Qual è la più brutta storia di PK mai realizzata? Prima che corriate ad analizzare ogni singolo capitolo della serie a fumetti per capire quale sia quello meno riuscito, vi fermiamo. La soluzione non si trova lì, quindi vi consigliamo di non affannarvi a indagare.
Esiste una storia, di produzione americana, capace di superare in bruttezza anche le peggiori mai pubblicate in Italia. Prima di svelarvela, specifichiamo che le riflessioni presenti in questo articolo sono soggettive, poiché frutto dell’opinione dell’autore.
L’origine della storia più brutta di PK
La storia a fumetti in questione è The Secret Origin of the Duck Avenger: si tratta di una versione alternativa della nascita di PK, pubblicata negli Stati Uniti nel 2000. Storicamente parlando, potremmo considerarla un precursore involontario di Un supereroe per caso, il primo numero della serie reboot Pk-Pikappa, che ha esordito nel 2002 e condivideva lo stesso obiettivo di rinarrare le origini del personaggio.
The secret origin of the Duck Avenger comparve su Disney Adventures, un periodico per ragazzi nato nel 1990 e interrotto nel 2007. I contenuti principali della rivista erano articoli e notizie su film, serie tv e altre opere realizzate dai Disney Studios e da altre case produttrici. A partire dal 1992, vennero introdotte anche brevi storie a fumetti con protagonisti diversi personaggi Disney e Pixar.
La storia è stata scritta da Michael Stewart e Steven Murphy e disegnata da Steven Butler. Quest’ultimo è abbastanza famoso in America per i suoi lavori svolti per Marvel Comics e Archie Comics, tra cui i fumetti di Sonic The Hedgehog. Attualmente, The Secret Origin of the Duck Avenger è inedita in Italia. La traduzione delle immagini presenti in questo articolo, del tutto amatoriale, è stata realizzata da Giordano Crimi.
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Perché The Secret Origin of the Duck Avenger è la storia più brutta di PK?
Per capire quanto sia… “speciale” questa storia di PK, è necessario analizzare gradualmente i tre capitoli che la compongono. Lo faremo con un pizzico di ironia, dato che ci riesce veramente difficile prendere sul serio quello che stiamo per raccontarvi.
Capitolo 1
Il fumetto comincia con Paperino intento a godersi una giornata di relax. Disteso sull’amaca, si compiace del fatto di avere tutto quello che un papero come lui potrebbe desiderare. Improvvisamente, qualcosa vola verso di lui.
Si tratta dell’ape Spike. Questo personaggio ha esordito in Windows cleaner (1940), cortometraggio animato diretto da Jack King e scritto da Carl Barks e Jack Hannah. Nei cartoni animati, Spike e Paperino si detestano e tendono a infastidirsi a vicenda. In questo fumetto, invece, sono alleati (nonostante tendano comunque a battibeccare).
Con l’aiuto di un dispositivo, l’ape mette in contatto il protagonista con Pico De Paperis. Il professore ha bisogno di aiuto poiché è stato rapito dagli zondarriani, creature aliene provenienti dal pianeta Zondarr. Non lasciatevi ingannare dal nome (utilizzato nella versione in lingua originale del fumetto): gli zondarriani sono esattamente gli evroniani della serie PKNA.
Pico è stato imprigionato perché possiede un segreto che interessa particolarmente a questi alieni: il codice terrestre. Si tratta di una sequenza numerica che permette alla Terra di mantenere la sua stabilità: senza di esso, il pianeta rischia di collassare. Gli zondarriani vogliono utilizzarlo per diventare più potenti.
Pico incarica Paperino di risolvere la situazione. Gli dice di andare nel suo laboratorio alla Ducklair Tower, un enorme grattacielo situato nel centro di Paperopoli. Al suo interno, il protagonista indossa il costume da supereroe preparato dal professore, assumendo il nome di Duck Avenger. Conclusi i preparativi, Spike e il neonato Duck Avenger entrano nel portale che li condurrà a Zondarr.
Un introduzione… che non introduce abbastanza
Dopo aver letto il precedente riassunto, avete provato una sensazione di confusione e spaesamento? Non c’è niente di strano: il problema principale del capitolo è la poca chiarezza. Uno dei motivi per cui questa è probabilmente la storia più brutta di PK è il fatto che non riesca a introdurre in modo completo la situazione.
Pico come è venuto a conoscenza dell’esistenza di un codice terrestre? Dopotutto, scoprire una formula matematica che permette la stabilità dell’intero pianeta non è qualcosa di poco conto. Ma soprattutto, cos’è un “codice terrestre”? L’ha creato qualcuno o è opera della natura? E com’è possibile che riesca a mantenere stabile la Terra? Se questa idea fosse stata approfondita, avrebbe potuto offrire spunti interessanti. Invece, anche in questo caso, la storia non fornisce spiegazioni.
A ciò, si aggiungono altre piccole lacune: da quando Pico conosce Spike, e perché si è alleato con lui? E come ha fatto a preparare in tempo il costume da supereroe per Paperino, se gli alieni lo hanno catturato cogliendolo di sorpresa? Forse Pico possiede anche una laurea ad honorem in pianificazionologia efficente della moda supereroistica con bacio accademico? O magari la narrazione, da questo punto di vista, soffre di problemi nelle tempistiche (e nella logica)?
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Motivazioni banali e assurde
Questo capitolo soffre anche della banalità delle motivazioni di diversi personaggi. Un esempio di questo problema sono gli antagonisti della storia. Innanzitutto, non è chiaro cosa vogliano fare una volta diventati più potenti. Vogliono distruggere qualche impero galattico? Oppure vogliono conquistare l’universo? L’unica certezza che abbiamo è il fatto che loro siano “il male puro”, come li definisce lo stesso Pico. Non ci sono ulteriori spiegazioni: utilizzando un espressione gergale, questi alieni sono cattivi “perché sì“.
Anche il nostro protagonista non è immune a questo difetto di scrittura. Prima di partire per Evron, Paperino è titubante perché ha paura. Per convincerlo, Spike gli dice:
Tu sei il Duck Avenger, no? Vendicati!
Dopo questa affermazione, il protagonista ricorda le parole di Pico (quando gli ha detto che la Terra rischiava di collassare) e decide di agire.
Perché questa sequenza non ha senso? Perché la vendetta è un’azione che si compie quando ci si vuole rifare di un torto subito. Questo significa che una persona si vendica di qualcuno solo quando quest’ultimo gli ha già recato danno. Tuttavia, in quel momento, gli alieni non hanno ancora distrutto la Terra: al massimo, minacciano di farlo.
Inoltre, se il “danno” fosse il rapimento di Pico, la sua liberazione non sarebbe una ripicca, ma un salvataggio, azione tipica di un eroe. Quindi, per quale motivo Paperino dovrebbe vendicarsi? Per precauzione, nel caso in cui fallisse nel suo obiettivo?
Capitolo 2
Nel secondo capitolo, Paperino e Spike giungono su Zondarr. Sin da subito, il pianeta appare inospitale e pericoloso. Il protagonista è ancora impaurito e vorrebbe andarsene. Tuttavia, la comparsa di un mostro gelatinoso lo convince a proseguire.
Giunti all’interno della base aliena, i due personaggi vengono scoperti da una guardia, con cui hanno una colluttazione. Alla fine riescono a vincere, ma un gruppo di soldati li circonda e li cattura. Paperino e Spike vengono condotti dallo scienziato Zoster.
Quest’ultimo vuole costringere il protagonista a decodificare il codice terrestre, poiché convinto che sia l’unica persona in grado di farlo. Purtroppo, questa informazione era una bugia raccontata da Pico per guadagnare tempo. Perciò, Zoster capisce che Paperino non può servirgli a nulla e lo scaglia nello spazio.
Combattimenti dozzinali
A differenza del primo capitolo, questo non contiene eventi troppo importanti, quindi i suoi difetti sono meno evidenti (ma comunque degni di nota). La prima pecca sono le scene d’azione. Un esempio pertinente è lo scontro tra Paperino e la guardia aliena.
Si tratta di una lotta tra il protagonista, inesperto, e un soldato veterano. Quindi, è lecito aspettarsi che la scena contenga tensione, adrenalina e pathos, portando il lettore a chiedersi come si salverà il protagonista e come farà a trionfare.
Ebbene, Paperino vince avvolgendo accidentalmente l’alieno nel mantello, tramortendolo. Questa scena dà vita a due grossi dubbi. Prima di tutto, è davvero possibile che una simile creatura possa perdere i sensi così facilmente?
In secondo luogo, secondo quale legge della fisica un mantello sarebbe capace di avvolgersi attorno a qualcuno in quel modo? Probabilmente, Paperino indossa la cappa della levitazione di Doctor Strange e stiamo leggendo un crossover a nostra insaputa.
Personaggi dimenticati
Il secondo problema è una dimenticanza da parte degli autori. Torniamo alla scena in cui compare Zoster. Quest’ultimo è un personaggio introdotto in Ombre su Venere, quarto numero di PKNA (e primo della numerazione regolare). Nella serie originale Zoster è un importante scienziato, esattamente come in questa storia.
Tuttavia c’è un altro personaggio, proveniente da PKNA, che viene introdotto in questo fumetto: Zondag. Apparso anche lui per la prima volta in Ombre su Venere, è un generale evroniano, in un ambito diverso da quello di Zoster ma altrettanto importante.
Nonostante ci sia anche lui nella scena del primo capitolo in cui Pico parla per la prima volta degli zondarriani, non compare mai più nel fumetto. Per quale motivo? Forse non era necessario? Se questa è la ragione, allora perché gli autori l’hanno inserito?
Capitolo 3
Paperino sembra ormai spacciato: una tempesta solare rischia di disintegrarlo. Per fortuna la tuta lo protegge, avvolgendolo con un campo di forza. Il protagonista precipita sul pianeta, cadendo sulla testa del mostro gelatinoso incontrato in precedenza. Stranamente, il personaggio cade senza subire alcune effetto dell’assenza di gravità dello spazio. Come funzionano le leggi della fisica su Zondarr? Evidentemente è questione di opinioni.
Nel frattempo, all’interno della base aliena, Zoster è in procinto di assorbire il codice terrestre. La fine della Terra è vicina, ma all’improvviso Paperino irrompe nella sala, in groppa al mostro.
Durante la battaglia il protagonista danneggia il computer di Zoster, annullando l’assorbimento del codice. Liberati Pico e Spike, il gruppo corre verso il portale per tornare sul loro pianeta.
Lo studioso ringrazia Paperino per l’aiuto e la storia finisce rivelandoci che il protagonista ha assoggettato il mostro gelatinoso perché lo ha colpito nel suo unico punto debole, la testa appunto.
Conclusione anticlimatica
Per tenere fede al titolo di “storia più brutta di PK”, questo fumetto si conclude in modo deludente. In primo luogo, le modalità con cui Paperino doma il mostro gelatinoso sono semplicistiche e senza un degno approfondimento. Per quale motivo la testa è il suo punto debole? E perché è sufficiente un solo colpo perché il mostro decida di arrendersi?
Secondariamente, anche il sabotaggio del computer zondarriano è anticlimatico. La scena avviene al culmine della battaglia finale, in cui i cattivi sembrano ad un passo dalla vittoria. Anche in questo caso, la scena dovrebbe essere coinvolgente e ricca di tensione. Quindi, come farà Paperino a sventare la minaccia? Come fermerà il computer in così poco tempo?
Semplicemente inciampa accidentalmente sulla presa di corrente, staccandola e interrompendo l’alimentazione. Esatto: gli zondarriani hanno cercato di assorbire il codice terrestre con un elettrodomestico troppo cresciuto. Chissà le bollette.
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Perché proprio Paperino?
Oltre a quelli precedentemente elencati, esiste un altro grave problema che caratterizza tutta la storia e che diventa ancora più evidente alla sua conclusione. Infatti, non si capisce per quale motivo Paperino venga scelto come salvatore del pianeta. Il personaggio non possiede nessuna qualità degna di un eroe, eppure viene designato da Pico come unica speranza di salvezza per l’umanità. Perché coinvolgere proprio lui e non qualcun altro?
Giustamente, il protagonista si lamenta di essere stato scelto per una missione così pericolosa. Lo stesso Pico ammette di avere esagerato quando lo ha descritto agli antagonisti. Questo sarebbe un altro spunto interessante per dare inizio a un conflitto tra i due personaggi. Purtroppo, anche in questo caso, questa idea non viene sviluppata.
Inoltre, manca un vero percorso di maturazione per il protagonista. Dato che Paperino è una persona comune catapultata in un contesto fuori dal comune, ci si aspetta che impari a domare le proprie paure e trovi la forza di salvare il mondo. Purtroppo, questo non accade, perché le vittorie di Paperino sono casuali e frutto di semplici colpi di fortuna, piuttosto che di veri atti di coraggio. In parole povere, che cosa ha ricavato il personaggio da questa vicenda?
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Conclusioni: cosa rende questa storia di PK così brutta?
The Secret Origin of the Duck Avenger è indifendibile sotto tutti i punti di vista. Valutandola come storia ispirata a PKNA, risulta fallimentare, perché non è altrettanto profonda. La serie originale cercava sempre di offrire un contesto narrativo elaborato e personaggi complessi. Se gli autori di questo fumetto non sono stati capaci di proporre la stessa qualità, per quale motivo un appassionato dovrebbe leggerlo?
Se l’obiettivo era parodiare PKNA, la storia ha comunque fallito nel suo intento. Una parodia è la versione umoristica di un’altra opera: ciò significa che gli autori avrebbero dovuto conoscere bene la serie per creare dei momenti comici efficaci. Invece, da questo fumetto traspare uno scarso approfondimento del materiale di partenza, e di conseguenza la storia non riesce a far ridere il lettore (questo anche a causa delle gag fiacche).
The Secret Origin of the Duck Avenger è brutta anche come opera a sé stante diretta a un neofita. Rimane un fumetto scarno, senza sviluppi interessanti e che non sfrutta a dovere le idee e gli spunti utilizzati. Di conseguenza, è molto difficile che un lettore qualsiasi (anche se molto giovane) possa ritenerla meritevole di una lettura e riesca a ricordarsela con piacere dopo averla conclusa.
In sintesi, questa storia di PK è brutta perché è un prodotto realizzato con pressapochismo. Sembra che gli autori abbiano confezionato questo fumetto senza troppo impegno, limitandosi a “riempire le pagine”. Se avete letto tutta la storia e ora esigete il vostro tempo indietro, consolatevi, e ricordate che è stata pubblicata su una rivista acquistabile. Questo significa che diverse persone hanno acquistato il numero di un periodico che, probabilmente, seguivano con piacere, e si sono ritrovate a leggere una storia simile. Assurdo, non è vero?
Immagini © Disney | Marvel
Guido Romeo
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Fonti:
The secret origin of the Duck Avenger Link INDUCKS
Un supereroe per caso Link INDUCKS
Disney Adventures, su Disney Fandom
La strana storia editoriale di Paperinik in America di Luca Bertuzzi, su Fumettologica
Steven Butler, su Lambiek Comiclopedia
Window Cleaners su Disney Fandom
Vendetta sul vocabolario Treccani
Parodia sul vocabolario Treccani
Grazie a Giordano Crimi, che ha tradotto in italiano la storia