Pietro… che fine ha fatto la vecchia gamba di legno?
Topolino a Gambadilegno, da Topolino e il boscaiolo
Perché, ne ha mai avuta una? Già, se prendiamo un qualsiasi numero di Topolino uscito dagli anni ’60 in poi e leggiamo una storia con Pietro Gambadilegno, vediamo che lo storico nemico di Topolino non ha nessuna gamba di legno. Eppure, se si chiama “Gambadilegno”, dovrà pur esserci una gamba di legno da qualche parte! Cercheremo di scoprirlo, in un viaggio nei quasi 100 anni di vita del vecchio Pietro.
Quasi un secolo sullo schermo
Forse non tutti sanno che il personaggio Disney più anziano a essere arrivato ai giorni nostri è Gambadilegno, e non Topolino. Il topo dalle orecchie a disco infatti ha debuttato nel 1928, quando il suo rivale era già sullo schermo da ben tre anni!
Pietro Gambadilegno appare già nella serie Alice Comedies, nell’episodio del 1925 Alice Solves the Puzzle, con il nome di Bootleg Pete. Viene poi ripescato in Oswald the Lucky Rabbit tra il 1926 e il 1928, per approdare infine nei corti della serie Mickey Mouse, in cui diventa l’antagonista principale del protagonista.
Questa evoluzione di Gambadilegno attraverso ben tre serie di cartoni animati ha spesso generato dubbi e scetticismi sul fatto che lo storico nemico di Topolino sia proprio il Bootleg Pete delle Alice Comedies. In effetti, il personaggio da orso si è trasformato in gatto, ha cambiato numerosi look e innumerevoli nomi, tanto che qualcuno lo considera proprio un personaggio a sé.
Nonostante queste differenze, la maggioranza ritiene comunque che il Pete del 1925 sia proprio il “nostro” Gambadilegno. Ciò si deve al fatto che in tutte le serie in cui è apparso abbia sempre giocato il ruolo di antagonista, ma soprattutto a un suo tratto che lo ha caratterizzato negli anni: una gamba di legno.
In principio era un orso
Come abbiamo detto, la prima apparizione della gamba di legno coincide con l’esordio del personaggio. I due appaiono nella serie Alice Comedies (1924 – 1927), la prima prodotta da Walt a Hollywood. In questi cartoni la protagonista è una bambina in carne e ossa, Alice, che viene catapultata nel mondo animato, in cui vive le sue avventure e interagisce con personaggi animati. Pian piano alcuni di questi divengono ricorrenti: Julius il gatto, aiutante e co-protagonista, e appunto Pete.
Il primo Gambadilegno non è un criminale o un rapinatore, bensì… un collezionista di cruciverba! Proprio così: nel bizzarro cartone di esordio Alice sta cercando di completare un cruciverba (il puzzle del titolo) e Gambadilegno glielo vuole rubare perché manca alla sua collezione. Tralasciando il suo spietato ruolo di ladro di enigmistica, ecco come si presenta al grande pubblico:
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Siamo distanti anni luce dal Gambadilegno che conosciamo oggi. Per prima cosa, la specie: questo è un orso antropomorfo, mentre il Gambadilegno dei nostri giorni è un grosso gatto! Inoltre è privo di vestiti, e non indossa la tipica salopette a una bretella che vedremo spesso. Ciò che però salta all’occhio è appunto la gamba di legno: è una protesi molto semplice e non molto dettagliata, che sostituisce gran parte della gamba destra, dal ginocchio in giù. A questa protesi piace spostarsi: in una scena successiva la vediamo sulla gamba sinistra, per poi tornare a destra nel finale!
Una piccola parentesi: la questione del nome di Gambadilegno non è immediata, e richiederebbe parecchie righe per essere discussa in maniera adeguata. Per questo motivo lo chiameremo sempre “Pietro Gambadilegno” o “Pete” anche se in quel periodo veniva utilizzato un nome leggermente diverso. Credeteci, è già sufficiente la confusione che crea la sua gamba di legno!
Una gamba ballerina
La “nostra” gamba quindi già dalla prima apparizione si dimostra piuttosto instabile, tanto che nel secondo cartone in cui troviamo Gambadilegno… non c’è più! Stiamo parlando di Alice Gets Stage Struck, sempre del 1925: l’orso Pete cerca ancora una volta di mettere i bastoni tra le ruote a Julius e Alice, ma del moncone nessuna traccia. Anche in Alice Wins the Derby, terza apparizione di Gambadilegno, la protesi manca all’appello.
Dobbiamo aspettare il quinto cartone di Gambadilegno per ritrovare la sua gamba di legno: si tratta di Alice’s Tin Pony (1925). In quest’occasione troviamo un Pete più in forma che mai: non ha solo riavuto la protesi, ma non è più un ladro di cruciverba. È diventato un ladro coi fiocchi, che non ha paura di compiere rapine o di ammazzare (!) chi gli dà fastidio.
Nemmeno qui siamo di fronte al look definitivo di Pete, che continua a variare tra i 19 diversi episodi della serie di Alice in cui appare. A volte ha tutte e due le gambe “in carne e ossa”, altre volte indossa un cappello a cilindro e dei pantaloni. Nel 1927 le Alice Comedies chiudono i battenti: Oswald, il nuovo personaggio creato da Disney e Iwerks, manda in pensione Alice e il gatto, ma non Gambadilegno. Il coniglio ha infatti bisogno di un antagonista ricorrente per le sue avventure.
Nuovo ruolo, vecchie abitudini
Per questo motivo Pete viene “richiamato” dalla vecchia serie nel sesto episodio, The Ocean Hop (1927). In quest’occasione Gambadilegno sfoggia una gamba di legno decisamente più rifinita di quella che portava negli episodi di Alice: il moncone è più piccolo e più proporzionato di quello degli esordi. In generale, l’intero look di Pete è più raffinato. Oltre alla nuova protesi, il villain indossa un cappello a cilindro e un gilet. Gambadilegno resta ancora un orso antropomorfo, ma comincia ad assomigliare al personaggio che conosciamo, sia nell’aspetto che nella personalità.
Negli episodi successivi in cui appare abbandona il gilet per indossare dei pantaloni sorretti da una bretella, proprio come farà poi nei corti di Topolino. La gamba tuttavia deve ancora trovare pace: nei corti di Oswald finora ritrovati, Gambadilegno appare sia con il moncone sia senza. La protesi è ancora un accessorio intercambiabile: la gamba del povero Pete viene amputata e ricucita con la stessa disinvoltura con cui indossa o meno il cappello o la salopette.
È lui o non è lui?
Nel 1928 succede quello che Walt Disney non si sarebbe mai aspettato: data l’enorme popolarità della serie di Oswald, il produttore Charles Mintz si accorda in segreto con tutto lo staff di Disney per aprire un nuovo studio di animazione per lavorare al personaggio, di cui Disney non ha i diritti. Una vera e propria pugnalata alle spalle per Disney, che in un colpo solo si vede rubare il suo staff e il suo personaggio.
Dalle ceneri di Oswald, Walt, il fratello Roy e l’amico Ub Iwerks – l’unico che non aveva accettato l’offerta di Mintz – creano un nuovo personaggio: Mickey Mouse, il nostro Topolino. Ben presto anche Mickey si trova ad aver bisogno di un antagonista: per questo motivo già in The Gallopin’ Gaucho (secondo cartone a essere stato prodotto e terzo distribuito) e in Steamboat Willie (prodotto per terzo ma distribuito per primo) appare un villain a ostacolare il giovane topo. Si tratta di un grosso gatto che indossa una salopette tenuta su da una bretella, ma non ha la gamba di legno.
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Si tratta forse del vecchio Pete, che gli animatori hanno trasformato in un gatto per contrapporlo al suo nuovo rivale che è un topo? Potrebbe darsi, come potrebbe però trattarsi di un nuovo personaggio, dal momento che il nome del cattivo di questi primi corti non viene reso noto. La confusione aumenta quando nel gennaio 1930 Topolino sbarca anche nel mondo dei fumetti. Infatti, la prima striscia (1 aprile 1930) della seconda storia di Topolino, Topolino nella valle infernale, presenta i protagonisti della vicenda: Topolino, Minni e il gatto di Steamboat Willie, che viene qui chiamato Terrible Tom.
Un po’ di chiarezza, finalmente!
Avete anche voi il mal di testa con tutti questi cambiamenti? Finalmente, tra l’aprile e il maggio 1930 fumettisti e animatori sembrano mettersi d’accordo. In Topolino nella valle infernale nella striscia del 12 aprile appare per la prima volta la silhouette del cattivo, che poi riappare – sempre solo come sagoma – il 14 mostrando il profilo di una gamba di legno! Finalmente il 21 aprile lo vediamo in faccia: è un gatto con una bombetta, un gilet e appunto un moncone di legno al posto di una gamba.
Il mistero si svela tre giorni dopo: nella striscia del 24 aprile Topolino chiama il gatto Pegleg Pete, appunto, Gambadilegno. Nonostante quindi solo venti giorni prima avessero dichiarato che il cattivo sarebbe stato questo fantomatico Terrible Tom, il nemico di Topolino è il vecchio Gambadilegno di Alice e Oswald, che ritrova finalmente la sua gamba di legno. Il Pietro dei fumetti eredita dai cartoni di Alice anche la “gamba ballerina” che oscilla tra destra e sinistra: come vedremo, sarà una costante delle sue avventure sulla carta stampata.
Per quanto riguarda il mondo dell’animazione, il 10 maggio viene distribuito il cortometraggio The Cactus Kid, in cui per la prima volta nei cartoni di Mickey Mouse il gatto nemico di Topolino ha la gamba di legno. Non solo: in questa occasione il suo nome diventa ufficialmente Peg-Leg Pete (data l’ambientazione messicana del corto, qui è chiamato Peg-Leg Pedro), ponendosi così in continuità con il Pete di Alice e Oswald. Finalmente, dopo 5 anni di cambiamenti e stravolgimenti, Gambadilegno e la sua gamba sembrano aver trovato una certa stabilità.
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Due Gambadilegno per una gamba
Nei successivi anni il look di Gambadilegno diventa sempre più simile a quello che conosciamo oggi: Pietro ingrassa di parecchi chili e sviluppa un mento voluminoso, mentre si riducono molto i segni caratteristici della sua natura felina.
Ben presto il Gambadilegno dei cartoni e quello dei fumetti prendono strade diverse. Il primo è semplicemente il “nemico di Topolino”: a seconda del ruolo assunto da Mickey si contrappone al protagonista, incarnando a volte un fuorilegge, a volte un ricco proprietario d’auto, un accalappiacani, un rapitore di cani o persino uno sceriffo. Il secondo, delineato da Floyd Gottfredson e i suoi sceneggiatori, è invece uno spietato criminale, che agisce da solo o in coppia con altri malfattori per portare a termine piani malvagi e pericolosi.
Un addio o un arrivederci?
E la gamba di legno? Nei cartoni la protesi accompagna Pietro fino a Stazione di servizio (Mickey’s Service Station, 1935), dopodiché nelle successive apparizioni si perdono le sue tracce, complice anche il fatto che Gambadilegno in quegli anni non assume mai il ruolo di criminale. Nei fumetti invece la gamba di legno resiste fino al 1941, quando Gottfredson e De Maris nella storia Topolino e il boscaiolo (strisce dal 6/10/1941 al 17/1/1942) decidono di abbandonare il moncone, facendo dire a Gambadilegno di aver acquistato una protesi più moderna (striscia del 21 ottobre).
Gottfredson ricorda così la scelta di non disegnare più la gamba di legno:
A un certo punto gli animatori si spinsero troppo oltre, dando l’impressione che la camminata del personaggio gli provocasse dolore, e questo sembrò urtare la sensibilità di parte del pubblico. Così trasformarono l’arto ligneo in una gamba normale, e quando gli misero una scarpa al piede che era stato di legno, anche noi gli facemmo indossare una calzatura, ritenendo però opportuno fornire una breve spiegazione per tale cambiamento.
Da Gli anni d’oro di Topolino n. 5, 19 aprile 2010
La protesi creava altri problemi: nei corti gli animatori ogni tanto invertivano la posizione del moncone, spostandolo dalla gamba sinistra a quella destra. Addirittura accadeva che cambiasse lato all’interno dello stesso cartone, cosa che succede proprio in quel Mickey’s Service Station che la vede per l’ultima volta. Anche nei fumetti c’era lo stesso problema: Gottfredson a volte disegnava l’arto ligneo a destra, a volte a sinistra. Sarà stato più che felice di disegnare tutte e due le gambe uguali!
Topolino e il boscaiolo in realtà non è il “canto del cigno” della nostra gamba, che saltuariamente riappare nelle storie di Gottfredson anche in anni successivi, come in Topolino e l’onestà di Gambadilegno (1947), Topolino e lo strano potere di Pflip (1948-49) e Topolino e l’isola Neraperla (1952), l’ultima apparizione di Gambadilegno nelle strisce quotidiane. Se si eccettuano queste rare apparizioni, sono tempi duri per la nostra la gamba di legno, anche se Pietro continua a essere chiamato Pegleg Pete, appunto “Pietro Gambadilegno”.
L’avventura della gamba in Italia
E invece in Italia? Nelle prime storie di produzione italiana, tra gli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50, Gambadilegno indossa ancora la protesi di legno, per poi abbandonarla gradualmente. Prendiamo ad esempio nel 1949, l’anno d’esordio di Topolino in formato libretto. Nonostante negli States Gambadilegno avesse salutato il suo moncone da ormai otto anni, nelle (poche) storie italiane del 1949 Pietro ha ancora gamba di legno. Parliamo di Topolino e il cobra bianco (iniziata su Topolino giornale e conclusasi proprio sul numero 1 del nuovo libretto) e de L’inferno di Topolino (Topolino n. 7-12), entrambe scritte da Guido Martina e disegnate da Angelo Bioletto.
Anche nei fumetti made in Italy la gamba di legno andrà pian piano scomparendo. La prima storia italiana in cui Pietro sfoggia due piedi “normali” è Topolino e il re della luna, scritta da Guido Martina e disegnata da Giuseppe Perego, uscita su Topolino n. 94, anche se già nella successiva apparizione italiana di Gambadilegno (Topolino e i regali a valanga) il moncone torna al suo posto!
Il più attento alla protesi di Pietro sembra essere Romano Scarpa. Il disegnatore veneziano, l’autore più fedele al Topolino di Gottfredson, si attiene al look statunitense di Gambadilegno. Non solo: in due occasioni cita l’escamotage di Floyd di un nuovo modello di protesi uguale in tutto e per tutto a una scarpa normale. Si tratta di Topolino e il mistero di Tapioco VI (Topolino n. 142, 1956) e Topolino e la dimensione Delta (Topolino n. 206, 1959): in entrambe le occasioni, Gambadilegno finisce per perdere la sua protesi a forma di scarpa, rivelando il vecchio moncone.
La gamba oggi
Chi prima, chi dopo, tutti i fumettisti abbandonano il vecchio moncone e anche la “trovata” della nuova protesi viene da molti dimenticata: Gambadilegno semplicemente non ha più la gamba di legno. Per questo motivo negli albi a fumetti di oltreoceano Pietro perde anche il suo soprannome riferito al suo arto ligneo, venendo ribattezzato semplicemente Black Pete. In Italia rimane invece Gambadilegno, anche se la sua vecchia protesi è ormai un lontano ricordo: non è raro ad esempio vedere Pietro scalzo con entrambi i piedi “in carne ed ossa” (come quando è al mare).
La gamba di legno ha invece fatto ritorno là dov’era nata: il mondo dell’animazione. L’ultima volta che avevamo visto Pietro con la sua protesi era in Stazione di servizio, del lontano 1935. Pietro, come tutti gli altri personaggi della banda Disney, chiude la sua carriera nei cortometraggi negli anni ’50, per poi tornare ne Il canto di Natale di Topolino (1983) e ne Il principe e il povero (1990), sempre senza lo storico moncone.
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Nel 1992 lo troviamo nella serie animata Ecco Pippo! (Goof Troop) nella parte del vicino di casa di Pippo: il look scelto per l’occasione non solo non prevede alcuna gamba di legno, ma lo fa assomigliare a un cane più che a un gatto. Nel film In viaggio con Pippo (A Goofy Movie, 1995) recupera le sue fattezze feline, ma di protesi nemmeno l’ombra.
Proprio però nel 1995, 60 anni dopo Stazione di servizio, ritroviamo finalmente la gamba di legno. La vediamo nel cortometraggio Topolino e il cervello in fuga (Runaway Brain, 1995), anche se a indossarla non è proprio Pietro ma un mostro di nome Julius modellato sul design di Gambadilegno. Nel 2004 invece, nel film Topolino, Paperino, Pippo: I tre moschettieri (Mickey, Donald, Goofy: The Three Musketeers) Gambadilegno indossa di nuovo il moncone per calarsi nel ruolo di capitano dei Moschettieri.
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Ma non è tutto: in Get a Horse!, cortometraggio del 2013 che imita lo stile di animazione dei primi cartoni di Topolino, Gambadilegno appare con il suo look classico con tanto di salopette e gamba di legno. Nello stesso anno comincia la fortunata serie I corti di Topolino diretta da Paul Rudish. In questa serie i personaggi sono disegnati in maniera molto stilizzata e moderna, ma il loro look ammicca a quello degli anni ’30: è così che Gambadilegno ritrova ancora la sua vecchia protesi.
I corti di Topolino si è conclusa nel 2019: nel novembre 2020 è iniziata Il meraviglioso mondo di Topolino, sempre dello stesso Rudish, che si pone in continuità con la serie precedente. Anche ne Il meraviglioso mondo di Topolino Pietro indossa la sua gamba di legno, che con Rudish sembra aver trovato una seconda giovinezza.
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Sicuramente è stato più facile reintrodurre la protesi nei cartoni, dove Gambadilegno è solo “l’antagonista” di Topolino, senza l’evoluzione caratteriale e la storia della sua controparte a fumetti. Non sappiamo se in futuro la gamba di legno tornerà anche nel mondo dei fumetti, specie ora che Gambadilegno è sempre più di rado il villain senza scrupoli dell’epoca di Gottfredson. Ma mai dire mai: può darsi che torni quando meno ce lo aspettiamo, a sostenere la gamba destra di Pietro… cioè la sinistra… insomma, a sostenerlo nelle sue malefatte!
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Francesco Menegale
Immagini © Disney, Panini comics
Fonti:
Evolution of PETE, Disney’s Oldest Character – 94 Years Explained | CARTOON EVOLUTION