Era dal 1989, con Cip & Ciop agenti speciali, che ai due curiosi chipmunk non veniva dedicata una serie animata, o anche solo dei semplici cortometraggi. Ma dal 28 luglio 2021 è sbarcata sulla piattaforma streaming Disney+ la nuova serie Cip e Ciop : Al Parco, con protagonisti gli omonimi scoiattoli animati. La prima puntata di Cip e Ciop: Al Parco trasporta finalmente i due piccoli roditori nel terzo millennio. Ma com’è questo primo episodio?
Cos’è Cip e Ciop: Al Parco
Cip e Ciop: Al Parco è la nuova serie animata con protagonisti i due piccoli scoiattoli apparsi per la prima volta nel 1943 nel corto La recluta Pluto. La serie è animata dallo studio Xilam Animation, vede alla regia Jean Cayrol, Marc du Pontavice come Executive Producer/Producer mentre le musiche sono opera del compositore Vincent Artaud.
Nella serie Cip e Ciop vivono in un parco cittadino e devono affrontare piccole e grandi avventure per procurarsi del cibo, affrontare bulli o semplicemente tirarsi fuori dai guai che hanno involontariamente causato. Tra gli altri personaggi, nella serie vanno segnalati nuovi chipmunk, ma anche vecchie conoscenze dai corti classici, come Pluto, Butch, Fifi e persino la nemesi per eccellenza Paperino. Cip e Ciop: Al Parco promette atmosfere giocose e zuccherose con al centro l’inseparabile duo.
Ognuno dei 12 episodi è composto da tre corti da 7 minuti ciascuno, in uscita ogni mercoledì su Disney+.
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Il primo episodio di Cip e Ciop: Al Parco
Il primo episodio della prima stagione, uscito il 28 luglio, è composto da tre corti: Non rubare le castagne/ Lo scoiattolo che sussurrava ai bambini/ Le code si attorcigliano in due.
Non rubare le castagne
Nel primo corto, Cip è alle prese coi morsi della fame. È ormai autunno, ed è rimasta solo una misera ghianda putrida con cui rifocillarsi. Ciop però ha una soluzione: si è procurato una caterva di dolci castagne, che basteranno ai due per tutto l’inverno. Peccato che le abbia sottratte inconsapevolmente all’amico Pluto, che ora non ha di che sfamare i suoi cuccioli, i Quin-puplets avuti con la cagnolina Fifi, apparsi per la prima volta nel 1937 nel corto Pluto’s Quin-puplets. Quando la coppia di scoiattoli se ne accorge è troppo tardi: Pluto è sulle tracce dei ladri, Cip è troppo spaventato e Ciop troppo affamato per restituire il maltolto.
Ma il triste sguardo dei cagnetti, in balia della fame e di un bassotto (non il cane, ma proprio uno dei Beagle Boys) che li deruba della ruota dell’altalena e persino della mesta armonica che li accompagna, smuove gli scoiattoli che, divorati dai rimorsi, decidono di rimediare (non senza combinare guai).
Lo scoiattolo che sussurrava ai bambini
Dei tre, il secondo corto risulta essere quello più avventuroso. Cip scopre che vicino al loro albero è stata aperta un’area speciale dedicata ai bambini, e di riuscire a instaurare con loro un particolare legame, arrivando a guidarli e a saltargli “in groppa”. I problemi arrivano quando, spinto da Ciop, Cip cerca di domare il più riottoso del gruppo, un bambino con la tutina da unicorno. Solo dopo aver fatto imbizzarrire la mandria Cip capisce come calmare il piccolo e porsi alla testa dei fuggiaschi per rimediare al peggio.
Le code si attorcigliano in due
Il terzo corto si concentra sull’idilliaco rapporto instaurato tra Cip e Ciop. I due vanno d’amore e d’accordo, in una perfetta simbiosi che attrae l’ammirazione di tutti gli abitanti del parco, presi da piccole scaramucce. Sono dei veri e propri paffuti e morbidosi modelli di condotta. Anche quando per sbaglio le loro code vengono intessute insieme da una punk appassionata di cucito, non si perdono d’animo e cercano di trarre il meglio da questa particolare situazione. Peccato che il più prosaico dei due, Ciop, cominci a malsopportare il controllo del più assennato Cip, ed escogiti vari stratagemmi per separarsi dal compagno.
Ma Cip si rivela essere particolarmente sensibile, e si offende terribilmente per l’operato di Ciop, che vede come un tradimento. Al povero scoiattolo col naso rosso non rimane che chiedere scusa al compagno, in un tripudio di dolcezza e coccole che porta Pluto, Fifi e gli altri abitanti del parco a intrecciare letteralmente un legame con le rispettive metà. Alla fine però Cip e Ciop, non potendo gustare in pace una saporita ghianda, decidono di separare comunque le proprie code, non senza qualche baruffa dei propri vicini, ormai “intrappolati”.
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Com’è Cip e Ciop: Al Parco?
I protagonisti della serie, così come qualsiasi altro personaggio, non proferiscono parola. Si esprimono piuttosto a versi, agevolando la comprensione grazie alle semplificate espressioni e ai gesti. Il target è indubbiamente infantile: Cip e Ciop: Al Parco potrebbe essere trasmesso tranquillamente su Rai Yoyo, la fascia d’età prediletta per questo cartone è presumibilmente dagli 0 ai 6 anni. Anzi, un bambino appena accolto alla scuola primaria potrebbe trovarlo abbastanza noioso. La trama dei singoli episodi è infatti volutamente elementare e priva di colpi di scena, dipanandosi quietamente di fronte agli occhi del placido spettatore. Ogni corto porta avanti senza malizia le premesse iniziali, accompagnando per mano i fan più giovani. Lo stesso si può dire dal punto di vista delle OST e della grafica.
Le animazione è in 2D. I personaggi quindi sono bidimensionali, così come gli sfondi. Ciò non è per forza un male, anzi una linea di tendenza stilistica delle ultime serie animate Disney. Le animazioni, così come il character design, sono semplici ma svolgono dignitosamente il loro compito: niente che faccia urlare al miracolo, comunque. Lo stesso dicasi per gli sfondi, sufficientemente curati che, tranne per qualche rara eccezione (che tenta un guizzo di originalità, come nel corto Non rubare le castagne), non spiccano per elaborazione artistica.
Cip e Ciop: Al Parco è una serie parecchio distante, ovviamente, dalla vecchia Cip & Ciop agenti speciali. Cambia lo stile, i temi, le citazioni e soprattutto il target di riferimento. Si ispira al più meritevole Il meraviglioso mondo di Topolino e alla produzione di Rudish per stile grafico e umorismo slapstik, ma non ne raggiunge le vette umoristiche né l’ambiziosa originalità, a livello narrativo e d’animazione.
Una serie infantile
Ma non bisogna essere troppo duri con questa nuova serie. Le scelte stilistiche individuate poco sopra sono con ogni probabilità ben ragionate e coscienziosamente ordinate per catalizzare l’attenzione dei più piccoli, impartendo loro qualche utile insegnamento, grazie a una grafica “pucciosa” e plot che spettatori più adulti non esiterebbero a definire stucchevoli. Inoltre, la considerevole durata dei corti (7 minuti), vista la povertà dei contenuti, non incoraggia certamente il fan più esigente a sorbirsi le puntate una dopo l’altra. A dirla tutta, il contenuto più interessante dell’episodio è stata la frenetica e colorata sigla d’apertura.
Cip e Ciop: Al Parco è una serie che si lascia guardare placidamente, senza prestare particolare attenzione. Può andare incontro ai gusti dei spettatori più giovani, oppure dei fan più accaniti degli amati scoiattolini Disney. Per chi invece si trova più allineato col parere di chi scrive, la visione della nuova serie sembra aver esaurito la propria attrattiva già dal primo episodio, dirottando la propria attenzione su altri lidi della vasta offerta del catalogo Disney+. Incuriosisce però la presenza di Paperino, annunciata per almeno un corto, ancora non disponibile.
Non ci resta che attendere i nuovi episodi, rilasciati su Disney+ ogni mercoledì, per vedere confermata o meno questa prima impressione, e riscontrare nuovi pareri in merito.
Antonio Glide Manno
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