Sì, avete letto bene: gonorrea. Ci rendiamo conto che suoni abbastanza strano associare Topolino a una malattia sessualmente trasmissibile, ma vediamo insieme in che modo è stato possibile.
Topolino è da sempre l’emblema di colui che fa la cosa giusta, l’amico a cui rivolgersi in caso di bisogno, quello che sa dare un buon consiglio anche in questioni considerate spinose. Deve essere stato per questo motivo che il 4 Aprile 1944, a guerra ancora in corso, la rivista Look scelse proprio il nostro Topo come protagonista di un educational comic che insegnava l’uso corretto dei sulfamidici.
Sebbene nel fumetto si specifichi che l’utilizzo di questi medicinali sia efficace anche nella cura di altre patologie sappiamo bene che negli anni ’40 il governo degli Stati Uniti promosse molte campagne, rivolte ai civili ma soprattutto ai militari, sulla corretta igiene sessuale per contrastare le malattie veneree.
Potrebbe interessarti anche: Quando Topolino si diede allo spaccio di droga
Gonorrea e altre malattie a trasmissione sessuale
Anche se l’utilizzo degli antibiotici iniziava a dare i primi frutti, negli anni ’40 i sulfamidici rimanevano ancora il metodo di cura più utilizzato nella maggioranza dei casi di infezione. Le campagne informative volte alla prevenzione, specie quelle riservate alle truppe, infransero i primi tabù sessuali. Si parlò apertamente di masturbazione, di utilizzo del preservativo e di igiene sessuale.
Durante la Grande Guerra la recrudescenza di gonorrea e sifilide costò all’esercito la vita di molti giovani militari. Il numero si era ridotto drasticamente nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ma il tasso di contagio rimaneva comunque elevato. Gli opuscoli informativi dati alle truppe insegnavano a riconoscere i primi sintomi e spingevano verso una morale sessuale in cui monogamia e matrimonio venivano indicati come forma corretta per evitare problemi di salute.
Potrebbe interessarti anche: Farfur, il Topolino jihadista ucciso in diretta tv
Le prostitute erano considerate il maggiore veicolo di contagio. Si consigliava così ai giovani di rimanere alla larga dalle donne cosiddette “facili” e di sposarsi, limitando i rapporti sessuali all’ambito del matrimonio. Durante la guerra i medici erano inoltre dotati di kit profilattici per l’automedicazione. Dovevano essere utilizzati ogni qual volta l’uomo sospettasse di avere avuto un rapporto sessuale non protetto con una donna contagiata. Questi kit contenevano dell’unguento a base di sulfathiazolo, dei fazzoletti detergenti e delle pillole di Sulfonamide.
Topolino e i sulfamidici
Ma torniamo a Topolino. Il fumetto educativo a cui ci riferiamo è volto principalmente alla sensibilizzazione verso un uso corretto del farmaco e alla spiegazione di come esso agisca all’interno del corpo.
Vediamo quindi come Dr. Mickey racconti della nascita dei sulfamidici, la battaglia legale intorno a essi e l’evoluzione e lo studio delle reazioni sui… topi! Già, proprio sui topi! In una delle vignette infatti, si può ammirare Topolino che testa il farmaco sui propri “simili”.
Considerato che da anni ci chiediamo perché, pur essendo entrambi dei cani, Pippo stia in posizione eretta e vada in giro a far danni mentre Pluto seppellisca ossi in giardino e dorma in una cuccia, non ci stupiamo che Topolino utilizzi dei topi come cavie da laboratorio.
Si passa quindi alla descrizione dei batteri che, accerchiando in branco i globuli rossi e i globuli bianchi, li prendono a mazzate. Il paziente, ormai provato dalle continue aggressioni e imboscate che avvengono all’interno del proprio corpo, si riduce alla necessità di un ricovero in ospedale.
Ulteriore e importante avvertimento, probabilmente indotto dall’abitudine all’automedicamento che molti uomini avevano imparato prestando servizio nell’esercito, è proprio quello di non eccedere nell’uso dei sulfamidici. Il fumetto infatti raccomanda di utilizzarli solo sotto prescrizione medica. In caso contrario potrebbero portare a gravi conseguenze, compresa la morte.
C’è infine un piccolo elenco delle patologie curabili attraverso i sulfamidici: dalle patologie polmonari fino, appunto, alla gonorrea. Possiamo quindi considerare un’illazione quella che racconta di Topolino affetto da malattie veneree. L’affermazione potrebbe essere valida ma è sicuramente azzardata. Nel fumetto sappiamo solo che Topolino necessita di sulfamidici. Rimane il fatto che, poiché nel 1944 era ancora in corso una forte campagna contro le malattie sessualmente trasmissibili, è probabile che questo fumetto educativo si rivolgesse soprattutto alla cura della citata gonorrea.
Potrebbe interessarti anche: Topolino Tromba! La storia proibita dalla Disney
Gonorrea o non gonorrea? Questo è il problema!
Che Topolino utilizzasse i sulfamidici per curare un’infezione polmonare da streptococco, un problema intestinale da escherichia coli o la gonorrea non è dato saperlo. Certo è che risulta ancora oggi particolarmente strano associare il nome del personaggio più famoso di casa Disney a una malattia venerea. Rimarrebbero infatti aperte molte questioni. Topolino ha una vita sessuale promiscua? Non usa precauzioni? Dopo aver scoperto di essere stato contagiato ha correttamente avvertito i propri partner o le proprie partner sessuali affinché potessero iniziare la terapia? Chi gli ha trasmesso la gonorrea?
Sono tutte domande che non avranno risposta. Se però quando fate pipì avvertite un certo bruciore, vi conviene andare dal medico. Non vi darà dei sulfamidici, ma un controllino non fa mai male. Parola di Topolino!
Francesca Arca
Potrebbe interessarti anche: TEST: Che lettore di fumetti Disney sei?
Immagini © Disney ©Look
Fonti: cracked.com, Military Sex Education