Pietro Gambadilegno è uno dei personaggi più famosi (e il primo cattivo) del mondo Disney. Proprio per la sua fama, ormai potremmo credere di sapere tutto sul suo conto. Eppure potrebbe essere necessario mettere in discussione tutte le nostre convinzioni su di lui, a partire dal suo stesso nome. Tutti noi lo chiamiamo da sempre Gambadilegno, per la sua celeberrima protesi: e se questo non fosse il suo vero nome? O se, quantomeno, ve ne fossero altri possibili?
Un personaggio dai mille volti… e dai mille nomi
Gambadilegno non ha bisogno di lunghe presentazioni. È forse il nemico per eccellenza di Topolino, e è al tempo stesso un personaggio con molte sfaccettature. Appare in molti prodotti Disney diversi: nei fumetti, nei film e persino nella saga di Kingdom Hearts.
La sua personalità in più occasioni cambia, adattandosi al ruolo che ha in una determinata storia. Nei fumetti è molto spesso una mente malefica che trama piani criminali, sempre sventati dall’eroico Topolino. A volte è un personaggio più amichevole, nonostante conservi sempre dei modi burberi: basti pensare al film In Viaggio con Pippo, in cui è uno degli amici più stretti proprio di Pippo. In Kingdom Hearts, addirittura, perde ogni forma di autorevolezza per diventare un umile (e anche un po’ tonto) sottoposto di Malefica, un po’ sulla falsariga di alcune storie del primissimo Floyd Gottfredson in cui interpretava spesso il “braccio” accostato alla “mente” criminale di Lupo o di Eli Squick.
Nel corso di questa lunga carriera, la sua personalità non è stata l’unica cosa a cambiare: la stessa sorte è toccata molto spesso anche al suo nome. Un ritorno alle origini di questo personaggio potrà aiutare a far chiarezza.
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La storia di Pietro Gambadilegno… e dei suoi nomi
Gambadilegno è il personaggio più longevo di tutto il mondo Disney: è infatti apparso ben prima di Topolino e Minni, e ancora oggi possiamo seguirne le (dis)avventure. Tuttavia, prima di diventare il Pietro che conosciamo oggi, questo personaggio ha cambiato molto spesso aspetto e nome. Un suo primo prototipo appare in Alice Solves the Puzzle (1925), un cortometraggio della serie Alice Comedies, diretta da Walt Disney dal 1924 al 1927. In questo corto, il “proto-Pietro” si chiama Bootleg Pete e ha l’aspetto di un orso con una gamba di legno.
Un nuovo prototipo appare poi nel cortometraggio del 1928 Ozzie of the Mountains, della serie Oswald the Lucky Rabbit. Qui, i nomi con cui viene chiamato questo personaggio sono Putrid Pete – in italiano Pietro il Putrido – e Kid Pete. C’è già però un riferimento al nome che diverrà definitivo: Peg Leg Pete.
Dopo la fine di Oswald the Lucky Rabbit, Pietro riappare come villain e avversario di Topolino nella serie di cortometraggi Mickey Mouse, che segnò l’esordio di molti personaggi. Nel celeberrimo cortometraggio Steamboat Willie del 1928, Pietro non è più un orso ma un gatto, il nemico numero uno dei topi. Nel cortometraggio il suo nome non viene mai pronunciato, anche perché, nonostante il sonoro sincronizzato, i personaggi ancora non parlavano. Tuttavia, nei fumetti pubblicati in quegli anni appare come Terrible Tom. Un esempio è Topolino nella valle infernale (Mickey Mouse in Death Valley), una storia a fumetti pubblicata sotto forma di strisce quotidiane nel 1930.
Infine, il cortometraggio del 1930 Topolino vince il bandito (The Cactus Kid) vede apparire la versione finale del personaggio. Pietro ha l’aspetto con cui lo conosciamo noi oggi, indossa la salopette, è un gatto molto più grande di Topolino e torna anche la protesi di legno. Questo corto lo battezza ufficialmente e definitivamente come Peg Leg Pete nella versione originale e Pietro Gambadilegno in italiano.
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La gamba di legno di Gambadilegno
Le prime apparizioni di Pietro sono molto importanti per comprendere l’origine del suo nome (legato, in estrema sintesi, alla protesi). Tuttavia, sia nei fumetti che nei cortometraggi, la gamba di legno non sempre compare, e se compare non è sempre dallo stesso lato. Questo può essere considerato in molti casi un errore di distrazione degli animatori, così come di Floyd Gottfredson. A un certo punto si smise di disegnare Pietro con questa caratteristica. Secondo Gottfredson, gli animatori si erano spinti troppo oltre, e in alcune scene sembrava che la camminata provocasse dolore, cosa che avrebbe potuto urtare gli spettatori.
I disegnatori decisero dunque di trasformare l’arto in legno in una gamba normale. Nella storia Topolino e il boscaiolo, Pietro stesso si giustifica dicendo che la gamba sembra vera perché porta una nuova protesi moderna a forma di arto umano. In inglese, anche il nome del personaggio cambiò in seguito a questa scelta: da Peg Leg Pete a Black Pete. In Italia, invece, il personaggio continuò a chiamarsi Pietro Gambadilegno.
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Il nome proprio di Gambadilegno
La gamba di legno è quindi un tratto molto importante di questo personaggio e ne giustifica il nome. Tuttavia, si potrebbe legittimamente pensare che Gambadilegno sia più un “nome d’arte” che quello effettivo. Il nome di battesimo potrebbe invece essere stato svelato per la prima volta nella storia Topolino e la strana missione (Mickey’s Strange Mission). La storia, disegnata da Paul Murry, fu inizialmente divisa in tre puntate e pubblicata sui numeri 243-245 di Walt Disney’s Comics and Stories, usciti nel 1960. In Italia venne pubblicata su un solo volume, l’Almanacco Topolino n. 8, dell’agosto 1961.
In questa storia, Topolino e Pippo cercano di godersi una giornata normale senza interruzioni, ma vengono improvvisamente disturbati da un signore ben vestito che assomiglia molto a Gambadilegno. Questo elegante personaggio si presenta come Candido Percival (Blackstone P. Percival in inglese), il fratello di Gambadilegno. Candido sta cercando il fratello per avvisarlo che è il destinatario di una sontuosa eredità, a patto che smetta di fare il criminale.
Topolino e Pippo partono quindi per un’insolita missione: evitare che Gambadilegno commetta altri crimini. Così, si ritrovano a doverlo fermare prima che assalga un anziano minatore che trasporta oro. Quest’ultimo personaggio, peraltro, è accompagnato nel suo lavoro da un orso: potrebbe essere una citazione alla prima apparizione di Pietro in Alice Solves the Puzzle.
Topolino, Pippo e Candido riescono a trovare Pietro, ma convincerlo a rinunciare alla sua vita da criminale per ricevere l’eredità non è facile. Quindi, Topolino esibisce una foto di Pietro quando era bambino come ricatto. Ed è proprio questa foto a rivelare un possibile vero nome di Gambadilegno.
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La foto ritrae il furfante in età giovanile con abiti piuttosto ridicoli, mentre tiene in mano un palloncino con espressione docile. In basso, la fotografia riporta il suo vero nome: “Pietro Percival (NdR: Percy P. Percival in versione originale) all’età di dieci anni. Più tardi conosciuto volgarmente col nome di Gambadilegno, il più grande dei furfanti di tutti i tempi”. Questa foto svela il presunto vero nome di Gambadilegno, anche se tale nome non è stato ripreso con frequenza da autori successivi. Inoltre, nonostante sia una storia poco conosciuta, Topolino e la strana missione ci svela anche delle possibili origini di Pietro. Grazie a questa storia, conosciamo infatti parte della sua famiglia.
Non si deve dimenticare che “Pietro Percival” è solo un possibile vero nome del personaggio: in questo campo, non esistono verità assolute, e i moltissimi autori in quasi un secolo di fumetto Disney hanno spesso fatto propria una certa libertà narrativa flebilmente legata all’operato di altri artisti. Non stupisce, comunque, che questo nome sia noto a pochi: Pietro è un criminale che cerca sempre di mostrare una personalità forte e di primeggiare sui suoi avversari. La foto che lo ritrae da bambino, con l’indicazione del suo vero nome, minerebbe alla base l’immagine di sé che Pietro (Percival?) è riuscito a costruire. Un’immagine che, ancora oggi, rende Pietro uno dei cattivi più interessanti di tutto il mondo Disney.
Marianna Sartori
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Immagini © Disney, Panini comics
Fonti:
Evolution of Pete: Disney’s Oldest Character – 94 years explained | Cartoon Evolution