Me misero, me tapino: qual è il miglior melodramma di Zio Paperone?

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Anche i ricchi piangono

Come ogni grande personalità, Paperon de’ Paperoni è eccentrico, originale, stravagante. Custodisce montagne di denaro contante in un labirintico deposito protetto da macchinari tanto avveniristici quanto bislacchi. Nonostante il suo patrimonio sia in costante aumento, soffre profondamente per ogni perdita: ricorda come ha guadagnato ogni moneta e per questo le ama tanto da nuotarci “come un pesce baleno”. Ma, soprattutto, Zio Paperone è un maestro del melodramma. Che l’oggetto del suo dolore sia un grave errore finanziario o un decino caduto nel tombino, possiamo sempre aspettarci una reazione degna di un commediante.

Le scenate plateali di Paperon de’ Paperoni fanno certo parte del grande fascino del personaggio. Paperone è un professionista tragico: manifesta il suo dolore con enfasi in uno spettacolare melodramma che non ha nulla da invidiare a quello dei personaggi dei grandi autori teatrali come Plauto, Sofocle e Molière. Spesso il drammone fa divertire, sia perché esagerato rispetto alla causa che lo ha scatenato, sia per la fantasia con cui Paperone lamenta la sua rovina. In alcuni, più rari, casi il fantastiliardario ha invece una ragione concreta per piangere, per cui possiamo condividere la sua preoccupazione.

La nostra bussola

Entrambe le opzioni creano alcuni dei momenti più memorabili delle storie a fumetti con il personaggio. Per questo, abbiamo deciso di trovare le migliori, raccogliendole in una comoda Top. Ma come ci orienteremo in quest’impresa? Ebbene, vogliamo trovare le scenate plateali più memorabili di Paperone secondo questi parametri:
Causa del melodramma: perché Paperone dà inizio al suo lamento. Più la ragione è futile, più l’ironia dietro la scenata risulterà evidente.
Riconoscibilità del melodramma: ci sono alcuni drammoni che associamo immediatamente a Paperone, sia perché caratteristici del personaggio che per il loro utilizzo frequente da parte di un determinato autore.
Originalità del melodramma: di pianti e lamenti di Paperone ce ne sono veramente a bizzeffe, ma molti di essi si assomigliano tra loro. In alcuni casi, però, lo Zione ci sorprende con la sua fantasia.

Perché possano finire in questa lista, i melodrammi di Paperone devono eccellere almeno in uno di questi aspetti. Ebbene, diamo inizio ai piagnistei!

Melodramma no. 7: fiumi di lacrime

La storia da cui questa vignetta proviene, Zio Paperone e il fantasma dei piedi gialli, ha un impianto abbastanza tradizionale. Paperone vuole costruire l’ennesimo centro commerciale, a discapito di Qui, Quo e Qua e dei bambini del quartiere. I desideri di profitto dello Zione, infatti, impongono l’eliminazione dell’unico campo da gioco disponibile nell’isolato. Il fantastiliardario è ovviamente irremovibile, costringendo i nipotini a uno slancio di inventiva.

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paperino pavido

I tre si travestono come il “terribile fantasma dei Piedi Gialli”, una tribù fittizia a cui proclamano appartenga il terreno su cui sorge il cantiere, spaventando il pavido Paperino e gli operai. L’opinione pubblica si convince dunque che il sito delle costruzioni sia infestato da presenze soprannaturali e chiede che si ponga fine ai lavori. Quando Paperone ascolta il telegiornale, che prevede la visita del sindaco al Deposito per fermare la costruzione, reagisce così:

melodramma paperone

Perché proprio questo?

Diamo inizio alla lista con un melodramma piuttosto standard: Paperone, addolorato per una possibile perdita economica, giace naufrago tra le lacrime. Non è certo la prima volta che un autore si cimenta in una visual gag di questo tipo, ma questa è senza dubbio particolarmente riuscita.

Battista si affatica a pompare le lacrime mentre il minaccioso suono dell’allarme crea un clima di tensione e urgenza: il deposito si sta allagando! Paperone siede su di una zattera di legno con un vessillo del dollaro e piange abbracciato a un sacco di denaro, sottolineando l’ironia della situazione. Le lacrime invadono tutta la scena come una fontana da piazza e il televisore si regge su di una boa in mezzo al lago salato. La scena in generale dà una sensazione di movimento e agitazione: l’atmosfera ideale per uno dei drammoni plateali di Paperone!

Paperone arrabbiato
Paperone è molto su di giri durante tutta la vicenda!

Di pianti fluviali ne si vedono fin troppi nei fumetti Disney: è la reazione privilegiata di Paperone di fronte agli ostacoli della vita. Come vedremo, molti sceneggiatori hanno cercato di spezzare la monotonia introducendo nuovi elementi od originali situazioni narrative. Gli autori di questa storia esplorano invece una situazione narrativa vista e rivista arricchendola con notevole abbondanza di dettagli. Ma, pur essendo ricca di particolari, la vignetta dedica lo spazio necessario a ognuno degli elementi della scena. Il tutto completa un’immagine diretta e chiara, che trasmette la travolgente personalità di Paperone alla perfezione.

Melodramma no.6: il classicone

Paperone ha combattuto agguerriti rivali e feroci nemici che farebbero rabbrividire il più coraggioso degli avventurieri. Ma tutto ha avuto inizio da loro: la Banda Bassotti. Apparsa per la prima volta in Paperino e la banda dei segugi, è un gruppo di furfanti matricolati che dimostra come spesso l’apparenza inganni. Sembrano uno sgangherato gruppo di criminali comuni, ma sono in realtà parte di una complessa organizzazione con tanto di fondi propri e sezioni disseminate in tutto il mondo.

Prima che gli autori successivi sviluppassero la tentacolare famigliona dei Bassotti, i segugi erano già una minaccia coi fiocchi! Questo risulta chiaro leggendo la celebre Zio Paperone e la disfida dei dollari.

Banda Bassotti

La storia si concentra sul conflitto tra Paperone e la Banda. Inizialmente, i banditi terrorizzano Paperone, che si mostra affannato a proteggere il suo denaro in ogni modo. I Bassotti hanno comprato il terreno vicino al Deposito e Paperone intuisce subito il loro obiettivo: vogliono praticarvi un buco per raggiungere il suo denaro! Nella vignetta qui sotto, Paperone esprime tutti i suoi timori con una sola frase, pronunciata con tono grave:

melodramma Paperone

Perché proprio questo?

La vignetta che abbiamo visto è innanzitutto un grande classico. Paperone ha già incontrato la Banda Bassotti in avventure precedenti, ma in questa storia i banditi si conquistano un posto d’onore nella hit parade dei nemici dello Zione. Strabuzzando gli occhi, il fantastiliardario si porta in avanti con le braccia, completamente confuso dalla prospettiva di un attacco imminente. Se il papero più ricco del mondo reagisce così, c’è poco da scherzare!

guai paperone

Aspetto fondamentale della sequela di eventi che contraddistingue questa vicenda è il rapido scorrere degli stati d’animo di Paperone. Un attimo è terrificato dai terribili Bassotti, l’attimo dopo, rinfrancato, guarda in faccia al pericolo con confidenza e sicurezza. Quando la diga è distrutta e la Banda diventa legalmente proprietaria del denaro dello Zione, si mostra sconfortato e dichiara la sconfitta. Ma subito dopo, con un brusco mutamento di umore, proclama di volersi complimentare con i nemici per la vittoria ottenuta.

cambiamenti umore

Il melodramma di questa voce è dunque un momento della vita di Paperone. Il vecchio miliardario è un caleidoscopio di emozioni: non si ferma mai e muta con l’evolvere degli eventi.

Melodramma no.5: un capitano e il suo mobile

Un vero capitano non abbandona mai la sua nave! Ma che dire del suo… armadio? Zio Paperone e l’invincibile armadio è una storia di una creatività straordinaria, che funge da esempio lampante delle pazze sfide tra Paperone e Rockerduck. Questa volta l’oggetto della contesa è la supremazia nell’industria del mobilio. I due miliardari si cimentano in una feroce battaglia fino all’ultima gruccia per l’armadio più resistente, ergonomico e pluriaccessoriato, ma soprattutto… più vendibile.

Per uscire vincente dal conflitto, Paperone ha un’idea geniale. Al termine di una delle cene a casa di Paperino, i nipotini creano una rievocazione storica della guerra anglo-spagnola nella vasca da bagno. È qui che la leggendaria Invincibile Armada spagnola cattura l’interesse del fantastiliardario.

Si tratta della flotta spagnola Gran y Felicisima Armada del re Filippo II, costituita nel 1550 per sconfiggere l’esercito navale inglese della regina Elisabetta I. Rimase solo una pia illusione: dopo l’inesorabile fallimento contro, tra gli altri, il corsaro Sir Francis Drake, le tempeste si occuparono di ciò che restava della grandiosa flotta. Fu soprannominata invincibile dagli inglesi stessi, per schernire i nemici umiliati.

Invincibile Armada
La sconfitta dell’Invincibile

Forse inconsapevole del triste destino della flotta che vuole emulare, Paperone si fa ideatore di un folle stunt pubblicitario: navigare 1000 Km di fiume a bordo di un armadio P.d.P.! Ma Rockerduck non ci sta: aiutato da Lusky, usa ogni mezzo per sabotarlo, riuscendo infine ad affondare l’imbarcazione. Quando l’acqua comincia a zampillare dal mobile, già mutilato dai precedenti sabotaggi di Rockerduck, Paperone reagisce così al tragico esito della sua impresa:

melodramma Paperone

Perché proprio questo?

Nella sua veste di capitano dell’improbabile natante, Paperone accetta il fallimento con l’orgoglio di un alto ufficiale della marina. Il melodramma è in linea con la simpatica ironia con cui è raccontata tutta la vicenda: Paperone prende molto sul serio l’impresa, dipingendola come una vera Odissea, mentre i nipoti accettano rassegnati la bizzarra situazione.

Invincibile armadio ironia

La tematica del viaggio epico a difesa dell’onore del mobilio de’ Paperoni è molto originale, conducendo a un altrettanto creativo drammone. La genialità, in questo caso, sta nell’adattare la plateale scenata al filo conduttore della storia. Paperone è sì melodrammatico e tragico, ma anche stoico e compassato, come si addice al capitano di una nave. I gabbiani che si vedono sullo sfondo, associati alla posa statuaria e ai tre schizzi d’acqua simmetrici, servono a creare un tableau monumentale, che ricorda le raffigurazioni di Napoleone di Jacques Louis David.

napoleone paperone
La posa è diversa, ma l’eroismo è lo stesso!

Insomma, questo è un raro melodramma in cui Paperone riesce a mantenere l’autocontrollo.

pianto
…Ovviamente il tutto durerà molto poco: appena una pagina dopo, Paperone lascia finalmente scorrere le lacrime.

La storia, inoltre, costruisce molto bene la suspense per l’esito dell’impresa. I Paperi non mollano, resistono con abilità a ogni trappola tesa da Rockerduck. Il lettore ha tutte le ragioni per aspettarsi una vittoria sul filo del rasoio… e invece Rockerduck sembra vincere, e anche con facilità. La storia gioca efficacemente con le aspettative del lettore, suggellando la vicenda con un melodramma originale, ma sempre in linea con la personalità di Paperone.

Melodramma no. 4: il tracollo di Paperone

Zio Paperone e il ventino fatale segue due sottotrame: la missione di beneficenza di Paperino, Paperina e nipotini per i bambini del quartiere di Shacktown e le nefaste conseguenze dell’accumulo di denaro nel deposito di Paperone. Il nipotame ha bisogno di cinquanta dollari per organizzare una festa per i bambini. Con non poco sforzo, Paperino riesce a ottenere da Paperone la metà della somma, impegnandosi a procurare il rimanente con altri mezzi. Infine, riescono nel loro intento e ottengono il capitale necessario.

Ma Paperino ha un’infausta iniziativa. Per prendersi gioco di Paperone e del suo attaccamento al denaro, gli dona un ventino a mo’ di elemosina. I forzieri del fantastiliardario sono stracolmi: il muro è pieno di crepe, la porta di ferro sembra fatta di gomma da quanto è incurvata e il deposito è sull’orlo di esplodere. La proverbiale goccia che fa traboccare il vaso è proprio il catastrofico ventino. Gettato nel deposito, provoca il crollo di tutto il denaro in una grotta naturale. Gli esperti, convocati d’urgenza per risolvere il problema, decretano l’impossibilità di recuperarlo, a causa della fragilità del terreno sottostante.

caverna naturale

Il patrimonio di Paperone sembra perduto per sempre. È qui che lo Zione, realizzata la dura verità, si abbandona a un pianto che tutti noi possiamo certo comprendere. Essendo ormai privo di tutte le sue sostanze, viene ospitato (malvolentieri) a casa di Paperino. Questa è la condizione del papero più ricco del mondo dopo questi eventi:

melodramma Paperone
Barks trova il modo di far sorridere il lettore anche in momento così tetro. Paperone ha perduto la sua fortuna, ma non l’appetito. Sistematosi dal nipote, mangia e e beve a volontà senza arrestare i lamenti. Paperino non approva certo questa soluzione, come si evince dalla sua espressione.

Per fortuna, le cose non finiscono così. Grazie alla geniale intuizione dei nipotini, Paperone riesce a trovare un sistema per recuperare il suo peculio… solo, con mooooooooolta calma. Utilizzando il trenino delle Giovani Marmotte, il fantastiliardario può infatti rientrare in possesso a poco a poco del denaro, ma per riottenere in toto la somma, saranno necessari 272 anni!

Perché proprio questo?

Questa storia racconta di una delle rare volte in cui Paperone si lamenta a ragion veduta. La situazione pare davvero disperata: i migliori luminari hanno negato categoricamente ogni via d’uscita e il fantastiliardario non trova la forza per risollevarsi. Anche la conclusione non si può considerare un vero e proprio lieto fine: per sostenere l’impero finanziario de’ Paperoni, le banconote che il trenino riesce a trarre a passo di lumaca dal buco sono insufficienti per gestire l’impero finanziario de’ Paperoni.

Per una conclusione felice della vicenda dovremo aspettare cinquant’anni! Nel 2002, Don Rosa scrive La prima invenzione di Archimede, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita dell’inventore. Qui si racconta come avviene il recupero del denaro grazie al suo provvidenziale intervento. Il melodramma di Paperone risulta dunque ancora più tragico, perché la completa risoluzione del problema non avviene direttamente nella storia in cui è introdotto.

prima invenzione Archimede

Non sarà l’ultima volta che vedremo Paperone in un simile stato di debolezza. In Zio Paperone e l’ultima avventura possiamo vedere come reagisce lo Zione di fronte a una catastrofe analoga. L’ex-fantastiliardario, perduta ogni speranza, si è stanziato alla fattoria e aiuta Nonna Papera con i lavori quotidiani, quasi dimentico del suo passato di affarista. In entrambe le vicende, sarà la famiglia di Paperone a fargli intravedere la possibilità di recuperare la sua fortuna.

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supporto zione famiglia

Melodramma no.3 : la dieta del campione

Come ci si può facilmente aspettare da una storia di Rodolfo Cimino, Zio Paperone e le Ande imbonitrici racconta una vicenda completamente fuori dal comune. Piuttosto che ingaggiare un cuoco rinomato per recuperare i clienti sottratti da Rockerduck, Paperone preferisce ricorrere ai servigi di un romito che vive sulle Ande, capace di convincere magicamente di ogni cosa chiunque ascolti la sua parlantina. All’inizio la strategia funziona alla perfezione: i ristoranti dello Zione tornano a prosperare, consentendogli lauti guadagni. Ma poi, come al solito, Paperone andrà oltre i suoi limiti e approfitterà eccessivamente dell’espediente adottato.

avidità
Chi troppo vuole, nulla stringe

Tra le note interessanti della storia possiamo citare la scarsa presenza di Paperino e nipotini, che si tengono fuori grazie a un provvidenziale trattato di neutralità. Lo Zione si avventura tra le gelide vette andine in singolo: forse è l’assenza dei nipotini che lo porta a commettere molti errori. Se la neutralità dei nipoti fosse o meno giustificata, lasceremo a voi il giudizio. Senza dubbio, però, segnali foschi vi erano sin dall’inizio. Quando Paperone, infatti, scopre di aver mancato l’ambizioso traguardo del bizzeffone di dollari, reagisce così:

melodramma Paperone

Ma cos’è la cicuta? Si tratta di una pianta velenosa originaria dell’Europa che cresce anche nelle campagne italiane. È un’erba di colore bianco, nota per la sua tossicità e per alcune insigni figure storiche che ha ucciso. La personalità più famosa che fu costretta a bere un infuso della famigerata pianta è sicuramente Socrate. Il noto pensatore ateniese fu condannato alla morte per avvelenamento per le ingiuste accuse di empietà e corruzione dei giovani.

morte Seneca
Una vittima meno famosa della cicuta fu Seneca. Il filosofo la trangugiò come infuso per accelerare la sua morte, quando fu costretto al suicidio da Nerone.

Perché proprio questo?

L’allusione alla cicuta è molto frequente nelle storie di Rodolfo Cimino: Paperone dichiara spesso di volerla fare finita con quest’erba, gran parte delle volte per ragioni molto futili. L’inventiva sta nella diversità con cui questo luogo narrativo è declinato dall’autore. Nel caso del melodramma qui sopra, Paperone chiede al maggiordomo Battista che l’erba gli sia servita come una cioccolata, calda e zuccherata. Anche il motivo di questa catastrofico proposito è ovviamente insignificante: lo Zione non è riuscito a guadagnare quel milioncino in più da aggiungere alla lunga lista.

La vignetta è eccezionale nella sua carica ironica. Essendo una bevanda nota ai filosofi, la cicuta aderisce perfettamente alla tematica della storia: l’uso della parola per convincere l’altro a fini di lucro. Il romito imbonitore è un vero sofista: l’aggettivo veniva utilizzato in maniera dispregiativa per definire coloro che insegnavano la retorica – l’arte del persuadere – a pagamento. Egli riesce a “mutare in discorso buono il discorso cattivo”, facendo concorrenza sleale all’attività di Rockerduck. Non stupisce dunque vedere un Paperone che chiede la bevanda con cui Socrate morì, accusato proprio di sofismo.

romito

Inoltre, la scelta di Cimino di introdurre un nuovo modo per Paperone, più sottile del tradizionale pianto fluviale, di lamentare le sue sventure, aiuta molto a diversificare. L’autore è uno dei più prolifici per quanto riguarda i melodrammi di Paperone, trovando spesso molte soluzioni creative. La cicuta si adatta a uno Zione che vuole fingere di accettare la sconfitta in modo stoico. Un Paperone molto più teatrale, che non manca mai di divertire a ogni sua apparizione.

Melodramma no.2: sofferenza corale

Tra le prodezze di Rodolfo Cimino figura quest’avventura poco nota dei Paperi. Zio Paperone e gli abiti ingualcibili vede in realtà i nipoti come veri protagonisti. Paperino, consapevole del fatto che nella stragrande maggioranza dei casi ogni attività dello Zione ha un successo stratosferico che riempie le casse del Deposito, decide di provare a partecipare ai guadagni. Compra dunque un’azione della Pini&Lane, una delle industrie manifatturiere di Paperone, sperando di ottenere principeschi dividendi.

paperino azione

Ma purtroppo, lo Zione è un osso duro: durante tutta la storia, il fantastiliardario evita abilmente di corrispondere al nipote il dovuto. Paperino e nipotini si avviano persino a una estenuante ricerca di lana a buon mercato, nella speranza di aumentare i guadagni dello zio e ottenere ciò che meritano.

La vignetta che abbiamo scelto per questa voce della Top è probabilmente un’altra delle simulazioni dello Zione. Quando l’organo/registratore di cassa (parte di una lunga tradizione di bislacchi macchinari ciminiani) sembra segnalare una grossa perdita, Paperone reagisce infatti in questo modo:

melodramma Paperone

Perché proprio questo:

Per finta o per davvero, Paperone piange in grande stile! Seduto di fronte al bizzarro calcolatore, lo Zione ha chiamato un intero corteo di donne lacrimanti, le piangitrici ufficiali. Questa professione esisteva davvero: le prefiche erano donne pagate per intonare canti funebri e piangere il defunto in maniera teatrale durante le esequie. L’usanza era diffusa nell’antica Roma ed è sopravvissuta fino a pochi decenni fa in alcune zone della Grecia e dell’Italia meridionale. La tradizione popolare, elemento molto presente nelle storie di Cimino, è l’ispirazione per questo geniale melodramma di Paperone.

Siamo certi che questo sia uno dei pianti più strani del fantastiliardario: lo Zione avrà speso sicuramente un’ingente somma di denaro per ingaggiare le “lamentatrici” professtioniste. Sarà vero dolore o una finta per impressionare Paperino? Molto probabilmente quest’ultimo è l’intento di Paperone. Non volendo sborsare il dividendo, Il vecchio Cilindro paga le piangitrici per inscenare un dolore monumentale, mascherando il vero stato delle sue finanze. Quello scelto da Paperone è un peculiare rapporto costi-benefici, che rende questo melodramma unico nel suo genere. La ragione, stavolta, non è solo è pretestuosa, ma è addirittura assurda. Farà così con ogni suo azionista?

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ostinazione zione
Lo Zione arriva addirittura a cambiare il nome della sua industria!

Senza dubbio, questo è il più teatrale dei suoi pianti. Ma questa è solo la punta dell’iceberg: attraverso l’intera vicenda, Paperone si comporta in modo molto scorretto con i suoi nipoti. Non solo le sue motivazioni sono illegittime, ma persino poco convenienti: sembra quasi che lo Zione faccia tutto solo per infastidire Paperino.

Melodramma no. 1: un pianto monumentale

Ebbene, siamo finalmente giunti alla prima posizione. Chi sarà mai ad attenderci dal podio umido di lacrime, decorato con la trista, ma aurea medaglia del vincitore? E chi, se non Guido Martina. Abbiamo parlato in precedenza del formidabile estro di Rodolfo Cimino. In quanto a vena creativa, l’autore friulano si accoppia mano nella mano con Martina per l’eccezionale sviluppo caratteriale di Paperone e, in particolare, della sua vena drammatica.

Il Carnevale di Paperin Paperone è una labirintica storia uscita per festeggiare il Carnevale del 1955. Tutto si gioca su un fortuito scambio di persona: travestito da Paperone per il Carnevale, Paperino viene rapito dai Bassotti, che si aspettano di trarre un ricco riscatto dal parsimonioso miliardario. Insieme al costume, Paperino ha anche comprato dal droghiere Bango alcune monete di cioccolato per completare l’immagine del ricco zio. Ma i dolciumi sono immangiabili e provocano crampi allo stomaco e singhiozzi.

sofisticazione alimentare

Tralasciando la trama complicata e ricca di spassosi sviluppi che vi lasciamo scoprire da soli, introduciamo ora la vignetta trionfatrice: si trova all’inizio della storia, quando Paperone discute col segretario proprio di quelle strane monete. Abbiamo infatti la possibilità di svelare l’arcano: perché un droghiere dovrebbe vendere dolci avariati? È presto detto, li ha acquistati sottocosto proprio da Paperone, le cui fabbriche ne producono a tonnellate in modo… poco convenzionale. Sì, avete letto bene: sottocosto! Ecco come la prende Paperone:

melodramma Paperone

Perché proprio questo?

Innanzitutto l’idea è molto creativa. Il Muro del Pianto esiste davvero: è il muro di contenimento del Monte del Tempio a Gerusalemme, luogo sacro per la religione ebraica. Nel contesto degli anni ’50, che conosceva una diversa sensibilità riguardo all’argomento religioso, l’autore ha scelto questo riferimento in virtù di un semplice gioco di parole.

Anziché sfogare la sua disperazione nella Stanza delle Preoccupazioni o seppellito da montagne di denaro, Paperone ottiene un frammento originale di un monumento reale da utilizzare per il suo melodramma. Il frammento va quindi ad aggiungersi alla ricca collezione di allestimenti con cui Paperone mette in scena la sua disperazione. Lo chiamiamo tirchio, ma certo non lesina in questi strampalati investimenti!

stanza preoccupazioni
La stanza dove Paperone è solito meditare sui suoi problemi

Inoltre, la vignetta è carica di ironia e sarcasmo. Non è solo il fatto che Paperone piange per minuscole perdite affaristiche di cui non ha controllo. Il vecchio Cilindro ha dovuto vendere i suoi dolciumi sottocosto perché li ha ricavati dalla polvere di mattoni. Sappiamo molto dei crimini passati del Paperone di Martina, da semplici furtarelli sino a un commercio clandestino di Oppio. La sofisticazione alimentare è dunque solo l’ultimo dei misfatti della versione “martininana” del fantastiliardario. Lo Zione è costretto all’estrema soluzione della rivendita sottocosto solo per la sua negligenza consapevole.

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Gustavo impassibile
Nessuno dei personaggi della storia partecipa al “dolore” di Paperone. Il muratore che ha portato il pezzo di monumento fuma beato la sua sigaretta, mentre il maggiordomo Gustavo è impassibile alla carica furiosa del fantastiliardario.

La regia del monologo tragico è impeccabile. La storia inizia con la presentazione di due Paperoni: uno felice e gioioso che gioca con il denaro, l’altro plumbeo e furente che proclama di essere sull’orlo della rovina. Si tratta ovviamente di Paperino travestito e del vero Zione, ma il lettore non lo sa ancora.

doppio zione
Qualcosa non quadra!

Il drammone ha inizio quando le carte non sono ancora scoperte. Paperone attraversa un arcobaleno di emozioni: prima spaventato dalla prospettiva dei cioccolatini invendibili, poi irato con il maggiordomo per lo stato delle cose. Quando scopre che Gustavo è riuscito a piazzare la tonnellata dei pestilenziali dolciumi si dimostra tanto rinfrancato da promettergli un aumento, almeno fino a quando non capisce l‘amara verità della vendita sottocosto. A quel punto lo sconforto lo abbraccia completamente: Paperone conclude il dramma con un finale da maestro!

Il melodramma è memorabile, sicuramente degno dell’eredità dell’autore e della medaglia d’oro. Se Cimino punta molto sulle modalità stravaganti con cui Paperone esprime le sue tribolazioni finanziarie, Martina è più tradizionale. Il fantastiliardario lamenta le sue angosce con vere e proprie rheseis tragiche: monologhi lunghi anche fino a tre vignette o più, in cui lo Zione attraversa tutti gli stadi del tormento psicologico. Questo non gli impedisce di inserire comunque elementi bizzarri, come avviene in questo caso. Nel complesso, una lagna da campione!

Un’umida conclusione

Insomma, siamo giunti alla fine di questo tristo catalogo. Abbiamo analizzato solo una piccola selezione dell’arte lacrimatoria dello Zione. Il melodramma plateale è diventato ormai una tradizione delle storie di Paperone e non manca mai di farci divertire. Molti altri autori hanno arricchito il campionario di lagne con soluzioni originali e inaspettate. Insomma, Paperone non ha mai smesso di allenarsi in tutti questi anni e speriamo che continui a deliziarci con le sue trovate nei tempi a venire!

Paperone porta

Lorenzo Oliva

Immagini © Disney – Panini Comics – da: Wikipedia

Fonti:
Corriere della Sera
Wikipedia – Muro Occidentale
Prefiche – Treccani
Wikipedia – Invincibile Armada

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