, fino al finale, che come anticipa il titolo della storia, rivelerà la reale fattura dei diamanti e cosa si cela dietro le mire di Van Vultur.
Pregi e difetti
La storia è estremamente gradevole per una serie di motivi: la trama, l’ottima struttura narrativa, la perfetta disposizione di ogni tassello. E poi, alcune tavole realizzate da Alessio Coppola sono una gioia per gli occhi.
Un difetto che forse si potrebbe individuare in questa storia è che, se fosse stata una parodia del lungometraggio Una cascata di diamanti, avrebbe reso ancora di più giustizia al genere. Infatti, l’azione è ridotta al necessario e l’unico personaggio che si fa autore della risoluzione finale non è uno degli agenti, bensì Paperina.
Nonostante questo, nulla viene lasciato al caso e la storia si dimostra coerente e senza buchi di trama. Van Vultur è un personaggio costruito bene: seppur come antagonista non porti nulla di nuovo rispetto ad altri “nemici” (è ricco, intelligente, uno scienziato senza scrupoli o etica), è indubbiamente credibile e lo resterà anche nelle sue successive apparizioni.
3. Paperino e il risveglio del silente
Paperino e il risveglio del silente, di Giorgio Figus e Fabio Celoni, pubblicata su Topolino n. 2314 del 4 aprile 2000, non ha una trama particolarmente complessa: gli agenti devono cercare di impedire l’accensione di un robot antifurto creato da Archimede, di cui l’agenzia concorrente alla P.I.A. – la Blonk – si è impadronita. Nonostante questo, è forse la storia che in questa classifica rispecchia al meglio tutti gli gli elementi grazie a cui si può parlare di una storia “targata P.I.A.”. Vediamoli uno per uno.
- L’ingresso nella base segreta
Gli ingressi per accedere alla base della P.I.A. sono sempre rocamboleschi o frutto di espedienti che Paperone utilizza per reclamare i nipoti il più velocemente possibile.
Forse uno dei più belli a livelli di colori e di atmosfera creata è proprio quello di questa storia. Paperino e Paperoga vengono infatti letteralmente teletrasportati alla base segreta.
- L’ironia
In questa storia i due agenti sono squisitamente ironici. Sin dall’inizio, anche per contrastare la tensione che la missione provoca e l’apprensione dello Zione, i due cugini provvedono a fare del sano (e cinico) spirito. Così regalano delle vere e proprie perle, fra le quali l’invito a Paperone di regalare parte del contenuto del Deposito, onde evitare che gente priva di scrupoli cerchi di impadronirsene.
- Il finale
Tra i pregi, indubbiamente vi è il divertentissimo epilogo: i nostri eroi riescono a impadronirsi nuovamente del telecomando che accende il silente ma, nel corso del rocambolesco recupero, finiscono per distruggere il Deposito (proprio l’edificio che avrebbero dovuto proteggere!).
Ciò non può che condurre i nostri agenti a darsela a gambe, al fine di sfuggire alle ire dello Zione, in uno dei finali più classici in assoluto per una storia Disney.
2. La P.I.A. alla caccia della spia
La P.I.A. alla caccia della spia, di Bruno Sarda e Giuseppe Dalla Santa, pubblicata su Topolino n. 2473 del 22 aprile 2003 è una storia a tema pasquale, realizzata in occasione dell’omonima festività. Forse è una delle storie più belle della serie, perché completa di tutti quegli elementi che rendono un fumetto a sfondo spionistico degno di menzione.
Paperino e Paperoga si ritrovano ancora una volta, infatti, a dover fare i conti con gli agenti della Blonk, i quali si vogliono impadronire della ricetta del cioccolato che rende le uova pasquali di Paperone le numero uno nel mercato. Paperone ha ragione di sospettare che un membro del personale della sua fabbrica sia stato corrotto e voglia passare la formula alla concorrenza.
Paperino e Paperoga, tra intercettazioni, equivoci, disastri, pedinamenti e chi più ne ha più ne metta, si ritrovano con i minuti contati e nei guai fino al collo, con l’ulteriore svantaggio di non sapere chi sia il traditore. Ogni pista che seguono, infatti, conduce a un vicolo cieco. Tra queste:
1) il direttore che agisce con circospezione per nascondere una passione per le figurine;
2) l’inserviente che si apposta per parlare in tutta privacy con la fidanzata.
Solo per il rotto della cuffia gli agenti riescono a scoprire, tramite un’intercettazione, che la formula è stata nascosta in un uovo di Pasqua con fiocco giallo.
Da questo momento in poi, inizia, come in un vero e proprio film, la corsa verso il finale il cui esito sarà perfettamente in linea con la festività che fa da ambientazione alla storia.
Pregi e difetti
In questo caso i difetti della storia sono ridotti al minimo, se non inesistenti. La storia sembra infatti un lungometraggio, in cui le indagini dei due agenti la fanno da padrone. L’atmosfera di spionaggio e di tensione viene inoltre abbondantemente mitigata ancora una volta dagli espedienti comici e dal gioco di equivoci che caratterizzano questa storia. Va segnalato, inoltre, l’espediente – anche questo a tema pasquale – con il quale Paperone chiama a raccolta il nipotame. Fa credere loro infatti di aver vinto un uovo di Pasqua.
1. Paperino missione Bob Fingher
Paperino missione Bob Fingher, storia in due parti pubblicata su Topolino nn. 542-543 del 1966, merita la prima posizione non solo perché è la storia che fa da apripista alla serie dedicata alla P.I.A., ma anche perché l’omaggio al film Agente 007 – Missione Goldfinger è presente nel corso di tutto l’arco narrativo. Ciò anche grazie a delle citazioni che, pur discostandosi dalla trama di partenza, creano dei veri e propri easter egg all’interno della storia a fumetti.
Senza anticipare troppo – questa è infatti la storia che merita più di tutte di essere recuperata e goduta pienamente -, vi sono, come anticipato, delle chicche che si rifanno al lungometraggio che gli appassionati del genere non potranno non apprezzare.
Innanzitutto Carpi, disegnatore della storia, si è basato sul volto dell’attore tedesco Gert Fröbe, che nella pellicola interpreta il magnate lettone Auric Goldfinger, per disegnare il volto dell’antagonista di Qu-Qu 7, tratteggiando un feroce bulldog.
Inoltre, Il personaggio del fumetto si rifà a quello cinematografico per un altro piccolo particolare: la suola delle scarpe, formata da acciaio al molibdeno, è tagliente come un rasoio ed è un’arma estrema alla quale fa ricorso Bob Fingher.
Infine, si scopre che, seppure sotto copertura, assumendo l’identità di Genoveffa Fingher, nipote del criminale, la prima partner di Paperino è stata proprio Paperina, alias agente Fu-Qu.
Questa storia merita di essere recuperata perché non solo strizza l’occhio a pietre miliari della cinematografia spionistica, ma perché i testi di Chendi, uniti all’estro creativo di Carpi, fanno sì che questo sia uno dei migliori esordi per un filone fumettistico disneyano.
Menzione speciale P.I.A.: Paperino e l’estraktor P-19
Fuori gara ma assolutamente encomiabile è la storia Paperino e l’Estraktor P-19, di Figus e Dalla Santa, pubblicata su Topolino n. 2365 del 27 marzo 2001.
Una menzione meritata solo ed esclusivamente per un elemento: il finale aperto e leggermente inquietante. La missione dei due agenti, i quali si ritrovano ancora una volta impegnati nel recupero di un oggetto e a battere sul tempo gli agenti della Blonk, non va come previsto e Paperone li rimanda di nuovo sul campo.
Qu-Qu7 e Me-Se 12 si rimettono sulle tracce dell’Estraktor, con una strana sensazione in corpo: quella di essere perennemente osservati dai nemici della Blonk. L’inquadratura si allarga a poco a poco e non possiamo che appurare che la brutta percezione di Paperino corrisponde al vero: ignari di tutto, i nostri eroi sono circondati.
Si conclude così la nostra selezione di storie della P.I.A. da recuperare. Speriamo abbiate apprezzato questo piccolo viaggio nei ricordi, ma ora vogliamo sapere la vostra: vi piacevano le storie a tema P.I.A.? Quali erano le vostre preferite? Meglio Qu-qu7 o Me-se12?
Lidia Brancia
Immagini © Disney – Panini Comics