Luca, il 24° lungometraggio dei Pixar Animation Studios ambientato in Liguria, sin dal suo annuncio il 30 luglio scorso prometteva di raccontare una bella storia d’amicizia, capace di toccare i cuori degli spettatori con le sue atmosfere magiche e sognanti. E ha mantenuto la sua promessa.
Chiaramente, l’articolo riflette solo la personale opinione dell’autore, e non tutti potrebbero essere d’accordo. Per chi invece avesse voglia di saperne di più, il consiglio è quello di immergervi nel mare di ricordi, emozioni e suggestioni di Luca.
Luca, Un mare di ricordi
Sì, perché Luca è un film immersivo. È curioso come, sin dai primi minuti, lo spettatore venga rapito dal semplice intreccio del film. È facile simpatizzare col protagonista Luca, e ancora più facile farsi conquistare dagli stupendi scenari dove si dipana la storia. Fondali marini, colline soleggiate, l’incantevole borgo di Portorosso, le stelle: l’occasione di potere ammirare questi luoghi (tutti italiani) merita di per sé la visione del lungometraggio. Una colorata e alta resa grafica, che passa dalle dettagliatissime Trenette al pesto, alle realistiche strade di muri a secco, ai cartooneschi e favolistici viaggi su Saturno e nella Storia.
Immagini che divoriamo con gli occhi, con lo stesso entusiasmo genuino di Luca, che ci porta per mano in questa avventura. Il contrasto grafico tra realismo/interpretazione originale dei personaggi e dei luoghi è ben riuscito. Un chiaro esempio sono le trasformazioni dei protagonisti uomini-pesce: curiose invenzioni e stratagemmi visivi che divertono e calamitano l’attenzione, soprattutto durante le scene delle acrobazie acquatiche, a cavallo tra i due mondi. I personaggi poi, sia nella versione “marina” che in quella alternativa umana, hanno un character design semplice ma accattivante, che suscita spontaneamente simpatia.
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La storia di Luca
La storia del lungometraggio ruota attorno a Luca, un “mostro” marino che vive nel Mar Ligure vicino al piccolo borgo di Portorosso, ispirato a Vernazza. Luca è un ragazzino timido ma curioso, attratto dalla vita in superficie. La madre apprensiva però gli vieta categoricamente qualsiasi azzardo, imponendogli di custodire il suo branco di pesci su pascoli marini sicuri. Tutto prende una piega inaspettata quando Luca incontra Alberto, un’altra creatura marina della sua età che vive in superficie. Ha così inizio una stupenda storia d’amicizia, fatta di avventure, di sogni, di pericoli e di crescita personale.
Luca è una storia semplice, ma intendiamoci, affatto superficiale. Gode della semplicità e della genuinità di una peripezia dell’infanzia, verosimile e personale ma al tempo stesso così universale da poter essere apprezzata da chiunque. Luca non rivoluzionerà la storia del cinema, né può vantare un intreccio particolarmente originale o ricco di colpi di scena, ma in compenso persegue un altro scopo. Quello di raccontare una storia capace di toccare il cuore, con la dolcezza a volte goffa di Luca, la determinazione incauta di Alberto e l’originalità e l’intelligenza di Giulia.
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Una dichiarazione d’amore al Bel paese
Luca inoltre è una dichiarazione d’amore del regista Enrico Casarosa all’Italia. La storia si svolge sulla costa ligure, e illustra magnificamente luoghi, paesaggi, temi e valori del nostro Bel paese. L’ambientazione, che colloca narrativamente le vicende a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, incoraggia una rappresentazione nostalgica, ma non per questo didascalica. Gli innocui stereotipi impiegati sono semplici ma efficaci: e diciamola tutta, in gran parte veri (e spassosi). Apprezzatissime e innumerevoli le citazioni alla cultura, al folklore e al cinema italiano (e non): Marcello Mastroianni, I soliti Ignoti, Federico Fellini, La dolce vita.
Innegabili le influenze e le suggestioni provenienti dai classici dell’animazione nipponica dello Studio Ghibli: Kiki – Consegne a domicilio, Porco Rosso, Ponyo sulla scogliera, per citarne alcuni, a cui il regista attinge a piene mani per definire i contorni dei personaggi (non solo graficamente) e dei contenuti.
La colonna sonora è costellata di brani italiani, e ognuno rappresenta una precisa emozione e fase del film: ad esempio Il gatto e la volpe, Tintarella di Luna, Andavo A Cento All’Ora.
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Una colorata varietà di temi
Nonostante l’immediata godibilità e purezza del film, Luca affronta argomenti disparati. Paura del diverso, sete di avventura e di conoscenza, insicurezza, incomprensioni, bullismo (seppure improbabile, frutto dell’ottima interpretazione di Saverio Raimondo), famiglia, crescita personale, amicizia. Ognuno di essi trova adeguato spazio nelle varie fasi del lungometraggio, tanto che è difficile in questo contesto concentrarsi su di ognuno di essi senza appesantire eccessivamente il discorso. Persino a circa 3/4 del film, quando la narrazione sembra indebolirsi, Luca riprende la corsa e compie quel balzo diegetico necessario a compiere l’atteso salto di qualità emotivo e narrativo.
Ma il tema principale del film è indubbiamente l’amicizia. Il forte legame che i protagonisti stringono, il ruolo decisivo che questo assolve nell’esistenza di Luca è dichiaratamente ispirato al rapporto tra il regista Casarosa e il suo vecchio amico Alberto, conosciuto proprio in un’estate della sua infanzia trascorsa presso le Cinque Terre. Luca, grazie allo spericolato Alberto, impara a conoscere se stesso e il proprio corpo.
Il mondo con le sue infinite possibilità si disvela al grido di Silenzio, Bruno!, la voce nella testa di ognuno di noi che più che proteggerci dalle cadute, ci impedisce di volare. I due ragazzini sono diversi, ma complementari. Insieme esplorano spiaggie, colline, torri fatiscenti, giocano, si lanciano da scogliere, costruiscono cianfrusaglie, le rompono e le riaggiustano. E soprattutto Luca comincia a comprendere la realtà che lo circonda, a capire meglio chi è e cosa vuole, impara a cadere e a rialzarsi. Un percorso non in solitaria, ma affrontato assieme ad Alberto, che cresce con lui.
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Luca e il valore dell’Amicizia
Ognuno dei due entra a far parte della vita dell’altro, ritagliandosi un posto insostituibile. Imparando anche che un vero amico non vuole stare sempre assieme al suo compagno, alle proprie condizioni, ma desidera semplicemente il suo bene, anche se ciò porterà le loro strade a dividersi. Un cammino che Luca e Alberto possono compiere separatamente, spesso distanti, ma forti dalla consapevolezza che quel legame durerà per sempre, come parte della proprio essere e della propria memoria.
La Pixar con Luca centra il bersaglio inanellando un altro successo, dopo Onward – Oltre la magia e Soul. E lo fa puntando tutto su temi genuini e semplici, quali possono essere l’infanzia, le avventure preadolescenziali, l’amicizia e la memoria. Perché Luca è un viaggio, non semplicemente nella storia e nella fantasia, ma nella memoria. Una memoria che non è solo quella del regista, ma di parecchi di noi. Non è difficile identificarsi nel piccolo Luca, un bambino gentile ma insicuro, desideroso di avventure e di libertà. Guardando Luca la mente non può che correre ai nostri ricordi, fatti di giornate al mare, periodi durante i quali le (poche) responsabilità erano quasi azzerate, di esplorazioni di luoghi diroccati e misteriosi, di giochi a volte spericolati, con la voglia di spingersi oltre, e la gioia di condividere queste esperienze con gli amici.
Amicizie che all’epoca si reputavano eterne, ma a cui la vita ha riservato un percorso più o meno accidentato: alcune sono ormai perse per sempre, altre inevitabilmente affievolite e zoppicanti, altre invece si sono adattate, hanno cambiato forma, si sono rinsaldate e rivelate particolarmente resistenti al logorio del tempo. Ma ognuna di esse, a modo suo, ha forgiato quello che oggi siamo.
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Perché vale la pena vedere Luca
Luca è come un piatto di pasta la domenica a pranzo, una falò sulla spiaggia con gli amici. Potrebbe apparire un film stucchevole o banale. Non sarà un’esperienza decisiva, per la storia dell’animazione, e non ne ha neppure l’ambizione: ma Luca vuole rappresenta un’ode a quelle esperienze preziose, anche piccole, che vale la pena vivere e ricordare con affetto. Meglio ancora se con i tuoi amici, come voglio immaginare faranno Luca e Giulia, una volta iniziate le vacanze estive, ritornati a Portorosso.
Se avete voglia di gustare una storia sincera e spontanea, allora Luca è il film che fa per voi. Lasciatevi cullare dalle onde di Portorosso, facendovi trasportare dalle dolci correnti della memoria.
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Antonio Glide Manno
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