Suicidemouse.avi, il corto Disney maledetto

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2012. Una serata qualunque con gli amici di sempre. Un pezzo di pizza, una Coca-Cola fresca per raffreddare quella torbida notte d’estate e la cena era servita. Eravamo dei ragazzini, si parlava delle solite cose: Dragon Ball, il calcio, i videogiochi… eppure una novità c’era: Internet. I nostri primi cellulari che potevano accedere a quel vasto mondo che non conosceremo mai abbastanza. Tanto bello quanto pericoloso, Internet… e, tra un video di Goku Super Saiyan V e le urla festanti di quel mondiale del 2006, trovammo un video con Topolino come protagonista. Poteva essere la conclusione di una classica serata, senza nessun intoppo. Ma ciò che vedemmo in quel lontano 2012 avrebbe per sempre segnato le nostre vite…

Suicidemouse.avi è da sempre una delle creepypasta più misteriose. Ma alla base di questa leggenda vi è un autentico corto perduto firmato Disney o, piuttosto, la creazione di qualche utente anonimo?

Creepypasta: il genere horror del Web

Una prima precisazione è doverosa: di cosa si parla, quando facciamo riferimento alle creepypasta?

Il fenomeno delle creepypasta è nato nel 2006 su 4chan, un sito imageboard creato tre anni prima. Il termine nasce dalla fusione delle parole inglesi “creepy” (inquietante, raccapricciante) e “paste” (incolla).

Questo fenomeno, inoltre, apparve su Internet parallelamente a quello delle copypasta, una forma di evento online che vede gli utenti copiare e incollare (da copy e paste) blocchi di testo per poi farli girare attraverso forum e social network. La differenza sostanziale tra i due generi è che le creepypasta, differentemente dalle copypasta, sono racconti che trattano esclusivamente tematiche horror.

Suicide Mouse
Da sinistra: Slenderman e Jeff the Killer, protagonisti di due delle creepypasta più famose.

Suicidemouse.avi non è naturalmente l’unica creepypasta esistente, né tantomeno la più famosa. Slender Man, ad esempio, si può annoverare tra le più celebri, al punto da diventare un vero e proprio franchise: il personaggio di Slender Man, nato come semplice fenomeno di internet, è stato utilizzato per la creazione di numerosi giochi amatoriali che spopolarono su Youtube intorno al 2013, fino alla realizzazione, nel 2018, di una pellicola dedicata al personaggio e distribuita in numerose sale cinematografiche.

Si potrebbe parlare di creepypasta per ore, ma è il momento di iniziare ad analizzare Suicidemouse.avi!

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La genesi di Suicidemouse.avi

Suicidemouse.avi è una creepypasta che ruota intorno a un cortometraggio “maledetto” dedicato a Topolino. Ciò che la rende affascinante è che questo corto… sembrerebbe esistere davvero.

Non è facile identificare l’origine esatta del video oggetto della creepypasta. Una semplice ricerca su Youtube porta l’utente a perdersi in un labirinto di informazioni audiovisive, delle quali il Topo è l’unico orrido protagonista. Scavando sempre più a fondo, si nota fin dall’inizio da quanto tempo questo video sia presente sulla rete: 11 anni.

Un dubbio sorge subito spontaneo: è venuto prima il video o il testo scritto? In altri termini: Suicidemouse.avi nacque come video inquietante per poi trasformarsi in creepypasta oppure qualcuno, per cavalcare il successo della creepypasta, realizzò in un qualche momento un video dedicato a essa? O ancora, è possibile che le due cose siano nate contemporaneamente? Infine: se tutto quanto è partito dal video, questo cortometraggio è autentico?

Con un po’ di pazienza si può risalire al primo video a tema caricato su Youtube nel 2011, intitolato solo suicide mouse e pubblicato dal canale suicidemouseavi. Un canale anonimo, che conta una manciata di iscritti, con tre soli video caricati. Inoltre, per immergerci ancor più nel creepy, l’immagine utente del canale in questione mostra il numero “666”, simbolo del demonio.

Suicidemouse.avi: il contenuto

Partiamo esaminando il contenuto del video: che cosa ci mostra il corto maledetto al centro della creepypasta?

“Suicide Mouse”, video originale.

Di base, la “trama” è abbastanza semplice. Il video inizia e prosegue per 2 minuti con la stessa scena: Topolino che cammina su una strada, da solo, probabilmente di notte (dettaglio non pienamente comprensibile in quanto la pellicola è in bianco e nero). Sullo sfondo, una serie di palazzi si ripetono costantemente con l’avanzare del video. Per “scaldare” l’atmosfera, il suono agghiacciante e distorto di un pianoforte accompagna il tutto. Fino a qui, pur se inquietante, la situazione è normale.

Il tutto degenera con la seconda parte del video, preceduta da uno stacco sul nero di media durata. Il pianoforte sparisce e, al suo posto, un suono macabro e misterioso si alza sempre più, fino a diventare un urlo disumano (probabilmente femminile) che distorce l’intera scena, mostrandoci sullo sfondo una figura umana dai tratti indistinti. Il video prosegue ancora, un secondo urlo si innalza e, infine, la pellicola si chiude con un primo piano di Topolino, senza volto, accompagnato solo da un carillon lugubre e distorto.

Il frame di Topolino senza volto.

I segreti della “blank scene”

Tralasciando il contenuto pienamente visibile, una parte del video (come già citato sopra) è solo uno sfondo nero. Ci sono due dettagli legati allo spezzone in questione. Il primo è una sezione in cui si vede Topolino senza volto (simile alla parte finale dell’intera pellicola): raramente si nota questo elemento, in quanto molto spesso si salta l’intero spezzone nero per passare alla seconda parte (questa sezione infatti dura circa 4 minuti).

Il secondo dettaglio, più inquietante, è una parte della descrizione del video:

Suicide mouse
“Con l’aumentare delle visualizzazioni e votazioni sono costretto a mostrarvi il “finale mancante”. Molti di voi si chiedono come mai la “scena vuota” sia così lunga. Al minuto 1:54 ho TAGLIATO una sezione del video, rimpiazzandola con il “vuoto”. Ho postato il resto, ma ricordatevi che non potete guardarlo tutto in una volta”. Guardatelo voi stessi. …il seguente video contiene immagini disturbanti. Guardatelo a VOSTRO rischio.”

Suicidemouse.avi: deleted scene

Per gli amanti delle creepypasta, questa “scena tagliata” è in linea di massima una delusione, non tanto per le tematiche horror (chiaramente presenti), bensì per il contenuto ripetitivo. Vengono ripresi gli spezzoni del video originale e riprodotti all’inverso, e lo stesso discorso vale per la musica. Il volto senza lineamenti di Topolino viene inserito più volte in questa sequenza, ma senza nessun cambiamento. Anche l’urlo finale è uguale a quelli che si sentono nella pellicola di partenza.

Con ogni probabilità, visto l’ammontare enorme di visualizzazioni del primo video (siamo a quasi 3 milioni e mezzo), il canale pensò bene di “cavalcare l’onda”, pubblicando un secondo video, a sua detta, “inedito”. Una mossa azzardata con risultati scadenti.

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Leonard Maltin e il video “maledetto”

Suicidemouse.avi non è soltanto un video horror presente in rete: è giunto il momento di analizzare nel dettaglio la creepypasta, e dunque la presunta “vera storia” celata dietro al video maledetto. Come spesso avviene, per leggende metropolitane che circolano in rete da anni, è difficile capire quale sito per primo abbia trattato la tematica.

Tra i vari racconti trovati in forum dedicati, spesso differenti l’uno dall’altro, tutti si soffermano su un nome preciso: Leonard Maltin, critico cinematografico.  

Suicide mouse
Leonard Maltin nel 2010.

Il racconto in questione inizia appunto con Maltin, impegnato in una raccolta di vecchi episodi Disney allo scopo di omaggiare Walt Disney. La ricerca avrebbe portato il critico a trovare e guardare la pellicola maledetta. Inizialmente, Maltin avrebbe visionato una versione del video lunga circa due minuti. Notando fin da subito la scarsa qualità della pellicola, avrebbe deciso di scartarla ma, prima di eliminare per sempre il video, avrebbe salvato una copia digitale del suddetto.

Ottenuta la copia, Maltin avrebbe notato subito una cosa: la lunghezza del video non era di due minuti, bensì di nove (esattamente come l’originale). Sarebbe quindi andato avanti nella visualizzazione completa del video ma, poco prima della fine, avrebbe deciso di interrompere, disturbato dalle urla e dal paesaggio urbano sempre più distorto.

Maltin avrebbe dunque assegnato a un impiegato il compito di visualizzare la parte finale del video, ordinandogli di annotare tutto ciò che avrebbe visto. Dopo le urla e l’interminabile “passeggiata” di Topolino, ignaro di ciò a cui andava incontro, l’impiegato sarebbe arrivato alla fatidica scena finale, accompagnata dal già citato suono del macabro carillon.

Alla fine del video, l’impiegato sarebbe scappato in preda al panico, ripetendo per sette volte la frase “La vera sofferenza non è ancora conosciuta”. Dopodiché, impugnata una pistola, avrebbe posto fine alla sua esistenza, sparandosi alla tempia.

Si dice, inoltre (attribuendo queste parole a Maltin), che l’ultima parte del video avrebbe contenuto un frammento di testo in cirillico.

“Le visioni dell’Inferno riportano dentro chi le vede.”

La creepypasta, quindi, si discosta leggermente dal video, in quanto la scritta sopracitata non è presente nel video dal titolo suicide mouse cui abbiamo fatto cenno prima.

A caccia di informazioni: la “verità” dietro a Suicidemouse.avi

Dopo aver esposto il contenuto del video e della creepypasta, è bene chiarirlo: Suicidemouse.avi, con ogni probabilità, non è un corto autentico, così come non sono autentiche le vicende a esso collegate. È comunque interessante analizzare la questione nel dettaglio.

Innanzitutto, chi è Leonard Maltin? È effettivamente un critico cinematografico statunitense, autore del noto testo Leonard Maltin’s Movie and Video Guide, il primo volume ad analizzare ogni film uscito per il mercato statunitense. Maltin tuttavia non ha mai dichiarato (come prevedibile) di essersi imbattuto in Suicidemouse.avi.

La “raccolta” di episodi descritta nella storia cita probabilmente un testo realmente scritto da Maltin, The Disney Films, un’analisi di film e corti prodotti durante la vita di Walt. Tuttavia, The Disney Films è stato pubblicato nel 1973: come avrebbe potuto Maltin salvare “in formato digitale” il corto, come affermano diverse versioni della creepypasta?

Se per “raccolta” si intende invece una selezione di corti curata da Maltin, esiste un progetto di questo tipo. Ci riferiamo a Walt Disney Treasures, collana di DVD pubblicati tra il 2001 e il 2009. Anche in questo caso, però, Maltin non ha mai dichiarato di essersi imbattuto in cortometraggi inquietanti lavorando a questa collana.

La vera domanda, dunque, è da dove il creatore del cortometraggio “maledetto” abbia tratto il materiale di partenza da modificare. Per ora, questa domanda pare non avere una risposta: Suicidemouse.avi potrebbe essere un video creato da zero (questo spiegherebbe la scarsa qualità), così come una sequenza di un cortometraggio davvero esistente, rielaborata pesantemente.

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L’impiegato suicida: fantasia o realtà?

Resta un ultimo dubbio: l’impiegato suicida è solo la “ciliegina sulla torta” che decora la leggenda di Suicidemouse.avi o cela un fondo di verità?

Anche il presunto suicidio dell’impiegato pare non aver lasciato tracce di alcun tipo. Non esistono articoli di testate giornalistiche affidabili che parlino di un evento di tale portata. Dando dunque per acquisito, viste anche le numerose incongruenze presenti, che Suicidemouse.avi sia solo una leggenda metropolitana ben raccontata, possiamo cambiare il focus della domanda. È possibile che gli autori della creepypasta si siano comunque ispirati a fatti d’attualità per raccontare questa storia?

Con un paio di ricerche, si può trovare online un articolo su Ansa.it riportante 3 casi di suicidio legati a Disneyland Paris, il parco divertimenti a tema Disney conosciuto in tutto il mondo.

Nel febbraio 2010, un impiegato si tolse la vita per motivi personali (a detta dell’azienda). Poche settimane dopo, il 21 febbraio, un cuoco in un ristorante del parco divertimenti, tale Rabii Hourourou, si gettò sotto a un treno. Hourourou aveva da poco ripreso a lavorare dopo un lungo periodo di depressione. Aveva, inoltre, sporto denuncia per “molestie morali a lavoro”. Infine, poche settimane dopo, sarà Franck Claret a togliersi la vita, impiccandosi a casa sua poco prima di andare a lavoro.

Disneyland Paris fu naturalmente sommersa di accuse, ma l’azienda ha sempre negato una qualsiasi forma di pressione lavorativa presente nell’attività, lamentandosi invece dei media, che avrebbero trasformato queste disgrazie in un attacco diretto a Disneyland.

Verrebbe spontaneo chiedersi se gli ideatori di Suicidemouse.avi (leggenda comparsa in rete nello stesso periodo di questi avvenimenti) si siano ispirati a questi scandali “disneyani” nel creare la loro creepypasta. Si tratta di una tesi azzardata, ovviamente, non dimostrabile.

Eppure, la ricerca della “verità” è alla base delle creepypasta… ci si immerge in una storia fittizia con l’unico obiettivo di risalire alla fonte.
Perché alla fine ogni leggenda cela un fondo di verità… e Suicidemouse.avi potrebbe non fare eccezione.

Nicola de Martino Norante

Immagini © Disney

Fonti:
suicide mouse e suicide mouse: deleted scene sul canale Youtube suicidemouseavi
Suicidemouse.avi, su Creepypasta Italia Wiki
Ansa.it
Creepypasta, su Wikipedia


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