Guai in vista per la Walt Disney Company e il suo reboot di Predator annunciato ormai da sei mesi. Gli ideatori originali della creatura, Jim e John Thomas, ritengono infatti di essere ancora i legittimi detentori dei diritti d’autore sulla loro opera, e hanno deciso di far valere le loro ragioni in tribunale. Il procedimento legale iniziato dai due sceneggiatori rappresenterà una battuta d’arresto per il film sull’alieno Yautja? Facciamo un po’ di chiarezza.
Predator e il primo film
Nel 1987 uscì per la prima volta al cinema Predator, un film diretto da John McTiernan e scritto dai fratelli Thomas, con protagonista una razza di alieni cacciatori che sarebbe entrata nella storia del cinema.
L’idea per Predator venne a Jim e John Thomas sulla cresta dell’onda di Rocky IV, quando iniziò a girare la voce (ironica) che Rocky Balboa, stanco dei deboli sfidanti terrestri, sarebbe andato in cerca di un degno avversario nello spazio profondo. I due sceneggiatori presero questo What If e ne ricavarono uno dei mostri più conosciuti del cinema mondiale.
Nel corso dei 30 anni successivi, la saga di Predator si è arricchita di ben quattro nuovi capitoli, sei se si contano anche i due crossover Alien vs. Predator. Di questi, solo Predator 2 è stato sceneggiato da Jim e John Thomas. E purtroppo, nessuno dei sequel è stato particolarmente apprezzato.
Il reboot Disney e la battaglia legale
I guai per il franchise sono iniziati due anni fa. La saga di Predator, infatti, è stata prodotta e distribuita dalla 20th Century Fox. Che, ricordiamo, dal 2019 è diventata proprietà della Walt Disney Company.
La Disney intende riprendere in mano Predator dopo il clamoroso fallimento di The Predator del 2018, e ha deciso di provare una strada completamente diversa: un reboot ambientato ai tempi in cui i Nativi dominavano l’America. Il film sarà diretto da Dan Trachtenberg, già regista di 10 Cloverfield Lane del 2016.
La 20th Century Studios (questo il suo nuovo nome) non ha però fatto i conti con John e Jim Thomas, che ambiscono a riprendere in mano i diritti del franchise facendo appello a una clausola della legge sul copyright. Secondo questa clausola, presentando una richiesta formale dopo 35 anni, i diritti possono tornare ai legittimi proprietari. E il 17 aprile di quest’anno sono trascorsi esattamente i 35 anni richiesti.
I fratelli Thomas accusano la Disney di avere bellamente ignorato una loro richiesta presentata nel 2016. Ma stavolta la major si è fatta sentire con la sua risposta:
Gli imputati stanno cercando impropriamente di togliere alla 20th Century i diritti della sceneggiatura di Hunters (nome del soggetto originale, NdR), proprio nello stesso momento in cui la 20th Century sta investendo tempo, denaro ed energie nello sviluppo di un altro episodio del franchise di successo di Predator.
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Cosa sappiamo su Predator 5
Né la Walt Disney Company né i fratelli Thomas mostrano alcuna intenzione di rinunciare al loro alieno dalle uova d’oro. È quindi molto probabile che ne sentiremo ancora delle belle prima che la questione si risolva.
Se la Disney dovesse mantenere i diritti sul franchise, il nuovo Predator 5 dovrebbe iniziare le riprese il 7 giugno di quest’anno a Calgary, Canada, in quella che un tempo fu la casa della tribù dei Niitsítapi, volgarmente conosciuti come Piedi Neri.
La sceneggiatura originale (intitolata Hunters) è stata scritta da Patrick Aison, e la sinossi recita quanto segue:
Molti anni fa, in un’epoca in cui gli europei non avevano ancora messo piede sulle loro terre, i Comanche avevano una società e delle norme di genere ben definite. Kee è molto vicina a suo fratello Taabe, destinato a diventare un capo. Capace quanto gli altri giovani uomini della sua tribù, Kee è sempre stata un’insegnante e una fonte di ispirazione per Taabe. Secondo la tradizione Comanche, lei è una Patsi, una sorella maggiore che lo ha reso quello che è oggi. Kee ama la verità e ha conoscenze che altri non anno ed è decisa a dimostrarsi degna agli occhi del mondo maschile dei Comachi. Quando il pericolo minaccia tutti, Kee vuole dar provare di essere capace come ogni altro guerriero.
Che siate amanti del genere fantascientifico o preferiate stare alla larga da alieni e affini, questa controversia è senz’altro degna di nota, e renderà la produzione di Predator 5 indubbiamente interessante. Non capita tutti i giorni, infatti, che un colosso mediatico come la Walt Disney Company veda intentare una causa ai suoi danni. Staremo a vedere come la questione si evolverà.
Letizia Somma
© 20th Century Fox, Disney, ButtZilla
Fonti: Badtaste.it, Cineblog
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