Innovative, stravaganti, sorprendenti e… fallimentari! Le imprese della Premiata Ditta Filo&Brigitta sono innumerevoli e, nonostante possano sembrare un po’ bizzarre, riscuotono spesso un grande successo. Almeno fino a quando non entra in gioco Zio Paperone o qualche altra sciagura che fa colare a picco i progetti di arricchimento dei due improvvisati imprenditori.
Filo Sganga e Brigitta McBridge: un’intesa vincente
Per cominciare, presentiamo i nostri eroi. Brigitta la conosciamo tutti: spasimante storica di Zio Paperone, questa scaltra Papera ha un notevole fiuto per gli affari e con il suo intuito femminile riesce spesso a indovinare le nuove tendenze. È inoltre astuta, tenace e ricca di risorse; qualità che di tanto in tanto riescono a farle guadagnare una certa ammirazione da parte del burbero Zio Paperone.
Brigitta dimostra di essere abile negli affari già nella sua quarta apparizione, Paperino e la farfalla di Colombo (Romano Scarpa /Rodolfo Cimino, 1962), dove avvia un’industria tessile di successo tale da fare concorrenza alle multinazionali PdP. Nonostante il suo ideatore Romano Scarpa l’abbia definita un’arrampicatrice sociale, Brigitta è tutto sommato una papera onesta dal cuore buono.
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La stessa cosa non si può dire di Filo Sganga (altra creatura di natali scarpiani), talmente ossessionato dall’idea di diventare ricco da ricorrere spesso a metodi non propriamente leciti. È ingegnoso e determinato, ma per quanto ne parli – il suo celebre motto è “gli affari sono affari” – di affari non ne capisce granché.
Il sogno di Filo è quello di trovare l’idea vincente che lo arricchisca subito e senza grande sforzo, perciò le sue imprese in solitaria sono più strampalate e comiche di quelle di Brigitta. Ma l’entusiasmo non gli fa difetto e il suo fervore, unito all’ingegno di Brigitta, si rivela essere talvolta una formula vincente.
Inoltre i due hanno in comune lo stesso obiettivo: quello di farla in barba alla vecchia tuba. Brigitta per dimostrare il proprio valore al papero che non le concede sufficienti attenzioni; Filo per sgraffignare all’inarrivabile rivale in affari il segreto del suo successo.
La Premiata Ditta Filo & Brigitta
Filo e Brigitta si scoprono per la prima volta abili affaristi nel 1963 in Zio Paperone e le lucciole industriali, ma è nel 1965 che diventano veri e propri soci in affari (Zio Paperone e la resina d’Arabia). E, nonostante i puntuali fallimenti, tali rimangono senza mai arrendersi.
Le imprese di Filo e Brigitta sono tanto eccentriche quanto originali, spesso scaturite (anche) dal desiderio di fare qualcosa di buono per gli altri. Certe idee sono talmente innovative da anticipare alcuni business odierni, come il car sharing o il personal shopper. In questo senso, il fallimento spesso non è insito nell’idea stessa, talvolta veramente brillante, quanto nei catastrofici quanto (tendenzialmente) imprevedibili esiti della sua messa in atto.
Il duo di imprenditori si afferma in particolare nella serie di storie Premiata Ditta Filo&Brigitta, ideata dalla sceneggiatrice Gaja Arrighini e approdata sulle pagine di Topolino dall’ottobre del 2002. Diciassette puntate per diciassette imprese: ed è proprio da questa serie che andremo a selezionare le cinque imprese più clamorosamente fallimentari della Premiata Ditta Filo&Brigitta!
5. Inventapremi e cotillons
Cominciamo con Inventapremi e cotillons, di Maria Muzzolini e Andrea Lucci, 2008. A Paperopoli imperversa la febbre dei premi: raccolte punti, lotterie, collezioni di bollini… Un meccanismo che conosciamo bene. Dopotutto, chi non ne è stato vittima almeno una volta nella vita? I negozianti propongono avvincenti iniziative e i clienti, mossi dall’entusiasmo di portare a casa l’ambito (e spesso inutile) premio fedeltà, abboccano all’amo e… spendono. Perché non è il premio che conta, ma il gusto di essere premiati.
Filo e Brigitta decidono così di cavalcare l’onda e diventare inventapremi a domicilio offrendo, dietro lauto compenso, spunti alle aziende a corto di idee. Ben presto i concorsi a premi suggeriti da Filo e Brigitta conquistano ed entusiasmano sia i ricchi uomini di affari che la loro clientela. Nascono così la coccarda per l’oggetto più pacchiano, l’attestato per la miglior tosatura di prato del quartiere e la coppa per il cibo bruciato nel modo più originale (indovinate chi lo ha vinto).
Un po’ come i vincitori della lotteria in Una settimana da Dio, anche i pluripremiati paperopolesi finiscono per rimanere delusi e ripudiare i cotillons che tanto li inorgoglivano. Non c’è gusto a esibire un premio se chiunque può vantarne un altro, magari pure più bello. Ma questa morale Filo e Brigitta la impareranno a spese loro…
4. Operazione car sharing
Quarto posto per Operazione car sharing, undicesima avventura della serie, abilmente disegnata dalla mano di Alessandro Perina (sui testi di Gaja Arrighini) e pubblicata per la prima volta nel febbraio del 2005. Paperopoli è oppressa dal traffico e gli automobilisti cominciano a rinnegare le proprie utilitarie, divenute troppo costose e faticose da guidare. Filo e Brigitta colgono nel generale malcontento l’occasione per un business redditizio: il car sharing ma… a modo loro!
Poiché le misere finanze non permettono loro di procurarsi un parco macchine, Filo e Brigitta mettono in contatto i cittadini con posti liberi in auto con altri che viaggiano nella stessa direzione, anticipando di fatto il car pooling di Blablacar. Automobilisti e appiedati dovranno solo pagare una quota di iscrizione alla Car Sharing F. & B. che si occuperà di fare i giusti abbinamenti, facendo risparmiare denaro ai paperopolesi e snellendo finalmente il traffico cittadino.
Il business di Filo e Brigitta prende subito piede e sono in moltissimi ad aderire all’iniziativa. Si creano nuove amicizie e belle abitudini, il clima teso si distende e in molti scelgono di vendere la propria utilitaria, ormai inutilizzata. Anche lo stesso Zio Paperone, che sa cogliere il lato vantaggioso delle cose, approfitta del servizio per guadagnare qualche soldo e risparmiare sui costi di mantenimento della sua berlina.
Questa volta sembra proprio che gli affari stiano andando a gonfie vele. Ma…
L’atmosfera di amichevole condivisione si trasforma ben presto in nuovi motivi di contrasto e disaccordo. I passeggeri paganti diventano ogni giorno più esigenti e non apprezzano più gli acciacchi della vecchia 313 di Paperino che li obbliga a ritardi sempre più frequenti, o la presunzione di Gastone che tiene più alla pulizia dei tappetini in vigogna del suo bolide che alla comodità dei suoi passeggeri. Anche i Bassotti, che avevano visto nel car sharing di Filo e Brigitta un’occasione per compiere le loro malefatte senza il rischio di rubare un’automobile, rimangono gabbati.
Quando i paperopolesi si rendono conto di sentire la mancanza delle loro amate quattro ruote, l’impresa Car Sharing F. & B. collassa, l’affare cola clamorosamente a picco e Paperopoli torna la città trafficata di sempre. Che sventura per Filo e Brigitta! E pensare che qui, nel nostro universo parallelo, il sistema che avevano suggerito ha tuttora un grande successo.
3. Missione spesa specifica
In zona podio troviamo un’altra storia scritta da Maria Muzzolini, questa volta disegnata da Paolo de Lorenzi. Missione spesa specifica tratta un argomento attualissimo che riguarda molto da vicino il nostro Bel paese: il valore del piccolo negozio di vicinato. Dopo essere fuggiti alle trappole spenna-cliente dell’ennesimo mega centro commerciale di Paperon de’ Paperoni, Filo e Brigitta si trovano a riflettere su quanto la moda dei grandi magazzini stia danneggiando i negozi al dettaglio.
Ed ecco che i due si mettono subito all’opera, regalando a negozianti e consumatori il DVD autoprodotto “Soppesa la spesa“. Ai primi si suggerisce di desistere dal competere con la grande distribuzione riducendo l’offerta a pochi prodotti di qualità, unici e insostituibili. Ai secondi si ribadisce l’importanza dell’essere considerati un cliente con una personalità, gusti e passioni che solo il negoziante di fiducia conosce e non un numero su una tessera punti. L’effetto che Filo e Brigitta cercano di ottenere è quello di screditare il marasma dei centri commerciali e svegliare i consumatori dal dilagante torpore dell’acquisto indotto. E i due 1lo ottengono.
Il successo riscosso dalle prime copie gratuite del DVD “Soppesa la spesa” è tale da diventare un must have per tutti i paperopolesi, disposti a pagare profumatamente i preziosi consigli per gli acquisti di Filo e Brigitta. In breve tempo Paperopoli torna alla buona, vecchia tradizione del fare compere sotto casa e il mega centro commerciale di Zio Paperone viene inevitabilmente abbandonato.
Ma si sa, i paperopolesi non conoscono le mezze misure…
E ben presto la situazione degenera. I negozianti si specializzano a tal punto da vendere solamente una tipologia di prodotto, esclusivissimo e a misura di cliente. Così “Non solo pizza” diventa “Solo pizza” (margherita, per la precisione; altrimenti bisogna andare fino a Ocopoli!), nasce la sedaneria che vende sedani DOCG, e il tovagliolaio che garantisce fazzoletti in fiandra anti-macchia e anti-stiro. E fare la spesa diventa una lunga, estenuante caccia al tesoro, tale da costringere i paperopolesi a prendere ferie per andare a fare compere.
Sono i negozianti i primi a crollare di fronte all’assidua richiesta degli esigentissimi consumatori. Esasperati, si rifugiano nell’ormai abbandonato centro commerciale PdP, dove aiutano i clienti a riscoprire l’importanza di avere scelta. Il sistema ritrova il suo equilibrio e sia i grandi magazzini che i piccoli negozi tornano a lavorare equamente. Tutto è bene quel che finisce bene ma… dove sono finiti i responsabili di tanto scompiglio? Filo e Brigitta, braccati dal furioso Paperone per il danno economico subito, sono costretti a spendere tutti i loro guadagni per rifugiarsi su un’isola lontana a guadagnarsi da vivere vendendo il monoprodotto più famoso di sempre. Coooooccobellooo!
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2. All’ultimo tappeto
Secondo posto per l’accoppiata Arrighini/Perina è la divertentissima All’ultimo tappeto del 2002. Ingaggiati dall’emittente televisiva di Rockerduck come addetti alle televendite, Filo e Brigitta conquistano fin da subito il pubblico da casa grazie alla loro simpatia e innata intesa. Sfruttando l’abilità dei due, Rockerduck comincia ad affidar loro la vendita impossibile di patacche di prima categoria, come l’ingombrante orologio a cucù da polso e le lattine di aria fritta spray.
Di fronte a imbrogli così evidenti, l’onestà di Brigitta finisce per scontrarsi con la smania per gli affari di Filo, ben disposto a ingannare il fidato pubblico per denaro. Brigitta abbandona Filo e il canale di Rockerduck e accetta di mettersi alle dipendenze di Paperone. Tra i due inizia una spietata concorrenza fatta di televendite sempre più audaci, spettacolari e… costose! Gli ascolti salgono alle stelle ma le vendite crollano irrimediabilmente, inducendo i magnati a disfarsi dei due sciagurati.
Sebbene questa storia non contenga un’impresa originale della Premiata Ditta Filo&Brigitta, l’esito clamorosamente fallimentare ai danni di Paperone e Rockerduck, quindi doppio, le fa guadagnare la medaglia d’argento. La Premiata Ditta riesce involontariamente nell’intento di sdoppiarsi e mandare a monte gli affari di entrambi i ricconi.
Nelle trenta tavole che compongono quest’avventura, scopriamo tutta la creatività e lo spirito di iniziativa di una coppia tenace e caparbia. Una coppia che, nonostante i numerosi smacchi, trova sempre l’entusiasmo di ricominciare e che prima o dopo imboccherà la strada del successo!
1. Telelotta senza quartiere
Il primo posto è tutto per Telelotta senza quartiere, storia di Gaja Arrighini e Andrea Freccero pubblicata per la prima volta su Topolino nel 2004. Filo e Brigitta si riaffermano volti di successo della televisione paperopolese quando, stanchi delle finzioni della cosiddetta TV-verità, decidono di fondare la Gelsomino TV. Posta proprio ai piedi del deposito di Zio Paperone, la neonata TV locale trasmette genuine vicende di quartiere, facendo concorrenza alle “velotte” e ai programmi più in voga dei canali PdP, come I fattacci vostri o Il Maresciallo Roccia.
Gelsomino TV coinvolge e lusinga i cittadini regalando loro l’emozione di essere in TV. A loro volta, i cittadini regalano a Filo e Brigitta un’inaspettata popolarità, arrivando a offrirsi come collaboratori volontari. Ben presto il successo di Gelsomino TV varca i confini del quartiere e Filo e Brigitta decidono di espandere i propri affari fondando una seconda TV locale. Un errore, questo, che dimostra ai paperopolesi quanto sia facile creare una mini-TV disponendo di pochi mezzi.
La brama di affari porta l’impresa alla rovina.
Alla promessa di essere pagati per ricevere delle consulenze su come si costituisce una TV amatoriale, Filo e Brigitta commettono il secondo e più fatale errore: ora alla portata di chiunque, la moda delle mini-TV dilaga. In pochi giorni nascono i canali più disparati, dapprima gestiti da piccoli gruppi di paperopolesi, poi ridotti a un unico conduttore per rete televisiva. Perché si sa, la smania di popolarità dà alla testa.
Telelotta senza quartiere si guadagna la medaglia d’oro per la brillantezza con cui viene trattato un tema attualissimo in un periodo storico in cui chiunque può (e vuole) parlare di sé, metterci la faccia, influenzare, non sempre disponendo delle abilità per farlo in maniera consona. Una storia che pone altrettanto brillantemente una soluzione alla mania di protagonismo che imperversa a Paperopoli. Quando ormai nessuno guarda più nessuno poiché tutti sono impegnati ad andare in onda, un violento blackout interrompe le trasmissioni e scioglie l’incantesimo, riportando tutto alla normalità e al piacere di essere dei “semplici” spettatori. Filo e Brigitta, rimasti senza aspiranti tele-conduttori da consigliare, abbandonano una volta per tutte il business della TV fai-da-te.
Ma non temete: torneranno.
BONUS! Quella volta che l’impresa non colò a picco: Mago Zero e Fata Tapina
Ebbene sì: è capitato che una delle imprese della Premiata Ditta Filo&Brigitta non sia del tutto fallita, almeno una volta. Il successo che vi andiamo a presentare come bonus di questa divertente Top 5, vanta le matite di Giorgio Cavazzano (sui testi della prolifica Arrighini), e si intitola Mago Zero e Fata Tapina.
Filo e Brigitta avviano un business piuttosto singolare e si improvvisano maghi indovini… onesti! Fornendo consulenze dichiaratamente frutto della loro immaginazione, Mago Zero (Filo) e Fata Tapina (Brigitta) si prefiggono unicamente di divertire i loro clienti e distrarli dai loro crucci, senza nascondere a nessuno di essere dei ciarlatani. Inaspettatamente, e soprattutto grazie ai pronostici incomprensibilmente azzeccati di Mago Zero, il successo arriva.
Ma insieme al successo arrivano anche i guai!
E il guaio in questione indossa palandrana e cilindro. Le sincere predizioni di Mago Zero e Fata Tapina surclassano l’oroscopo fai-da-te in CD-ROM di Zio Paperone. Quest’ultimo, disposto a tutto per riguadagnarsi la fetta di mercato, interpella la sua unica conoscenza esperta in fatto di magia: Amelia. La fattucchiera rivela che il segreto delle predizioni imbroccate di Mago Zero si deve a un pacchiano diadema appuntato sul turbante fasullo di Filo.
Sgraffignato l’amuleto con l’inganno, Zio Paperone mette fine alla fortuna del duo di ciarlatani, aspettandosi un’impennata delle vendite del suo oroscopo fai-da-te. Ma la folla di paperopolesi, inizialmente allontanatasi da Mago Zero e Fata Tapina proprio per le previsioni fin troppo esatte di Filo, torna a ricordare con nostalgia i pronostici strampalati della “Fata che non azzecca una schedina” e si raccoglie davanti al tendone dei due maghi, acclamando Fata Tapina come mai prima di allora.
Un lieto fine per una coppia tenace e perseverante, finalmente ripagata per le migliori delle qualità che la caratterizzano: genuinità e creatività.
Alessandra de Marchi
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immagini © Panini-Disney